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LA REPUBBLICA 43
DIARIO
di
Firenze alla politica aveva tratto motivazioni, alimento, finalit e a causa della politica rischia di estinguersi: sullagguerrito filone storiografico del neorevisionismo propagandato da giornali, riviste, Tv e cinema sabbatte come una scure lespressione ormai proverbiale di Gianfranco Fini il fascismo male assoluto. Parole gravi, cariche di sdegno morale, che non pi ammettono, sul regime di Mussolini, letture giustificatorie o banalizzanti (la dittatura benevola o benigna), comparazioni indulgenti se non assolutorie (milioni di morti di l, poche decine di qua), sofismi che relativizzano, ammorbidiscono, edulcorano. La nuova vulgata, interpretata con zelo dai Cofrancesco, dai Belardelli, dai Perfetti ne come spiazzata. E rischiano di trovarsi in imbarazzo quegli opinionisti equidistanti che nellultimo quindicennio hanno assecondato con enfasi la retorica dei ragazzi di Sal, assimilati per coraggio e virt patriottica agli avversari partigiani. Con le dichiarazioni rese in Israele, Fini pone come un argine al nuovo senso comune, sostiene Enzo Collotti, gi professore ordinario di Storia contemporanea allUniversit di Firenze, figura di primo piano della storiografia antifascista, da pochi giorni in libreria con un nuovo saggio laterziano su Il fascismo e gli ebrei. Lo strappo del vicepremier sicuramente rilevante, anche se si tratta dun percorso in fieri, non dun processo compiuto. Fascismo male assoluto: non una formula sospettabile di ambiguit. S, ma appunto una formula, una caratterizzazione generica, quasi un anatema teologico in cui da storico non mi riconosco. Posso aggiungerle, forte duna antica militanza antifascista, che non lho mai considerato tale. Siamo al paradosso: Fini che scavalca la storiografia di sinistra nellortodossia della vulgata antifascista.
RITRATTO Qui a fianco, il Ritratto del Duce di Gerardo Dottori, dipinto del 1933
dosso che metter in imbarazzo alcuni commentatori di storia. In crisi di certo, ma escludo che rinunceranno alla loro alacre attivit. Non bastano poche parole per rovesciare un paradigma ormai radicato: per questo insisto che la conversione democratica di Fini deve andare avanti. Lei continua a manifestare riserve. Ripeto: siamo di fronte a un processo molto interessante, ma qualche dubbio permane. lo stesso Fini ad alimentare le mie perplessit. In che modo? Alla ribellione dei nostalgici, egli obietta una presunta anzianit dellantifascismo di Alleanza Nazionale, che fa risalire alla svolta di Fiuggi: ma allora non ci fu un vero strappo. Fu unoperazione confusa e pasticciata, che mescolava Evola e don Sturzo. Non con lonnicomprensivit che si legittimano processi democratici. Oggi per lo strappo pi netto, documentato anche dalle reazioni veementi dei pi ortodossi: da Assunta Almirante ad Alessandra Mussolini, da Mirko Tremaglia a Francesco Storace. Certamente, laccelerazione c stata e sarebbe sciocco non riconoscerla. Mi auguro per che la revisione prosegua, che la conversione di Fini ai valori democratici e liberali sia cosa profonda e autentica. C il rischio che sulla destra reale prevalga la proiezione della destra ideale inseguita dalla sinistra. Un risultato immediato stato raggiunto: non pi epinici commossi sui ragazzi di Sal. Lindignata rivolta dei vecchi repubblichini come Tremaglia il segno evidente che le dichiarazioni di Fini sciolgono un grave equivoco, ossia la equivalenza tra i soldati della Rsi e i partigiani. Equivoco in parte alimentato da un leader della sinistra. Pu apparire paradossale che sia Fini a liquidare una ridicola campagna che era stata inaugurata proprio da Luciano Violante: un altro paradosso, tra i tanti di questa vicenda.
verno e Duce del fascismo, Benito Mussolini vuole modernizzare lItalia con la mano pesante. Bastonati gli avversari, nazionalizza gli italiani con lonnipresenza del partito fascista. Polizia, spie, mistica del regime, e sullo sfondo una Roma di cartapesta che rivendica limpero. Quando finalmente limpero conquistato, lItalia proletaria e fascista viene mobilitata al punto che Togliatti parla di regime reazionario di massa; mentre De Felice metter a fuoco lossimoro apparente di un totalitarismo fondato sul consenso. Istrionico nella mimica delle balconate, contadino con i rurali, aviatore con gli aviatori, tennista con i tennisti, Mussolini si infila nella guerra hitleriana e manda in rovina se stesso e il paese, passando dalla commedia in costume alla tragedia. Finisce orribilmente, ma anche il macabro di Piazzale Loreto contribuisce a tener viva la fiamma nei superstiti, che lo trasfigurano nel mito-Mussolini: luomo che aveva sempre ragione, nonostante la storia.
44 LA REPUBBLICA
DIARIO
I volti di un regime che nellarco di un ventennio ha mostrato irragionevolezza, e ferocia, stupidit e tanta retorica
1922
1938
1943-1945
LE TAPPE PRINCIPALI
LA MARCIA SU ROMA Il 26 ottobre del 1922 da diverse parti dItalia le camicie nere marciano verso Roma. Il re Vittorio Emanuele III non firma lo stato dassedio e il 30 d a Mussolini lincarico di formare il governo.
LE LEGGI RAZZIALI A partire dal settembre 1938 vengono approvate le norme per la difesa della razza. Gli ebrei italiani sono esclusi dagli impieghi pubblici, poi da quelli privati. Con la guerra gli ebrei vengono internati
DAL 25 LUGLIO A SAL Il 25 luglio del 1943 il Gran consiglio mette in minoranza Mussolini. Imprigionato, liberato in settembre dai tedeschi. Fonda la Repubblica sociale. Il 28 aprile 45 Mussolini viene fucilato a Dongo.
