Eccoci qui, anche questanno, nuovo look, nuova gente, ma sempre noi,
la Magna Charta. Ad ottobre, appendendo i volantini per ampliare la nostra redazione,
dato che alcuni componenti ci hanno lasciato, avevamo un po tutti il terrore che non si sarebbe presentato nessuno. Quali miscredenti siamo stati. Si sono aggiunte tante facce nuove, menti fresche piene di voglia di fare, gente che si sta davvero preoccupando ed impegnando per questa attivit. A volte sono sorpresa dalla voglia di fare, dallentusiasmo, dai sorrisi, dalle battute, ma anche dalla maturit presente in redazione, ad ogni incontro. Discutiamo di tutto assieme, non ci sono problemi, non ce ne sono che non possiamo risolvere, nessuno, nessuno tranne uno: i fondi. Quelli ogni anno ci fanno tremare, non sappiamo davvero dove trovare i soldi per stampare la Magna Charta per ciascun studente (avete gi notato gli anni precedenti che non vi erano numeri per tutti), se avete idee o proposte, informateci. Allinizio ero abbastanza spaesata, non ero certa che saremmo riusciti a formare un primo numero con una redazione composta al 90% di quinte e rappresentanti distituto (ecco, prendete esempio, unitevi anche voi alla redazione), ma proprio ora che sto scrivendo, ho sotto mano la maggior parte degli articoli che stiamo per pubblicare, e ne sono davvero soddisfatta. Il tema il futuro, per questo ci siamo anche rinnovati nellaspetto, cercando di rimanere allavanguardia, tormentando il nostro povero graco con richieste che credevo improponibili, ed invece mi ha sorpreso nuovamente con la sua bravura (credo di dovergli un caff dopo questa). Che altro dire? Buona lettura! Blajin Bianca EDITORIALE Eccoci qui, con il secondo, e, purtroppo, ultimo numero della Magna Charta di questanno scolastico. Generalmente cerco di essere breve, in modo da non rubare spazio agli articoli, ma questa volta preferisco rinunciare al mio articolo per allungarmi nelleditoriale. Dopo lunghe discussioni e molte proposte, abbiamo scelto il tema della cultura. Perch cultura? Perch anche a questo che serve il giornalino, ad ampliare la nostra cultura, a stimolarla, a spingerci a conoscere sempre pi per informare anche voi, per non ricadere sempre nei soliti argomenti. Le stesse esperienze che facciamo in redazione ampliano la nostra cultura. Vi chiedo, quindi, di soffermarvi un attimo sullimportanza del giornalino. Potrebbe sembrare unattivit secondaria, semplice da gestire, di poco conto, ma quasi nessuno dei lettori immagina il lavoro immenso che vi sta dietro da una parte e limmenso orgoglio che ci da dallaltra. Voglio quindi rendervi partecipi di un orgoglio del Nievo passato in sordina. La redazione di qualche anno fa, gestisce attualmente un blog chiamato I Signori delle Mosche (http://isignoridellemosche.it/), in principio riempito dagli articoli dei quattro fondatori, ora ne riceve da scrittori di tutto il mondo. Dovremmo quindi andare eri di questo prodotto nievino e del nostro giornalino, nonostante i vari tagli, che la scuola continua a subire. Un taglio, non dovuto alla scuola, ma al passare del tempo, lo subiremo dal prossimo anno: la maggior parte della redazione frequenta il quinto anno, e quindi ci lasceranno; perci, giovani lettori, che siete giunti no alla ne del mio editoriale, lanno prossimo venite a far parte di questo progetto, orgoglio del Nievo, perch la Magna Charta non dipende solo dai fondi, ma anche da noi. Rapidamente vorrei informarvi anche di una novit presente in questo numero: una collaborazione con la redazione di Agor, giornalino del Tito Livio. Il tutto organizzato dai nostri rappresentanti della consulta, speriamo di poter mantenere questa collaborazione anche per gli anni futuri. Noi del Nievo ed il Tito Livio speriamo di riuscire ad estendere questo progetto anche ad altre redazioni dei vari licei di Padova, per renderci pi uniti ed avere un continuo scambio di idee, dopo tutto lottiamo tutti per uno stesso ne: la Cultura. Blajin Bianca 93% Indice REDAZIONE BozzaAnna CaldonMatteo CannellaAlessandra DAndreaGiulio FusariAlberto GrigolettoMarta LazzariniTommaso MatteuzziGiulia ScagnellatoLaura SiscanuCorneliu TurettaVeronica DOCENTE BertolaLaura CONTATTI http://www.liceonievo.it/ RIUNIONEREDAZIONE Sestaora CREDITIFOTOGRAFICI Le immagini utilizzate sonotrattedallarete LayoutAppleInc. Il numero stato chiuso in redazione il24/4/14 Numero2 Aprile2014 BlajinBianca Aula informatica sede centrale Gioved 87% 81% 75% 68% 62% 56% 43% 50% 37% 18% 31% 25% LA CULTURA NON SI EREDITA, SI CONQUISTA Quante volte ci siamo interrogati sullutilit di studiare centinaia di pagine su un noiosissimo libro o sul senso di svolgere difcilissime disequazioni matematiche? Quante volte ci siamo chiesti cosa ci costringa a sopportare quotidianamente lansia per interrogazioni o compiti o i rimproveri dei nostri professori? Molto spesso genitori, nonni, amici e tutte le persone deputate a raccogliere questi sfoghi, per rincuorarci e per evitare di vederci lanciare libri e quaderni dalla nestra, ci rincuorano dicendo che, anche se adesso tutte queste ore passate sui libri ci sembreranno inutili, in un futuro prossimo ci renderemo conto della loro importanza. In cosa consiste, per, questa importanza? Ovviamente nellelasticit