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Lo stesso Stazo, tuttavia, nota come la vita nelle altre citt campane stes-
se riprendendo i suoi ritmi normali alludendo, in tale contesto, a Stabias ... rena-
(IJ) Suet , Tit, 8,4; cfr. rn/r nt . '8
(14) Nopol. CIL X, 1481; Nolo: P.J. Snonell, N"""' rmw.mmh dtucrruollttll Noi., Atti Accod.
Pontananll>, 21 (1972), pp. J86-J87; Nocero: W. Johonnowsky, T- tifO/Id. llll'iJcmiOII<' IIIIC<'rrll "WIH
11/ mtlluro d .. ltoJtro, in T ""'bkmmls d.. lnrr, lrwpltOIII uolcIIU,IIn <'l Ul<' U. hom"'n Ulll ltl c.,,,_,; ... ,,;.
"" (Nopol 1986), pp. 91-9J, pL UX; Sorrento; Not .Sc. 1901, p. J6J; SILicrno. G. Poci, Tito S.kmo,
in Ept&ra/tll Acl<'l du colloqut m mbnot" d.. Atttlio (CoU EFR, 143, 1991), pp. 691-704; vd. do ul-
timo Guadogno 1995
(Il) Cosi Burnand 1984, pp. l H -In (che: non cschxlc lo possibilitl di un sismo in ctl vcsposianeo .
anteriore .Uo mct del 76 d.C. suUo base di CJL X. l406 e AE 1979, 170); Guidoboni 1989, pp. 142 e
60J (suU'iscrizione nopoletano cfr. anche P. Anhus, Arrh.-oiotJ <' lrrrrmoti Npoli, in Guidoboni 1989,
p. 502); Guodagno 1995 (che pensa ai donni di un terremoto occorso neUo primo metl dqli anni 70, non
pi tardi del 76 d C.). Sul terremoto dd 62 d.C., Sen. Nt QIUinl VI, I,I -J, Tac A1111 XV,22,2; vd. per la
sua datuione GO. Onoro lo, u ulil d<'llnrrmoto dt Pomptt: J 62 d Cr., RAL., s. VIU, v. IV,
1949 pp . 644 661; per sii dfcui economici c soctlli} Andrcau, Hulot" U, smmn "' hislot" ko11omiq11<' .
u tTrmbkmtnt d .. u Pomph, 62 P f. C., .Annalcs ESC, 28 (197J), pp. J69-J95; per ali upcnl si-
smologici (intcnsirl c arca interessata) G. Luonao - M. Moancua, Noc.-r: t.,llmsticb.. fisteb.. tkl """tono,
in Nucnu Al/111..,., <'il suo tnritorio. V.lltl /onu::tollt Loncob.rrli, l (Nocera Inferiore 1994), pp. 28-29,
la. l c Marturano Rinaldis 1995. Suet . Nno, 20,3 e Tac., An11. XV,H,1 ricordano una scossa sismica
che avrebbe causato alcuni danni 1 Nopoli nd 64 d. C , mentre Plin , Ep. VI,20,J dice che: le scosse: teUuri -
chc che avevano preceduto fJ" muos tli<'s l'eruztonc, non avevano provocato spavento abituali in
Camponia. L'ipotesi di un secondo terremoto che avrebbe colpito l'arca vesuviana neaJi anni 70 su t a ne-
ah ultimi anni avanzata suUa base deUa documentazione epiaralica (cfr. supr11) e archcoloaica (vd. i diversi
conmbuti raccolti in AA.VV. 199,), e troverebbe conforto nei modelli acofisici che per lo fase pre-79 pre-
vedono una intensa auivul sismica di cui l terremoto del 62 d.C. avrebbe costituito la manifestazione pi
violenta ma certamente non l'unico (vd. Marturano-Rinaldis, 1995, p. l H).
(l) Mart . Sm. Stlu. IV,4, 7880 sembra .Uudcre al persistere di fenomeni vulcanici ancora
negli anni intorno al 90 d.C.
-143-
tas (
11
). Gli autori posteriori non aggiungono nulla di nuovo a quanto detto dai
pnmi, soffermandosi sulla scomparsa di Pompei ed Ercolano, sepolte da ceneri e
fango, e sulle cause dell'eruzione- interpretata come punizione divina- piutto-
sto che sulla storia successiva dei luoghi (1
1
). Di Plutarco stata evidenziata la di -
pendenza dai versi, in cui si allude all'eruzione del Vesuvio, scritti immediatamen-
te dopo la catastrofe (l') da un anonimo sibillista di origine giudea che in essa vede-
va una delle calamit prodotte dall'ira divina per punire la distruzione di Gerusa-
lemme (
20
), e sullo stesso filone interpretativo si pone Terrulliano, che accomuna la
sorte di Pompei a quella di Sodoma e Gomorra (2
1
) . Dal canto suo Marco Aurelio,
il primo a menzionare esplicitamente la fine di Ercolano e Pompei, ricorda la scom-
parsa delle due cittl nell'ambito di una riflessione pi ampia sulla caducit delle
cose (2
2
). Ci che soprattutto conta osservare come nessuno di questi autori offra
o sia interessato ad offrire una descrizione geografica dei luoghi all'indomani
dell'eruzione e come le loro notazioni a riguardo siano necessariamente vaghe se
non del tutto inesistenti.