GLI ARDORI FASCISTI DEI PRIMI ANNI, IL DISSENSO, E POI LA LOTTA PARTIGIANA
I LIBRI
LUIGI SALVATORELLI Nazionalfascismo Einaudi 1952 PAOLO MONELLI Mussolini piccolo borghese Garzanti 1959 RENZO DE FELICE Mussolini Einaudi 1965-1997 Intervista sul fascismo (a cura di Michael A. Ledeen) Laterza 1975 DENIS MACK SMITH Mussolini Rizzoli 1981 ENZO COLLOTTI Fascismo e antifascismo. Rimozioni, revisioni, negazioni Laterza 2000 ERNST NOLTE I tre volti del fascismo Sugar 1964 PIER GIORGIO ZUNINO Interpretazione e memoria del fascismo Laterza 1991 PIERRE MILZA Mussolini Carocci 2000 EMILIO GENTILE Fascismo. Storia e interpretazioni Laterza 2002 SALVATORE LUPO Fascismo Donzelli 2000 AA. VV Dizionario del fascismo Einaudi 2002 AA. VV. Dizionario dei fascismi Bompiani 2002
CIMELI MUSSOLINIANI Qui sopra, una coppa celebra il Concordato del 29. A fianco, da sinistra, un ritratto del 1935, il Profilo continuo del 1933, un piatto del 1926.
Allinizio tradizioni e vizi provinciali si trasmisero nel fascismo che ci sembr normale
E gi principiavano invaghirsene, tutte le Marie Barbise dItalia gi principiavano invulvarselo, appena discese daltare sognando fasti del manganello educatore
Eros e Priapo 1967
ERNEST HEMINGWAY
Mussolini il pi grande bluff dEuropa. Anche se domattina mi facesse arrestare e fucilare, continuerei a considerarlo un bluff
Mussolini: il pi grande bluff 1923
vit e cio appunto alla realt del male. Semmai il male parso ai filosofi qualcosa come una pulsione invincibile, cui luomo sarebbe soggetto per natura. Ma questo non il male assoluto, bens, come aveva sostenuto Kant, il male radicale. Da questo punto di vista non deve sorprendere che il concetto di male assoluto abbia fatto irruzione nel dibattito filosofico in chiave polemica. Sia in Nolte sia in Del Noce troviamo la tesi secondo cui definire il nazifascismo come il male assoluto un errore (errore tipico dellazionismo secondo Del Noce), perch allora non si capisce pi quellaltro male che il totalitarismo comunista. E qui viene da chiedersi: si reso conto, Fini, usando lespressione che ha usato, di far sua
DIARIO
LA REPUBBLICA 45
1946
1995
2003
Un processo che dal dopoguerra a oggi ha portato la destra estrema a una revisione di posizioni non condivisa dalla base
LA NASCITA DEL MSI Nel dicembre del 1946 viene fondato il Movimento sociale itaiano. Nel partito neofascista conviveranno (a volte a fatica) unanima nostalgica ed estremista e una pi cattolico-conservatrice.
LA SVOLTA DI FIUGGI Nel gennaio del 1995 si svolge a Fiuggi lultimo congresso del Msi che anche il primo di Alleanza Nazionale. Pino Rauti dar vita alla scissione del Msi-Fiamma Tricolore.
LO STRAPPO DI FINI Il 24 e il 25 novembre Gianfranco Fini, in visita a Gerusalemme, parla dellepoca del nazismo, del fascismo e delle persecuzioni come male assoluto e dice di aver cambiato idea su Mussolini.
rito: averlo compreso molto tardi. Forse non troppo tardi, per: Ignazi, docente di scienze politiche a Bologna, analista e storico della destra, ora d al presidente di An una discreta chance di successo come traghettatore. E prevede che non sar la ribellione dei nostalgici il suo vero problema di navigazione. Non fu abbastanza traumatico per gli ex missini il congresso di Fiuggi, professore? Era solo linizio del viaggio, e suscit troppi incauti entusiasmi. Uno strappo di quella portata, un movimento politico post-fascista che diventa antifascista,
UMBERTO ECO
A sinistra, una cartolina postale degli anni Venti. In alto, Balilla di Veross del 1937
unidea che appartiene a una cultura antagonista rispetto alla sua? Era consapevole di ripetere un errore che i suoi autori di riferimento imputavano al campo a lui avverso? Sapeva di parlare un linguaggio talmente di sinistra che neppure a sinistra usa pi? Ci non toglie che la filosofia sia oggi pi disposta di un tempo a riconsiderare il problema del male. Forse perch veniamo da un secolo che ha sperimentato la furiosa capacit distruttiva del male in proporzioni smisurate e inaudite. O forse perch gli sforzi fatti per togliere al male il suo tragico pungiglione si sono rivelati per quello
che erano: vani esercizi retorici. Sia come sia, l assolutezza del male, o meglio quel fondo di irredimibilit che sembrano renderlo impermeabile alla ragione, non pi oggetto di censura, anzi. La lezione di maestri del pensiero contemporaneo come Jonas, Pareyson, Ricoeur, che al male hanno dedicato le loro riflessioni pi profonde, tuttaltro che inascoltata. E cos potuto accadere che il no, non deve essere sia diventato un no, non deve essere assolutamente. Non il male assoluto, ma lassoluto nel male ci che d da pensare. Quellassoluto di cui ci siamo liberati e che comunque non sapremmo pi dove trovare, l, nel cuore del male. Il giorno che non avremo pi parole per dire no, non deve essere assolutamente sar un brutto giorno. E non solo per la filosofia.