mentale, nel modo di confrontarsi con il mondo che ci circonda, nellabilit di saper affrontare situazioni difcili con grande lucidit. Tutti questi indubbiamente sono fattori molto importanti, ma veramente tutto qui? Limportanza del percorso di studio consiste anche nellindirizzare lo studente verso una precisa classe sociale di appartenenza e perci di permettere il ricambio sociale. La prima obiezione che viene mossa ai sostenitori di questa tesi consiste nellequit delle condizioni di partenza. opinione comune che lappartenenza sociale di un essere umano sia condizionata da molte variabili e soltanto in una societ fondata rigorosamente ed esclusivamente sul merito si potrebbe pensare che sia soltanto lagire individuale a plasmare il proprio futuro a prescindere dellorigine sociale. Come generalmente riconosciuto, nella nostra societ le condizioni di partenza per uno studente che si appresta a scegliere il suo percorso formativo non sono sempre uguali. Una ricerca del Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale dellUniversit degli Studi di Trento dimostra che in Italia il raggiungimento della maturit presenta ancora numerose differenze sociali. Tra i nati nel 1980 pi del 80% della borghesia riesce a ottenere il diploma o la maturit secondaria superiore mentre tra la classe operaia agricola questo dato si riduce no ad arrivare al 20%. Questo dato mette in luce come sia fondamentale giungere ad unuguaglianza di possibilit, unequit ex ante, per permettere al sistema formativo di svolgere la sua azione costruttiva in tutte le fasce della societ. Il compito di garantire questi diritti tuttavia non spetta allistruzione vera e propria ma ad uno Stato pienamente liberale e democratico. I dati infatti dimostrano come il percorso formativo, meritocratico e selettivo, possa dare la possibilit a coloro che partono da condizioni socio-economiche svantaggiate, di ambire a posizioni sociali migliori di quelle di partenza. Nellambito della ricerca delluniversit di Trento citata in precedenza risulta importante analizzare i destini occupazionali dei componenti della classe operaia che riescono ad ottenere un diploma o una laurea. Per quanto riguarda i diplomati ben il 61% riesce a migliorare il suo status sociale ed ad appartenere a classi sociali pi alte di quella di partenza. Tra i laureati la situazione ancora migliore, infatti, ben il 92% riesce ad entrare a far parte della borghesia o della classe media impiegatizia. Anche la rilevazione sui voti di maturit sembra dimostrare la quasi perfetta imparzialit del sistema scolastico. Si stima, infatti, che la possibilit di conseguire un 100 allesame di maturit sia quasi identica tra studenti provenienti dalla classe operaia e dalla borghesia. Proprio nel riconoscere imparzialmente le prestazioni di studenti di diverse classi sociali sussiste il potere straordinario e quasi rivoluzionario dellistruzione. Questi dati, infatti, non fanno altro che mettere in luce lenorme merito di una scuola efciente nel permettere il ricambio sociale. Unistruzione inefciente utile soltanto a chi rimane barricato dietro a sterili ideali conservatori per il timore di perdere le proprie posizioni di privilegio acquisite. Tommaso Lazzarini 81% Fattinonfostecomebruti, ma per seguir virtute e conoscenza Hello there! What are you studying? Ancient History. Boring... Come on! Its fascinating, those are the origins of european culture. Even though youre from Australia, the bases of your culture are pretty much the same as mine. Mmh, youre studying the Ancient Rome uhn? Good. Youll get to know something more about my country. Werent you from Italy? Yeah, Rome is in Italy you know.. Isnt it in Greece? Anche se in inglese, spero abbiate compreso tutti la conversazione. Non una barzelletta, non una situazione inventata, ma un episodio vissuto in prima persona: qualche anno fa, in una biblioteca (bellissima, con una moltitudine di libri impressionante ed iper- tecnologica) di una scuola australiana, ho avuto la sfortuna di assistere a questo tripudio di ignoranza. E quella ragazza era tra le pi eccellenti studentesse della scuola! Non stato lunico episodio imbarazzante: una volta un ragazzo, genio artistico, mi ha detto che Lionardo Dvinci era vissuto nel 1800; unaltra volta mi stato riferito da una ragazza che sapeva tutto di derivate e integrali che la luce bianca non scomponibile. rimasta basita quando le ho fatto vedere delle immagini sullesperimento del prisma. Da queste esperienze nato un sentimento che avevo sempre ignorato potesse esistere: pura riconoscenza nei confronti del tanto criticato sistema scolastico italiano. Per quanto sia basata sul nozionismo, per quanto siamo costretti a sgobbare come asini per stare dietro al programma, alle interrogazioni e alle veriche (concetti che non hanno posto nella forma mentis australiana), listruzione di base che si riceve in un liceo italiano enormemente superiore a quella che si acquisisce in un rinomato istituto doltremare. Noi abbiamo la possibilit di approfondire ogni ambito della conoscenza: letteratura, losoa, storia, arte, matematica, chimica, biologia, astronomia, sica, latino... Loro, quei ragazzi australiani, alla ne della terza superiore possono scegliere di abbandonare le materie