Appunto per questo motivo appare di particolare interesse la descrizione del -
l'ambiente vesuviano offerta da Dione Cassio poco pi di un secolo dopo l'eruzio-
ne pliniana. Il racconto di quest'ultima preceduto da un'accurata descrizione del
vulcano cosl come doveva apparire negli anni in cui scrive lo storico (
2
'), le cui pa-
role fanno pensare ad ua conoscenza diretta dei luoghi, del tutto verosimile consi-
derato che costui, buon conoscitore della Campania, era proprietario di una villa a
Capua, ove era solito ritirarsi per dedicarsi ai suoi studi (2
4
) e che qui soggiornava
nel 203 d.C., quando vi furono nuove manifestazioni vulcaniche (
2
'). Secondo la
descrizione dionea sulle pendici del vulcano vi erano alberi e vigneti, segno dunque
non solo della ormai avvenuta ricostituzione del manto arboreo ma anche della pie-
na ripresa delle attivit agricole. L'estendersi dei vigneti fino alle pendici del vul-
cano suggerisce, peraltro, un pi o meno completo e precoce recupero delle superfi-
(11) Stat . Silu. IV,4,84-81; 111,5,104
(Il) Cfr. Solimcno Cipriano 1982; Luui 1989.
(l') Onsc. Sibyl. IV, 1J0-1J6; suUa data dcUa composizione Soaliano 1891/93, pp .. l 71-176; cfr Lusi
1989, pp. 2Jl-2J2.
(20) Soalino 1891/93, p. 177; cfr. Solimcno Cipriano 1982, pp. 272-27J; Luisi 1989, pp, 2H-2H.
(2t) Tcrt., ApoL
(U) Muc.Awd., AJ 1<' ipsu,, IV,48.
(ll) Cus.Dio LXVI, 21-22,1 (descrizione del Vesuvio); 22,2-2J (eruzione)
(24) Cus.Dio LXXVI) . Anche a proposito di Baia - altra localit campana - lo stonco fa precedere al
ncconto ddl'attivitl edilizia di Aarippa una descrizione dei luos}U buata su conoscenze probabilmente au-
toptiche (Cus.Dio XLVD1,51,1-2).
(U) Cus.Dio LXXVI,2; suU'cruzionc vd. M Rost. R. Santacroce, ul Somflllf-Vtsuuio prt
c .. l'<'rll:t:IOM ul 16) l: uli ltnllilf4fiti .. UlllciiiiO/or.Jct, in T ""'bkmmll "" lrrrt, buptionJ
uit Ut hommntUIII ltf U,.II.IUII/IfiU (Napoli 1986), p. 26,
-144-
ci agricole, necessariamente anteriore agli anni in cui scrive D10ne, ed una popo
!azione rurale numericamente rilevante.
Ci in evidente contrasto con l'immagine di un territorio sostanzialmente
spopolato e pressocch spoglio ancora alla fine del II - inizi III secolo; a riguar- '
do, tuttavia, deve osservarsi che, almeno da un punto di vista ..ambientale, non
vi sarebbero stati impedimenti perch, passato un breve lasso di tempo, si fosse
proceduto ad una nuova messa a coltura delle aree sepolte dall'eruzione. E' gi
stata notata, in tempi recenti, la rapidit con cui si forma lo strato di humus al
di sopra dei livelli piroclastici (
26
) e, d'altra parte, era ben noto in antico che i
suoli vulcanici erano particolarmente produttivi e che i danni causati ai raccolti
dai prodotti piroclastici erano, in un certo senso, bilanciati dalla accresciuta fer-
tilit dei suoli negli anni successivi (
17
). Per quanto riguarda il Vesuvio, ci det
to chiaramente agli inizi del VI secolo da Cassiodoro che, nel descrivere gli ef-
fetti prodotti sui territori circostanti dalle sue eruzioni, sottolinea la fertilit del-
le ceneri vulcaniche e il veloce ricostituirsi del manto vegetale (
21
) . li contesto di
queste osservazioni particolarmente significativo: si tratta di una lettera, scritta
quando Cassiodoro era il palatii di Teodorico, con la quale veniva accol-
ta la richiesta di remissione delle imposte avanzata da e Nola, i cui ter-
ritori erano stati devastati da un eruzione del Vesuvio, e si invitavano le autorit
locali ad una esatta verifica dei danni affinch gli sgravi concessi fossero propor
zionati alle perdite subite. Quale che sia l'esatta cronologia dell'evento vulcanico
- 505 o 512 d.C. f
1
') -,esso fece seguito ad un'eruzione, quella del 472 d.C.,
che, a giudicare dalle fonti letterarie, produsse larga impressione per la sua vio-
(26) Cerulli IreUi 1976, p. 293; dr. Day 1932, p. l99 e nt. 190 che sulla base di Stot ., Siitl .
IV.4,7980 ritiene che bostarono 16 onni lo vqetozione potesse riprendere (diversomente Widc
mann 1990, p. 224).
(21) Clr . V,4,8 C 247 e VI,2,} , C Procop . Bti/Gotb , Il .4,29.