Nei suoi primi anni anticlericali Mussolini chiese a Dio di fulminarlo sul posto, per provare la sua esistenza. Dio evidentemente era distratto
Cinque scritti morali 1997
GAETANO SALVEMINI
Il talento istrionesco di Mussolini pu ingannare i fascisti per qualche tempo, ma non per sempre e quando la frenesia comincer a calare, la dittatura cadr
Dai ricordi di un fuoruscito 2002
non poteva credibilmente essere consumato in pochi giorni, senza colpo ferire, senza apparente sofferenza, senza pagare alcun pegno. Cosa manc? La storia, appunto. I conti con la storia. In questi otto anni An non ha mai organizzato un solo dibattito, un convegno, una discussione per ridefinire il proprio giudizio sul fascismo e farlo diventare senso comune di tutto il corpo del partito. Non c stata pedagogia democratica dopo Fiuggi. Nulla di paragonabile, per esempio, alla vera e propria campagna di educazione di massa che promossero in Germania i conservatori di Adenauer per cancellare ogni traccia di possibili indulgenze verso il passato nazista. un lavoro che ha fatto Fini personalmente. del 98 la sua condanna di Sal: Non avrei combattuto nella Rsi, era la strada sbagliata E io commentai: Fini in fuga, ma An arranca. Fini ha concentrato su di s, con piglio leaderistico, la revisione storica che avrebbe dovuto coinvolgere lintero partito. Non fu impostata, direi anzi che fu evitata ogni operazione di educazione politica. Fini contava sul principio dellintendence suivra. successo invece che i quadri intermedi di An si sono comportati come se lo strappo con la storia fosse una necessit rituale e tattica, un tributo alla rispettabilit poco impegnativo. La versione di destra della doppiezza comunista di epoca togliattiana? Lo definirei piuttosto laccantonamento di un pensiero scomodo, un tratto molto pi tipico del nostro carattere nazionale. Forse Fini contava su quella che lei stesso defin socializzazione inconscia, la lenta infiltrazione delle abitudini e dei princpi democratici? Se il contesto fosse stato quello della Prima Repubblica, forse avrebbe avuto ragione ad affidarsi solo al corso della politica, senza affrontare di petto il nodo delle radici storiche. Ma successa una cosa inattesa: nel centro-destra esplosa la concorrenza, combattuta proprio sulla storia e sui suoi simboli. Berlusconi e i suoi apprezzamenti per Mussolini, la Lega e il suo populismo gladiatorio hanno fatto appello agli umori neri che covano dentro An. Fini si trovato a remare controcorrente. E contro una corrente molto forte servono colpi di remo forti. Forte quanto? Che peso ha, quanto conta il nostalgismo in An? Nel 98, tre anni dopo Fiuggi, il 61% dei delegati al congresso teorico di An erano ancora contrari a recidere i legami con Sal. La stessa percentuale giudicava il fascismo un buon regime e un altro 3% addirittura il migliore possibile. Consideri che non si trattava solo di vecchi iscritti Msi, ma anche delle giovani reclute di An.
Il rischio che sulla destra reale prevalga quella ideale resta ancora alto
Significa che non solo non fu praticata una pedagogia democratica, ma che ne funzionava una nostalgica? No, significa soltanto che dopo il 95 An stato un partito senza unidentit di ricambio, senza riferimenti storici e ideali diversi da quelli che continuava ad esibire sulle sue bandiere, certo stinte e a mezzasta, ma le uniche visibili sul vascello. La mattina al congresso a votare la svolta, il pomeriggio a Predappio a salutare il Duce Quanto poteva reggere quella schizofrenia? Poco. Infatti Fini, dopo aver continuato per anni a compiere atti politici importanti ma di scarso impatto emotivo, come il rifiuto di sedere a Bruxelles assieme ad Haider, ha scelto la via di un forte gesto simbolico. Col viaggio in Israele ha dato un colpo di mazza allultimo rifugio dellambiguit e dei distinguo: la tesi di un Mussolini bravo fino al 1938, poi traviato da Hitler. Ma lintendenza non lha seguito. Questo ancora da vedere. chiaro che la resistenza del vascello alla tempesta dipende quasi interamente dalla compattezza dei suoi ufficiali in seconda. Io credo che gli Storace, gli Urso e gli Alemanno sfrutteranno loccasione per rinegoziare gli equilibri interni e non avranno voglia di rimettersi la camicia nera e di calarsi in mare con una scialuppa fragile. E se nessuno nel gruppo dirigente dar sponda allarea nostalgica, per quanto estesa sia, An regger il guado. Del resto, tutti sanno che il capitale di credibilit del partito risiede nellimmagine del suo leader. Lunica alternativa alla marcia verso il partito conservatore moderno un altro Msi emarginato nella sua nicchia. Non prevede una Rifondazione Fascista? No. Se qualcuno ci prover, sar un tentativo folclorico. Del resto c gi stata lesperienza di Rauti e non ha avuto grande fortuna. Ma un altro partito con Mussolini nipote, Almirante vedova? Nomi che hanno l appeal della storia. Ininfluenti. Hanno lo stesso appeal dei nomi delle star dello sport o della tiv. Ne sicuro? Lelettorato silenzioso con chi star? Gli elettori di An sono un passo avanti rispetto al partito. Nel 2001 solo il 40% dava un buon giudizio sul fascismo, e il 23% lo riteneva un regime brutale. Il 40% era gi favorevole al voto agli immigrati prima che lo dicesse Fini. Dunque Fini non pagher alcun pegno? Al contrario, lo pagher gi alle europee. Ma la sua scommessa rende nel medio termine, e si gioca sul voto moderato. Fini non dovrebbe temere di abbandonare ad altri i voti di chi si balocca ancora coi giocattoli dorbace, perch pu riguadagnarne pescando tra i delusi dellaltra destra, sempre pi sbilanciata e radicale. La vera sfida, e i veri rischi, sono in questa partita, non nella rivolta dei nostalgici. E se gli ufficiali in seconda non ci stanno? La barca affonda, e affonda per tutti.
I FILM
MUSSOLINI ULTIMO ATTO Gli ultimi giorni del Duce nellaprile del 1945. Non accetta le condizioni della resa offerte dal cardinale Schuster e fugge. A Dongo viene fucilato con Claretta Petacci. Rod Steiger Mussolini. Regia di Carlo Lizzani, 1974 IL DELITTO MATTEOTTI Ricostruzione storica degli avvenimenti tra il giugno 24 e il gennaio 25, dallomicidio del deputato socialista al discorso del duce che ne rivendica la responsabilit Mario Adorf Mussolini. Regia di Damiano Damiani, 1973 UN TE CON MUSSOLINI Un gruppo di signore inglesi e americane amanti dellarte vive a Firenze. Una di esse adora Mussolini che lha ricevuta a Palazzo Venezia. Poi verranno le leggi razziali. Regia di Franco Zeffirelli, 1999 IL GRANDE DITTATORE Scambio di personalit tra un barbiere ebreo e il dittatore Hynkel (Hitler). NapaloniMussolini Jack Oakie. Regia di Charlie Chaplin, 1940
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Il posto era strapieno, non ci si poteva muovere e lui era vestito come un insegnante di matematica
stato divertente, grandioso specie con le domande della gente che gli diceva sei lunico, che effetto fa?
