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Facoltà di INGEGNERIA
Corso di Laurea in
INGEGNERIA INFORMATICA
Elettrotecnica
MAGNETOSTATICA:
Legge di Biot-Savart: sia H il vettore intensità di campo magnetico. Osserviamo una porzione di filo dL: il
campo magnetico di un punto P distante R (avente versore aR) da dL è dHP= (I dL x R) / 4πR3 = (IdLxaR)/4πR2
La legge è anche detta Legge di Ampere per l’elemento di corrente e non è verificabile sperimentalmente. H si
misura in [A/m]. I è corrente continua densità di carica costante SJ⋅ dS = 0.
Versione integrale della legge di Biot-Savart: Assumiamo come sorgente il percorso chiusola corrente
totale è nulla H = S(IdLxaR)/4πR2 . Ad esempio per un filo infinito si può pensare ad un ritorno del filo
infinitamente lontanousare la formula integrale.
Legge circuitale di Ampere: LH⋅ dL=I e si definisce positiva la corrente che scorre nella direzione di
avanzamento si una vite avvitata nel senso del percorso della linea chiusa. NB: la corrente I non varianon
dipende dalla forma della superficie chiusa. Esempi notevoli:
• campo magnetico di un filo: prendo un percorso circolare di raggio ρ normale al filo; con la legge di
Biot-Savart capisco che esiste solo la componente Hφ del campo H⋅ dL=∫[0..2π]Hφρdφ=Hφρ∫[0..2π]dφ=I
Hφ = I / 2πρ
• cavo coassiale: raggi a e b, lungo d. Prendiamo un percorso chiuso: se a<ρ<b allora vale il discorso di
prima con lo stesso risultato; ma se il percorso è esterno allora la corrente totale è nullaanche il campo
• solenoide: raggio R, N spire avvolte in aria su una lunghezza d, percorse da I. All’interno del solenoide
il campo è disposto lungo l’asse del solenoide (verso: regola mano destra), nullo all’esterno. L’intensità
di campo è perciò, applicando Ampere su un percorso che passa all’interno e all’esterno del solenoide è
Hd = NI H = NI/d
Densità di flusso magnetico: è il vettore B = μoH misurato in weber[Wb]/m2 o Tesla [t]. μo = 4π⋅ 10-7H/m =
permeabilità magnetica. [Wb] = [HA]
Flusso magnetico: Φ = ∫S B⋅ dS Wb
Legge di Gauss per il campo magnetico: S B⋅ dS = 0 Esempio notevole:
• flusso in un cavo coassiale: lungo d, raggi a e b. Bφ = μoI / 2πρ Φ= ∫S B⋅ dS = ∫[0..d]∫[a..b] (μoI/πρ)dρdz=
(μoId/2π)ln b/a
.
reattiva è Q=Imm(Pc) = |V||I|sinφ (la parte reale è la potenza attiva). Si misura in [VAR]
• resistenze: sinφ=0 Q=0
• condensatore: φ=-π/2 Q=-|V||I|; Ie=ωCVeQ=-ωCVe2=-ωCVM/2
• induttore: Q = ωLIe2
Potenza apparente: Pa = |Pc| =VeIe ∈ R, non indica la potenza realmente dissipata dal bipolo perché manca
l’informazione sullo sfasamento.
Triangolo delle potenze: Pa è l’ipotenusa di un triangolo rettangolo che ha per cateti Pa e Q, con φ angolo al
vertice di Q
Teorema di Bucherot: in un circuito comunque complesso, in regime sinusoidale isofrequenziale, la potenza
attiva totale è pari alla somma delle singole potenze attive e la potenza reattiva è pari alla somma algebrica
delle singole potenze reattive, assegnando segno positivo a quella di natura induttiva e negativo a quella di
natura capacitiva.
Rifasamento: se il carico di una linea di trasmissione è molto induttivo (cioè cosφ molto piccolo) a parità di
potenza attiva il carico scambia con il generatore una grande potenza reattiva impegnando la linea di
trasmissione e il generatore. Si cerca di ridurre la Q senza intaccare la Pa: la linea presenta già una induttanza e
una resistenza in serie, e vi si inserisce un condensatore parallelo ad essi: così la corrente di linea è IL = I + IC.