(I l) Cassiod, Vnt lV,,O <M G H., AA. XII , p. 137): Vomit/omiiJt Il pumicr, w/mi
ks /,.mu1, lfUM lieti J1utum {utnffl .Ju1tiont 11CtI<Jt, ;,. wrior /ttu1 1urup1<J vrmr,.. mox proJuc.,l ti
,.,,.. ttkrii<Jtt tfU.t TJ-Mio nlt W1,.,tnfll ,
(lt) Secondo il Chronico" Prcb.lt (M G H, AA, IX, p. }}0, 1Mb .,.,.11 ,0,, H2) vi urebbero state
due eruzioni dd Vesuvio ogli inizi del VI secolo, l'uno nel 'O' (deUo cui tuttovio, si dubito per lo
coincidenza cronologica inizi del mese di novembre con la precedente eruzione del 472, dr. Colucci
Pescatore 1986, p. 1}7), l'altro nel '12. La lfUtrtur p.kllii di Cassiodoro si doto in genere tra il '07 c il
H l <in questo caso st nferirebbe necessariamente .D'eruzione dd ,0,), pur non escludendosi che posso
essere rimasto in carico per buona pllte del '12, in tempo per aver scritto lo lettera in questione, vd. J . R ..
Martindale, Prosopovpby o/ the uw R.o"'"" Emp1rr, Combridae 1980, pp. 26, 269 (cfr. anche pp. 4H
4'6 riauardo Fl. Anicio Fowto !Uiuore Nigro, destinatario deUa lettere di Cassiodoro, PPO in ltal.io cer
tamente tra il m e gli inizi dd '12, pur non escludendosi che possa essere stato in carico ancoro nel lu
alio dello neuo anno l: vd., do ultimi, per una dota onteriore al '07/" l Colucci Pescotore 1986, p. 137;
per il H 2 propende Renna 1992, p 6' .
- 145 -
lenza {'
0
) e - come mostrano i dati geologici e archeologici - dov colpire pe
santemente le aree limitrofe e soprattutto quelle site a nord e a nord-est del vulca-
no("), le stesse colpite dall'eruzione a cui si riferisce la lettera di Cassiodoro. Per
quanto la descrizione cassiodorea dell'attivit vulcanica del Vesuvio possa essere
letteraria ('
2
), le notazioni relative alla rapida ripresa della vegetazione suggeri-
scono una precisa conoscenza dell'evoluzione de Il' ambiente vesuviano all' indomam
di fenomeni vulcanici evidentemente fondata su quanto era stato osservato all'in:
domani delle precedenti eruzioni.
La documentazione archeologica, ancorch limitata, sembra comprovare il
quadroambientale presentato da Cassio Dione. La ricostituzione del manto arbo-
reo, sottintesa dallo storico quando parla della vegetazione che copre le pendici del
Vesuvio, potrebbe trovare conferma in una piccola ara marmorea rinvenuta net
pressi di alcuni ambienti costruiti dopo il 79 d.C. sui resti di una grande villa di-
strutta dall'eruzione pliniana in localit Sora a Torre del Greco; essa reca un'iscn-
zione, datata verso la fine del II o nel III secolo, in cui si parla di un lucus lovt, un
bosco in relazione ad un culto connesso ai fenomeni vulcanici (ll). Anche altri rin-
venimenti recenti fanno fede della relativa rapidit con cui i territori devastati dal -
l'eruzione vennero rioccupati. Particolarmente significativo, per questo aspetto, si
rivela il sito di via Lepanto a Pompei, ove stato portato alla luce un complesso co-
struito sulle ceneri del 79 d.C., sfruttando in parte le strutture di on edificio ante
riore sepolto dall'eruzione (H); diversamente da quanto deve lamentarsi per scoper
(lO) MarceUinw Comes, Cbronicon, M G H., AA. XI, 90, sub nno 472; cfr Alfono 1924, pp. 12 17
e Renna 1992, p. 124, nt . l
(li) Depositi piroclastici posti in rdaztone con l'eruzione dd 472 d.C. sono stati riconosciuti, nell'a
reo vesuviano, 1 Torre Annunziata (M. Paaano, LA Il romana di contnula Sor T o'" Jtl Grrco, oCrona
che Ercolanesi, 21 (1991), pp. l49 186), Pompei (De Carolis 1989), a Scafati (M. Conticdlo de' Spagna
lis, OsrnwttOfltlMik fu di lcunt ullt nHiicbt Ji Sc.f.tl, suburbro ontni<Jk dr rqptllllt dal/d
m;uo"' tkl 79 J.C., in AA.VV. 199,, pp. 100 102), a Sont'Anostasio (A. Parmo, A. Gifuni, Pnmt mda&lm
1M ,.,.. fltcropoli ;, u;. RownN S..n1'An1111<J1ut, tn 1 Conutcno Jn Gruppi
MmJion.lt (P,..,. Sannii<J, 2121 pnlt 1986), !sernio 1988, pp. 1H173); depoSiti onaloghi sono presenti nd
nolano (V. Sampoolo, Dttli tchtoloflci t /momtnt uulcniCt ntll'ru noiiiM Noi<J prtilmiMrr, in Trrmblt
mtnl1 tk ttrrt, lrupliofl1 uolcttniquts ti Ult tks hommn ,u,, t. U.mp.n" .,.ltqut (Nopoli 1986), pp. 116 e 118,
nt. 28; E. La Foraia, lAuro Ji No/4 LA ut/14 roman, in W. Johannowsky tllil, Le ville romane dell 'et m
periale, [Napoli 1986), p. 94), ad Atripalda (Abtllinum, Colucci Pescatore 1986; M. Colucci Pescatore, M.