DAVID FOSTER WALLACE ormai un caso letterario internazionale. nato nel 62 ed ha al suo attivo romanzi (Infinite Jest, La scopa del sistema), saggi come quello recentissimo sullinfinito di cui ha parlato su queste pagine Antonio Monda, e rac-
colte di racconti. La ragazza dai capelli strani, che ora minimum fax pubblica in una nuova traduzione di Martina Testa e con due racconti inediti in pi, forse quella pi famosa. Anticipiamo qui la prefazione di Zadie Smith.
scrittori in mezzo a questo pubblico che emette a sua volta mormorii di approvazione. 5) Un gran numero di newyorkesi che tollera che qualcuno indossi una bandana in un luogo pubblico. La spiegazione delle suddette stranezze che David Foster Wallace gode di un grande e insolito affetto da parte di molti fra coloro che costituiscono quella che viene chiamata educatamente comunit letteraria... Come spiegarlo? Non solo il fatto che Wallace produce buona narrativa naturalmente cos, ma in un certo senso questo un aspetto marginale. E non solo il fatto che divertente e innovativo e dotato in maniera leggendaria dei vari strumenti di cui un romanziere ha bisogno per fare il proprio lavoro (empatia, intuito, abilit di connessione, perspicacia e aver-letto-tutto-quel-cheesiste-sulla-faccia-dellaterra) Non ha molta importanza che cosa sta facendo se sta scrivendo un reportage sulla campagna elettorale del senatore John McCain nel 2000, un libro sullinfinito nella ma-
tematica, o un articolo sulle navi da crociera, o sulluso del linguaggio al giorno doggi, o sul tennis, o le storie di molta gente che non esiste affatto, e che fa cose che non sono mai successe davvero. La narrativa
una delle tante cose che David Foster Wallace fa con il cervello, ma i suoi fans hanno imparato a tenere docchio attentamente via internet tutto quello che lui produce che sia un saggio, unintroduzione, met di una conferenza, perfino unintervista via e-mail. Quando una voce voluminosa come questa, la si vuole sentire in qualsiasi forma. unintelligenza generosa a questo che volevo arrivare, in fondo. E su di me fa un effetto che Pynchon non mai riuscito a fare. N DeLillo. Mentre mi fornisce tutte le informazioni di cui ho bisogno, tutta la precisione che mi occorre per capire come stiamo cambiando, di cosa fatta la nostra modernit mentre fa questo, tutta lopera di Wallace riesce comunque ad avere una risonanza tale da ricondurmi a me stessa. Ricondurmi alla mia vera vita vissuta, alle mie esperienze affettive autentiche, alle mie grandi paure, e al mio singolare (cos sembra ma naturalmente condiviso) destino. Come se un personaggio con i contorni di Ivan Ilic mettesse piede sulla scena iperreale di Rumore bianco:
in questo che personalmente vedo, da lettrice, la grandezza di Wallace. E daltra parte, ciascuno di voi trover un proprio modo di leggerlo, non c dubbio. in questo senso che Wallace uno scrittore di culto: vi sembra che stia parlando solo a voi. Fin qui ho parlato in astratto, in parte perch volevo essere concisa, e anche, se devo essere onesta, perch Wallace il genere di scrittore di cui si preferisce non parlare o scrivere molto; in questo senso mi ricorda Nabokov. Quando si cerca di dire qualcosa di pi riguardo a Nabokov sul piano dellinterpretazione letteraria pare sempre di vedere da qualche parte, con locchio della mente, Vladimir stesso che fa una smorfia. Wallace un grande produttore di smorfie quando lho incontrato di persona si fatto prendere da un accesso di smorfie e in particolar modo i suoi saggi sono pieni di smorfie: nei confronti della crudelt, della vanit, della prepotenza emotiva e, forse pi di ogni altra cosa, della volgarit intellettuale. Ma spero che perdoner la mia volgarit intellettuale per un attimo mentre rivolgo brevemente la nostra attenzione a un piccolo brano tratto da un racconto di questa raccolta, Piccoli animali senza espressione. Voglio arrischiarmi a sostenere che questa storia parli della scrittura di Wallace, come di tanto in tanto capita con qualche racconto di uno scrittore. Apparentemente il racconto parla di Julie Smith, una concorrente lesbica che riscuote uno strabiliante successo nel gioco a premi televisivo JEOPARDY!, e senza dubbio parla anche di questo. Ma parla anche abbastanza di enciclopedie, dei dati e dei loro effetti sul cuore, dellinutilit di alcuni tipi di storie, dellautentica lotta per proteggere la propria esperienza dal vorace riconfezionamento da parte dei media di quella esperienza... Insomma, si sente che qui Wallace traccia le linee di battaglia della sua concezione letteraria, raccontandoci allo stesso tempo pi cose sul popolare presentatore tv americano Alex Trebek di quante avremmo mai voluto saperne. Ad ogni modo, a un certo punto della storia, un dirigente televisivo spiega ad altri dirigenti televisivi che cosa ha di speciale questa Julie Smith. Viene fuori che lei convoglia una forza speciale, una forza molto rara in televisione: Questa forza, signore e signori, la capacit dei dati di trascendere le loro intrinseche limitazioni di dati per diventare, in s e UNO STRANO per s, significaAMORE E ODIO to, sentimento. ragazza PER DELILLO E Questa non solo i dati se li mangia a colaPYNCHON zione. Questa ragazza pervade le nozioni di importanza. Le rende umane, le trasforma in qualcosa che ha il potere di emozionare, evocare, indurre, provocare catarsi. Dona al quiz quella simultaneit di trasparenza e mistero che tutti noi in questo ambiente tentiamo di raggiungere da, da decenni. Una sorta di concorrente ideale che unisce testa, cuore, viscere e dito sul pulsante. [...] un mistero. Questa una forza maledettamente rara anche nella mia professione. Trasformando qualche femminile in maschile, e malgrado le smorfie dellautore, considerer quanto riportato qui sopra tra gli obiettivi della scrittura di Wallace: unire testa, cuore e viscere. Ed un totale mistero per me come lui riesca a farlo tanto bene. Fornirci le informazioni, tutte le informazioni, pi informazioni di quante ne possiamo davvero sopportare, e illuminandole tutte coi sentimenti genuini che ancora possediamo, malgrado tutto. (Traduzione di Andreina Lombardi Bom)
