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 CHE NON FU MAI IL GES U

Un'Introduzione al Mito di Ges

Giuseppe Ferri

Un uomo lascia sempre tracce. N sarebbe un uomo se non avesse neppure un'ombra... Si dimentica ci che si vuole ricordare e si pensa a ci che si preferirebbe dimenticare...

Grati sui muri di New York

Indice
1 2 Introduzione Teologi e apologeti travestiti da storici 1 5

2.1 L'errata equazione dell'apologeta John P. Meier . . . . . . . . . . . . . 2.2 Criteri di autenticit o autentici criteri di confusione? . . . . . . . . . 2.3 Il principio di contaminazione del dubbio . . . . . . . . . . . . . . . . 3.1 Un profondo silenzio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3.2 Le fonti che abbiamo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3.2.1 Le fonti primarie . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3.2.2 Le epistole paoline e l'epistola agli Ebrei . . . . . . . . . 3.2.3 I quattro vangeli . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3.3 Il resto del Nuovo Testamento . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3.4 Flavio Giuseppe . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3.5 Tacito . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3.6 Tallo & Flegone . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3.7 Plinio, Svetonio, Mara bar Serapion e il Talmud . . . . . . . . . 3.8 Vangeli gnostici, scritti dei Padri della Chiesa e fonti ipotetiche 3.9 L'enorme fardello di Marco . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3.10 La natura dei vangeli . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3.11 Il fallimento di Marco . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3.12 Conclusione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 4.1 4.2 4.3 4.4 4.5 4.6 5.1 5.2 5.3 5.4
Il `Cristo Cosmico' non letterale delle fonti pi antiche Fonti limitate, oscure, ambigue e di seconda mano

13 23 33
39

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. 39 . 48 . 49 . 50 . 54 . 59 . 60 . 70 . 72 . 73 . 75 . 77 . 78 . 88 . 114 . . . . . . . . . .
119

Le fonti del pi antico testimone . . Il Cristo cosmico di Paolo . . . . . . L'evoluzione di Ges . . . . . . . . . Fondatori ttizi . . . . . . . . . . . . Il Ges docetico . . . . . . . . . . . . Perch propendo per l'ipotesi mitica

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`Ges', un clone letterario di personaggi precedenti?

Paralleli con gure contemporanee . . . . . . . . Giudeo con i giudei, greco con i greci . . . . . . . Il Ges celeste precristiano e prepaolino di Filone Un cantico per Ges . . . . . . . . . . . . . . . .

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165

166 172 199 203

A Il Teorema di Bayes pi forte di Ges

205

Capitolo 1

Introduzione
L mitico

o scopo principale di questa breve introduzione al Ges


di diondere tra i lettori la consapevolezza del fat-

to che un dibattito sulla reale esistenza di Ges di Nazaret esiste ed tuttora in corso, che la prova di un Ges storico insuciente per provare la sua storicit all'origine del cristianesimo, e che possibile tentare una dimostrazione abbastanza persuasiva in favore di un personaggio mitologico e letterario che fu preso erroneamente per storico dai pi tardi cristiani. Per quell'obiettivo, inizio innanzitutto a riconsiderare lo stato dell'evidenza attuale nel dibattito. Solo dopo aver considerato le reali proporzioni della controversia recente sul Ges Storico, muovo a considerare la prevalente ipotesi alternativa del mito di Ges.

L'approccio pi comune, condiviso da studiosi cristiani e non cristiani, sempre stato di insistere che Ges fu un reale personaggio storico intorno al quale il mito stato costruito senza posa dai suoi ferventi seguaci. Spero di dimostrare che si tratta di una ipotesi poco probabile, o quantomeno di insinuare il dubbio nella granitica certezza della storicit di Ges. Allo stesso tempo, so bene che l'idea di un Ges Storico ha cos profondamente inquinato alla radice la coscienza comune che dicile sollevare un'ipotesi alternativa, un'ipotesi che non prevede l'esistenza storica di Ges all'origine del culto cristiano. In gran parte questa

CAPITOLO 1.

INTRODUZIONE

riluttanza naturale dovuta al fallimento degli studi storici attuali su Ges, culminati nella realizzazione che ogni ricercatore proietta ineluttabilmente il suo ritratto su Ges, creando un Ges Storico a propria immagine e somiglianza. Sfortunatamente, questa percezione distorta dell'immaterialit del passato reale, nel caso di Ges, servita solamente al tentativo apologetico di salvaguardare la sua realt storica dalle voraci critiche del razionalismo. La sua storicit non pu essere intaccata in alcun modo esattamente perch la stessa fede cristiana a fondarsi su di essa: Ges, vero Dio e vero uomo, morto sulla croce per i nostri peccati ed risorto.

Ma come non sono interessato a trarre conseguenze per la fede (al di l del ritenerla a priori pericolosa o meno) cos non sono affatto interessato ad ogni tentativo di recuperare una qualche gura storica che non si chiamava Ges ma qualcun altro, e che non fece pi o meno le cose narrate nei vangeli ma potrebbe in qualche modo ancora essere vagamente collegato alla tradizione che divenne pi tardi il nucleo del messaggio cristiano. Invece guarder al

personaggio di Ges che conosciamo dai vangeli, chiedendomi se almeno gli atti e gli episodi pi umili (e meno miracolosi) a lui attribuiti sono accaduti veramente e permettono di distinguere Ges da altri personaggi precedenti e/o mitici, pena altrimenti la completa dissoluzione della sua originalit. La risposta nale a

quest'ultimo, inquietante interrogativo non si trover in questo libro, il quale si preoccuper allora solo di assicurare ben salda la legittimit della domanda, cos da non permettere pi di eluderla vigliaccamente, ma di averla chiaramente di fronte a s:

dai

vangeli pu emergere l'originalit di una gura in grado di fugare ogni dubbio su di essa veicolato in primo luogo dalle lettere del pi grande, colossale Apostolo che abbia mai predicato il vangelo alle genti?

Sono dunque sempre aperto a cambiare in futuro le mie opi-

3
nioni. Al momento attuale, anche se ancora non posso rispondere con un s o con un no alla domanda di cui sopra, sono propenso a rispondere: no. Comunque mi disturba profondamente ogni pericoloso tentativo apologetico di diamare un'ipotesi senza portare argomenti contro o a favore. Assumere a priori che l'ipotesi del Mito di Cristo falsa, perch non apparsa aatto convincente la prima volta che stata esposta (foss'anche tale nella mia introduzione), e che ogni presentazione successiva della medesima teoria parimenti sbagliata in virt del fallimento della precedente, indice di un'avversione alla verit che non si pu non avversare a propria volta con estremo disprezzo.

Oggi, gioved 27 febbraio 2014, da qualche parte in Italia, Giuseppe Ferri

Capitolo 2

Teologi e apologeti travestiti da storici


U mo

n libro recente di Bart Ehrman, Did Jesus Exist?,1 coldi disprezzo verso la tesi del Mito di Ges. Un ex fon-

damentalista divenuto agnostico con propensioni atee , Ehrman pretende di non avere nessun legittimo interesse nel difendere la storicit di Ges, perch lui non cristiano. Critica i miticisti in quanto anti-cristiani, un'accusa spesso scagliata contro lo stesso Ehrman, e da lui puntualmente smentita. Dice soltanto di opporsi ad una comprensione evangelica fondamentalista e conservatrice del cristianesimo . Non ha mancato di denunciare il contenuto

pressoch totalmente apologetico dei libri di Ratzinger su Ges di Nazaret. Se non un protestante liberale, almeno un simpa-

tizzante. In tale ruolo, ha bisogno che un Ges storico si presti adeguatamente, come immagine di facciata, al proprio modello di studioso cosiddetto liberale (in contrapposizione a conservatore ). Inoltre, Ehrman ha scritto un libro su come Ges divenne Dio . Ovviamente, dev'esserci stato un Ges allo scopo per lui

di diventare tale. Bart Ehrman autore di altri parecchi libri divulgativi su Ges piuttosto popolari, se sono riusciti, nonostante l'ostentato spirito critico del loro autore, a venire stampati perno in Italia. Ehrman, dunque, come altri studiosi del Nuovo Testamento, ha un legittimo interesse, nel credere in un Ges storico,
1 Ges davvero esistito? Un'inchiesta storica,
Mondadori 2013.

CAPITOLO 2.

TEOLOGI E APOLOGETI TRAVESTITI DA STORICI

che sia professionale che personale. Questo fatto solleva un implicito problema nel ricercare l'esistenza storica di Ges. La professione degli studi del Nuovo Testamento dominata da cosa si potrebbe chiamare il Sindacato di Ges, i cui membri hanno tutti quanti costruito le loro carriere sullo studio del Ges storico. Sono comprensibilmente riluttanti a intrattenere anche solo per un attimo l'idea paradossale che non ci potrebbe essere stato nessun Ges storico da studiare. Come Ehrman stesso ammette, lui fu sorpreso di scoprire un intero corpo di letteratura dedicata alla questione se ci fu o no un uomo reale, Ges . Questo tipico. La gran parte degli studiosi del Nuovo Testamento non hanno mai neppure studiato la storicit di Ges. Con quale diritto, di grazia, possono pretendere di possedere esperienza su quella materia? Se i Sindacalisti di Ges non hanno mai esaminato la questione ma hanno semplicemente assunto nora la teoria che Ges esistito e poi hanno continuato a dedicare le loro vite professionali allo studio di quella gura, c' davvero poca ragione di accondiscendere al loro consensus su quella materia. Sembra essere piuttosto alla moda disprezzare chi fa libera indagine sotto la Tesi del Mito di Cristo e squalicarli come dilettanti allo sbaraglio. Numerosi di quei cosiddetti miticisti, comunque, sono specializzati nei campi appropriati. Robert Price stato un membro del Jesus Seminar. Harpur un ex prete anglicano e professore di Nuovo Testamento all'universit di Toronto. Thompson

un professore di studi biblici all'universit di Copenhagen, e un'autorit nel campo dell'Antico Testamento. Due altri qualicati miticisti sono Richard Carrier ed Hermann Detering. Thomas Brodie anche lui addirittura il fondatore di un prestigioso istituto accademico degli studi biblici, nonch prete cattolico. Per

non parlare di altri studiosi che non si vergognano di fare onesta professione di Jesus Agnosticism. E di altri ancora che non intendono, ancora per il momento, fare coming out in tale direzione scettico-minimalista.

7
Lo snobbismo intellettuale non la soluzione.

L'idea che Ges di Nazaret era veramente esistito stata negata non solo dai critici moderni, ma anche da comunit cristiane (oramai considerate eretiche) risalenti ai primordi del movimento cristiano. San Ignazio, per esempio, presunto martire cristiano vissuto agli inizi del secondo secolo, contrast l'eresia del docetismo, rea di negare la realt dell'incarnazione di Ges. I doceti cre-

devano che Ges era venuto solo nelle sembianze di un essere umano, ma in realt privo di un corpo materiale . Contro di loro, Ignazio ribad con tutte le forze di cui era capace la sua verit su Ges di Nazaret. T. R. Glover che lo animava: Uomini intorno a lui hanno parlato di un fantasma crocisso da soldati illusi tra ebrei illusi. - No! urla Ignazio, ancora e ancora, egli veramente risorse, veramente mangi e bevve, e non era un demone senza corpo niente di tutto ci apparente, tutto vero, vero, vero. Egli stato chiamato isterico - la morte davanti a lui, la realt del suo Signore negata, e solo il tempo per una parola  Veramente. A parte lo zelo di Ignazio,

3 ha descritto vividamente lo spirito

4 come si spiega che gli eretici cos

presto negavano la realt dell'Incarnazione? Infatti il docetismo non era una tarda eresia come le altre: gi l'epistola di Giovanni testimonia la sua minaccia: Carissimi, non prestate fede ad ogni spirito, ma mettete alla prova gli spiriti, per saggiare se provengono veramente da Dio, perch

molti falsi profeti sono venuti

nel mondo. In questo potete riconoscere lo Spirito di


2 dunque una specie di ologramma. 3 T. R. Glover, Conict of Religions in the Early Roman Empire
146, mia libera traduzione. (Boston: Beacon, 1960), pag.

4e

la strana enfasi riposta in un fatto che sarebbe dovuto essere quantomeno ovvio se un Ges

fosse esistito.

CAPITOLO 2.

TEOLOGI E APOLOGETI TRAVESTITI DA STORICI

Dio: ogni spirito che riconosce Ges Cristo venuto nella carne, da Dio;

ogni spirito che non riconosce

Ges, non da Dio. Questo lo spirito dell'anticristo che, come avete udito, viene, anzi gi nel mondo.
(1 Giovanni 4:1-3, mia enfasi) Questo un primo indizio che dovrebbe sorprenderci. Ges rappresent una novit incredibile. I suoi miracoli, la sua

morte e la sua risurrezione avrebbero dovuto turbare e intimorire. Anche la sua umilt e il suo messaggio morale sembravano qualcosa di nuovo. Ma forse, in realt, come ricorda Celso,

5 non

esisteva nulla della nuova dottrina che fosse davvero sorprendente per i suoi contemporanei. L'obiettivo di questo capitolo di rivelare che l'attuale consensus accademico  secondo il quale all'origine del cristianesimo risiede un Ges storico  non che il mero prodotto di una tendenza particolare della ricerca scientica, pi che una conclusione razionale (e dimostrata esser tale). Voglio dimostrare che esiste davvero una controversia moderna sulla storicit di Ges e che il verdetto nale non ancora stato pronunciato. Voglio convincere il lettore che l'ipotesi di un Ges storico all'origine del cristianesimo non la sola possibilit logica, perch esistono altre teorie almeno altrettanto plausibili che spiegano altrettanto validamente le origini della religione cristiana.

Innanzitutto, occorre serenamente riconoscere un puro e semplice fatto: che gli studiosi del Nuovo Testamento sono in mag5 cos
scriveva Celso nel II secolo: Poich in quel corpo c'era uno spirito divino, esso avrebbe dovuto comunque distinguersi da tutti gli altri corpi o per grandezza o per bellezza o per vigore o per tono di voce o per maestosit o per capacit di persuadere. infatti impossibile che un corpo che aveva in s una parte divina in misura maggiore degli altri non si distinguesse in nulla da un altro. Ma questo corpo di Ges non si dieriva in nulla da quello di un altro, anzi, come dicono, era piccolo, brutto e volgare. (Celso, Contro i Cristiani, Edizione speciale su licenza per Corriere della Sera, pag. 177-179, mia enfasi).

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gioranza cristiani. Per chi non cristiano, questo costituisce certamente un problema, dal momento che gli accademici cristiani hanno ogni motivo di promuovere l'autenticit del Ges dei vangeli. E perno studiosi non cristiani potrebbero avere dei legittimi motivi per simpatizzare con l'agenda chiaramente apologetica dei loro colleghi cristiani, data la loro posizione nel campo, e considerata la fonte del loro nanziamento. Come disse qualcuno:

 dicile spingere un uomo a comprendere una cosa, quando il suo salario dipende esattamente dal suo non comprendere quella cosa! .

6 E tuttavia, nonostante la quasi unanime difesa di un

Ges storico nell'ambito accademico, questo non ha impedito agli stessi accademici di far proliferare esponenzialmente il numero di Ges storici recuperati dietro la nebbia del Mito.

In merito a quest'ultimo aspetto, singolare che l'accademico J. D. Crossan, un ex religioso (e in quanto tale, come Ehrman, sospettabile di non essersi ancora del tutto liberato dall'appartenenza a quel mondo l) abbia sottolineato: Ma quell'assordante diversit un imbarazzo accademico. impossibile evitare il sospetto che la ricerca del Ges storico sia un posto davvero sicuro per fare teologia e chiamarla storia, per fare autobiograa e chiamarla biograa.

Si riferisce non solo alla malcelata agenda apologetica alle spalle dei suoi colleghi accademici, ma anche al vizio piuttosto frequente di rispecchiare il proprio s nel Ges Storico di turno recuperato. Eppure le fonti che gli studiosi usano sono, gira e rigira, sempre le stesse. Quindi dev'esserci qualcosa di strano con i loro metodi, con i loro strumenti usati, o con l'uso erroneo di quelli strumenti, se gli ouptut sono costantemente diversi a fronte degli stessi in23/scholars-shooting-their-own-side/#comment-11723
7 la 6 frase
tratta da un commento sul blog Vridar, a questo indirizzo:

http://vridar.org/2011/10/

http://www.patheos.com/blogs/wwjtd/2012/01/will-the-real-jesus-please-stand-up/.

citazione di Crossan (da me liberamente tradotta) riportata da Dave Fitzgerald all'indirizzo

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CAPITOLO 2.

TEOLOGI E APOLOGETI TRAVESTITI DA STORICI

put, al variare dello studioso in esame.

Esistono dunque vari metodi, e non tutti gli storici concordano sul loro uso. Alcuni metodi usati dagli studiosi potrebbero rivelarsi esempi di fallacie logiche, e questi devono essere denunciati come tali. Adarsi oltre il dovuto sulle opinioni degli accademici, invece che su un diretto esame di tutte le tracce disponibili, signica commettere la fallacia di appellarsi all'autorit. Una conclusione che non segue logicamente dalle premesse presentate invece un esempio di non-sequitur. La tesi del mito di Ges considerata marginale nella ricerca accademica. Basarsi su questa aermazione signica commettere la fallacia logica di appellarsi alla maggioranza, e dunque non pu valere aatto come prova contro il miticismo.

Le nostre fonti da interrogare si classicano in e

fonti primarie

fonti secondarie. Le fonti primarie sarebbero in generale resti

sici (ad esempio artefatti) o testimonianze (documenti scritti) create da testimoni oculari (o dallo stesso oggetto di investigazione), contemporanei agli eventi in questione. Tutti gli storici

riconoscono l'importanza delle fonti primarie rispetto alle fonti secondarie in virt del loro essere fonti dirette degli eventi desiderati. Mentre in generale le fonti primarie sono generalmente superiori e preferibili alle fonti secondarie, questo non impedisce che anche le fonti primarie siano aette da concezioni errate e inaccuratezze di vario tipo. Lo storico Richard Carrier si esprime cos sul perch il dubbio un prerequisito nella ricerca storica: L'apologeta evangelico Craig Blomberg pensa che ci si dovrebbe avvicinare a tutti i testi con completa ducia a meno che non avete una particolare ragione per dubitare di cosa dicono (The Historical Reliability of the Gospels, 1987, pag. 240-54). Nessun vero storico cos naive (si veda la Bibliograa). Non sono a conoscenza

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di nessuna opera antica che sia considerata completamente adabile. Esiste sempre una ragione per dubitare di ogni pretesa storica. Gli storici iniziano con sospetto non importa quali testi stanno consultando, e migliorano il grado iniziale del dubbio secondo numerosi fattori, compreso il genere, i meriti confermati dell'autore, la prova di un'onesta e adabile metodologia, il pregiudizio, la natura della pretesa (se un evento, un dettaglio comune o insolito, ecc.) e cos via.

Vale dunque la pena rammentare il monito di Cartesio,

De Omnibus Dubitandum
occorre dubitare di tutto .

Sebbene sono propenso a credere che la storia, per tutti gli obiettivi pratici, sia solo una una favola raccontata da un idiota, piena di rumore e di furore, che non signica nulla ,

9 tuttavia

la ritengo utile nella misura in cui permette di determinare cosa probabilmente accaduto nel lontano passato, perch conoscere cosa realmente accaduto impossibile.

fondamentale che il lettore comprenda la dierenza tra la storia e il passato. I due termini sono usati come sinonimi, ma in realt descrivono cose diverse.

Individui reali sono esistiti in un reale passato. Fecero cose reali. Vissero in luoghi reali, ebbero amici reali, sovrani reali, eserciti reali. Ma tutto svanito.

La storia creata nell'attimo presente. L'enfasi sulla parola creata . Contrariamente al dogma popolare, le tracce, anche se
8 Richard 9 William
Carrier, Did Jesus Exist? disponibile all'indirizzo mia libera traduzione. Shakespeare, Macbeth, atto V, scena V.

http://infidels.org/library/modern/richard_carrier/jesuspuzzle.html

Earl Doherty and the Argument to Ahistoricity (2002),

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CAPITOLO 2.

TEOLOGI E APOLOGETI TRAVESTITI DA STORICI

rimangono, non parlano mai per s stesse. Hanno sempre bisogno di qualcuno che le interpreti. E ogni storia una costante

creazione, da ripetere ogni secondo, quasi come un eterno atto di volont, e di continua scoperta.

Lo scopo dello storico di creare una storia che approssimi, per quanto gli riesca possibile, il passato reale. La comprensione del passato solo nella sua approssimazione, e tutte le conclusioni sono provvisorie. Anch il mio discorso abbia senso, sono necessarie delle regole. Regole pratiche. E certamente, come

spiegher pi avanti, quelle regole sono grottescamente (o dovrei dire apologeticamente ?) mancanti negli studi su Ges. Se esiste una convinzione che mi rende dogmatico (non me ne vorr il lettore) che procedere in tale maniera inaccettabile, e chiunque la pensa diversamente non ha nessun interesse nella storia.

Cos, con questa distinzione ben chiara in mente, esistono due domande da porre obbligatoriamente sulla storicit di Ges: 1. La genesi del cristianesimo (il passato reale) richiede un Ges alla sua origine? 2. Le nostre fonti richiedono una gura storica dietro di loro (storia)? L'ideale sarebbe aspettarsi una intersezione abbastanza grande tra quelle due domande. Un'intersezione tra il passato reale e

le nostre fonti storiche che sia possibilmente diversa dall'insieme vuoto.

Perch altrimenti meno sovrapposizione esiste tra ci che recuperiamo e ci che accadde davvero, meno tracce reali si possono ancorare nella nostra attuale conoscenza della realt, e dunque meno signicato hanno quelle due domande.

2.1.

L'ERRATA EQUAZIONE DELL'APOLOGETA JOHN P. MEIER

13

Possiamo solo interrogare cosa sopravvissuto  possiamo solo interrogare le nostre fonti. Se non si sovrappongono alla realt

conosciuta, allora ogni nostro interrogativo svuotato di senso e signicato, se mai ne avesse qualcuno. Senza tale legame tra storia e passato reale, i monumenti sono solo sassi, i testi solo storie.

Con questa distinzione in mente, vediamo allora un piccolo ma istruttivo esempio di quanto lontano nora si sono spinti gli accademici nel cercare di approssimare il passato.

2.1 L'errata equazione dell'apologeta John P. Meier


Lo storico, secondo l'accademico e prete cattolico John P. Meier, aronta, essenzialmente, due dicolt: determinare cosa reale , e cosa storico . La conoscenza della storia non la stessa cosa della conoscenza del reale, poich la storia solo una ricostruzione teorica e articiale ltrata dai documenti disponibili. Il reale invece ci che veramente accaduto nel passato. La storia tanto pi vera e certa , quanto pi interseca il dominio del reale, anche se la piena identicazione tra la storia (fenomenica) e il reale non si raggiunger mai. Perch il reale ad essere in ultima istanza irraggiungibile, una specie di noumeno kantiano. Come omaggio al relativismo post-moderno, non male.

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CAPITOLO 2.

TEOLOGI E APOLOGETI TRAVESTITI DA STORICI

Ne consegue che lo storico, per Meier, ha lo stesso problema nel conoscere qualcosa sul Ges reale e nel riconoscere qualcosa sul reale Reagan. E ha lo stesso problema nel conoscere qualcosa sul Ges storico e nel riconoscere qualcosa del Talete storico o dell'Apollonio di Tiana storico . D'altra parte, possiamo avvicinarci di pi al Reagan reale di quanto possiamo fare rispetto al Talete reale , perch abbiamo una gran quantit di materiale disponibile su Reagan, i suoi scritti autentici, i suoi discorsi registrati, le sue interviste rilasciate, i resoconti contemporanei, le notizie, i memoriali, le dicerie dell'epoca, gli archivi, e cos via, laddove invece tutto ci che sappiamo di Talete viene da riferimenti a lui e alle sue idee recuperati in pochissime opere antiche da parte di altri autori, come Aristotele e Diogene Laerzio. Ma il Reagan reale ancora si nasconde alla nostra vista, e cosa abbiamo tra le mani sono solo vari Reagan storici , tanti quante sono le interpretazioni dei vari storici.

Cos gli atei possono gurarsi il Ges reale secondo i loro gusti: un ridicolo e allucinato predicatore apocalittico fallito delirante e schizofrenico. E parimenti gli apologeti possono essere

liberi di immaginare nella ghiandola pineale di cartesiana memoria del Ges reale il link diretto nientemeno che alla Seconda Persona della Trinit, o qualcosa del genere. L'ascia di guerra tra cristiani e non cristiani seppellita, apparentemente.

Eppure, scrive il Meier: la dicolt di conoscere qualcosa su Ges deve essere situata nel pi grande contesto della dicolt di conoscere qualcosa circa Talete, Apollonio di Tiana, o qualsiasi altro personaggio dell'Antichit.

10

Siamo evidentemente meno capaci di costruirci un Talete storico


10 John
P. Meier, A Marginal Jew: Rethinking the Historical Jesus, volume 1, NY/London, 1991, pag. 24, mia libera traduzione.

2.1.

L'ERRATA EQUAZIONE DELL'APOLOGETA JOHN P. MEIER

15

o un Ges storico , perch i materiali su entrambi, come per la maggior parte delle gure antiche, sono scarsi e limitati.

Si presti la dovuta attenzione a come opera l'argomento del Meier.

 Passo 1:  Passo

il reale pi dicile da recuperare rispetto al-

lo storico ed essenzialmente inconoscibile, una sorta di noumeno kantiano: come con Ges, cos con Reagan.

2: lo storico diventa pi dicile da valutare nel-

la misura in cui il soggetto in questione assai remoto nel tempo: come con Ges, cos con Talete. Una conseguenza esiste da questo doppio confronto, ed che Ges tanto reale quanto Reagan ed tanto storico quanto Talete, ma il punto esplicito che ci sono meno dati di realt su Ges che su Reagan, ed egualmente meno dati storici su Ges che su Talete. E allora scopro che la prima questione da esaminare

da ogni libro che nora parla del Ges Storico  la questione se Ges esistito o non esistito  deve essere sbrigativamente e puntualmente elusa ridicolizzandola a dovere. E perch? Perch, mi viene risposto, la realt impossibile da recuperare, ed possibile ma dicilissima la ricostruzione della storia , cos dobbiamo assumerle entrambe per Ges, come facciamo con Reagan e con Talete.

Ma vado ad esaminare pi in profondit l'implicazione che Ges tanto storico quanto Talete, e che i dati storici disponibili su entrambi sono in egual misura assai scarsi. In generale, mi sembra pacico che tutte le gure antiche siano dicili da documentare, e occupano uno status storico relativamente pi dicile da immaginare rispetto a gure storiche pi recenti. Ma l'equazione tra il Ges storico e il Talete storico ad un tempo imprecisa ed errata, poich trascura una dierenza fondamentale tra le due gure.

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CAPITOLO 2.

TEOLOGI E APOLOGETI TRAVESTITI DA STORICI

L'equazione imprecisa perch

il tipo di letteratura che

abbiamo riguardo Ges qualitativamente diverso dal tipo di letteratura che abbiamo circa Talete.
E l'equazione errata perch colloca Ges sullo stesso livello di storicit occupato da Talete, quando un esame obiettivo e imparziale dello stato dell'evidenza, che tenga conto debitamente delle reali dierenze nella qualit della letteratura su ciascuna delle due gure,

non va aatto a collocare Ges e Talete sullo

stesso livello di storicit vericabile da occhi moderni.


I critici letterari sono soliti confrontare opere letterarie tra di loro per meglio distinguerli e spiegare le loro dierenze. Se si applica un confronto serrato del genere ai vangeli

11 e alla biograa
non

di Talete scritta da Diogene Laerzio (la principale informazione su Talete disponibile), arrivo a comprendere che quelle opere

sono neppure lontanamente simili nella loro natura letteraria e nel loro obiettivo.
Ovviamente,

i vangeli sono pieni zeppi di miracoli, of-

ferti al lettore per persuaderlo a credere pi volentieri. La trasformazione dell'acqua in vino, calmare la tempesta, camminare sulle acque, la trasgurazione, i miracoli, le resurrezioni, gli zombi, le ascensioni al cielo, ecc., ecc. Tutte storie conosciute ai cristiani, mentre quasi nessuno legge Diogene Laerzio. Ma al di l dell'accuratezza di Diogene Laerzio, balza subito all'occhio che i suoi fatti sono ovviamente di una natura dierente dai fatti del vangelo, e sono presentati in uno spirito del tutto diverso.

Non ci sono miracoli in Diogene Laerzio.

dente,

11 (la

principale informazione, per Meier, su Ges di Nazaret, e io aggiungerei

poich il Testimonium Flavianum e il Testimonium Taciteum sono tutte probabilmente

l'unica indipen-

interpolazioni cristiane, se non dipendenti su fonti cristiane.

2.1.

L'ERRATA EQUAZIONE DELL'APOLOGETA JOHN P. MEIER

17

Invece dei miracoli, veniamo a sapere i nomi dei genitori di Talete, il suo probabile luogo d'origine, i nomi dei suoi trattati sull'astronomia, le sue dottrine losoche basilari, le sue scoperte e i suoi esperimenti (come la misurazione dell'altezza delle piramidi), e robe del genere. E mentre procede, Diogene Laerzio

non fa altro che rivelare le fonti della sua informazione su Talete: Platone, Aristotele, Ippia, Pamla, Callimaco, Apollodoro, Eforo, Ermippo, e tanti altri. Mentre vero che quelle fonti non possono essere vericate perch tutte desolatamente perdute, la pratica di attribuire ciascuna informazione alla fonte corrispondente osservata costantemente in maniera non dissimile da un articolo accademico scientico dei giorni nostri. E la stessa calma che rassicura il lettore di quest'ultimo quando ad esempio si accorge chi viene citato in bibliograa a supporto di cosa vien dato per scontato senza dimostrazione, si ritrova leggendo Diogene Laerzio. L'accademico e lo scienziato che scrivono articoli da sottoporre alla peer-review non richiedono aatto dai lettori una cieca fede in quello che scrivono, e n necessitano di re-inventare la ruota, e pertanto indicano adeguatamente opportuni puntatori al lettore desideroso di vericare o vagliare personalmente la sua verica personale. Solamente Luca tra gli evangelisti adopera un linguaggio vagamente rassomigliante all'abitudine dell'attribuzione, e lo fa solo all'esordio del suo vangelo: Poich molti hanno cercato di raccontare con ordine gli avvenimenti che si sono compiuti in mezzo a noi, come ce li hanno trasmessi coloro che ne furono testimoni oculari n da principio e divennero ministri della Parola, ... (Luca 1:1-2) Anche in Luca il linguaggio della narrazione assai pi simile al linguaggio tipicamente associato ai raccontastorie: Al tempo di Erode, re della Giudea, vi era un sacerdote di nome Zaccaria,... (Luca 1:5)

18

CAPITOLO 2.

TEOLOGI E APOLOGETI TRAVESTITI DA STORICI

E i testimoni di Luca sembrano essere testimoni di qualcosa che potrebbe o non potrebbe riferirsi ad eventi reali: quindi testimoni e ministri

della Parola .

Il critico letterario di oggi riconoscerebbe all'istante e troverebbe signicativo il fatto che i vangeli da una parte, e la biograa di Talete a cura di Diogene Laerzio dall'altra, sono due tipi di libri totalmente diversi, la cui natura conduce a diverse conclusioni sulla adabilit dei fatti presentati da ciascuna. sicuramente ironico e paradossale che John P. Meier presenti un nto ossequio a questo importante principio del criticismo letterario, senza applicarlo veramente ai vangeli nel loro complesso, quando scrive: Il criticismo letterario contemporaneo fornisce un salutare monito rammentandoci di interrogare cos' la funzione letteraria di un verso o di una pericope nell'opera pi grande prima di dichiararla frettolosamente una fonte adabile di informazione storica.

12

Meier quindi intende limitare il ruolo del critico letterario all'analisi delle parti all'interno di interi (libri), riutandosi di commentare debitamente le dierenze tra interi, eppure ha appena concesso che la percezione della funzione ha un legame stretto con la considerazione di cosa va inteso fatto storico. E tuttavia sfortunatamente lo stesso John P. Meier rinnega quella cortesia intellettuale appena ostentata con quelle parole, dichiarando dogmaticamente che il riconoscimento della natura letteraria di un testo non ha assolutamente nulla da dire nella determinazione di cosa o non Fatto storico.

Poich John P. Meier non un critico letterario, i suoi lettori potranno perdonarlo.

12 A Marginal Jew,

pag. 12, mia libera traduzione.

2.1.

L'ERRATA EQUAZIONE DELL'APOLOGETA JOHN P. MEIER

19

Ma i lettori onesti non potranno mai perdonarlo quando scoprono che il suo ridimensionare il criticismo letterario, unito alla sua errata equazione di Reagan/Talete/Ges, meramente parte di una ben nota politica apologetica gi ampiamente collaudata nella ricerca del Ges storico, dove una metodologia pseudostorica si pone sfacciatamente al servizio della teologia e della fede religiosa.

Questa politica parte in pompa magna con la sottolineatura della povert relativa delle fonti storiche a disposizione  i limiti di Tacito, la problematicit del Testimonium Flavianum, la fantomatica fonte Q e l'ancor pi fantomatica tradizione orale, i vangeli apocri (soprattutto quelli)  per poi concludere, inevitabilmente e puntualmente: I quattro vangeli canonici risultano essere i soli grandi documenti contenenti blocchi signicativi di materiale adeguato ad una ricerca del Ges storico. Questa sar sempre la conclusione di coloro che nascondono un interesse nella storicit di Ges, ma il cui interesse di fatto tutto teologico e apologetico.

E perch, di grazia, il Ges storico si deve pescare dai quattro vangeli canonici e non dai vangeli apocri? Quanto a questi ultimi, la prevedibile obiezione va a puntare il dito inquisitorio sui loro innumerevoli episodi dove il Ges bambino crea con la creta 12 uccelli, per farli volare cinguettando al solo batter le mani, oppure dove il falegname Giuseppe sta allestendo una bara per un uomo ricco, e avendo solo due travi troppo corte, se li vede allungare magicamente della lunghezza esatta grazie al pronto intervento del bambin Ges. L'apologeta cristiano per una volta ci vede giusto, quando riconosce che materiale del genere ovviamente solo il prodotto della fervida immaginazione di un pio e devoto cristiano, e quin-

20

CAPITOLO 2.

TEOLOGI E APOLOGETI TRAVESTITI DA STORICI

di pu essere riutato come una fonte valida di informazione sul Ges storico. Dicilmente c' bisogno di far notare che

i vangeli canoniso-

ci contengono racconti non meno miracolosi, e che la


descrizione appena data calza loro a pennello, di essere cio

lo il prodotto della fervida immaginazione di un pio e devoto cristiano , e tuttavia non sono aatto, a dire il vero,
riutati come una fonte valida di informazione sul Ges storico dall'apologeta.

In questo caso, l'errore non quello di un John P. Meier o di un Mauro Pesce, cio l'incapacit di distinguere tra due diversi tipi di libri, bens consiste nel creare una falsa dicotomia tra due tipi di libri (i vangeli canonici e i vangeli apocri) che sono ovviamente (e signicativamente) simili. Senza dubbio si possono evidenziare delle dierenze tra i vangeli canonici e i vangeli apocri (i secondi sono lontani cronologicamente dagli ipotetici eventi descritti dai primi), ma di certo quella distinzione non pu essere sottolineata denunciando solamente la presenza di un episodio miracoloso. Perch, se eventi del genere smentiscono l'adabilit di un vangelo apocrifo, devono gelo canonico.

parimenti smentire l'adabilit di un van-

Un testo con un esordio del genere: Al tempo di Re-tal-dei-tali, c'era una volta un sacerdote chiamato Tal-dei-Tali subito riconoscibile come mera istanza di quella che si potrebbe benissimo chiamare tradizione del C'era una volta . C' sempre la possibilit che un libro di Storia inizi in questo modo, e tuttavia rimane il tipico esordio anche, e soprattutto, di abe e romanzi fantastici. Eccone alcuni esempi, tratti dalle abe dei fratelli Grimm:

2.1.

L'ERRATA EQUAZIONE DELL'APOLOGETA JOHN P. MEIER

21

C'era una volta un re che aveva un parco nel quale si trovava un albero che aveva delle mele d'oro. (L'uccello d'oro

13 )

C'era una volta in Svizzera un vecchio conte che aveva un unico glio. (I tre linguaggi

14 )

C'era una volta una principessa superba che non sapeva pi cosa inventare per appagare la sua alterigia. (L'indovinello Cos Luca: Al tempo di Erode, re della Giudea, c'era un sacerdote di nome Zaccaria,... (Luca 1:5) E cos il mito: E nacque dunque il Cos primissimo; e dopo, la Terra dall'ampio seno, sede perenne, sicura di tutti gli Di... (Esiodo, Teogonia II:116

15 )

16 )

Agli inizi del mondo c'era solo acqua. Whee-me-meowan, il Grande Capo Lass, viveva su nel cielo tutto solo. Quando decise di fare il mondo, venne gi in luoghi dove l'acqua poco profonda e cominci a tirar su grandi manciate di fango, che divennero la terraferma. (Mito degli Indiani Yakima
oro
13 l'esempio 14 l'esempio 15 l'esempio
preso da questo indirizzo:

17 )

http://www.grimmstories.com/it/grimm_fiabe/uccello_ http://www.grimmstories.com/it/grimm_fiabe/i_tre_ http://www.grimmstories.com/it/grimm_fiabe/

linguaggi

preso da questo indirizzo: preso da questo

indovinello

indirizzo:

16 l'esempio preso da questo indirizzo: http://digilander.libero.it/ilcrepuscolodeglidei/ testi/greci/Esiodo%20-%20Teogonia.pdf%20 17 l'esempio preso da questo indirizzo: http://www.croponline.org/indianidamerica.htm#MITO% 20DELLA%20CREAZIONE

22

CAPITOLO 2.

TEOLOGI E APOLOGETI TRAVESTITI DA STORICI

In principio Dio cre il cielo e la terra. Ora la terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l'abisso e lo spirito di Dio aleggiava sulle acque. (Genesi 1:1-2) Questo il racconto di come tutto era sospeso, tutto calmo, in silenzio; tutto immobile, tranquillo, e la distesa del cielo era vuota. (Popol Vuh

18 )

E, naturalmente, Giovanni: In principio era il Logos, il Logos era presso Dio, e il Logos era Dio. (Giovanni 1:1) Per contrasto, del tutto priva di ogni funzione mitica fondativa, la vita di Talete narrata da Diogene Laerzio inizia cos: Erodoto, Duride, e Democrito aermano che Talete ebbe come padre Essamias, come madre Cleobulina, della famiglia dei Telidi che sono Fenici ed i pi nobili discendenti di Cadmo ed Agenore. Fu anche uno dei sette sapienti come attesta anche Platone. Fu il primo ad essere chiamato sapiente sotto l'arconte Damasias in Atene, sotto il quale furono denominati sapienti anche i Sette, come dice Demetrio Falereo nella Lista degli arconti.

19

Si potrebbe forse pensare che l'informazione sui genitori in Diogene Laerzio sia pi adatta da confrontare con le genealogie presenti in Matteo o Luca, ma Luca fa risalire la genealogia a Dio, ed entrambi, Matteo e Luca, stanno preservando una tradizione dell'ascendenza davidica del Salvatore, laddove nessun principio teologico del genere informa l'informazione di Diogene Laerzio sui genitori e sulla citt-natale di Talete. Che Talete sia il glio di
18 l'esempio preso da questo indirizzo: http://it.wikipedia.org/wiki/Popol_Vuh 19 Diogene Laerzio, Vita dei loso, Capitolo I, 22, editori Laterza, Bari 1962, pag. 11.

2.2.

CRITERI DI AUTENTICIT O AUTENTICI CRITERI DI CONFUSIONE?

23

Essamias e Cleobulina non giova ad alcun interesse teologico di Diogene Laerzio, perch a priori costui privo di interessi teologici: non membro di una chiesa e come tale non vuole cooptarne altri.

Questi soli minuscoli esempi sono pi che sucienti a fare il mio punto: ovvero, che io ho il diritto di confrontare tra loro interi testi (e non solo le loro minuscole parti) prima di decidere sulla storicit dei loro contenuti, un'operazione che John P. Meier e altri accademici trascurano spesso e volentieri di riconoscere, per il timore che in questo modo venga messa in discussione la storicit degli eventi descritti nei vangeli, se non la stessa storicit di Ges.

C' dunque una dierenza tra un racconto la cui natura letteraria puramente inventata, perch magari un mito fondativo, e una biograa.

2.2 Criteri di autenticit o autentici criteri di confusione?


Fondamentale agli storicisti che non vogliono essere apologeti (gli unici cio degni di confrontare con i migliori scenari miticisti) e pur tuttavia vogliono gettare almeno un ebile spiraglio di luce su Ges qualche tecnica razionale che permetta di ltrare i fatti dalla nzione, la Storia dalla storiella. Il loro obiettivo di

trovare un'intersezione tra il Ges dei vangeli e il passato reale che permetta di recuperare un ritratto plausibile del Ges Storico , un'intersezione possibilmente non nulla.

Per trovare quell'intersezione, i ricercatori del Ges perduto, del passato e del presente, utilizzano che cosa sono oramai noti al grande pubblico come i

criteri di autenticit, usati per testare

24

CAPITOLO 2.

TEOLOGI E APOLOGETI TRAVESTITI DA STORICI

ogni elemento dei vangeli. L'insistenza sui criteri di autenticit ha contribuito certamente a conferire una parvenza dignitosa a chi non vuole essere e/o non vuole apparire un banale apologeta, una parvenza di obiettivit il cui sforzo , in linea di principio, apprezzabile. Tuttavia cosa non si deve assolutamente mai trascurare la semplice realt che quei criteri non sono stati vericati empiricamente. Naturalmente, la verica sarebbe impossibile con solo i vangeli alla mano, perch ovviamente non posso accedere alla cosiddetta tradizione orale no al momento della sua stesura nei vangeli, abbandonato all'eterno dubbio di cosa risale eettivamente a Ges, sia pure vagamente. Potrei per applicare quei criteri ad altri casi di cui so gi a priori la risposta, per vericare che funzionano dappertutto, ossia se mi permettono di separare con successo il fatto dalla fantasia. E invece no. Questo non permesso. Coloro che usano i criteri di autenticit ci chiedono di accettare senza atare l'utilizzo di quei criteri solo perch *sembrano* intuitivamente validi. I criteri, purtroppo, spesso appaiono del tutto contro-intuitivi e perci non ispirano aatto ducia nel risultato, perno quando applicati  con successo , ci viene assicurato  contemporaneamente. Esaminiamoli uno per uno.

Multipla attestazione: nella misura in cui abbiamo pi riferimenti indipendenti ad un evento, pi probabile la storicit di quell'evento.

In generale suona ragionevole come criterio, per nel caso di Ges a renderlo non valido la scarsit delle fonti su di lui in nostro possesso, e ancor pi scarse sono le fonti attestate da pi parti, e perno in quel caso stabilirne l'eettiva indipendenza incredibilmente dicile. I vangeli si basano l'uno sull'altro (in

2.2.

CRITERI DI AUTENTICIT O AUTENTICI CRITERI DI CONFUSIONE?

25

particolare su Marco) cos esiste il concreto rischio che non sono veramente il riesso di tradizioni indipedenti, e mi riferisco anche a ipotetiche fonti non-esistenti come Q, M e L. Su queste premesse cos insicure sdo chiunque a determinare qualcosa di autentico con certezza. Gli scritti dell'apostolo Paolo menzionano pochissimo della vita di Ges (e possono indicare un Ges di tutt'altra natura), mentre i riferimenti extrabiblici, oltre a risultare posteriori, sono eterno oggetto di dibattito, e n si pu escludere la possibilit che anche loro siano inuenzati da Marco e dagli altri vangeli (che si basano su Marco). Per giunta, il fatto che un detto o un aneddoto venga ripetuto spesso, o molteplicemente attestato , potrebbe stare a signicare niente pi del puro e semplice fatto che gli scrittori, al pari dei loro lettori, gradivano sentirlo ripetere. Pi che criterio di multipla attestazione, cosa ci impedisce di chiamarlo invece

criterio

di popolarit? Un detto o un episodio non sono necessariamente veri solo perch sono popolari presso chi scrive e presso i loro lettori. Tutto ci che abbiamo sono acritici testi devozionali o agiograci riempiti di dubbie dichiarazioni scritte decenni dopo il fatto da autori che non ci rivelano mai i loro metodi o le loro fonti. La Multipla Attestazione non pu mai guadagnare terreno su un tale orrido corpo di evidenza.

20

Imbarazzo/dissimilarit: insieme al criterio di dissimilarit,


il criterio di imbarazzo dice che se un detto o un evento presente nei vangeli imbarazzante per gli ebrei e/o per i primi cristiani (compresi gli stessi autori dei vangeli), allora probabilmente vero. L'idea sembra sensata dal momento che nessuno, ipoteticamente sottoposto ad un processo, farebbe mai un'aermazione contro il proprio interesse, se non vi fosse costretto da condizioni esterne
20 Richard
Carrier, Proving History:

Bayes's Theorem and the Quest for the Historical Jesus

(Amherst, NY: Prometheus Books, 2012), pag. 172-175, mia libera traduzione.

26

CAPITOLO 2.

TEOLOGI E APOLOGETI TRAVESTITI DA STORICI

impellenti.

E tuttavia andrebbe legittimamente applicato solo quando non si vedono all'orizzonte altre (anche solo) plausibili ragioni (per non dire pi probabili ) della presenza di motivi imbarazzanti nei vangeli, ad esempio per veicolare una certa idea su una certa virt di Ges (la sua umilt e sottomissione ai piani divini per esempio), per fornire una nota di realismo e credibilit nella narrazione, evitando il sospetto su un giudizio sempre positivo. In altre parole, un miscuglio di verit e bugie spesso pi credibile rispetto alle sole bugie. Inoltre c' un altro problema latente. Se si ritiene di applicare

con successo il criterio di imbarazzo, si deve ovviamente presupporre l'esistenza di una tradizione orale su Ges conuita almeno parzialmente nei vangeli. Ma tale tradizione deve essere stata tramandata da diverse comunit cristiane della prima ora, e lo stato dei fatti dimostra che il cristianesimo primitivo era diviso in innumerevoli fazioni (come pure lo erano le sette ebraiche marginali del tempo, si pensi agli esseni). Dunque l'imbarazzo relativo ad un detto o ad un evento del Ges dei vangeli potrebbe essere in realt l'imbarazzo di un detto o di un evento che

qualcun altro,

in passato, ha voluto attribuire a Ges per raorzare la propria autorit. Quel detto o quell'evento allora potrebbe essere nito nei vangeli non perch risale a Ges, ma come frutto di compromesso con tradizioni rivali. Quando un puro mito viene creato,

la causa potrebbe essere a volte la necessit di conciliare diversi interessi in conitto tra loro avanzati da diversi gruppi, ciascuno contendendosi il risultato nale. Il quale risultato potrebbe

essere quasi sempre il frutto mal riuscito della tentata (forzata) armonizzazione di interessi contrastanti all'interno di una singola narrazione mitica.

Il losofo Stephen Law si riuta di applicare i criteri di autenti-

2.2.

CRITERI DI AUTENTICIT O AUTENTICI CRITERI DI CONFUSIONE?

27

cit ai vangeli, notando che quei criteri non si possono usare per stabilire la verit dei dettagli su Ges o la sua stessa esistenza, e possono essere d'aiuto solamente a condizione di sapere gi dell'esistenza di Ges (da fonti extrabibliche). Riguardo al criterio di imbarazzo, Law menziona giustamente che non insolito da parte di una nuova religione pretendere la piena ducia nella presunta realt di fatti imbarazzanti e troppo radicali per il senso comune, portando come esempio

21 il fondatore di Scientology, L. Ron Hub22 la conoscenza di bard, il quale riserv per i suoi migliori iniziati
cosa avvenne circa 75 milioni di anni fa, ossia che Xenu, il feroce

governatore supremo della Confederazione Galattica, port sulla Terra diversi miliardi di alieni facendoli viaggiare su velivoli simili ai nostri DC-8 e uccidendoli all'interno di diversi vulcani usando delle bombe ad idrogeno. Al momento in cui scrivo, pare che

Scientology abbia in tutto il mondo 240000 seguaci.

Inne, in certi casi non neppure identicabile se una frase del vangelo davvero foriera di imbarazzo, almeno per i primi cristiani, e questo a causa della nostra frustrante ignoranza, dovuta alla scarsit delle fonti, del pensiero dell'antica chiesa.

Inoltre, come nota acutamente Carrier

23 , proprio l'esistenza di

un vangelo dimostra che l'eventuale imbarazzo di un detto o di un episodio superato dalla sua sola presenza in quel vangelo : illogica la prospettiva che qualche cristiano della prima ora (e ciascun evangelista lo era), scrivendo in piena autonomia, vada a scrivere delle storie che contraddicono la sua fede, storie che mirano precisamente a fondare quella fede! Carrier nota che ogni (ipotetica) ragione di preservare una frase in apparenza imbarazzante e tuttavia credibile compensata  se non addirittura superata  da
21 Stephen
28, n.2 Law,

Evidence,
disponibile

Miracles
a questo

and

the

Existence

published-in-faith-and-philosophy-2011.html

(2011),

indirizzo:

http://stephenlaw.blogspot.com/2012/04/

of

Jesus,

Faith

and

Philosophy

22 l'apostolo Paolo gli avrebbe chiamati i perfetti tra voi , 1 Corinzi 2:6. 23 Richard Carrier, Proving History: Bayes's Theorem and the Quest for the Historical Jesus

(Amherst, NY: Prometheus Books, 2012), pag.124.

28

CAPITOLO 2.

TEOLOGI E APOLOGETI TRAVESTITI DA STORICI

un altrettanto numero di ragioni per inventare quella frase: il fatto che storie apparentemente imbarazzanti si incastrino cos bene nello schema letterario, per servire a qualche obiettivo dei primi cristiani, potrebbe essere paradossalmente un indizio a favore della loro pura invenzione, non della loro storicit. Ad esempio, gli apologeti cristiani, e perno il pontece ad ogni Pasqua, amano ripetere il ritornello della testimonianza della risurrezione di Ges da parte delle donne come prova dell'intrinseca novit portata dal cristianesimo, a dispetto del (e quindi dissimile dal) duro trattamento e scarsa considerazione riservati alle donne (e non solo) nell'Antichit. Dimenticandosi troppo facil-

mente che, nello stesso vangelo, a Ges viene fatto dire che gli ultimi saranno i primi e i primi saranno gli ultimi , quindi non meraviglia che il privilegio di assistere per prima al Risorto venga dato alle donne

24 .