FuieUo Sarno, Anforr J. AbtllinMm, tn AA.VV., Ampbort1 romamn ti hutoirr iconomiqMt. Due alfr dt rr
chtrchn (CoU cole Fran. Rome, 114, Roma 1989), pp. 633-634); suaJi aspetti vulconologici deU'eruzione
vdt M. Rosi, R. Santacroce, Tht A.D. 472 .Polltn nup11on uo/c,olofiCIII ntl 1b11
poorly ltnoW1f, plifiIVftypt tutnl 111 Vnuurur, in M.F. Shendan, F. Bubieri (cdd.), Explorwt Volcttnum, J
Volcanol . Geotherm .. Res , 17 (198}), pp. 249271.
{J2) Cfr. Aliano 1924, p. 18.
(ll) Paaano 1993.
(H) De Cuolis 1989.
-146-
te analoghe avvenute in passato nell'area vesuviana, di difficile inquadramento
cronologico in assenza di sufficienti dati di scavo, le strutrure di via Lepanto pos-
sono essere collocate al pi tardi intorno alla met del II secolo, come suggeriscono
le forme della sigillata chiara A presenti (''). Con questa precoce rioccupazione del-
l'area potrebbe essere ugualmente posto in relazione un piccolo gruppo di sepoltu-
re, alla cappuccina e in anfora, rinvenute a Scafati e per le quali, la presenza di una
moneta di Domiziano, offre come possibile termznus post quem gli inizi del II seco-
lo('').
La situazione di via Lepanto trova paralleli nell'area di Ponticelli (Napoli) do-
ve in anm recenti stata scavata una villa rustica, associata ad una non estesa ne-
cropoh Si tratta di un impianto di almeno 2000 mq. costruito sui prodotti pirocla-
stici del 79 d.C. e distante solo poche decine di metri da una pi antica villa rusti-
ca- diversamente orientata- sepolta dall'eruzione pliniana. La ceramica presen-
te nelle fosse di fondazione permette di datare la costruzione dell'impianto in et
adrianea (
17
).
Anche a est di Ponticelli, lungo le pendici del Vesuvio tra S. Anastasia e Som-
ma Vesuviana, ricerche di superficie hanno permesso di individuare una serie di si-
ti certamente posteriori all'eruzione pliniana e occupati, a giudicare dalla ceramica
raccolta, tra la met del II ed il V-VI secolo(") mentre a S. Sebastiano al Vesuvio,
lo scavo di una estes villa rustica sepolta dall'eruzione del 79 d.C., ha permesso in
passato di individuare una serie di strutture costruite sopra i materiali eruttivi (") .
La precoce rioccupazione delle aree investite dall'eruzione del 79 d C. in
rapporto con una ripresa delle attivit agricole, come testimoniano gli impianti per
la trasformazione dei prodotti annessi ai complessi citati. La villa di Ponticelli era
provvista, infatti, di strutture per la lavorazione dei prodotti agricoli e lo stesso
sembra valere per il complesso di via Lepanto. La ripresa della viticoltura sembra
trovare conferma oltre che nel torchio sistemato in uno dei nuovi ambienti del
complesso di S. Sebastiano, in alcuni recenti rinvenimenti di anfore vinarie che le
analisi delle argille permettono di riferi&e all'area vesuviana: A Saint-Romain-en-
Gal (Rhone), un largo gruppo di anfore Dr. 2/4, di provenienza italica, stato rin-
venuto in contesti di fine II-III secolo; l'analisi delle argille ha mostrato che una
parte di queste anfore (groupe C) proverrebbe dall'area vesuviana; in tale gruppo
(Il) La cc"amica scavo di via Lepanto corso di studio da dd dott . E. Carolis
lo Sulle evidenze ad una roccupazionc dcU'arca vesuviana dopo l'crurione del 79 d.C.,
vd. Soaliano 191'; lrclli 19n.
(16) ConticeUo de' Spagnolis 199<4, p. 4' c nt.8L
(l'l) Cfr Archtolcc4 t INJ/o,Qiolft llrNif, (cit . a nt . 8), pp . 61-66
(li) Rinarazto per l'informazione l dott . D. Russo che mi ha anche mostrato i materiali ccnrnic roe
cohi in
(l'J lrelli 196,
-147-
rientrano due frammenti con tituli, l'uno recante l'indicazione Sur{rentinum -vi-
num), l'altro la data consolare del 124 d.C. (
40
) Ad un diverso tipo di contenitore
anforico, derivato dalle Dr. 2/4, sono riferibili i frammenti rinvenuti a Roma, a
Ostia, a Neuss e in Britannia in contesti di II-III; le analisi petrologiche suggeri-
scono che questo tipo di contenitore venne prodotto in almeno 4 zone dell'area tir
renica, una delle quali, per la presenza di inclusi caratteristici, identificabile con
l'area vesuviana
Lo stesso Stazo, tuttavia, nota come la vita nelle altre citt campane stes-
se riprendendo i suoi ritmi normali alludendo, in tale contesto, a Stabias ... rena-
(IJ) Suet , Tit, 8,4; cfr. rn/r nt . '8
(14) Nopol. CIL X, 1481; Nolo: P.J. Snonell, N"""' rmw.mmh dtucrruollttll Noi., Atti Accod.