che non gradiscono, no ad arrivare a doverne studiare solo quattro. Quattro. E in quale modo! Pu sembrare una prospettiva conveniente, ma non lo affatto. Quella che abbiamo noi unopportunit che loro non hanno. Noi abbiamo lopportunit di essere uomini, quelli che hanno scontto la forza di gravit, quelli che hanno camminato sulla Luna, quelli che sognano di poter comprendere la totalit delle cose: Considerate la vostra semenza:/ fatti non foste a viver come bruti/ ma per seguir virtute e canoscenza! (Inf. XXVI, Dante Alighieri) Grazie ai nostri programmi, per esempio, abbiamo lopportunit di conoscere la storia in maniera coerente, organizzata: prima cera luomo di Neandertal, poi lHomo Sapiens, prima cerano le polis, poi lImpero Romano, prima Alessandro Magno, poi Carlo Magno attenti a non far confusione, c un millennio di mezzo! e cos via. Conoscere la storia, il passato, un modo per conoscere se stessi, la propria societ, un modo per comprendere il motivo per cui il mondo attuale cos e non in un altro modo. Allo stesso modo abbiamo la possibilit di gettare lo sguardo su tutti i campi della scienza: la parabola una funzione di secondo grado, una mole una quantit pari a un numero di Avogadro di particelle, la velocit media il rapporto tra spazio percorso e tempo impiegato, ecc. ecc. Noi, in una notte senza nuvole, possiamo guardare la Luna e vedere i suoi crateri, le sue terre alte, i suoi mari di basalto, oppure sentire leco delle poesie di Leopardi bisbigliate dal disco luminoso. Possiamo pure scegliere. Altri come i ragazzi australiani sopra citati, invece, dovranno soccombere alla loro conoscenza frammentaria e vedere solo una delle due immagini intellettuali o, ancor pi triste, nessuna. Non poter godere di queste bellezze una grande limitazione esistenziale, un irrimediabile blocco alle potenzialit dellindividuo. una povert che non pu essere sopperita se non da unistruzione degna di tale nome: noi abbiamo lopportunit di riceverla ed un nostro diritto obbligatorio far fruttare la nostra fortuna. Questo articolo, mi rendo conto, di una banalit sconcertante. Ma ogni tanto la banalit, la ripetizione, linsistenza aiutano i pi indifferenti a riettere, a capire. Laura Scagnellato 75% Sapere Aude La pi grande lezione e il maggior vantaggio (e piacere) della cultura il fatto di saper instillare in noi, ogni volta, il dubbio e di renderci consapevoli che le nostre certezze, le nostre verit, le nostre credenze sono fallaci e che esistono innite sfaccettature della realt, che non riusciremo forse mai a cogliere. Quando dunque parliamo, o dibattiamo con gli altri, non dobbiamo dimenticarci mai ci che purtroppo ha necessitato secoli di guerre per essere compreso, ovvero che dobbiamo avere lumilt di metterci in discussione, la lungimiranza di ascoltare e fare nostri i consigli degli altri, lavvedutezza di comprendere le ragioni dei nostri interlocutori e di non dare mai niente per scontato nel cercare di capire cosa siamo. Oggi viviamo in una societ capitalista, orientata al protto, sdegnosa nei confronti della cultura, che considerata come un entit astratta, adatta ad un popolo di elette schiere, rintanate nella loro torre davorio a contemplare la plebe dallalto, ma non cos. Cultura questo giornalino, cultura discutere con gli amici e mettersi in discussione con le proprie idee, cultura ogni frase che scriviamo perch gli altri sentano la nostra voce, cultura ogni volta che disegniamo, cultura ogni volta che qualcuno di noi si mette davanti ad uno strumento e compone un brano, non importa sia esso di musica classica o di elettronica. Cultura viene dal latino colere, che signica coltivare, ovvero dedicare una parte della nostra vita solo a noi stessi, alla nostra formazione, non perch sia obbligatorio conoscere Galilei e Dostoevskij, ma perch certe letture, certe esperienze, certi brani, ci provocano delle sensazioni profonde, ci scuotono, sono in grado di farci riettere anche dopo molto tempo. Dante nella sua Divina commedia critic papi e imperatori, re e signorotti, pag con una vita fatta di elemosina e di umiliazioni, ma rimase coerente con la sua idea. Ritengo che soprattutto in un momento come oggi, di disillusione e di disinteresse a certi valori morali, la sua lezione potrebbe essere di esempio. Un losofo arabo, Averro, sosteneva che il nostro intelletto fosse immortale: se con intelletto intendiamo la conoscenza umana allora questo in parte vero. Ogni canzone che viene composta, ogni libro scritto sono infatti la nostra eredit ai posteri, il nostro modo di testimoniare il passaggio, breve ma pregnante, della nostra esistenza. Abbiamo bisogno di cultura perch essa la descrizione di una societ, siamo noi in continuo cambiamento, siamo i nostri vizi e le nostre virt, siamo la generazione che in assoluto ha il maggiore accesso alla conoscenza e quella che, purtroppo, non rendendosene pienamente conto, meno se ne cura. Cultura non signica imparare due o tre nozioni di matematica o latino,anzi, essa pura emozione: basti pensare alla freccia del tempo in sica e a come il nostro universo tenda al disordine; alle consolazioni, ancora attualissime, di Seneca, nei momenti di difcolt; alla concitazione delle battaglie narrate da Tucidide; alla bellezza del mettere sempre