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48 LA REPUBBLICA
Electaarchitettura
Il restauro dellarchitettura contemporanea Carlo Scarpa, aula Manlio Capitolo Renata Codello Delirious New York Rem Koolhaas Il Giardino Zen Franois Berthier Architettura Louis I. Kahn, gli scritti Maria Bonaiti Architettura della tabula rasa Due conversazioni con Rem Koolhaas, ecc. Franois Chaslin
entre sono intento a tracciare queste ultime parole la mia finestra aperta... Vedo i riflessi di unaurora di cui non vedr il sorgere del sole. Non mi resta che sedere sul bordo della fossa, per poi scendere arditamente, il crocifisso alla mano, nelleternit. con queste parole che il 16 novembre 1841 Franois de Chateaubriand metteva fine alla grande impresa memorialistica con cui aveva voluto evocare sul filo della propria vicenda individuale i principi, le idee, gli eventi, le catastrofi... della sua epoca. Iniziate con il racconto della nascita del loro autore nel 1768, e dopo averne ripercorso per oltre 3.500 pagine la vita nel suo farsi, le Memorie dOltretomba si concludevano, dunque, inscrivendo nel testo lannuncio della sua stessa morte. In realt sarebbe sopravvissuto ancora sette anni. Accorso a Rue du Bac alla notizia della morte di Chateaubriand, Victor Hugo ricordava in Cose Viste che la cassa di legno bianco contenente il manoscritto delle Memorie dOltretomba si stagliava come un monumento funebre ai piedi del lettino di ferro su cui giaceva la salma dello scrittore. Esse erano l a ricordare come, ancor prima di abbandonare la sua spoglia mortale, Chateaubriand fosse gi sceso nel regno degli Inferi e avesse sconfitto la morte, ridando voce alle ombre dei defunti con la forza medianica della scrittura. Lopera a cui Chateaubriand affidava la sua immortalit tra gli uomini non aveva precedenti nella letteratura francese. Sovvertendo radicalmente le regole dei generi letterari classici, le Memorie dOltretomba erano una grande epopea in prosa che coniugando autobiografia, storia, racconto, poesia, dramma, venivano a colmare una duplice assenza. Da secoli la Francia lamentava la mancanza di quella poesia epica e cavalleresca di cui lItalia del Rinascimento aveva dato tanti splendidi esempi, n poteva, daltro canto, vantare una tradizione storiografica allaltezza della nazione. Chateaubriand rispondeva ad entrambe le esigenze raccontando il secolo delle Rivoluzioni (La Rivoluzione francese, lavventura napoleonica, la Restaurazione, la Monarchia di Luigi Filippo), di cui era stato attore e testimone, in unopera aperta, dove la narrazione altamente poetica dei sentimenti e degli eventi evocati procedeva di pari passo con la storia della loro gestazione. Nel 1832, dopo la caduta definitiva della monarchia dei Borbone, lasciata per sempre la scena pubblica, Chateaubriand aveva ripreso lantico progetto, iniziato ed abbandonato pi volte, di redigere le proprie memorie. Lo scrittore intendeva rappresentare la sua vita come un dramma in tre atti, corrispondenti a tre momenti storici successivi. Dalla prima giovinezza fino al 1800, egli era stato soldato e viaggiatore; dal 1800 al 1814, sotto il Consolato e lImpero, aveva perseguito la carriera letteraria e, a partire dalla Restaurazione, si era consacrato alla vita politica. A questa tripartizione si sarebbe aggiunto, cammin facendo, un quarto momento, quello della vecchiaia dellautore e della realizzazione dellimpresa letteraria che, autentico work in progress, assommava tutti i momenti precedenti sotto il segno della memoria. a questopera grandiosa e complessa, posta al crocevia tra lantico e il moderno, in cui la riflessione politica inseparabile da quella religiosa e morale, e lispirazione poetica essenziale per rendere intelligibile la storia, che Marc Fumaroli dedica oggi uno studio monumentale, destinato a fare data. Le 799 pagine del suo Chateaubriand Posie et Terreur (Editions de Fallois, pagg. 779, euro 27 ), non ci propongono in effetti, come potrebbe indurre a credere il titolo, la storia di una vita bens quella di un capolavoro. Scandito in quattro parti, come lopera a cui consacrato, il libro di Fumaroli ricostruisce la genesi intellettuale e poetica delle Memorie dOltretomba in tutti i suoi molteplici elementi costitutivi. A partire da una nuova mes-
Partendo dai propri ricordi lautore voleva raccontare il suo secolo e restituire al mondo il passato: il contrario del progetto di Rousseau
sa in prospettiva critica delle vicende biografiche e del contesto storico che costituiscono il tessuto connettivo delle Memorie, Fumaroli procede a ricostruirne la genealogia in tutta la sua ampiezza e la sua complessit. Sviluppando la sua indagine per cerchi concentrici, lo studioso evidenzia i possibili modelli delle Memorie dai poemi antichi alla tradizione memorialistica francese , analizza le grandi letture formative di Chateaubriand Fenelon, Bossuet, Rousseau, Vico, Milton , illustra linfluenza esercitata su di lui dalle teorie estetiche e filosofiche dei suoi contemporanei la poetica classicista di Fontanes, la visione filosofico-cristiana della storia di Ballanche , ricostruisce le esperienze cruciali della sua vita sentimentale alla luce della sua relazione con Madame de Rcamier. Ma il libro di Fumaroli non si limita a proporci una lettura totalizzante delle Memorie, disvelandone tanto le necessit interne quanto i condizionamenti esterni, prestando uguale attenzione al dialogo ininterrotto che esse sottendono con il passato come alla dialettica costante che le lega al loro presente. Quella dello studioso una prospettiva di lunga durata