Il criterio di imbarazzo andrebbe chiamato

criterio di ironia

perch trascura del tutto il ruolo importante che gioca quell'eetto deliberato di drammatica ironia nel raccontare le storielle. La sprezzante ironia di Pilato, chi volete che vi liberi, Barabba o Ges cosiddetto Cristo ? (Matteo 27:17), verso il sedicente messia di turno superata dall'ironia drammatica di vedere quel disprezzo rivolto proprio alla gura di Ges
24 come

IL Cristo25 .

non meraviglia che a nire alla destra e alla sinistra di Ges, nella sua gloria , siano

due ladroni (si veda Marco 15:27-28) e non i due fedelissimi discepoli Giacomo e Giovanni che ne hanno fatto precipua richiesta: Gli si avvicinarono Giacomo e Giovanni, i gli di Zebedeo, dicendogli: Maestro, vogliamo che tu faccia per noi quello che ti chiederemo. alla tua destra e uno alla tua sinistra. Egli disse loro: Che cosa volete che io faccia per voi?. Gli risposero: Concedici di sedere, nella tua gloria, uno Ges disse loro: Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io bevo, o essere battezzati nel battesimo in cui io sono battezzato?. Gli risposero: Lo possiamo. E Ges disse loro: Il calice che io bevo anche voi lo berrete, e nel battesimo in cui io sono battezzato anche voi sarete battezzati. Ma sedere alla mia destra o alla mia sinistra non sta a me concederlo; per coloro per i quali stato preparato. Gli altri dieci, avendo sentito, cominciarono a indignarsi con Giacomo e Giovanni. Allora Ges li chiam a s e disse loro: Voi sapete che coloro i quali sono considerati i governanti delle nazioni dominano su di esse e i loro capi le opprimono. Tra voi per non cos; ma chi vuole diventare grande tra voi sar vostro servitore, e chi vuole essere il primo tra voi sar schiavo di tutti. Anche il Figlio dell'uomo infatti non venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti. (Marco 10:35-45).

25 cio,

IL Messia.

2.2.

CRITERI DI AUTENTICIT O AUTENTICI CRITERI DI CONFUSIONE?

29

Cosa il critico moderno trova imbarazzante, gli antichi potrebbero aver trovato invece fonte di ispirazione e di intrattenimento.

Coerenza: questo criterio chiama autentico un detto o un


aneddoto se coerente , cio se si adatta perfettamente, con un insieme di altri detti o episodi ritenuti gi autentici di per s. Suona simile al certo, quindi certo, per induzione. Natural-

mente cos si presuppone gratis di avere gi tra le mani il certo a cui poter l'indomani ricondurre l'incerto. Ma cosa garantisce che il materiale a cui viene comparato un dato elemento sia stato gi correttamente identicato a sua volta come autentico? In caso di errore nel caso base (quel detto o episodio gi ritenuto erroneamente autentico), l'errore si ripercuote ricorsivamente nel passo induttivo (nella valutazione cio degli altri detti o episodi). Il criterio di coerenza rischia di trasformarsi in un

criterio di

circolarit, perch non fa altro che confermare circoli viziosi e


non prova nulla, basandosi totalmente su delle ipotesi astratte. Inoltre non impressiona per nulla che delle fonti copiate da altre e nel frattempo evolutesi per loro conto debbano mostrare segni di coerenza , specie quando le fonti in questione sono separate nel tempo, spesso da interi decenni. Per di pi, con quale pretesa si pu decidere se un detto coerente con un altro detto?

Vividezza della narrazione: i vividi dettagli di una storia


confermano la sua natura di autentico rapporto verace da parte di veri testimoni oculari, o almeno questo ci che amano credere gli apologeti. Ma cosa impedisce ad un resoconto di un fatto

reale di essere al contrario corto, conciso, raccontato in prima persona? Viceversa, una pura invenzione letteraria pu essere eccessivamente dettagliata. Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco di George R. Martin sono straordinariamente vivide e dettagliate, ma questo non prova che Westeros o la Barriera esistano, o che certi detti risalgano per

30

CAPITOLO 2.

TEOLOGI E APOLOGETI TRAVESTITI DA STORICI

davvero a Mance Raider, Tyrion Lannister, Eddard Stark, o Jon Snow. Anche da un'opera fantasy, anzi soprattutto da un'opera fantasy, attesa vivacit dell'esposizione. O devo concludere che poich ho un intenso ritratto della personalit di Harry Potter mentre vive tristemente a Londra in mezzo ai babbani allora un personaggio davvero esistito? Per giunta, questo criterio contrasta totalmente con il criterio di

minima originalit (least


chiaro che

distinctiveness ), che dice esattamente l'opposto. con criteri del genere si pu dimostrare

tutto e il contrario

di tutto, ivi compresa l'autenticit di pressoch tutto il vangelo


come pure del Signore degli Anelli.

Il

criterio della crocissione assume del tutto gratuitaAltri criteri piut-

mente che Ges fu crocisso, perci che fu esistito per poter nire sulla croce, ridicolizzando la questione. tosto idioti sono il

criterio del contesto greco e il criterio

del contesto aramaico: perch credere che un grecismo o un


aramaismo attribuito a Ges risale ipso facto a Ges e non ad un evangelista che parla greco o aramaico, o addirittura ad una fonte pre-cristiana? Ges non era la sola persona del tempo che parlava aramaico, diamine! Usati insieme, quei criteri possono

confermare assurdamente l'autenticit di ogni detto della Bibbia ebraica e della sua versione greca, la Septuaginta, per non dire altri testi sacri di altre religioni.

Inne, i

criteri di plausibilit storica, plausibilit con-

testuale e probabilit naturale, per quanto corretti, sembrano esprimere confusamente il dovere di ogni storico di determinare cosa maggiormente plausibile, e per quel ne suciente ricorrere al calcolo bayesiano (si veda l'Appendice A) il quale raggiunge lo stesso scopo senza pagare in termini di fumosit ma al contrario guadagnando in chiarezza.

2.2.

CRITERI DI AUTENTICIT O AUTENTICI CRITERI DI CONFUSIONE?

31

strano davvero che i criteri di autenticit lavorino solo in una precisa direzione: autenticare solo e soltanto i detti dei vangeli. Mentre non esistono criteri di in-autenticit (quasi a dare un implicito motivo al cristiano di credere, se se la sente, a tutto quanto si propina nel vangelo, senza distinzioni di sorta tra parti fantasiose e non).

Inoltre ridicolo provare l'esistenza di Ges autenticando cosa disse, perch in questo modo, ad essere pignoli ma rigorosi sul piano logico, gi si assume a priori la sua storicit.

E meno male che il mero fatto che si parli di criteri di autenticit, almeno in principio, rivela la possibilit che non tutto della Bibbia sia autentico: ironico che gli apologeti travestiti da storici usino i criteri per provare l'esistenza del Ges dei vangeli (che per denizione associato al dogma dell'infallibilit dei vangeli), dal momento che proprio il loro utilizzo marcia contro l'esatta ragione della loro esistenza.

Se infatti gi si assume a priori l'esi-

stenza di Ges, a che serve usare i criteri per provare la sua esistenza?
I criteri di autenticit sono dunque inutili per provare la storicit di Ges.

Ma ammesso e non concesso che i criteri vengano utilizzati in maniera decisamente pi laica, per non autenticare i detti del vangelo, come fa lo studioso Gerd Ldemann, per il quale ben il 95% dei detti gesuani non risalgono veramente a Ges: questo motivo suciente per ritenere l'irrisorio rimanente 5% dei detti autentico ? Al contrario, quei detti rimanenti potrebbero ancora essere spuri. Se, come ipotizza Robert Price

26 , si applicassero i

criteri di autenticit ai milioni e milioni di Hadith, i detti attribuiti


26 Robert
M. Price, The Christ-Myth Theory and Its Problems (Cranford, NJ: American Atheist Press, 2011), pag. 327-328.

32

CAPITOLO 2.

TEOLOGI E APOLOGETI TRAVESTITI DA STORICI

al profeta Maometto e accumulatisi nella tradizione islamica in tutta la storia dell'Islam, verrebbe fuori che il rimanente milione di detti che riesce a superare indenne ogni test dei criteri ancora avremmo legittimo motivo di attribuirlo a Maometto, al quale, poverino, non sarebbe bastata una vita per pronunciarli tutti quanti!

Che una storia sia imbarazzante, descritta vivacemente, o che sia ripetuta pi di una volta non prova aatto che gli eventi ivi rappresentati sono veramente accaduti. Quei criteri si possono

applicare ad ogni opera di fantasia o di mitologia per recuperare detti e atti autentici . Carrier dimostra che impiegando il criterio di imbarazzo, gli studiosi possono confermare l'esistenza storica di gure mitologiche come gli di che muoiono e risorgono Attis (castrato), Inanna (denudata e stuprata) e Romolo (macchiatosi del sangue di suo fratello Remo ). Se si applica il criterio di imbarazzo ai vangeli dell'Infanzia (ad esempio il vangelo di Tommaso ), ne verrebbe fuori la conclusione che, poich imbarazzante sapere che Ges da piccolo uccise un suo coetaneo per un colpetto sulle spalle, allora deve essere autentico.

Non voglio citare, a questo punto, le parole di disincanto a cui arrivato lo storicista di turno in merito ai criteri. Forse il pi severo atto di accusa contro i criteri di autenticit e il loro uso scorretto da parte di teologi sotto mentite spoglie, rappresentato dalla enorme disparit di teorie spesso contrastanti tra loro, quella s imbarazzante, sull'identit di Ges, su cosa disse, su cosa fece, e sulla sua stessa esistenza.

E questo sarebbe il

fantomatico consensus al quale bisogna sottomettersi ?

2.3.

IL PRINCIPIO DI CONTAMINAZIONE DEL DUBBIO

33

2.3 Il principio di contaminazione del dubbio


interessante considerare cosa d agli accademici non-credenti (in opposizione ai credenti) cos tanta ducia nel rigettare cos gran parte dei vangeli (come gli eventi soprannaturali, ma pure il 95% dei detti gesuani, vedi Ldemann) e tuttavia abbracciare duciosamente la storicit delle parti che restano.

Abbiamo intuito, smontando uno ad uno i criteri di autenticit e smascherandoli per quello che sono (ovvero

autentici criteri

di confusione), come l'intersezione non nulla ricercata tra il


passato reale e il Ges dei vangeli (= l'insieme dei detti autentici) tenda a ridursi ad un unico punto di intersezione, ovvero la sola fede nella storicit di Ges (e al pi di qualche detto) svincolato del tutto dal contesto e dunque astratto, privo di signicato.

27

Ma perch mantenere ancora una tale ducia nell'esistenza di cos pochi punti di intersezione? Se si prova che un testo inventato in larga parte,

perch non gettare il dubbio sulla parte

restante invece di proclamarne dogmaticamente l'assoluta autenticit ? Il losofo Stephen Law ha pubbiclato un saggio davvero profondo e convincente,

28 , la cui lettura la consiglio caldamente al lettore,


principio di contaminahttp://stephenlaw.blogspot.com/2012/04/

dove illustra quello che chiama il

27 Ad esempio, dire che di Ges sappiamo solo per certo che mor sulla croce signica non dire nulla. 28 Stephen Law, Evidence, Miracles and the Existence of Jesus, Faith and Philosophy

published-in-faith-and-philosophy-2011.html

28,

n.2

(2011),

disponibile

questo

indirizzo:

34

CAPITOLO 2.

TEOLOGI E APOLOGETI TRAVESTITI DA STORICI

zione dimostrando che esistono molte, troppe pretese di eventi


soprannaturali intorno al Ges dei vangeli (in misura decisamente maggiore rispetto al numero di pretese simili fatte circa Alessandro Magno, per intenderci), molte delle quali sono cruciali alla storia (come la nascita verginale o la risurrezione), pretese che dovrebbero incoraggiare anche una posizione scettica sulle dichiarazioni pi banali e apparentemente non in conitto con le leggi naturali.

Dunque in presenza di documenti con una preoccupante quantit elevata di rivendicazioni incredibili non abbiamo alcun motivo di serbare ducia

anche alle aermazioni pi banali che vengono

fatte in quei documenti, senza alcuna conferma esterna adabile: il materiale falso di quei documenti quindi contamina il materiale restante di un accresciuto (e soprattutto giusticato ) sospetto. Law espone tutte le obiezioni ragionevoli e fornisce alcuni esempi che provano la sua tesi.

Law quindi critica gli accademici che ritengono irragionevoli i miticisti, e denuncia il goo tentativo di parentesizzare le porzioni soprannaturali dei vangeli al ne di ricavare, per contrasto, la verit delle pretese pi umili e mondane (come la mera esistenza del Ges storico), alcuni apologeti spingendosi addirittura ad utilizzare poi quelli stessi fatti fermamente stabiliti per inferire , ancor pi goamente

29 , la verit delle porzioni mira-

colose in precedenza omesse. Raphael Lataster paragona questa deduzione al caso di Harry Potter :

ovvio che le battaglie di magia, i mangiatori di morte, Lord Voldemort e i centauri sono non-storici, ma il materiale intorno ad Harry Potter che vive a Londra
29 trovo
particolarmente oensivo, al riguardo, che lo stesso John P. Meier, a pag. 631 del suo A

Marginal Jew: Rethinking the Historical Jesus (New York: Doubleday, 1994), si azzardi ad insinuare
che il criterio di multipla attestazione e il criterio di coerenza potrebbero confermare addirittura i miracoli di Ges! Come prova che un mostro sacro degli studi biblici sia in realt un mero apologeta cristiano pi che suciente!

2.3.

IL PRINCIPIO DI CONTAMINAZIONE DEL DUBBIO

35

con lo zio e il cugino adottivi possibile, cos deve essere vero!

30

Lavoro ben fatto! Benvenuti nell'accademia degli studi biblici del Nuovo Testamento!

L'esempio proposto da Stephen Law un curioso esperimento mentale. Invito il lettore a porsi i medesimi, profondi interrogativi nali sul Ges dei vangeli:

Il caso del sesto isolano31


Si supponga che cinque persone sono recuperate da una vasta isola altrimenti disabitata su cui erano naufragati dieci anni prima. Il gruppo dei naufraghi sapeva che se fossero riusciti a sopravvivere sarebbero stati inne recuperati, infatti sapevano che l'isola era una riserva naturale visitata da ecologisti ogni dieci anni.

Man mano che gli isolani raccontano le loro storie, parlano di racconti impressionanti a proposito di un sesto isolano naufragato insieme a loro. Questa persona, aermano, presto si dierenzi dagli altri eseguendo miracoli straordinari - camminando sul mare, curando miracolosamente uno degli isolani che era morto a causa di un morso di serpente, materializzando grandi quantit di cibo da chiss dove, e cos via. Il misterioso sesto isolano aveva anche originali vedute etiche che, sia pure non ortodosse,
30 Raphael
Lataster, There was no Jesus, there is no God, 2013, pag.29. In una nota lo stesso Lataster scrive: Potremo anche usare il criterio di imbarazzo. La saga di Harry Potter tende a deDato che anche

scrivere i babbani (esseri umani non magici) negativamente, come possiamo vedere dalle storie della sua vita precedente a Londra con i suoi parenti adottivi. fatto imbarazzante, cos dev'essere tutto vero... l'autrice delle storie a sua volta un babbano, lei senza alcun dubbio troverebbe questo

31 Stephen

Law, mia libera traduzione da Evidence, Miracles and the Existence of Jesus, Faith and

04/published-in-faith-and-philosophy-2011.html

Philosophy 28, n.2 (2011), disponibile a questo indirizzo:

http://stephenlaw.blogspot.com/2012/

36

CAPITOLO 2.

TEOLOGI E APOLOGETI TRAVESTITI DA STORICI

vennero inne entusiasticamente abbracciate dagli altri isolani. Inne, numerosi anni fa, il sesto isolano mor,

ma ritorn in vita tre giorni pi tardi, dopodich ascese al cielo. Fu anche visto nuovamente parecchie volte dopo.

Inserisci alcuni ulteriori dettagli in questo ipotetico scenario. Si supponga che i cinque isolani comunicano

pressoch la stessa storia circa il riverito sesto isolano del loro gruppo. Mentre si dierenziano nello stile, i loro In verit, un ri-

resoconti sono estesamente coerenti.

tratto vivido ed energico del sesto isolano emerge dalla loro testimonianza collettiva, contenente tanti parecchi dettagli quanti, diciamo, ne contengono i racconti evangelici riguardo a Ges.

Ancor pi interessante, le storie circa il sesto isolano comprendono anche un numero di dettagli che sono inopportuni e imbarazzanti per gli isolani rimasti. In verit, tutti loro concordano che due degli isolani sopravvissuti in realt tradirono e uccisero il sesto isolano. Inoltre, alcuni degli atti in apparenza eseguiti dal sesto isolano sono chiaramente in contrasto con cosa i reduci credevano sul suo conto (per esempio, nonostante ritengano il sesto isolano del tutto privo di malvagit, gli attribuiscono azioni che sono apparse deliberatamente crudeli, azioni che loro, successivamente, hanno dicolt a spiegare). Sembra che poteva dicilmente essere nei loro

interessi inventare quei dettagli.

Tale la loro ammirazione per il loro sesto compagno e le sue non ortodosse vedute etiche che i reduci cercano ostinatamente in tutti i modi di convincerci che ogni cosa che aermano sia vera, e che importante che anche noi

2.3.

IL PRINCIPIO DI CONTAMINAZIONE DEL DUBBIO

37
In verit,

veniamo ad abbracciare il suo insegnamento.

per il partito dei naufraghi recuperati, il sesto isolano una riverita gura di culto, una gura che loro desiderano che riveriamo anche noi.

Ora si supponga che non abbiamo ancora tuttavia nessuna buona prova indipendente dell'esistenza del sesto isolano, tanto meno che egli esegu i miracoli a lui attribuiti. Cosa dovrebbe essere la nostra attitudine verso quelle varie aermazioni?

Chiaramente, dovremmo giustamente essere scettici circa le parti miracolose della testimonianza riguardante il sesto isolano. La loro testimonianza collettiva non

aatto una prova abbastanza buona della realt di tali eventi. Ma cosa dire dell'esistenza del sesto isolano? ragionevole credere, solamente sulla base di questa testimonianza, che almeno il sesto isolano fu una persona reale, piuttosto che una delusione, un'invenzione deliberatamente inventata, o qualsiasi altra cosa?

Si noti che l'evidenza presentata dai cinque isolani soddisfa i tre criteri discussi in precedenza.

In primo luogo, abbiamo multipla attestazione: non uno, ma cinque individui aermano che il sesto isolano esistito (inoltre, si noti che stiamo avendo a che fare con i presunti testimoni oculari stessi, piuttosto che con rapporti di seconda o terza mano, cos non c' nessuna possibilit dell'altrui alterazione della storia originale, come esiste nel caso della testimonianza del Nuovo Testamento).

38

CAPITOLO 2.

TEOLOGI E APOLOGETI TRAVESTITI DA STORICI

In secondo luogo, i loro rapporti contengono dettagli che sono chiaramente altamente imbarazzanti per (in verit, che seriamente incriminano) i narratori. Questo solleva la domanda: perch gli isolani includerebbero deliberatamente tali dettagli in una storia fabbricata - una storia che ad esempio chiaramente in tensione con cosa credevano circa il loro eroe, e che, invero, descrive anche loro come traditori assassini?

In terzo luogo, perch essi attribuirebbero al sesto isolano vedute etiche non ortodosse e altre vedute davvero molto discontinue con il sapere comune? Se, per esempio, il sesto isolano fosse un'invenzione designata a elevarli in qualit di principali guru di un nuovo culto, essi attribuirebbero al loro leader mitico vedute troppo improbabili per essere facilmente accettate da altri?

C' poco dubbio che ci possa essere stato un sesto isolano che disse e fece alcune delle cose a lui attribuite. Ma domanda a te stesso: la testimonianza collettiva del partito dei reduci pone l'esistenza del sesto isolano al di l di ogni ragionevole dubbio? Se non al di l di ogni

ragionevole dubbio, almeno la sua esistenza qualcosa che sarebbe ragionevole da parte nostra accettare? O

sarebbe pi saggio per noi, a questo punto, trattenere il giudizio e adottare un'istanza scettica?

Una volta denunciati i dubbi metodi usati da parecchi studiosi biblici e messo in discussione le loro ragioni, il momento di esaminare le fonti utilizzare per stabilire i fatti circa Ges.

Capitolo 3

Fonti limitate, oscure, ambigue e di seconda mano


I no

n questo capitolo, numerosi interrogativi che insinueranil dubbio sui dettagli della vita di Ges saranno discussi,

come il silenzio che circonda la sua gura, e l'inadeguatezza delle fonti storiche esistenti. Da ultimo, analizzeremo il genere dei vangeli, per mostrare come sono tutt'altro che obiettive e accurate biograe.

3.1 Un profondo silenzio


Uno dei problemi pi curiosi che lo storico aronta quando si accinge a ricercare Ges non creato dalle fonti, ma dall'assenza di fonti. Non esiste nessun riferimento extrabiblico a Ges che

contemporaneo e da parte di testimoni oculari. Assolutamente nessuno. E anche quando si entra nel Nuovo Testamento, non

esistono fonti primarie di alcuna specie a testimoniare la vita di Ges. Quei libri furono scritti decenni dopo la morte di Ges, e non ci orono dirette testimonianze oculari. Ricordiamoci che i vangeli sono scritti da autori anonimi. Bart Ehrman ad esempio, ha riconosciuto il relativo silenzio storico su Ges: Che sorta di cose gli autori pagani del tempo di Ges hanno da dire intorno a lui? Nulla. Tanto strano quanto

39

40CAPITOLO 3.

FONTI LIMITATE, OSCURE, AMBIGUE E DI SECONDA MANO

potrebbe sembrare, non esiste alcuna menzione di Ges da nessuno dei suoi contemporanei pagani. Non esiste

nessun ricordo della nascita, nessuna trascrizione del processo, nessun certicato della morte; non esiste nessun' espressione di interesse, nessun'odiosa calunnia, nessun riferimento di passaggio  niente. In realt, se estendiamo il nostro campo di interesse agli anni dopo la sua morte  ance se includiamo l'intero primo secolo dell'Era Comune  non esiste neanche un solitario riferimento a Ges in una qualunque fonte non-cristiana, non-ebraica di qualsiasi tipo. Io dovrei sottolineare che abbiamo un vasto numero di documenti del tempo  gli scritti di poeti, loso, storici, scienziati, e uciali governativi, per esempio, per non menzionare la vasta collezione di iscrizioni sulla pietra e di lettere private e documenti legali di papiro. In nessuno di quest'ampia la di scritti sopravvissuti il nome di Ges viene mai menzionato.

Stranamente, lo stesso Ehrman pi tardi avrebbe rilasciato la seguente dichiarazione: Rispetto a Ges, abbiamo numerose testimonianze indipendenti della sua vita nelle fonti che si nascondono dietro i vangeli (e gli scritti di Paolo)  fonti che si originarono in aramaico, la lingua nativa di Ges e che si possono datare entro un anno o due della sua esistenza (prima che la religione si spost a convertire i pagani in massa). Le fonti storiche come quelle sono abbastanza impressionanti per una gura antica di qualsiasi tipo.

Questa aermazione allude alle fonti ipotetiche che Ehrman crede siano esistite, come egli spiega nel suo Did Jesus Exist?, e quindi
1 Bart 2 The
D. Ehrman, Jesus: Apocalyptic Prophet of the New Millennium (Oxford: Oxford University Hungton Post Did Jesus Exist?,

Press, 1999), pag. 56-57, mia libera traduzione.

did-jesus-exist_b_1349544.html

http://www.uffingtonpost.com/bart-d-ehrman/

mia libera traduzione.

3.1.

UN PROFONDO SILENZIO

41 3

non per nulla convincente.

Per di pi, perno quelle fonti non-esistenti non sono contemporanee, ma verrebbero subito dopo la morte di Ges. Quelle fonti non-esistenti dovrebbero essere per noi altrettanto non convincenti come le fonti non-esistenti che provano che Ercole era esistito e aveva compiuto tante grandi imprese. Gli studiosi moderni e gli storici non hanno accesso a quelle ipotetiche fonti dietro i vangeli (o gli scritti di Paolo). Non sono riusciti, a dire il vero, neppure a datare quelle fonti non-esistenti. Ovviamente quelle fonti non possono essere datate. Nessuno studioso serio considererebbe impressionanti le numerosi fonti non-esistenti di Ehrman. Possiamo speculare tutto il tempo per gurarci perch rispettati studiosi biblici come Ehrman sentirebbero il bisogno di fabbricare delle prove che non esistono, perch i dettagli della vita di Ges non possono venire ragionevolmente messi in discussione, sulla base delle tracce disponibili. In altre parole, se la prova dell'esistenza di Ges fosse cos inattaccabile, non ci sarebbe aatto necessit di basarsi su quelle fonti immaginarie.

La discussione del Ges storico limitata generalmente a documenti scritti da altri individui, molto tempo dopo gli eventi della sua esistenza, in quanto tutto ci di cui disponiamo. La certezza non si pu ottenere mediante documenti ipotetici, e non esistono artefatti disponibili come per esempio la sua tomba, una scultura o un dipinto che lo ragurano, o uno scritto di suo pugno.

Le fonti su Ges sono, nel caso migliore, fonti secondarie. Punto. I pi antichi riferimenti extra-biblici (ovvero alcuni passaggi delle opere di Flavio Giuseppe e di Tacito) compaiono decenni dopo i supposti eventi.
3 Bart 4 Bart
HarperOne, 2012), pag. 77-82. D. Ehrman, Did Jesus Exist?: The Historical Argument for Jesus of Nazareth (New York: HarperOne, 2012), pag. 42-46.

I libri del Nuovo Testamento vengono

D. Ehrman, Did Jesus Exist?: The Historical Argument for Jesus of Nazareth (New York:

42CAPITOLO 3.

FONTI LIMITATE, OSCURE, AMBIGUE E DI SECONDA MANO

dopo alcuni decenni, o perno dopo quasi un secolo, dai presunti eventi della vita di Ges.

5 Nessuna di quelle fonti contempo-

ranea, e n si pu ritenere il suo autore un testimone oculare di cosa scrive.

davvero improbabile, infatti, che una qualunque delle fonti su Ges sia stata scritta da testimoni oculari. Poich Flavio Giuseppe e Tacito erano entrambi nati dopo la presunta morte di Ges (intorno al 30 EC), Paolo non aerma mai di essere un testimone oculare (anzi pretende che le sue fonti sono puramente soprannaturali ), i vangeli canonici sono scritti da autori anonimi, e nemmeno loro aermano di essere testimoni oculari, non esiste nessuna ragione per credere di avere accesso a qualche racconto di un testimone oculare. Alcuni apologeti pretendono che gli autori dei vangeli attinsero su vasta scala al ricordo di testimoni oculari (qualcosa di cui non esiste nessuna prova), scordandosi chiaramente che questo a sua volta sta a signicare, ancora una volta, che i vangeli stessi non sono scritti da testimoni oculari, e dunque sono fonti secondarie, nel caso migliore.

Hector Avalos sottolinea che le fonti greco-romane usate come una conferma indipendente della storicit di Ges dipendono tutti su manoscritti datati al Medioevo, orendo una ghiotta occasione alla manipolazione creativa dell'interpolatore di turno.

7 E

lo stesso accade per i libri del Nuovo Testamento: le copie a cui abbiamo accesso sono assai posteriori cronologicamente rispetto alle presunte date della stesura dei corrispondenti originali. Esiste una totale assenza di fonti primarie quando si passa a considera5 Bart 6
D. Ehrman, Did Jesus Exist?: The Historical Argument for Jesus of Nazareth (New York: HarperOne, 2012), pag. 48.

Vi dichiaro, fratelli, che il Vangelo da me annunciato non segue un modello umano; infatti io non l'ho ricevuto n l'ho imparato da uomini, ma per rivelazione di Ges Cristo. (Galati 1:11-12)

7 Hector

Havalos, Why biblical studies must die, in The End of Christianity, di John W. Loftus,

Amherst, NY: Prometheus Books, 2011, pag. 74.

3.1.

UN PROFONDO SILENZIO

43

re Ges. Questo fatto riconosciuto generalmente dagli studiosi critici. Cosa invece oggetto di forte dibattito

quanto si-

gnicativo, quanto profondo, quanto inatteso si deve considerare questo silenzio su Ges. Il solito ritornello del
tipo esiste pi prova di Ges di quanta esiste per ogni altra gura della storia completamente falso (Giulio Cesare, ad esempio, testimoniato da numerose fonti primarie), oltre che irrilevante (la traccia storica lasciata da Socrate non cos buona come quella di Cesare, ma miliardi di individui non proclamano aatto la sua divinit). A gettare il dubbio sono solo le fonti disponibili su Ges, il loro eettivo grado di adabilit, quanta ducia meritano veramente, e in che misura.

Dunque ogni argomento che trascura l'importanza delle fonti primarie riguardo a Ges deve essere rigettato perch del tutto falso. Un argomento del genere pu essere considerato ragionevole solo da folli apologeti cristiani, ovvero gente che ha riconosciuto implicitamente la totale mancanza di fonti primarie e ne ovviamente disturbata nei propri interessi. Secondo i migliori storici, le fonti primarie sono della pi fontamentale importanza. Il semplice buon senso indica chiaramente che i documenti contemporanei, scritti da testimoni oculari (meglio se disinteressati), sarebbero in generale pi degni di ducia di resoconti interessati da parte di testimoni non del fatto, ma che scrivono anzi decenni dopo il fatto. E se le fonti primarie sono di cos vitale importanza per ogni antica questione storica, a maggior ragione vedrebbero aumentata a dismisura la loro importanza quando ci domandiamo cosa c' di storico riguardo ad un Figlio di Dio che mor per i nostri peccati e pretende la nostra conversione all'unico, vero Dio!

Ora, quando si perviene a Ges, i vari interrogativi che ci si pone a proposito delle fonti primarie si possono applicare solo a ci che abbiamo, ovvero solamente a delle fonti secondarie. E

44CAPITOLO 3.

FONTI LIMITATE, OSCURE, AMBIGUE E DI SECONDA MANO

questi interrogativi da fare alle nostre fonti secondarie non sempre hanno una risposta, in virt del fatto che richiedono un confronto continuo con le fonti primarie non in pi in nostro possesso, e forse nemmeno esistite. Considerando tutte queste dicolt,

questo sta a signicare che la perdita di fonti primarie implica che

ogni cosa che si dica di Ges non si pu dirlo aatto con certezza, senza far torto alla propria intelligenza.
Considerandola da una prospettiva critica, questa situazione da sola giustica i nostri pi reconditi dubbi intorno al racconto della presunta esistenza di Ges, sempre se Ges avesse mai veramente avuto un'esistenza storica.

Un'ipotesi che potrebbe alleviare in parte questo problema teorizza l'esistenza di un'adabile tradizione orale che si origina durante e subito dopo l'esistenza terrena di Ges, e in ultima istanza depositatasi nei vangeli. Tali tradizioni orali sono solamente

ipotetiche, non possono essere esaminate criticamente, e quindi


neppure possono venir prese seriamente, in confronto alla prova portata da una fonte primaria. Non bisogna aatto condividere la fede ingiusticata degli studiosi nell'adabilit di una tradizione orale.

Il fatto che siamo limitati ai testi scritti signica che non possiamo mai ricostruirre le modiche che accaddero durante la trasmissione orale: perci non bisogna derivare le proprie conclusioni su ipotesi infondate e ingannevoli che ruotano attorno alla tradizione orale.

Gli studiosi non hanno mai provato che il cristianesimo antico or le condizioni sociali o istituzionali che avrebbero permesso un'accurata memorizzazione del materiale orale. E senza una forte prova del contrario, qualunque teoria di una presunta tradizione orale rimarr altamente dubbia. Ehrman stesso ha anche criticato

3.1.

UN PROFONDO SILENZIO

45

gli studiosi che si adano sulla tradizione orale, notando che le storie sono plasmate in relazione all'epoca e alle circostanze nelle quali vengono raccontate .

Un'altra difesa popolare contro un cos soverchiante silenzio intorno al Ges storico potrebbe essere la negazione del nostro diritto di aspettarci fonti primarie. Vari studiosi riutano questa pretesa, asserendo che se Ges fu una gura storicamente rilevante, qualcuno avrebbe scritto su di lui, in un'epoca quando esistevano molti storici e autori (come Filone di Alessandria), e specialmente considerando le aermazioni evangeliche della notevole fama di Ges, le controversie in cui era coinvolto, i miracoli che compiva e le altre grandi imprese. Avere o no il diritto di aspettarsi una prova diretta di Ges non nemmeno il punto pi importante. Il fatto che, per dirla tutta:

nessuna prova nessuna prova.

Possono esistere innumerevoli spiegazioni del perch non abbiamo fonti primarie della vita di Ges. Alcune di quelle spiegazioni possono perno essere valide. Ma la loro eventuale validit non risolve il problema. Esiste ancora un'assenza

totale di fonti pri-

marie, e gli studiosi devono accettare i limiti naturali implicati da una situazione del genere: nulla si pu sapere di Ges con certezza.

Hector Avalos concorda, e va cos lontano da ritenere futile ogni ulteriore progresso nella ricerca del Ges storico perch semplicemente non abbiamo

nessun racconto preservato di Ges dal 9 suo proprio tempo o da qualche provato testimone oculare .
I miticisti possono far pressione sull'argomento del silenzio in maniera pi esigente, ovvero convincendoci della quasi dogmatica legittimit del nostro Diritto ad aspettarci i resti di autentiche
8 Bart
D. Ehrman, The Lost Gospel of Judas Iscariot : A New Look at Betrayer and Betrayed: A Havalos, Why biblical studies must die, in The End of Christianity, di John W. Loftus,

New Look at Betrayer and Betrayed, Oxford University Press, 2011, pag. 36, mia libera traduzione.

9 Hector

Amherst, NY: Prometheus Books, 2011, pag. 79, mia libera traduzione.

46CAPITOLO 3.

FONTI LIMITATE, OSCURE, AMBIGUE E DI SECONDA MANO

tracce lasciate da un Ges storico

10 e lo possono fare sottolineando

senza posa i soverchianti silenzi e i sospettosi buchi nei documenti degli autori antichi che scrivono intorno ad eventi accaduti durante la presunta esistenza terrena di Ges. Filone di Alessandria ad esempio, non fa alcuna menzione di Ges o dei suoi seguaci. E neppure la fa Seneca, un contemporaneo di Ges, che pure si dilunga un p a parlare di crocissione, tuttavia trascura di parlare dell'evento che sarebbe divenuto il pi famoso esempio di quella feroce pena capitale (Lettere a Lucilio, Libri XVII-XVIII, 101).

Lo giudicherei spregevolissimo, se volesse vivere no al supplizio della croce: tu, egli dice, storpiami pure, purch la vita rimanga in un corpo disfatto ed inetto; deformami pure, purch ad un essere mostruoso e sgurato si conceda un p pi di tempo da vivere; appendimi pure e mettimi sopra una croce appuntita perch io mi posi sopra: val la pena di fasciare la propria ferita e di penzolare disteso sul patibolo, pur di rinviare ci che nelle disgrazie la cosa migliore, la ne della soerenza? val la pena di vivere soltanto per morire? Che cosa potresti augurare a costui, se non che gli di gli siano condiscendenti?

11

interessante dare un'occhiata a quali eventi uno come Seneca considerava signcativi sul piano storico, per le future generazioni (Lettere a Lucilio, Libro VIII, 70):

12

...uomini di umilissima condizione con uno slancio pieno di ardimento si misero al sicuro, e non avendo potuto morire a piacere n scegliere secondo il loro desiderio
10 perch,
come recita la citazione iniziale di questo scritto: un uomo lascia sempre tracce, e n sarebbe un uomo, se non avesse neppure un'ombra .

11 Lucio 12 Lucio

Anneo Seneca, Lettere a Lucilio, a cura di Umberto Boella (Unione Tipograco-Editrice Anneo Seneca, Lettere a Lucilio, a cura di Umberto Boella (Unione Tipograco-Editrice

Torinese, 1998), pag. 807. Torinese, 1998), pag. 413.

3.1.

UN PROFONDO SILENZIO

47

gli strumenti della morte, aerrarono tutto ci che loro capitava fra le mani e colla loro forza fecero s che divenissero armi oggetti per natura inoensivi. Poco fa in una scuola di gladiatori, destinati a lottare colle belve, un Germano, mentre si allenava per lo spettacolo del mattino, si ritir per scaricare il corpo: per nessun'altra ragione gli era concesso di appartarsi senza che qualcuno lo tenesse d'occhio: ebbene, l, si cacci tutto intero in gola il pezzo di legno munito di spugna, destinato a ripulire le parti meno nobili del corpo; ed essendosi chiusa con tutta la sua forza la strozza fece uscire l'anima. Tale atto fu un oltraggio alla morte. Precisamente: egli non si cur troppo della nettezza e della convenienza: ma c' cosa pi stolta che essere schiltosi al momento della morte? Oh uomo gagliardo, veramente degno che gli venisse concessa la scelta del suo destino! con quanto coraggio egli si sarebbe servito della spada, con che intrepidezza si sarebbe gettato negli abissi del mare o in un precipizio! Da ogni parte abbandonato cap come egli fosse debitore a s stesso della morte e dell'arma, cosicch puoi essere convinto che solo la volont pu farti indugiare a morire. Ciascuno pronunci il giudizio che vuole su quel erissimo uomo, purch risulti ben chiaro che si deve preferire la morte pi disgustosa alla schiavit pi allettante. Seneca ovviamente considera bizzarri e disgustosi alcuni modi di morire, e nonostante questo preferisce citarli. E tuttavia, neppure un singolo contemporaneo di Ges, compresi coloro che ne subirono profondamente l'impatto storico, dei suoi insegnamenti e dei suoi miracoli, ebbene, neppure loro furono indotti a parlare della sua orribile ne. Siamo quasi costretti a credere che in realt non ne erano aatto disturbati. Eppure fu in apparenza vitale per gli storici antichi  e Seneca non ne n il primo n l'ultimo esempio  documentare tutte le pi strane, assurde e fantasiose

48CAPITOLO 3.

FONTI LIMITATE, OSCURE, AMBIGUE E DI SECONDA MANO

forme di tortura pi stomachevoli del passato, con tanto di esempi drammaticamente reali.

Considerando il genere di testimonianza in nostro possesso per ogni altro individuo, assai meno signicativo e marginale rispetto a Ges di Nazaret , non assolutamente scusabile che il Re dei Re, che ha operato cos numerosi miracoli, che morto per i nostri peccati, e la cui fama si diusa in tutta la regione, manca totalmente di produrre anche soltanto uno spicchio di singola fonte primaria. I principali silenzi sono esplorati ulteriormente tra breve (con particolare attenzione a Tacito). L'argomento del silenzio

applicato minuziosamente su ciascun caso procura di certo un danno considerevole ad ogni pretesa avanzata su Ges. Ora che abbiamo realizzato le reali proporzioni di ci che non abbiamo su Ges, giunto il momento di esaminare quel poco che invece abbiamo su di lui.

3.2 Le fonti che abbiamo


il momento di esaminare le fonti in nostro possesso. Le fonti disponibili sono inadabili e non dobbiamo prestare loro la ducia che riserviamo di solito a informazione storica oggettiva. Le tracce sopravvissute sono davvero problematiche. Esistono seri motivi per essere scettici su ogni pretesa avanzata dalle nostre fonti. Ma prima di esaminarle, discuteremo in breve alcuni limiti che quelle fonti hanno in comune. Come ho detto prima, con nessuna fonte primaria da confrontare, gli storici non possono determinare pienamente l'adabilit di quelle fonti secondarie. Per giunta, non esiste nessun accesso agli originali delle copie in nostro possesso, e quindi non si pu escludere a priori eventuali modiche apportate sugli originali, e neppure si pu stabilire con assoluta certezza la loro data di composizione.
13 Hector

13 Dovrei fermarmi qui, se non fossi

Havalos, Why biblical studies must die, in The End of Christianity, di John W. Loftus,

Amherst, NY: Prometheus Books, 2011, pag. 74.

3.2.

LE FONTI CHE ABBIAMO

49

animato dal desiderio naturale di ricercare comunque lo scenario pi probabile che si possa inferire dalle nostre fonti secondarie.

Quindi l'attenzione si sposta ora sulle fonti che risalgono a meno di un centinaio d'anni dalla morte di Ges (se si suppone la nascita di Ges intorno al 4 AEC, allora la sua morte sarebbe avvenuta all'incirca intorno al 30 EC): questo lo stesso approccio adottato da studiosi del calibro di Bart Ehrman. Costui dimostra che gli scritti che non cadono in quel lasso di tempo quasi certamente non possono essere considerati testimonianze adabili e indipendenti , nonostante lo stesso Ehrman riconosce giustamente che questo potrebbe essere il caso anche per le fonti che cadono all'interno di quel centinaio di anni.

3.2.1

Le fonti primarie

Non ne esiste nessuna.

A costo di suonare ripetitivo, dovrei

ripeterlo ancora una volta, per non dimenticarlo. Le fonti primarie sono le fonti contemporanee, scritte da testimoni oculari. Tutte le tracce che vengono usate per stabilire l'esistenza di Ges provengono al pi da fonti secondarie, la cui natura sar evidente non appena saranno esaminate una per una. Quelle tracce sono documenti letterari, non derivano aatto da testimoni oculari, sono scritti molto tempo dopo gli eventi della vita di Ges, ed esistono solo in copie ancora pi posteriori degli stessi originali. Semplicemente non abbiamo accesso a qualunque fonte primaria che risale a Ges di Nazaret: un fatto che da solo pi che suciente ad eliminare ogni certezza di sorta su Ges, e non mi sto riferendo solo agli aspetti soprannaturali, ma agli stessi eventi pi decisamente mondani che lo riguardano, non da ultimo la sua stessa esistenza storica.

50CAPITOLO 3.
3.2.2

FONTI LIMITATE, OSCURE, AMBIGUE E DI SECONDA MANO

Le epistole paoline e l'epistola agli Ebrei

L'apostolo Paolo ore i pi antichi scritti cristiani a noi sopravvissuti, con 1 Tessalonicesi di solito datata al 50 EC, e le sue opere pi tarde risalenti ai primi anni 60 EC. Mentre sono le fonti pi antiche (e questo fatto si riveler cruciale nel prossimo capitolo), le epistole paoline non sono fonti primarie riguardo alla storicit di Ges. Non sono contemporanee alla vita di Ges e lo stesso Paolo, per sua spontanea ammissione, non pu essere considerato un testimone oculare del Ges storico. I passi seguenti delle epistole paoline rivelano in che modo Paolo a conoscenza dell'informazione che condivide:

Vi dichiaro, fratelli, che il Vangelo da me annunciato non segue un modello umano; infatti io non l'ho ricevuto n l'ho imparato da uomini, ma per rivelazione di Ges Cristo. (Galati 1:11-12)

A voi infatti ho trasmesso, anzitutto, quello che anch'io ho ricevuto, cio che Cristo mor per i nostri peccati secondo le Scritture e che fu sepolto e che risorto il terzo giorno secondo le Scritture... (1 Corinzi 15:3-4) Non solo Paolo non menziona mai le sue possibili fonti adabili di prima mano, ma le sue sole fonti nominate sono meri passi dell'Antico Testamento (scritti assai prima della nascita di Ges), e il suo diretto canale al divino . Dicilmente qualcosa che uno storico competente ed obiettivo possa ritenere anche solo remotamente adeguato, tanto meno convincente!

3.2.

LE FONTI CHE ABBIAMO

51

Paolo non a conoscenza dei pochissimi eventi della vita di Ges da lui citati in virt del privilegio di averli testimoniati di persona. Si pu concludere addirittuta che lui non ne venuto

a conoscenza apprendendo da coloro che erano pi vicini a Ges (gli apostoli da lui stesso scelti o i suoi parenti), poich chiaramente Paolo menziona le sue fonti, e riuta a chiari lettere di aver attinto da fonti umane. Il puro e semplice fatto che Paolo, in apparenza convertitosi subito dopo la morte di Ges, abbia attinto tutte le sue informazioni su Ges dall'Antico Testamento e dalla sua comunicazione diretta con il suo dio (invece che con testimoni oculari umani) decisamente a dir poco frustrante, specie se si rammenta che le sue epistole costituiscono le fonti pi antiche su Ges in nostro possesso.

Paolo ha anche davvero poco da dire intorno al periodo di Ges sulla Terra. Per esempio, manca di spiegare quando e dove I vangeli, che furono scritti dopo che

accaduta la crocissione.

Paolo scrisse le epistole, si impegnano costantemente a riempire tutti i possibli buchi lasciati da Paolo, tentando di spiegare la storia della vita di Ges. Paolo sembra completamente disinteressato in un Ges storico recente, come se un tale concetto fosse del tutto secondario rispetto al principale messaggio di Paolo. Il lettore

provi a immaginare un cristianesimo in cui un Ges storico non veramente importante. Alcuni passi da quelle epistole (come

l'anonima epistola agli Ebrei) possono davvero implicare che Ges non stato sulla Terra nel passato recente: Ora,

se fosse sulla terra, egli non sarebbe neppure

sacerdote, poich vi sono coloro che orono i doni secondo la legge. (Ebrei 8:4, mia enfasi)

Abbiate in voi gli stessi sentimenti di Cristo Ges: egli, pur essendo nella condizione di Dio,

52CAPITOLO 3.

FONTI LIMITATE, OSCURE, AMBIGUE E DI SECONDA MANO

non ritenne un privilegio l'essere come Dio, ma svuot se stesso assumendo una condizione di servo, diventando simile agli uomini. Dall'aspetto riconosciuto come uomo, umili se stesso facendosi obbediente no alla morte e a una morte di croce. Per questo Dio lo e gli don il

nome

che al di sopra di ogni nome, perch nel

nome di Ges

ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra, e ogni lingua proclami: Ges Cristo Signore!, a gloria di Dio Padre. (Filippesi 2:5-11, mia enfasi) Il primo brano sembra implicare che Ges non stato veramente sulla Terra, mentre il secondo brano sembra implicare che Ges fu chiamato

Ges solamente DOPO la sua morte (implican-

do dunque una visione diversa di Ges, quella di un Ges celeste, spirituale o non-letterale ), in aperto contrasto con la storia dei vangeli. Ancor pi interessante, le epistole paoline sono datate

di solito sostanzialmente prima dei vangeli, il che lascia aperta la possibilit che le epistole paoline davvero forniscono il pi accurato ritratto di Ges. Questo diventer un punto importante

nel prossimo capitolo, quando sar considerata la possibilit che il Ges delle epistole paoline non sia lo stesso Ges dei vangeli, vale a dire la possibilit che i primi cristiani come Paolo non credevano in un Ges letterale, umano o terreno. Considerando che la conoscenza del Ges di Paolo deriva dall'Antico Testamento e dal suo canale diretto al divino invece che da racconti di prima

3.2.

LE FONTI CHE ABBIAMO

53

mano, Paolo pu certamente passare in secondo piano per adabilit. Viene il sospetto, se esistito un Ges storico, che

Paolo

lo abbia deliberatamente eclissato pur di raggiungere i suoi scopi. Lo studioso del Nuovo Testamento Gerd Ldemann
dell'Universit di Gttingen concorda: In breve, Paolo non pu essere considerato un testimone adabile o degli insegnamenti, o della vita, o dell'esistenza storica di Ges.

14

Paolo potrebbe aver incontrato persone che erano davvero intimi di Ges, come per esempio Giacomo e Pietro, ma mai aerma che erano loro le sue fonti. E il signicato dell'incontro di Paolo con quei personaggi deve essere riconsiderato, dal momento che l'idea che quelle gure avessero associazioni con Ges nata nei vangeli, che sono documenti pi tardi. Dato che Paolo non aerma mai neanche di aver testimoniato di persona gli eventi della vita di Ges (eliminando perci la possibilit di fonti primarie, che allo stato corrente non abbiamo in alcun modo), il suo status di adabile fonte secondaria viene fatalmente a incrinarsi, lasciando inesorabilmente spazio al dubbio.

O Paolo si mantiene strettamente a parlare in vece dell'Antico Testamento e delle sue pretese fonti soprannaturali (lasciando cos aperta la possibilit di un Ges non letterale, e di racconti a loro volta non letterali), oppure Paolo non dispone di altre fonti, e sta semplicemente mentendo. A ogni modo, la credibilit della sua opera, alla luce della possibilit di ottenere informazioni accurate su Ges, davvero seriamente compromessa. Gli storici non hanno nessuna buona ragione di credere ad un uomo che pretende sinceramente di ottenere tutta la sua informazione da Dio (oppure che sta deliberatamente mentendo). Questo fatto sar discusso in seguito nel prossimo capitolo, quando esaminer
14 Gerd
Ldemann, Paul as a Witness to the Historical Jesus , in Sources of the Jesus Tradition:

Separating History from Myth, R. Joseph Homann (Amherst, NY: Prometheus Books, 2010), pag.
212, mia libera traduzione.

54CAPITOLO 3.

FONTI LIMITATE, OSCURE, AMBIGUE E DI SECONDA MANO

pi da vicino la possibilit di un Ges non letterale, o puramente mitico, dietro il Cristo di Paolo.

3.2.3

I quattro vangeli

Come le epistole paoline, i quattro vangeli canonici non si possono considerare fonti primarie. Pi recenti dei pi antichi testi paolini, i vangeli sono scritti circa quarant'anni dopo la presunta morte di Ges,

15 che pu anche eliminare la possibilit della loro

stesura da parte di testimoni oculari, alla luce delle aspettative di vita nel primo secolo. Gli autori dei vangeli sono anonimi, cos non semplice ipotizzare che sono testimoni oculari. Il solo vangelo che d un indizio in tal senso il vangelo di Giovanni (il discepolo che Ges amava , Giovanni 21:20-24

16 ), che tanto per cambiare

anonimo ed risibilmente l'ultimo dei quattro vangeli canonici. L'importanza di sapere chi l'autore in ordine di determinarne l'adabilit e potenziali interessi in gioco (non da ultimo la natura dell'opera) ovviamente fondamentale. Non possiamo determinare l'adabilit di quelle fonti secondarie confrontandole con le fonti primarie, per il semplice fatto che non esistono fonti primarie nelle nostre mani da poter utilizzare. Gli autori dei vangeli non pretendono nemmeno di utilizzare fonti primarie degne di ducia, e neppure le nominano. E neppure mostrano qualche sorta di scetticismo verso quelle fonti ipotetiche o dimostrano di avere un minimo barlume di senso critico. Ammesso che ne abbiano, l'impossibiit di accedere alle fonti primarie impedisce di determinare con certezza se i vangeli sono
15 Bart 16
D. Ehrman, Lost Christianities. The Battles for Scripture and the Faiths We Never Knew (Oxford: Oxford University Press, 2003), pag. 235.