tutti in discussione di Galilei. La vostra scuola intitolata ad un uomo che afferm di esser nato Veneziano e morto Italiano. Ippolito Nievo ragion a lungo e vide due mondi, uno in declino ed un altro pieno di possibilit e nel contempo di aspetti sconosciuti. A noi tocca far emergere la cultura non come la decadente Serenissima, solenne ma in rovina, ma come il neonato stato italiano, pieno di incognite ma anche di opportunit. Nicola Carotenuto Tito Livio 68% Cultur@Moderna: InterneteTVcome mediatori culturali Nel 2014 ormai televisione e internet sono a tutti gli effetti membri delle nostre famiglie e la vita senza di loro ci sembra impossibile. Specialmente per i nativi digitali, le giovani generazioni che sono cresciute giocando al computer e smanettando con i telefonini, noi che passiamo ore e ore davanti agli schermi tra serie TV, Facebook, Youtube e quantaltro. Essi sono parte della nostra cultura, e contribuiscono a formarla. La televisione, che ha cominciato a diffondersi nelle case degli italiani negli anni 50, ha avuto n da subito intenti di diffusione culturale: un esempio su tutti la trasmissione Non mai troppo tardi presentata dal maestro Alberto Manzi e andata in onda per otto anni tra il 1960-68 con la collaborazione del Ministero della Pubblica Istruzione; il suo scopo era di combattere lelevato tasso di analfabetismo che ancora afiggeva in nostro Paese. Numerosissimi studi, riessioni, libri e quantaltro da decenni si interrogano sugli effetti che la televisione ha avuto sulla societ: la scatola magica infatti stata in grado di creare una cultura di massa che unisse tutti coloro che la seguivano senza distinzioni, indipendentemente dal livello di istruzione o dal ceto sociale. In televisione ormai si vede di tutto, esistono trasmissioni di ogni variet e per tutti i gusti: alcune sono serie e impegnate, si dedicano alla politica, allattualit, agli approfondimenti scientici o storici; altre sono le trasmissioni di intrattenimento, i quiz, i reality show, considerate di evasione. Ma da qui si scatenano anche le polemiche: la TV cattiva maestra, fornisce esempi sbagliati, esalta modelli inadeguati, cattura davanti allo schermo e impedisce di pensare autonomamente. Mezzo ancora pi potente della televisione, Internet ha la capacit di unire i pi sperduti angoli del globo rendendo partecipe ognuno della vita degli altri: le sue potenzialit di diffusione culturale sono quindi ancora pi potenti rispetto a quelle della TV. La cultura e linformazione oggi passano anche attraverso questo nuovo canale: pensiamo alle numerosissime notizie che vengono diffuse via Twitter e che poi vengono riprese da giornali e telegiornali, oppure agli approfondimenti che possibile fare cercando nella rete ci che pi ci interessa. La differenza tra TV e Internet per notevole: in televisione scegliamo cosa guardare tra i vari programmi come ci vengono proposti dalle reti, in Internet invece siamo noi in prima persona a dover reperire ci che ci interessa e a scegliere quello che pi soddisfa la nostra ricerca. Questa libert tuttavia non rende Internet immune alle critiche: i contenuti da molti vengono considerati superciali, approssimativi, privi di controllo. Ogni contenuto che vediamo o sentiamo sia in TV che in Internet va a far parte del nostro bagaglio culturale, andando ad accrescerlo. A questo punto sta alla nostra capacit di pensare e rielaborare le informazioni il compito di suddividere i contenuti in due gruppi, quelli produttivi e adeguati e quelli poco approfonditi e banali. Una volta compiuta questa operazione la nostra conoscenza si arricchita di nuovi elementi. In conclusione, non tanto importante da dove provengono gli input culturali, purch questi signichino per noi un arricchimento, una crescita, che ci aiutino a comprendere meglio il mondo in cui viviamo. Marta Grigoletto 62% Manifesto della cultura modaiola Cos la moda e che cos di moda? Quando nata? E perch ci ostiniamo prepotentemente a seguirla? Seguire la moda, ovvero la tendenza estetica, un fenomeno che nel passare del tempo si trasformato da passatempo prettamente femminile a modus vivendi, facendo sorgere vere e proprie losoe di vita intorno ad esso. In ogni caso essa stata sempre presente in ogni epoca e luogo, come fenomeno sociale e culturale. Il motivo di tale onnipresenza dato dal gusto del bello, e della necessit delluomo della novit, dellaggiornarsi, per non fossilizzarsi nella monotonia e sistematica ripetizione. La Moda o anche norma, matematicamente parlando, ci che per statistica ricorre pi frequentemente. Consideriamo, quindi, di moda un colore, un modello specico o una marca che sia di tecnologia (vedi Apple), di automobili (vedi la 500 at) o di qualsiasi prodotto (di vestiario, darredamento, alimentare ecc.) se esso in voga. Quando acquistiamo quindi cerchiamo di seguire la moda, assecondandola spesso pi dei nostri gusti personali. Questo succede perch seguire la moda diventato ormai uno status symbol, come del resto lo sempre stato. Cos si pu quasi parlare di rivoluzione copernicana: se no a pochi decenni fa la moda era un frivolo passatempo delle classi pi agiate che vivevano questo ambito in secondo piano rispetto alla vita sociale, nella societ odierna il prodotto il soggetto