che legge le Memorie anche in funzione della loro capacit di prefigurare il futuro. Nellillustrare i grandi temi che attraversano lopera di Chateaubriand, la religione, la tradizione, la memoria, la libert, il liberalismo, la democrazia, Fumaroli, ne mette in evidenza il carattere inaugurale e la permanente attualit attraverso il raffronto con grandi scrittori, da Tocqueville a Proust, che dopo di lui hanno riflettuto sugli stessi problemi. Mostrando la centralit del pensiero di Chateaubriand nella storia delle idee che hanno modellato la nostra concezione della modernit, Fumaroli consegue come primo obiettivo di liberare il campo degli ingombranti pregiudizi che fanno dellautore delle Memorie dOltretomba uno scrittore reazionario, o quantomeno uno splendido, romantico paladino di un mondo scomparso. Perch, condotta in profonda empatia con il pensiero di Chateaubriand, limpressionante summa critica di Fumaroli non solo uno straordinario tour de force erudito, anche unopera militante che consente allo studioso di disegnare in controluce la propria visione liberale della politica e della cultura, e ribadire instancabilmente limportanza vitale del legame che la modernit deve saper intrattenere con la tradizione umanistica e cristiana. Due procedimenti retorici, quello della contrapposizione e quello della giustapposizione, consentono allo studioso di dare una evidenza quasi teatrale alla sua indagine critica e di mettere in scena, una dopo laltra ma anche una dentro laltra le esperienze cruciali attraverso cui lavventura intellettuale, poetica, religiosa, politica di Chateaubriand prende forma. Pensiamo, ad esempio, nel primo caso, al capitolo inaugurale su Lumi e Anti-Lumi, dove alla fede nella ragione pura, allidolatria delluomo verso se stesso, Chateaubriand contrappone, sulla falsariga di Vico, limpossibilit di ricondurre la vita umana al vero e al falso, la necessit di tener conto della storia, della natura, della condizione imperfetta delluomo, dellimportanza del buon senso, della memoria, dellimmaginazione, del cuore. O al secondo capitolo, dedicato a Chateaubriand e a Talleyrand, dove Chateaubriand incarna un ideale aristocratico basato sullonore e sul dovere, fedele al ricordo di un Antico Regno di stampo ancora feudale, umano, stabile, garante delle libert e delle diversit, mentre Tayllerand preso ad emblema della degradazione morale dellassolutismo monarchico. Lamore per la libert ugualmente allorigine della contrapposizione tra Il Poeta e lImperatore. Fin dal 1807 Chateaubriand aveva annunciato il suo jaccuse contro Napoleone invano che Nerone prospera, Tacito gi nato nellImpero ma lesecrazione dello scrittore per il despotismo di
deCHATEAUBRIAND
BENEDETTA CRAVERI
Bonaparte si accompagna dopo la sua caduta, come mostra bene Fumaroli, allammirazione cavalleresca per il grande sconfitto e alla necessit, davanti al vuoto apertosi con la sua scomparsa, di fare i conti tanto con il suo operato che con la sua leggenda. Nel capitolo intitolato Il Poeta e il Re, la nota dominante , invece, la delusione nei confronti della Restaurazione e di Carlo X, lultimo dei sovrani francesi legittimi, a cui lo scrittore aveva prestato servizio come ministro, ma che si era mostrato incapace di realizzare il progetto salvifico di una monarchia costituzionale e rappresentativa. Un progetCerveteri ra il 1983 e il 1989, Mauro Cristofani, in qualit di direttore dellIstituto per lArcheologia EtruscoItalica del Consiglio Nazionale delle Ricerche, svolse una serie di fortunate campagne di scavo nella zona centrale dellarea urbana di Caere (Cerveteri), una cittstato etrusca affluente e colta al punto che i rampolli dellaristocrazia romana vi venivano a completare la loro formazione secondo la testimonianza di Tito Livio. I risultati furono dinteresse notevole, vennero riportate alla luce infatti una residenza, la probabile sede del monarca, un tempio, un singolare edificio di forma ellittica e unampia cava colmata gi in antico. Tra le strutture ricuperate lattenzione degli studiosi venne attratta soprattutto dallinsolito edifico ellittico, un unicum in Etruria. Di cosa si trattava? Inizialmente gli scavatori ne proposero lidentificazione con una grande capanna poi pensarono a una sorta di curia, o
Franois -Ren
comunque a un ambiente destinato a riunioni pubbliche. Nel 1993, Giovanni Colonna propose il confronto con gli ekklesiasteria, i luoghi delle adunanze, o con lo stesso Comizio di Roma.
Come si poteva risolvere il problema? Non vi era altra strada che riprendere le ricerche e completare lo scavo della struttura. Cos stato fatto da Francesco Roncalli, attuale direttore del Centro del C.N.R., ora de-
A CAMPOBASSO
IDROLOGICO
STEFANO BARTEZZAGHI
gni anno, a novembre, sono meno i millimetri di pioggia necessari a farci venire nostalgia dell'Arca: pozzanghere monstre, autostrade chiuse o pericolosissime, strade-piscine, blackout nelle case e negli uffici, metropolitane bloccate, transenne che ostruiscono i torrenti della Riviera ligure gi massacrata dalla speculazione edilizia, con rischi per le case sorte subito al limite dell'alveo... La soluzione del problema indicata in un refuso, procurato la scorsa settimana in un articolo su Repubblica dall'entusiasmante idiozia dei correttori automatici. Laddove l'estensore dell'articolo aveva parlato del "dissesto geologico e idrologico del territorio" il lettore poteva leggere "dissesto geologico e ideologico". Ai filosofi al potere non si mai creduto: ma nel caso dei geologi? Probabilmente basterebbero cinque anni di potere assoluto a un'oligarchia di geologi e le cose incomincerebbero ad andare per il meglio. Piedi per terra, e terra ben salda sotto i piedi. In quanto al resto, l'economia o la guerra o la pubblica istruzione pi di tanti danni non faranno: anche senza scambiare idrologi con ideologi e geologi con teologi.