Pietro si volt e vide che li seguiva quel discepolo che Ges amava, colui che nella cena si era chinato sul suo petto e gli aveva domandato: Signore, chi che ti tradisce?. Pietro dunque, come lo vide, disse a Ges: Signore, che cosa sar di lui?. Ges gli rispose: Se voglio che egli rimanga nch io venga, a te che importa? Tu seguimi. Si diuse perci tra i fratelli la voce che quel discepolo non sarebbe morto. Ges per non gli aveva detto che non sarebbe morto, ma: Se voglio che egli rimanga nch io venga, a te che importa?. Questi il discepolo che testimonia queste cose e le ha scritte, e noi sappiamo che la sua testimonianza vera. (Giovanni 21:20-24)

3.2.

LE FONTI CHE ABBIAMO

55

veramente degni di ducia. Per lo studioso del Nuovo Testamento Bart Ehrman i vangeli sono pochi, dipendenti l'uno sull'altro, scritti decenni dopo i presunti fatti, problematici, contradditori, con malcelati interessi, e prodotti da autori anonimi che non erano testimoni oculari. Insomma, i vangeli non sono il genere di

fonti che gli storici desiderano per stabilire cosa accadde probabilmente nel passato reale.

Non c' bisogno di essere accademici per sapere che gli autori dei vangeli sembrano decisamente come dei narratori onniscienti (come gli autori fantasy) anche quando parlano di eventi della vita di Ges in cui lui era da solo, ad esempio durante la sua permanenza nel deserto o durante la preghiera sul Getsemani.
17
Giunsero a un podere chiamato Getsmani ed egli disse ai suoi discepoli: Sedetevi qui, mentre io prego. Prese con s Pietro, Giacomo e Giovanni e cominci a sentire paura e angoscia. Disse loro: La mia anima triste no alla morte. Restate qui e vegliate. Poi, andato un po' innanzi, cadde a terra e pregava che, se fosse possibile, passasse via da lui quell'ora. E diceva: Abb! Padre! Tutto possibile a te: allontana da me questo calice! Per non ci che voglio io, ma ci che vuoi tu. Poi venne, li trov addormentati e disse a Pietro: Simone, dormi? Non sei riuscito a vegliare una sola ora? Vegliate e pregate per non entrare in tentazione. Lo spirito pronto, ma la carne debole. Si allontan di nuovo e preg dicendo le stesse parole. Poi venne di nuovo e li trov addormentati, perch i loro occhi si erano fatti pesanti, e non sapevano che cosa rispondergli. Venne per la terza volta e disse loro: Dormite pure e riposatevi! Basta! venuta l'ora: (Marco 14:32-42) Allora Ges fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo. Dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, alla ne ebbe fame. Il tentatore gli si avvicin e gli disse: Se tu sei Figlio di Dio, di' che queste pietre diventino pane. Ma egli rispose: Sta scritto: Non di solo pane vivr l'uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio. Allora il diavolo lo port nella citt santa, lo pose sul punto pi alto del tempio e gli disse: Se tu sei Figlio di Dio, gttati gi; sta scritto infatti: Ai suoi angeli dar ordini a tuo riguardo ed essi ti porteranno sulle loro mani perch il tuo piede non inciampi in una pietra. Ges gli rispose: Sta scritto anche: Non metterai alla prova il Signore Dio tuo. Di nuovo il diavolo lo port sopra un monte altissimo e gli mostr tutti i regni del mondo e la loro gloria e gli disse: Tutte queste cose io ti dar se, gettandoti ai miei piedi, mi adorerai. Allora Ges gli rispose: Vattene, Satana! Sta scritto infatti: Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto. Allora il diavolo lo lasci, ed ecco, degli angeli gli si avvicinarono e lo servivano. (Matteo 4:1-11) Poi, rialzatosi dalla preghiera, and dai discepoli e li trov che dormivano per la tristezza. (Luca 22:45) ecco, il Figlio dell'uomo viene consegnato nelle mani dei peccatori. Alzatevi, andiamo! Ecco, colui che mi tradisce vicino.

17

56CAPITOLO 3.

FONTI LIMITATE, OSCURE, AMBIGUE E DI SECONDA MANO

Questo particolare solleva una domanda cruciale: se i vangeli non sono da prendere alla lettera, scavare il loro contenuto storico attraverso i criteri di autenticit per determinare cosa pu essere autentico e storico potrebbe essere davvero inutile, e gli studiosi (e anche i credenti) potrebbero inavvertitamente trascurare il vero signicato e il vero scopo dei vangeli durante il processo.

Quanto a fonti ipotetiche come Q, per quanto inammano certi storicisti di mia conoscenza, devo rammentare che sono ipotetiche, e che gli storici non hanno possibilit di accedere a quelle fonti. Inoltre Q solo una mera collezione di detti svincolati da ogni contesto, e non aatto accettata come ipotesi da tutti gli studiosi, quindi non vedo nessuna ragione di considerare seriamente fonti ipotetiche che non si possono leggere. Riguardo alle rivendicazioni di miracoli soprannaturali di cui sono ricolmi i vangeli, come la nascita verginale, Ges che cammina sulle acque, ecc., gli studiosi biblici di tutti i tipi li trovano problematici. Ehrman pensa che lo storico debba esaminare solo cosa pi probabile (e i miracoli sono per denizione improbabili ) mentre Robert M. Price e molti altri studiosi fanno uso del principio di analogia: tutto ci che non analogo a cosa rispetta le leggi siche pu essere riutato dallo storico.

Parecchi studiosi, anche storicisti, hanno investigato sui paralleli mitici tra la storia di Ges raccontata nei vangeli e le storie di di ed eroi mitici. Questi presunti paralleli non vanno ad eliminare l'eventuale nucleo storico dietro la storia di Ges, tuttavia sarebbe interessante identicare le reali proporzioni di quanto cos tanto dei vangeli somigli pi al mito che a fatti plausibili. Pi si determina cosa pu esser scartato nei vangeli in quanto inautentico, pi motivo c' di dubitare sull'accuratezza e sulla verit di quanto rimane.

3.2.

LE FONTI CHE ABBIAMO

57

Marco considerato il primo dei quattro vangeli, con Matteo e Luca attingendo da lui a piene mani. Alla luce di questo fatto  e del fatto che quelli autori sono tutti anonimi  sarebbe chiaramente un errore aermare che un detto o un'azione particolare di Ges autentico solo perch  attestato da pi documenti indipendenti . Carrier solleva l'inquietante possibilit (con tanto di esortazione alla cautela) che tutte le fonti datate

dopo Mar-

co possono essere state aette dalla conoscenza (e dunque dalla dipendenza su) quel vangelo, una possibilit che non si pu escludere impunemente.

18 Inoltre, come rammenta lo stesso Ehrman,

anche vero che le nostre migliori fonti su Ges, i primi vangeli, sono attraversati da problemi. Quelle opere erano scritte decenni dopo la vita di Ges da autori prevenuti che sono in contraddizione l'un con l'altro riguardo i particolari su tutta quanta la linea.

19

I vangeli sono i prodotti nali di una lunga e creativa tradizione, e nei circa quarant'anni che separano il primo vangelo dalla presunta morte di Ges non solo il vecchio materiale venne rielaborato, espanso, riunito, e reinterpretato, ma fu anche puntualmente interpolato del nuovo materiale di abbellimento. Le profezie escatologiche dei profeti cristiani, predizioni ex post facto (ossia, dopo il fatto ), le scritture dell'Antico Testamento attinte a piene mani, e massime morali che suonano bene, quindi Ges le avrebbe dette, perci Ges le disse furono tutte attribuite a Ges e perci autorizzate ai credenti, soprattutto ai nuovi proseliti.

Per riassumere in breve di cosa nel vangelo non abbiamo nessuna prova:
18 Richard Carrier, Did Jesus Exist? Earl Doherty and the Argument to Ahistoricity , http: //www.infidels.org/library/modern/richard_carrier/jesuspuzzle.html 19 The Hungton Post Did Jesus Exist?, http://www.uffingtonpost.com/bart-d-ehrman/ did-jesus-exist_b_1349544.html mia libera traduzione.

58CAPITOLO 3.

FONTI LIMITATE, OSCURE, AMBIGUE E DI SECONDA MANO

i vangeli menzionano l'umile nascita di Ges, i suoi insegnamenti alle moltitudini, la sua opera di guaritore ed esorcista, la sua entrata gloriosa a Gerusalemme, i suoi scontri con le autorit ebraiche e romane, la sua morte, il suo ritorno trionfante, e molte altre storie meravigliose. Di tutto questo e di molti altri dettagli ancora, miracolosi o banali, non esiste neppure una singola conferma secolare, contemporanea, indipendente. Questo port il cofondatore dello Jesus Seminar

Robert Funk ad ammettere contro-corrente, in una stagione di fervida caccia al Ges storico : Come storico, io non so per certo se Ges sia veramente esistito, se egli non sia niente pi che il frutto di qualche immaginazione iperattiva... Nella mia opi-

nione, non esiste nulla di Ges di Nazaret che possiamo conoscere al di l di ogni ragionevole dubbio. Nella nostra vita mortale esistono solo probabilit. E il Ges che gli studiosi hanno isolato negli antichi vangeli, vangeli che sono gonati dalla volont di credere, potrebbe risultare essere solo un'altra immagine che meramente riette i nostri pi profondi desideri.

20

E mentre un'onesta analisi dei vangeli certamente non basta ad escludere la possibilit che esistito qualche genere di Ges storico del tutto insignicante dietro i vangeli, non si pu neppure dire con assoluta certezza che dev'esserci esistito necessariamente uno. Questa conclusione frustrante per i cristiani adulti per

i quali l'evidenza vuole la sua parte, quantomeno per assicurare un solido punto di partenza alla fede. Se non sappiamo neppure se esistito un qualche tipo di Ges ridotto ai minimi termini e quasi evanescente, tantomeno si ha motivo di ipotizzare un Ges talmente carismatico da lasciare tracce che sono, solo per mera
20 Robert W. Funk,
libera traduzione. citato da Earl Doherty in

http://jesuspuzzle.humanists.net/novel1.pdf mia

3.3.

IL RESTO DEL NUOVO TESTAMENTO

59

coincidenza , tutte quante andate perdute... ...a meno che non fu aatto una banale coincidenza.

3.3 Il resto del Nuovo Testamento


A dierenza delle opere pi antiche di Paolo che orono le pi remote fonti di informazione su Ges, a dierenza degli stessi vangeli che orono il pi completo racconto della sua esistenza terrena, il resto del Nuovo Testamento (in particolare il libro dell'Apocalisse ) ore davvero poco di utile.

21

Un esempio della perdita di informazione sul Ges storico fornita dall'epistola di Giacomo (il cui autore considerato il fratello di Ges anche se non pretende mai di esserlo). Giacomo non sembra interessato n al Ges Storico e neppure al Ges Risorto. A che cosa, allora? Alla parusia imminente del Cristo celeste .

In quella lettera Ges salva non mediante la sua morte e risurrezione, ma solo nella misura in cui la sua parusia celeste segner la distruzione degli oppressori corrotti degli eletti di Dio e la costituzione dell'et di felicit a lungo promessa ai giusti. La lettera di Giacomo indica un antico mito cristiano che, seppure diverso dal mito incentrato sulla morte-e-risurrezione riesso in cos tanto della restante letteratura cristiana, coerente in misure signicative con il pensiero messianico ebraico del primo secolo.

Non solo la descrizione di Ges fatta da Giacomo in uno dei pi antichi scritti cristiani lascia aperta la possibilit che il suo Ges sia una gura celeste , ma la sua lettera permette di avvistare anche la natura frammentaria del cristianesimo primitivo. I giudeocristiani di Giacomo sembrano meno interessati all'atto nale salvico di Ges per il bene di tutta l'umanit, e decisamente pi
21 Bart
D. Ehrman, Did Jesus Exist?: The Historical Argument for Jesus of Nazareth (New York: HarperOne, 2012), pag. 137-138.

60CAPITOLO 3.

FONTI LIMITATE, OSCURE, AMBIGUE E DI SECONDA MANO

interessati alla restaurazione nazionale, la ricostituzione del regno delle dodici trib , il sogno messianico di un Israele riunicato da un'entit celeste e vendicativa.

3.4 Flavio Giuseppe


I riferimenti extra-biblici (dunque non cristiani) a Ges condividono un numero di caratteristiche che sollevano un dubbio riguardo la loro adabilit come prova della storia di Ges. Si tratta ovviamente di fonti secondarie, scritte decenni dopo, addirittura secoli dopo, la presunta vita di Ges, e non da testimoni oculari. Alcune di quelle fonti sono pie frodi (cio, sono dei falsi cristiani). Non abbiamo accesso ai documenti originali, cos non pu essere assolutamente certo quali parti sono autentiche (se esistenti) e quali sono falsicate (se falsicate). Anche se sono

autentiche, quelle fonti ripetono probabilmente solo cosa gi si sa dai vangeli, oppure ripetono semplicemente il sentito dire della predicazione cristiana contemporanea. Che i cristiani avessero diuso le storie di Ges alla ne del I secolo e per tutto il II secolo non sarebbe aatto particolarmente sorprendente!

Lo stesso Ehrman si spinge ad aermare che quelle fonti non sono relativamente importanti nel dibattito sulla storicit di Ges, ammettendo che non contengono nulla che non possa essere stato attinto dalle fonti pi antiche: i vangeli

22 (tanto per cambiare!).

Tra le opere dello storico ebreo romano Flavio Giuseppe, si trovano due discussi passaggi spesso utilizzati come prova di un Ges storico dagli apologeti cristiani. Il primo passaggio, proveniente dalle Antichit Giudaiche (18.3.3) il cosiddetto Testimonium Flavianum:
22 Bart
D. Ehrman, Did Jesus Exist?: The Historical Argument for Jesus of Nazareth (New York:

HarperOne, 2012), pag. 97.

3.4.

FLA VIO GIUSEPPE

61

Flavio Giuseppe (forse)


Allo stesso tempo, circa, visse Ges, uomo saggio, su pure lo si pu chiamare uomo; poich egli comp opere sorprendenti, e fu maestro di persone che accoglievano con piacere la verit, Egli conquist molti Giudei e molti Greci. Egli era il Cristo. Quando Pilato ud che era

accusato dai principali nostri uomini, lo condann alla croce. Coloro che n da principio lo avevano amato non lo abbandonarono. Nel terzo giorno, apparve loro nuo-

vamente vivo: perch i profeti di Dio avevano profetato queste e innumerevoli altre cose meravigliose su di lui. Che un passaggio del genere possa confermare l'esistenza di Ges e addirittura il suo status di Messia sembra troppo bello per essere vero. La maggior parte degli studiosi esprime riserve su questo

brano. Allusioni del genere a Ges sembrano implicare l'assurda idea che Flavio Giuseppe fosse un cristiano. Ogni dubbio in tal senso eliminato con la sua allusione alla risurrezione. Il problema che Flavio Giuseppe non era cristiano! Fu un fariseo, un

membro delo stesso gruppo che Ges chiam gli del diavolo

62CAPITOLO 3.

FONTI LIMITATE, OSCURE, AMBIGUE E DI SECONDA MANO

(Giovanni 8:44).

23

Sembra troppo improbabile che uno storico

ebreo voglia insinuare la divinit di Ges. Gli studiosi considerano falsicato il Testimonium Flavianum, in tutto, o solo in parte. Una ragione che Origene, venuto dopo Flavio Giuseppe, aerm che lo storico ebreo non credeva che Ges fosse il Cristo. E per di pi Origene non menziona aatto il Testimonium Flavianum, come sarebbe lecito aspettarsi. Anche altri apologeti cristiani del II secolo, come Giustino Martire, non citano questo brano. Se questo passaggio contiene esplicite interpolazioni cristiane, non sarebbe sorprendente se fosse per intero un falso cristiano. Ehrman ammette che la rimozione dell'intero passaggio rende pi uido il senso logico del racconto circostante

24 e che il primo autore a

citare il passaggio Eusebio, un vescovo del quarto secolo. Eusebio noto per essere non solo un apologeta del cristianesimo, ma anche un apologeta della pia frode (la giusticazione della frode per il bene della chiesa). Prego il lettore di sopportare la grettezza delle sue stesse parole di storico : Quindi non faremo menzione di coloro che furono turbati dalle persecuzioni... Ma noi inseriremo in questa storia in generale solo quelli eventi che potrebbero risultare utili prima a noi stessi e dopo ai posteri. (Preparazione al vangelo, 12.31) I sospetti che sia Eusebio l'interpolatore dell'intero Testimonium Flavianum, almeno per me, sono diventate certezze dopo la lettura di un articolo recente di Ken Olson.

25 Praticamente, ogni

costrutto o termine particolare del Testimonium Flavianum lo si riscontra puntualmente in pi di un'occasione nei testi di Euse23
Voi avete per padre il diavolo e volete compiere i desideri del padre vostro. Egli era omicida n da principio e non stava saldo nella verit, perch in lui non c' verit. Quando dice il falso, dice ci che suo, perch menzognero e padre della menzogna. (Giovanni 8:44)

24 Bart 25 Ken

D. Ehrman, Did Jesus Exist?: The Historical Argument for Jesus of Nazareth (New York: Olson, A Eusebian Reading of the Testimonium Flavianum, Center for Hellenic Studies,

HarperOne, 2012), pag. 60-64. 2013.

3.4.

FLA VIO GIUSEPPE

63

bio, e sempre inserendosi perfettamente nel suo piano apologetico contro i pagani del suo tempo (come Porrio) i quali, a dierenza del caustico Celso, stavano iniziando a sostenere anch'essi la presunta saggezza e grandezza morale del Ges storico ma solo per ribadirne le origini meramente umane e non divine.

26 . Lo

scopo dell'intero falso cristiano Testimonium Flavianum era proprio quello di convincere chi sostiene idee del genere che Ges non fu

solo un essere umano straordinario, ma anche il messia risor-

to venerato dai cristiani, a detta dello stesso Flavio Giuseppe.

Il secondo punto della stessa opera di Flavio Giuseppe che menziona Ges compare due libri dopo il Testimonium Flavianum, in Antichit Giudaiche 20:200 :

Festo era ora morto, e Albino non era che sulla strada; cos egli riun il Sinedrio dei giudici, e port di fronte a loro il fratello di Ges, detto il Cristo, il cui nome era Giacomo, e alcuni altri [oppure, alcuni dei suoi compagni]; e quando aveva formulato un'accusa contro di loro come trasgressori della legge, consegn loro anch fossero lapidati: ma per coloro che sembravano i pi equanimi dei cittadini, e come tali erano i pi turbati per la trasgressione delle leggi, non gradirono cosa fu fatto; inviarono un messaggio anche al re [Agrippa], desiderando da lui di mandare a dire ad Anano che lui dovrebbe non pi agire cos, infatti cosa egli aveva gi fatto non doveva essere giusticato; ecco, alcuni di loro andarono anche a incontrare Albino, in quanto costui era in cammino di ritorno da Alessandria, e lo informarono che non era lecito per Anano riunire un sinedrio senza il suo consenso. Al che Albino assent a cosa dissero, e scrisse con sdegno ad Anano, e minacci di portarlo in giudizio per quanto
26 un
p come fanno certi giornalisti storicisti come Corrado Augias e Paolo Flores d'Arcais.

64CAPITOLO 3.

FONTI LIMITATE, OSCURE, AMBIGUE E DI SECONDA MANO

aveva fatto; per tale motivo il re Agrippa strapp da lui il sommo sacerdozio, nel cui ruolo aveva operato da tre mesi, e fece sommo sacerdote Ges, il glio di Damneo. (Flavio Giuseppe, Antichit Giudaiche, 20:200-203)

Questo passo sembrerebbe collocare davvero Ges in un contesto storico dinamico, sebbene costretto a recitare un ruolo passivo come mero fratello di Giacomo.

La materia comunque complicata dal fatto che Origene (185254 EC) seppe di un simile passo su Giacomo e Ges, che egli pretese fosse stato scritto dallo stesso Flavio Giuseppe. Origene si riferisce a questo passaggio tre volte in due suoi libri scritti nel periodo 244-249 EC.

27

Pretende che Flavio Giuseppe avesse scritto che la caduta di Gerusalemme e la distruzione del Tempio fossero la punizione degli ebrei per aver ucciso Giacomo il Giusto, fratello di Ges detto il Cristo .

Sembrerebbe plausibile l'idea che una tale leggenda sia l'ovvia espansione leggendaria di un fatto storico nudo e crudo come la reale uccisione del fratello di Ges Cristo, Giacomo il Giusto, lo stesso che Paolo chiamerebbe in Galati il fratello del Signore .

E tuttavia lo stesso Eusebio (vissuto dopo Origene) riporta, oltre alla versione di Origene, anche un'altra versione, di un'opera dello storico cristiano Egesippo (precedente Origene di mezzo secolo ) oggi perduta. Gli scribi e i farisei perci collocarono Giacomo sul pinnacolo del Tempio,  -  e dunque salirono [sul pinna27 Richard
Carrier,

Origen, Eusebius, and the Accidental Interpolation in Josephus, Jewish

Antiquities 20.200, Journal of Early Christian Studies, 2012, pag.498.

3.4.

FLA VIO GIUSEPPE

65

colo del Tempio]e gettarono gi il Giusto, dicendosi l'un l'altro: Lapidiamo Giacomo il Giusto e cominciarono a lapidarlo perch la caduta non lo aveva ucciso. Ma egli si volt e cadde in ginocchio, dicendo: Ti prego, Signore, Dio e Padre, perdona loro perch non sanno quello che fanno. Lo stavano lapidando quando uno dei sacerdoti dei Figli di Recab, di cui parla il profeta Geremia, grid: Fermatevi, poich il Giusto sta pregando per voi. Uno di loro, che faceva il lavandaio, prese per il bastone con cui era solito battere i panni, e colp il Giusto sul capo. In questo modo Giacomo sub il martirio e fu sepolto subito nelle vicinanze del Tempio. Il suo monumento funebre ancora l, vicino al Tempio. Egli divenne un vero testimone, di fronte sia a ebrei sia a greci, che Ges il Cristo. E immediatamente Vespasiano assedi la citt. Quei fatti sono riferiti estesamente da Egesippo, che concorda con Clemente. (Eusebio, Storia della Chiesa, 2.23.318) Cos sappiamo che il nesso morte di Giacomo/caduta di Gerusalemme gi tutto implicito nell'opera di Egesippo. Ci sono dunque due possibili fonti per l'aermazione di Origene che l'esecuzione di Giacomo condusse alla distruzione di Gerusalemme: o Flavio Giuseppe o un autore cristiano, quindi pi probabilmente Egesippo.

Se Origene, come egli dice, attinse la sua informazione da Flavio Giuseppe, si trattava sicuramente di un dato che non fu scritto da Flavio Giuseppe  poich lo storico ebreo non poteva mai aver detto che gli ebrei fossero puniti mediante la distruzione di Gerusalemme a causa dell'esecuzione del cristiano Giacomo il Giusto (cosa invece che chiaramente lascia intuire Egesippo nel racconto di Eusebio); e poich poi anche il testo, in quel caso, sarebbe sopravvissuto. I cristiani non avrebbero mai permesso

66CAPITOLO 3.

FONTI LIMITATE, OSCURE, AMBIGUE E DI SECONDA MANO

che un tale riferimento al martirio di Giacomo andasse perduto se fosse stato presente in tutti i manoscritti. Se d'altra parte la memoria di Origene fu ingannevole ed egli fraintese per esempio Egesippo con Flavio Giuseppe, signica che lui non testimoni aatto l'eventuale conoscenza di Flavio Giuseppe del Ges dei vangeli. Invece, l'aermazione di Origene che Flavio Giuseppe

avesse scritto il passaggio port a spingere altri (forse lo stesso Eusebio?) a credervi e successivamente a interpolare il passaggio sotto l'errata convinzione che si riferisse a quel Giacomo. Poich la frase il fratello di Ges detto il Cristo identica all'attuale passaggio di Giacomo, l'errore di Origene dovrebbe in tal caso essere la fonte anche di questa interpolazione.

L'unica cosa

che non possiamo mai sapere se il cristiano Egesippo si spacci deliberatamente per l'ebreo Flavio Giuseppe, facilitando la confusione tra i due da parte di Origene.
La possibilit che una tale confusione poteva facilmente generarsi nella mente di Origene resa probabile sia dal fatto che Origene  gi noto per fare errori di memoria

28 , sia dal fatto che l'opera

di un altro autore, Pseudo-Egesippo, fu realmente chiamata Iosippus perch era una sintesi latina della Guerra Giudaica di Flavio Giuseppe.

Per queste ragioni possibile inferire che si tratt di una interpolazione che esisteva solo in una limitata linea di manoscritti delle Antichit Giudaiche. L'intera cosa poteva essere accaduta nella seguente maniera:

Dicilmente modicarono l'opera originale di Antichit Giudaiche ma probabilmente alterarono una copia del tempo quando forse centinaia di copie erano gi in circolazione in Europa, in Medio Oriente e in Africa. Origene legge il testo di Egesippo

sul nesso morte di Giacomo/caduta di Gerusalemme, e pi tar28 Carrier


lo dimostra a pag. 509 della sua pubblicazione Origen, Eusebius, and the Accidental

Interpolation in Josephus, Jewish Antiquities 20.200, Journal of Early Christian Studies, 2012.

3.4.

FLA VIO GIUSEPPE

67

di lo riassume per tre volte ricorrendo alla sua debole memoria e scambiandolo per un brano di Flavio Giuseppe. Ad ogni caso, le tre traduzioni di Origene del passaggio sono lontane dall'essere identiche al testo attuale in Flavio Giuseppe, a meno che non ci limitiamo alla sola espressione il fratello di Ges detto il Cristo. Quando pi tardi un cristiano (o Eusebio in persona) legge le tre traduzioni di Origene, indotto a pensare erroneamente che Origene si fosse riferito al passo di Anano in Antichit Giudaiche 20.200 (sprovvisto del riferimento a Cristo) e lo corregge opportunamente aggiundendovi dopo il fratello di Ges l'espressione detto il Cristo . Quando pi tardi l'opera Antichit Giudaiche

venne ridistribuita, accadr probabilmente solo a uno o forse ad un p dei centinaia di manoscritti disponibili di venir copiato e di formare la base per tutte le copie future.

Come dobbiamo allora comprendere il riferimento a il fratello di Ges detto il Cristo, il cui nome era Giacomo , che ora appare in Antichit Giudaiche 20:200?

Una pi concreta possibilit che solo le parole detto il Cristo sono state aggiunte accidentalmente dall'interpolatore cristiano. Flavio Giuseppe allora avrebbe scritto il fratello di Ges, il cui nome era Giacomo . Questa mi sembra la spiegazione pi probabile. Ges, Il Ges a cui Flavio Giuseppe si riferisce in tal caso era

il glio di Damneo, che Flavio Giuseppe solo dopo un

p di righe dice che fu designato nuovo sacerdote dopo Anano. Anche questa soluzione farebbe di Giacomo e di Ges dei fratelli, ma comunque gli di Damneo e non del falegname di Nazaret. Questo chiarirebbe anche perch Flavio Giuseppe non spieg chi fosse Ges (a meno che naturalmente il paragrafo non recitasse in origine il fratello di Ges glio di Damneo, il cui nome era Giacomo ). L'identit di Ges infatti diventa evidente un p di frasi dopo. Allo stesso tempo questo spiega anche perch Giacomo

68CAPITOLO 3.

FONTI LIMITATE, OSCURE, AMBIGUE E DI SECONDA MANO

ucciso. Lui e suo fratello Ges, il glio di Damneo, appartennero ad una fazione rivale che l'ala di Anano colse l'opportunit di decimare prottando dell'assenza del procuratore romano. Ges, il glio di Damneo, ovviamente sconvolto dall'uccisione del fratello, e perci aizza le masse. L'insurrezione popolare che segue,

forza Agrippa II a deporre Anano e fare di Ges il nuovo sacerdote. Pi tardi, in Antichit Giudaiche, apprendiamo che il re Agrippa II depone anche Ges, il glio di Damneo, e designa Ges, il glio di Gamaliele, al suo posto: un uomo che in Guerra Giudaica associato all'ala di Anano. Questo signica che la carica contesa di sommo sacerdote pass dalla fazione di Anano alla fazione di Damneo e ritorn alla fazione di Anano nuovamente.

L'esperto delle opere di Flavio Giuseppe Steve Mason esemplica

29 come Flavio Giuseppe spesse volte menziona una persona

per nome e solo in seguito ne d l'identicazione  precisamente come sarebbe il caso se Flavio Giuseppe identic in Giacomo il fratello di Ges, per poi un p di frasi dopo informare il lettore che questo Ges era il glio di Damneo e fu designato sommo sacerdote dopo Anano. Mason si domanda se Giuseppe possa star usando una deliberata tecnica narrativa al ne di indurre il lettore a chiedersi chi sia quella persona. Un p di frasi pi tardi fornisce la risposta, nello stesso modo in cui nei lm spesso vi chiedete chi quella comparsa e solamente pi tardi ottenete la risposta.

In conclusione, perci, quell'espressione detto il Cristo , ha un'origine squisitamente letteraria, in quanto inventata da un evangelista per sostituirla con un'altra espressione, e pertanto non ha meno adabilit storica della precedente:
29 l'informazione
called
riportata da Roger Viklund,

http://rogerviklund.wordpress.com/ 2011/04/09/the-jesus-passages-in-josephus-%E2%80%93-a-case-study-part-3i-%E2% 80%93-%E2%80%9Dthe-brother-of-jesus-who-was-called-christ%E2%80%9D-origen%E2%80% 99s-knowledge-possible-scenarios/


was Christ, whose name was James ,

III.

The

brother

of

Jesus,

who

3.4.

FLA VIO GIUSEPPE

69

La frase appare anche in Matt. 27.17 e 27.22, sebbene l emessa da Pilato (diversamente da Matt. 1.16, dove emessa dal narratore), ma un idioma simile appare in Giovanni 4.25. Questo implica che fu una comune designazione cristiana o ebraica per il messia; l'autore probabilmente intese ironia avendo Pilato a ripeterla. Degno di nota, la fonte di Matteo, Marco 15.9 e 15.12 non ha questa frase: Pilato l solamente si riferisce a Ges come al Re dei Giudei, che chiaramente inteso ad essere ironico (poich Pilato non consider veramente Ges il Re dei Giudei, tuttavia al lettore richiesto di comprendere che egli fu precisamente quello e che un uciale romano giusto inavvertitamente lo dichiar tale).

30

Se Flavio Giuseppe scrisse proprio il fratello di Ges, il cui nome era Giacomo e solo un p di frasi dopo identic questo Ges nel glio di Damneo e nuovo sommo sacerdote, questo non sarebbe aatto straordinario e anzi sarebbe totalmente in linea con il modo in cui Flavio Giuseppe procedeva in altre situazioni. Questo spiegherebbe anche perch Ges posto prima di Giacomo nella frase. Si tratta di un invito al lettore a prestare attenzione all'importanza di questo Ges per l'identicazione di Giacomo (e quindi per la comprensione dell'episodio), e un p di frasi dopo viene detto che Ges fu costituito nuovo Sommo Sacerdote. Se cos fosse, l'aggiunta cristiana detto il Cristo cambi completamente il signicato di cosa scrisse in origine Flavio Giuseppe, eclissando il legame tra il nuovo sommo sacerdote e il suo fratello assassinato.

Cos, Flavio Giuseppe molto probabilmente non nomin aatto il Ges detto il Cristo , in nessuna occasione.
30 Richard

Carrier,

Origen, Eusebius, and the Accidental Interpolation in Josephus, Jewish

Antiquities 20.200, Journal of Early Christian Studies, 2012, pag. 511, mia libera traduzione.

70CAPITOLO 3.

FONTI LIMITATE, OSCURE, AMBIGUE E DI SECONDA MANO

3.5 Tacito
Nei suoi Annali, lo storico romano Tacito fa un possibile riferimento a Ges: Nerone allora per far tacere queste voci fece passare per colpevoli e li sottomise a torture a torture ranate coloro che per i loro delitti il popolo detestava e chiamava Cristiani. Erano chiamati cos dal nome di Cristo, il quale, sotto l'impero di Tiberio, era stato condannato al supplizio dal procuratore Ponzio Pilato; quella superstizione nefasta, repressa sulle prime, ora tornava a prorompere, non solo in Giudea, luogo d'origine di quel malanno, ma anche a Roma, dove da ogni parte conuiscono tutte le cose atroci e vergognose e vi trovano seguaci. (Publio Cornelio Tacito, Annali 15:44) Di certo l'allusione all'etimologia del termine cristiani (o meglio del termine chrestiani, la parola originale usata da Tacito in tutto il brano), con tanto di menzione della morte di Cristo per mano del procuratore (in realt: prefetto) Pilato, sembra interessante. Mentre alcuni studiosi ritengono originale il passo in virt della descrizione negativa dei cristiani (alla maniera del Talmud), esistono ragioni per dubitare dell'autenticit di questo passaggio. Tanto per cominciare, non viene usato il nome Ges da parte di un pagano (come sarebbe pi legittimo aspettarsi). Dato che non specicato Ges , potrebbe esserci la possibilit che l'allusione originaria era ad un altro messianista, ad un altro Cristo . Anche se gli Annali di Tacito coprono il periodo che va dal 14 EC no al 66 EC, non viene fatta nessun'altra menzione di Ges .

31 Questo

passaggio addirittura ignorato dagli antichi apologeti cristiani come Origene e Tertulliano, nonostante quest'ultimo citi Tacito in altre occasioni.
31 Bart

D. Ehrman, Did Jesus Exist?: The Historical Argument for Jesus of Nazareth (New York:

HarperOne, 2012), pag. 54.

3.5.

TACITO

71

Sembra strano che un eventuale riferimento a Ges di Nazaret come questo compaia nel Libro 15 (che copre l'intervallo di tempo 62-65 EC che riguarda Nerone) e non nel Libro 5 (che copre l'intervallo di tempo 29-31 EC che riguarda Tiberio). Inoltre, gran parte del Libro 5 e l'inizio del Libro 6 (che coprono gli anni 32-37 EC) degli Annali perduto. Manca proprio l'in-

formazione che va dal 29 EC al 32 EC, proprio il periodo della presunta attivit di Ges di Nazaret! Emerge il sospetto che

la sola spiegazione plausibile per questo buco storico sia la pia frode : che l'imbarazzo di un Tacito che non fa menzione della crocissione di Ges (e i miracoli associati a quella crocissione, come l'eclissi o gli zombi e la risurrezione) port gli scribi cristiani ad eliminare questa porzione del testo (e forse a fabbricare pi tardi il solo riferimento del Libro 15). Richard Carrier pensa che questo buco storico non si pu spiegare con la rimozione di presunte aermazioni imbarazzanti rivolte contro Ges (alla maniera del Talmud), specie quando il silenzio la cosa pi imbarazzante di tutte per un cristiano (di ieri come di oggi) e indica a tal proposito altri libri mancanti di Filone (che coprono lo stesso periodo) e un altro buco sospettoso nella Storia Romana di Cassio Dione (a dispetto della sua menzione della morte di Erode, pare infatti che manchino gli anni dal 6AEC al 2AEC, forse a causa dell'imbarazzo suscitato dalla mancata menzione della nascita di Ges, associata di solito al fantastico Massacro degli Innocenti ). Carrier nel suo prossimo volume sull'improbabilit di un Ges storico

32 ) inserir

il suo articolo accademico volto a dimostrare che anche il breve riferimento a Cristo di Annali 15:44 probabilmente un'interpolazione, oltre a chiarire la strana coincidenza di quelle importanti omissioni.

32 On the Historicity of Jesus


Phoenix,

http://www.richardcarrier.info/BooksbyRichardCarrier.html#OHJ

sar pubblicato tra breve dalla prestigiosa casa editrice Sheeld-

72CAPITOLO 3.

FONTI LIMITATE, OSCURE, AMBIGUE E DI SECONDA MANO

3.6 Tallo & Flegone


Lo storico bizantino del nono secolo Giorgio Sincello asserisce di riportare un passo tratto da Africano, riguardo agli eventi associati con la passione di Ges. Africano diceva, richiamando i Vangeli:

33

Una terribile oscurit si abbatt su tutto il mondo, le rocce furono spezzate da un terremoto e molti luoghi della Giudea e del territorio restante furono abbattuti. Tallo, nel terzo libro delle Storie, denisce questa oscurit come eclissi del sole, a mio parere irragionevolmente.

Tallo, da quel poco che si sa, menzion di una oscurit che gli apologeti cristiani desiderano associare all'oscurit che avvolse la terra al momento della morte di Ges. Gli storici non sanno cosa disse Tallo quando lo disse (per esempio, se menzion davvero Ges), se disse davvero cosa riporta di lui Africano, o se Sincello stava riportando accuratamente le parole di Africano. Si tratta

di una testimonianza di terza mano, che appare secoli dopo la morte di Ges, e cos non ore niente di convincente riguardo la storicit di Ges. Africano commenta anche il passo dello storico greco Flegone: Nel quarto anno della 202esima Olimpiade, ci

fu una grandissima eclissi di sole e si fece notte nella sesta ora del giorno, tanto che apparvero persino le stelle nel cielo. Ci fu un violento terremoto in Bitinia e molti disastri si vericarono a Nicea . Da molti apologeti questa considerata la prova che

qualche evento al limite del miracoloso fosse accaduto proprio nel 33 d.C. e per di pi in coincidenza con la grande oscurit e col terremoto citati nel vangelo: lascio al lettore intuire quanto ridicola una lettura letteralista di quei fantasiosi dettagli del vangelo.
33 Earl Doherty, Jesus: Neither God Nor Man
(Ottawa: Age of Reason Publications, 2009), pag.643.

3.7.

PLINIO, SVETONIO, MARA BAR SERAPION E IL TALMUD

73

3.7 Plinio, Svetonio, Mara bar Serapion e il Talmud


Esistono una manciata di minuscoli riferimenti che non aggiungono nulla al dibattito su Ges. In una missiva indirizzata all'imperatore Traiano, Plinio il Giovane, all'epoca governatore della Bitinia, cos scriveva: I Cristiani... Aermavano inoltre che tutta la loro colpa o errore consisteva nell'esser soliti riunirsi prima dell'alba e intonare a cori alterni un inno a Cristo come a un dio, e obbligarsi con giuramento non a perpetrare qualche delitto, ma a non commettere n furti, n frodi, n adulteri, a non mancare alla parola data e a non riutare la restituzione di un deposito, qualora ne fossero richiesti. Questo, naturalmente, dimostra soltanto che c'erano cristiani in Bitinia nel secondo secolo, non che ci fosse un Ges in Palestina nel primo secolo. I cristiani a lui contemporanei cantavano inni a Cristo come ad un dio (Christo quasi deo ). Questo non prova che ci fu un Ges. Anche Ehrman la pensa cos.

34

Svetonio, autore de Le Vite dei Cesari, nella sua Vita di Claudio

35 , scritta attorno al 115 EC. dichiara:

Dato che i Giudei, istigati da Cresto, provocavano costantemente dei tumulti, [Claudio] li espulse da Roma. La prima domanda se Cresto, un nome comune che signica utile , dovesse veramente alludere a Cristo.
34 Bart

36 Allora potrei chie-

dermi se qualche gura messianica  poich Svetonio non dice


D. Ehrman, Did Jesus Exist?: The Historical Argument for Jesus of Nazareth (New York: HarperOne, 2012), pag. 52.

35 Svetonio, Vita di Claudio 25.4. 36 Dopo un recente ed accurato esame

dei manoscritti esistenti, Jobjorn Boman conclude: in accor-

do alle moderne edizioni del De Vita Caesarum, concludo che la pronuncia originale svetoniana della parola in realt fu Chresto. Jobjorn Boman, Impulsore Cherestro? Suetonius' Divus Claudius 25.4 in

http://rogerviklund.wordpress.com/ 2012/04/19/suetonius-most-probably-wrote-chrestus-and-not-christus/ mia libera traduzione.


Sources and Manuscripts, Liber Annuus 61 (2011), pag. 376,

74CAPITOLO 3.

FONTI LIMITATE, OSCURE, AMBIGUE E DI SECONDA MANO

Ges  stava istigando alla ribellione negli anni precedenti la guerra, apparentemente nella stessa Roma. Questo potrebbe anche signicare che gli ebrei stavano reagendo ad un istigatore anti-ebreo chiamato Cresto. Luca dichiara (Atti 18:2) che Aquila e Priscilla erano appena venuti dall'Italia perch Claudio aveva ordinato a tutti gli ebrei di lasciare Roma . Non c' nessun indizio di cosa accadde a Ges, tantomeno un riferimento a lui. Anche supponendo che Svetonio si stesse riferendo ai giudeocristiani in agitazione a causa del loro credo in Ges, ci proverebbe, come con Plinio, solo l'esistenza dei cristiani, non di Ges.

Dalla Lettera di Mara Bar Serapion scritta dal losofo siriano Mara Bar Serapion, gli studiosi trovano il seguente brano: Quale vantaggio trassero gli Ateniesi dall'aver ucciso Socrate? Ne ottennero carestia e morte. O gli abitanti di Samo per aver bruciato Pitagora? In un momento tutto il loro paese fu coperto dalla sabbia. O i Giudei, per il loro saggio re? Da quel tempo fu sottratto loro il regno. Dio vendic giustamente la saggezza di questi tre uomini: gli Ateniesi morirono di fame, gli abitanti di Samo furono travolti dal mare, i Giudei furono eliminati e cacciati fuori dal loro regno, e sono ora dispersi per tutte le terre. Socrate non morto, grazie a Platone; n Pitagora, grazie alla statua di Hera, n il saggio re, grazie alle nuove leggi che ha stabilito. Non compare nessun riferimento a Ges o a Cristo , ma solo ad un anonimo saggio re . Inoltre, i loso Pitagora e Socrate sono esplicitamente nominati, a dierenza di questo sconosciuto saggio re . Questo passaggio sembra incolpare gli ebrei dell'omicidio di questa gura, mentre i vangeli canonici aermano che furono i romani a condannare a morte Ges, anche se i giudei possono essere considerati i veri responsabili dietro le quinte. Earl Doherty ritiene improbabile che un autore pagano come Mara col-

3.8.

VANGELI GNOSTICI, SCRITTI DEI PADRI DELLA CHIESA E FONTI IPOTETICHE

75

locherebbe Ges allo stesso livello dei nomi piuttosto familari di Socrate e Pitagora.

37

Esistono parecchi riferimenti a vari personaggi di nome Ges nel Talmud (in particolare nel testo Gemara), che potrebbero o no riferirsi a Ges di Nazaret. Dato che Gemara tra le fonti pi tarde di tutte (tra il quinto e il sesto secolo) ed un testo religioso che si basa su testi religiosi precedenti (come per esempio i vangeli canonici e le scritture dell'Antico Testamento), non ore nulla di utile

38 (ammesso e non con39 cesso che si riferisca a Ges di Nazaret e non ad altri ). Questo
mud la descrizione non positiva di Ges non si pu sapere con certezza poich Ges/Giosu/Yeshua/Yeshu un nome ebraico/aramaico davvero comune, ripetuto spesso nel Talmud e nelle opere di Flavio Giuseppe (ad esempio Ges ben Pandera, Ges bar Gamaliele, Ges glio di Damneo, ecc.).

riguardo a Ges. Un fattore che potrebbe favorire l'utilizzo del Tal-

3.8 Vangeli gnostici, scritti dei Padri della Chiesa e fonti ipotetiche
Esistono altre fonti potenziali come i cosiddetti vangeli gnostici, gli scritti dei primi Padri della Chiesa, ma sono ritenuti generalmente inautentici o troppo posteriori.

40

La sola eccezione

potrebbe essere il Vangelo di Tommaso (che descriver nel prossimo capitolo come un potenziale passaggio intermedio tra il Cristo mitico di Paolo e lo storicizzato Ges dei vangeli), che sembra essere una collezione di detti pi che una narrazione della vita di Ges, oltre ad essere del tutto privo di interesse verso la morte salvica di Ges e la sua risurrezione. Per quanto riguarda le fonti
37 Earl
655. Doherty, Jesus: Neither God Nor Man (Ottawa: Age of Reason Publications, 2009), pag. D. Ehrman, Did Jesus Exist?: The Historical Argument for Jesus of Nazareth (New York: Doherty, Jesus:

38 Bart 39 Earl

HarperOne, 2012), pag. 66-68.

Neither God Nor Man (Ottawa:

Age of Reason Publications, 2009),

pag.513-518.

40 Bart

D. Ehrman, Did Jesus Exist?: The Historical Argument for Jesus of Nazareth (New York:

HarperOne, 2012), pag. 98-104.

76CAPITOLO 3.

FONTI LIMITATE, OSCURE, AMBIGUE E DI SECONDA MANO

ipotetiche perch non pi esistenti (come la fantomatica tradizione orale e la fonte Q ) non possono essere n esaminate cos neppure si possono usare come prova a favore o contro l'esistenza di Ges (anche se la fonte Q potrebbe rivelarsi un interessante passaggio intermedio nell'evoluzione dal Ges di Paolo al Ges dei vangeli).

In ogni caso, con gli scritti di Paolo relativamente antichi, e con i racconti pi completi dei vangeli, sarebbe pi appropriato rivolgere maggiore attenzione all'analisi dei libri esistenti del Nuovo Testamento. interessante denunciare comunque, poich cos tanta credibilit viene data dagli studiosi apologeti a fonti che non esistono, una situazione davvero ridicola. Bart Ehrman nel

suo Did Jesus Exist? (un libro pubblicato di recente, la cui stessa esistenza la dimostrazione che la storicit reale di Ges sta venendo messa sempre pi in discussione), apparentemente risolve il problema di avere cos poche fonti a disposizione su Ges e per giunta di seconda mano e molto posteriori rispetto agli eventi in esame, semplicemente inventandosi un sacco di fonti antiche a volont!

Ehrman, cio, si sta semplicemente inventando l'esistenza di fonti che non possiede e che pur tuttavia gradirebbe avere. Pretende che i vangeli canonici derivino da numerose fonti scritte in precedenza (addirittura intorno al 50 EC), e da enormi quantit di tradizioni orali

41 (addirittura risalenti al 30 EC). Ehrman poi 42 Ehrman, applica gli stessi metodi perno agli scritti di Ignazio.
come i folli apologeti con cui andato cos spesso in disaccordo, pare pretendere davvero che ogni volta che compare una storiella diversa dalle altre (perno nel quarto vangelo, in confronto ai sinottici!) o il riassunto di una storiella precedente (come nel caso di Ignazio) allora convinto di aver tra le mani una prova
41 Bart 42 Bart
D. Ehrman, Did Jesus Exist?: The Historical Argument for Jesus of Nazareth (New York: D. Ehrman, Did Jesus Exist?: The Historical Argument for Jesus of Nazareth (New York: HarperOne, 2012), pag. 77-85, 92, 97. HarperOne, 2012), pag. 103.

3.9.

L'ENORME FARDELLO DI MARCO

77

convincente di un resoconto pi antico e indipendente (il che signica adabile e degno di ducia), ovviamente con tanto di fonti precedenti dietro di loro che risalgono giusto giusto al Ges storico (tanto per cambiare).

Bart Ehrman in qualche modo trascura la possibilit che la stessa storia si vada via via trasformando col tempo, o che scritti pi tardi possano semplicemente ripetere le stesse storie con parole diverse (e con tanto di nuovi, diversi dettagli) e il colmo che Ehrman sembra davvero soddisfatto di fare queste sciocche rivendicazioni cos incredibili e dogmatiche usando fonti che non esistono! Alla ne tanta presunzione da parte di Ehrman disturba, dopo tutto il ridicolo che si attira:

non ha fornito neppure

un briciolo di prova dell'esistenza di Ges.

3.9 L'enorme fardello di Marco


Il vangelo di Marco gioca un ruolo cruciale nella questione della storicit di Ges. Mentre alcune epistole (di Paolo e altri autori) potrebbero fare pi antichi riferimenti a Ges, il vangelo di Marco il primo racconto della vita di Ges in qualche modo completo (anche se molto dell'infanzia e della maturit di Ges mancante), e anche il primo a collocare Ges in un contesto storico. Le epistole hanno davvero poco da dire sulla vita di Ges, e secondo alcuni studiosi potrebbero riferirsi ad un Ges non letterale (questo sar analizzato nel prossimo capitolo). La fonte Q ipotetica, e insieme al Vangelo di Tommaso (originatosi nel primo secolo, tra i primi scritti di Paolo e il vangelo di Marco) contiene in generale solo detti, pi che un racconto dettagliato.

43

Se le epistole e le collezioni di detti non sono autentiche, mancano di dettagli biograci o si riferiscono ad un Ges non letterale,
43 Bart
D. Ehrman, Did Jesus Exist?: The Historical Argument for Jesus of Nazareth (New York: HarperOne, 2012), pag. 80.

78CAPITOLO 3.

FONTI LIMITATE, OSCURE, AMBIGUE E DI SECONDA MANO

allora i vangeli diventano cruciali per stabilire la storicit di Ges in uno specico ambiente storico e terreno. Dato che i vangeli di Matteo, di Luca e di Giovanni vengono dopo e in apparenza si limitano ad espandere il vangelo di Marco, l'adabilit del vangelo di Marco come testimonianza storica fondamentale. Non meraviglia allora che Ehrman indica nei vangeli la miglior testimonianza della vita di Ges,

44 mentre al contrario Carrier manifesta dubbi

su tutte le fonti posteriori a Marco, bibliche o extrabibliche, dal momento che Marco potrebbe benissimo averle tutte contaminate .

45 Se il vangelo di Marco (e degli altri sinottici) non ha lo

scopo di venir preso per una biograa sobria e obiettiva, stabilire la verit di Ges diventa automaticamente impossibile. Ma ora vado a vedere di che natura sono i vangeli.

3.10 La natura dei vangeli


Mentre gli apologeti cristiani, nella loro follia, preferiscono prendere alla lettera i vangeli in tutti i loro aspetti, e mentre gli scettici vorrebbero riutarli in toto, gli studiosi del consensus tendono a posizionarsi in mezzo, e nonostante questo non riescono a raggiungere un completo accordo sulla vera natura dei vangeli. Price aerma che la storia di Ges riecheggia l'Archetipo dell'Eroe Mitico (alludendo a numerosi elementi paralleli del racconto riscontrati in pressoch tutte le storie di numerosi eroi mitici): La stessa storia dei vangeli pura leggenda. Cosa si pu dire di una gura in apparenza storica la cui esistenza si rispecchia virtualmente in ogni dettaglio nell'Archetipo dell'Eroe Mitico, con nulla, nessun'informazione secolare o mondana, lasciata dietro?
44 Bart
HarperOne, 2012), pag. 56.