e la persona si oggettizza in esso, cos la persona viene giudicata per quello che veste, per il taglio di capelli e in genere per quello che possiede. Tutto sommato per non si pu ridurre la moda allaspetto modaiolo superciale, essa sinonimo di ricercatezza formale, cura della propria immagine e per questo non va ignorata. Essa contamina tutti gli aspetti sociali e non la si pu sottovalutare se si vuole far parte della societ. Daltra parte importante non sconnare nella cultura materiale, per cui possedere vuol dire essere felici, e fare shopping diventa un tick nervoso. Fare compere pu essere una forma terapeutica contro il cattivo umore, vero, ma importante sapersi controllare e non dare troppa importanza agli oggetti e al seguire ostinatamente la moda che a volta diventa un ossessione. Premesso ci non cattiva abitudine cercare di star dietro alle tendenze, soprattutto nel vestirsi, ambito in cui tutti i giorni si chiamati a rispondere cercando di valorizzare gli aspetti migliori della propria immagine. E se quasi impossibile, almeno per le tasche di molti, riuscire a comprare tutto ci che viene esibito durante le slate di moda pi importanti, gi pi alla portata di tutti seguire delle regole standard choosy, ovvero sempre valide che non passano mai di moda. Perci viene fornito a seguire un decalogo di istruzioni pratico. Infatti per dare un buona immagine non basta seguire Chiara Ferragni su Instagram o Clio Make up su Real time, ma bisogna essere follower/seguaci del Buon gusto non dimenticando un pizzico di moda. Massime fondamentali per meno esperti: 1. Abbinamenti: sono fondamentali, i colori simili non vanno mai indossati insieme. Nero e blu insieme sono un errore imperdonabile. 2. Le fantasie diverse (soprattutto geometriche) non vanno mai insieme o sembrerai un quadro di Kandiskij 3. Le righe orizzontali ingrassano, le linee verticali invece snelliscono. Tutto ci vale solo dalla vita in su, per il resto gioca sui colori: il nero slancia e il bianco ingrassa. Ma attenzione: per risultati visibili metti una tuta e vai in palestra! 4. Gli accessori sono elementi additivi si ma sono essenziali per valorizzare e abbinare, basta non abusarne. 5. Giacca e cravatta saranno poco originali ma sono leleganza maschile per antonomasia, il vestito con la gonna quello femminile, n troppo mini n troppo Minnie. Regole meno ovvie: 6. De gustibus: ognuno ha un gusto e uno stile unici e personali, e il bello soprattutto cambiare. 7. Scollature troppo succinte e minigonne troppo mini non sono attraenti ma volgari, lascia un po di spazio allimmaginazione. 8. Cura sopracciglia, unghie, baf, barba e quantaltro ma ricorda che Audrey ha detto anche laccessorio migliore che una donna possa indossare il sorriso se avesse vissuto al giorno doggi, ai maschi avrebbe detto che il loro la barba. 9. I Leggins sono soltanto lulteriore prova che il Vintage fashion, ma con cautela, negli anni 80 si chiamavano fuseaux, e il concetto non era diverso da quello di oggi. Lo dice la tradizione: sopra la M non comprarli, o almeno, compra la M e iscriviti in palestra per entrarci! 10. Le tute sono come la pizza, tutti le amiamo ma vanno bene al massimo una volta a settimana, o per occasioni particolari, meglio non esagerare! E per concludere ricorda che: ci che sta comodo non veste bene Giulio DAndrea 56% come c musica e Musica. S, anche la musica portatrice di cultura attraverso non solo le parole, ma con i suoni che ad un primo momento possono non dirci nulla. A volte un semplice rif pu parlare al nostro cuore molto meglio di tante parole, a volte qualche accordo o qualche arpeggio ci emoziona di pi di una frase smelensa sentita e risentita. La Musica, quella vera, quella con la M maiuscola, quella di Cultura, non necessita di grande pubblicit e nemmeno di essere sparata a mille in macchina attraverso la radio. Non voglio demonizzare la musica commerciale che circola adesso, sono io la prima che si concede di ascoltarla, ma piuttosto che ci si deve rendere conto che c musica e Musica, appunto. Ma cos la Musica? Musica quella colta, quella di ricca, quella studiata. Subito si pu pensare alla musica classica, insegnata nei conservatori e assimilata al concetto di colto. Anche chi non del settore riconosce a questo genere un valore importante, che lo distacca fortemente da tutta la musica. E qualcosa che ci tocca nel profondo, che suscita in noi emozioni semplicemente accostando suoni gli uni accanto agli altri, a volte in modo nemmeno troppo semplice. E nonostante non sia una cosa che non mettiamo nei nostri telefoni da ascoltare, chiunque di noi lha ascoltata almeno una volta. Non nascondo, quindi, che la musica classica non sia un genere adatto a tutti, perci una soluzione c per coloro che, come me, sono alla ricerca della Musica. Per quello come ho scritto prima, la denizione di Musica di Cultura non descrive solo la musica classica, ma quella di ricerca. La denizione di Musica colta, quindi, si allarga no a comprendere molti altri generi quali Jazz, Blues, Rock e Metal. Difatti molti autori appartenenti a questi generi hanno sperimentato, studiato, ricercato oltre i conni classici del loro campo per dare ai loro fan di pi. Risulta quindi difcile, spesso, inquadrarli in un genere