Se il condensatore ha capacità tale da assorbire una corrente pari alla componente reattiva della corrente di
carico, la corrente di linea sarà pari alla componente attiva della corrente. Si tratta di calcolare il C necessario:
prima del rifasamento si ha Pa=VaIcosφa e Qa=VaIsinφa=Patgφa. Dopo il rifasamento, per il teorema di Bucherot,
le potenze saranno Pt=Pa+Pc= VaIcosφa +0 = Pa e Qt=Qa+Qc= Patgφa-VaICsinφC=Patgφa-ωCVa2. Secondo il
triangolo delle potenze, tgφt=Qt/Pt = (Patgφa-ωCVa2)/Pa C=Pa(tgφa-tgφt)/(ωVa2)
Rendimento delle linee di trasmissione: siano Vp creato dal generatore, RL e XL proprio della linea, Zu e Va il
carico. La potenza in partenza sarà Pp=VpILcosφP ; le perdite di potenza in linea PL=RLIL2 ; la potenza all’arrivo
Pa=VaILcosφa . Per Bucherot, la potenza totale fornita dal generatore sarà PP=Pa+PL=Pa+RLIL2. Si definisce
rendimento di linea η=Pa/Pp=Pa/(Pa+RLIL2). Sapendo η, si può quindi calcolare la resistenza della linea.
Bipoli in serie con accoppiamento induttivo: sia una serie fatta da R1-L1-L2-R2, tra le induttanze c’è la mutua
induttanza M. C è un punto tra L1 e L2: Vac=R1I+jωL1I+jωMI e Vcb=R2I+jωL2I+jωMI allora Vab=Vac+Vcb=
[(R1+R2)+jω(L1+L2+2M)]I. Quindi Re=R1+R2 Le=L1+L2+2M
Bipoli in parallelo con accoppiamento induttivo: stesso circuito di prima ma in parallelo. Applicandoci la
tensione Vab la corrente assorbita si divide nei due rami. Z1=R1+jωL1 Le tensioni calcolate sui due rami con il
metodo precedente sono uguali: Vab= R1I+jωL1I+jωMI = R2I+jωL2I+jωMI. Vab=Z1I1+ZMI2= Z2I2+ZMI1
Ze=Vab/I = (Z1Z2-ZM2)/(Z1+Z2-2ZM)
Quadripoli con accoppiamento induttivo: due circuiti RLC. Ze=Z1-ZM2/(Z1+Z2)
ELETTROTECNICA – III parte 1
di Giorgio DAVANZO
MUTUE INDUTTANZE:
Bipoli in serie con accoppiamento induttivo: sia una serie fatta da AR1-L1-L2-R2B, tra le induttanze c’è
la mutua induttanza M>0, Vab è la tensione applicata agli estremi e I la corrente in circolo. ZAC=R1+jωL1 e
ZBC=R2+jωL2. C è un punto tra L1 e L2. La corrente passando in L2 indurrà, come conseguenza
dell’accoppiamento mutuo M, una f.e.m. nell’induttanza L1: allora Vac=R1I+jωL1I+jωMI e, analogamente,
Vcb=R2I+jωL2I+jωMI. Allora Vab=Vac+Vcb= [(R1+R2)+jω(L1+L2+2M)]I. Quindi Re=R1+R2 e Le=L1+L2+2M. Se
M<0, l’induttanza equivalente sarebbe stata Le=L1+L2-2M
Bipoli in parallelo con accoppiamento induttivo: stesso circuito di prima ma in parallelo: R1 in serie a L1
messi in parallelo con R2 in serie a L2. Applicandoci la tensione Vab la corrente assorbita si divide nei due rami.