46

D. Ehrman, Did Jesus Exist?: The Historical Argument for Jesus of Nazareth (New York: Carrier, Did Jesus Exist?

//www.infidels.org/library/modern/richard_carrier/jesuspuzzle.html
46 Robert
libera traduzione.

45 Richard

Earl Doherty and the Argument to Ahistoricity ,

http:

M. Price, Deconstructing Jesus (Amherst, NY: Prometheus Books, 2000), pag. 260, mia

3.10.

LA NATURA DEI VANGELI

79

Il rinomato studioso Thomas L. Thompson, un'autorit in materia di Antico Testamento, rivela che l'ipotesi che i vangeli descrivono un Ges storico non aatto giusticata.

47 Molti credibili studiosi

hanno spresso sollevato dubbi sull'adabilit dei vangeli. Randel Helms

48 prova che i vangeli sono in larga misura racconti ttizi

e riuta anche l'idea che si possa credere alla tradizione orale, ritenendola instabile e aperta all'abbellimento mitico e letterario. Anche John Dominic Crossan esprime riserve sull'adabilit dei vangeli, dicendo che la tradizione orale un'ipotesi troppo spesso abusata nella ricerca accademica. E sottolinea: Il primo vangelo, Marco, scritto intorno all'anno 70. Cos entro il 70 e, diciamo, il 95, abbiamo i quattro vangeli. 25 anni. Ma quello lascia 70 meno 30. 40

anni prima di quello. Se si guarda la creativit entro tale arco di 25 anni, da Marco che copiato in Matteo e Luca, eventualmente anche da Giovanni, allora si deve arontare la creativit di quei 40 anni, anche quando non hai dei vangeli scritti. E quella creativit pu essere altrettanto intensa.

49

Crossan elabora su questo suo concetto di creativit , spiegando che i vangeli contengono invenzione e mitologia. E dire che

gli apologeti sono soliti ripetere il vecchio ritornello che non c'era abbastanza tempo per i cristiani di inventarsi tutte quelle storie ! (perch vittime dell'idea che soltanto per inventare i personaggi biblici dell'Antico Testamento ci vogliano tempi biblici )

L'esperto del Nuovo Testamento Harold Hattridge proclama che i primi cristiani comprendevano le storie dei vangeli allegoricamente (non letteralmente).
47 Thomas

L. Thompson, The Messiah Myth: The near Eastern Roots of Jesus and David (New

York: Basic Books, 2005), pag. 8.

frontline/shows/religion/story/gospels.html

48 Randel Helms, Gospel Fictions (Bualo, NY: prometheus Books, 1988), pag. 10-12. 49 John Dominic Crossan: Evolution of the Four Gospels , http://www.pbs.org/wgbh/pages/

80CAPITOLO 3.

FONTI LIMITATE, OSCURE, AMBIGUE E DI SECONDA MANO

I primi cristiani certamente leggevano le scritture allegoricamente, pensandole riferimenti a qualche genere di cosiddette realt superiori non realmente presenti nel testo stesso. Potevano interpretarle moralmente, come

se danno consiglio per l'esistenza.

50

La storica Paula Fredriksen dice schiettamente che i vangeli non sono biograe: I vangeli sono tipi di letteratura davvero caratteristici. Non sono biograe. Intendo dire che esistono un

sacco di dettagli di ogni sorta circa Ges che non sono semplicemente interessati a fornirci. Sono un genere di propaganda religiosa. Quello che fanno proclamare l'interpretazione di ciascun autore del messagio cristiano mediante la tecnica di usare Ges di Nazaret come portavoce della posizione dell'evangelista.

51

Robert M. Price asserisce che i vangeli e Atti (considerati come seconda parte di Luca) sono un tipo di midrash o esegesi dell'Antico Testamento.

52 Essenzialmente vede i vangeli come un tardo

tentativo di re-immaginazione dell'Antico Testamento. Quest'idea che i vangeli si riferiscano pi all'Antico Testamento (o anche ad altre fonti antiche) che ad eventi recenti e reali potrebbe spiegare il riferimento dell'apostolo Paolo alla morte e risurrezione di Ges secondo le Scritture

53 , piuttosto che secondo le testimonianze

oculari . Quest'idea d una spiegazione decisamente pi naturali50 Harold Attridge: Early Christians Interpreted Gospels Allegorically , http://www.pbs.org/ wgbh/pages/frontline/shows/religion/story/gospels.html 51 Paula Fredriksen: Religious Advertisements , http://www.pbs.org/wgbh/pages/frontline/ shows/religion/story/gospels.html 52 Robert 53
M. Price, The Christ-Myth Theory and Its Problems (Cranford, NJ: American Atheist Press, 2011), pag. 59.

Vi proclamo poi, fratelli, il Vangelo che vi ho annunciato e che voi avete ricevuto, nel quale restate saldi e dal quale siete salvati, se lo mantenete come ve l'ho annunciato. A meno che non abbiate creduto invano! A voi infatti ho trasmesso, anzitutto, quello che anch'io ho ricevuto, cio che Cristo mor per i nostri peccati secondo le Scritture e che fu sepolto e che risorto il terzo giorno secondo le Scritture... (1 Corinzi 15:1-4)

3.10.

LA NATURA DEI VANGELI

81

stica del numero impressionante di profezie dell'Antico Testamento che Ges ha apparentemente realizzato nel Nuovo Testamento. Price nota che questa tendenza midrashica evidente n dai primi versi del primo vangelo: Inizio del vangelo di Ges, Cristo, Figlio di Dio. Come sta scritto nel profeta Isaia: Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero: egli preparer la tua via. Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri. (Marco 1:1-3) Un esempio citato da Price la storia di Ges che calma la tempesta in Marco 4:35-41.

54 Egli dimostra che la base di quella 55 storia si pu trovare in Giona 1:4-6 , dove Giona (proprio come
Ges) viene scoperto a dormire durante la tempesta, ed inne viene costretto a calmare le acque.

56 Price allora ipotizza che il

brano di Marco fu elaborato a partire da un'altra storia fornita dai


54
In quel medesimo giorno, venuta la sera, disse loro: Passiamo all'altra riva. E, congedata la folla, lo presero con s, cos com'era, nella barca. barche con lui. barca, tanto che ormai era piena. C'erano anche altre Ci fu una grande tempesta di vento e le onde si rovesciavano nella Egli se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva. Si

Allora lo svegliarono e gli dissero: Maestro, non t'importa che siamo perduti?.

dest, minacci il vento e disse al mare: Taci, calmati!. Il vento cess e ci fu grande bonaccia. Poi disse loro: Perch avete paura? Non avete ancora fede?. E furono presi da grande timore e si dicevano l'un l'altro: Chi dunque costui, che anche il vento e il mare gli obbediscono?. (Marco 4:35-41)

55
Ma il Signore scaten sul mare un forte vento e ne venne in mare una tempesta tale che la nave stava per sfasciarsi. I marinai impauriti invocavano ciascuno il proprio dio e gettarono a mare quanto avevano sulla mare per alleggerirla. Intanto Giona, sceso nel luogo pi riposto della nave, si era coricato e dormiva profondamente. Gli si avvicin il capo dell'equipaggio e gli disse: Che cos'hai cos addormentato? Alzati, invoca il tuo Dio! Forse Dio si dar pensiero di noi e non periremo. (Giona 1:4-6)

56 Robert

M. Price, The Christ-Myth Theory and Its Problems (Cranford, NJ: American Atheist

Press, 2011), pag. 79-80.

82CAPITOLO 3.

FONTI LIMITATE, OSCURE, AMBIGUE E DI SECONDA MANO

Salmi 107:23-29.

57 Price trova paralleli diretti tra la storia della

conversione dell'acqua in vino nel vangelo di Giovanni (Giovanni 2:1-11

58 ) e il racconto di 1 Re 17:8-24 presente nella Septua59 Entrambe le storie comportano un rimprovero, brocche ginta.
57
Coloro che solcavano il mare sulle navi e commerciavano sulle grandi acque videro le opere del Signore, i suoi prodigi nel mare profondo. Egli parl e fece levare un vento burrascoso che sollev i suoi utti. Salivano no al cielo, scendevano negli abissi; la loro anima languiva nell'aanno. Ondeggiavano e barcollavano come ubriachi, tutta la loro perizia era svanita. Nell'angoscia gridarono al Signore ed egli li liber dalle loro angustie. Ridusse la tempesta ala calma, tacquero i utti del mare. (Salmi 107:23-29)

58
Il terzo giorno vi fu una festa di nozze a Cana di Galilea e c'era la madre di Ges. Fu invitato alle nozze anche Ges con i suoi discepoli. madre di Ges gli disse: da me? cosa vi dica, fatela. Non hanno vino. Non ancora giunta la mia ora. Venuto a mancare il vino, la Donna, che vuoi E Ges le rispose:

Sua madre disse ai servitori: Qualsiasi

Vi erano l sei anfore di pietra per la puricazione rituale dei

Giudei, contenenti ciascuna da ottanta a centoventi litri. E Ges disse loro: Riempite d'acqua le anfore; e le riempirono no all'orlo. Disse loro di nuovo: Ora prendetene e portatene a colui che dirige il banchetto. Ed essi gliene portarono. Come ebbe assaggiato l'acqua diventata vino, colui che dirigeva il banchetto  il quale non sapeva da dove venisse, ma lo sapevano i servitori che avevano preso l'acqua  chiam lo sposo e gli disse: Tutti mettono in tavola il vino buono all'inizio e, quando si gi bevuto molto, quello meno buono. Tu invece hai tenuto da parte il vino buono nora. Questo, a Cana di Galilea, fu l'inizio dei segni compiuti da Ges; egli manifest la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui. (Giovanni 2:1-11)

59
Il Signore parl a lui e disse: Alzati, va' in Zarepta di Sidne e ivi stabilisciti. Ecco io ho dato ordine a una vedova di l per il tuo cibo. Egli si alz e and a Zarepta. Entrato nella porta della citt, ecco una vedova raccoglieva la legna. La chiam e le disse: Prendimi un po' d'acqua in un vaso perch io possa bere. Mentre quella andava a prenderla, le grid: Prendimi anche un pezzo di pane. Quella rispose: Per la vita del Signore tuo Dio, non ho nulla di cotto, ma solo un pugno di farina nella giara e un po' di olio nell'orcio; ora raccolgo due pezzi di legna, dopo andr a cuocerla per me e per mio glio: la mangeremo e poi moriremo. Elia le disse: Non temere; su, fa' come hai detto, ma prepara prima una piccola focaccia per me, e portamela; quindi ne preparerai per te e per tuo glio, poich dice il signore: La farina della giara non si esaurir e l'orcio dell'olio non si svuoter nch il Signore non far piovere sulla terra. Quella and e fece come aveva detto Elia. Mangiarono essa, lui e il glio di lei per diversi giorni. La farina della giara non venne meno e l'orcio dell'olio non diminu, secondo la parola che il Signore aveva pronunziata per mezzo di Elia. In seguito il glio della padrona di casa si ammal. La sua malattia era molto grave, tanto che rimase senza respiro. Essa allora disse a Elia: Che c' fra me e te,

3.10.

LA NATURA DEI VANGELI

83

vuote (dalle quali aora miracolosamene cibo a volont) e persone che ripongono la loro fede nel personaggio centrale a causa di quest'impresa.

60

Price dimostra molti pi esempi di paralleli dell'Antico Testamento (e fonti potenziali di estrapolazione o inuenza) con i racconti evangelici, comprese le scene della nativit di Ges, del battesimo di Ges, delle tentazioni di Ges, della raccolta dei primi discepoli, dell'esorcismo a Cafarnao, della guarigione di un lebbroso, della guarigione di un paralitico, del camminare sulle acque, della trasgurazione di Ges, e dell'entrata a Gerusalemme. I paralleli si riscontrano anche nell'episodio della maledizione di Ges del co selvatico, nel racconto dell'ultima cena, nell'idea di un sacricio espiatorio, nella stessa crocissione di Ges, nell'episodio della tomba vuota, dell'ascensione di Ges, della Pentecoste, dell'etiope eunuco, e della conversione di Paolo.

61

Price fornisce molti altri esempi ed allude a numerosi altri paralleli su cui vari altri studiosi hanno speculato.

62 Carrier illumina

numerosi paralleli tra la storia di Daniele nella fossa dei leoni e la storia della tomba vuota dei vangeli,

63 dimostrando matema-

ticamente perch molto pi probabile che questa tradizione


o uomo di Dio? Sei venuto da me per rinnovare il ricordo della mia iniquit e per

uccidermi il glio?. Elia le disse: Dammi tuo glio. Glielo prese dal seno, lo port al piano di sopra, dove abitava, e lo stese sul letto. Quindi invoc il Signore: Signore mio Dio, forse farai del male a questa vedova che mi ospita, tanto da farle morire il glio?. Si distese tre volte sul bambino e invoc il Signore: Signore Dio mio, l'anima del fanciullo torni nel suo corpo. Il Signore ascolt il grido di Elia; l'anima del bambino torn nel suo corpo e quegli riprese a vivere. Elia prese il bambino, lo port al piano terreno e lo consegn alla madre. Elia disse: Guarda! Tuo glio vive. La donna disse a Elia: Ora so che tu sei uomo di Dio e che la vera parola del Signore sulla tua bocca. (1 Re 17:8-24)

60 Robert 61 Robert 62 Robert

M. Price, The Christ-Myth Theory and Its Problems (Cranford, NJ: American Atheist M. Price, The Christ-Myth Theory and Its Problems (Cranford, NJ: American Atheist M. Price, The Christ-Myth Theory and Its Problems (Cranford, NJ: American Atheist Carrier, Proving History:

Press, 2011), pag. 239-241. Press, 2011), pag. 59-260. Press, 2011), pag. 62.

63 Richard

Bayes's Theorem and the Quest for the Historical Jesus

(Amherst, NY: Prometheus Books, 2012, pag.199-204).

84CAPITOLO 3.

FONTI LIMITATE, OSCURE, AMBIGUE E DI SECONDA MANO

di Ges fu inventata.

Sempre Richard Carrier nota che furono

scritte biograe anche di persone non-esistenti (come Romolo, Numa Pompilio, Coriolano, Ercole, ed Esopo) .

64 Antichi critici

come Celso e l'ebreo Trifone (nell'omonimo dialogo di Giustino Martire) avevano a loro volta criticato i racconti ttizi associati a Ges: E nemmeno, mentendo, riusciste a rivestire di credibilit le vostre intenzioni. Anzi, alcuni fedeli, come ubriachi che arrivano ad attaccar biga fra di loro, alterarono il testo originario del Vangelo in tre e in quattro e in molti modi diversi e ne divulgarono rifacimenti, per aver modo di controbattere le confutazioni. (Origene, Contra Celsum, II, 26-27) L'apologeta travestito da storico Ehrman ammette: i vangeli descrivono Ges in modi che sono non storici .

65 Quelle critiche
Uno dei primi

non sono neppure limitate ai soli non credenti.

teologi cristiani, Origene, che sembrava favorire letture allegoriche, spiega che i vangeli presentano discrepanze e devono essere intesi spiritualmente : La verit spirituale era spesso preservata, come si potrebbe dire, nella falsit materiale... Cos tanto ho

detto delle apparenti discrepanze nei vangeli, e del mio desiderio di doverle trattare alla maniera di interpretazione spirituale.

66

La stessa composizione del vangelo di Giovanni rivela che strutturato in modo tale da apparire persuasivo,
com/carrier/archives/1026
64 Richard
Carrier, Ehrman on Jesus: A Failure of Facts and Logic ,

67 nel descrivere

http://freethoughtblogs.

did-jesus-exist-a-historian-makes-his-case

65  `Did Jesus Exist?' A Historian Makes His Case , http://www.npr.org/2012/04/01/149462376/ 66 Scripture Contains Many Contradictions, and Many Statements which are not Literally True,
mia libera traduzione

http://biblehub.com/library/origen/origens_ commentary_on_the_gospel_of_john/4_scripture_contains_many_contradictions.htm mia libera


but must be Read Spiritually and Mystically. ,
traduzione.

67 K.

L. Noll, Investigating Earliest Christianity without Jesus. in

`Is This Not the Carpenter?'

The Question of the Historicity of the Figure of Jesus, Thomas L. Thompson and Thomas Verenna
Copenhagen International Seminar (Sheeld: Equinox Publishing, 2012), pag. 241.

3.10.

LA NATURA DEI VANGELI

85

Ges come una gura degna di fede: una tendenza che si riscontra anche nei vangeli di Matteo e di Luca. Non sorprende, dato come tutti i vangeli canonici dimostrano il loro malcelato desiderio di proselitismo nel promuovere un Ges soprannaturale ,
68
Inizio del vangelo di Ges, Cristo, Figlio di Dio. (Marco 1:1) Dopo il sabato, all'alba del primo giorno della settimana, Maria di Mgdala e l'altra Maria andarono a visitare la tomba. Ed ecco, vi fu un gran terremoto. Un angelo del Signore, infatti, sceso dal cielo, si avvicin, rotol la pietra e si pose a sedere su di essa. Il suo aspetto era come folgore e il suo vestito bianco come neve. Per lo spavento che ebbero di lui, le guardie furono scosse e rimasero come morte. L'angelo disse alle donne: Voi non abbiate paura! So che cercate Ges, il crocisso. Non qui. risorto, infatti, come aveva detto; venite, guardate il luogo dove era stato deposto. Presto, andate a dire ai suoi discepoli:  risorto dai morti, ed ecco, vi precede in Galilea; l lo vedrete. Ecco, io ve l'ho detto. Abbandonato in fretta il sepolcro con timore e gioia grande, le donne corsero a dare l'annuncio ai suoi discepoli. Ed ecco, Ges venne loro incontro e disse: Salute a voi!. Ed esse si avvicinarono, gli abbracciarono i piedi e lo adorarono. Allora Ges disse loro: Non temete; andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea: l mi vedranno. Mentre esse erano in cammino, ecco, alcune guardie giunsero in citt e annunciarono ai capi dei sacerdoti tutto quanto era accaduto. Questi allora si riunirono con gli anziani e, dopo essersi consultati, diedero una buona somma di denaro ai soldati, dicendo: Dite cos: I suoi discepoli sono venuti di notte e l'hanno rubato, mentre noi dormivamo. E se mai la cosa venisse all'orecchio del governatore, noi lo persuaderemo e vi libereremo da ogni preoccupazione. Quelli presero il denaro e fecero secondo le istruzioni ricevute. Cos questo racconto si divulgato fra i Giudei no ad oggi. Gli undici discepoli, intanto, andarono in Galilea, sul monte che Ges Andate aveva loro indicato. Quando lo videro, si prostrarono. Essi per dubitarono. Ges si avvicin e disse loro: A me stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ci che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, no alla ne del mondo. (Matteo 28) Il primo giorno della settimana, al mattino presto esse si recarono al sepolcro, portando con s gli aromi che avevano preparato. Trovarono che la pietra era stata Mentre si rimossa dal sepolcro e, entrate, non trovarono il corpo del Signore Ges. abito sfolgorante. dissero loro:

68 susci-

domandavano che senso avesse tutto questo, ecco due uomini presentarsi a loro in Le donne, impaurite, tenevano il volto chinato a terra, ma quelli Non qui, risorto. Bisogna che il Perch cercate tra i morti colui che vivo?

Ricordatevi come vi parl quando era ancora in Galilea e diceva:

Figlio dell'uomo sia consegnato in mano ai peccatori, sia crocisso e risorga il terzo giorno. Ed esse si ricordarono delle sue parole e, tornate dal sepolcro, annunciarono tutto questo agli Undici e a tutti gli altri. Erano Maria Maddalena, Giovanna e Maria madre di Giacomo. Anche le altre, che erano con loro, raccontavano queste cose agli apostoli. Quelle parole parvero a loro come un vaneggiamento e non credevano ad esse. Pietro tuttavia si alz, corse al sepolcro e, chinatosi, vide soltanto i teli. E torn indietro, pieno di stupore per l'accaduto. Ed ecco, in quello stesso giorno due di loro erano in cammino per un villaggio di nome mmaus, distante circa undici chilometri da Gerusalemme, e conversavano tra loro di tutto quello che era accaduto. Mentre conversavano e discutevano insieme, Ges in persona si avvicin e camminava con loro. Ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo. Ed egli disse loro: Che cosa sono questi discorsi che state facendo tra voi lungo il cammino?. Si fermarono, col volto triste; uno di loro, di nome Clopa, gli rispose: Solo tu sei forestiero a Gerusalemme! Non sai ci che vi accaduto in questi giorni?. Domand loro: Che cosa?. Gli risposero: Ci che riguarda Ges, il Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; come i capi dei sacerdoti e le nostre autorit lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e lo hanno crocisso. Noi speravamo che egli

86CAPITOLO 3.

FONTI LIMITATE, OSCURE, AMBIGUE E DI SECONDA MANO

tando seri interrogativi riguardo alla loro eettiva percentuale di verit e insinuando perplessit riguardo le reali intenzioni dei loro autori. Un indizio della pretesa, da parte dei loro autori, che i vangeli devono essere creduti (quando in realt non meritano nessuna ducia sulla verit del loro contenuto) compare solo all'incipit del vangelo di Luca

69 , il solo vangelo con un'introduzione del genere. L'anoni-

fosse colui che avrebbe liberato Israele; con tutto ci, sono passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; si sono recate al mattino alla tomba e, non avendo trovato il suo corpo, sono venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali aermano che egli vivo. Alcuni dei nostri sono andati alla tomba e hanno trovato come avevano detto le donne, ma lui non l'hanno visto. Disse loro: Stolti e lenti di cuore a credere in tutto ci che hanno detto i profeti! Non bisognava che il Cristo patisse queste soerenze per entrare nella sua gloria?. E, cominciando da Mos e da tutti i profeti, spieg loro in tutte le Scritture ci che si riferiva a lui. Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare pi lontano. Ma essi insistettero: Resta con noi, perch si fa sera e il giorno ormai al tramonto. Egli entr per rimanere con loro. Quando fu a tavola con loro, prese il pane, recit la benedizione, lo spezz e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma egli spar dalla loro vista. Ed essi dissero l'un l'altro: Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?. Partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, i quali dicevano: Davvero il Signore risorto ed apparso a Simone!. Ed essi narravano ci che era accaduto lungo la via e come l'avevano riconosciuto nello spezzare il pane. Mentre essi parlavano di queste cose, Ges in persona stette in mezzo a loro e disse: Pace a voi!. Sconvolti e pieni di paura, credevano di vedere un fantasma. Ma egli disse loro: Perch siete turbati, e perch sorgono dubbi nel vostro cuore? Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa, come vedete che io ho. Dicendo questo, mostr loro le mani e i piedi. Ma poich per la gioia non credevano ancora ed erano pieni di stupore, disse: Avete qui qualche cosa da mangiare?. Gli orirono una porzione di pesce arrostito; egli lo prese e lo mangi davanti a loro. Poi disse: Sono queste le parole che io vi dissi quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella legge di Mos, nei Profeti e nei Salmi. Allora apr loro la mente per comprendere le Scritture e disse loro: Cos sta scritto: il Cristo patir e risorger dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni. Ed ecco, io mando su di voi colui che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in citt, nch non siate rivestiti di potenza dall'alto. Poi li condusse fuori verso Betnia e, alzate le mani, li benedisse. Mentre li benediceva, si stacc da loro e veniva portato su, in cielo. Ed essi si prostrarono davanti a lui; poi tornarono a Gerusalemme con grande gioia e stavano sempre nel tempio lodando Dio. (Luca 24) Ma questi sono stati scritti perch crediate che Ges il Cristo, il Figlio di Dio, e perch, credendo, abbiate la vita nel suo nome. (Giovanni 20:31)

69
Poich molti hanno cercato di raccontare con ordine gli avvenimenti che si sono compiuti in mezzo a noi, come ce li hanno trasmessi coloro che ne furono testimoni oculari n da principio e divennero ministri della Parola, cos anch'io ho deciso di fare ricerche accurate su ogni circostanza, n dagli inizi, e di scriverne un resoconto ordinato per te, illustre Telo, in modo che tu possa renderti conto della solidit degli insegnamenti che hai ricevuto.

3.10.

LA NATURA DEI VANGELI

87

mo autore del vangelo di Luca pretende di aver fatto ricerche accurate su ogni circostanza, n dagli inizi , indicando che l'autore non un contemporaneo di Ges (e quindi non un testimone oculare) ma che sta facendo ricerca storica. Quest'ultimo punto problematico, dato che Luca non discutte i suoi metodi, non nomina le sue fonti, non mostra alcun scetticismo verso le sue varie assurde pretese fatte spesso e volentieri su Ges. Luca fallisce del tutto nel chiarire le sue credenziali, o pure la sua identit.

Per giunta, quando Luca pretende di aver fatto ricerche accurate su ogni circostanza, n dagli inizi non neppure certo che n dagli inizi sia la traduzione corretta dell'originale greco  >nwjen, che si pu tradurre letteralmente

dall'alto rivelando

che la pretesa dell'autore di conoscere la vita di Ges proviene dal suo canale diretto al divino: in questa prospettiva, se la fonte di Luca la rivelazione dall'alto , o dal cielo (si veda Giacomo 3:17: La sapienza che viene

dall'alto invece anzitutto pura,

poi pacica, mite, arrendevole, piena di misericordia e di buoni frutti, senza parziali, senza ipocrisia. ), la sua credibilit come storico diventa altamente discutibile.

Dato che i vangeli sono anonimi, gli studiosi non possono essere sicuri sui loro autori, sulle loro reali intenzioni. La natura

dei vangeli e sar sempre oggetto di dibattito. Puoi chiamarli  midrash , allegoria, pura ction, parabola o qualunque cosa desideri, ovvio che i vangeli non sono obiettivi, non sono biograe storiche, non sono scritti da autori critici e adabili. Esistono elevate perplessit riguardo la loro natura e il loro scopo e per estensione riguardo la loro adabilit. Che i vangeli non sono

fonti completamente degne di ducia genera un legittimo scetticismo sui miracoli ivi descritti, e anche danno ampia ragione di dubitare delle loro rivendicazioni decisamente pi banali.
(Luca 1:1-4)

88CAPITOLO 3.

FONTI LIMITATE, OSCURE, AMBIGUE E DI SECONDA MANO

3.11 Il fallimento di Marco


Il ruolo cruciale giocato dal vangelo di Marco nella ricerca di Ges gi stato sottolineato in precedenza. I testi precedenti

al vangelo di Marco potevano riferirsi ad un Ges interamente non letterale (da esaminare in dettaglio nel prossimo capitolo), mentre i testi che vengono pi tardi potevano essere in pari misura contaminati da Marco. Nelle parole di Carrier: La sola chiara prova della sua esistenza pu essere associata in un modo o nell'altro ad una singola fonte: il vangelo di Marco, che pu essere stato scritto tanto tardi quanto l'80 o il 90 A.D., cinquant'anni dopo gli eventi che si ipotizza abbia descritto, e che inequivocabilmente un'agiograa pi che una storia o una biograa, dall'interesse che sembra pi culturale che fattuale (si veda la mia Recensione dell'Epica Omerica e del Vangelo di Marco). Tutta la prova aggiuntiva, sebbene anco-

ra aggiungendo peso ad un qualche caso a favore della storicit, o troppo vaga per essere conclusiva, oppure contaminata dall'associazione con questo documento.

70

Per un documento su cui cos tanto in gioco, il vangelo di Marco ha parecchie carateristiche passibili di diminuire la ducia che gli studiosi hanno riposto in esso come una fonte adabile della storia della vita di Ges. L'autore di Marco anonimo, e il vangelo fu scritto all'incirca quattro decenni o pi dopo la morte di Ges. Nessuna copia originale di Marco esiste: il pi antico manoscritto che contiene solo alcune sezioni del vangelo di Marco, il Papyrus 45, datato al terzo secolo (mentre gli eventi descritti da Marco sono accaduti in apparenza nel primo secolo). Anche il materiale che Marco us come fonte sconosciuto. Se delle fonti primarie furono consultate, gli studiosi non possono sapere quanto di tale ipotetico materiale fu riportato con accuratezza. La credibilit di
//www.infidels.org/library/modern/richard_carrier/jesuspuzzle.html
70 Richard
Carrier, Did Jesus Exist?

Earl Doherty and the Argument to Ahistoricity ,

http:

3.11.

IL FALLIMENTO DI MARCO

89

Marco discutibile, in parte a causa dei suoi appelli al soprannaturale e all'ovvia intenzione evangelica. Gi dall'incipit il vangelo di Marco si auto-etichetta come le buone nuove (euanglion) invece che come un resoconto storico accurato e obiettivo. Il vangelo di Marco descrive solo l'ultima parte dell'esistenza di Ges, dal suo battesimo alla sua morte. Punti di svolta della narrazione come la sua nascita apparentemente miracolosa e la sua trionfante risurrezione non sono compresi.

Esistono molte ragioni per dubitare dell'adabilit di Marco, come ad esempio la sua evidente manomissione con l'aggiunta

71 Il vangelo di Marco termina anche con un 72 invece che con la risurrezione potenziale messaggio di speranza,
di Marco 16:9-20. di Ges, un indizio che potrebbe indicare che la funzione originaria della storia non era di essere presa alla lettera. Se la risurrezione di Ges fosse realmente accaduta (qualsiasi cosa rappresent un fatto del genere), e se Marco avesse davvero annotato frettolosamente dei fatti storici, qualche tempo dopo i presunti eventi accaduti, allora Marco avrebbe potuto facilmente aggiungere che Ges resuscit dai morti e con pari facilit darci un elenco di testimoni oculari adabili. Al pari dell'autore, anche il genere del vangelo di Marco sconosciuto, nonostante contenga un sacco di invenzioni e mito. Marco anche il primo e il pi corto dei vangeli canonici, quindi tutto ci che non presente in Marco degli
71 Bart 72
D. Ehrman, Ges non l'ha mai detto. Millecinquecento anni di errori e manipolazioni nella

traduzione dei vangeli, Mondadori, 2005, pag. 79.

Passato il sabato, Maria di Mgdala, Maria madre di Giacomo e Salome comprarono oli aromatici per andare a ungerlo. Di buon mattino, il primo giorno della settimana, vennero al sepolcro al levare del sole. Dicevano tra loro: Chi ci far rotolare via la pietra dall'ingresso del sepolcro?. Alzando lo sguardo, osservarono che la pietra era Entrate nel sepolcro, videro un gi stata fatta rotolare, bench fosse molto grande.

giovane, seduto sulla destra, vestito d'una veste bianca, ed ebbero paura. Ma egli disse loro: Non abbiate paura! Voi cercate Ges Nazareno, il crocisso. risorto, non qui. Ecco il luogo dove l'avevano posto. Ma andate, dite ai suoi discepoli e a Pietro: Egli vi precede in Galilea. L lo vedrete, come vi ha detto. Esse uscirono e fuggirono via dal sepolcro, perch erano piene di spavento e di stupore. E non dissero niente a nessuno, perch erano impaurite. (Marco 16:6-8)

90CAPITOLO 3.

FONTI LIMITATE, OSCURE, AMBIGUE E DI SECONDA MANO

altri vangeli, pu essere considerato puro abbellimento aggiunto, come pure lo il nale di questo vangelo: un indizio a favore del comune argomento miticista che la storia di Ges si era via via sempre pi evoluta col tempo, tappando tutti i buchi della sua non-esistenza (la tendenza che Robert Price ha denito ironicamente horror vacui ).

Tanto per cominciare, la genealogia di Ges, che incontriamo in Matteo e in Luca, non c' in Marco. Marco non solo inizia

con la scena del battesimo, la cui origine identicata da tutti in Isaia,

73 ma questo vangelo ha un Ges che nega lui stesso l'idea

che il Messia debba essere un discendente di Davide. argomenta Ges in Marco 12:35-37.

74 non pu essere un glio di

L'Unto,

Davide, quando Davide in persona a chiamarlo mio Signore , un riferimento al Salmo 110.
73
Una voce grida: Nel deserto preparate la via al Signore, appianate nella steppa la strada per il nostro Dio. (Isaia 40:3)

75

74
Insegnando nel tempio, Ges diceva: Come mai gli scribi dicono che il Cristo glio di Davide? Disse infatti Davide stesso, mosso dallo Spirito Santo: Disse il Signore al mio Signore: Siedi alla mia destra, nch io ponga i tuoi nemici sotto i tuoi piedi. Davide stesso lo chiama Signore: da dove risulta che suo glio?. E la folla numerosa lo ascoltava volentieri. (Marco 12:35-37)

75
Alleluia. Render grazie al Signore con tutto il cuore, nel consesso dei giusti e nell'assemblea. Grandi le opere del Signore, le contemplino coloro che le amano. Le sue opere sono splendore di bellezza, la sua giustizia dura per sempre. Ha lasciato un ricordo dei suoi prodigi: piet e tenerezza il Signore. Egli d il cibo a chi lo teme, si ricorda sempre della sua alleanza. Mostr al suo popolo la potenza delle sue opere, gli diede l'eredit delle genti. Le opere delle sue mani sono verit e giustizia,

3.11.

IL FALLIMENTO DI MARCO

91

Quindi, il vangelo di Marco non fa nessun tentativo di realizzare la profezia che il principe Unto sar discendente di Davide, e non c' nessun bisogno di armonizzare il fatto che Ges non sia il glio biologico del discendente di Davide, Giuseppe, con il fatto che un Messia deve essere per forza di discendenza davidica. Secondo il Ges di Marco, quella profezia sbagliata.

Come negli altri vangeli, anche nel vangelo di Marco Ges ha la tendenza ad interpretare le scritture al di fuori degli schemi della sua epoca. Non appartiene a nessuna fazione.

Dopo il librarsi della colomba e la voce proveniente dal cielo che dichiara Ges il suo glio prediletto, lo Spirito conduce Ges nel deserto: cio, il desiderio di santit, il desiderio di Dio o la brama spirituale lo conduce nella sua solitudine religiosa. La natura delle tentazioni di Satana durante i quaranta giorni nel deserto furono abbellimenti di Matteo e di Luca, nella misura in cui quei dettagli non sono forniti pure da Marco. Per quel che sappiamo, il riferimento di Marco a Ges che tentato da Satana riferirsi al fatto che Ges ebbe fame.

76 potrebbe

I primi miracoli di guarigione sono simili, e la connessione tra il peccato e l'infermit mentale resa chiara dalla domanda di Ges agli scribi e farisei:
stabili sono tutti i suoi comandi, immutabili nei secoli, per sempre, eseguiti con fedelt e rettitudine. Mand a liberare il suo popolo, stabil la sua alleanza per sempre. Santo e terribile il suo nome. Principio della saggezza il timore del Signore, saggio colui che gli fedele; la lode del Signore senza ne. (Salmo 110)

76
E subito lo Spirito lo sospinse nel deserto 13e nel deserto rimase quaranta giorni, tentato da Satana. Stava con le bestie selvatiche e gli angeli lo servivano. (Marco 1:12-13)

92CAPITOLO 3.

FONTI LIMITATE, OSCURE, AMBIGUE E DI SECONDA MANO

Che cosa pi facile, dire al paralitico: I tuoi peccati ti sono perdonati, oppure dirgli: Alzati, prendi il tuo lettuccio e cammina? (Marco 2:9). Se questo passo viene letto trascurando il senso allegorico che i due atti, di guarigione e di perdono, sono in qualche modo equivalenti nel signicato, allora

la domanda di Ges sembra

del tutto scollegata dal contesto , come se Ges stesse meramente reclamando il suo diritto di fare la pi facile delle due azioni convenzionali dei farisei (cio, sarebbe tanto meglio per lui non perdere tempo col malato rilando un rapido ma aettato perdono, invece di una cura altrettanto ipocrita). Ma se la guarigione e il perdono sono teologicamente equivalenti, allora Ges sta dicendo semplicemente che i farisei non possono adirarsi con lui per la sua rinuncia a fare cosa sia spiritualmente inutile sia sicamente dicile. Perch, se il perdono non viene (ai farisei), non verr neppure la guarigione.

Le leggi siche nel vangelo di Marco non vengono stravolte. Un miracolo un miracolo perch improbabile, incredibile, impossibile. A questo proposito, una lettura comparativa della sosta a Betania rivelatrice. Nel vangelo di Marco non c' nessuna storia di Ges che resuscita il suo amico Lazzaro dalla tomba. La storia di Lazzaro appare solamente nel vangelo di Giovanni, ma una versione dei suoi eventi principali presente in ciascuno dei quattro vangeli. In ciascuna versione, i dettagli sono curiosamente diversi, tuttavia sembrano suggerire pi o meno la medesima equazione tra perdono dei peccati e guarigione. Ecco la prima versione di Marco: Ges si trovava a Betnia, nella casa di

Simone il

Lebbroso . Mentre era a tavola, giunse una donna che


aveva un vaso di alabastro, pieno di profumo di puro nardo, di grande valore. Ella ruppe il vaso di alabastro e

3.11.

IL FALLIMENTO DI MARCO

93
Ci furono alcuni, fra

vers il profumo sul suo capo.

loro, che si indignarono : Perch questo spreco di


profumo? Si poteva venderlo per pi di trecento denari e darli ai poveri!. Ed erano infuriati contro di lei. Allora Ges disse: Lasciatela stare; perch la infastidite? Ha compiuto un'azione buona verso di me. I poveri infatti li avete sempre con voi e potete far loro del bene quando volete, ma non sempre avete me. Ella ha fatto ci che era in suo potere, ha unto in anticipo il mio corpo per la sepoltura. In verit io vi dico: dovunque sar proclamato il Vangelo, per il mondo intero, in ricordo di lei si dir anche quello che ha fatto.

Allora Giuda Iscariota, uno

dei Dodici, si rec dai capi dei sacerdoti per consegnare loro Ges. (Marco 14:3-10, mia enfasi) In Matteo, la cornice temporale identica, con la dierenza che i critici del gesto della donna sono identicati come i discepoli :

I discepoli, vedendo ci, si sdegnarono e dissero: Perch questo spreco? (Marco 14:3-10, mia enfasi) Si tratta di una piccola modica, eppure un'illuminante selezione nel folto numero dei curiosi che attorniano Ges. Cos, introducendo il riferimento ai discepoli, il vangelo di Matteo colloca la fonte di disaezione verso Ges, nello specico, pi vicina a Ges stesso.

Sono proprio i suoi intimi ad essere insoddisfatti di lui.

una specie di minuscolo ammutinamento proprio tra coloro che potevano percepire di pi i sintomi di ipocrisia o megalomania nel loro leader. In verit, senza questa reazione tra i seguaci di Ges a lui pi vicini, l'atto di Giuda Iscariota non avrebbe nessuna logica. Sarebbe semplicemente ridotto a un compimento mecca-

94CAPITOLO 3.

FONTI LIMITATE, OSCURE, AMBIGUE E DI SECONDA MANO

nico e banale della profezia.

La storia di Luca diverge signicativamente da quello scenario. L'autore di Luca frammenta l'episodio in pi parti. Uno dei farisei lo invit a mangiare da lui. Egli entr nella casa del fariseo e si mise a tavola. Ed ecco,

una donna, una peccatrice di quella citt, saputo che si trovava nella casa del fariseo, port un vaso di profumo; stando dietro, presso i piedi di lui, piangendo, cominci a bagnarli di lacrime, poi li asciugava con i suoi capelli, li baciava e li cospargeva di profumo. (Luca 7:36-38). In questa versione della storia, il fariseo, Simone, ad essere critico verso Ges, e non a causa dello spreco di soldi da destinare invece ai poveri, bens perch la donna una peccatrice. La replica

di Ges a Simone stavolta non riguarda i poveri, ma la relativa mancanza di fede di Simone. Sono entrato in casa tua e tu non mi hai dato l'acqua per i piedi; lei invece mi ha bagnato i piedi con le lacrime e li ha asciugati con i suoi capelli. Tu non mi hai dato un bacio; lei invece, da quando sono entrato, non ha cessato di baciarmi i piedi. Tu non hai unto con olio il mio capo; lei invece mi ha cosparso i piedi di profumo. (Luca 7:44-46) Ges accusa Simone. riconoscente verso la manifestazione

d'amore della donna, e perdona i suoi peccati, con una frecciatina a Simone il Fariseo:

...colui al quale si perdona poco, ama poco.


(Luca 7:47) Nella misura dunque in cui la sosta a Betania a proposito di una donna che presta lascivie e improprie attenzioni al Mae-

3.11.

IL FALLIMENTO DI MARCO

95

stro, non si tratta pi a lungo di una storia sulla apparente hybris del Maestro e n intorno ai legittimi, migliori beneciari di cotanta sprecona generosit. Piuttosto, la sosta a Betania parla

dell'amore e del perdono dei peccati. E cosa successo


intanto a Simone il Lebbroso di Marco? Ora diventa Simone

il

Fariseo . Non c' nessuna malattia orribile come la lebbra, ma


Simone stesso il critico, non i discepoli. I farisei sono sempre i critici per antonomasia di Ges. Sono, a dire il vero, i nemici in tutti i vangeli.

I farisei sono lebbrosi dal punto di vista

morale , i veri lebbrosi di quei racconti, ma non sono perdonati


perch sono per la legge e non per l'amore. Nessuna malattia infetta i seguaci di Ges. Perch ai suoi Ges impone solo l'obbligo morale di correggere mediante il perdono e l'amore. L'altro frammento della storia originaria di Marco compare nel capitolo 16 di Luca. Il frammento diventata una parabola.

C'era un uomo ricco, che indossava vestiti di porpora e di lino nissimo, e ogni giorno si dava a lauti banchetti. Un povero, di nome Lazzaro, stava alla sua

porta, coperto di piaghe, bramoso di sfamarsi con quello che cadeva dalla tavola del ricco; ma erano i cani che venivano a leccare le sue piaghe. Un giorno il povero mor e fu portato dagli angeli accanto ad Abramo. Mor anche il ricco e fu sepolto. Stando negli inferi fra i tormenti, alz gli occhi e vide di lontano Abramo, e Lazzaro accanto a lui. Allora gridando disse: Padre Abramo, abbi piet di me e manda Lazzaro a intingere nell'acqua la punta del dito e a bagnarmi la lingua, perch soro terribilmente in questa amma. Ma Abramo rispose: Figlio, ricrdati che, nella vita, tu hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora in questo modo lui consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti. Per di pi, tra noi e voi stato ssato un grande abisso: coloro che di qui vogliono pas-

96CAPITOLO 3.

FONTI LIMITATE, OSCURE, AMBIGUE E DI SECONDA MANO

sare da voi, non possono, n di l possono giungere no a noi. E quello replic: Allora, padre, ti prego di mandare Lazzaro a casa di mio padre, perch ho cinque fratelli. Li ammonisca severamente, perch non vengano anch'essi in questo luogo di tormento. Ma Abramo rispose: Hanno Mos e i Profeti; ascoltino loro. E lui replic: No, padre Abramo, ma se dai morti qualcuno andr da loro, si convertiranno. Abramo rispose: Se non ascoltano

Mos e i Profeti, non saranno persuasi neanche se uno risorgesse dai morti. (Luca 16:19-31) Cos non solo abbiamo ora il tema comune del perdono dei peccati, ma un personaggio che condivide un tratto dell'anima con Simone il Lebbroso. Una risurrezione di Lazzaro non compare ancora in Luca, e Ges racconta solo una parabola. Ma il tema della storia il perdono dei peccati in entrambi i 2 frammenti della originaria sosta di Betania di Marco (che non pi Betania in Luca).

Ora ci sono tutti gli ingredienti, in altre parole, delle gure usate da Giovanni nel suo ri-raccontare l'evento (nei capitoli 11-12): un morto di nome Lazzaro, una risurrezione, una donna che unge con troppo unguento i piedi di Ges, e una indignata reazione. Nei capitoli 11 e 12 di Giovanni, comunque, l'autore aggiunge quattro unici dettagli per quelli elementi:

 Lazzaro l'amico di Ges,  la sua risurrezione reale,  la donna con l'unguento Maria, sorella di Lazzaro,

3.11.

IL FALLIMENTO DI MARCO

97

 la reazione sfavorevole proviene da Giuda Iscariota!


L'obiezione sollevata da Giuda la stessa dei discepoli in Luca e di alcuni in Marco, ma in Giovanni il movente non sincero: Perch non si venduto questo profumo per trecento denari e non si sono dati ai poveri?. Disse questo non perch gli importasse dei poveri, ma perch era un ladro e, siccome teneva la cassa, prendeva quello che vi mettevano dentro. (Giovanni 12:5-6). L'obiezione di Giuda, in Giovanni, pura scelleratezza. Non

c' pi nemmeno una preoccupazione apparentemente legittima per cotanta prodigalit manifestata, e neppure c' qualche collegamento tra l'unzione e un atto di pentimento meritevole di perdono. abbandonato pure il tema dell'impossibilit di convincere il ricco a convertire il proprio cuore.

Ma teologicamente, se il perdono del peccato equivalente alla guarigione dell'infermo, allora metaforicamente

la risurrezione

di un Lazzaro  o anche l'atto di visitare un lebbroso o un fariseo  eguale a perdonare un'anima perduta. L'empiet di Giuda, con quella scellerata obiezione, nel suo
recondito desiderio di impedire tutto questo. Il problema che il vangelo di Giovanni

letteralizza e semplica eccessivamente sia

la risurrezione sia l'obiezione, cos che cosa abbiamo in denitiva un morto che cammina e un infame vigliacco, invece del tema di incomprensione, del concetto di perdono, o di una dida dei beni terreni. Giovanni sacrica le sfumature realistiche di Marco e di Matteo, l'eloquenza morale di Luca, e ci ore invece una tediosa teologia dura e pura. Ma se guardiamo attraverso il duro letteralismo della versione di Giovanni e attraverso le altre pi artistiche versioni del prototipo originario, possiamo osservare che il vero signicato

98CAPITOLO 3.

FONTI LIMITATE, OSCURE, AMBIGUE E DI SECONDA MANO

di tutte quelle gure Simone/Lazzaro/Betania/la donna che

la

vera malattia appartiene all'anima, e che la guarigione viene mediante il perdono.


Questa distinzione tra Giovanni e i sinottici serve a rimarcare paradossalmente come l'umanit di Ges sia inestricabilmente legata, almeno nei sinottici, al suo ruolo meramente letterario e allegorico nella storia,

non ad uno scenario storico erroneamente GES , quanto pi pura fantasia,


Una lettura forzatamente letteralista

immaginato dietro le quinte, per quanto alla lontana. Ges tanto pi umano, tanto pi pura invenzione letteraria.

(e dunque storicista) non solo trascura la vera natura del vangelo, ma sacrica anche la stessa umanit di Ges, esattamente come fa l'autore del quarto vangelo.

Come stato dimostrato da Price, e da molti altri studiosi biblici prima di lui, parecchio del vangelo di Marco non che un parallelo del racconto dell'Antico Testamento della storia di Israele. Gli eventi della vita di Ges hanno paralleli con eventi della vita di gure dell'Antico Testamento (le cui relative esistenze stanno venendo messe in discussione in misura crescente dagli studiosi) come per esempio Adamo, Mos, Elia e Davide.

77 Molti specialisti

identicano questi paralleli coll'Antico Testamento e sono critici del vangelo di Marco. Gi nel secolo scorso il teologo William

Wrede ha giudicato il vangelo di Marco un'invenzione teologica e ha notato che se cos tanto del materiale non storico, allora aver dubbi su cosa rimane estremamente naturale .

78 Burton Mack

denuncia in termini netti l' ovvia ction di Marco:

Quanto alla storia della crocissione e risurrezione di Ges, Marco attinse le idee basilari dal mito di Cristo ma
77 Robert
M. Price, The Christ-Myth Theory and Its Problems (Cranford, NJ: American Atheist Wrede e James C. G. Greig, The Messianic Secret (Cambridge: James Clarke, 1971), Press, 2011), pag. 59-260.

78 William

pag. 237-241.

3.11.

IL FALLIMENTO DI MARCO

99

os immaginare come la crocissione e la risurrezione del Cristo potevano essere sembrate se fossero state riprodotte come un evento storico a Gerusalemme, qualcosa che il mito di Cristo contraddiceva. Quindi la storia di Mar-

co meglio compresa come una studiata combinazione delle tradizioni di Ges con il mito di Cristo. La com-

binazione assicur l'importanza di Ges come una gura storica trasformandolo nel Figlio di Dio o nel Cristo e costruendo un'elaborata trama per legare il suo fato alla storia della comunit di Marco. Potremo perci chiamare il vangelo di Marco un mito dell'origine per la comunit marciana. Esso fu pensato al ne di comprendere come poteva essere andata la storia al modo in cui and e come il movimento di Ges poteva ancora aver ragione in merito alle sue credenze e visioni... Di solito non pensiamo alla creazione del mito come alla realizzazione di un momento o il frutto di un singolo autore non importa quanto brillante. Ma nel caso di Marco abbiamo un'ovvia ction, magistralmente composta da qualcuno che doveva fare il suo lavoro a tavolino come avrebbe fatto un qualunque autore. Fu la ction di Marco che presto divenne la storia accettata del modo di immaginare la comparsa di Ges nel mondo.

79

Il tempo della stesura del vangelo di Marco (e dei vangeli successivi) degno di attenzione per essere stato un tempo di grandi stravolgimenti per gli ebrei. Non noto chi fosse Marco, ma l' epoca della creazione del suo vangelo potrebbe fornire un indizio su quali fossero le sue reali intenzioni. Forse non aatto una

mera coincidenza che il vangelo di Marco creato pi o meno al tempo della prima guerra giudaica contro Roma e della distruzione di Gerusalemme e del suo Tempio, quando davvero gli ebrei
79 Burton
L. Mack, Who Wrote the New Testament? ,

htm

http://sidneyrigdon.com/vern/1995Mack.

mia libera traduzione.

100CAPITOLO 3.

FONTI LIMITATE, OSCURE, AMBIGUE E DI SECONDA MANO

L'assedio di Gerusalemme
potrebbero aver desiderato un salvatore ebreo,

80 che recasse la di-

struzione dei loro nemici (si ricordi quanto ho scritto in precedenza a proposito del Ges di Giacomo). Oppure si trattava del tempo in cui il Cristo immaginario di Paolo (quello che, a detta sia di storicisti

81 sia di miticisti,

fu esperito solo in visioni) nalmente si materializz in Giudea, sprigionando un messaggio di speranza con la ne del vangelo di Marco.

Mi domando se l'allusione particolare di Marco ad un Ges capace di rendere superuo il Tempio dovesse per coincidenza essere un'allusione alla distruzione del Tempio da parte dei romani. Forse preparando la strada ad un nuovo Tempio e ad una nuova religione per gli ebrei disillusi,

82 qualcosa di simile all'ipotesi che la

compilazione e lo studio della Torah durante l'Esilio babilonese del popolo ebraico potrebbero essere stati in parte una reazione alla
80 Sid
Martin, Secret of the Savior: The Myth of the Messiah in Mark, University Press of America, 2013, pag. 181-191.