unico, tanto che escono fuori tutti i sottogeneri che noi tutti sentiamo nominare: R&B, hard rock, prog metal... La Musica, quindi, ovunque, spesso in forme diversissime fra loro, spesso difcile da inquadrare in canoni chiusi e ben deniti. Perci chiedo a voi, studenti, di non accontentarvi dei prodotti gi confezionati. Certo, spesso sono belli e accattivanti e non dico di evitarli come la peste, ma semplicemente di non fermarsi a quelli. Non fermatevi a Lady Gaga, andate a sentirvi i Tre allegri ragazzi morti; non esaurite la vostra curiosit su Katy Perry, esplorate i Dream Theater. Inniti sono i gruppi, nascenti e non, e moltissimi sono tra di loro le perle portatrici di quella Cultura che sembra sparita ai giorni nostri. La Cultura non si persa, si solo nascosta dietro a una cultura che di minore importanza e che maschera tutto in un alone grigio. Cercatela, svelatela, l sotto i nostri occhi, o meglio, le nostre orecchie. Apriamo la mente e il cuore al diverso, allo strano, al nuovo e troveremo la vera Musica. Non arrendetevi se ci mettete pi tempo del previsto, non una cosa facile, soprattutto a causa di quellinfrastruttura di musica commerciale che si andata creando in questi anni. Siate curiosi, la Musica l che attende solo noi. Giulia Matteuzzi C cultura e cultura... 50% Lintegrazione difcile, a volte fa paura. Lo sappiamo bene in Italia, ieri come oggi terra di migranti, terra di chi parte e terra di chi arriva. Lo sanno i nostri nonni o bisnonni che con valigie di cartone partirono per il Belgio, gli Stati Uniti, lArgentina, il Brasile lo sappiamo bene pure noi nel 2014, sentendo parlare di nuovi sbarchi a Lampedusa, di rimpatri forzati o delle proteste delle bocche cucite di Ponte Galeria. Lintegrazione non avviene mai a senso unico, coinvolge lo straniero, quanto chi lo accoglie. , appunto, una forma daccoglienza, ben lontana dallospitalit o dallassistenza passiva, ma da considerarsi piuttosto come unapertura e una condivisione. Accoglienza che ci obbliga a uscire allo scoperto per esporci, ad accettare le nuove ombre che il nostro corpo pu proiettare sotto la luce di uno sguardo diverso, che ci costringe a tracciare e denire il perimetro della nostra personalit, come in un puzzle, dove necessario conoscere la forma di ogni singolo pezzo perch unit diverse combacino fra loro. Forse questo uno degli scogli allintegrazione, si tratti di accogliere il profugo siriano o bosniaco, un vecchio amico o una novit sconcertante; tutti ci obbligano a mettere a nudo pregi e qualit, quanto difetti e debolezze, a far emergere paure che riutiamo di riconoscere o che spesso non conosciamo. Laccoglienza e lintegrazione avvengono quindi in primis dentro noi stessi, ci costringono a portare alla luce le nostre contraddizioni, a toccare i meandri inesplorati della nostra personalit, generando una scissione, fra ci che sembriamo e la verit, spesso scomoda, di ci che in realt profondamente siamo. Riassumendo: lintegrazione pi difcile se non conosciamo noi stessi; dobbiamo iniziare a rapportarci con la nostra personalit, i nostri problemi, imparare a conoscerli, prima di essere in grado di affrontare quelli altrui. Personalmente quindi non mi do molto di quei foglietti che le parrocchie mettono nelle cassette della posta, dove uomini bianchi, neri, gialli, rossi e verdi si tengono per mano sorridendo e ballando sul mondo, tutto un po troppo semplice. Pi che nellefcacia dei bollettini parrocchiali credo nella forza della cultura, della conoscenza, soprattutto della curiosit; non chiedo a nessuno di rinunciare alla messa della domenica, alle omelie, al digiuno della quaresima, ma magari, sotto i banchi della chiesa teniamo qualche buon libro. Gli uomini non si tengono per mano in un girotondo, non baster sorridere per superare lintolleranza ed il razzismo, ma forse servir a qualcosa aprire un libro e guardarci dentro. Prendi un libro per conoscere te stesso, lascia stare logaritmi e verbi latini, lascia stare tutto, siediti da solo e leggi. Leggi di qualsiasi cosa: da Novella 2000, Chi, Il manuale dei calzini selvaggi, tutto quello che bisogna sapere per difendersi da questa piaga, Is your dog gay? (libri realmente esistenti! http://www.abebooks.it/libri/stanza-libri-strani/), no allopera completa dei pensieri di Aristotele in lingua originale. Confrontati con i calzini selvaggi o con gli scritti di Aristotele, indipendentemente da quale dei due preferirai, entrambi porteranno fuori qualcosa, sia unimprecazione, una lacrima o una risata, entrambi susciteranno una reazione; una reazione, gi di per s comporta una presa di posizione e quindi un pensiero, unidea.. Certo, magari leggiamo anche qualcosaltro oltre a calzini sporchi & co, ma unidea, una sullaltra, dei pensieri, delle riessioni, alla lunga porteranno a dei risultati. La nostra personalit, il nostro carattere, ci che ci portiamo appresso, assumeranno pian piano dei contorni ben precisi, sapremo da cosa siamo composti e cosa abbiamo dentro, in quei meandri inesplorati che prima ignoravamo. Ricollegandomi allimmagine del puzzle: conosci te stesso diceva la scritta sul tempio Apollo a Del, conosci te stesso prima di conoscere qualcun altro aggiungerei io. Capisci chi sei, prendine coscienza, capisci che forma hai, e