Z1=R1+jωL1 e Z2=R2+jωL2; definiamo ZM=jωM. Le tensioni calcolate sui due rami con il metodo precedente
sono uguali: Vab= R1I+jωL1I+jωMI = R2I+jωL2I+jωMI. Vab=Z1I1+ZMI2= Z2I2+ZMI1 Ze=Vab/I = (Z1Z2-
ZM2)/(Z1+Z2-2ZM)
Quadripoli con accoppiamento induttivo: due circuiti RLC seriali, uno con V1 e l’altro con V2. Trascorso il
periodo transitorio dopo l’applicazione delle tensioni, le correnti sono in regime sinusoidale
V1=R1I1+jωL1I1−jI1/(ωC1)+jωMI2 e V2 analogo. Indicando con Z1 e Z2 le reattanze equivalenti e con ZM=jωM,
si ha V1=Z1I1+ZMI2 e V2=Z2I2+ZMI1. Ze=V1/I1 Ze=Z1-ZM2/(Z1+Z2)
TRASFORMATORI:
Descrizione del trasformatore: vi sono due spire avvolte su un nucleo laminato di materiale ferro-magnetico
dette primario e secondario. Sul primario vi è una tensione sinusoidale V1=VA1-VB1, mentre il secondario
alimenta un carico ZC con la tensione V2=VA2-VB1. Dividiamo le linee di flusso magnetico in tre classi:
1. linee di flusso che si richiudono interamente sul ferro, disposte prevalentemente sulla linea mediana del
circuito magnetico
2. linee di flusso che si richiudono in aria concatenandosi solo con il primario
3. linee di flusso che si richiudono in aria concatenandosi solo con il secondario
Queste linee originano dei flussi:
• Flusso principale: Φ è formato dalle linee di tipo 1; è costante in ogni sezione S della trasformatore, e
si concatena con le N1 spire del primario e le N2 del secondario
• Flusso di autoinduzione di dispersione primario: Φd1 , originato dalle linee di tipo 2; supponendo che
Φ operi in regime di linearitàproporzionali alle correnti Φd1=Ld1i1 con Ld1 coefficiente di autoind.di
dispersione primario.
• Flusso di autoinduzione di dispersione secondario: Φd2 , originato dalle linee di tipo 3; Φd2=Ld2i2 con
Ld2 coefficiente di autoind. di dispersione secondario
Visto che Φd è localizzato in aria, che ha una elevata riluttanza, si possono trascurare le cadute di tensione
magnetica del ferro riducendo gli effetti di una eventuale saturazione del camposi possono usare le relazioni
linearii flussi complessivamente concatenati con primario e secondario sono Φc1=N1Φ+Φd1=N1Φ+Ld1i1 e
Φc2=N2Φ+Φd2=N2Φ+Ld2i2
Equazioni interne: se il materiale del nucleo si comporta linearmenteusiamo la legge di
HopkinsonN1i1+N2i2 = RΦ con R riluttanza del tubo di flusso Φ≈nucleo trasformatore. R=l / μS , μ
permeabilità magnetica calcolata considerando la pendenza della retta che congiunge l’origine degli assi al
punto di lavoro sulla curva di isteresi determinato dalla tensione di alimentazione del primario. Usando Faraday
si possono ricavare le cadute sugli avvolgimenti dovute al flusso completo e ai concatenati: ViΦ=dΦc1/dt= N1dΦ/
dt+Ld1di1/dt e V2Φ=dΦc2/dt= N2dΦ/dt+Ld2di2/dt.
Le equazioni interne sono V1-V1Φ=R1i1 e -V2-V2Φ=R2i2 con R1 e R2 resistenze degli avvolgimenti.
Se il carico zc è lineare, allora lo è anche il sistema trasformatore-carico, e se l’alimentazione è sinusoidale a
frequenza ω, si possono usare i fasori scrivendo un insieme di equazioni:
1) V1 – jωN1Φ – jωLd1I1 = R1I1 2) - jωN2Φ – jωLd2I2 = R2I2 + V2 3) N1I1 + N2I2 = RΦ
definiamo la Xd1=ωLd1 reattanza primaria e Xd2=ωLd2 reattanza secondaria. Allora le equazioni interne sono:
1) V1 = (R1+jXd1)I1 + jωN1Φ 2) 0 = (R2+jXd2)I2 + jωN2Φ + V2 3) N1I1 + N2I2 = RΦ
Equazioni esterne: le equazioni interne sono 3 equazioni in 5 variabili complesse V1,V2,I1,I2,Φ cioè 10
variabili reali (9 se fissiamo arbitrariamente una fase). Ma le 3 equazioni complesse corrispondono a 6
2 ELETTROTECNICA – III parte
equazioni realiper avere una sol.univoca servono altre 3 equazioni, cioè quelle di collegamento con l’esterno:
1) V1 = V1s 2-3) V2=zcI2 NB: la 1) usa solo il modulo, perché la sua fase è stata presa come riferimento.
Sistema completo approssimato: un buon trasformatore ha delle reattanze di dispersione e resistenze interne
molto ridotte, perciò le equazioni si approssimano con 1) V1≈jωN1Φ 2) –V2 = jωN2Φ V1/V2=N1/N2 con N1/
N2 rapporto spire o di trasformazione. Sempre approssimando e trascurando RΦ, di solito ridotto, si ha I1/
I2=N2/N1. Usando i valori efficaci si ottiene potenza apparente=Pa1=V1I1=V2I2=Pa2. Il nuovo sistema è:
1) V1 ≈ jωN1Φ 2) –V2 = jωN2Φ 3) N1I1+N2I2 = 0 4) V1 = V1s 5) V2 = zcI2
TRIFASE:
E’ un sistema per portare a distanza potenza, in Italia è a f=50Hz. Ci sono tre fili, ognuno con un generatore
(E1,E2,E3), uniti nel centro stella del generatore.