81
Paolo fu un visionario estatico che esper, per quello che sembra essere un periodo di circa trent'anni dopo la morte di Ges, visioni di un essere celeste da lui chiamato Cristo e il Signore, e il fatto che n Paolo n ogni altro cristiano del primo secolo sent un bisogno di distinguere tra l'essere celeste e il Ges storico. (Randel Helms, Gospel Fictions, Bualo, NY: Prometheus Books, 1988, mia libera traduzione, pag.13-14)

82 Sid

Martin, Secret of the Savior: The Myth of the Messiah in Mark, University Press of America,

2013, pag. 181-191.

3.11.

IL FALLIMENTO DI MARCO

101

distruzione del primo Tempio. Sembrerebbe ovvio che il vangelo di Marco non dovrebbe essere interpretato alla lettera. Si tratta di un testo che serve a numerosi obiettivi, nessuno dei quali sembra essere il ricordo accurato di autentici dati storici.

Il mondo rappresentato nel primo vangelo non alieno dal nostro mondo in termini di probabilit dei miracoli. I discepoli di

Ges sono incapaci di comprendere cosa accade alla risurrezione dai morti. Quindi, dopo che Ges visto da Pietro, Giacomo

e Giovanni mentre conversa con Mos ed Elia sul monte, e dopo che odono una voce dal cielo che approva il mio glio prediletto , Ges dice loro di non riferire cos'hanno visto se non dopo che il Figlio dell'uomo fosse risorto dai morti .

83 La loro reazione:

E lo interrogavano: Perch gli scribi dicono che prima deve venire Elia?. (Marco 9:10) Se leggiamo questo passaggio come un frutto di pura fantasia letteraria, troviamo un'inaspettata falla nella costruzione. Perch in quel mondo Pietro, Giacomo e Giovanni non comprendono per nulla che cosa potesse signicare risorgere dai morti quando in un precedente episodio Ges ha appena resuscitato dalla morte una ragazzina di dodici anni?
83
Sei giorni dopo, Ges prese con s Pietro, Giacomo e Giovanni e li condusse su un alto monte, in disparte, loro soli. Fu trasgurato davanti a loro e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle cos bianche. E apparve loro Elia con Mos e conversavano con Ges. Prendendo la parola, Pietro disse a Ges: Rabb, bello per noi essere qui; facciamo tre capanne, una per te, una per Mos e una per Elia. Non sapeva infatti che cosa dire, perch erano spaventati. Venne una nube che li copr con la sua ombra e dalla nube usc una voce: Questi il Figlio mio, l'amato: ascoltatelo!. E improvvisamente, guardandosi attorno, non videro pi nessuno, se non Ges solo, con loro. Mentre scendevano dal monte, ordin loro di non raccontare ad alcuno ci che avevano visto, se non dopo che il Figlio dell'uomo fosse risorto dai morti. Ed essi tennero fra loro la cosa, chiedendosi che cosa volesse dire risorgere dai morti. (Marco 9:2-9)

84

84
Prese la mano della bambina e le disse: Talit kum, che signica: Fanciulla, io ti dico: lzati!. E subito la fanciulla si alz e camminava; aveva infatti dodici anni. Essi furono presi da grande stupore.

102CAPITOLO 3.

FONTI LIMITATE, OSCURE, AMBIGUE E DI SECONDA MANO

In fondo, furono proprio Pietro, Giacomo e Giovanni a rimanere con Ges quando lui resuscit la glia di Giairo. davano pi? Decisamente pi illuminante il fatto che Pietro, Giacomo e Giovanni hanno addirittura assistito alla conversazione di Ges con Mos ed Elia

85 Non lo ricor-

86

E tuttavia qui ci sono questi tre che si meravigliano e si interrogano, Cosa potrebbe signicare, questo `risorgere dai morti' ? . Sembra che i personaggi di Pietro, Giacomo e Giovanni siano totalmente incapaci di penetrare nella realt della loro storia particolare. Sono esterni a quella realt, sbattendo le loro facce contro un muro di vetro, nonostante i miracoli stanno vericandosi giusto sotto i loro stessi occhi. Come spiegare tutto ci?

Da una prospettiva di pura immaginazione, una risposta potrebbe essere che Pietro, Giacomo e Giovanni abitano tutti la stessa realt empirica al pari del lettore. Essi rappresentano la coscienza del lettore nel mondo reale, coscienza di chi incapace di accettare o di comprendere i miracoli incredibili che si dispiegano di fronte a lui. Vediamo rappresentati dei miracoli, ma sappiamo benissimo che questo genere di cose non accadono. Lo stesso vero per Pietro, Giacomo e Giovanni.
(Marco 5:41-42).

85
E non permise a nessuno di seguirlo, fuorch a Pietro, Giacomo e Giovanni, fratello di Giacomo. (Marco 5:37)

86
Sei giorni dopo, Ges prese con s Pietro, Giacomo e Giovanni e li condusse su un alto monte, in disparte, loro soli. Fu trasgurato davanti a loro e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle cos bianche. E apparve loro Elia con Mos e conversavano con Ges. Prendendo la parola, Pietro disse a Ges: Rabb, bello per noi essere qui; facciamo tre capanne, una per te, una per Mos e una per Elia. Non sapeva infatti che cosa dire, perch erano spaventati. (Marco 9:2-6).

3.11.

IL FALLIMENTO DI MARCO

103 87 Dopo il primo di quei due

In Marco, come in Matteo, Ges esegue non uno, ma due miracoli di moltiplicazione di pani e dei pesci.

miracoli, Ges supera s stesso camminando sulle acque e calmando la tempesta. In seguito alla seconda dimostrazione della sua potenza, i discepoli addirittura se la scordano subito. Ges perde la pazienza e rammenta alle loro orecchie entrambi gli episodi. Avete occhi e non vedete, avete orecchi e non udite? E non vi ricordate, quando ho spezzato i cinque pani per i cinquemila, quante ceste colme di pezzi avete portato via?. Gli dissero: Dodici. E quando ho spezzato i sette pani per i quattromila, quante sporte piene di pezzi avete portato via?. Gli dissero: Sette. E disse loro: Non comprendete ancora?. (Marco 8:18-21). Ma la solita ottusit dei discepoli va al di l della semplice ostinazione e incapacit di comprensione dei miracoli. Nasconde a

malapena in realt un'insoerenza bella e buona, e quindi per reazione un'insistenza sul senso comune del mondo, specialmente sui temi della morte e della (im)possibilit di risorgere dalla morte:
87
Essendosi ormai fatto tardi, gli si avvicinarono i suoi discepoli dicendo: Il luogo deserto ed ormai tardi; congedali, in modo che, andando per le campagne e i villaggi dei dintorni, possano comprarsi da mangiare. Ma egli rispose loro: Voi stessi date loro da mangiare. Gli dissero: Dobbiamo andare a comprare duecento denari di Ma egli disse loro: Quanti pani avete? Andate a pane e dare loro da mangiare?.

vedere. Si informarono e dissero: Cinque, e due pesci. E ordin loro di farli sedere tutti, a gruppi, sull'erba verde. E sedettero, a gruppi di cento e di cinquanta. Prese i cinque pani e i due pesci, alz gli occhi al cielo, recit la benedizione, spezz i pani e li dava ai suoi discepoli perch li distribuissero a loro; e divise i due pesci fra tutti. Tutti mangiarono a saziet, e dei pezzi di pane portarono via dodici ceste piene e quanto restava dei pesci. Quelli che avevano mangiato i pani erano cinquemila uomini. (Marco 6:35-44) In quei giorni, poich vi era di nuovo molta folla e non avevano da mangiare, chiam a s i discepoli e disse loro: Sento compassione per la folla; ormai da tre giorni stanno con me e non hanno da mangiare. Se li rimando digiuni alle loro case, verranno meno lungo il cammino; e alcuni di loro sono venuti da lontano. Gli risposero i suoi discepoli: Come riuscire a sfamarli di pane qui, in un deserto?. Domand loro: Quanti pani avete?. Dissero: Sette. Ordin alla folla di sedersi per terra. Prese i sette pani, rese grazie, li spezz e li dava ai suoi discepoli perch li distribuissero; ed essi li distribuirono alla folla. Avevano anche pochi pesciolini; recit la benedizione su di essi e fece distribuire anche quelli. Mangiarono a saziet e portarono via i pezzi avanzati: sette sporte. Erano circa quattromila. E li conged. (Marco 8:1-9).

104CAPITOLO 3.

FONTI LIMITATE, OSCURE, AMBIGUE E DI SECONDA MANO

E cominci a insegnare loro che il Figlio dell'uomo doveva sorire molto ed essere riutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e, dopo tre giorni, risorgere. Faceva questo discorso apertamente.

Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo. Ma egli, voltatosi e guardando i suoi discepoli, rimprover Pietro e disse: Va' dietro a me, Satana! Perch tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini. (Marco 8:31-33) Questo, allora, il motivo del perch i discepoli sono proprio incapaci di interpretare gli eventi della storia di cui sono attori: perch vedono le cose con occhi umani . La distinzione tra gli occhi umani con cui noi lettori, in compagnia dei discepoli, tendiamo a vedere le cose, e i miracoli mitici che sono da vedere con l'occhio di Dio la caratteristica che dierenzia i vangeli da quasi tutti gli altri miti. un metodo

stupefacente di costruzione letteraria avere nel ruolo dei seguaci di Ges proprio quei personaggi dalla mentalit troppo umana,

perch mira al preciso scopo di farli apparire immensamente stupidi .


Non conoscono abbastanza il loro mondo fantastico, ma invece vogliono a tutti i costi posare i piedi sulla salda terra del nostro mondo, di noi lettori. Ma lo scopo nel costruirli in questo modo , naturalmente, di tentare gli stessi lettori a penetrare nel mondo mitico

tramite l'identicazione con quelli stessi riluttan-

ti fedeli .
Ges nel vangelo di Marco, un uomo retto, onesto, privo di tatto, provocatorio, propenso al confronto, capace in apparenza di derisione etnica ma per nulla aetta da pregiudizio. riservato e col senso umoristico. Nella scena non un attore debole, perch i discepoli sono deboli nella misura in cui troppo facili da capire e troppo idioti per essere credibili.

3.11.

IL FALLIMENTO DI MARCO

105

Lo stile provocatorio e aperto al confronto del nostro principale attore spicca immediatamente non appena Ges difende i suoi discepoli dalle critiche dei farisei sul loro non lavarsi le mani prima del pasto. Ges vede in questa critica una mera convenzione svuotata di devozione a Dio, paragonandola a quelle convenzioni farisaiche che portano a trascurare i genitori per pensare ipocritamente a Dio, e quindi mancando al comandamento di Mos di onorare i proprio genitori.

88 Ges sembra pi cavilloso di un bam-

bino nella sua insistenza ad opporsi ai farisei, ma dice cosa pensa, e la sua ferma posizione deriva dalla fede retta, la quale uno dei principali temi della storia, se non il principale in assoluto, ossia che il cuore, l'interiorit, a contare di pi.

L'insegnamento di Marco 7:15, per cui: Non c' nulla fuori dell'uomo che, entrando in lui, possa renderlo impuro. Ma sono le cose che escono

dall'uomo a renderlo impuro. a corollario del ripetuto assioma di Ges che l'albero lo si giudica dai frutti. Le cose che escono dall'uomo puntano a ci che in origine proviene dall'interno del cuore e dell'anima, ossia le varie intenzioni malvagie elencate in 7:22.

89

Questo principio dicotomico di dentro/fuori caratterizza Ges pi di ogni altro attore sulla scena. la quintessenza di Ges.
88
Mos infatti disse: Onora tuo padre e tua madre, e: Chi maledice il padre o la madre sia messo a morte. Voi invece dite: Se uno dichiara al padre o alla madre: Ci con cui dovrei aiutarti korbn, cio oerta a Dio, non gli consentite di fare pi nulla per il padre o la madre. (Marco 7:10-13) Cos annullate la parola di Dio con la tradizione che avete tramandato voi. E di cose simili ne fate molte.

89
Dal di dentro infatti, cio dal cuore degli uomini, escono i propositi di male: impurit, furti, omicidi, adultri, avidit, malvagit, inganno, dissolutezza, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. (Marco 7:22)

106CAPITOLO 3.

FONTI LIMITATE, OSCURE, AMBIGUE E DI SECONDA MANO

Osserviamo cosa appare essere un sintomo di etnocentrismo in Ges quando si riuta di curare la glia della donna sirofenicia dal demone che la possiede, orendo invece una considerazione crudele e recisa:

90 L'ambiguit di questa replica impressionante,

a meno che signica cosa i fatti della scena sembrano richiedere: che la donna, poich Greca, non meglio di un cane. Ma l'imbarazzante etnocentrismo di Ges puntualmente superato da quanto vede nella donna appena biasimata: uno spirito arguto. Signore, anche i cagnolini sotto la tavola mangiano le briciole dei gli. la sua risposta, e per quella replica, Ges cura la glia.

91 Ci

ricordiamo allora del valore che Ges ha attribuito al buon senso: la mancanza di buon senso, ossia la stoltezza , terminava il catalogo dei mali che in precedenza aveva predicato ai suoi discepoli.

92

Buon senso, unito all'umorismo, richiesto per concedersi il piacere di orire un benecio a qualcuno che ha appena migliorato se stesso in una disputa verbale. Per tutto il capitolo, basato sull'idea che il cuore ci che conta, e non le cose esteriori, Ges si girato attorno e ha eseguito imprese di guarigione senza impedire che venisse reso noto, contro la sua volont.
90
Ed egli le rispondeva: Lascia prima che si sazino i gli, perch non bene prendere il pane dei gli e gettarlo ai cagnolini. (Marco 7:27)

93 Questo desiderio di anonimato da un lato

91
Ma lei gli replic: Signore, anche i cagnolini sotto la tavola mangiano le briciole dei gli. Allora le disse: Per questa tua parola, va': il demonio uscito da tua glia. (Marco 7:28-29)

92
Dal di dentro infatti, cio dal cuore degli uomini, escono i propositi di male: impurit, furti, omicidi, adultri, avidit, malvagit, inganno, dissolutezza, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. (Marco 7:22)

93
Partito di l, and nella regione di Tiro. Entrato in una casa, non voleva che alcuno lo sapesse, ma non pot restare nascosto. (Marco 7:24) E comand loro di non dirlo a nessuno. Ma pi egli lo proibiva, pi essi lo proclamavano. (Marco 7:36)

3.11.

IL FALLIMENTO DI MARCO

107

intrigante come tratto del personaggio e dall'altro coerente con il tema dell'opposizione tra l'interiorit e l'esteriorit. Ges intellettualmente onesto, preoccupato solo di fare la sua opera di guarigione, e non ostendando un volgare far mostra di s.

In questa costruzione di Ges, allora, osserviamo

un intrec-

cio inestricabile del tema della storia con gli aspetti, le espressioni e i modi di Ges (il trattamento della donna
sirofenicia, il desiderio di segretezza),

un intreccio che ogni

lettura letteralista degli episodi cerca invano di districare, e che costringe invece a gurare esplicitamente la personalit straticata, complessa, interessante di Ges: tutto il contrario dei discepoli.

Ma qualunque critica possiamo muovere ai discepoli e ai farisei e ai guariti da Ges, tutti colpevoli di perdere chi la dovuta attenzione, chi la dovuta sincerit interiore, chi l'ossequio del desiderio di Ges di segretezza,

quasi tutto dell'opera pura arte.

Nel nale del vangelo di Marco, Maria di Magdala e Maria la madre di Giacomo e di Salom trovano la tomba vuota e un giovane vestito di bianco che dice che Ges risorto e preceder in Galilea, dove loro e i discepoli lo vedranno.

94 Viene detto loro

di riferire l'accaduto alla Roccia (Pietro) e agli altri, ma non lo fanno. Invece, la storia termina. Esse uscirono e fuggirono via dal sepolcro, perch
94
Alzando lo sguardo, osservarono che la pietra era gi stata fatta rotolare, bench fosse molto grande. Entrate nel sepolcro, videro un giovane, seduto sulla destra, vestito d'una veste bianca, ed ebbero paura. Ma egli disse loro: Non abbiate paura! Voi cercate Ges Nazareno, il crocisso. risorto, non qui. Ecco il luogo dove l'avevano posto. Ma andate, dite ai suoi discepoli e a Pietro: Egli vi precede in Galilea. L lo vedrete, come vi ha detto. (Marco 16:4-7)

108CAPITOLO 3.

FONTI LIMITATE, OSCURE, AMBIGUE E DI SECONDA MANO

erano piene di spavento e di stupore. E non dissero niente a nessuno, perch erano impaurite. (Marco 16:8) Si tratta del nale originale di Marco.

Ovviamente, la versione non modicata, non abbellita e non armonizzata del vero nale di Marco contrasta fortemente con le altre scene della risurrezione. Non sorprende allora che in questa versione emerge ancora il solito problema del vangelo di Marco: la drammatica incoerenza tra i fedeli seguaci di Ges e la loro vera infedelt. La parola infedelt riferita ai primi seguaci di Ges

suona troppo eretica come parola, eppure decisamente appropriata per la reazione delle donne. Le quali, invece di spargere la voce secondo le precise direttive dell'angelo, fuggono terrorizzate, refrattarie ad ogni istruzione, per quanto divina. Un fatto che naturalmente pu essere vero solo in un mondo fantastico, a meno che non sia l'angelo vestito di bianco a riferire l'accaduto. Oppure, al suo posto, l'onnisciente narratore.

Vi dunque un contrasto latente tra la realt empirica nota al lettore e alla quale si ostinano a credere i discepoli nella loro esasperante incredulit, e la logica drammatica che impone al contrario ai discepoli, a Maria di Mgdala, a Maria madre di Giacomo e a Salome, di comprendere la natura divina e onnipotente del loro Maestro. Ma la simpatia del lettore verso i discepoli non viene meno. Perch ormai interamente plausibile la reazione delle donne, il loro terrore e la loro fuga, all'annuncio dell'angelo.

E perch?

Perch, a quel punto della storia,

il personaggio stesso di

Ges diventato un essere umano. Quando Ges incon-

3.11.

IL FALLIMENTO DI MARCO

109

tra Mos ed Elia sul monte, quando le voci parlano dalle nubi, quando la glia di Giairo resuscitata, il lettore diventa disposto man mano ad accettare i miracoli, ad accettare anche che gli altri attori nella storia devono pure loro riconoscere la realt dei miracoli, dove per realt intendo non la loro realt storica, ma la loro presenza a dispetto della loro apparente impossibilit. I discepoli potrebbero essere ostinati riguardo la giusta comprensione del signicato dei pani e dei pesci, eppure ricordano perfettamente il numero di ceste avanzate. Ma la storia intanto nella sua interezza ha fornito qualcos'altro oltre ai miracoli.

Ha fornito la com-

plessa personalit di Ges, il dramma dell'assassinio di un


uomo buono ad opera dell'autorit che aizza una folla preda delle passioni, il volto della morte arontata coraggiosamente, ma non senza paura e soerenza. Un'immagine di qualcosa acutamente

reale, come la nostra stessa paura della morte.

Per quella ragione, la scena nale avviene come se fosse nel mondo reale. Il cadavere scomparso e le donne terrorizzate creano deliberatamente un'insoddisfazione drammatica che pi grande di quella raggiunta con i nali interpolati e abbelliti. Non esplicitando nulla, la storia originale solleva una domanda rivolta al lettore:

cosa vero?

Ad una tale domanda il lettore costretto a sottoporsi. Il cadavere scomparso, le donne sono terricate: ne della storia. Domandare al lettore cosa vero a quel punto, o se Ges davvero risorto dai morti o no, signica chiedergli di determinare quali valori sono importanti nella storia appena letta. Signica chiedere cosa sopravvive, cosa non pu mai morire. Le domande si fanno sublimamente pi astratte.

Questo nale preferibile, nella mente di chi abituato ad


un'opera di pura fantasia, a quel nale, degli altri vangeli, dove

110CAPITOLO 3.

FONTI LIMITATE, OSCURE, AMBIGUE E DI SECONDA MANO

la risurrezione di Ges sottolineata a pi non posso nella sua grottesca letteralit, e dove si ordina ai discepoli di diondere il messaggio a tutto il mondo, e dove i discepoli sono riconosciuti veri discepoli a seconda del loro potere di maneggiare serpenti, e altri ridicoli letteralismi del genere.

In un'opera di pura fantasia, una volta che impostata la premessa, una suggestione provoca pi pensiero di un'intera dissertazione losoca sui massimi sistemi del mondo. E proprio in

quell'equilibrio di suggestive sfumature risiede la pura arte.

stato detto che Marco costituisce la chiave per comprendere il Ges storico. Cos gli storici hanno una ragionevole speranza

che Marco sia obiettivo, accurato, completo, e libero da pretese miracolose e implausibili.

Da questo punto di vista, Marco

un totale fallimento. Il suo vangelo, comunque, non costituisce necessariamente un fallimento . potrebbe essere accaduto che i credenti religiosi hanno semplicemente fallito, da un certo momento in poi, di comprendere veramente la vera intenzione e il giusto signicato del vangelo di Marco, e la creazione del personaggio di Ges Cristo. Marco, cio, potrebbe costituire un falimento solo dal punto di vista di chi si aspettava da lui un pezzo adabile e obiettivo di informazione storica. Ma forse ricordare fatti storici non fu mai la vera volont dell'autore.

Gi la prima parabola del vangelo


95

95 descrive un Ges che spie-

Cominci di nuovo a insegnare lungo il mare. Si riun attorno a lui una folla enorme, tanto che egli, salito su una barca, si mise a sedere stando in mare, mentre tutta la folla era a terra lungo la riva. Insegnava loro molte cose con parabole e diceva loro nel suo insegnamento: Ascoltate. Ecco, il seminatore usc a seminare. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. Un'altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c'era molta terra; e subito germogli perch il terreno non era profondo, ma quando spunt il sole, fu bruciata e, non avendo radici, secc. Un'altra parte cadde tra i rovi, e i rovi crebbero, la soocarono e non diede frutto. Altre parti caddero sul terreno buono e diedero frutto: spuntarono, crebbero e resero il trenta, il sessanta, il cento per uno. E diceva: Chi ha orecchi per ascoltare, ascolti!. Quando

3.11.

IL FALLIMENTO DI MARCO

111

ga

96 la presenza di ben due livelli di verit (una verit per

pochi, e un'altra per le masse, in questo suggestivamente simile al simbolismo e all'allegoria delle religioni misteriche: dunque l'innesco potenziale di molteplici interpretazioni, come spiegher nell'ultimo capitolo), e che proprio quella parabola comprensione di tutte le sue parabole successive. E disse loro: Non capite questa parabola, e come potrete comprendere tutte le parabole? (Marco 4:13) Ges sembra soddisfatto di lasciare le folle a rovellarsi con i suoi enigmi, mentre concede alla sua cerchia di seguaci la conoscenza dei signicati nascosti. Il dettaglio va letto o come l'ennesimo compimento di profezie dell'Antico Testamento

cruciale alla

97 oppure come un

egli fu solo, quelli che gli stavano intorno con i dodici lo interrogarono sulle parabole. Egli disse loro: A voi dato di conoscere il mistero del regno di Dio; ma a quelli che sono di fuori, tutto viene esposto in parabole, anch

vedendo, vedano s, ma non discernano; udendo, odano s, ma non comprendano; anch non si convertano, e i peccati non siano loro perdonati.
E disse loro: Non capite questa parabola, e come potrete comprendere tutte le parabole? Il seminatore semina la Parola. Quelli lungo la strada sono coloro nei quali viene seminata la Parola, ma, quando l'ascoltano, subito viene Satana e porta via la Parola seminata in loro. Quelli seminati sul terreno sassoso sono coloro che, quando ascoltano la Parola, subito l'accolgono con gioia, ma non hanno radice in se stessi, sono incostanti e quindi, al sopraggiungere di qualche tribolazione o persecuzione a causa della Parola, subito vengono meno. Altri sono quelli seminati tra i rovi: questi sono coloro che hanno ascoltato la Parola, ma sopraggiungono le preoccupazioni del mondo e la seduzione della ricchezza e tutte le altre passioni, soocano la Parola e questa rimane senza frutto. Altri ancora sono quelli seminati sul terreno buono: sono coloro che ascoltano la Parola, l'accolgono e portano frutto: il trenta, il sessanta, il cento per uno. (Marco 4:1-20)

96
Quando egli fu solo, quelli che gli stavano intorno con i dodici lo interrogarono sulle parabole. Egli disse loro: A voi dato di conoscere il mistero del regno di Dio; ma a quelli che sono di fuori, tutto viene esposto in parabole, anch

vedendo, vedano s, ma non discernano; udendo, odano s, ma non comprendano; anch non si convertano, e i peccati non siano loro perdonati.
(Marco 4:11-12)

97
Egli disse: Va' e riferisci a questo popolo: Ascoltate pure, ma senza comprendere, osservate pure, ma senza conoscere. Rendi insensibile il cuore di questo popolo fallo duro d'orecchio e acceca i suoi occhi e non veda con gli occhi n oda con gli orecchi

112CAPITOLO 3.

FONTI LIMITATE, OSCURE, AMBIGUE E DI SECONDA MANO

dettaglio realistico, con tanto di interessi e scopi umani.

Ma si
Se

tratta di due letture che si escludono a vicenda.

questo passaggio realistico, allora ha un curioso eetto, come se i discepoli fossero troppo idioti per essere capaci di decifrare il signicato di una parabola (per di pi di una parabola cos semplice come quella del seminatore!), laddove un ascoltatore un pochettino pi intelligente non avrebbe alcun bisogno di spiegazioni. Se lui con molte parabole di questo genere esponeva loro la parabola, secondo quello che potevano percepire (Marco 4:33), non pu che signicare che coloro che udivano le sue parabole erano perfettamente in grado di comprenderle. Altrimenti, quale sarebbe lo scopo nell'enunciare le parabole?

Si introduce apposta una presentazione dei discepoli.

contraddizione nella logica della

I discepoli sono rappresentati

 come noi,  come degli speciali insiders , secondi in autorit solo al Maestro. Comunque, altrettanto vero che

 sono troppo idioti per convincere noi lettori a identicarsi con


loro,

 sembrano delle volte meno intelligenti deglioutsiders , perch


necessitano, a dierenza loro, di opportune spiegazioni del signicato delle parabole. Di certo quando Ges interroga i discepoli sul numero delle ceste di cibo rimaste in seguito alla moltiplicazione dei pani e dei pesci, se noi lettori ci identicassimo con i discepoli invece di deriderli,
n comprenda con il cuore n si converta in modo da esser guarito. (Isaia 6:9-10)

3.11.

IL FALLIMENTO DI MARCO

113

ci sentiremmo come bambini reguarditi severamente per qualcosa di banale e scontato. Questa contraddizione deriva dal fatto che i personaggi non abitano tutti nello stesso mondo, non percepiscono la realt con le stessi lenti. Invece, poich l'opera intende anche guadagnare proseliti, le varie realt sono mischiate, e i discepoli fanno scena muta in quella Terra di Mezzo tra il mondo del mito e quello della realt, dove cio non sono credibili n come rappresentazione di noi lettori (in carne e ossa) e neppure come rappresentazione adeguata di attori che si muovono nel mondo irreale del mito e della fantasia (il vangelo).

Signicativamente, la versione di questa parabola nel (forse) pi antico vangelo di Tommaso

98 diventa pi concisa e priva di

spiegazione: forse in quel vangelo, in generale svuotato di discorso indiretto, non c'era bisogno di spiegare la natura simbolica dei suoi insegnamenti perch semplicemente i suoi lettori originari ne conoscevano l'implicito simbolismo. La narrazione messa attorno alla parabola nella versione di Marco appare ricolma di immagini simboliche: ad esempio si vede un Ges separato dalle masse che lo circondano (l'esatta dierenza tra la semplice credenza e la reale conoscenza) dall'acqua (che necessario attraversare per giungere alla verit). Sarebbe allora altamente apppropriato se

l'intero vangelo di Marco fosse inteso come una meta-parabola:

che nulla di quel vangelo inteso ad essere letto letteralmente.


Questa esclusione di letture letteraliste si armonizza perfettamente con le tendenze di tipo midrashico discusse dagli studiosi e viste all'opera nei vangeli canonici. Ad esempio esiste la concre98
Ges disse: Ecco, usci il seminatore, prese una manciata di semi e li gett. Alcuni caddero sulla vita, vennero gli uccelli e li beccarono. Altri caddero sulla pietra, non misero radici nel suolo e non produssero spighe di grano. Altri caddero tra le spine, che soocarono la semenza, la quale venne mangiata dai vermi. E altri ancora caddero sulla terra buona e produssero un ricco raccolto: diedero sessanta e centoventi per misura. (Vangelo di Tommaso, 9)

114CAPITOLO 3.

FONTI LIMITATE, OSCURE, AMBIGUE E DI SECONDA MANO

ta possibilit che i nomi propri nei vangeli siano giochi di parole che riettono la loro funzione letteraria nella storia: Nicodemo, ad esempio, ha un nome che signica capo del popolo , e viene descritto in Giovanni 3:1 un capo dei giudei ).

99

troppo incredibile per essere una banale coincidenza che il nome stesso di Ges, che signica YHWH salvezza , sembri assai appropriato alla sua pi grande (presunta) identit e al suo ruolo nella storia dei vangeli.

inutile:

per quanto mi sforzi di pensare il contrario, ve-

do troppe, molte ragioni per dubitare dell'adabilit storica dei vangeli.

3.12 Conclusione
Chiunque andato a Messa sa che i vangeli non sono mai letti come una serie di eventi ordinati a formare un intero racconto. Al contrario vengono letti a pezzi e a pezzetti, focalizzandosi su ciascuno di loro previa separazione dal contesto pi grande. E quelle selezioni hanno una causa, per cos dire, stagionale . Le storielle della nascita di Matteo e di Luca sono enfatizzate a Natale, le storielle della risurrezione a Pasqua. Se mi limitassi a comprendere i vangeli in quel modo, non ci sarebbe nessuna dierenza se in un capitolo Pietro e Giovanni osservano Ges rianimare una ragazza morta mentre in un capitolo successivo sembrano del tutto intontiti al concetto stesso di risurrezione, come se sono nati ieri. Quell'aspetto diventa

drammaticamente incoerente,

e diventa dunque conforme allo scopo letterario per il quale fu originariamente inteso, se assumiamo invece che il suo signicato deriva dall'ordine di eventi

in una storia che letta come un

intero. Cio, se leggiamo quelle storie come se fossero invenzioni


99 Robert
M. Price, The Incredible Shrinking Son of Man: How Reliable Is the Gospel Tradition? (Amherst, NY: Prometheus Books, 2003), pag. 169-172.

3.12.

CONCLUSIONE

115

letterarie, dei piccoli romanzi.

Il fatto che il vangelo di Marco non considerato una pura invenzione letteraria signica poco per me. costituisce Per me, in realt,

DE FACTO un'invenzione letteraria. Sono dei miti

che sono stati scritti, e raccontati come se fossero eventi accaduti. Tutto questo rende il vangelo di Marco un'invenzione letteraria, un piccolo romanzo storico.

Trattarlo come se fosse un piccolo romanzo storico  e nel contempo esser consapevoli del suo precedente trattamento ricevuto da teologi e da apologeti travestiti da storici come se fosse un breve ricordo di episodi davvero accaduti mischiati a episodi inventati  solleva interrogativi di fondo, e conduce a precise conclusioni.

La natura dell'opera, e i fatti che gravitano attorno alla sua composizione, ci diranno qualcosa riguardo ai fatti o alle fantasie a partire da cui quella natura fu intrecciata. Concetti di assoluta verit, non aprirsi al dubbio di una mente razionale, termina in anticipo tale inchiesta. La consapevolezza della natura dell'opera che si sta leggendo il miglior rivelatore di fatti storici quando si leggono i vangeli, perch al 99,99% il testo tutto ci che abbiamo. La conclusione dovrebbe essere chiara, ormai.

 Non c' nessuna Storia da recuperare nei libri che parlano del
Ges storico , siano essi scritti da teologi, apologeti, atei e agnostici.

 Solo chi ignorante di criticismo letterario pu asserire, dogmaticamente, che il criticismo letterario manca dei mezzi indispensabili per vagliare e testare adeguatamente le pretese di verit.

 Un confronto del contenuto di temi ricorrenti nei vangeli ca-

116CAPITOLO 3.

FONTI LIMITATE, OSCURE, AMBIGUE E DI SECONDA MANO

Particolari dell'Arco di Tito che mostrano il saccheggio di Gerusalemme nel 70 EC


nonici rivela che gli episodi mitici sono dei luoghi comuni di volta in volta rielaborati da una versione all'altra (ad esempio l'episodio di Betania diventa, in Giovanni, la storia della risurrezione di Lazzaro). Considerati come predizioni apocalittiche della guerra giudaica del 70 EC, i vangeli deniscono il loro particolare signicato culturale come l'urgenza impellente della sopravvivenza di una morente cultura (ebraica), che tenta di fuggire al suo fato mediante l'amalgamazione nella popolazione gentile dell'impero romano ellenizzato  una strategia di successo, visti i risultati.

Il cristianesimo inizi come una setta ebraica, e non si divise dall'ebraismo, no alla ne del I secolo. Degli ebrei scrissero i primi due vangeli, almeno. Marco fu probabilmente composto intorno al 70 EC, che segn il drammatico epilogo della guerra giudaica, quando il tempio di Gerusalemme fu distrutto dai romani, e gli ebrei furono crocissi in massa. plausibile la prospettiva che gli ebrei, in un Israele dominato dai romani, sarebbero stati consapevoli di questa devastazione, al punto di considerarla di qualche signicato al loro tempo? Al punto che, in realt, una storia che allude alla distruzione del tempio  e alla morte, ad avvoltoi, a carcasse, e alla crocissione  avrebbe creato un eco inevitabile nella mente degli ebrei di quell'epoca?

3.12.

CONCLUSIONE

117

Nonostante c' e ci sar, ne sono pi che certo, un interminabile dibattito sulla vera natura del vangelo di Marco, e degli altri vangeli canonici, tuttavia penso che esistono numerosi ragioni per dubitare della adabilit storica di quelli scritti anonimi.

La conclusione pi saggia, al momento, sembra essere quella di Richard Carrier: dimostrabile (e prover questo punto nel mio prossimo libro) che tutti gli autori dei vangeli stanno estesamente inventando le storie che raccontano. Il che signica che non possono aver creduto alla verit di quelle storie  loro erano quelli che le stavano inventando. Se fossero stati completamente persuasi della storicit di Ges, perch avrebbero inventato delle storie su di lui, invece di dire le storie che avevano completamente persuaso loro? dicile (non impossibile, ma dicile) mantenere l'idea che davvero credevano a cosa stavano raccontando. Quasi certamente non credevano alla realt storica di gran parte di cosa stavano raccontando. E se erano

confortati dal vendere cose come se fossero accadute ma che sapevano non esserlo, questo non lontano dall'andare a concludere che erano confortati dal vendere l'intera cosa come se fosse accaduta qunado sapevano che non lo era (oppure non avevano nessun'idea se fosse accaduta). Non possiamo entrare nella mente degli autori dei vangeli in modo da sapere perch inventarono cos tanto e si sentirono liberi di agire cos, e anche di tramandarlo senza imbarazzo come Storia nota. Ma quello ci che fecero. Qualunque fossero i loro motivi. Cos un caso a favore della storicit non si pu fare sulla premessa che gli autori dei vangeli fossero completamente persuasi della storicit di Ges. Noi in realt non sappiamo se lo fossero,

118CAPITOLO 3.

FONTI LIMITATE, OSCURE, AMBIGUE E DI SECONDA MANO

e anche se lo fossero, non abbiamo alcun idea di cosa li convinse di questo. Perch certamente a convincerli di

questo non furono le storie che raccontano  quelle storie erano loro stessi a inventarle.

100

L'argomento miticista che le epistole del Nuovo Testamento (e in particolare quelle di Paolo) si riferiscono ad un Ges completamente non-letterale diventa allora una questione cruciale: le epistole possono costituire la chiave per risolvere l'enigma che riguarda il Ges storico (o mitico).

2839

100 Richard

Carrier, The Goodacre Debate ,

http://freethoughtblogs.com/carrier/archives/

mia libera traduzione.

Capitolo 4

Il `Cristo Cosmico' non letterale delle fonti pi antiche


I storico

l miticismo, o la tesi del Mito di Ges, l'idea che un Ges


non esistito. E col termine Ges storico non mi

riferisco al Cristo della Fede, ma al Ges essere umano in carne ed ossa, come accettato tipicamente da molti non credenti, quando vogliono riferirsi all'idea di un profeta ebreo che predic il suo messaggio, in particolare nella Palestina del I secolo  in uno dei periodi pi drammatici della storia di israele  in qualche modo essendo all'origine del singolare processo che port alla nascita del cristianesimo.

Che Ges non possa mai essere esistito, comunque, una

pos-

sibilit.

Una possibilit che diventa concreta non solo dal ri-

conoscimento della pressoch totale assenza di fonti antiche e adabili che menzionano Ges, ma anche dalla natura delle pi antiche fonti su Ges.

Per essere atei, non occorre essere miticisti. Ma se il miticismo vero, o al pi plausibile come ipotesi, reca ovviamente un danno irreparabile alla pretesa cristiana di un Figlio di Dio che si fatto uomo. un puro e semplice Fatto che non tutti i primi cristiani concordavano sulla natura ontologica di Ges. Gli antichi cristiani del II secolo noti come doceti, per esempio, non credevano in un

119

120CAPITOLO 4.

IL `CRISTO COSMICO' NON LETTERALE DELLE FONTI PI ANTICHE

Ges letteralmente di carne ed ossa, lasciando aperta la possibilit che Ges potesse venire concepito interamente mitico e ttizio.

Alcuni cristiani, cio, potrebbero essere stati privi della fede in un Ges che apparso letteralmente sulla Terra, se nelle sembianze di un uomo, o di un fantasma.

Secondo diversi miticisti, un Ges spirituale , celeste , mistico o cosmico lo si trova nelle epistole del Nuovo Testamento, in particolare nelle lettere di Paolo. Se possibile dimostrare che il Ges di Paolo (che sembra a tutti gli eetti il primo Ges a fare la sua comparsa nelle nostre fonti pi antiche che lo menzionano) non deriva da sicure fonti storiche, ma da testi religiosi pi antichi e dalla fantasia di Paolo, allora ho ragione a dubitare che un letterale Ges di Nazaret sia davvero esistito.

E anche se il Ges di Paolo una gura antropomorfa, di carne , pu rappresentare un passaggio intermedio nell'evoluzione di una concezione dalle origini interamente mitiche.

Sono stati fatti grandi sforzi da parte degli storicisti per cercare di far apparire i vangeli canonici le nostre fonti pi antiche in assoluto su Ges. Ad esempio, lo stesso Bart Ehrman non nasconde il desiderio di basarsi su numerose fonti ipotetiche di quel tipo.

Pare che le epistole di Paolo causino non pochi problemi alla pretesa della storicit di Ges. interessante investigare la possibilit che Paolo non si sia riferito ad un Ges che cammin di recente sulla Terra, come qualunque altro essere umano. Numerosi studiosi hanno riconosciuto che il Ges che compare nelle lettere paoline (e in altre epistole) davvero diverso dal Ges che gura nei vangeli canonici. Tutto questo diventa ancor pi interessante allorch si consid1 Bart
D. Ehrman, Did Jesus Exist?: The Historical Argument for Jesus of Nazareth, (New York: HarperOne, 2012), pag. 92

4.1.

LE FONTI DEL PI ANTICO TESTIMONE

121

era che i vangeli sono apparsi sostanzialmente pi tardi delle lettere di Paolo. Se il primo ritratto di Ges puramente spiri-

tuale o celeste , l'idea che le origini di Ges sono interamente ttizie diventa pi plausibile. Se si pu dimostrare che la storia tradizionale di Ges di Nazaret si evoluta da storie pi mistiche a storie pi storiche, pu rivelarsi decisamente pi probabile che Ges avesse origini interamente mitiche. Che Ges non mai veramente esistito.

4.1 Le fonti del pi antico testimone


Non esiste alcun dubbio tra i miticisti che la testimonianza di Paolo di cruciale importanza per la questione della storicit di Ges. I vangeli forniscono la pi completa vicenda di Ges, ma la loro stesura avviene molti decenni dopo la presunta morte di Ges. Generalmente si pensa che gli scritti di Paolo fanno la loro comparsa molto prima dei vangeli, cos sono relativamente pi vicini alla vita di Ges (anche se non tanto vicini da essere suoi contemporanei). Senza altre fonti primarie da poter confrontare con i vangeli, le pi antiche lettere di Paolo acquisiscono dunque una importanza anche maggiore. interessante allora considerare cos' che ci dice davvero Paolo su Ges, senza leggere i vangeli (che furono composti pi tardi) negli scritti di Paolo.

Si deve sapere infatti che per n troppo tempo i vangeli canonici e gli Atti degli Apostoli (per non dire documenti pi tardi) hanno inuenzato la lettura delle lettere paoline da parte tanto dei primi cristiani quanto degli studiosi moderni. Tant' che questi

ultimi preferiscono etichettare Paolo, pi che un cristiano , un ebreo piuttosto indipendente che annunci il vangelo.

122CAPITOLO 4.

IL `CRISTO COSMICO' NON LETTERALE DELLE FONTI PI ANTICHE

Prima di esaminare cosa dice Paolo, non bisogna trascurare di considerare quali sono le sue fonti. Fortunatamente Paolo nomina nello specico le sue fonti. Vi dichiaro, fratelli, che il Vangelo da me annunciato non segue un modello umano; infatti io non l'ho ricevuto n l'ho imparato da uomini, ma per rivelazione di Ges Cristo. (Lettera ai Galati 1:11-12)

Ma quando Dio, che mi scelse n dal seno di mia madre e mi chiam con la sua grazia, si compiacque di rivelare in me il Figlio suo perch lo annunciassi in mezzo alle genti, subito, senza chiedere consiglio a nessuno... (Lettera ai Galati 1:15-16)

Io, infatti, ho ricevuto dal Signore quello che a mia volta vi ho trasmesso: il Signore Ges, nella notte in cui veniva tradito, prese del pane... (Prima lettera ai Corinzi 11:23)

A voi infatti ho trasmesso, anzitutto, quello che anch'io ho ricevuto, cio che Cristo mor per i nostri peccati secondo le Scritture e che fu sepolto e che risorto il terzo giorno secondo le Scritture... (Prima lettera ai Corinzi 15:3-4)

Sembra proprio che anche quando si tratta di illustrare le dottrine principali del cristianesimo come la risurrezione di Ges, Paolo prenda la sua informazione dagli scritti dell'Antico Testamento. Non solo Paolo non fa mai menzione delle sue fonti in linea di principio pi sicure, come possono esserlo testimonianze di prima mano, ma anche quando Paolo sembra far menzione di Ges, le sue sole fonti che nomina sono passi dell'Antico Testamento, oltre,

4.1.

LE FONTI DEL PI ANTICO TESTIMONE

123

ovviamente, al suo personale canale diretto al divino Signore . Paolo non ha dato testimonianza degli eventi della vita di Ges (e neppure dice quando e dove accaddero quelli eventi in particolare), e non si pu ipotizzare a priori che Paolo abbia appreso di quelli eventi da altri esseri umani (come ad esempio Pietro e Giacomo).

Paolo esclude particolarmente quest'ultima possibilit,


e non pu che sorprendere coloro che danno per scontato che Paolo conobbe i parenti e i pi intimi seguaci di Ges: In seguito, tre anni dopo, salii a Gerusalemme per andare a conoscere Cefa e rimasi presso di lui quindici giorni; degli apostoli non vidi nessun altro, se non Giacomo, il fratello del Signore. (Lettera ai Galati 1:18-19) In ogni caso, non pare aatto che Paolo abbia avuto un confronto amichevole con Pietro, sicuramente uno dei testimoni pi credibili e autorevoli di un Ges storico, dal momento che egli si oppose a lui a viso aperto perch aveva torto (Galati 2:11).

Lo studioso James Tabor nota questra stranezza delle fonti di Paolo: Questo signica che gli elementi essenziali del messaggio che predica Paolo non stanno provenendo da coloro che sono stati con Ges, che Paolo chiama con sarcasmo: cosiddetti pilastri della chiesa aggiungen-

do quello che possono essere stati, a me non importa (Galati 2:6), ma da voci, visioni, e rivelazioni che Paolo sta ascoltando e vedendo . Per alcuni quella una forte conferma. Per molti, compresi numerosi storici, queste tradizioni non si possono prendere per adabile testimonianza storica.
23/paul-as-clairvoyant-2/.
2 James

Tabor, Paul as Clairvoyant , mia libera traduzione,

http://jamestabor.com/2012/05/

124CAPITOLO 4.

IL `CRISTO COSMICO' NON LETTERALE DELLE FONTI PI ANTICHE

Potrei chiedermi, a questo punto: perch gli studiosi devono ipotizzare per forza che Pietro e Giacomo dovevano aver messo a parte Paolo di ogni cosa utile relativa al Ges storico? Gli storici sanno del ruolo importante giocato da Pietro e Giacomo in gran parte solamente in virt dei vangeli, che per vengono

pi tardi

delle epistole, e quindi esiste sempre il rischio che possano aver elaborato semplicemente limitandosi ad espandere la pi semplice versione di Paolo. Senza leggere i vangeli nelle epistole, forse le esperienze di Ges da parte di Pietro e di Giacomo erano simili in tutto a quelle di Paolo. O Paolo non sincero sul piano storico intorno alle sue fonti (e allora a quel punto dovrei dubitare di tutte le altre cose che dice) oppure

sta riportando semplicemente la verit: tutto ci

che sa Paolo di Ges proviene da cosa era gi scritto secoli prima (in modo simile alle tendenze di tipo midrashico teorizzate a proposito dei vangeli), oltre che dalla sua personale fantasia.

Che Paolo possa aver scritto in uno stile midrashico forse evidenziato dal riferimento, in 1 Corinzi 15:4 ( risorto il terzo giorno secondo le Scritture ), alla risurrezione del Messia al terzo giorno, che non dichiarato esplicitamente nell'Antico Testamento, a dispetto della dichiarazione di Paolo che lui a conoscenza di questo fatto in parte a causa delle scritture dell'Antico Testamento (e per l'altra parte attingendo alla sua personale immaginazione).

Richard Carrier concorda: Anche in Galati 1, Paolo sta negando esplicitamente non solo di aver ricevuto qualche tradizione umana, ma anche che queste tradizioni avrebbero avuto un qualche valore per lui o per i suoi compagni cristiani. Quan-

do realizziamo quel fatto, insieme a cosa sappiamo delle pratiche letterarie dell'epoca, la maniera con cui storie e biograe venivano fabbricate a partire da detti di (o an-

4.1.

LE FONTI DEL PI ANTICO TESTIMONE

125

che attribuiti a) gente famosa (che spesso comprendeva persone mai esistite) il caso miticista non sembra tanto improbabile come lo descrive Ehrman.

Paolo procede a menzionare le apparizioni post-mortem di Ges (passi 5-8), tuttavia manca di menzionare qualunque apparizione ante-mortem . Riguardo quelle apparizioni in 1 Corinzi capitolo 15, Paolo coerentemente usa la parola greca ophthe, che utilizzata spesso nel Nuovo Testamento per descrivere l'apparizione di un essere spirituale, come per esempio le apparizioni di Mos ed Elia alla trasgurazione di Ges (Matteo 17:3 , Marco 9:4 ), l'apparizione di Dio ad Abramo (Atti 7:2 ), e l'apparizione spirituale di Ges a Paolo (1 Corinzi 15:8 ). Gli storicisti si trovano di fronte un potenziale dilemma. L'autore degli scritti esistenti pi antichi su Ges non fa alcun riferimento a fonti storiche recenti; egli poteva essere perno il creatore dell'entit Ges.

Quest'idea eretica per quelli che credono nella descrizione di Ges oerta dai vangeli; ma i vangeli compaionopi

tardi nei no-

stri documenti, dopo le epistole paoline. Una soluzione a questo problema, proposta da Bart Ehrman (sebbene nello specico non la ammette), e piuttosto popolare tra gli studiosi biblici, consiste nell'anteporre cronologicamente i vangeli rispetto alle epistole, per fare di loro dei documenti pi antichi e pre-paolini; ed Ehrman lo
com/carrier/archives/1026
4 3 Richard
Carrier, Ehrman on Jesus: A Failure of Facts and Logic ,

http://freethoughtblogs.

Ed ecco, apparvero loro Mos ed Elia, che conversavano con lui.

5
E apparve loro Elia con Mos e conversavano con Ges. (Marco 9:4)

6
Egli rispose: Fratelli e padri, ascoltate. Il Dio della gloria apparve ad Abraamo, nostro padre, mentre egli era in Mesopotamia, prima che si stabilisse in Caran... (Atti 7:2)

7
Ultimo fra tutti apparve anche a me come a un aborto. (1 Corinzi 15:8)

126CAPITOLO 4.

IL `CRISTO COSMICO' NON LETTERALE DELLE FONTI PI ANTICHE

fa creando , e in qualche caso perno azzardandone la data, numerose fonti ipotetiche scritte e orali.

Non solo fare ipotesi astratte a proposito di fonti alle quali Ehrman gradirebbe aver accesso una metodologia storica vergognosamente inadeguata, ma questo accademico mostra la sua incoerenza nel privilegiare i vangeli deridendo in seguito questo approccio, quando applicato ad altre fonti, come alle stesse epistole: Paolo quasi certamente non scrisse la lettera ai Colossesi. una delle falsicazioni fatte sotto il nome di Paolo, scritta dopo la sua morte, come gli studiosi critici hanno riconosciuto per davvero molto tempo. E dimostrare che il passo deriva da una tradizione pre-paolina problematico. La lettera ai Colossesi post-paolina, cos su che basi possiamo dire che un passo in essa pre-paolino? . Quello che Ehrman dice con sorpresa e incoerenza a proposito della lettera ai Colossesi, pu anche venir detto a proposito dei vangeli: i vangeli sono

post-paolini, cos su che basi si pu dire pre-paolini? . Se Ehrman trova pro-

che alcuni loro passi sono

blematico che un documento posteriore contiene informazione pi antica, davvero sorprendente il suo pensiero che un approccio simile sui vangeli perfettamente accettabile, e addirittura cruciale per il suo caso a favore della storicit di Ges! Procedere con questo tipo di scetticismo alla Ehrman in tutta probabilit darebbe adito a conclusioni che fanno a pugni contro il senso comune. Ora che stato riconosciuto che le fonti delle nostre prime storie esistenti di Ges sono completamente inappropriate per la ricerca storica (si immagini una storia di Napoleone che si basi solamente su libri antichi scritti intorno a Giulio Cesare e su presunte rivelazioni da entit soprannaturali), ora che stato smascherato a che misura studiosi come Ehrman cerchino di risol8 Bart 9 Bart
D. Ehrman, Did Jesus Exist?: The Historical Argument for Jesus of Nazareth, (New York: D. Ehrman, Did Jesus Exist?: The Historical Argument for Jesus of Nazareth, (New York: HarperOne, 2012), pag. 77-93. HarperOne, 2012), pag. 246

4.1.