UN CONVEGNO SU CUOCO
CAMPOBASSO Nella storia del pensiero politico, lopera di Vincenzo Cuoco stata oggetto di ininterrotto studio: un bilancio offerto dai numerosi saggi raccolti nel volume Vincenzo Cuoco nella cultura di due secoli, a cura di Luigi Biscardi e Antonino De Francesco (Laterza,); e dalla raccolta degli studi di Fulvio Tessitore Filosofia, storia e politica su Vincenzo Cuoco (edizioni Marco, Cosenza). Di questi e altri lavori discuteranno Tessitore, Biscardi, Umberto Carpi, Antonino De Francesco, Domenico Conte, il 1 dicembre, a Campobasso, nellAula Magna del Convitto Nazionale Mario Pagano.
LA REPUBBLICA 49
come suggerisce il sottotitolo del libro la chiave di volta della sua lettura di Chateaubriand. Con il Terrore, infatti, il mondo si spezzato in due; la libert si trasformata in schiavit; il culto delluomo ha rivelato linumanit di cui gli uomini sono capaci verso se stessi; la continuit storica si in-
terrotta e tutto diventato instabile; la Rivoluzione non si mai realmente conclusa ma entrata a far parte delle modalit della storia, trasformandosi in un fenomeno endemico della modernit. confrontato a questa catastrofe che Chateaubriand diventa Chateaubriand. Egli spinto a conver-
tirsi perch gli possibile accettare il Terrore solo in una prospettiva provvidenziale e non razionale della storia: spinto a scrivere per evocare il solo regno che la Rivoluzione non ha potuto abolire, quello del lutto e della memoria: il grande tema che attraversa tutti i diversi saggi che compongono il Cha-
teaubriand di Fumaroli, conferendo alla sua straordinaria biblioteca portatile una unit profonda, e ad esso sono dedicate molte delle pagine pi belle del libro. Giovanissimo, Chateaubriand era stato profondamente segnato dalla lettura di Rousseau (il capitolo che Fumaroli dedica al confronto tra i due scrittori di straordinario interesse) e, come lui, aveva fatto del ricordo il processo conoscitivo rivelatore dellidentit dellio. Unica traccia della nostra vita ed al tempo stesso emblema della labilit della condizione mortale, la memoria era stata fino ad allora, a partire da SantAgostino, appannaggio della riflessione cristiana, ma diventava con Rousseau e Chateaubriand la trama di due grandi Odissee dei tempi democratici. Tanto lautore delle Confessioni che quello delle Memorie dOltretomba erano risaliti allinfanzia sul filo della memoria affettiva ma, a differenza di Jean-Jacques, Chateaubriand non mirava a rendere trasparente il suo inesplicabile cuore, non intendeva confessare le sue debolezze e i suo intimi segreti per meglio proclamare la sua innocenza, non si proponeva di scrivere la sua autobiografia n, tantomeno, la sua apologia. Partendo dai propri ricordi, Chateaubriand voleva raccontare il suo secolo, ricostruire una situazione storica e sociale, mettere in scena il suo io nella qualit di testimone ed attore. Rousseau mirava a liberare lindividuo dalla societ e dalla storia, Chateaubriand voleva, al contrario, restituire, attraverso il ricordo poetico ed eroico di un passato scomparso, il senso della storia. Fumaroli mostra bene come Chateaubriand fosse stato fortemente influenzato anche da una pratica della memoria di segno opposto allopzione aperta da Rousseau, quella della tradizione memorialistica francese. Fin dai tem-
Nel Genio del Cristianesimo aveva scritto che in nessuna epoca la libert era stata pi grande che al tempo della monarchia
pi delle crociate, la nobilt francese aveva fatto ricorso alla scrittura per dare la propria versione dei fatti di cui erano stati protagonisti e testimoni. Con lavvento della monarchia assoluta, questa scrittura privata da Bassompierre, a Retz, a La Rochefoucauld era diventata per i grandi aristocratici dissenzienti lultima possibilit di proclamare la loro verit e difendere il loro onore, facendo appello alla memoria dei posteri. La pubblicazione sistematica dellintero corpus di questi testi intrapresa sotto la Restaurazione e, in particolar modo, quella delle Memorie di Saint-Simon, rimaste fino ad allora inedite, consentiva a Chateaubriand di evocare la civilt a cui il Terrore aveva messo fine non solo come memoria poetica ma come esempio di una indipendenza di pensiero pi che mai essenziale alla vita democratica moderna. In nessuna epoca, in nessun paese, sotto nessun governo, aveva scritto Chateaubriand nel Genio del Cristianesimo , la libert di pensiero stata pi grande che in Francia al tempo della monarchia... basta aprire le nostre memorie per trovare ad ogni pagina le verit le pi dure e le pi oltraggiose dirette ai re, ai nobili, ai preti. Il Francese non ha mai piegato servilmente la testa sotto il giogo; si sempre sottratto, forte dellindipendenza della sua opinione, alla costrizione impostagli dalle forme monarchiche. Non diversamente da quanto avevano fatto i suoi antenati, Chateaubriand avrebbe affidato alle Memorie dOltretomba il compito di difendere il suo onore e di testimoniare di una libert di pensiero che dava coerenza alle diverse figure della sua vita lesule, il viaggiatore, lo scrittore, il dissidente, lambasciatore, il ministro, il grande Incantatore , fungendo ugualmente da monito per i tempi nuovi.