Terna diretta o destrorsa: prendiamo E1 come riferimento di fase, E2 è ruotato di 120° in senso orario, E3 di
120° in senso antiorarioE1=220V E2=E1exp(-j2/3π) E3=E1exp(j2/3π) E1,E2,E3 sono dette tensioni stellate o di
fase. Vengono scelti questi valori di sfasamento perché così E1+E2+E3=0.
Terna indiretta o sinistrorsa: come l’altra, ma si scambiano le due fasi: E2=E1exp(j2/3π) E3=E1exp(-j2/3π)
Verifica del verso: cambiando il tipo di terna un motore collegato ad essa gira nel senso
oppostosi usa un motorino che gira: vedo da che parte ruota e so se ho attaccato bene i fili.
Tensioni concatenate o di linea: sono le tensioni tra due fasi, si ricavano geometricamente:
V12=E1exp(jπ/6)√3 V23=E2exp(jπ/6)√3 V31=E3exp(jπ/6)√3 per la terna destrorsa; per la terna
sinistrorsa si ruota di –jπ/6
Carico equilibrato: cerchiamo il potenziale Voo’: sono 3 rami
paralleliuso Millman: Voo’=(E1/Z1+E2/Z2+E3/Z3)/(1/Z1+1/Z2+1/Z3). Se
V1 è il potenziale sul carico Z1, nella maglia OO’1 ho E1=Voo’+V1
V1=E1-Voo’I1=V1/Z1=(E1-Voo’)/Z1 analogo per I2 e I3. Essendo il carico
equilibrato (Z1=Z2=Z3Voo’=0) ottengo una terna nuovamente equilatera
sfasata di φ rispetto alle tensioni Ex: I1=E1/Z
Vantaggi: se devo alimentare tre carichi alla stessa tensione mi servono 6 cavi (3 per il ritorno). Con la trifase
elimino i ritornirisparmio!
Carico squilibrato: I1=V1/Z1 = (E1 -Voo’)/Z1non ho più una terna di tensioni sui carichi e correnti equilatere.
Trasformazione stella-triangolo: siano Z1, Z2 e Z3 i carichi in stella e Z12, Z31 e Z23 i carichi in triangolo.
triangolostella: Z1=Z12Z31/Zs Z2=Z12Z23/Zs Z3=Z23Z31/Zs con Zs=Z12+Z23+Z31. stellatriangolo: Z12=Z1Z2/ZP
Z23=Z2Z3/ZP Z31=Z3Z1/ZP con ZP = 1/(1/Z1+1/Z2+1/Z3). Caso particolare: tutti i carichi sono uguali ZT=3ZS
Correnti di linea nel Triangolo: per kirchoff, I1=I21+I31=V12/Z12+V13/Z13=V12/Z12-V31/Z13 (idem per I2 e I3)
Introduzione del Neutro: in laboratorio mi arriva la 3fase, come attacco qualcosa a 220? metto un carico Z tra
1 e 2 in modo che, passando al triangolo, questo sia in parallelo a Z 12. La stella iniziale è equilibrata (quindi
stabile), l’altra no(un motore 3fase non andrebbe più): converto stellatriangolo, aggiungo la Z e riconverto
a stella. Soluzione: metto un cavo che collega O e O’, detto neutro: ora posso inserire la Z mettendola tra una
fase e il neutro, che blocca la differenza di potenzialeil centro del carico non si sposta. In un carico
equilibrato (senza la Z) nel neutro non scorre corrente:
Cavo di terra: è un cavo di sicurezza, vi passa corrente solo se c’è un guasto
Massa: è il ritorno del circuito
Potenza: la potenza complessa è Pc = V1I1*+V2I2*+V3I3* (se c’è il neutro Vi=Ei). P=Re{Pc} e Q=Im{Pc}. Caso
particolare: carico equilibratoP=3EeIecosφ = (√3)VeIecosφ e Q=(√3)VeIesinφ
Potenza istantanea su un carico equilibrato: su una linea P(t)=VeIecos(φv-φI)+VeIecos(2ωt+φV+φI). Posto
φ=φV-φI si ha P(t)=P[1+cos(2ωt+2φV)]+Qsin(2ωt+2φV). La potenza totale istantanea è PT(t)=P1(t)+P2(t)+P3(t)=
3Pla potenza totale istantanea è costante: mentre nei circuiti monofasi il flusso di energia da ciascun
generatore al carico avviene ad un livello di potenza variabile nel tempo, nel sistema trifase simmetrico ed
equilibrato le componenti fluttuanti delle potenze monofasi si compensano eliminandosi reciprocamenteil
carico assorbe potenza in modo costante.