LE FONTI DEL PI ANTICO TESTIMONE

127

vere il problema mediante la violazione di basilari principi storici, passer ad analizzare il contenuto delle epistole paoline e di altre epistole, il contenuto che gli storicisti trovano cos oensivo per le loro opinioni.

senza dubbio un fatto nella storia della fede cristiana che per secoli, in un certo senso, il vangelo di Paolo si poneva sulla stessa via del vangelo di Ges. Come si giunse a questo risultato? L'approccio che lo stesso Paolo assume verso il vangelo di Ges quello di non ripeterlo nelle medesime parole di Ges, e di non appellarsi alla sua autorit.

riconosciuto sia da studiosi storicisti

10 sia da studiosi miticisti11

che le epistole paoline (e i libri extraevangelici della Bibbia) hanno davvero poco da dire circa gli insegnamenti e le azioni di Ges. Questo fatto, in s stesso, non necessariamente un problema. Aora leggermente il sospetto, comunque, quando ci si accorge che sono i documenti che giungono pi tardi sulla scena (come i vangeli canonici) ad espandere la storia n troppo semplice presentata nelle epistole. pi logico aspettarsi che siano al con-

trario i resoconti via via posteriori (e via via pi dettagliati) a rendere mitologico in misura via via crescente Ges di Nazaret, non i resoconti pi antichi e relativamente pi concisi e pi avari di dettagli.

12 Ehrman riuta il silenzio relativo delle epistole, as13

serendo, Che questo fosse conoscenza comune dovrebbe essere chiaro dalle nostre fonti, i vangeli... .

Esistono naturalmente le fonti fabbricate da Ehrman su cui lui si basa cos tanto. I vangeli sono post-paolini, cos le conclusioni sarebbero in tutta probabilit diverse se gli storicisti come Ehrman
10 Bart
D. Ehrman, Did Jesus Exist?: The Historical Argument for Jesus of Nazareth, (New York: M. Price, The Christ-Myth Theory and Its Problems (Cranford, NJ: American Atheist M. Price, The Christ-Myth Theory and Its Problems (Cranford, NJ: American Atheist HarperOne, 2012), pag. 248.

11 Robert

Press, 2011), pag. 354-355.

12 Robert 13 Bart

Press, 2011), pag. 368. D. Ehrman, Did Jesus Exist?: The Historical Argument for Jesus of Nazareth, (New York: HarperOne, 2012), pag. 248.

128CAPITOLO 4.

IL `CRISTO COSMICO' NON LETTERALE DELLE FONTI PI ANTICHE

li trattassero per davvero come tali, e non leggessero la storia pi tarda esposta nei vangeli dentro le storie pi antiche. Sotto questa luce anche pi sorprendente che Paolo giunga a trovarsi in parecchie situazioni dove gli basterebbe appellarsi alle parole di Ges per proclamare la sua autorit...

...e tuttavia

non lo fa:
Accogliete chi debole nella fede, senza discuterne le opinioni. Uno crede di poter mangiare di tutto; l'altro, che invece debole, mangia solo legumi. Colui che mangia, non disprezzi chi non mangia; colui che non mangia, non giudichi chi mangia: infatti Dio ha accolto anche lui. Chi sei tu, che giudichi un servo che non tuo? Stia in piedi o cada, ci riguarda il suo padrone. Ma star in

piedi, perch il Signore ha il potere di tenerlo in piedi. (Lettera ai Romani 14:1-4)

Riguardo alle carni sacricate agli idoli, so che tutti ne abbiamo conoscenza. Ma la conoscenza riempie Se qualcuno crede

di orgoglio, mentre l'amore edica.

di conoscere qualcosa, non ha ancora imparato come bisogna conoscere. Chi invece ama Dio, da lui conosciuto. Riguardo dunque al mangiare le carni sacricate agli idoli, noi sappiamo che non esiste al mondo alcun idolo e che non c' alcun dio, se non uno solo. In realt, anche se vi sono cosiddetti di sia nel cielo che sulla terra  e difatti ci sono molti di e molti signori , per noi c' un solo Dio, il Padre, dal quale tutto proviene e noi siamo per lui; e un solo Signore, Ges Cristo, in virt del quale esistono tutte le cose e noi esistiamo grazie a lui. Ma non tutti hanno la conoscenza; alcuni, no ad ora abituati agli idoli, mangiano le carni come se fossero sa-

4.1.

LE FONTI DEL PI ANTICO TESTIMONE

129

cricate agli idoli, e cos la loro coscienza, debole com', resta contaminata. vicinarci a Dio: Non sar certo un alimento ad av-

se non ne mangiamo, non veniamo a

mancare di qualcosa; se ne mangiamo, non ne abbiamo un vantaggio. Badate per che questa vostra libert non divenga occasione di caduta per i deboli. Se uno infatti vede te, che hai la conoscenza, stare a tavola in un tempio di idoli, la coscienza di quest'uomo debole non sar forse spinta a mangiare le carni sacricate agli idoli? Ed ecco, per la tua conoscenza, va in rovina il debole, un fratello per il quale Cristo morto! Peccando cos contro i fratelli e ferendo la loro coscienza debole, voi peccate contro Cristo. Per questo, se un cibo scandalizza il mio fratello, non manger mai pi carne, per non dare scandalo al mio fratello. (Prima lettera ai Corinzi 8)

Se siete morti con Cristo agli elementi del mondo, perch, come se viveste ancora nel mondo, lasciarvi imporre precetti quali: Non prendere, non gustare, non toccare? (Lettera ai Colossesi 2:20-21) Riguardo ai divieti alimentari del giudaismo ad esempio, Paolo poteva semplicemente rimettersi all'autorit di Ges, come descritta nei vangeli: Chiamata di nuovo la folla, diceva loro: Ascoltatemi tutti e comprendete bene! Non c' nulla fuori dell'uomo che, entrando in lui, possa renderlo impuro. Ma sono le cose che escono dall'uomo a renderlo impuro. (Marco 7:14-15) Price identica numerose altre occasioni nelle sue lettere che avrebbero dato a Paolo l'opportunit di semplicare di molto il suo sforzo di persuasione o di raorzare il suo messaggio sull'onda

130CAPITOLO 4.

IL `CRISTO COSMICO' NON LETTERALE DELLE FONTI PI ANTICHE

dell'autorit di Ges, tuttavia puntualmente, per ognuna di quelle occasioni, Paolo evita del tutto di appellarsi alle parole del Ges storico.

14 Quando Paolo raccomandava il celibato (1 Corinzi 7:715 16 Quando esorta 8) , poteva benissimo citare Matteo 19:10-12. 17 Paolo potei cristiani a pagare le loro tasse (Romani 13:1-6)
va benissimo citare Marco 12:17. (Romani 3:1,
14 Robert 15

19 Galati 5:1-1220 ), Paolo poteva benissimo riferir-

18 Nel discutere la circoncisione

M. Price, The Christ-Myth Theory and Its Problems (Cranford, NJ: American Atheist

Press, 2011), pag. 356-360.

Vorrei che tutti fossero come me; ma ciascuno riceve da Dio il proprio dono, chi in un modo, chi in un altro. Ai non sposati e alle vedove dico: cosa buona per loro rimanere come sono io. (1 Corinzi 7:7-8)

16
Gli dissero i suoi discepoli: Se questa la situazione dell'uomo rispetto alla donna, non conviene sposarsi. Egli rispose loro: Non tutti capiscono questa parola, ma solo coloro ai quali stato concesso. Infatti vi sono eunuchi che sono nati cos dal grembo della madre, e ve ne sono altri che sono stati resi tali dagli uomini, e ve ne sono altri ancora che si sono resi tali per il regno dei cieli. Chi pu capire, capisca. (Matteo 19:10-12)

17
Ciascuno sia sottomesso alle autorit costituite. Infatti non c' autorit se non da Dio: quelle che esistono sono stabilite da Dio. Quindi chi si oppone all'autorit, si oppone all'ordine stabilito da Dio. E quelli che si oppongono attireranno su di s la

condanna. I governanti infatti non sono da temere quando si fa il bene, ma quando si fa il male. Vuoi non aver paura dell'autorit? Fa' il bene e ne avrai lode, poich essa al servizio di Dio per il tuo bene. Ma se fai il male, allora devi temere, perch non invano essa porta la spada; infatti al servizio di Dio per la giusta condanna di chi fa il male. Perci necessario stare sottomessi, non solo per timore della punizione, ma anche per ragioni di coscienza. Per questo infatti voi pagate anche le tasse: quelli che svolgono questo compito sono a servizio di Dio. (Romani 13:1-6)

18
Ges disse loro: Quello che di Cesare rendetelo a Cesare, e quello che di Dio, a Dio. E rimasero ammirati di lui. (Marco 12:17)

19
Che cosa dunque ha in pi il Giudeo? E qual l'utilit della circoncisione? (Romani 3:1)

20
Cristo ci ha liberati per la libert! State dunque saldi e non lasciatevi imporre di nuovo il giogo della schiavit. Ecco, io, Paolo, vi dico: se vi fate circoncidere, Cristo non vi giover a nulla. E dichiaro ancora una volta a chiunque si fa circoncidere che egli obbligato ad osservare tutta quanta la Legge. Non avete pi nulla a che fare con Cristo voi che cercate la giusticazione nella Legge; siete decaduti dalla grazia. Quanto a noi, per lo Spirito, in forza della fede, attendiamo fermamente la giustizia sperata. Perch in Cristo Ges non la circoncisione che vale o la non circoncisione, ma la fede che si rende

4.1.

LE FONTI DEL PI ANTICO TESTIMONE

131 21

si alla circoncisione particolare di Ges, descritta in Luca 2:21.

Quando Paolo (e anche Pietro) promuove l'obbedienza alle autorit romane che generalmente punivano solo i criminali

22 , ap-

parentemente dimentic cosa hanno fatto quelle stesse autorit romane a Ges! miracoli,

24 Paolo poteva benissimo menzionare gli innumerevoli

23 Invece di schernire gli ebrei che richiedevano

miracoli che Ges a quanto pare esegu, e che la gente trovava cos convincente...

Perno Ehrman riconosce la pi grande questione dell'eettiva presenza di circostanze dove Paolo sembra veramente sul punto di citare Ges, senza orirgli tuttavia lo status dovuto (anche se Ehrman pensa che Paolo stia solo sintetizzando documenti pi tardi:

25 vo ). Marco 1:22 mostra la meraviglia e lo stupore di coloro che


assistono all'insegnamento autorevole di Ges, a dierenza degli
operosa per mezzo della carit. Correvate cos bene! Chi vi ha tagliato la strada, voi che non obbedite pi alla verit? Questa persuasione non viene sicuramente da colui che vi chiama! Un po' di lievito fa fermentare tutta la pasta. Io sono ducioso per voi, nel Signore, che non penserete diversamente; ma chi vi turba subir la condanna, chiunque egli sia. Quanto a me, fratelli, se predico ancora la circoncisione, perch sono tuttora perseguitato? (Galati 5:1-12) Infatti, sarebbe annullato lo scandalo della croce. Farebbero meglio a farsi mutilare quelli che vi gettano nello scompiglio!

una conclusione illogica e presunta a priori senza moti-

21
Quando furono compiuti gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Ges, come era stato chiamato dall'angelo prima che fosse concepito nel grembo. (Luca 2:21)

22
I governanti infatti non sono da temere quando si fa il bene, ma quando si fa il male. Vuoi non aver paura dell'autorit? Fa' il bene e ne avrai lode (Lettera ai Romani 13:3) Siate sottomessi, per amor del Signore, ad ogni umana istituzione; al re. quelli che fanno il bene. (Prima lettera di Pietro 2:13-14) come al sovrano; ai governatori, come mandati da lui per punire i malfattori e per dar lode a

23 Robert 24

M. Price, The Christ-Myth Theory and Its Problems (Cranford, NJ: American Atheist

Press, 2011), pag. 19.

Mentre i Giudei chiedono segni e i Greci cercano sapienza, noi invece annunciamo Cristo crocisso: scandalo per i Giudei e stoltezza per i pagani. (1 Corinzi 1:22)

25 Bart

D. Ehrman, Did Jesus Exist?: The Historical Argument for Jesus of Nazareth, (New York:

HarperOne, 2012), pag. 127.

132CAPITOLO 4.

IL `CRISTO COSMICO' NON LETTERALE DELLE FONTI PI ANTICHE

scribi legati alla Torah. Forse a Paolo mancava il carisma di Ges. Oppure esiste un altra ragione del mancato appello di Paolo all'autorit di Ges per il suo proprio vantaggio, e, al pari di scribi e farisei (in generale presi per i nemici di Ges), del suo continuo ricorso all'Antico Testamento per enunciare il suo messaggio. Tra gli storicisti che notano queste anomalie gura il serio studioso Gerd Ldemann: Si deve ricordare con qualche sorpresa il fatto che gli insegnamenti di Ges sembrano giocare un ruolo meno vitale nell'istruzione etica e religiosa di Paolo di quanto fa l'Antico Testamento... non una volta Paolo si riferisce a Ges come ad un maestro, alle sue parole come contenuto della dottrina, o ai cristiani come suoi discepoli. A questo riguardo di maggiore signicato che quando Paolo cita i detti di Ges, non sono mai designati cos; piuttosto, senza una singola eccezione, egli attribuisce tali detti a il Signore.

26

sempre possibile che Paolo non sent aatto il bisogno di invocare l'autorit di Ges, dal momento che i suoi lettori potrebbero aver gi saputo tutto degli insegnamenti (e degli atti) di Ges. Quella spiegazione perde peso comunque, alla luce del fatto che noi sappiamo di quelli insegnamenti di Ges solamente in virt di documenti post-paolini. Studiosi e credenti insieme devono accettare la reale, concreta possibilit che tali insegnamenti o detti si originarono in realt religiose), e solo

con Paolo (o anche con altre tradizioni

pi tardi furono attribuiti a Ges, nei vangeli,

o forse nella collezione di detti come per esempio Q e il Vangelo di Tommaso, che potrebbero essere apparsi in qualche momento tra le epistole paoline e i vangeli canonici.

26 Gerd

Ldemann, Paul as a Witness to the Historical Jesus , in Sources of the Jesus Tradition:

Separating History from Myth, a cura di J. R. Homann (Amherst, NY: Prometheus Books, 2010),
pag. 211-212., (New York: HarperOne, 2012), pag. 248.

4.2.

IL CRISTO COSMICO DI PAOLO

133

Pu essere che Paolo  con il suo completo disinteresse negli insegnamenti e nella vita recente di Ges  presenti una striminzita rappresentazione del Ges dei vangeli, quella che gli apologeti vorrebbero provare. Dato che gli scritti di Paolo fanno la loro

apparizione assai prima, comunque, si dovrebbe ritenere maggiormente plausibile la possibilit che i vangeli stanno solo elaborando sulle epistole di Paolo. Al di l se Ges sia esistito o meno, Paolo sembra completamente disinteressato in un recente Ges storico. Come se tale concetto fosse solo di secondaria importanza per lo scopo principale di Paolo: la diusione della teologia paolina, la diusione del

suo personale messaggio.

4.2 Il Cristo cosmico di Paolo


Non esiste un singolo passo nelle epistole paoline che collega in particolare la morte di Ges (e dunque la sua vita) ad un luogo e un tempo specici. Grazie ai vangeli canonici, gli storici biblici tendono a pensare che Ges sia morto a Gerusalemme sotto il governo di Ponzio Pilato. Ma i vangeli sono

post-paolini, e non

si pu ipotizzare che contengano le pi antiche tradizioni su Ges. Gli studiosi dovrebbero considerare le possibilit di cosa sta dicendo Paolo, senza la conoscenza di documenti posteriori passibili del sospetto di espandere semplicemente la storia di Paolo. Avendo quella considerazione ben in mente, le epistole orono qualche curioso punto in grado di indicare che il Ges descritto da Paolo e da altri autori di epistole non un Ges umano, di carne e ossa, apparso di recente sulla Terra: Infatti, ogni sommo sacerdote costituito per orire doni e sacrici; perci necessario che anche questo sommo sacerdote abbia qualcosa da orire. Ora, se fosse sulla terra, egli non sarebbe neppure sacerdote, poich vi sono coloro che orono i doni secondo la legge.

134CAPITOLO 4.

IL `CRISTO COSMICO' NON LETTERALE DELLE FONTI PI ANTICHE

(Lettera agli Ebrei 8:3-4)

Abbiate in voi gli stessi sentimenti di Cristo Ges: egli, pur essendo nella condizione di Dio, non ritenne un privilegio l'essere come Dio, ma svuot se stesso assumendo una condizione di servo, diventando simile agli uomini. Dall'aspetto riconosciuto come uomo, umili se stesso facendosi obbediente no alla morte e a una morte di croce. Per questo Dio lo esalt e gli don il nome che al di sopra di ogni nome, perch nel nome di Ges ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra, e ogni lingua proclami: Ges Cristo Signore!, a gloria di Dio Padre. (Lettera ai Filippesi 2:5-11)

Leggendo ci che ho scritto, potete rendervi conto della comprensione che io ho del mistero di Cristo. Esso non stato manifestato agli uomini delle precedenti generazioni come ora stato rivelato ai suoi santi apostoli e profeti per mezzo dello Spirito. (Lettera agli Efesini 3:4-5) Siamo in presenza di un Ges che pu essere localizzato in un'altra dimensione (ad esempio, un reame mistico, platonico ), una dimensione senza tempo, eterna. Il passo della lettera agli Ebrei sembra riferirsi alla non permanenza di Ges sulla Terra di recente,

4.2.

IL CRISTO COSMICO DI PAOLO

135

laddove l'Inno ai Filippesi indica un Ges che aveva meramente la parvenza di un uomo, che veniva chiamato Ges e veniva esaltato da Dio soltanto

dopo la sua morte (in questo punto

esiste un potenziale parallelo con l'Antico Testamento, quando

dopo aver lottato 27 con Yahweh). singolare che il passo della lettera agli Efesini
era Giacobbe ad essere chiamato Israele solo trascura ogni minimo indizio di recente traccia storica, riferendosi invece alla rivelazione di Dio, ora (ossia, decenni dopo gli eventi presunti dei vangeli), ed eventualmente indicando che il cristianesimo di Paolo era una religione misterica a tutti gli eetti, al pari di quelle pagane.

Miticisti come Earl Doherty insistono che questi passi indicano un Cristo cosmico . Un Cristo che non apparso sulla Terra, ma in qualche sorta di cielo inferiore platonico

28 . Al di l se questa

gura fosse puramente spirituale o fosse in realt di carne, questa visione di Ges suggerirebbe che il Cristo poteva essere stato in origine una gura interamente mitica che fu pi tardi storicizzata, invece di essere una gura storica che fu pi tardi miticizzata, ovvero cosa gli studiosi biblici tendono a credere. Il fatto che Ges era un mistero che solo ora (il tempo di Paolo e di altri autori di epistole) stato rivelato da Dio rende problematica l'idea di un Ges che vissuto ed morto letteralmente sulla Terra appena
27
Cos il dono pass prima di lui, mentr'egli trascorse quella notte nell'accampamento. Durante quella notte egli si alz, prese le due mogli, le due schiave, i suoi undici gli e pass il guado dello Iabbok. Li prese, fece loro passare il torrente e fece passare anche tutti i suoi averi. Giacobbe rimase solo e un uomo lott con lui no allo spuntare dell'aurora. Vedendo che non riusciva a vincerlo, lo colp all'articolazione del femore e l'articolazione del femore di Giacobbe si slog, mentre continuava a lottare con lui. Quegli disse: Lasciami andare, perch spuntata l'aurora. Giacobbe rispose: Non ti lascer, se non mi avrai benedetto!. Gli domand: Come ti chiami?. Rispose: Giacobbe. Riprese: Non ti chiamerai pi Giacobbe, ma Israele, perch hai combattuto con Dio e con gli uomini e hai vinto!. Giacobbe allora gli chiese: Dimmi il tuo nome. Gli rispose: Perch mi chiedi il nome?. E qui lo benedisse. Allora Giacobbe chiam quel luogo Penuel Perch - disse - ho visto Dio faccia a faccia, eppure la mia vita rimasta salva. Spuntava il sole, quando Giacobbe pass Penuel e zoppicava all'anca. (Genesi 32:22-32)

28 Earl
91.

Doherty, Jesus: Neither God Nor Man (Ottawa: Age of Reason Publications, 2009), pag.

136CAPITOLO 4.

IL `CRISTO COSMICO' NON LETTERALE DELLE FONTI PI ANTICHE

una decina di anni prima, eppure sembra essere un continuo tema ricorrente per tutte le epistole:

Ora invece, indipendentemente dalla Legge, si manifestata la giustizia di Dio, testimoniata dalla Legge e dai Profeti. (Lettera ai Romani 3:21, mia enfasi)

A colui che ha il potere di confermarvi nel mio Vangelo, che annuncia Ges Cristo, secondo la rivelazione del mistero, avvolto nel silenzio per secoli eterni, ma

ora manifestato mediante le scritture dei Profeti, per


ordine dell'eterno Dio, annunciato a tutte le genti perch giungano all'obbedienza della fede, a Dio, che solo sapiente, per mezzo di Ges Cristo, la gloria nei secoli. Amen. (Lettera ai Romani 16:25-27, mia enfasi)

Ora io sono lieto nelle soerenze che sopporto per voi


e do compimento a ci che, dei patimenti di Cristo, manca nella mia carne, a favore del suo corpo che la Chiesa. Di essa sono diventato ministro, secondo la missione afdatami da Dio verso di voi di portare a compimento la parola di Dio, il mistero nascosto da secoli e da generazioni, ma

ora manifestato ai suoi santi. A loro Dio volle

far conoscere la gloriosa ricchezza di questo mistero in mezzo alle genti: Cristo in voi, speranza della gloria. (Lettera ai Colossesi 1:24-27, mia enfasi)

E cos, intimamente uniti nell'amore, essi siano arricchiti di una piena intelligenza per conoscere il mistero di Dio, che Cristo: in lui sono nascosti tutti i tesori della sapienza e della conoscenza. (Lettera ai Colossesi 2:2-3)

4.2.

IL CRISTO COSMICO DI PAOLO

137

Gi designato prima della crezione del mondo, egli stato manifestato negli ultimi tempi per voi. (Prima Lettera di Pietro 1:20) I due passi dalla lettera ai Romani sembrano indicare che Cristo stato rivelato

solo ora (al tempo di Paolo, decenni dopo la

presunta vita di Ges com' descritta nei vangeli), possibilmente da Paolo stesso. Questo fatto sembra incompatibile con l'idea veicolata dai vangeli, i quali collocano la vita di Ges qualche tempo prima dei primi scritti di Paolo. Ancora una volta comunque, si deve rammentare che i vangeli sono racconti posteriori, e potevano stare elaborando (e modicando) la storia di Paolo. Che i vangeli sono posti in un tempo assai pi antico non dovrebbe ovviamente contare come prova del loro possesso di informazione autentica risalente a Ges  dobbiamo tenere in debito conto quando furono scritti i testi. I due passi dalla lettera ai Colossesi (se scritti da Paolo o da un altro autore) sembrano anche indicare che Cristo sta per essere rivelato ora , nello stesso tempo in cui l'autore in questione sta scrivendo, invece che molto tempo prima come descritto nei vangeli.

L'importante mistero Cristo in voi di Colossesi 1 appare anch'esso in qualche modo gnostico (riferendosi ad una divinit interiore), e potrebbe portare sostegno alla teoria di Doherty secondo cui il Ges delle epistole fu considerato (nello stile delle antiche religioni misteriche) in esistenza e in azione solamente in un cielo inferiore platonico.

29 Questa teoria non necessariamente sen-

za precedenti: il Padre della Chiesa del II secolo, Ireneo, sembra accennare all'esistenza di cristiani con queste credenze non ortodosse nel suo Contro le Eresie (1.7.2): Infatti dichiarano che

tutte quelle trasformazioni erano controparti di cosa avvenuto


29 Earl
87. Doherty, Jesus: Neither God Nor Man (Ottawa: Age of Reason Publications, 2009), pag.

138CAPITOLO 4.
in cielo.

IL `CRISTO COSMICO' NON LETTERALE DELLE FONTI PI ANTICHE

30 E se c'erano in verit antichi cristiani che negavano


l'idea di un

l'esistenza letterale e carnale di Ges sulla Terra,

Ges storico apparirebbe incredibilmente implausibile.


Pare che la sola ragione per la quale gli antichi cristiani avrebbero negato Ges sarebbe stata che avevano ragione  che Ges non esistito. Spiegare in altri modi l'esistenza di quei primi cristiani estremamente scettici, che a quanto pare vissero in un periodo in cui i testimoni oculari di Ges potevano essere ancora l intorno, diventa un compito davvero scoraggiante per lo storicista e per il credente.

degno di nota che, mentre Paolo non menziona mai quando e dove Ges fu sulla Terra, l'autore della lettera ai Colossesi si preoccupa di rivelare il mistero importante che Cristo in voi , qualcosa di simile all'asserzione gnostica nel Vangelo di Tommaso (in particolare il detto 3)

31 che il regno di Dio dentro di voi .


Questo sa meno

Cos, invece di una frase tipo Ges era nato e morto in Palestina abbiamo la frase Ges dentro di voi .

di Storia oggettiva, e molto pi di predicazione gnostica. Doherty

32 dimostra anche che Paolo sembra indicare che la crocissione


arconti , termine di

di Ges fu eettuata dai mitici e demoniaci

solito tradotto dagli studiosi moderni con l'espressione i dominatori di questo tempo , invece di dire che Ges fu crocisso dalle autorit romane sulla Terra. Tuttavia, a quelli tra di voi che sono perfetti, esponiamo una sapienza, per non una sapienza di questo mondo n degli arconti di questo tempo, i quali stanno per essere
30 Ireneo, Contro le Eresie, 31
Libro I, Capitolo 7,

http://www.newadvent.org/fathers/0103107.htm

Ges disse: Se coloro che vi governano vi dicono:  Ecco, il Regno di Dio in cielo  allora gli uccelli del cielo vi precederanno. Se vi diranno:  nel mare , allora i pesci del mare vi precederanno. Il Regno di Dio, invece, dentro di voi e fuori di voi. Quando conoscerete voi stessi, allora sarete conosciuti, e saprete che siete gli del Padre vivente. Ma se non conoscerete voi stessi, vivrete nella povert, e sarete la povert. (Vangelo di Tommaso, 3)

32 Earl

Doherty, The Jesus Puzzle: Did Christianity Begin with a Mythical Christ (Ottawa: Age

of Reason Publications, 1999), pag. 100-101.

4.2.

IL CRISTO COSMICO DI PAOLO

139

annientati. Ma esponiamo la sapienza di Dio misteriosa e nascosta, che Dio aveva prima dei secoli predestinata a nostra gloria e che nessuno degli arconti di questo tempo l'ha conosciuta. Perch, se l'avessero conosciuta, non avrebbero crocisso il Signore della gloria. (Prima lettera ai Corinzi 2:6-8) Solo i demoni, infatti, avrebbero avuto interesse a impedire la crocissione, qualora avessero saputo in anticipo che rientrava nel piano salvico di Dio per l'umanit. assurdo pensare che Paolo intendeva che Pilato e l'elit ebraica fossero talmente diabolicamente malvagi che, qualora avessero saputo che la crocissione avrebbe salvato il mondo, si sarebbero arettati a fermarla.

33

In altre parole, ancora una volta le epistole sembrano pi mistiche e allegoriche che storiche.

Doherty sottolinea ulteriormente che i commenti intorno alla venuta di Ges nelle epistole non hanno alcuna necessit di riferirsi alla sua seconda venuta .

34 Senza la conoscenza dei van-

geli, quei riferimenti potevano ben riferirsi alla prima venuta . In altri termini, questo potrebbe essere davvero un indizio che Ges non era stato di recente sulla Terra! In realt, Paolo sembra pensare che la salvezza sia venuta ora (al giorno di Paolo), un fatto che potrebbe impressionare i credenti che pensano, seguendo i vangeli, che quella salvezza stata portata da Ges molto prima,

e non da Paolo 35 al momento presente della sua personale

rivelazione. Egli dice infatti: Al momento favorevole ti ho esaudito


33 Richard 34 Earl
Carrier, Critical Review of Maurice Casey's Defense of the Historicity of Jesus, mia libera traduzione, 53. 56.

http://freethoughtblogs.com/carrier/archives/4282

Doherty, Jesus: Neither God Nor Man (Ottawa: Age of Reason Publications, 2009), pag. Doherty, Jesus: Neither God Nor Man (Ottawa: Age of Reason Publications, 2009), pag.

35 Earl

140CAPITOLO 4.

IL `CRISTO COSMICO' NON LETTERALE DELLE FONTI PI ANTICHE

e nel giorno della salvezza ti ho soccorso. Ecco

ora il momento favorevole, ecco ora il giorno della

salvezza! (Seconda lettera ai Corinzi 6:2, mia enfasi)

L'ultima parte di 1 Corinzi 15 : ... seminato corpo animale, risorge corpo spirituale. Se c' un corpo animale, vi anche un corpo spirituale. Sta scritto infatti che il primo uomo, Adamo, divenne un essere vivente, ma l'ultimo Adamo divenne spirito datore di vita. Non vi fu prima il corpo spirituale, ma quello

animale, e poi lo spirituale. Il primo uomo, tratto dalla terra, fatto di terra; il secondo uomo viene dal cielo. Come l'uomo terreno, cos sono quelli di terra; e come l'uomo celeste, cos anche i celesti. E come eravamo simili all'uomo terreno, cos saremo simili all'uomo celeste. Vi dico questo, o fratelli: carne e sangue non possono ereditare il regno di Dio, n ci che si corrompe pu ereditare l'incorruttibilit. (Prima lettera ai Corinzi 15:44-50) sembra distanziare ulteriormente il Cristo Cosmico di Paolo (una gura salvatrice che non esistita sulla Terra, ma in un reame mistico e platonico) dal Ges Terreno dei vangeli. Mentre i

vangeli specicano che Ges fu risorto sicamente nella carne : Ed ecco, Ges venne loro incontro e disse: Salute a voi!. Ed esse si avvicinarono, gli abbracciarono i piedi e lo adorarono. (Matteo 28:9)

Gli orirono una porzione di pesce arrostito; egli lo prese e lo mangi davanti a loro.

4.2.

IL CRISTO COSMICO DI PAOLO

141

(Luca 24:42-43)

Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Ddimo, non era con loro quando venne Ges. Gli dicevano gli altri di-

scepoli: Abbiamo visto il Signore!. Ma egli disse loro: Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo anco, io non credo. Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c'era con loro anche Tommaso. Venne Ges, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: Pace a voi!. Poi disse a Tommaso: Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio anco; e non essere incredulo, ma credente!. Gli rispose Tommaso: Mio Signore e mio Dio!. Ges gli disse: Perch mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!. (Giovanni 20:24-29) Paolo, di nuovo e ancora di nuovo, rivela che solo in un

corpo

spirituale che Ges risorto :


... seminato corpo animale,

risorge corpo spiri-

tuale. Se c' un corpo animale, vi anche un corpo


spirituale. (Prima lettera ai Corinzi 15:44, mia enfasi) Paolo aerma che l'ultimo Adamo , ovvero Cristo, era ed divenuto uno spirito che d la vita: Sta scritto infatti che il primo uomo, Adamo, divenne un essere vivente, ma l'ultimo Adamo divenne spirito datore di vita. (Prima lettera ai Corinzi 15:45) Paolo accenna alla dierenza tra un Adamo che fu un essere terreno, ed un Ges che un essere celeste:

142CAPITOLO 4.

IL `CRISTO COSMICO' NON LETTERALE DELLE FONTI PI ANTICHE

Il primo uomo, tratto dalla terra, fatto di terra; il secondo uomo

viene dal cielo.

(Prima lettera ai Corinzi 15:47, mia enfasi) quindi Paolo dichiara che carne e sangue non possono ereditare il regno di Dio : Vi dico questo, o fratelli:

carne e sangue non

possono ereditare il regno di Dio, n ci che si


corrompe pu ereditare l'incorruttibilit. (Prima lettera ai Corinzi 15:50, mia enfasi) Il passo successivo si riferisce ad un mistero : Ecco, io vi annuncio un

mistero: noi tutti non morire-

mo, ma tutti saremo trasformati. (Prima lettera ai Corinzi 15:51, mia enfasi) una possibile allusione al linguaggio delle religioni misteriche con cui il cristianesimo condivide cos tanto in comune (come illustrer in seguito).

Altettanto degno di nota il fatto che Paolo si riferisce ad altre lettere da lui scritte, che non sono pi esistenti

36 . Gli stori-

ci possono solo speculare sul loro contenuto, e perch i cristiani posteriori potrebbero aver deciso di sbarazzarsene. Nel caso quelle lettere avessero reso pi ovvio il fatto che l'oggetto di predicazione di Paolo era un Cristo Cosmico , non sarebbe stato aatto sorprendente che i cristiani pi rigidamente ortodossi (veri e propri

letteralisti , poich credevano in un letterale Ges dei vangeli, dunque terreno  e di carne ed ossa) le avrebbero censurate. Una pratica, quella della censura, che ben rientrava nell'ambito
36
Vi ho scritto nella lettera di non mescolarvi con chi vive nell'immoralit. (Prima lettera ai Corinzi 5:9) E quando questa lettera sar stata letta da voi, fate che venga letta anche nella Chiesa dei Laodicesi e anche voi leggete quella inviata ai Laodicesi. (Lettera ai Colossesi 4:16)

4.2.

IL CRISTO COSMICO DI PAOLO

143

delle loro capacit: infatti quando i cristiani ottennero il controllo dell'Impero romano soppressero gli scritti dei loro critici e non esitarono neppure a gettarli tra le amme. Anche James Tabor riconosce i problemi storici che presenta il Cristo celeste di Paolo: Paolo tutto per Cristo, ma si preoccupa poco di Ges com'egli era sulla Terra da essere umano. Minimizza coloro che hanno conosciuto Ges e coloro che Ges ha scelto personalmente per rappresentarlo. Tutto ora

proviene da il Signore, ma lui intende con questo uno spirito di Cristo che parla direttamente a Paolo, il suo speciale eletto, con contatto e informazione a voce diretta. Cosa indica ci per ogni ricostruzione della fede

degli originali seguaci di Ges, cio, di coloro che realmente hanno conosciuto Ges, critico. Molto troppo

spesso si assunto che risalendo a Paolo, le cui lettere sono i pi antichi documenti cristiani in nostro possesso, stiamo avvicinandoci di pi al Ges storico  quando in realt potrebbe essere vero piuttosto il contrario.

37

Nel tentativo apologetico di spiegare queste idiosincrasie, perno all'ateo e storicista Gerd Ldemann, che pure ha riconosciuto l'anomalia del Ges di Paolo, non sfugge la sottolineatura, suo malgrado,

dell'apparente irrazionalit di cosa sta facendo

Paolo (irrazionalit che rende poco probabile l'idea stessa di un Ges storico dietro Paolo, se non la sua plausibilit astratta): ...Paolo fu capace di creare un nuovo eroe mitico. E assegnando a questo eroe uno status divino, e alla sua morte il potere di espiare i peccati collettivi dell'umanit, egli cre un mito cosmico e poi lo dichiar un fatto storico.
37 James

Mediante un simile colpo di illogica


http://jamestabor.com/2012/05/

23/paul-as-clairvoyant-2/.

Tabor, Paul as Clairvoyant , mia libera traduzione,

144CAPITOLO 4.

IL `CRISTO COSMICO' NON LETTERALE DELLE FONTI PI ANTICHE

egli sostenne quella dichiarazione tramite l'identicazione dell'uomo Ges con il proclamato Cristo.

38

L'epistola di Giacomo presenta sde simili agli storicisti. Il suo autore manca di condividere con i suoi lettori anche solo qualcosina della sua conoscenza del Ges storico (ed sorprendente da parte del presunto fratello di Ges, nonostante non pretenda mai di esserlo), ma a dierenza di Paolo, non apparentemente interessato alla risurrezione. Pare che, per Giacomo, siano gli atti del Cristo celeste ad avere maggiore importanza. Se i vangeli canonici fossero venuti prima delle epistole, potrebbe essere comprensibile che autori come Paolo e Giacomo abbiano enfatizzato maggiormente il Cristo celeste post-risurrezione in opposizione al Ges storico , ma, dal momento che le epistole costituiscono i nostri pi antichi documenti, la possibilit che i vangeli abbiano ingrandito e sviluppato le storie precedenti, e abbiano

letteralmente incar-

nato il personaggio Ges in un contesto umano, non pu essere aatto ignorata. Uno scenario del genere sembra pi e pi ovvio quando tutte le varie fonti sono ordinate cronologicamente, cos da permettere una loro migliore comprensione.

4.3 L'evoluzione di Ges


tutto molto pi facile leggere i vangeli nelle epistole paoline, specialmente per i distratti credenti cristiani che trovano i vangeli ben piazzati all'inizio delle loro Bibbie. Si tratta certamente di un approccio acritico, non scientico, e aetto da pregiudizi, all'analisi delle dierenze tra i vangeli e le epistole. Per un esempio di

quelle dierenze, Paolo fornisce un elenco del tutto diverso delle apparizioni del Ges risorto rispetto all'elenco oerto dai vangeli: ...e che apparve a Cefa e quindi ai Dodici. (Prima lettera ai Corinzi 15:5)
38 Gerd
Ldemann, Paul the Founder of Christianity (Prometheus Books, 2002), pag. 244-245, mia libera traduzione e mia enfasi.

4.3.

L'EVOLUZIONE DI GES

145
Co-

Paolo potrebbe ben riferirsi ai dodici apostoli dei vangeli. munque, i vangeli compaiono pi tardi.

Dunque quando Paolo

cita i Dodici , non ore alcun dettaglio. Certamente non li chiama per nome. possibile che Cefa (Pietro) sia uno dei Dodici , come i vangeli indicano. In qualche modo, Paolo potrebbe an-

che aver dimenticato che Giuda era morto o si era ritirato per allora (suicidandosi dopo aver tradito Ges, come dicono i vangeli), quindi sarebbe stato di gran lunga pi accurato che Paolo avesse parlato degli Undici (la sostituzione di Giuda con Mattia avvenuta molto tempo dopo stando al capitolo 1 di Atti degli Apostoli, un documento a sua volta posteriore).

Il vangelo di Luca, nel capitolo 24, aerma che Ges in verit era apparso agli Undici , entrando potenzialmente in conitto con gli scritti di Paolo. Gli studiosi possono ricorrere a numerose spiegazioni apologetiche. Ma la pi semplice spiegazione teorizzare che i Dodici (e forse i pilastri della Chiesa ) delle epistole

sono

semplicemente diversi da quelli presentati nei vangeli, specie


quando i vangeli giungono pi tardi e potrebbero aver sviluppato e modicato la storia di Paolo. Un altro esempio del vizio di leggere i vangeli nelle epistole un riferimento che viene spesso utilizzato

39 per screditare le aermazioni miticiste di un Ges

non-letterale negli scritti di Paolo: In seguito, tre anni dopo, salii a Gerusalemme per andare a conoscere Cefa e rimasi presso di lui quindici giorni; degli apostoli non vidi nessun altro, se non Giacomo, il fratello del Signore. (Lettera ai Galati 1:18-19) A prima vista potrebbe sembrare ovvio che si tratti di una chiara prova di un Ges storico nelle epistole di Paolo. Se Ges esistito o meno, suo fratello certamente lo avrebbe saputo!
39 Bart
HarperOne, 2012), pag. 151.

Co-

D. Ehrman, Did Jesus Exist?: The Historical Argument for Jesus of Nazareth, (New York:

146CAPITOLO 4.

IL `CRISTO COSMICO' NON LETTERALE DELLE FONTI PI ANTICHE

munque, per tutto il Nuovo Testamento, Giacomo stesso non fa mai alcuna pretesa di essere il fratello biologico di Ges. E gli

studiosi assumono che Giacomo sia il fratello biologico di Ges a causa del racconto evangelico. Ma ancora una volta, i vangeli sono post-paolini, e i parenti di Ges sono introdotti e descritti negativamente: Allora i suoi, sentito questo, uscirono per andare a prenderlo; dicevano infatti:  fuori di s. (Marco 3:21)

Giunsero sua madre e i suoi fratelli e, stando fuori, mandarono a chiamarlo. Attorno a lui era seduta una

folla, e gli dissero: Ecco, tua madre, i tuoi fratelli e le tue sorelle stanno fuori e ti cercano. Ma egli rispose loro: Chi mia madre e chi sono i miei fratelli?. Girando lo sguardo su quelli che erano seduti attorno a lui, disse: Ecco mia madre e i miei fratelli! Perch chi fa la volont di Dio, costui per me fratello, sorella e madre. (Marco 3:31-35) al

solo scopo di contrapporsi alla vera famiglia di Ges, ossia cristiani, loro stessi sperimentando per primi sulla loro
Leggendo Paolo senza l'inuenza dei

gli stessi

pelle cosa signica abbandonare la propria famiglia per unirsi alle prime comunit di fedeli.

vangeli, emerge la concreta possibilit, come teorizzano Doherty

40 e Price,41 che il termine fratello del Signore non inteso

aatto per esser preso letteralmente, in quanto potrebbe riferirsi a qualche tipo di gerarchia tra i primi fedeli.

Origene di Alessandria d sostegno a quest'idea, aermando che Paolo racconta di aver considerato questo Giacomo il fratello
40 Earl
60. Doherty, Jesus: Neither God Nor Man (Ottawa: Age of Reason Publications, 2009), pag. M. Price, The Christ-Myth Theory and Its Problems (Cranford, NJ: American Atheist

41 Robert

Press, 2011), pag. 350-352.

4.3.

L'EVOLUZIONE DI GES

147

del Signore, non tanto in virt della loro parentela per il sangue, o per il loro venir generati insieme, quanto a causa della sua virt e dottrina .

42 Di simile tenore suona anche l'antico documento

gnostico cristiano, la Prima Apocalisse di Giacomo, dove esplicitamente Ges rivela a Giacomo Infatti non senza ragione ti ho chiamato mio fratello, nonostante non sei mio fratello materialmente .

43 Gli gnostici potrebbero comunque avere altri motivi per

questa pretesa (la loro fede nella malvagit della carne), tuttavia lo storicista Joseph R. Homann allude anche alla improbabilit che Paolo si stia riferendo ad un fratello letterale di un Ges storico: Alla luce del completo disinteresse di Paolo per il Ges storico, inoltre, inimmaginabile una sua eventuale asserzione di una relazione biologica tra Giacomo e il Signore ... Il Giacomo che a capo della chiesa di Gerusalemme non un fratello biologico di Ges. Posteriori ma incoerenti riferimenti evangelici a Giacomo sono confuse reminiscenze basate sul pi prominente Giacomo della tradizione paolina.

44

Un altro esempio fornito dalla cos chiamata Ultima Cena . Sarebbe facile davvero assumere che Paolo ricorda questo presunto evento storico, come lo fa il vangelo. Ma il resoconto di

Paolo breve, teologico, pi antico, e ammette di avere un'origine soprannaturale: Io, infatti, ho ricevuto dal Signore quello che a mia volta vi ho trasmesso: il Signore Ges, nella notte in cui veniva tradito, prese del pane e, dopo aver reso grazie, lo spezz e disse: Questo il mio corpo, che per voi; fate questo in memoria di me. Allo stesso modo, dopo aver cenato, prese anche il calice, dicendo: Questo calice
earlychristianwritings.com/text/origen161.html
42 Origene,Contro
Celso,
Libro I, cap. XLVII, mia libera traduzione,

http://www.

com/2009/05/15/the-jesus-tomb-debacle-rip/suoffman

43 The (First) Apocalypse of James, mia libera traduzione, http://gnosis.org/naghamm/1ja.html 44 R. Joseph Homann, The Jesus Tomb Debacle: R.I.P. , http://rjosephhoffmann.wordpress.

148CAPITOLO 4.

IL `CRISTO COSMICO' NON LETTERALE DELLE FONTI PI ANTICHE

la nuova alleanza nel mio sangue; fate questo, ogni volta che ne bevete, in memoria di me. Ogni volta infatti che mangiate questo pane e bevete al calice, voi annunciate la morte del Signore, nch egli venga. (Prima lettera ai Corinzi, 11:23-26, mia enfasi) Per contro, i racconti evangelici sono pi lunghi, pi dettagliati, pi recenti, e sembrano dichiarare l'ultima cena un evento storico. possibile, perno probabile, che i pi tardi racconti evangelici si siano limitati soltanto ad elaborare una storia in origine nonstorica. Quelle dierenze tra le storie delle epistole e le storie dei vangeli non possono venire armonizzate a forza, in quanto i vangeli sono stati scritti

dopo le epistole paoline.

Le lettere di Paolo mostrano molto pi che una semplice mancanza di interesse nei dettagli storici: tradiscono un'apparente

ignoranza di numerose caratteristiche essenziali del reale Ges storico. Gli apologeti pensano che Paolo non avesse nessun motivo per ricordare ai Corinzi e ai Galati che Ges era un grande maestro o un grande esorcista. Mai davvero? Devo ricordare al lettore che Paolo ripet parecchie volte la sua comprensione del vangelo da dare ai gentili. Si trattava della seconda cosa che impartiva ai suoi seguaci: Cristo morto per i loro peccati e ha scontto la morta tramite la sua risurrezione. La prima cosa essenziale che insegnava infatti che Ges era il Cristo. Non si stanca mai di ripetere quella parola. Ma non una volta, neppure di passaggio, usa la parola maestro se non alludendo a esseri umani in grado di insegnare agli altri.

Al contrario, troviamo didaskalos/

didskaloc

nei quattro van-

geli canonici quasi 50 volte, quasi sempre in riferimento a Ges, una sorta di titolo. Per esempio:

4.3.

L'EVOLUZIONE DI GES

149

  Maestro, ti seguir dovunque tu vada. (Matteo 8:19)   Maestro, nella Legge, qual il grande comandamento?
(Matteo 22:36)

  Maestro, non t'importa che siamo perduti? (Marco 4:38)   Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demni nel tuo
nome... (Marco 9:38)

  Maestro, sappiamo che sei veritiero e non hai soggezione


di alcuno... (Marco 12:14)

 Tua glia morta, non disturbare pi il maestro


8:49) (Luca 10:25)

(Luca

  Maestro, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?   Maestro,
di' a mio fratello che divida con me l'eredit (Luca 12:13)

 Rabb, sappiamo che sei venuto da Dio come maestro...


(Giovanni 3:2)

 Voi mi chiamate il Maestro e il Signore, e dite bene, perch


lo sono. (Giovanni 13:13) D'altra parte, mentre Marco usa la parola Cristo/Qris tc solo 7 volte, Paolo usa Cristo la bellezza di 66 volte nella sola lettera ai Romani. Di sicuro, se Paolo davvero pensava che Ges fu un maestro e che era importante sapere che fu un maestro lo avrebbe menzionato almeno una volta sola.

Se Paolo scrive su Ges, ma non lo chiama mai maestro, non lo chiama mai guaritore, non lo chiama mai profeta, non lo chiama mai esorcista, non lo chiama mai operatore di miracoli, forse non fu aatto un caso. Forse Paolo aveva una opinione diversa di chi era Ges.

150CAPITOLO 4.

IL `CRISTO COSMICO' NON LETTERALE DELLE FONTI PI ANTICHE

Gli apologeti dicono che Paolo evit tali appellativi perch Paolo non aveva bisogno di farlo. Gli scettici ritengono pi probabile

che Paolo deliberatamente non volle parlare mai del Ges storico, perch era solo una pedina nella costruzione della sua teologia. I miticisti  e io con loro  dicono invece che il motivo perch quelli aspetti della vita di Ges non erano ancora stati storicizzati, o inventati, per il tempo in cui Paolo scriveva.

Esistono chiare e sottili dierenze tra le storie, dierenze che insinuano il sospetto che la storia di Ges si sia evoluta col tempo.

45 Gli autori dei vangeli hanno preso la semplice storia di Paolo,

hanno collocato Ges in un tempo e luogo specici, e hanno aggiunto i dettagli. Emerge uno scenario interessante se le varie fonti su Ges sono ordinate cronologicamente rispetto alla loro data di composizione (escludendo ovviamente le innumerevoli fonti ipotizzate da Ehrman). Prima di tutto vengono le epistole paoline e forse altre, ora perdute. Quelle epistole sono eventualmente seguite da collezioni di detti, come per esempio Q e il Vangelo di Tommaso. E inne arriva il vangelo di Marco, la prima, vera narrazione di Ges di Nazaret. Marco seguito inizialmente dai vangeli di Matteo e di Luca, e inne dal vangelo di Giovanni. In generale, i libri rimanenti della Bibbia compaiono pi tardi, come la maggior parte dei primi scritti ecclesiastici. Questa la pi corta descrizione dei fatti: ovviamente si possono aggiungere pi fonti a sostegno di questa tendenza dal Mito alla Storia.

Prima degli scritti di Paolo, elementi della dottrina di Ges, dei suoi aspetti e delle sue azioni si possono ritrovare nelle mitolo45 Robert
M. Price, The Christ-Myth Theory and Its Problems (Cranford, NJ: American Atheist

Press, 2011), pag. 35-36.

4.3.

L'EVOLUZIONE DI GES

151 46 la gura del Logos di Filone, e

gie, nelle losoe e religioni precedenti (ad esempio il tema del salvatore che muore-e-risorge

l'Antico Testamento), a cui accenner in seguito. Nelle opere di Paolo, i lettori vengono introdotti alla gura di Ges, che non situata in un tempo e luogo specici, e che pu essere a tutti gli eetti una gura allegorica, o una gura operante in un reame sopra la Terra . Le opere di Paolo riecheggiano alcune dottrine di Ges, tuttavia quelle dottrine non sono attribuite a Ges. Q e il Vangelo di Tommaso forse succedono a Paolo come potenziali precursori dei vangeli canonici, e iniziano ad attribuire a Ges parecchi insegnamenti di Paolo. Poi appare il vangelo di Marco, con un'adeguata narrazione (anche se solo dell'ultima parte della vita di Ges), e molti pi atti e detti attribuiti a Ges  atti e detti forse in parte motivati dal desiderio di un salvatore letterale giunto al tempo della distruzione di Gesuralemme ad opera degli eserciti di Tito.