Pontananll>, 21 (1972), pp. J86-J87; Nocero: W. Johonnowsky, T- tifO/Id. llll'iJcmiOII<' IIIIC<'rrll "WIH
11/ mtlluro d .. ltoJtro, in T ""'bkmmls d.. lnrr, lrwpltOIII uolcIIU,IIn <'l Ul<' U. hom"'n Ulll ltl c.,,,_,; ... ,,;.
"" (Nopol 1986), pp. 91-9J, pL UX; Sorrento; Not .Sc. 1901, p. J6J; SILicrno. G. Poci, Tito S.kmo,
in Ept&ra/tll Acl<'l du colloqut m mbnot" d.. Atttlio (CoU EFR, 143, 1991), pp. 691-704; vd. do ul-
timo Guadogno 1995
(Il) Cosi Burnand 1984, pp. l H -In (che: non cschxlc lo possibilitl di un sismo in ctl vcsposianeo .
anteriore .Uo mct del 76 d.C. suUo base di CJL X. l406 e AE 1979, 170); Guidoboni 1989, pp. 142 e
60J (suU'iscrizione nopoletano cfr. anche P. Anhus, Arrh.-oiotJ <' lrrrrmoti Npoli, in Guidoboni 1989,
p. 502); Guodagno 1995 (che pensa ai donni di un terremoto occorso neUo primo metl dqli anni 70, non
pi tardi del 76 d C.). Sul terremoto dd 62 d.C., Sen. Nt QIUinl VI, I,I -J, Tac A1111 XV,22,2; vd. per la
sua datuione GO. Onoro lo, u ulil d<'llnrrmoto dt Pomptt: J 62 d Cr., RAL., s. VIU, v. IV,
1949 pp . 644 661; per sii dfcui economici c soctlli} Andrcau, Hulot" U, smmn "' hislot" ko11omiq11<' .
u tTrmbkmtnt d .. u Pomph, 62 P f. C., .Annalcs ESC, 28 (197J), pp. J69-J95; per ali upcnl si-
smologici (intcnsirl c arca interessata) G. Luonao - M. Moancua, Noc.-r: t.,llmsticb.. fisteb.. tkl """tono,
in Nucnu Al/111..,., <'il suo tnritorio. V.lltl /onu::tollt Loncob.rrli, l (Nocera Inferiore 1994), pp. 28-29,
la. l c Marturano Rinaldis 1995. Suet . Nno, 20,3 e Tac., An11. XV,H,1 ricordano una scossa sismica
che avrebbe causato alcuni danni 1 Nopoli nd 64 d. C , mentre Plin , Ep. VI,20,J dice che: le scosse: teUuri -
chc che avevano preceduto fJ" muos tli<'s l'eruztonc, non avevano provocato spavento abituali in
Camponia. L'ipotesi di un secondo terremoto che avrebbe colpito l'arca vesuviana neaJi anni 70 su t a ne-
ah ultimi anni avanzata suUa base deUa documentazione epiaralica (cfr. supr11) e archcoloaica (vd. i diversi
conmbuti raccolti in AA.VV. 199,), e troverebbe conforto nei modelli acofisici che per lo fase pre-79 pre-
vedono una intensa auivul sismica di cui l terremoto del 62 d.C. avrebbe costituito la manifestazione pi
violenta ma certamente non l'unico (vd. Marturano-Rinaldis, 1995, p. l H).
(l) Mart . Sm. Stlu. IV,4, 7880 sembra .Uudcre al persistere di fenomeni vulcanici ancora
negli anni intorno al 90 d.C.
-143-
tas (
11
). Gli autori posteriori non aggiungono nulla di nuovo a quanto detto dai
pnmi, soffermandosi sulla scomparsa di Pompei ed Ercolano, sepolte da ceneri e
fango, e sulle cause dell'eruzione- interpretata come punizione divina- piutto-
sto che sulla storia successiva dei luoghi (1
1
). Di Plutarco stata evidenziata la di -
pendenza dai versi, in cui si allude all'eruzione del Vesuvio, scritti immediatamen-
te dopo la catastrofe (l') da un anonimo sibillista di origine giudea che in essa vede-
va una delle calamit prodotte dall'ira divina per punire la distruzione di Gerusa-
lemme (
20
), e sullo stesso filone interpretativo si pone Terrulliano, che accomuna la
sorte di Pompei a quella di Sodoma e Gomorra (2
1
) . Dal canto suo Marco Aurelio,
il primo a menzionare esplicitamente la fine di Ercolano e Pompei, ricorda la scom-
parsa delle due cittl nell'ambito di una riflessione pi ampia sulla caducit delle
cose (2
2
). Ci che soprattutto conta osservare come nessuno di questi autori offra
o sia interessato ad offrire una descrizione geografica dei luoghi all'indomani
dell'eruzione e come le loro notazioni a riguardo siano necessariamente vaghe se
non del tutto inesistenti.
