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Zago Mattia

Appunti di Fisica I

A.A. 2009/2010

Grandezze Fisiche Fondamentali


Sono 7. Quelle di interesse della meccanica sono 3: Lunghezza, Tempo, Massa. La misura di una Sensibilit grandezza caratterizzata da un errore definito come: E = , in particolare quindi ogni 2 x u , dove x il valore della grandezza G rappresentabile dalla relazione generica: G = x 2 grandezza, x la sensibilit dello strumento e u lunit di misura. Il valore x quindi il rapporto tra la grandezza stessa e lunit di misura, in particolar modo quante volte u sta in G. Lincertezza della misura deriva dalla risoluzione dello strumento (o sensibilit), ovvero met dellintervallo minimo che lo strumento pu misurare con certezza.
Se G = x 10 u , diremo che lOrdine di Grandezza n se x < 10 , n+1 invece se x > 10 . Gli errori di una grandezza fondamentale sono direttamente calcolabili, mentre per grandezze derivate necessario avvalersi di un metodo di calcolo della propagazione degli errori. Supponiamo di dover calcolare unarea di un rettangolo, ovviamente questa misura sar affetta da un errore! Sperimentalmente possiamo vedere come il rettangolo (in nero) possa essere rappresentato con unarea minima (in rosso) ed unarea massima (in blu).
n
1 2 1 2

Area della Superficie del rettangolo definita da: A = b h cm 2 Se x = 15.5 0.5 cm ( 15 cm < x < 16 cm ) y = 9.5 0.5cm ( 9 cm < y < 10 cm ) Allora Amin = 9 15 = 135 cm 2

[ ]

Amax

[ ] = 10 16 = 160 [cm ]
2 2

Apriamo una parentesi, se y = f ( x ) dove f ( x ) = ax + b (con a e b costanti). La variazione di y associata alla derivata della funzione moltiplicata per la variazione di x : dy = (2ax + b )dx . Invece nel nostro esempio, lArea definita da due variabili indipendenti x e y ( AS = b h z = x y ). La variazione di z a cosa associata? Devo utilizzare il metodo delle derivate parziali. z z' ( x ) = la derivata parziale rispetto ad una variabile specifica, e si effettua come se laltra fosse x una costante. Devo tuttavia aggiungere anche la variazione di z rispetto ad y, quindi la derivata completa : z z dz = dx + y dy x z b z h Dove h = , = dx , y = , = dy . x 2 y 2 b h La variazione dellArea quindi: A = h +b = 9.5 0.5 + 15.5 0.5 = 12.5 2 2 Se pi in generale avessimo una funzione con 3 variabili indipendenti (come ad esempio il volume di un prisma retto: V = Ab h w = x y z lincertezza sarebbe: dw = xz dy + xy dz + zy dx

Possiamo quindi affermare che lArea compresa tra 135 e 160: A = 147.5 12.5 cm 2

[ ]

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Ogni grandezza fisica caratterizzata dalla combinazione di 3 unit di misura: Lunghezza, Tempo e Massa. Pi precisamente nella forma: [u ] = Lr M s T t dove r, s e t sono numeri. Per esempio la velocit : [V ] = L1 T 1

V V a= e lunit di misura ovviamente: t t [a] = L1 T 1 T 1 = L1 T 2 Una massa invece moltiplicata per unaccelerazione produce una forza misurata quindi in: [F ] = L T 2 M = [N ] Un Newton quella forza che applicata ad un corpo di massa 1 Kg gli imprime unaccelerazione di 1 m/s2.
con r = 1 e t = -1. Laccelerazione per esempio

] [ ]

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Meccanica
Cinematica
Modalit con cui avviene il moto, risponde alla domanda COME?. Si occupa della derivazione della legge oraria del moto