Matteo e Luca incarnano la storia ancora di pi, introducendo racconti pi dettagliati e stranamente contradditori della nascita miracolosa di Ges, e il pi tardo vangelo di Giovanni rammenta ai lettori (sin dal primo verso) che Ges era Dio : In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. (Giovanni 1:1) I Padri della Chiesa poi speculano sulle varie interpretazioni della dottrina di Ges, delle sue azioni, e anche della sua forma di esistenza, seguiti molti secoli dopo in questo dai moderni teologi travestiti da storici che essenzialmente fanno lo stesso... La ricerca secolare moderna, comunque, pare essersi limitata a rimuovere gli elementi soprannaturali, lasciando un Ges alquan46 Robert
M. Price, The Christ-Myth Theory and Its Problems (Cranford, NJ: American Atheist Press, 2011), pag. 18.

152CAPITOLO 4.

IL `CRISTO COSMICO' NON LETTERALE DELLE FONTI PI ANTICHE

to mondano e insignicante.

Questi studiosi storicisti sono poi

seguiti dai miticisti i quali insistono che perno gli elementi pi naturali della storia possono essere rimossi no a che non lasciato eettivamente nulla.

47

Se ci fosse stato un Ges storico, avrei il pieno diritto di aspettarmi che gli scritti di Paolo descrivano Ges in maniera diversa (con tanto di fonti nominate per nome che siano adabili e degni di fede), e forse ci sarebbe stato meno disaccordo nei primi giorni della chiesa, e altettanto nella ricerca del Ges storico dei nostri giorni. E tuttavia di un Ges storico nelle epistole nemmeno l'ombra, rendendo maggiormente plausibile l'idea che un Ges storico non esistito.

4.4 Fondatori ttizi


Che un movimento possa ruotare e imperniarsi attorno ad una gura mistica, ttizia o leggendaria che viene solo successivamente storicizzata non senza precedenti: teorie del genere esistono a proposito di Re Art, il quale, lungi dall'essere stato un britanno che arrest per breve tempo l'invasione dei Sassoni, pu essere paragonato all'eroe della mitologia irlandese Fionn Mac Cumhaill  in origine un dio mitico, pi tardi storicizzato

48  e dunque gli

storici non possono ipotizzare la storicit semplicemente perch una fonte medievale aerma che questo vero. E naturalmente, i cristiani sono di solito felici quando riconoscono le origini mitiche delle religioni rivali: a scrivere un libro che dubita addirittura dell'esistenza di Maometto stato un cattolico. Lo storico di religione Arthur Droge aerma:
47 Robert

49

Per iniziare una

M. Price, The Christ-Myth Theory and Its Problems (Cranford, NJ: American Atheist purple,

Press, 2011).

48 Thomas

The

Historicity

and

Historicisation

of

Arthur,

http://www.arthuriana.co.uk/historicity/arthur.htm

49 Robert

Spencer, Did Muhammad exist? An inquiry into Islam's obscure origins, Wilmington,

Delaware, 2012.

4.4.

FONDATORI FITTIZI

153

Ned Ludd
religione, tutto ci di cui hai bisogno un nome .50 Per
sostenere questo punto, Droge accenna ad una brillante citazione del New Atheist Christopher Hitchens: Ancora una volta si dimostra come la religione monoteistica sia il plagio di un plagio di una diceria di una diceria, dell'illusione di un'illusione che riporta sempre e comunque all'articio di alcuni non-eventi.

51

Droge dimostra che la religione non ha bisogno di un momento originatore e che il movimento storico del luddismo non fu generato dalle azioni drammatiche di un qualche individuo , ma dalla creazione e appropriazione di un nome, una gura, un eponimo: in questo caso, il forse apocrifo (ossia, non esistente)

Ned Ludd. Droge esplora i vari gruppi (per regione geograca e


per settore lavorativo) dei tecnofobici luddisti, ciascuno dei quali cerc di adattare la gura di Ned Ludd per farla corrispondere ai propri bisogni. Vi suona familiare? Droge specula se tale poligenesi (pi di una origine) si possa applicare anche alle origini del cristianesimo.
50 Arthur
J. Droge, Jesus and Ned Ludd: What's in a Name? , Caesar: A Journal for the Critical Hitchens, Dio non grande: come la religione avvelena ogni cosa, Einaudi 2007,

Study of Religion and Human Values 3, n. 1 (2009), pag.23-25.

51 Christopher

pag. 267.

154CAPITOLO 4.

IL `CRISTO COSMICO' NON LETTERALE DELLE FONTI PI ANTICHE

Al pari dei primi cristiani, i luddisti producono poemi, manifesti, e scritti anonimi. Quindi Droge ricorda il comportamento dei moderni neo-luddisti i quali si impegnano nella creazione di miti, nella costruzione di genealogie e nell'invenzione di storie , tracciando paralleli con i moderni studiosi del Ges storico i quali impongono le loro viste personali sulla loro versione del Ges Storico e chenon stanno realmente parlando intorno a Ges del tutto . Droge inne esorta gli studiosi a riconoscere che il Ges di Nazaret fu probabilmente apocrifo , e a concentrare la loro attenzione su materie molto pi interessanti e importanti quando si giunge all'invenzione del cristianesimo .

52

4.5 Il Ges docetico


possibile che i primi cristiani (come Paolo) non hanno visto Ges al modo letterale, carnale, terreno dei moderni cristiani ortodossi. Recenti studi delle origini del cristianesimo primitivo stanno rivelando che i pi antichi giorni della fede cristiana erano aitti da scismi: esistevano numerosi e vari tipi di cristianesimo, con

vedute radicalmente diverse sulla dottrina, e anche sulla natura di Ges. Un antico gruppo che nutriva idee davvero diverse su

Ges (idee passibili di aprire la porta a scenari miticisti perno pi radicali

53 ) era il docetismo.

Al pari dello gnosticismo, il docetismo un termine che pu essere impiegato per indicare pi gruppi e idee. Di interesse in questa sede il fatto che i doceti essenzialmente negavano la realt del dolore di Ges Cristo e del suo ultimo sacricio sulla croce, e quindi furono chiamati eretici dai cristiani proto-ortodossi (precursori dei cristiani cattolici romani). Per quei doceti, Ges Cristo non era umano: era uno spirito, completamente divino. Questo Ges
52 Arthur 53 ad
J. Droge, Jesus and Ned Ludd: What's in a Name? , Caesar: A Journal for the Critical

Study of Religion and Human Values 3, n. 1 (2009), pag.23-25, mia libera traduzione.

http://vridar.org/category/new-testament/simonian-origins/

esempio, vedi le ipotesi radicali di

Roger Parvus

sulle origini simoniane del cristianesimo

4.5.

IL GES DOCETICO

155

allora apparve soltanto come uomo, ma in realt era pi simile ad un fantasma, ad un ologramma. Bart Ehrman nota che ci

sono esempi nel Nuovo Testamento dove un Ges di tipo docetico potrebbe essere accennato particolarmente tra gli scritti di....

....di Paolo.

Il lettore si lasci sorprendere: Infatti ci che era impossibile alla Legge, resa impotente a causa della carne, Dio lo ha reso possibile: mandando il proprio Figlio in una carne simile a carne di peccato e a motivo del peccato, egli ha condannato il peccato nella carne, perch la giustizia della Legge fosse compiuta in noi, che camminiamo non secondo la carne ma secondo lo Spirito. (Lettera ai Romani 8:3-4) Il passo potrebbe indicare che Ges venuto non in una carne di peccato ma solo in una carne

simile a carne di peccato .

1 Giovanni sembra anche contrastare coloro che non credono in un letterale Ges carnale, di fatto provando l'esistenza di cristiani del genere. Un Ges che non carnale un Ges pi vicino ad un'entit interamente ttizia. Tracce di docetismo presenti nel

Nuovo Testamento possono indicare che il docetismo e lo gnosticismo cristiano potrebbero essere assai pi antichi di quanto si creduto solitamente. E, al contrario della concezione comune, potenzialmente pi antichi delle forme ortodosse del cristianesimo. Ehrman procede a illustrare che importanti primi cristiani

come Origene e Clemente di Alessandria a loro volta presentano indizi di pensiero gnostico e docetico. Clemente addirittura v

cos lontano da aermare che solo lo Gnostico santo e pio .

54

0020411.htm

54 Clemente, The Stromata, or Miscellanies,


mia libera traduzione.

Libro 7,

http://www.sacred-texts.com/chr/ecf/002/

156CAPITOLO 4.

IL `CRISTO COSMICO' NON LETTERALE DELLE FONTI PI ANTICHE

La storica della religione Elaine Pagels ha riconosciuto le antiche concezioni non-ortodosse di Ges, alludendo a gruppi dove ogni persona riconosce il Signore alla sua personale maniera .

55 56

Decisamente una grande dierenza rispetto alle dottrine e ai dogmi della serie prendere-o-lasciare della chiesa cattolica romana!

Ehrman ha anche aermato che gli scribi ortodossi hanno `corrotto' i loro testi per ragioni teologiche e che hanno modicato Galati 4:4 al ne di combattere il docetismo.

57

Questo punto

altamente signicativo alla luce del dibattito sulla storicit di Ges, in quanto esiste un minuscolo punto nelle opere di Paolo che indica l'eventualit di un corpo carnale per Ges: Ma quando venne la pienezza del tempo, Dio mand il suo Figlio,

nato da donna, nato sotto la Legge, per


E che voi siete gli lo prova il

riscattare quelli che erano sotto la Legge, perch ricevessimo l'adozione a gli.

fatto che Dio mand nei nostri cuori lo Spirito del suo Figlio, il quale grida: Abb! Padre!. Quindi non sei pi schiavo, ma glio e, se glio, sei anche erede per grazia di Dio. (Lettera ai Galati 4:4-7, mia enfasi) Il fatto che i primi cristiani potevano considerare la possibilit che Ges non era venuto letteralmente sulla Terra come un normale essere umano degno di nota in s stesso (dato che sono vissuti durante o subito dopo la presunta esistenza di Ges sulla Terra, e dunque avrebbero dovuto avere accesso alla testimonianza di testimoni oculari ancora viventi), ma permette anche la
55 Elaine
traduzione. H. Pagels, The Gnostic Gospels (New York: Vintage Books, 1089), pag. 17, mia libera

56

Il docetismo non poteva essere accettato nell'ortodossia, in quanto assegnava al Dio dei cristiani un modo di manifestarsi troppo simile a quello usato da Giove e dalle altre divinit pagane quando volevano scendere dall'Olimpo per mescolarsi ai mortali. (Marcello Craveri, L'eresia dagli gnostici a Lefebvre, il lato oscuro del cristianesimo, Mondadori 1996, pag. 27)

57 Bart

D. Ehrman, The Orthodox Corruption of Scripture:

The Eect of Early Christological

Controversies on the Text of the New Testament (Oxford: Oxford University Press, 1993), pag. xii,
mia libera traduzione.

4.6.

PERCH PROPENDO PER L'IPOTESI MITICA

157

possibilit di interpretazioni pi scettiche ed eretiche: ad esempio che Ges apparso solo in un mondo platonico, che Ges risiede in tutti gli individui, o che Ges non apparso in realt da nessuna parte, in nessuna forma. Se si pu dimostrare che la storia di Ges nel vangelo fu fabbricata in origine per essere considerata

e tale dimostrazione 58 gi esiste , allora lo stesso si pu dire in ultima istanza anche


completamente allegorica o simbolica, del Ges docetico, e del Cristo immaginario degli scritti di Paolo.

Se nei pi antichi scritti cristiani Ges viene descritto come una gura che risiede non sulla Terra, ma in un'altra dimensione, o che potrebbe essere interamente spirituale, e che comunica con i suoi seguaci mediante visioni e apparizioni spirituali, gli studiosi biblici dovrebbero considerare seriamente Ges con l'analogo scetticismo manifestato di fronte a personaggi gnostici spirituali , come l'arcangelo Michele e Satana.

4.6 Perch propendo per l'ipotesi mitica


Se ci fosse stato un Ges terreno e storico, avrei il legittimo diritto di aspettarmi dalle opere di Paolo almeno una sua minima allusione in una maniera pi storica (con tanto di fonti nominate per nome che siano adabili e degne di ducia) e di certo ci sarebbe stato meno disaccordo  e meno violenza  tra i cristiani antichi e moderni. degna di attenzione l'esistenza di antichi

cristiani che coltivavano idee alternative sull'esistenza terrena di Ges. Esistono anche numerosi passi nelle epistole paoline che

descrivono un Ges davvero diverso dal suo ritratto nei vangeli. rappresentato un Ges che non ha alcun bisogno di essere stato per forza sulla Terra, ad un certo punto nella nostra storia.

58 Richard

Carrier la presenter nella sua forma pi completa e ordinata nel suo libro di prossima

pubblicazione, On the Historicity of Jesus, Sheeld-Phoenix,

BooksbyRichardCarrier.html#OHJ

http://www.richardcarrier.info/

158CAPITOLO 4.

IL `CRISTO COSMICO' NON LETTERALE DELLE FONTI PI ANTICHE

E neppure pi probabile, rispetto ad un Ges mitico, l'ipotesi di un Ges s storico ma totalmente eclissato da Paolo e dal ttizio Ges letterario dei vangeli: infatti, oltre ad essere totalmente inutile un'ipotesi del genere per spiegare le origini del cristianesimo (se in denitiva si riconosce che sono le visioni di cristiani come Paolo responsabili della nascita del cristianesimo, allora che utilit merita ancora l'ipotesi Ges storico per spiegare quella nascita?), soprattutto non spiega in debito conto perch i primi cristiani, come Paolo, avrebbero avuto visioni deicanti di un uomo cos totalmente insignicante, mentre al contrario avere visioni deicanti di un arcangelo gi noto per essere una superiore entit celeste intrinsecamente pi probabile (ricordiamo che i vangeli aermano anche la risurrezione di un personaggio del tutto secondario come Lazzaro, ma non arrivano a deicarlo alle stesse vertiginose altezze metasiche di Ges, perch Lazzaro, a dierenza di Ges, non era un essere spirituale superiore gi prima della morte, ma al pi solo un uomo giusto soerente).

Gli apologeti cristiani hanno gi confutato con successo l'ipotesi di un Ges storico totalmente insignicante e di cui scomparsa ogni traccia, perch se Ges fosse stato un uomo del genere, sarebbe stato considerato solo un uomo risorto (come Lazzaro), non il Creatore dell'Universo e il Signore Altissimo che va adorato come eterna Immagine di Dio. Il salto tanto brusco quanto rapido da un anonimo, evanescente profeta ebreo al Cristo Ges di cui parla Paolo non avrebbe alcun senso e sarebbe davvero improbabile sotto l'ipotesi di un Ges per nulla carismatico, perch contrario ad ogni aspettativa. Mentre viceversa se Ges fosse gi il Creatore dell'Universo e il Figlio di Dio, che si sottoposto umilmente ad un rapido sacricio sulla croce per realizzare i piani celesti, non richiesto nessun salto cos brusco in cos poco tempo e con un tale ipotetico, anonimo ed evanescente Ges storico come indistinto punto di origine.

4.6.

PERCH PROPENDO PER L'IPOTESI MITICA

159

Anch l'ipotesi del Ges storico sia credibile, dunque, dev'essere un Ges storico abbastanza carismatico ed inuente da convincere alcuni ebrei di essere non solo qualche anonimo uomo giusto risorto (alla Lazzaro) ma nientemeno che lo stesso Creatore dell'Universo e il Signore Altissimo che va Adorato come eterna Immagine di Dio. Ma un uomo abbastanza carismatico ed inuente da meritare quella successiva deicazione della sua persona, avrebbe lasciato assai pi tracce della sua vita terrena ed inuenza sui contemporanei  e almeno sui propri seguaci , tracce che sarebbe impossibile non attendersi da un uomo del genere, e davvero improbabile che siano semplicemente tutte scomparse...

...a meno che non sia mai esistito.


Questa la ragione principale perch propendo verso il miticismo, ma non escludo di trovarne altre in futuro che non ho ancora considerato.

Gli apologeti cristiani e gli storicisti di ogni epoca, di ogni et, di ogni stagione, del passato, del presente e del futuro, alla luce di quanto dichiara Paolo del suo Ges,

 Egli l'immagine del Dio invisibile,


creatura. (Colossesi 1:15)

il primogenito di ogni

 Lo

splendore della gloria di Dio e impronta della essenza

di Dio, e che sostiene tutte le cose con la parola della sua potenza. (Ebrei 1:3)

 In lui abita corporalmente tutta la pienezza della Deit. (Colossesi 2:9)

 Egli Mediatore di un nuovo patto, il grande Pastore delle


Pecore, il grande Sommo Sacerdote che passato attraverso i Cieli. (Ebrei 9:15, 13:20, 4:14)

160CAPITOLO 4.

IL `CRISTO COSMICO' NON LETTERALE DELLE FONTI PI ANTICHE

 Ha disarmato e spogliato i soprannaturali principati e poteri,


angeli e autorit. (Colossesi 2:15, Efesini 3:10)

 Egli il Signore sia dei morti sia dei viventi. (Romani 14:9)  Era disceso nelle parti pi basse della Terra (Efesini 4:8-9),
and anche a predicare agli spiriti imprigionati (I Pietro 3:19) e ha portato con s dei prigionieri. (Efesini 4:8)

 salito al di sopra di tutti i cieli e ha fornito doni all'umanit.


(Efesini 4: 10)

 Liberer i suoi seguaci dall'ira imminente.


1:10)

(1 Tessalonicesi

 Egli un giusto Avvocato presso il Padre. (1 Giovanni 2:1)  Ha il potere di sottomettere a s ogni cosa. (Filippesi 3:21)  Tutte le cose che sono nei cieli e sulla terra sono state create
in lui, per mezzo di lui, e in vista di lui. (Colossesi 1:16, Ebrei 1:2, 2:10)

 Egli prima di ogni cosa e tutte le cose sussistono in lui.


(Colossesi 1:17) ...aermano sempre che Ges, per essere stato elevato cos vertiginosamente entro cos poco tempo dalla sua morte, deve aver PER FORZA fatto qualcosa, deve PER FORZA aver lasciato delle tracce signicative nella Storia. dicile (non impossibile, ma

dicile) dare loro torto. E questa certezza che anima gli apologeti li spinge a creare tracce del Ges storico dal nulla, dove eettivamente non ci sono, al limite della disonest intellettuale, per non dire della frode e dell'interpolazione.

La questione chiave questa: dato che un puro e semplice Fatto che non solo Paolo non un testimone adabile del Ges storico, ma anche i vangeli prodotti dopo il tempo di Paolo sono

4.6.

PERCH PROPENDO PER L'IPOTESI MITICA

161

interamente costruiti a partire da motivi letterari comuni all'antico Medio Oriente, cos che il Ges che parla e agisce in quei vangeli quasi sempre del tutto simbolico e generico, autore di miracoli del tutto comuni e di insegnamenti del tutto comuni  un puro personaggio letterario, insomma , perch allora, da questa letteratura, gli storicisti e/o gli apologeti cristiani vogliono a tutti i costi trovare tracce evidenti del Ges storico quando quelle tracce non sono aatto cos evidenti in quella letteratura (anzi, probabilmente, non ci sono nemmeno)?

La posizione agnostica su Ges, degli auto-deniti Jesus Agnostics, coloro che credono all'esistenza dell'uomo ma rigettano come mito tutto ci che si possa dire su di lui, esemplicata dalla conclusione raggiunta da Kurt L. Noll nel suo ottimo studio: Anche se si ipotizza che un Ges storico fu esistito e tent di giocare un ruolo chiave nel movimento che gli sopravvisse, i suoi personali contributi (cio per dire, i suoi memi distintivi) scomparvero quando pass di scena.

59

E tuttavia questa conclusione non riesce a fare giustizia dell'autentica certezza morale che anima e animer gli storicisti e gli apologeti:

impossibile che Ges di Nazaret, lo stesso

Cristo Cosmico di Paolo, non abbia lasciato alcuna traccia di s.


Sia gli apologeti sia gli Jesus Agnostics sono arrivati a conclusioni apparentemente incompatibili. O la storia dei vangeli canonici (e il Ges di Paolo) allude PER FORZA ad eventi reali relativi ad un uomo di nome Ges, o la gura di Ges nulla pi che un veicolo attraverso cui ricombinare concetti losoci e tradizioni religiose precedenti in modo da inculcare valori tradizionali, eclissando per sempre, come mero eetto collaterale, un ipotetico Ges
59 Kurt
L. Noll, Investigating Earliest Christianity without Jesus in `Is This Not the Carpenter?'

The Question of the Historicity of the Figure of Jesus edito da T. Thompson e T. Verenna ( Equinox,
2012), pag. 233, mia libera traduzione.

162CAPITOLO 4.
storico.

IL `CRISTO COSMICO' NON LETTERALE DELLE FONTI PI ANTICHE

Tuttavia le ipotesi su cui quelle conclusioni diametral-

mente opposte si basano sono equivoche.

Non esiste alcun dubbio che gli apologeti e gli storicisti


d'ogni tempo hanno ragione a pretendere che un Ges storico non pu non essersi manifestato concretamente nella Storia lasciando (possibilmente un mare di) tracce evidenti del suo passaggio.

E non pu esserci nessun dubbio che il contenuto dei


vangeli fu deliberatamente inventato mediante fantasiose ricombinazioni di motivi pre-esistenti (come magnicamente provato da Thomas L. Thompson nel suo The Messiah Myth), al punto che del Ges storico s' persa completamente ogni traccia.

Possono essere entrambe giuste queste due posizioni? Io penso che lo sono.

Gli Jesus Agnostics hanno sperato di dimostrare che, poich la narrazione dei vangeli partecipa ad un dialogo universale tra i literati del mondo antico, e poich Paolo, nelle parole di Gerd Ldemann, cre un mito cosmico e poi lo dichiar un fatto storico

60 , allora i primi cristiani ignorarono deliberatamente il Ges


irrimediabilmente eclissato per sempre, se esi-

storico,

stito.
Tuttavia, la necessit di un Ges storico rimane sia perch gli apologeti e gli storicisti tutti hanno fatto e continueranno a fare esplicite aermazioni su una tale gura (pretendendo di saperne erroneamente parecchio), sia perch, malgrado il riconoscimento che i vangeli sono troppo generici per essere considerati informazione adabile su Ges, stentano a credere (e n pu dar loro torto) che l'uomo cos a tal punto deicato da Paolo e ritenuto il Creatore dell'Universo, non abbia lasciato alcuna traccia di s e
60 Gerd
Ldemann, Paul the Founder of Christianity (Prometheus Books, 2002), pag. 245, mia libera traduzione.

4.6.

PERCH PROPENDO PER L'IPOTESI MITICA

163

non abbia inuito anche solo parzialmente, col suo carisma o con la sua azione, nella genesi del cristianesimo.

Nella mia opinione, sia i primi che i secondi hanno trascurato di esaminare

un problema chiave, che riguarda da vicino la

situazione enigmatica di un Ges che dovrebbe lasciare tracce e di fatto non ne ha lasciate nessuna, di un Ges che si lascia eclissare impunemente nonostante sia il Ges di Paolo: cio il corretto utilizzo dell'argomento

del silenzio.

Carrier sottolinea quando l'argomento del silenzio un argomento forte ed imperativo usarlo: Per essere valido, l'argomento del silenzio deve realizzare due condizioni: lo scrittore il cui silenzio in-

vocato in una dimostrazione della non-realt di un presunto fatto, certamente avrebbe conosciuto al riguardo se esso fosse stato un fatto; [e] conoscendolo, sotto le circostanze avrebbe certamente fatto menzione di esso. Quando quelle due condizioni sono realizzate,

l'ar-

gomento del silenzio prova il suo punto con certezza morale.61


Ricordo allora al lettore una frase di John P. Meier: Una regola fondamentale del metodo che, a parit di cose, la spiegazione pi semplice che copre anche la pi larga quantit di dati si deve preferire.

62

Nella situazione che ho riportato dei pro e contro di due posizioni diametralmente opposte (quella storicista e quella agnostica), la spiegazione pi semplice che cattura tutti i dati risolvendo le inconsistenze emerse fuori da entrambe, che un Ges storico non
61 Richard 62 John
Carrier, Proving History:

Bayes's Theorem and the Quest for the Historical Jesus

(Amherst, NY: Prometheus Books, 2012), pag. 73, mia libera traduzione. P. Meier, A Marginal Jew: Rethinking the Historical Jesus, volume 1, NY/London, 1991, pag. 67, mia libera traduzione.

164CAPITOLO 4.
esistito:

IL `CRISTO COSMICO' NON LETTERALE DELLE FONTI PI ANTICHE

per questo motivo non abbiamo nessuna trac-

cia di lui, sempre per questo motivo deicato gi dal principio, nelle nostre fonti pi antiche.
Spiegare le incongruenze degli storicisti e degli Jesus Agnostics non richiede l'invocazione dell'esistenza storica di Ges. La spiegazione che suciente senza richiedere l'esistenza storica di Ges la pi semplice, perci, nel pieno rispetto di una regola fondamentale del metodo storico, da preferire.

L'esempio del luddismo citato in precedenza dimostra anche l'eventualit che dei movimenti e degli scritti si possano diondere ed essere retrospettivamente associati ad un personaggio la cui storicit non per nulla garantita, a detta degli stessi studiosi, e come un movimento possa vantare numerose origini . Perci non necessaria l'ipotesi di un Ges storico all'origine del cristianesimo. E le opere dei primi cristiani, come pure la tendenza, di nuovo e di nuovo adombrata nella chiara evoluzione dei testi a noi giunti, dal Cristo al Ges

63 orono serie ragioni per dubitare che


nome.

esistito veramente un Ges storico. Come ha notato Droge, Per iniziare una religione, tutto ci di cui hai bisogno un

63 e

non dal Ges al Cristo .

Capitolo 5

`Ges', un clone letterario di personaggi precedenti?


U storico che numerosi aspetti di Ges e della sua vita sono un
rie e di altri personaggi. Quei personaggi potrebbero essere storici o mitici, umani o soprannaturali, contemporanei o molto pi antichi. Che ci potrebbero essere dei temi in comune tra la gura centrale del cristianesimo e i personaggi pagani oggi una teoria impopolare tra gli studiosi conservatori e secolari.

na delle ragioni principali

per dubitare di un Ges

eco di tropi letterari. Quelli aspetti sono simili a quelli di altre sto-

1 impopolare

probabilmente perch innegabile, e sfavorevole all'ipotesi di un Ges storico.

Quei disaccordi accademici possono causare confusione poich ci sono pochi che riconoscono l'ovvio parallelismo,

2 E i primi im-

portanti e inuenti cristiani non solo ammisero l'esistenza di quei paralleli, ma tentarono di convertire i pagani al cristianesimo proprio facendo leva su quei paralleli, al punto da ipotizzare che il demonio in persona era responsabile di quei paralleli al ne di confondere i credenti (un tipico caso di simulazione diabolica).
1 Bart 2 Bart 3
HarperOne, 2012), pag. 207-218. D. Ehrman, Did Jesus Exist?: The Historical Argument for Jesus of Nazareth, (New York: HarperOne, 2012), pag. 217, 218.

D. Ehrman, Did Jesus Exist?: The Historical Argument for Jesus of Nazareth, (New York:

Ma si domanda: da quale potenza pu venire interpetrato il senso di quei luoghi,

165

166CAPITOLO 5.

`GES', UN CLONE LETTERARIO DI PERSONAGGI PRECEDENTI?

Si tratta di una teoria davvero ridicola: Satana super Dio in astuzia, scoprendo quali erano i suoi piani per suo Figlio, e cre a sua volta le sue numerose false religioni prima della nascita della vera religione di Dio, religioni che proliferarono tra tutti i popoli pagani essendo a cagione di questo ingannati senza motivo e condannati all'inferno. E Dio, nonostante tutta la sua onnipotenza e somma bont, lasci accadere tutto ci. Davvero ridicolo.

Naturalmente, che gran parte della descrizione di Ges nei vangeli possa essere inuenzato da altre religioni e concezioni non escluderebbe automaticamente la possibilit della presenza ancora di un nucleo storico dietro gli abbellimenti mitici, anche se sicuramente suciente a screditare i dogmi del cristianesimo tradizionale. Esistono chiari paralleli pagani con la storia di Ges, abbastanza per gettare un dubbio legittimo sulle fonti usate per stabilire la storicit di Ges. Di particolare importanza sono gli

antichi paralleli del racconto della risurrezione di Ges.

5.1 Paralleli con gure contemporanee


Esiste un numero di contemporanei, o quasi-contemporanei, di Ges i cui insegnamenti, atti o eventi possono aver inuenzato (o
in modo che essi favoriscano poi lo svolgersi di una credenza eretica? manifesto che ci non pu avvenire se non da parte del diavolo; proprio il suo mestiere, del resto, quello di sconvolgere e di turbare ogni principio di verit. E lui pure imita nei Misteri degli idoli, i riti della divina fede; egli pure battezza chi professa fede in lui e si dice suo seguace; e promette pure lui che le loro colpe otterranno perdono da questo lavacro. Se ancor bene mi ricordo, anche Mitra segna i suoi seguaci, e imprime loro il suggello sulla fronte, d quella che sia la sua religione; anche l'oerta del pane fra le cerimonie che si ricollegano a lui; ecco che nei suoi riti appare anche un'immagine della resurrezione, e ai caduti di spada ore la corona. Eppoi, non ha ssato pur lui per il suo sommo sacerdote la facolt di stringere una sola volta vincolo di nozze? Anche lui ha le sue vergini ed ha pure discepoli, che osservano i principi della continenza. Del resto se ci rifacciamo a considerare le credenze superstiziose di Numa Pompilio, se esaminiamo le funzioni dei sacerdoti gli onori di cui sono insigniti, i loro privilegi, le funzioni sacricali a cui essi presiedono, gli strumenti e i vasi diversi che vengono usati nei molteplici riti, e le stranezze, le particolarit curiose e minuziose dei voti e delle cerimonie espiatorie, non ci appare forse manifestamente che il demonio ha imitato la Legge Mosaica in tutta la sua minuziosa esattezza? (Tertulliano, De Praescriptione haereticorum (La prescrizione contro gli eretici), XL.

http://www.tertullian.org/italian/de_praescriptione_haereticorum.htm)

5.1.

PARALLELI CON FIGURE CONTEMPORANEE

167

essere stati inuenzati da) le storie di Ges di Nazaret. Secondo Flavio Giuseppe, c'erano un sacco di guaritori, profeti, autorit religiose, gure messianiche all'opera durante il primo secolo, ad esempio Eleazaro l'esorcista, Giovanni il Battista e Menahem il re-guerriero. Alcune di quelle gure si chiamavano per puro caso Ges : ad esempio Ges ben Damneo (del passo di Flavio

Giuseppe citato in precedenza relativo a il fratello di Ges, Giacomo di nome ) e Ges ben Anania.

Filostrato nel terzo secolo racconta di Apollonio di Tania, in un modo che ricorda la storia di Ges descritta nei vangeli (ad esempio le guarigioni miracolose), un fatto riconosciuto pure da ardenti storicisti come Ehrman. degno di nota che Filostrato, un noto scrittore, aerma di aver raccolto i dati su Apollonio da un numero di fonti, ivi comprese: lettere e trattati da parte di Apollonio stesso, una storia di Apollonio scritta da Massimo di Ege, e le memorie scritte da Damis e fornite da Giulia Domna, la moglie dell'imperatore romano Settimio Severo. Filostrato si

spinge cos lontano da esprimere scetticismo sui quattro libri di Meragene su Apollonio.

Or di tutto questo racconto che dobbiam noi credere? Tutta la storia di Apollonio deesi ella avere in conto di vera, o deesi riputare un favoloso romanzo? Io confesso che assai volentieri mi appiglierei a questa seconda opinione. Perciocch quai sono eglino i fondamenti a cui Filostrato appoggia tutto il lungo racconto ch'egli ci fa delle imprese, de' viaggi, de' prodigi di Apollonio? Egli visse a' tempi dell'imp. Settimio Severo che sal sul trono l'anno 193, cio a dire presso a cento anni dopo la morte di Apollonio; e fu perci troppo lungi dal suo eroe, perch la sua narrazione possa avere autorit bastevole a persuaderci. Ma ei dice di avere avute tra le mani le Memorie della Vita di Apollonio scritte da

168CAPITOLO 5.

`GES', UN CLONE LETTERARIO DI PERSONAGGI PRECEDENTI?

Damide che gli fu indivisibile compagno in tutti i viaggi, e testimonio di tutte le maraviglie da lui operate, le quali Memorie venute essendo in mano di Giulia moglie di Severo, questa aveagli comandato di fornire su esse una compita ed esatta storia di questo uomo portentoso. Aggiugne inoltre di aver letto un libro di un certo Massimo Egiense, che narrate avea le cose da Apollonio fatte nella sua patria; e nomina ancor quattro libri della Vita di Apollonio scritti da Meragene; bench di essi ei dica di non volersi valere, perch moltissime cose di Apollonio egli avea ignorate. Ma questi libri da chi altri mai prima che da Filostrato si veggon citati? Non potrebbe per avventura temersi che i libri de' detti autori altro non fossero che un'impostura dello stesso Filostrato, il quale, come sappiamo essersi fatto da altri, gli avesse ei medesimo scritti e divolgati sotto i lor nomi, ngendo poscia di appoggiare ad essi i suoi favolosi racconti? Ma a dir vero non pare che di una tale impostura possa Filostrato a ragione essere accusato. Che sia stato al mondo un Apollonio di Tiana, e ch'ei fosse avuto in conto di mago, ne abbiamo il testimonio di due scrittori anteriori a Filostrato, cio di Luciano (in Pseudomante ) e di Apuleio (in Apolog.); e che Meragene ne scrivesse la Vita, lo afferma Origene, il quale citandone un passo mostra di averla letta (Contra Cels. l. 6 ). Innoltre Eusebio di Cesarea che lungamente ha trattato di Apollonio, rispondendo a Jerocle che un empio paragone tra lui e Cristo avea formato (l. contra Hieroclem ), non rivoca in dubbio che siavi stato quest'uomo di cui Filostrato ed altri aveano scritta la Vita. Non si pu dunque muovere ragionevole dubbio contro l'esistenza di Apollonio, e sembra certo e incontrastabile che un uomo di

5.1.

PARALLELI CON FIGURE CONTEMPORANEE

169

tal nome vi sia gi stato, che celebre si rendesse per arte magica o per l'imposture da lui usate. Ma ci non ostante si pu con ugual certezza aermare che la pi parte de' prodigiosi racconti che troviamo in Filostrato, son favolosi. (Storia della letteratura italiana del Cav. Abate Girolamo Tiraboschi, Firenze 1805-1813, pag. 736-737)
Al confronto, i vangeli scritti da autori anonimi orono solo la dubbia pretesa di Luca 1:1-4

4 dove non si parla di nessuna fonte

specica e non-soprannaturale, e dove manca del tutto una buona dose di scetticismo e di spirito critico. Qualche dilettante ha anche aermato la presenza di paralleli tra il mitraismo e il cristianesimo, anche se parecchi di loro sono attestati da fonti che sembrano post-datare l'intero Nuovo Testamento.

Le date delle fonti, come pure le gure che sono

contemporanee non permettono necessariamente di derivare una prova convincente della loro inenza sulla storia di Ges. E non particolarmente sorprendente che esistono paralleli tra il cristianesimo primitivo e varie tradizioni ebraiche, dato che il cristianesimo deriva dal giudaismo (anche se quei paralleli permettono di fare dimostrazioni ben pi solide e convincenti). La pretesa che il cristianesimo fu inuenzato da fonti pagane diventa pi forte nella misura in cui quelle fonti pagane precedono la nascita del cristianesimo.

Le quattro maggiori tendenze delle religioni ellenistiche, nei secoli che portarono alla nascita del cristianesimo, le tendenze in
4
Poich molti hanno cercato di raccontare con ordine gli avvenimenti che si sono compiuti in mezzo a noi, come ce li hanno trasmessi coloro che ne furono testimoni oculari n da principio e divennero ministri della Parola, cos anch'io ho deciso di fare ricerche accurate su ogni circostanza, n dagli inizi, e di scriverne un resoconto ordinato per te, illustre Telo, in modo che tu possa renderti conto della solidit degli insegnamenti che hai ricevuto. (Luca 1:1-4)

20e%20Mitra.htm

5 Pier

Tulip, Cristianesimo e Mitraismo,

http://www.nihilscio.it/Contributi/Storia/Cristo%

170CAPITOLO 5.

`GES', UN CLONE LETTERARIO DI PERSONAGGI PRECEDENTI?

Attis
comune alle religioni misteriche (culti misterici e allegorici), sono:

 il sincretismo (la fusione di idee),  il monoteismo (o almeno la progressione verso l'idea di un


unico vero dio, via enoteismo),

 l'individualismo,  il cosmopolitismo.
Quelle tendenze (in particolare il sincretismo) si riscontrano tra le varie religioni misteriche, come i Misteri eleusini (in possesso di elementi ellenistici e fenici), i Misteri di Mitra (in possesso di elementi ellenistici e persiani) e i Misteri di Iside ed Osiride (in possesso di elementi ellenistici ed egiziani).

Richard Carrier ha dunque dimostrato che il cristianesimo conforme a tutte queste quattro tendenze, e che la combinazione di elementi ellenistici con il giudaismo avrebbe quasi inevitabilmente
richardcarrier.info/Historicity_of_Jesus.pdf richardcarrier.info/Historicity_of_Jesus.pdf
7 Richard
Carrier, So...

6 Richard

Carrier, So...

If Jesus Didn't Exist, Where Did He Come from Then? If Jesus Didn't Exist, Where Did He Come from Then?

http://www. http://www.

5.1.

PARALLELI CON FIGURE CONTEMPORANEE

171

portato alla nascita di una religione simile al cristianesimo, e forse alla concezione di una gura di salvatore molto simile al Logos di Filone. Un esempio di sincretismo del cristianesimo, in particolare nel contesto di assorbimento di di e gure chiave delle tradizioni precedenti (al ne di favorire la conversione, e di eliminare sette concorrenti e rivali) la

cooptazione di Giovanni il Battista8

(una gura mistico-profetica del tutto indipendente e fondatore di una diversa setta ebraica) nella storia dei vangeli. Il sincretismo davvero comune tra le religioni che tendono ad essere inuenzate dalle precedenti, e il cristianesimo non fa eccezione.

In Giovanni 3-4 Ges dipinto mentre battezza le reclute, o avendo i suoi discepoli battezzare loro in sua vece, in amichevole (?) competizione con Giovanni il Battista. generalmente riconosciuto che noi abbiamo qui un simbolico paragone dell'antico battesimo cristiano con il suo fuori-moda ma ancora-oerto prototipo, il battesimo di Giovanni e la sua perdurante setta. L'intento era, apparentemente, di esortare i seguaci di Giovanni ad abbandonare la loro sprofondante scialuppa e saltare sulla scialuppa cristiana di salvataggio, in essenza, porre la domanda: Non vuoi andare con un vincitore? Ges non battezzava realmente, e n sovrintendeva a tale attivit nel suo proprio movimento. L'evangelista ha retro-datato il battesimo della chiesa di una generazione pi tarda nel tempo di Ges per collocare i capostipiti di entrambe le sette anco a anco. (Robert M. Price, The Amazing Colossal Apostle: The Search for the Historical Paul, Signature Books 2012, pag. 175-176, mia libera traduzione)

Fin dal tempo di David Friderich Strauss, siamo abituati a leggere i racconti di Giovanni il Battista come le vestigia di competizione settaria tra culti emergenti di Giovanni e di Ges. Ciascuno considerava il suo fondatore assassinato un messia risorto. Ciascuno aveva la sua santa nativit. Ciascuno rivendicava compimenti profetici. Inne la setta di Ges vinse, e uno dei suoi stratagemmi fu di assimilare i seguaci del suo rivale fornendo alla loro gura principale una menzione onorabile nel suo pantheon personale. Giovanni divenne il precursore di Ges, il cugino di Ges che lo riveriva gi nel grembo materno. Ma Giovanni non era il Cristo, non era neppure degno di allacciare i sandali dell'uomo. Perno il membro meno apparisciente del nuovo ordine superava Giovanni in importanza. Il vecchio animo serpeggiava appena sotto la supercie, ma Giovanni era stato co-optato, e per il tempo in cui il vangelo di Giovanni fu scritto, Giovanni poteva esser dipinto come liberamente raccomandando ai suoi discepoli di lasciare lui e seguire Ges invece. E proprio come il Battista era stato reso il precursore del vittorioso Cristo, io penso che Cefa, Paolo e Apollo furono trasformati nei suoi apostoli e proclamatori dopo il fatto. Questo certamente il punto di Atti 8 dove Simon Mago mostrato mentre si converte alla fede in Cristo, sebbene con ulteriori motivi. Egli cede a Filippo, poi a Pietro, cerca di comprare il potere apostolico, ed duramente ammonito di raddrizzarsi e rigare diritto, un ammonimento, in realt, agli adepti simoniani del cristianesimo. (Robert M. Price, The Amazing Colossal Apostle: The Search for the Historical Paul, Signature Books 2012, pag. 214-215, mia libera traduzione)

172CAPITOLO 5.

`GES', UN CLONE LETTERARIO DI PERSONAGGI PRECEDENTI?

Serapide 5.2 Giudeo con i giudei, greco con i greci


Ci sono un sacco di passi enigmatici nei vangeli, ma tre in particolare sono estremamente indicativi, una volta svelati. Perch il cieco guarito da Ges fuori Gerico ha lo stesso nome di uno dei pi famosi dialoghi platonici? Perch Ges caccia una legione di demoni in un branco di 2000 porci? E perch le prime parole di un altro cieco guarito da Ges sono vedo uomini come alberi che camminano ? Se a questi interrogativi riesco a dare risposte obiettive e plausibili, diventa chiaro che Marco non sta aatto ricordando degli eventi davvero accaduti. Prima di risolvere questi tre apparenti enigmi, necessario illustrare, per avere un'idea del profondo spirito religioso che permeava l'Antichit, qual era un buon esempio di sincretismo ellenistico, e cio la creazione del dio greco-egizio Serapide. Dopo la morte di Alessandro Magno nel 323 AEC, i generali di Alessandro si spartirono il suo impero. Tolomeo ottenne l'Egitto e scelse Alessandria come sua capitale. Per governare una popolazione egiziana e un gran numero di greci trapiantati, Tolomeo aveva bisogno di un modo per unire i suoi sudditi. Riconoscendo nel culto un autentico instrumentum regni, Tolomeo favor la creazione di un dio composito: Serapide. Serapide era lo sposo della dea egizia Iside, proprio come lo era stato il dio egiziano Osiride. E animale sacro a Serapide era il toro divino, Apis, come

5.2.

GIUDEO CON I GIUDEI, GRECO CON I GRECI

173

lo era per Osiride.

Ogni volta che Serapide era ragurato, as-

somigliava a Zeus, con tanto di barba e capelli ricci greci. Come Zeus, Serapide era il sovrano degli dei e, come Dioniso, era il dio della fertilit.

Il dio Serapide di Tolomeo era stato creato per pura convenienza politica. Oggi un'operazione del genere sarebbe impensabile. Nel primo secolo del Mediterraneo e nei secoli precedenti, tuttavia, era non solo accettabile, costituiva normale routine. Le

religioni misteriche, come il culto di Serapide, erano classici esempi di questo tipo di sincretismo. In Asia Minore il culto della

dea greca Artemide era stato innestato nel culto della dea madre anatolica Cibele e si insedi al centro dei Misteri di Efeso. I Misteri pitagorici attinsero ai Misteri di Osiride e sostituirono il dio egiziano con uno greco, Dioniso, evolutosi per l'occasione in Dioniso Zagreo, la gura divina venerata in numerosi culti misterici. Il suo doppio nome riette il fatto che era anche una composizione di due divinit, ma la gura minore di Zagreo (un dio che muore e risorge) era stata quasi completamente assimilata dal dio pi importante Dioniso. Questo sincretismo ag pure a livello locale: una citt-stato spesso sceglieva come divinit protettrice il dio che aveva gi riscosso un folto seguito con i Misteri. I Misteri eleusini vicini a Atene, per esempio, veneravano Demetra e sua glia Kore (nota anche come Persefone, che fu la madre di Zagreo).

La strategia di Tolomeo funzion brillantemente. Serapide divenne un dio enormemente popolare, e il culto si diuse ben oltre l'Egitto. il Serapeo di Alessandria, distrutto da cristiani fanatici nel 385 EC, fu uno dei pi grandiosi monumenti del mondo antico.

interessante notare che quando il cristianesimo prese piede in Egitto, i primi membri della Chiesa veneravano ugualmente

174CAPITOLO 5.

`GES', UN CLONE LETTERARIO DI PERSONAGGI PRECEDENTI?

Dioniso
Serapide e Ges.

Ancora una volta, dobbiamo tenere a mente che il sincretismo era un processo naturale del mondo antico, e le pratiche oggi inimmaginabili erano comuni abbastanza al tempo del nascente cristianesimo.

Finora i Misteri sono stati solo accennati, ma non possiamo davvero cominciare a capire l'antica civilt mediterranea senza almeno una conoscenza di base di questi culti. Il culto di un dio che muore e risorge deve la sua origine alla sua sorgente ancestrale:

la

morte e la rinascita ciclica della vita vegetale. Un'osservazione tanto semplice quanto geniale: il volgere delle stagioni.
9
Adriano Augusto saluta il console Serviano. Quell'Egitto che tu lodavi, Serviano

carissimo, a me ha dato l'impressione di una terra di gente leggera, indecisa e pronta a mutar partito a ogni occasione. Laggi gli adoratori di Serapide sono cristiani, e quelli che si dicono vescovi di Cristo sono devoti di Serapide. Non c' capo di sinagoga giudea, samaritano o sacerdote cristiano che non sia anche astrologo, aruspice o praticone. Lo stesso patriarca, test arrivato in Egitto, per accontentare tutti costretto ad adorare ora Serapide, ora Cristo. Si tratta di gente incostante, insolente e irrequieta, anche se vive in ambiente opulento, ricco e produttivo... L'unico loro dio per il danaro: lo venerano un po' tutti dai Cristiani ai Giudei... (Un brano di lettera, probabilmente spuria, del 130 EC indirizzata dall'imperatore Adriano al console L. Giunio Urso Serviano, Giovanni Magnani, Tu sei il Cristo:

cristologia storica, Gregorian Biblical BookShop, 2002, pag. 77)

5.2.

GIUDEO CON I GIUDEI, GRECO CON I GRECI

175

Osiride
Attingendo esempi da centinaia di culture e popoli sparsi in tutto il globo, sir James Frazer, nel suo classico The Golden Bough (Il Ramo d'Oro ), ha dimostrato abbastanza denitivamente che una vasta gamma di religioni riettevano tutte la morte della Terra in autunno e inverno e la sua successiva rinascita in primavera. I Misteri sono la pi chiara forma di realizzazione di questa verit. Il sommo sacerdote era ierofante (colui che rivela le cose sacre ). La segretezza era radicale ed un elemento essenziale dei Misteri.

10 mystes . La radice del termine la stessa del verbo verbo myein,


che signica chiudere, serrare : forse perch gli iniziati dovevano tenere la bocca chiusa durante le cerimonie, quando ancora non erano resi partecipi dei riti centrali del culto, oppure perch prima che il giovane adepto o mystes diventasse un epopt,
10 http://it.wikipedia.org/wiki/Religioni_Misteriche 11
Possiamo supporre con tutta probabilit che l'iniziazione ripetesse in forma rituale per il singolo la vicenda mitica di cui era stata protagonista in tempi remoti la divinit misterica e che la comunione personale col dio si realizzasse tramite una visione (epoptia ) di oggetti e azioni misteriche, originariamente connessi con fenomeni cosmici o agrari (http://www.parodos.it/mitologia/cultimisterici.htm)

Un semplice iniziato ai culti misterici era chiamato un

11 ossia

176CAPITOLO 5.

`GES', UN CLONE LETTERARIO DI PERSONAGGI PRECEDENTI?

un testimone, i suoi occhi erano chiusi, spiritualmente parlando. A causa del vincolo di segretezza, una grande quantit di informazioni sulla precisa natura e sulle pratiche dei Misteri andata perduta.

Un elemento chiave dei Misteri, comunque, l'aspetto del

mi-

to : tutti i Misteri sono accompagnati da racconti, alcuni dei quali


possono essere segreti hieroi logoi, storie sacre sulla soerenza degli di. Il principio della vita divina era simboleggiato da un

essere divino (Osiride  Adone  Attis  Dioniso  Cristo ): la vita, nella forma del dio, sorir, morir e rinascer.

Sappiamo anche che i riti di iniziazione, le cerimonie di puricazione, e le processioni culminavano in un dramma nale, il cui scopo era quello di portare l'iniziato faccia a faccia con Dio. Aristotele, sempre freddamente distaccato come al solito,

la mette cos: gli iniziati non devono imparare qualcosa, bens subire un'emo-zione ed essere in un certo stato, evidentemente dopo essere divenuti capaci di ci .

12

Platone conosceva bene

i Misteri, ma, nel rispetto del loro vincolo di segretezza, prefer alludere ad essi pi che parlarne esplicitamente: Allora invece si poteva vedere la bellezza nel suo splendore, quando in un coro felice, noi al seguito di Zeus, altri di un altro dio, godemmo di una visione e di una contemplazione beata ed eravamo iniziati a quello che lecito chiamare il pi beato dei Misteri, che celebravamo in perfetta integrit e immuni dalla prova di tutti quei mali che dovevano attenderci nel tempo a venire, contemplando nella nostra iniziazione mistica visioni perfette, semplici, immutabili e beate in una luce pura, poich eravamo pur e non rinchiusi in questo che ora chiamiamo corpo e portiamo in giro con noi, incate12 http://www.vitapensata.eu/2012/03/12/i-misteri-di-aristotele/

5.2.

GIUDEO CON I GIUDEI, GRECO CON I GRECI

177

nati dentro ad esso come un'ostrica. (Platone, Fedro ) Elevando la losoa al rango di una esperienza divina, la paragona alla iniziazione ai Misteri.

Il collegamento del cristianesimo ai Misteri non pi oscurato da secoli.

Non vale nemmeno la pena di discutere questo

aspetto: troppo evidente. Numerosi elementi inclusi nel


patrimonio dei culti misterici passarono nei miti e nei riti cristiani.

Il grande oratore romano Cicerone, morto nel 43 AEC, in realt aveva criticato i celebranti dei Misteri perch rei di prendere i loro riti troppo alla lettera: pensi davvero che ci possa essere qualcuno tanto pazzo , ha scritto, da ritenere che sia un dio ci che egli mangia?

13

Ben prima dell'Eucarestia, un rito quasi identico era gi stato fermamente stabilito. Il fatto che Cicerone non era aatto un

nemico dei Misteri: lui credeva in una interpretazione simbolica dei miti, non in una letterale. In De legibus (II, XIV, 36), lo stesso Cicerone riserva solo parole di elogio per i Misteri greci, dicendo che attraverso di essi abbiamo guadagnato la comprensione non solo per vivere felici, ma anche per morire con una migliore speranza.