Appunto per questo motivo appare di particolare interesse la descrizione del -
l'ambiente vesuviano offerta da Dione Cassio poco pi di un secolo dopo l'eruzio-
ne pliniana. Il racconto di quest'ultima preceduto da un'accurata descrizione del
vulcano cosl come doveva apparire negli anni in cui scrive lo storico (
2
'), le cui pa-
role fanno pensare ad ua conoscenza diretta dei luoghi, del tutto verosimile consi-
derato che costui, buon conoscitore della Campania, era proprietario di una villa a
Capua, ove era solito ritirarsi per dedicarsi ai suoi studi (2
4
) e che qui soggiornava
nel 203 d.C., quando vi furono nuove manifestazioni vulcaniche (
2
'). Secondo la
descrizione dionea sulle pendici del vulcano vi erano alberi e vigneti, segno dunque
non solo della ormai avvenuta ricostituzione del manto arboreo ma anche della pie-
na ripresa delle attivit agricole. L'estendersi dei vigneti fino alle pendici del vul-
cano suggerisce, peraltro, un pi o meno completo e precoce recupero delle superfi-
(11) Stat . Silu. IV,4,84-81; 111,5,104
(Il) Cfr. Solimcno Cipriano 1982; Luui 1989.
(l') Onsc. Sibyl. IV, 1J0-1J6; suUa data dcUa composizione Soaliano 1891/93, pp .. l 71-176; cfr Lusi
1989, pp. 2Jl-2J2.
(20) Soalino 1891/93, p. 177; cfr. Solimcno Cipriano 1982, pp. 272-27J; Luisi 1989, pp, 2H-2H.
(2t) Tcrt., ApoL
(U) Muc.Awd., AJ 1<' ipsu,, IV,48.
(ll) Cus.Dio LXVI, 21-22,1 (descrizione del Vesuvio); 22,2-2J (eruzione)
(24) Cus.Dio LXXVI) . Anche a proposito di Baia - altra localit campana - lo stonco fa precedere al
ncconto ddl'attivitl edilizia di Aarippa una descrizione dei luos}U buata su conoscenze probabilmente au-
toptiche (Cus.Dio XLVD1,51,1-2).
(U) Cus.Dio LXXVI,2; suU'cruzionc vd. M Rost. R. Santacroce, ul Somflllf-Vtsuuio prt
c .. l'<'rll:t:IOM ul 16) l: uli ltnllilf4fiti .. UlllciiiiO/or.Jct, in T ""'bkmmll "" lrrrt, buptionJ
uit Ut hommntUIII ltf U,.II.IUII/IfiU (Napoli 1986), p. 26,
-144-
ci agricole, necessariamente anteriore agli anni in cui scrive D10ne, ed una popo
!azione rurale numericamente rilevante.
Ci in evidente contrasto con l'immagine di un territorio sostanzialmente
spopolato e pressocch spoglio ancora alla fine del II - inizi III secolo; a riguar- '
do, tuttavia, deve osservarsi che, almeno da un punto di vista ..ambientale, non
vi sarebbero stati impedimenti perch, passato un breve lasso di tempo, si fosse
proceduto ad una nuova messa a coltura delle aree sepolte dall'eruzione. E' gi
stata notata, in tempi recenti, la rapidit con cui si forma lo strato di humus al
di sopra dei livelli piroclastici (
26
) e, d'altra parte, era ben noto in antico che i
suoli vulcanici erano particolarmente produttivi e che i danni causati ai raccolti
dai prodotti piroclastici erano, in un certo senso, bilanciati dalla accresciuta fer-
tilit dei suoli negli anni successivi (
17
). Per quanto riguarda il Vesuvio, ci det
to chiaramente agli inizi del VI secolo da Cassiodoro che, nel descrivere gli ef-
fetti prodotti sui territori circostanti dalle sue eruzioni, sottolinea la fertilit del-
le ceneri vulcaniche e il veloce ricostituirsi del manto vegetale (
21
) . li contesto di
queste osservazioni particolarmente significativo: si tratta di una lettera, scritta
quando Cassiodoro era il palatii di Teodorico, con la quale veniva accol-
ta la richiesta di remissione delle imposte avanzata da e Nola, i cui ter-
ritori erano stati devastati da un eruzione del Vesuvio, e si invitavano le autorit
locali ad una esatta verifica dei danni affinch gli sgravi concessi fossero propor
zionati alle perdite subite. Quale che sia l'esatta cronologia dell'evento vulcanico
- 505 o 512 d.C. f
1
') -,esso fece seguito ad un'eruzione, quella del 472 d.C.,
che, a giudicare dalle fonti letterarie, produsse larga impressione per la sua vio-
(26) Cerulli IreUi 1976, p. 293; dr. Day 1932, p. l99 e nt. 190 che sulla base di Stot ., Siitl .
IV.4,7980 ritiene che bostarono 16 onni lo vqetozione potesse riprendere (diversomente Widc
mann 1990, p. 224).
(21) Clr . V,4,8 C 247 e VI,2,} , C Procop . Bti/Gotb , Il .4,29.