Dinamica
Motivo per il quale avviene il moto, risponde alla domanda PERCH?. Si occupa della derivazione delle equazioni del moto Definiamo, in meccanica, un CORPO come una Porzione di Materia, cio un oggetto qualsiasi dotato di massa, di volume e di unestensione. Assimileremo ogni corpo ad un punto materiale (dora in avanti P.M.), una particella di dimensioni infime, con le caratteristiche di un punto geometrico dotato per di massa misurabile. Tuttavia quando possiamo fare questa approssimazione? Esclusivamente per quando gli spostamenti sono di diversi ordini di grandezza pi grandi delle dimensioni delloggetto che compie il moto. Alla luce di ci possiamo definire il moto come un Evento Relativo. Infatti lo stato di moto e il suo corrispettivo opposto stato di quiete variano a seconda dellosservatore. Supponendo di essere al centro della Terra, possiamo assimilare il moto della Luna come un moto uniforme lungo una circonferenza detta traiettoria o linea guida. Tuttavia, se io pongo losservatore in un punto non solidale con il sistema, come ad esempio al centro del Sole, la Terra compie un moto lungo una traiettoria eclittica. La luna ha quindi un moto ondulatorio ciclico molto pi difficile da descrivere rispetto alla semplice rivoluzione intorno alla Terra. Un esempio simile quello che prevede una ruota con un centro C ed un generico punto V posto sulla sua circonferenza. Se losservare risulta solidale con il moto (cio si trova nel punto C, il punto V avr per lui un moto circolare uniforme lungo la traiettoria che coincide con la circonferenza, viceversa, per un osservatore non solidale con il sistema, essendo il cerchio in movimento percepir due tipi distinti di moto: il centro C infatti si muove parallelamente alla superficie, mentre il punto V ha una traiettoria a salti (schematizzata in rosso nel disegno a fianco). Uno dei principi pi importanti della fisica proprio quello che dice che il moto cambia il relazione al punto dosservazione, detto in altre parole un oggetto in moto per un osservatore potrebbe non esserlo per un altro osservatore non solidale con il primo. Il moto dipende dallambiente circostante, infatti esso dipende dalle iterazione con gi altri corpi. Queste iterazioni sono fisicamente delle Forze, ovvero dei concetti dinamici che collegano la variazione di stato di moto al cambiamento di stato di moto. In altre parole, una variazione della posizione istantanea del P.M. detta velocit, una variazione di velocit istantanea del P.M. viene definita accelerazione. La legge oraria del moto ha carattere vettoriale e descrive una posizione in un dato attimo. Ogni posizione viene identificata a seconda del sistema di riferimento che si utilizza. Ad esempio se il corpo costretto a muoversi lungo una retta, cio in un sistema Ox, la sua posizione P viene identificata semplicemente come P( x ) . Invece supponendo il moto non vincolato ad una sola linea, bens ad un piano abbiamo un sistema di tipo Ox,y dove il punto P definito da una coppia ordinata di valori: P( x, y ) . Ha poi senso in fisica definire un terzo sistema di coordinate detto Ox,y,z che rappresenta uno spazio, in cui ogni punto identificato univocamente tramite una terna ordinata di numeri reali P ( x, y , z ) . Ogni vettore OP (dove O lorigine degli assi, e P la posizione delloggetto) nello spazio Ox,y,z viene definito come: -3-

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OP = r = x + y + z
dove x , y , z sono vettori unitari orientati lungo gli assi x, y, z ( detti anche versori). Tuttavia bene considerare che questi sistemi sono comunque specificati in base a Coordinate Cartesiane, ed esistono altri modelli di rappresentazione dello spazio, primo fra tutti il sistema delle Coordinate Polari, dove uno spazio definito come: Or, dove r detto coordinata radiale e detto coordinata angolare. Prendiamo in esame un moto di un oggetto vincolato ad un piano. E supponiamo che questo oggetto compia un movimento lungo la traccia indicata in figura. Ponendo in un piano cartesiano le due variabili che descrivono questo moto, in particolare S, variabile dipendente, e T, variabile indipendente, otteniamo un grafico assimilabile a quello di una funzione S = S (t ) , detta legge oraria del moto. Questa funzione descrive la Posizione del corpo nello spazio in un preciso istante ti. Derivando la legge oraria del moto ottengo una funzione che descrive la variazione della posizione del corpo, ovvero il suo stato di movimento, ovvero la sua Velocit. Derivando ulteriormente ottengo una funzione che descrive la variazione dello stato di moto, ovvero una variazione di velocit, cio unAccelerazione. Questo ragionamento deriva dallanalisi del grafico della legge oraria del moto.

finito di punti discreti. Se andiamo ad analizzare i valori di S = S (t 0 ) S (t 1 ) e di t = t 0 t1 , S S (t 0 ) S (t1 ) otteniamo che il loro rapporto = , detto anche rapporto incrementale descrive la t t 0 t1 Velocit Media nel periodo di tempo indicato. Perci quando il t 0 ottengo la Velocit in quellistante delloggetto, senza tener conto del tempo t. Infatti il comportamento medio non utile al fine di descrivere bene cosa succede istantaneamente al corpo in esame.

Ora, se rendo infinitesimo lintervallo t = t 0 t1 , ottengo una curva continua invece che un insieme

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