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Jean-Luc Nancy
Il pensiero sottratt0
Accompagnato da Lchappe delle, disegni di Franois Martin Saggi. Storia, filosofia e scienze sociali
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nominato Istituto di Studi sulle Civilt Italiche e del Mediterraneo Antico, che aveva iniziato le indagini. I lavori si sono appena conclusi e le sorprese non sono mancate: ledificio, stando almeno ai risultati delle analisi geofisiche, sembra chiudersi anche verso il lato di sud-est e assumere la forma di una vera e propria ellissi. Inoltre sono stati rinvenuti al suo interno i resti di un successivo edificio di epoca romana, con ogni probabilit una basilica. La scoperta non di scarso interesse: ledificio a forma di teatro, usato per gli spettacoli ma anche per le riunioni politiche, risulta il pi antico sinora ritrovato in ambito urbano in Etruria e possiamo ricostruirne le dimensioni ragguardevoli (pi di 32 metri in lunghezza e 22 in larghezza; con uno spazio utile interno di circa 325 mq) e ipotizzarne lelevato che doveva essere in legno. Unidea di come doveva essere ce la fornisce la decorazione della coeva Tomba delle Bighe di Tarquinia.
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Cellula del terrore: quattro gli arresti, due sfuggono alla cattura. Decisive le rivelazioni di un pentito. Pisanu: presto altre operazioni
DIARIO
Sfonda per la prima volta quota 1,20, poi ripiega. Napoli, al summit dei 15 ministri degli Esteri intesa solo sulla difesa comune
Leurovola,recordsuldollaro
Patto, Monti attacca: si torna all800. Costituzione Ue in alto mare
DOV LA FORZA DELLA MONETA
FEDERICO RAMPINI
ROPRIO mentre lUnione europea sprofonda in una crisi politica innescata dalla prepotenza franco-tedesca; mentre la sua economia umiliata dalla vigorosa ripresa americana (+8 per cento del Pil Usa nel terzo trimestre); in questa fase leuro fa il record storico sul dollaro. C una logica nellapparente follia dei mercati. Leuro, contro linteresse dei governi, delle imprese e dei lavoratori europei, viene sospinto da giochi che si fanno altrove: le elezioni Usa; il complesso rapporto America-Cina che il nuovo centro delleconomia mondiale. I mercati valutari e gli investitori sono prigionieri di mode capricciose. Fino a due anni fa adoravano il Dio-crescita. LAmerica cresceva pi dellEuropa. SEGUE A PAGINA 17
ROMA Continua la corsa delleuro che ieri ha registrato un nuovo record storico sfondando quota 1,2017 sul dollaro, per poi ripiegare leggermente. A guidare il rafforzamento della moneta unica sono i segnali di ripresa economica per lEuropa e i dati sui deficit commerciale e di bilancio degli Stati Uniti. Ancora polemiche, intanto, dopo lo scontro sul Patto di stabilit. Ieri il commissario europeo alla Concorrenza, Mario Monti, ha affermato che c il rischio di compromettere lUnione tornando cos allEuropa dellOttocento. Il ministro delle Finanze tedesco, Eichel, tornato ad accusare la Commissione europea: Deve cambiare la politica sul deficit. Sul fronte politico resta alta la tensione in Europa, a Napoli dove in corso il summit dei ministri degli Esteri ci sono molti scontri e pochi accordi. Lunica intesa sulla difesa comune. ALLE PAGINE 8, 9, 10 e 11
LINTERVISTA
REPORTAGE
IL FANTASMA DELLECOFIN
ANDREA BONANNI
A TUTTO bene, assicura il ministro degli esteri Franco Frattini al termine della prima giornata del Conclave di Napoli. Ma il nervosismo su quella sua faccia da bravo ragazzo proverbialmente inappuntabile, mostra quanto sia difficile, per la presidenza italiana, sottrarre la Conferenza intergovernativa alleffetto Tremonti e pilotarla verso una felice conclusione al vertice dei capi di governo che tra due settimane dovr varare la nuova Costituzione europea. Ieri Frattini, energicamente supportato dai francesi e dai tedeschi, ha dovuto fare i salti mortali per evitare che lo choc provocato in Europa dallabbandono delle regole del Patto di Stabilit travolgesse la discussione sulla riforma dei Trattati. SEGUE A PAGINA 9
VALLI A PAGINA 15
ICE Gianfranco Fini che il fascismo stato il male assoluto. Gli apostati, si sa, un po esagerano. A Cuneo, la mia citt, negli anni Trenta gli antifascisti noti erano due: lavvocato Galimberti, figlio di un ministro giolittiano alle Poste, e lavvocato Soleri, figlio di un ministro giolittiano alle Finanze. Vestivano entrambi di nero, anche destate, e passeggiavano da soli sotto i portici. Il regime aveva ingoiato e digerito il fascismo; per quel che mi ricordo, a Cuneo e provincia della rivoluzione fascista non si vedeva quasi traccia, cera invece un mussolinismo strabordante, faccia virile ed elmetto del Duce stampati in nero sulle case con scritte inneggianti e anche le oscillazioni del mussolinismo le cui onde si spegnevano nella provincia piemontese ferma nella sua conservazione di bolliti e fondute. Ogni tanto al Duce tornavano i furori antiborghesi e anticattolici del socialista massimalista che era stato e arrivavano delle direttive strambe che il nostro federale, sposato a una cugina di una nostra zia, nipote del parroco di Chiesanuova, non riusciva a capire, come la volta che una cinquantina di quelli della Milizia (volontaria per modo di dire perch ci avevano arruolato i poveracci disoccupati), arrivarono alla cinta della SUCE, come chiamavamo lazione cattolica, urlando e gesticolando contro di noi come se non sapessero che eravamo gli avanguardisti e i giovani fascisti parenti dei gerarchi che stavano al Palazzo Littorio di via XX Settembre. Il Duce era stato a Cuneo per il decennale e ci torn nel 38 dopo le grandi manovre nel Monferrato in cui gli azzurri avevano sbaragliato, come sempre, i rossi. SEGUE A PAGINA 44 BERSELLI, FIORI GIVONE e SMARGIASSI ALLE PAGINE 43, 44 e 45
Brennero, sono iniziati i lavori per la linea ferroviaria Monaco-Verona: 267 chilometri sono sotto terra