(I l) Cassiod, Vnt lV,,O <M G H., AA. XII , p. 137): Vomit/omiiJt Il pumicr, w/mi
ks /,.mu1, lfUM lieti J1utum {utnffl .Ju1tiont 11CtI<Jt, ;,. wrior /ttu1 1urup1<J vrmr,.. mox proJuc.,l ti
,.,,.. ttkrii<Jtt tfU.t TJ-Mio nlt W1,.,tnfll ,
(lt) Secondo il Chronico" Prcb.lt (M G H, AA, IX, p. }}0, 1Mb .,.,.11 ,0,, H2) vi urebbero state
due eruzioni dd Vesuvio ogli inizi del VI secolo, l'uno nel 'O' (deUo cui tuttovio, si dubito per lo
coincidenza cronologica inizi del mese di novembre con la precedente eruzione del 472, dr. Colucci
Pescatore 1986, p. 1}7), l'altro nel '12. La lfUtrtur p.kllii di Cassiodoro si doto in genere tra il '07 c il
H l <in questo caso st nferirebbe necessariamente .D'eruzione dd ,0,), pur non escludendosi che posso
essere rimasto in carico per buona pllte del '12, in tempo per aver scritto lo lettera in questione, vd. J . R ..
Martindale, Prosopovpby o/ the uw R.o"'"" Emp1rr, Combridae 1980, pp. 26, 269 (cfr. anche pp. 4H
4'6 riauardo Fl. Anicio Fowto !Uiuore Nigro, destinatario deUa lettere di Cassiodoro, PPO in ltal.io cer
tamente tra il m e gli inizi dd '12, pur non escludendosi che possa essere stato in carico ancoro nel lu
alio dello neuo anno l: vd., do ultimi, per una dota onteriore al '07/" l Colucci Pescotore 1986, p. 137;
per il H 2 propende Renna 1992, p 6' .
- 145 -
lenza {'
0
) e - come mostrano i dati geologici e archeologici - dov colpire pe
santemente le aree limitrofe e soprattutto quelle site a nord e a nord-est del vulca-
no("), le stesse colpite dall'eruzione a cui si riferisce la lettera di Cassiodoro. Per
quanto la descrizione cassiodorea dell'attivit vulcanica del Vesuvio possa essere
letteraria ('
2
), le notazioni relative alla rapida ripresa della vegetazione suggeri-
scono una precisa conoscenza dell'evoluzione de Il' ambiente vesuviano all' indomam
di fenomeni vulcanici evidentemente fondata su quanto era stato osservato all'in:
domani delle precedenti eruzioni.
La documentazione archeologica, ancorch limitata, sembra comprovare il
quadroambientale presentato da Cassio Dione. La ricostituzione del manto arbo-
reo, sottintesa dallo storico quando parla della vegetazione che copre le pendici del
Vesuvio, potrebbe trovare conferma in una piccola ara marmorea rinvenuta net
pressi di alcuni ambienti costruiti dopo il 79 d.C. sui resti di una grande villa di-
strutta dall'eruzione pliniana in localit Sora a Torre del Greco; essa reca un'iscn-
zione, datata verso la fine del II o nel III secolo, in cui si parla di un lucus lovt, un
bosco in relazione ad un culto connesso ai fenomeni vulcanici (ll). Anche altri rin-
venimenti recenti fanno fede della relativa rapidit con cui i territori devastati dal -
l'eruzione vennero rioccupati. Particolarmente significativo, per questo aspetto, si
rivela il sito di via Lepanto a Pompei, ove stato portato alla luce un complesso co-
struito sulle ceneri del 79 d.C., sfruttando in parte le strutture di on edificio ante
riore sepolto dall'eruzione (H); diversamente da quanto deve lamentarsi per scoper
(lO) MarceUinw Comes, Cbronicon, M G H., AA. XI, 90, sub nno 472; cfr Alfono 1924, pp. 12 17
e Renna 1992, p. 124, nt . l
(li) Depositi piroclastici posti in rdaztone con l'eruzione dd 472 d.C. sono stati riconosciuti, nell'a
reo vesuviano, 1 Torre Annunziata (M. Paaano, LA Il romana di contnula Sor T o'" Jtl Grrco, oCrona
che Ercolanesi, 21 (1991), pp. l49 186), Pompei (De Carolis 1989), a Scafati (M. Conticdlo de' Spagna
lis, OsrnwttOfltlMik fu di lcunt ullt nHiicbt Ji Sc.f.tl, suburbro ontni<Jk dr rqptllllt dal/d
m;uo"' tkl 79 J.C., in AA.VV. 199,, pp. 100 102), a Sont'Anostasio (A. Parmo, A. Gifuni, Pnmt mda&lm
1M ,.,.. fltcropoli ;, u;. RownN S..n1'An1111<J1ut, tn 1 Conutcno Jn Gruppi
MmJion.lt (P,..,. Sannii<J, 2121 pnlt 1986), !sernio 1988, pp. 1H173); depoSiti onaloghi sono presenti nd
nolano (V. Sampoolo, Dttli tchtoloflci t /momtnt uulcniCt ntll'ru noiiiM Noi<J prtilmiMrr, in Trrmblt
mtnl1 tk ttrrt, lrupliofl1 uolcttniquts ti Ult tks hommn ,u,, t. U.mp.n" .,.ltqut (Nopoli 1986), pp. 116 e 118,
nt. 28; E. La Foraia, lAuro Ji No/4 LA ut/14 roman, in W. Johannowsky tllil, Le ville romane dell 'et m
periale, [Napoli 1986), p. 94), ad Atripalda (Abtllinum, Colucci Pescatore 1986; M. Colucci Pescatore, M.