allora il tuo pezzo di puzzle andr a posto e presto capirai dove e come sincastra con gli altri. Anna Bozza Conosci te stesso (prima di conoscere qualcun altro) 43% Vorrei esordire ringraziando la nostra preside e tutti i professori, tra organizzatori e accompagnatori, che hanno reso possibile, per 37 di noi ragazzi, frequentanti le classi terze e quarte del liceo prive dello studio della seconda lingua straniera, questa esperienza fantastica: lo scambio con Filderstadt, Germania. Grazie ad esso in una settimana abbiamo conosciuto, frequentato e condiviso istanti di gioia e pazza allegria con persone di cui prima ignoravamo lesistenza. In una settimana abbiamo scoperto realt, modi di vivere e di agire diversi dai nostri, abbiamo appreso quanto possa variare, a distanza di nove ore di viaggio, lintero sistema. L, in questo paese nella periferia di Stoccarda, siamo venuti a conoscenza, con molto stupore, di un modo di fare e concepire la scuola totalmente differente. Siamo stati colpiti da tutte quelle diversit, e per noi stranezze, che caratterizzano la scuola tedesca, come per esempio la scelta individuale di ogni studente delle materie da studiare, oppure la diversa suddivisione e organizzazione delle ore di lezione. La scuola uno dei tanti esempi che potremmo fare sulle differenze tra il nostro paese e la Germania che in questa settimana abbiamo colto. Penso che questa esperienza sia stata molto pi istruttiva di tutte le lezioni a cui abbiamo assistito in questi tre o quattro anni al Nievo, proprio per averci messi in contatto con una realt culturale e sociale diversa e spinti al confronto con essa; per averci permesso di uscire dalla nostra ristretta quotidianit, allargando i nostri orizzonti facendoci conoscere altri stili di vita. Altro elemento, non meno importante, di questo viaggio il legame che si formato, in tempi rapidissimi, tra noi italiani; siamo stati capaci, infatti, di fare gruppo sin dai primi giorni, permettendoci cos di trascorrere una settimana davvero strepitosa. Innumerevoli sarebbero gli aneddoti da raccontare, le curiosit, le stranezze, le situazioni imbarazzanti ed esilaranti che ci sono capitate in questi pochi giorni, ma il troppo poco spazio -e soprattutto le circostanze- me lo impediscono. Secondo il mio parere dunque, stata unesperienza positiva sotto tutti i punti di vista e che auguro a tutti di poter vivere di persona. Matteo Caldon Scambio culturale Padova-Filderstadt 37% La bellezza dellinutile Chi almeno una volta non si chiesto a che cosa serve studiare il latino, la storia dellarte, la losoa, a cosa serve imparare a memoria le declinazioni, gli autori e le opere dei nostri libri? Senzaltro non da tutti avere una spiccata passione per le materie Umanistiche, ma se queste non ci fossero, e venissero ipoteticamente eliminate dallinsegnamento, non ci priveremo, forse, di una parte di noi stessi? The Child is the father of the man scriveva Wordsworth in una sua nota poesia E noi di chi siamo gli? Non si fondano forse le nostre leggi, la nostra cultura, la nostra stessa libert su quelle brillanti menti che secoli addietro dedicarono parte della loro vita alle Lettere, allArte, agli studi? vero: lArte non ci d da mangiare, non ci insegner a leggere gli Indici di Borsa e neanche a calcolare un algoritmo, con un pennello o una penna in mano, non diventeremo i nuovi Zuckermann, ma ci d la possibilit di stupirci ed emozionarci davanti ad un quadro, come la musica coltiva la nostra fantasia, i libri, i nostri sogni e la losoa ci aiutano a pensare che non sempre a diverso da b Tutto questo si chiama Cultura, si chiama Poesia ed Arte, parole che ormai, da troppo tempo, associamo solo a: Leopardi, Brunelleschi, Manzoni, Botticelli a gure lontane dai nostri giorni. Sempre pi spesso oggi la Cultura si fonda sullutilit, se una cosa porta guadagno, se qualcosa migliora le nostre condizioni, allora vale la pena investire su di essa, altrimenti no. Charles Dickens qualche tempo prima del nostro numero, si era scagliato in Hard Times contro linsegnamento nelle scuole della losoa utilitaristica, secondo la quale se la produzione di una certa cosa utile alla societ, non importa cosa questa comporti, sia essa lo sfruttamento delle grandi masse di operai, sia il lavoro infantile, sia la povert. Pico della Mirandola, nel 400, scriveva: La dignit delluomo non sta n nei soldi, n nel potere, ma nel sapere, la Cultura fondamentale proprio per questo, perch non ci fa guadagnare nulla, non ci procurer grandi svaghi, ma ci regala molto, anzi tutto! Oggi ci son molti tagli alle fondamenta su cui poggiamo, lo stesso giornalino di Istituto fa fatica a mantenere un numero sso di pagine, la storia dellArte rischia di scomparire dai banchi, e i tagli alla scuola parlano chiaro Sembra che alcune persone abbiano preso alla lettera ci che diceva Oscard Wilde: tutta lArte inutile. Da parte mia, lunica cosa che non potr mai dimenticare a riguardo quello che un professore un giorno disse alla mia classe: Se studierete per arrivare al diploma, e lavorerete per guadagnare lo stipendio a ne mese, tutto ci che farete non avr mai un vero senso perch lo scopo non devessere il ne Veronica Turetta 31% Provate a raccontare a qualcuno che volete fare una tesina