Teorema di equivalenza: prendiamo un insieme di carichi Z1,Z2,Z3: ha Pc= V1I1*+V2I2*+V3I3*. Cambiamo ora
le impedenze: Z1’, Z2’, Z3’: Pc’= V1’I1*+V2’I2*+V3’I3*=(Vo’o’’+V1’)I1*+(Vo’o’’+V2’)I2*+(Vo’o’’+V3’)I3*=
ELETTROTECNICA – III parte 3
Vo’o’’(I1*+I2*+I3*)+Pc = Pc (perché I1*+I2*+I3*=0). Allora qualunque carico soddisfi i vincoli assorbe la stessa
potenza.
Strumenti di misura:
• Voltmetro: ha una grande impedenza, si mette in parallelo
• Amperometro: ha una impedenza nulla (se ideale), si mette in serie
• wattmetro: misura la potenza attiva, si mette in serie e in parallelo. Se il sistema è squilibrato servono
tre wattmetri. Per ricavare la Q si usa il triangolo delle potenze: Pa*=EIe Q*=√(Pa*2-PW2)Q=3Q* e
cosφ=P/Pa. Se il centro stella non è disponibile lo si crea con il wattmetro
Inserzione Aron: sposta il centro stella su una fasepossiamo misurare lo stesso la
potenza attiva (T.di equivalenza) con soli due wattmetri; per i carichi equilibrati si
può ricavare anche P e Q, per quelli squilibrati solo P. La corrente di linea risulta
sempre sfasata di (φ+π/6) rispetto alle relative tensioni di linea. I wattmetri allora
indicano P’=V12I1cos(φ+π/6)=VeIecos(φ+π/6) e P’’=VeIecos(φ-π/6). P’+P’’=VeIe[cos(φ+π/6)+cos(φ-π/6)]=
VeIe√3cosφ = P = potenza attiva. P’’-P’=VeIesinφ=Q/√3Q=(P’’-P’)√3. Per carichi squilibrati: per il t.di
equivalenza posso spostare il centro stella in un punto qualunque: lo metto per esempio in E2. Allora V2=0,
V3=-V23 e V1=V12 ma questa è la stessa cosa che si fa con l’inserzione Aron mettendo il centro stella su una
faseposso ancora misurare la potenza attiva.
Confronto trifase-monofase: siano R le resistenze di ogni linea del trifase e anche del monofase. Per il
trifase: Pu=3|V||I|cosφ e PL=3|I2|R Per il monofase: Pu=|V||I|cosφ e PL=2|I2|R Pu/PL|trifase=2Pu/PL|monofase
Teorema di Aron: La potenza attiva di un qualunque sistema trifase a tre fili è sempre uguale alla somma dei
prodotti scalari delle correnti di linea per le corrispondenti tensioni stellate qualsiasi sia il centro stella fissato.
Rifasamento del carico trifase: prendiamo un carico ohmico-induttivo alimentato ad una tensione Va, che
assorbe una potenza attiva Pa con un cosφa molto basso. Allora IL=Pa/(√3⋅ Vacosφa). Le perdite in linea sono
tanto più elevate tanto più basso è il cosφa del caricolo si deve elevare all’arrivo a parità di potenza attiva
assorbita mettendo una batteria di condensatori tale che, assorbendo una potenza attiva nulla ed una potenza
reattiva di segno opposto a quella ohmico-induttiva, porti il cosφa ad un valore cosφL maggiore. Riassumendo si
deve avere PL=Pa e QL=Qa-Qc=Patgφa-QcQc=Pa(tgφa-tgφL). Se i condensatori sono connessi a stella,
Qc=3ωCλVf2=3ωCλ(VL/√3)2=ωCλVL2Cλ=[Pa(tgφa-tgφL)] / [ωVL2]. Se i condensatori sono connessi a triangolo,
C=[Pa(tgφa-tgφL)] / [3ωVL2]