FuieUo Sarno, Anforr J. AbtllinMm, tn AA.VV., Ampbort1 romamn ti hutoirr iconomiqMt. Due alfr dt rr
chtrchn (CoU cole Fran. Rome, 114, Roma 1989), pp. 633-634); suaJi aspetti vulconologici deU'eruzione
vdt M. Rosi, R. Santacroce, Tht A.D. 472 .Polltn nup11on uo/c,olofiCIII ntl 1b11
poorly ltnoW1f, plifiIVftypt tutnl 111 Vnuurur, in M.F. Shendan, F. Bubieri (cdd.), Explorwt Volcttnum, J
Volcanol . Geotherm .. Res , 17 (198}), pp. 249271.
{J2) Cfr. Aliano 1924, p. 18.
(ll) Paaano 1993.
(H) De Cuolis 1989.
-146-
te analoghe avvenute in passato nell'area vesuviana, di difficile inquadramento
cronologico in assenza di sufficienti dati di scavo, le strutrure di via Lepanto pos-
sono essere collocate al pi tardi intorno alla met del II secolo, come suggeriscono
le forme della sigillata chiara A presenti (''). Con questa precoce rioccupazione del-
l'area potrebbe essere ugualmente posto in relazione un piccolo gruppo di sepoltu-
re, alla cappuccina e in anfora, rinvenute a Scafati e per le quali, la presenza di una
moneta di Domiziano, offre come possibile termznus post quem gli inizi del II seco-
lo('').
La situazione di via Lepanto trova paralleli nell'area di Ponticelli (Napoli) do-
ve in anm recenti stata scavata una villa rustica, associata ad una non estesa ne-
cropoh Si tratta di un impianto di almeno 2000 mq. costruito sui prodotti pirocla-
stici del 79 d.C. e distante solo poche decine di metri da una pi antica villa rusti-
ca- diversamente orientata- sepolta dall'eruzione pliniana. La ceramica presen-
te nelle fosse di fondazione permette di datare la costruzione dell'impianto in et
adrianea (
17
).
Anche a est di Ponticelli, lungo le pendici del Vesuvio tra S. Anastasia e Som-
ma Vesuviana, ricerche di superficie hanno permesso di individuare una serie di si-
ti certamente posteriori all'eruzione pliniana e occupati, a giudicare dalla ceramica
raccolta, tra la met del II ed il V-VI secolo(") mentre a S. Sebastiano al Vesuvio,
lo scavo di una estes villa rustica sepolta dall'eruzione del 79 d.C., ha permesso in
passato di individuare una serie di strutture costruite sopra i materiali eruttivi (") .
La precoce rioccupazione delle aree investite dall'eruzione del 79 d C. in
rapporto con una ripresa delle attivit agricole, come testimoniano gli impianti per
la trasformazione dei prodotti annessi ai complessi citati. La villa di Ponticelli era
provvista, infatti, di strutture per la lavorazione dei prodotti agricoli e lo stesso
sembra valere per il complesso di via Lepanto. La ripresa della viticoltura sembra
trovare conferma oltre che nel torchio sistemato in uno dei nuovi ambienti del
complesso di S. Sebastiano, in alcuni recenti rinvenimenti di anfore vinarie che le
analisi delle argille permettono di riferi&e all'area vesuviana: A Saint-Romain-en-
Gal (Rhone), un largo gruppo di anfore Dr. 2/4, di provenienza italica, stato rin-
venuto in contesti di fine II-III secolo; l'analisi delle argille ha mostrato che una
parte di queste anfore (groupe C) proverrebbe dall'area vesuviana; in tale gruppo
(Il) La cc"amica scavo di via Lepanto corso di studio da dd dott . E. Carolis
lo Sulle evidenze ad una roccupazionc dcU'arca vesuviana dopo l'crurione del 79 d.C.,
vd. Soaliano 191'; lrclli 19n.
(16) ConticeUo de' Spagnolis 199<4, p. 4' c nt.8L
(l'l) Cfr Archtolcc4 t INJ/o,Qiolft llrNif, (cit . a nt . 8), pp . 61-66
(li) Rinarazto per l'informazione l dott . D. Russo che mi ha anche mostrato i materiali ccnrnic roe
cohi in
(l'J lrelli 196,
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rientrano due frammenti con tituli, l'uno recante l'indicazione Sur{rentinum -vi-
num), l'altro la data consolare del 124 d.C. (
40
) Ad un diverso tipo di contenitore
anforico, derivato dalle Dr. 2/4, sono riferibili i frammenti rinvenuti a Roma, a
Ostia, a Neuss e in Britannia in contesti di II-III; le analisi petrologiche suggeri-
scono che questo tipo di contenitore venne prodotto in almeno 4 zone dell'area tir
renica, una delle quali, per la presenza di inclusi caratteristici, identificabile con
l'area vesuviana