sullArte. Ecco puntuale una serie di facce sconvolte pronte a sparlare alle spalle. Provate a spiegare a vostra madre che il vostro sogno vivere dArte. Un ma sei impazzita\o?! non ve lo toglie nessuno. Perch scommettere sullArte, sulla capacit pi ne delluomo considerata pazzia. Perch va bene distinguersi dalla massa, ma non troppo, meglio restar ancorati alla banalit, alla sicurezza. Meglio diventar verdi di invidia di fronte a chi rischia, meglio dare del pazzo a chi ha il coraggio di credere nellUomo, nellArte, pur sapendo che non verr capito dalla maggioranza. Ma cos lArte? Quel pugno nello stomaco che riceviamo nel riconoscere in un dipinto, in un libro, in una poesia, in una melodia, il sentimento che anche noi abbiamo provato, quellemozione che non sapevamo come chiamare, che non sapevamo descrivere... quello stato danimo di cui lartista aveva impregnato la tela. LArte lUomo e lUomo Arte. Immaginate loceano. Unenorme e distruttiva esplosione di cielo. Blu. Immaginate i li derba di un prato. Ciuf di terra ribelli e tinti. Verde. Immaginate una cascata. Vomito di una caverna ubriaca di meraviglia. Acqua. Immaginate una mongolera. Sogno colorato dun bambino non ancora nato. Arcobaleno. Immaginate una spiaggia. Pezzettini di specchio di una principessa maldestra. Giallo. Immaginate una margherita. Raggi bianchi del sole. Bianco. Immaginate una scarpa slacciata. La corsa senza ato del Tempo. Grigio. Immaginate un telefono. Voci damanti sintrecciano divise da un lo. Rosso. Immaginate un libro. Origami di vite. Arancione. Immaginate una tv. Eco di urla vuote. Nero. Immaginate una scuola. Trampolino di lancio e spinta nel baratro. Viola. Ora dimenticate tutto quello che avete immaginato e avrete accantonato lArte. Alessandra Cannella La violenza sullarte 25% Sorio Tenetecontoche lAmerica una sortadi grandedependancedEuropa,visto checi vannoad abitaretuttigli europei Sorio Miraccomando,seguitelalezione,nonpreparatealtrematerie...Lnei bassifondi,neglislums,nonvedocosastatefacendocomequineiquartierialti Pignatelli Coschevieneattiratodallecalamite? Alunno Ifrigoriferi! Alunna CosasuccedeaipianetipivicinialSole? Cera Sibrustolano! Sorio ChieraSpartaco? Alunni Unoschiavosucuihannofattoancheunaserietv... Sorio Dissennatiemassicati,lasciateperdereleserietv Pignatelli Lalucerallentanelvetro Alunna Comeneimattoni Pignatelli Noncredolalucepassineimattoni,sai? Perle 18% Alunni CoslOmnio? Pignatelli Nonnehoidea Alunno LacapitalediStoccolma! Pignatelli QuellasemmaiOslo,epoi:STOCCOLMA? Pignatelli,imbattutosiinunadenizionechimica Chimici,permeignoranza grassa,perhasenso Borgato EimpossibiletrovareunbranodiLeopardidoveesaltilavita:da tagliarsileveneperdrittoeperrovescio Cera Quandoconunpiccioneprendipifave,titieniilpiccione Bagno Dai, per favore, non aumentare lentropia e girati Bertola, rivolta al nostro graco, che in quinta Abbiamo un problema ereditario, non che vorresti rimanere qui anche lanno pros- simo? 6% Non si tratta di speculazioni di qualche tecnolo sognatore: questi progetti sono gi stati messi in pratica e i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Al KDD LAB del CNR e dellUniversit di Pisa, un gruppo di scienziati si lasciato guidare dai big data forniti dai nostri telefoni, dai nostri navigatori e da altre fonti ancora per diseg- nare il territorio e i conni reali della Toscana. I dati raccolti durante 5 settimane hanno mostrato una rete di spostamenti molto intensa, pi intesa in corrispondenza di alcuni fulcri attorno ai quali la mobilit maggiore. Attorno a questi centri si sviluppa una serie di direttrici di grande percorrenza che conducono al fulcro. Le diverse comunit sono territori che si sviluppano attorno a un centro e che sono in in- tensa comunicazione tra loro. Allinterno di una comunit la mobilit interna molto mag- giore di quella esterna con le altre comunit. Ritornando a considerare la geograa, i conni di queste comunit vanno a coincidere con aggregazioni di comuni che, da quanto ci raccontano i dati, godono di una grande comu- nicazione al loro interno. Gli studiosi responsabili di questa ricerca avanzano la proposta di adottare questo sistema per la nuova suddivisione della province che da tempo viene giudicata necessaria dai di- versi governi che si succedono al potere. Un altro risultato importante della ricerca sui Big Data il servizio Google Flu (google.org/ utrends). Attraverso unanalisi dei termini delle ricerche online questo sistema in grado di preve- dere con un anticipo di due settimane un aumento di casi di inuenza in una determinata zona geograca. innegabile che questi Big Data siano in grado di aprirci una nestra privilegiata sui com- portamenti umani. Il compito di estrarre conoscenza dai dati e raccontarla a tutti spetta ad una nuova gura di scienziato, il data-scientist. Nel campo dellanalisi dei dati la sda dei prossimi anni sar quella di attrarre sempre pi le nuove generazioni allo studio dei Big Data per poter fornire un affresco il pi perfetto possibile della nostra societ. Inne un consiglio: la Harvard Business Review ha denito la professione di data-scientist come il mestiere pi sexy del XXI secolo quindi se volete fare colpo non vi resta che dedicarvi ai Big Data. Tommaso Lazzarini Viaggio al centro del dato