14

Al di l se Ges sia storico o meno, la leggenda del Cristo morto e risorto si inseriva perfettamente nei cicli di morte e rinascita delle altre divinit ellenistiche, Tammuz, Adone, Osiride, ecc.

Non dovrebbe essere una sorpresa il fatto che Paolo fosse seguace di una religione misterica con la morte e risurrezione del suo semidio
13 Marco 14 Earl

ebreo al suo centro. Paolo era dopo tutto un ebreo elleTullio Cicerone, La natura degli di, pag.47,

Testi/CiceroneNaturaDei.pdf
130, mia libera traduzione.

http://www.ousia.it/content/Sezioni/

Doherty, Jesus: Neither God Nor Man (Ottawa: Age of Reason Publications, 2009), pag.

178CAPITOLO 5.

`GES', UN CLONE LETTERARIO DI PERSONAGGI PRECEDENTI?

nizzato che aveva viaggiato nelle citt ellenistiche dove si praticavano i Misteri di Mitra, i Misteri di Adone, quelli di Attis (sposo di Cibele/Artemide) e di Dioniso. Il Cristo di Paolo era un semidio al centro di un altro culto misterico, facilitando cos l'opera di proselitismo dei greci condotta da Paolo.

Paolo che dice:

Ora vediamo come in uno specchio, in

maniera confusa; ma allora vedremo a faccia a faccia (1 Corinzi 13:12), riecheggiando l'accento posto dai Misteri sull'esperienza diretta e praticamente plagiando Platone, il quale, discutendo i ricordi dell'anima quando lei era in presenza di Dio, scrive (nel Fedro

15 ) che quei ricordi soltanto pochi, accostandosi alle imma-

gini, contemplano a fatica . E non credo nemmeno per un minuto che Paolo non avesse letto Platone, essendo un ebreo colto che ha scritto in greco, e Platone era una lettura obbligatoria in qualsiasi scuola del tempo.

Anche l'autore del vangelo di Marco possedeva una profonda conoscenza dell'opera di Platone, e siamo ora in grado di affrontare la questione del perch un cieco nel vangelo di Marco ha il nome di uno dei pi famosi dialoghi di Platone. 10:46-52: E giunsero a Gerico. Mentre partiva da Gerico insieme ai suoi discepoli e a molta folla, il glio di Timeo, Bartimeo, che era cieco, sedeva lungo la strada a mendicare. Sentendo che era Ges Nazareno, cominci a gridare e a dire: Figlio di Davide, Ges, abbi piet di me!. Molti lo rimproveravano perch tacesse, ma egli gridava ancora pi forte: Figlio di Davide, abbi piet di me!. Ges si ferm e disse: Chiamatelo!. Chiamarono il cieco, dicendogli: Coraggio! lzati, ti chiama!. Egli, gettato via il suo mantello, balz in piedi e venne da Ges. Allora
15 http://www.liberliber.it/mediateca/libri/p/plato/il_fedro/pdf/il_fed_p.pdf

Ecco Marco

5.2.

GIUDEO CON I GIUDEI, GRECO CON I GRECI

179

Ges gli disse: Che cosa vuoi che io faccia per te?. E il cieco gli rispose: Rabbun, che io veda di nuovo!. E Ges gli disse: Va', la tua fede ti ha salvato. E subito vide di nuovo e lo seguiva lungo la strada. Prima di tutto, si noti che glio di Timeo nel manoscritto originale una traduzione di Bartimeo in greco. Marco non ha

scelto a caso quel nome: vuole assicurarsi che i suoi lettori greci non manchino il punto.

Nel dialogo platonico, un personaggio di nome Timeo espone l'intera cosmologia platonica, compresa la creazione dell'uomo e dell'universo, e cos facendo descrive alcune delle credenze fondamentali che Platone ha lasciato come sua eredit  in primo luogo un regno della perfezione eternamente immutabile che, a detta di Timeo, il modello dell'universo visibile. La cosmologia delineata nel Timeo il modello regnante dell'universo nel primo secolo EC. In realt, verso.

ancora oggi il modello regnante dell'uni-

Nonostante i risultati raggiunti in astronomia e in sica,

molte persone sono religiose e la maggior parte di loro credono ancora che il nostro transitorio, imperfetto regno terreno sia in qualche modo situato sotto un luogo celestiale perfetto chiamato paradiso. In un'altra parte fondamentale di questo dialogo, fondamentale soprattutto per il vangelo di Marco, Timeo spiega non solo come funziona la vista, ma pone la vista anche a fondamento della stessa losoa, di cui nessun bene pi grande giunse, n giunger mai alla stirpe mortale come dono degli di (Timeo 14:47).

Per secoli la guarigione di Bartimeo stata letta come un semplice episodio miracoloso e cos sembrerebbe al convertito cristiano ignorante del primo secolo. Per un greco colto, tuttavia, sarebbe stato chiaro che Ges sta recitando la parte dello ierofante nell'atto di aprire gli occhi di un iniziato alla verit. Bartimeo passa

180CAPITOLO 5.

`GES', UN CLONE LETTERARIO DI PERSONAGGI PRECEDENTI?

da essere un mystes (uno che non vede) ad essere un epopt (uno che ha visto). Non pi cieco, i suoi occhi si sono aperti all'eterno, e si getta via il mantello (l'unica ricchezza materiale che ha) per seguire Ges.

Mentre la connessione con Platone dicile da confutare, quella con i Misteri pu sembrare meno ovvia. esaminare Marco 5:1-13: Giunsero all'altra riva del mare, nel paese dei Gerasni. Sceso dalla barca, subito dai sepolcri gli venne incontro un uomo posseduto da uno spirito impuro. Costui aveva la sua dimora fra le tombe e nessuno riusciva a tenerlo legato, neanche con catene, perch pi volte era stato legato con ceppi e catene, ma aveva spezzato le catene e spaccato i ceppi, e nessuno riusciva pi a domarlo. Continuamente, notte e giorno, fra le tombe e sui monti, gridava e si percuoteva con pietre. Visto Ges da lonVado allora ad

tano, accorse, gli si gett ai piedi e, urlando a gran voce, disse: Che vuoi da me, Ges, Figlio del Dio altissimo? Ti scongiuro, in nome di Dio, non tormentarmi!. Gli

diceva infatti: Esci, spirito impuro, da quest'uomo!. E gli domand: Qual il tuo nome?. Il mio nome Legione  gli rispose  perch siamo in molti. E lo

scongiurava con insistenza perch non li cacciasse fuori dal paese. C'era l, sul monte, una numerosa mandria E lo scongiurarono: Mandaci da

di porci al pascolo.

quei porci, perch entriamo in essi. Glielo permise. E gli spiriti impuri, dopo essere usciti, entrarono nei porci e la mandria si precipit gi dalla rupe nel mare; erano circa duemila e aogarono nel mare. Per i lettori del ventunesimo secolo ignoranti dell'Antichit (praticamente tutti quanti noi), questo sembra semplicemente un miracolo assai bizzarro: 2.000 maiali? In una regione poi dove il maiale

5.2.

GIUDEO CON I GIUDEI, GRECO CON I GRECI

181

fuori legge, per giunta?

Marco ci risparmia la fatica di immaginare la cosa come un episodio reale o quantomeno realistico perch, naturalmente, l'episodio allegorico. Il maiale era sacro a Demetra, che ricordo era la dea del grano e divinit principale dei Misteri eleusini, i pi famosi in Grecia. Sua glia Persefone era adorata (come Kore) negli stessi Misteri. Il

mito riguardante il rapimento di Persefone da parte del dio degli Inferi Ade (Plutone) fornisce una delle chiavi per comprendere questo brano di Marco. Al momento quando Plutone rap Persefone un porcaro di nome Eubuleo per puro caso stava pascolando i suoi porci sul posto, e il suo branco fu inghiottito nel baratro nel quale Plutone svan con Persefone. Pertanto durante le Tesmophoriae i suini venivano gettati annualmente in caverne per commemorare la scomparsa dei porci di Eubuleo.

16

L'indemoniato nel vangelo aveva vissuto tra le tombe: quale modo migliore di alludere agli Inferi, dove Persefone, secondo il mito, presiedeva sui morti per sette mesi dell'anno?

Il collegamento, tuttavia, incompleto.

In Jesus Mysteries,

Timothy Freke e Peter Gandy sottolineano che: Come parte della cerimonia di puricazione prima dell'iniziazione [ai Misteri eleusini], circa 2.000 iniziati si immergevano tutti in mare con i giovani maiali. ... i maiali ... erano poi sacricati ... scaraventandoli in un baratro. ... Quando ad Eleusi fu permesso di emettere la pro-

pria ... moneta era il maiale che scelse come ... simbolo
16 Sir
James George Frazer, The Golden Bough:

a study of magic and religion, mia libera

traduzione, pag.359-360.

182CAPITOLO 5.

`GES', UN CLONE LETTERARIO DI PERSONAGGI PRECEDENTI?

dei suoi Misteri, un animale che n dal neolitico stato associato con gli Inferi.

17

Per i creduloni e gli ignoranti nel primo secolo EC, questo era semplicemente una dimostrazione del potere di Ges di scacciare il maligno.Ma all'iniziato greco, l'allusione ai Misteri eleusini non poteva sfuggire.

I due episodi di Marco considerati nora alludono ai Misteri. Il terzo episodio forse il pi sconcertante. Marco 8:22-26 racconta la guarigione di un altro cieco. Giunsero a Betsida, e gli condussero un cieco, pregandolo di toccarlo. Allora prese il cieco per mano, lo

condusse fuori dal villaggio e, dopo avergli messo della saliva sugli occhi, gli impose le mani e gli chiese: Vedi qualcosa?. Quello, alzando gli occhi, diceva: Vedo la gente, perch vedo come degli alberi che camminano. Allora gli impose di nuovo le mani sugli occhi ed egli ci vide chiaramente, fu guarito e da lontano vedeva distintamente ogni cosa. E lo rimand a casa sua dicendo:

Non entrare nemmeno nel villaggio. Innanzitutto, devo sottolineare un particolare che potrebbe sfuggire: quando il cieco apre gli occhi la prima volta ci che vede non c'. Ges deve tentare una seconda volta per migliorargli la vista. Allora, qual il punto della sua strana visione di uomini come degli alberi che camminano ?

Per rispondere a questa domanda, dobbiamo tenere a mente che Ges era ben lontano dall'essere l'unico taumaturgo e guaritore del Mediterraneo antico. Tra coloro che erano famosi per tale attivit durante la vita di Ges guravano Pitagora, Apollonio di Tiana, e Asclepio. Mentre i miracoli sono attribuiti a

17 Timothy Freke & Peter Gandy, The Jesus Mysteries: Was the Original Jesus a Pagan God?,
New York: Three Rivers, 1999, pag. 31, mia libera traduzione.

5.2.

GIUDEO CON I GIUDEI, GRECO CON I GRECI

183

Asclepio
tutti, solo Apollonio sembra essere stata una gura storica. Considerato glio di Apollo, Asclepio fu educato dal famoso centauro Chirone, che gli insegn l'arte della medicina. Asclepio era un

famoso guaritore. In realt, il giuramento di Ippocrate originale prevedeva l'invocazione del suo nome: Giuro per Apollo medico e per Asclepio e Igea e Panacea e per tutti gli di ...  . Igea (igiene) e Panacea (panacea) erano due delle sue glie. Entro il 300 AEC, il culto di Asclepio aveva raggiunto il culmine della sua popolarit, e numerosi accorrevano presso i suoi templi e santuari, sperando di guarire dai loro mali. In eetti, come ricordano Freke e Gandy, dopo che l'imperatore Teodosio permise ai cristiani di attaccare i templi pagani nell'impero romano senza timore di rappresaglie, molte delle iscrizioni da Asclepio furono rimosse dai primi cristiani, semplicemente sostituendo il suo nome con quello di Ges .

18

18 Timothy Freke & Peter Gandy, The Jesus Mysteries: Was the Original Jesus a Pagan God?,
New York: Three Rivers, 1999, pag. 29, mia libera traduzione.

184CAPITOLO 5.

`GES', UN CLONE LETTERARIO DI PERSONAGGI PRECEDENTI?

Fortunatamente, alcuni monumenti che portano il suo nome sono sopravvissuti, e uno in particolare si riferisce a Marco. seguente iscrizione stata trovata su un'antica stele: Alceta di Halieis. Il cieco ebbe un sogno. Gli sembrava che il dio [Asclepio] si fosse a lui avvicinato e con le sue dita gli avesse aperto gli occhi, e che avesse visto per prima cosa gli alberi nel santuario. Ecco spiegato met del mistero. La

19

Wendy Cotter elenca una serie di guarigioni di ciechi e almeno due di loro

20 richiedono l'applicazione di un unguento o di un far-

maco, e questo, credo, la ragione per cui Ges sputa sul cieco in Marco (l'applicazione di un p di saliva divina non era necessario nel caso di Bartimeo). Sia come sia, mi sembra chiaro che Marco stia alludendo ad Asclepio e Alceta: altrimenti per quale motivo il cieco aerma di vedere qualcosa che non c'? (in realt c' anche un punto tutto teologico dietro la storiella: la comprensione della vera identit di Ges da parte dei discepoli in Marco deve essere a sua volta lenta e graduale.)

Ma perch uomini come degli alberi ? Ricordo che Asclepio era un dio della guarigione e della medicina, ma non era stato associato ai Misteri, a dierenza di Ges e di molti altri di che muoiono e risorgono. Adone un buon esempio. Secondo Frazer, Adone era adorato dai popoli semitici della Siria, da cui i Greci presero in prestito il culto gi almeno dal quinto secolo prima di Cristo. Di Adone si disse che era nato da un albero di mirra,

la rottura della cui corteccia, dopo una gestazione di dieci mesi, permise al grazioso neonato di venire alla luce.
19 Inscriptiones Graecae 20 Wendy 21 Sir
4.1.121122: Stele 1.18, Wendy Cotter,

21 Dioniso era il

Miracles in Greco-Roman

Antiquity: a sourcebook, Routledge, New York, 1999, pag.18, mia libera traduzione.
Cotter, Miracles in Greco-Roman Antiquity: a sourcebook, Routledge, New York, 1999, pag.17-18. James George Frazer , The Golden Bough:

a study of magic and religion, mia libera

traduzione, pag.260.

5.2.

GIUDEO CON I GIUDEI, GRECO CON I GRECI

185

dio della vite ed stato spesso ragurato con rami e/o foglie che crescono fuori dalla sua testa; Attis mor sotto un albero di pino e dopo la sua morte pare che si fosse trasformato in un albero di pino. Come ha sottolineato Frazer: Il carattere originale di Attis come uno spirito-albero esplicitato chiaramente dalla parte che gli alberi di pino recitavano nella sua leggenda, nel suo rituale e nei suoi monumenti.

22 Frazer continua: Sua madre, Nana, fu

una vergine, la quale concep ponendo sul suo seno un mandorlo o melograno maturo.

23

Le parti del corpo di Osiride ucciso e

smembrato erano stati ritrovati dalla moglie, Iside, all'interno di un albero vivo. Ancor pi importante, Ges associato con l'albero, che naturalmente era la croce. In realt la parola usata nei vangeli stauros  palo, non croce, per la quale Platone usa la parola chi, a indicare la lettera greca suoi rami.
Q.

E un palo poco pi di un albero spogliato dei

Atti degli Apostoli rende la connessione palese.

In Atti 5:30

Pietro accusa: Il Dio dei nostri padri ha risuscitato Ges, che voi uccideste appendendolo al legno. (Ben diverso dallo scenario della crocissione a cui siamo abituati.) rivendicazione in Atti 10:39, dicendo: Pietro ribadisce la sua

essi lo uccisero, appen-

dendolo ad un legno. In Atti 13:29 Paolo aerma che dopo la sua morte Ges fu deposto dal legno (non dalla croce) . In

Galati 3:13 Paolo insiste ancora su un legno piuttosto che su una croce, dicendo che Cristo ci ha riscattati dalla maledizione della Legge, diventando lui stesso maledizione per noi, poich sta scritto: Maledetto chi appeso al legno .

Il cieco che Ges guarisce con la sua saliva e il tocco delle sue mani sembra essere stato presentato in primo luogo come
22 Sir 23 Sir
James George Frazer, The Golden Bough: James George Frazer , The Golden Bough:

a study of magic and religion, mia libera a study of magic and religion, mia libera

traduzione, pag.272. traduzione, pag.268.

186CAPITOLO 5.

`GES', UN CLONE LETTERARIO DI PERSONAGGI PRECEDENTI?

un'allusione ad Asclepio, le cui orme Ges sta seguendo, e in secondo luogo per raorzare lo status di Ges come un dio dei Misteri. A questo punto il lettore potrebbe chiedersi: perch Ges parla per enigmi? Ges stesso risponde a questa domanda in tutti e tre i Vangeli. Ad esempio, cos Marco 4:10-12: Quando egli fu solo, quelli che gli stavano intorno con i dodici lo interrogarono sulle parabole. Egli disse loro: A voi dato di conoscere il mistero del regno di Dio; ma a quelli che sono di fuori, tutto viene esposto in parabole, anch vedendo, vedano s, ma non discernano; udendo, odano s, ma non comprendano; anch non si convertano, e i peccati non siano loro perdonati. Questo un punto parecchio interessante, perch i primi due terzi delle parole di Ges sono state scritte da Marco, ma la parte nale, in corsivo, presa da Isaia 6:9-10. E illustra con precisione la duplice direzione di Marco. Nei due terzi iniziali scritti da Marco, Ges segue la tradizione dei Misteri: prima che i discepoli, da essere outsiders, diventino insiders, necessario che siano iniziati. In altre parole, prima di partecipare ai segreti del culto e dei suoi membri, i membri devono sapere che di essi ci si pu dare. Ma il passo di Isaia destinato ai suoi ascoltatori ebrei: Ges sembra realizzare le scritture.

Quello che abbiamo nel vangelo di Marco non solo un tentativo di conciliare due culture, come avvenuto con la creazione di Serapide, ma molto di pi: Marco ha consapevolmente imitato i Misteri perch erano molto popolari (a dierenza della religione ebraica). E questo comportava l'imitazione del loro vincolo di segretezza, cos come il loro approccio allegorico alle scritture. Come dovrebbe essere ormai chiaro, Marco sta essenzialmente parlando

5.2.

GIUDEO CON I GIUDEI, GRECO CON I GRECI

187

in codice, e decifrare il suo messaggio richiede una preparazione approfondita nel pensiero e nella cultura del tempo. pare, il vangelo non veramente per tutti. A quanto

L'idea che (la comunit di) Marco avesse modellato il cristianesimo sui Misteri non aatto inverosimile. Filone di Alessandria, che scrisse anche lui nel primo secolo EC, credeva che Mos (cos come Geremia) fosse stato uno ierofante e che l'ebraismo fosse gi una religione misterica a tutti gli eetti. Filone, la cui opera Marco aveva quasi sicuramente letto, era un commentatore assai famoso delle scritture ebraiche. Se Filone credeva che l'ebraismo fosse una religione misterica, perch non vedere ugualmente Marco nel tentativo di innestare il Cristo Ges di Paolo al centro di un nuovo culto misterico? Paolo scriveva decenni prima di Marco e aveva conquistato un gran numero di greci laddove gli ebrei non si convertirono facilmente alla sua versione del cristianesimo.

Interessante anche il fatto che il nome di Ges Cristo contiene un elemento greco (Cristo/Qris tc la traduzione greca della parola Messia), e uno ebraico (Yeshua), che potrebbe essere una coincidenza o potrebbe consistere perfettamente con l'idea che il cristianesimo stava tentando di unire i fedeli greci con quelli ebrei. Questo tentativo naturalmente sarebbe un'innovazione di Paolo dal momento che lui coni il nome, o almeno fu lui il primo a scriverlo nelle sue lettere. Paolo anche colui che, in 1 Corinzi 9:19-22, ha ripetuto strenuamente Infatti, pur essendo libero da tutti, mi sono fatto servo di tutti per guadagnarne il maggior numero: mi sono

fatto come Giudeo per i Giudei, per guadagnare i Giudei. Per coloro che sono sotto la Legge  pur non essendo io sotto la Legge  mi sono fatto come uno che sotto la Legge, allo scopo di guadagnare coloro che sono sotto la Legge. Per coloro che non hanno Legge  pur non

188CAPITOLO 5.

`GES', UN CLONE LETTERARIO DI PERSONAGGI PRECEDENTI?

essendo io senza la legge di Dio, anzi essendo nella legge di Cristo  mi sono fatto come uno che senza Legge, allo scopo di guadagnare coloro che sono senza Legge. Mi sono fatto debole per i deboli, per guadagnare i deboli; mi sono fatto tutto per tutti, per salvare a ogni costo qualcuno. una pura coincidenza che Marco sia cos meticoloso nel dimostrare che Ges il Messia  spesso scrivendo: E questo stato fatto per adempiere le profezie ? che Marco volesse rivolgersi molto pi probabile

anche ai seguaci greci di Paolo. La

guarigione di Bartimeo, l'esorcismo dei numerosi demoni chiamati Legione , e la guarigione del cieco in Marco 8, insieme a una serie di altri episodi nel Nuovo Testamento, non sono plagi dei Misteri (come pensano erroneamente Freke e Gandy), ma allusioni ai Misteri.

Quale modo migliore per attrarre i pagani, per

lo pi proseliti greci?
Una volta che smettiamo di pensare ai Vangeli come a racconti storici o come essere rigorosamente ebraici, i vangeli dimostrano, almeno i primi due, di essere allegorie riccamente straticate. I magi, che appaiono solo nel vangelo di Matteo, forniscono un esempio nale della duplice politica di Marco. Essi sono indicati nell'originale greco magoi apo anatolon, letteralmente: magi dal sorgere del Sole o pi semplicemente magi provenienti da est . Matteo non menziona mai il loro numero.
24 Che
dei quali erano senza dubbio ispirati da Isaia 60:3-6 : Cammineranno i popoli alla tua luce, i re allo splendore del tuo sorgere. Alza gli occhi intorno e guarda: tutti costoro si sono radunati, vengono a te. I tuoi gli vengono da lontano, le tue glie sono portate in braccio. A quella vista sarai raggiante, palpiter e si dilater il tuo cuore, perch le ricchezze del mare si riverseranno su di te, verranno a te i beni dei popoli. Uno stuolo di cammelli ti invader, dromedari di Madian e di Efa,

24 Ma la parola gre-

fossero tre una interpretazione successiva sulla base del fatto che essi portano tre doni, due

5.2.

GIUDEO CON I GIUDEI, GRECO CON I GRECI

189

Mitra
ca magoi non pu signicare re: da est giunsero dei sacerdoti, non dei re. Per la precisione, sacerdoti dei Misteri di Mitra, in Non neppure vero, La

competizione col nascente cristianesimo.

ovviamente, che uno di loro proveniva da Saba, in Etiopia.

domanda che si pone immediatamente : per quale motivo dei sacerdoti persiani di Mitra sarebbero venuti a prestare omaggio ad un re

ebreo e per giunta al Messia ebreo ? Se fossero stati

divinamente ispirati, come suggerisce il vangelo, perch non tornano in Persia a convertire i persiani al cristianesimo? Perch non annunciavano al loro popolo quale fosse la volont di Dio? Niente del genere pu essere trovato in nessuna fonte. ( N tantomeno vi la minima traccia di una strage di innocenti , nemmeno negli altri Vangeli.) Dopo quelle poche righe di Matteo, i magi scompaiono per sempre di scena. In parallelo alla storiella della nascita di Ges narrata da Matteo, Luca vuole che il neonato divino sia visitato da pastori. Questo aascinante perch, alla sua nascita, anche Mitra era adorato da pastori con tanto di doni. Si noti la fusione sincretistica: i magi di Matteo non sono pastori, n sono presenti alla nascita di Ges, ma portano doni; i pastori di Luca assistono alla nascita di Ges, ma non portano doni. Un tema costante nelle scene della Nativit negli unici due vangeli che le ospitano sembra essere l'evocazione di Mitra.
tutti verranno da Saba, portando oro e incenso.

190CAPITOLO 5.

`GES', UN CLONE LETTERARIO DI PERSONAGGI PRECEDENTI?

Invece di immaginare che quei ridicoli racconti abbiano un nucleo storico, di gran lunga pi logico vedere questo episodio come

allegorico.25

Il mitraismo era indubbiamente il sistema

astrologico pi popolare in quel momento. Chiaramente si trattava di un fenomeno religioso da non sottovalutare, nella sua diusione dalle regioni orientali dell'impero romano nel cuore di Roma stessa. Matteo sta segnalando agli adoratori di Mitra che Ges

sostituisce il loro dio-uomo: la ragione che i sacerdoti di Mitra adorano il dio bambino. Allo stesso modo, i pastori in Luca non venerano Mitra ma Ges:

Ges ha sostituito il dio-uomo

persiano. Anche Tertulliano, il noto apologeta cristiano vissuto alla ne del III secolo, intese questo episodio allegoricamente. Il fatto che i magi hanno preso un percorso alternativo quando tornarono a casa signicava, a suo avviso, che non dovevano pi camminare nel loro vecchio modo. prio ci che voglio dimostrare. Questo, naturalmente, pro-

Si noti inoltre che i magi portano mirra, un dono che non menzionato da Isaia. La mirra ovviamente incenso, ma era anche il nome della madre di Adone (Mirra), che fu trasformata in albero dal quale si diceva che venne alla luce Adone. Mirra era anche

il nome della madre di Dioniso. Ancora una volta, gli ebrei che leggono Matteo avrebbero in mente la profezia di Zaccaria, pi o meno soddisfatti dal suo compimento, mentre i greci e gli altri pagani avrebbero saputo riconoscere le allusioni ai loro di-uomini. Quello che abbiamo scoperto in questa manciata di passi biblici il processo sincretistico di sovrapposizione di aspetti di una religione con le altre e viceversa, al ne di assimilarle. Questo il motivo per cui le chiese sono state costruite su templi pagani. Questo il motivo per cui la croce celtica incorpora ancora un
25 Per
tutto il suo vangelo, Matteo intende dimostrare che Ges venuto non solo per gli ebrei ma Da qui la necessit della visita dei magi come i primi ad omaggiare il Messia anche per i gentili. indirizzo.

ebraico. Che Matteo intenda convertire alla fede cristiana i seguaci di Mitra coerente con il suo

5.2.

GIUDEO CON I GIUDEI, GRECO CON I GRECI

191

Tammuz (Adone)
cerchio, un simbolo a cui i celti si riutarono di rinunciare. Per questo i cristiani scolpirono il nome di Ges sui monumenti dove compariva quello di Asclepio. Questo il motivo per cui la Chiesa ha sovrapposto il giorno di Ognissanti con quello di Halloween, il capodanno celtico, che cadeva nei tre giorni tra la ne di ottobre e l'inizio di novembre.

Carrier dunque sottolinea altri elementi in comune tra il cristianesimo e le varie religioni misteriche, per esempio il tema del dio salvatore e il tema del dio che muore e risorge,

26 quest'ulti-

mo istanziato, solo per citare alcuni esempi, da Romolo (la cui morte e risurrezione erano celebrate durante festivit annuali), Talmoxis (la cui morte e risurrezione promettevano la vita eterna ai suoi adepti) e Osiride (la cui morte e risurrezione promettevano la salvezza, attraverso il battesimo).

27 Al pari della morte

di Ges, anche la morte di Osiride fu associata alla luna piena (basta confrontare Giovanni 19:14
richardcarrier.info/Historicity_of_Jesus.pdf
27 Richard
(Raleig, NC: Lulu, 2009) pag. 32-33, 86, 376.

28 con De Iside et Osiride 42 di


http://www.

26 Richard

Carrier, So...

If Jesus Didn't Exist, Where Did He Come from Then?

Carrier, Not the Impossible Faith: Why Christianity Didn't Need a Miracle to Succeed

28

192CAPITOLO 5.
Plutarco

`GES', UN CLONE LETTERARIO DI PERSONAGGI PRECEDENTI?

29 ), mentre la sua risurrezione avvenne al terzo giorno 30 con De Iside et Osiride 39, 4231 ). degno (confronta Luca 24:7
di nota che anche il dio pagano Baal, ben noto agli ebrei, mor divorato da Mot per poi risorgere trionfante.

32

Che questi paralleli non sono per forza ovvi del tutto o identici  la solita accusa lanciata dagli apologeti religiosi  non diminuisce il peso delle loro somiglianze o possibili inuenze. In presenza

di aspetti identici tra religioni diverse, non ci sarebbe pi neppure emulazione: verrebbe a scomparire ogni dierenza perch si avrebbe a che fare con la stessa religione, con la stessa storia! Sarebbe naturale aspettarsi delle dierenze causate in parte da norme culturali diverse nella formazione di una nuova religione. Mentre non sarebbe aatto naturale aspettarsi l'assenza di differenze, altrimenti si starebbe in presenza della stessa religione! Quindi il fatto che spesso quelle gure mitiche erano di salvatori,
Era la Parasceve della Pasqua, verso mezzogiorno. Pilato disse ai Giudei: Ecco il vostro re!. (Giovanni 19:14)

29
La morte di Osiride corrisponde, secondo il mito egiziano, al diciassette del mese, quando cio il plenilunio si compie e risulta perfettamente visibile. (Plutarco, De Iside et Osiride, 42,

http://lamelagrana.net/wp-content/uploads/ downloads/2013/07/Plutarco-Iside-e-Osiride-De-Iside-et-Osiride.pdf)
30
...e diceva: Bisogna che il Figlio dell'uomo sia consegnato in mano ai peccatori, sia crocisso e risorga il terzo giorno. (Luca 24:7)

31
Il diciannovesimo giorno del mese, poi, durante la notte scendono tutti al mare. Gli addetti agli arredi divini e i sacerdoti tirano fuori la cesta sacra che porta all'interno un'urna tutta d'oro, e in questa versano poi dell'acqua potabile. mettono a gridare: Osiride stato ritrovato!. (Plutarco, De Iside et Osiride, 39, Allora i presenti si

http://lamelagrana.net/wp-content/uploads/ downloads/2013/07/Plutarco-Iside-e-Osiride-De-Iside-et-Osiride.pdf)
Plutarco dice che Osiride moriva al diciassettesimo giorno del mese di Athyr (vedi la nota precedente) e veniva ritrovato al terzo giorno (al termine del diciannovesimo giorno dello stesso mese).

32

Il dio Baal cos ucciso da Mot dio degli inferi, ma la sorella Anat lo ritrova e lo fa rivivere e con lui rinasce la natura, un mito molto simile a quelli esaminati in precedenza e a quelli che ancora esamineremo proprio a sottolineare la matrice comune di questi racconti.

Antiche Madri nel bacino del Mediterraneo, Sacre Nozze

archeomitologia/madrimediterraneo.htm

cura

di

Andrea

Romanazzi,

http://www.daltramontoallalba.it/

Analisi Comparata del Mito delle

5.2.

GIUDEO CON I GIUDEI, GRECO CON I GRECI

193

erano gli (o glie) di un dio, sorivano per il bene dell'umanit, e ispiravano storie dove venivano antropomorzzati sulla Terra (da entit celesti quali erano in origine, mediante il processo noto come evemerismo, erano in seguito storicizzati )

33 potrebbe le-

gittimamente insinuare il dubbio sulla reale esistenza di Ges, alla luce di una sua simile descrizione riscontrata nei vangeli.

Esistono anche paralleli con altre gure che potrebbero essere state storiche o mitiche, parecchie delle quali fanno la loro comparsa molto prima delle gure dell'et ellenistica. Ges non fu la

34 : anche del Buddha si disse che scatur dal anco destro di 35 e parimenti la madre di Perseo fu impregnata sua madre vergine 36 Ges predic da un dio (Zeus) sotto forma di una pioggia d'oro.
1:18)
33
Tanto per cominciare, sono esistiti centinaia di personaggi mitici storicizzati nella storia, in realt fu una tendenza particolarmente popolare per i semidi e nell'antichit esattamente dove e quando si origin il cristianesimo (l'intero processo fu chiamato evemerismo). Cos perch pensiamo che sia dicile questo da spiegare? Non pu essere aatto pi dicile per il cristianesimo di quanto lo sia per ogni altro esempio (dall'invenzione di Mos e di elaborate biograe su di lui, all'invenzione, parimenti, di Ercole, Romolo, Osiride, e cos via; ...). (Richard Carrier, On Bermejo-Rubio's Dispassionate Plea for a Historical Jesus, mia libera traduzione,

sola gura antica ad apparire miracolosamente sulla Terra (Matteo

http://freethoughtblogs.com/carrier/archives/5085

34
Cos fu generato Ges Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trov incinta per opera dello Spirito Santo. (Matteo 1:18)

35
Secondo la tradizione, My, la madre di Gotama Siddhatha (s. entrava nel anco. Gautama Siddhrtha), che desiderava un glio, vide apparire in sogno un elefante bianco che le Dal consulto con un astrologo apprese il signicato del sogno: il glio a cui avrebbe dato vita sarebbe stato o sovrano del mondo o ad esso avrebbe rinunciato. Nato dal anco destro della madre nel parco di Lumbin, dove My volle fare una sosta durante il viaggio verso la casa paterna, il neonato annunci a chiara voce la sua alta condizione e comp sette passi. (Klaus K. Klostermeier, Buddhismo. Una introduzione, Fazi Editore, 2005, pag. 17-18)

36
Contro di essa sta il racconto dell'amore di Zeus per l'unica glia di Acrisio, Danae. Acrisio, re di Argo, aveva soltanto questa glia; perci interrog l'oracolo di Del per avere un glio. Il dio gli predisse che non avrebbe avuto gli maschi, ma soltanto una glia, e che il glio di questa gli sarebbe stato fatale. Ritornato da Del, Acrisio fece costruire nel cortile del suo palazzo una stanza di bronzo sotterranea come una tomba. Vi rinchiuse la glia con la nutrice. Danae dovette congedarsi dalla luce del cielo e fu sepolta per sempre nell'oscurit, perch non potesse avere gli. Invece fu lo stesso re degli di che desider la ragazza Danae. Trasformato in pioggia d'oro Zeus penetr

194CAPITOLO 5.

`GES', UN CLONE LETTERARIO DI PERSONAGGI PRECEDENTI?

39 Ges fu apparentemente inter40 ) riguardo alle sue pretese rogato da Ponzio Pilato (Marco 15:2
fece anche il Buddha e Confucio. in apparenza arroganti, esattamente come Dioniso (un altro dio che-muore-e-risorge) fu condotto apparentemente di fronte al re Penteo con l'accusa di pretesa divinit.

la cosiddetta regola d'oro (Matteo 7:12

37 , Luca 6:3138 ) e cos

41

Ges appare un saggio profeta nei vangeli (senza nessun racconto dell'infanzia e dell'adoloscenza nel vangelo di Marco, il primo vangelo), proprio come il saggio Laozi fa la sua comparsa gi uomo adulto,

42 pronto ad istruire chi non illuminato. E come Ges

attraverso il tetto nella stanza sotterranea. La giovane raccolse la pioggia nella sua veste e da essa usc il signore del cielo. La tomba divenne camera nuziale e nacque un glio di Zeus. Questa la storia del concepimento di Perseo. (Kroly Kernyi, Gli dei e gli eroi della Grecia. Il racconto del mito, la nascita delle

civilt, Il Saggiatore, 2009, pag. 275)

37
Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti la Legge e i Profeti. (Matteo 7:12)

38
E come volete che gli uomini facciano a voi, cos anche voi fate a loro. (Luca 6:31)

39
Per i confuciani questo codice di comportamento noto come shu  rispetto ed empatia: si mostra attenzione per gli altri perch non si pu separare la propria soerenza, speranza o soddisfazione da quella altrui. Per i buddisti la questione davvero vitale; la loro regola riassunta in una frase del Buddha tratta da uno degli scritti buddisti, Samyutta Nikaya (letteralmente, Detti ani): Una persona che ama il proprio s non dovrebbe danneggiare il s degli altri. (Peter Stanford, 50 grandi idee di religione, edizioni Dedalo, 2011, pag.20 (sulla regola d'oro)

40
Pilato gli domand: Tu sei il re dei Giudei?. Ed egli rispose: Tu lo dici. (Marco 15:2)

41
Nell'undicesimo o dodicesimo secolo dopo Cristo un anonimo autore bizantino, senza dubbio ispirato dai paralleli tra l'interrogatorio fatto da Penteo a Dioniso nelle Baccanti di Euripide e l'interrogatorio fatto da Ponzio Pilato a Cristo, mise insieme un'opera chiamata Christus Patiens (il Cristo soerente), la storia della crocissione narrata come una tragedia greca.

Christus Patiens derivato interamente da righe prese da

una tragedia antica, specialmente le Baccanti di Euripide. (Barry B. Powell, A short introduction to classical myth, Pearson Education, New Jersey 2002, pag. 107, mia libera traduzione)

42
Finalmente un giorno Lao Zi venne alla luce. Ma in precedenza la sua nascita fu

5.2.

GIUDEO CON I GIUDEI, GRECO CON I GRECI

195

43 ), anche Laozi ha incoraggiato all'amore dei ne44 Mentre Ges fu tentato da mici, soltanto parecchi secoli prima. 45 46 Satana (Luca 4:1-2 ), il Buddha fu tentato da Mara e Zoroastro
(Matteo 5:43-47
varie volte sospesa e rinviata. Non veniva mai il giorno propizio. Conveniva infatti che quel giorno non avvenissero altre nascite n altre morti. Conveniva insomma che il tempo stesso si fermasse e solo allora, in quell'istante fuori dal tempo, poteva accadere l'evento. La nascita di Lao Zi non era dunque una semplice nascita, era la Nascita. Si dovettero riunire e mettere d'accordo le Presenze che governano il Cielo e la Terra, perch ci potesse accadere. La vita stessa si ferm. Cos nacque. Nacque dall'ascella sinistra della madre, ed anche questa annotazione di un parto diverso e stupefacente, miracoloso, ma non unico. E' nota comune infatti a tanti eroi antichi, che gi chiama al prodigio. Naturale viene qui il rimando alla nascita di Eva dalla costola di Adamo. Con tali segnali di unicit Lao Zi dunque nacque. Nasce gi vecchio, si detto, con barba e capelli lunghi e incolti e candidi. Nasce e va. Nasce e prende a camminare. Se ne va per la sua strada, senza voltarsi neppure, senza parlare.

Dao signica appunto Via. Lao Zi neonato gi conosce la sua via, la Via. Egli il Dao,
la Via incarnata, dunque va. (Carlo Moiraghi, Tao Te Ching, Il dettato della perenne saggezza, Tecniche Nuove 2005, pag. 34.)

43
Avete inteso che fu detto: Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, anch siate gli del Padre vostro che nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno cos anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno cos anche i pagani? (Matteo 5:43-47)

44
Essere amati profondamente da qualcuno ci rende forti; amare profondamente ci rende coraggiosi. L'amore rende invincibili nell'attacco e nella difesa; quando il cielo viene in aiuto agli esseri umani, li protegge con il dono dell'amore. (Frasi

93-vi-secolo-ac/)

di

Lao

Tzu,

http://www.testesso.com/maestri/lau-tzu-%E2%80%

45
Ges, pieno di Spirito Santo, si allontan dal Giordano ed era guidato dallo Spirito nel deserto, per quaranta giorni, tentato dal diavolo. Non mangi nulla in quei giorni, ma quando furono terminati, ebbe fame. (Luca 4:1-2)

46
Anche Buddha tentato dal demonio: mentre egli si trova sotto l'albero Bo, viene attaccato da Mara, che interrompe la sua concentrazione. Lo distrae dalla devozione per impedirgli l'illuminazione. Usa ogni arma, dal desiderio alla concupiscenza. Il suo corpo, le sue mani e i suoi piedi erano avvolti nelle spire di centomila serpenti, e le sue mani brandivano spade, archi, frecce, picche, asce, magli, razzi, pestelli, bastoni, catene, clave, dischi e ogni altro strumento di guerra... Le lingue erano ruvide, con viluppi di peli, e gli occhi rossi e ammeggianti, come quelli del serpente nero pieno di veleno... (Vittorino Andreoli, Le nostre paure, Bur 2011.)

196CAPITOLO 5.
da Ahriman.

`GES', UN CLONE LETTERARIO DI PERSONAGGI PRECEDENTI?

47 Mentre Ges poteva miracolosamente generare del 48 49 Mentre di vino (Giovanni 2:1-11 ), cos poteva fare Dioniso.
Ges si racconta che aveva camminato sull'acqua (Matteo 14:2233

50 ), cos si raccontava anche a proposito del Buddha.51

La

47
L'arcangelo lo trasport in cielo a conferire con Ahura Mazda. Pi tardi, dopo un periodo di studio e di meditazione nella regione, Zoroastro si ritrov faccia a faccia con il malvagio Ahriman, intento a distoglierlo dalla sua missione: Non annientare le mie creature, o santo Zarathustra! Rinuncia alla buona legge degli adoratori di Mazda, e tu otterrai un tale vantaggio come lo ottenne l'assassino, il dominatore delle nazioni. La risposta di Zoroastro: No! Mai rinuncer alla buona legge degli adoratori di Mazda, anche se dovesse perire il mio corpo, la mia vita, la mia anima!. (Fargard 19.1.6-7 citato in Robert M. Price, The Incredible Shrinking Son of Man: How

Reliable Is the Gospel Tradition?, Ahmerst, NY: Prometheus Books, 2003, mia libera
traduzione, pag.353)

48
Il terzo giorno vi fu una festa di nozze a Cana di Galilea e c'era la madre di Ges. Fu invitato alle nozze anche Ges con i suoi discepoli. madre di Ges gli disse: da me? cosa vi dica, fatela. Non hanno vino. Non ancora giunta la mia ora. Venuto a mancare il vino, la Donna, che vuoi E Ges le rispose:

Sua madre disse ai servitori: Qualsiasi

Vi erano l sei anfore di pietra per la puricazione rituale dei

Giudei, contenenti ciascuna da ottanta a centoventi litri. E Ges disse loro: Riempite d'acqua le anfore; e le riempirono no all'orlo. Disse loro di nuovo: Ora prendetene e portatene a colui che dirige il banchetto. Ed essi gliene portarono. Come ebbe assaggiato l'acqua diventata vino, colui che dirigeva il banchetto  il quale non sapeva da dove venisse, ma lo sapevano i servitori che avevano preso l'acqua  chiam lo sposo e gli disse: Tutti mettono in tavola il vino buono all'inizio e, quando si gi bevuto molto, quello meno buono. Tu invece hai tenuto da parte il vino buono nora. Questo, a Cana di Galilea, fu l'inizio dei segni compiuti da Ges; egli manifest la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui. (Giovanni 2:1-11)

49 In 50

eetti, uno dei miti di Dioniso che trasforma l'acqua in vino veniva raccontato durante la

festa annuale che si teneva in onore del dio nella citt costiera di Sidone (Morton Smith, Jesus the

Magician, London, Victor Gollancz, 1978, pag.120).


Subito dopo costrinse i discepoli a salire sulla barca e a precederlo sull'altra riva, nch non avesse congedato la folla. Congedata la folla, sal sul monte, in disparte, a pregare. Venuta la sera, egli se ne stava lass, da solo. La barca intanto distava gi molte miglia da terra ed era agitata dalle onde: il vento infatti era contrario. Sul nire della notte egli and verso di loro camminando sul mare. Vedendolo camminare sul mare, i discepoli furono sconvolti e dissero:  un fantasma! e gridarono dalla paura. Ma subito Ges parl loro dicendo: Coraggio, sono io, non abbiate paura!. Pietro allora gli rispose: Signore, se sei tu, comandami di venire verso di te sulle acque. Ed egli disse: Vieni!. Pietro scese dalla barca, si mise a camminare sulle acque e and verso Ges. Ma, vedendo che il vento era forte, s'impaur e, cominciando ad aondare, grid: Signore, salvami!. E subito Ges tese la mano, lo aerr e gli disse: Uomo di poca fede, perch hai dubitato?. Appena saliti sulla barca, il vento cess. Quelli che erano sulla barca si prostrarono davanti a lui, dicendo: Davvero tu sei Figlio di Dio!. (Matteo 14:22-33)

51
A Uruvel il Buddha convert anche altri tre eminenti personaggi, i fratelli Kassapa, brahmani della omonima antica stirpe. in mezzo a ogni sorta di prodigi. La conversione di questi tre fratelli avvenne Fra gli altri quello del Buddha che lotta  nella

cella del sacricio nel tempio - con un Nga (serpente sacro) che la infesta; poi quello del Buddha che, durante una inondazione, dimostra il suo potere di camminare sulle

5.2.

GIUDEO CON I GIUDEI, GRECO CON I GRECI

197

52 ) presenta somiglianze in comune con il mistero che avvolge 53 e anche di Romolo, la cui scomparsa le ossa del defunto Ercole, 54 (si legga Marco 15:33 venne legata ad un'improvvisa oscurit
10

storia della morte di Ges e della tomba vuota (Giovanni 20:1-

55 ), per poi culminare in un trionfo. Robert Price ha notato nuacque. Il primo Kassapa e cinquecento suoi discepoli buttano nel ume i loro arnesi Indi, davanti a mille persone sacricali brahmanici e lo seguono; gli altri due fratelli, accompagnati da cinquecento asceti, accorrono al Buddha e divengono suoi seguaci. il Buddha pronuncia il suo terzo famoso sermone, il sermone dell'arsione (Samiutta Nikya, XXXV) dove spiega come tutto il mondo sia arso dal fuoco della brama. (Alessandro Bausani, Buddha, Il Castello editore, 2002, pag. 45.)

52
Il primo giorno della settimana, Maria di Mgdala si rec al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro. Corse allora e and da Simon Pietro e dall'altro discepolo, quello che Ges amava, e disse loro: Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l'hanno posto!. Pietro allora usc insieme all'altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l'altro discepolo corse pi veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chin, vide i teli posati l, ma non entr. Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entr nel sepolcro e osserv i teli posati l, e il sudario  che era stato sul suo capo  non posato l con i teli, ma avvolto in un luogo a parte. Allora entr anche l'altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cio egli doveva risorgere dai morti. I discepoli perci se ne tornarono di nuovo a casa. (Giovanni 20:1-10)

53
Dopo la morte di Eracle, glio di Zeus, ricercarono le sue ossa e non ne trovarono neppure una. Poich rammentarono un'antica profezia secondo la quale egli era destinato all'immortalit, conclusero che lui doveva essere stato assunto in cielo. (Diodoro Siculo, Biblioteca storica, 4.38.4-5 citato in Robert M. Price, The Incred-

ible Shrinking Son of Man:

How Reliable Is the Gospel Tradition?, Ahmerst, NY:

Prometheus Books, 2003, mia libera traduzione, pag.335)

54
Romolo, primo re dei Romani, una volta teneva una riunione nel campo presso la palude della Capra ( una palude che c'era nei pressi del Campo Marzio) quando improvvisamente una densa nube comparve e il re vol via al cospetto dei cittadini con un gran fragore e tuoni, n mai pi Romolo fu sulla terra. La plebe romana, quando vide vacante la sede regia, rimase per qualche tempo in mesto silenzio. Poi tutti cominciarono a chiamare Romolo dio, re e padre della citt di Roma. Ma fra i plebei vi fu anche il sospetto dell'assassinio del re per una congiura dei senatori; cos i discorsi dei cittadini e le preghiere erano pieni di terrore e di grande preoccupazione. Allora Giulio Proculo, uomo nobile, avanz nella pubblica assemblea e alla cittadinanza preoccupata per il desiderio di un re e adirata verso i senatori, aerm: Quiriti, alla prima luce dell'alba odierna ho visto Romolo, fondatore della citt, sul colle Quirinale, con aspetto radioso; camminava verso gli di, ma si trattenne e ammon i Romani anch coltivassero la virt e si astenessero dalle rivolte. Cos  disse  (i romani) saranno sempre signori di tutte le genti e scomparve. I Romani credettero all'autorevolezza di Proculo e sul Quirinale edicarono un tempio a Romolo, e lo onorarono come re, come dio e come patrono e (lo) nominarono Quirino. (Tito Livio, Storia di Roma 1.16)

55
Quando fu mezzogiorno, si fece buio su tutta la terra no alle tre del pomeriggio. (Marco 15:33)

198CAPITOLO 5.

`GES', UN CLONE LETTERARIO DI PERSONAGGI PRECEDENTI?

merose somiglianze tra la storia di Ges e l'Archetipo dell'Eroe Mitico. In estesa prospettiva e in dettaglio, la vita di Ges descritta nei vangeli corrisponde al diuso Archetipo dell'Eroe Mitico per cui la nascita di un eroe divino predetta e concepita in maniera soprannaturale, l'eroe infante fugge al tentativo di assassinarlo, dimostra la sua precoce sapienza gi da bambino, riceve una missione divina, scongge demoni, guadagna acclamazione, salutato come re, poi viene tradito, perdendo il favore popolare, condannato a morte, spesso in cima ad una collina, ed vendicato e asceso al cielo.

56

L'identicazione di tali paralleli non di certo limitata ai miticisti iperscettici, poich il ben noto studioso biblico Robert Funk gi riconobbe che Paolo identic in Ges una gura di salvatore del tipo ellenistico, un dio che muore e risorge, come Osiride nel culto di Iside e notando che Non furono la vita e gli insegnamenti di Ges ma la morte di Ges e la sua apparizione a Paolo in una visione ... a divenire i punti focali del vangelo di Paolo . In un articolo,

57

58 lo studioso biblico Philip Davies conclude che il

riconoscimento che la storicit di Ges non certa spingerebbe gli studi di Ges verso la rispettabilit accademica , considera povera Storia i tentativi di scoprire il Ges Storico , e conferma i presunti paralleli mitici: Due articoli in Is This Not The Carpenter? (da parte dei due editori, in realt) collezionano una gran quantit di prove che il prolo di Ges nel Nuovo Testamento composto di motivi comuni riscontrati in tutto il mondo
56 Robert
M. Price, Christ a Fiction , mia libera traduzione,

modern/robert_price/fiction.html
57 Earl

http://infidels.org/library/

Doherty, recensione di Honest to Jesus, Jesus For a New Millennium di Robert W. Funk,

HarperCollins SanFrancisco, 1996, mia libera traduzione,

funkrev.htm
58 The

http://www.jesuspuzzle.humanists.net/

//www.bibleinterp.com/opeds/dav368029.shtml

Bible and Interpretation, Did Jesus Exist? di Philip Davies, mia libera traduzione,

http:

5.3.

IL GES CELESTE PRECRISTIANO E PREPAOLINO DI FILONE

199

mediterraneo e medio orientale. Quei paralleli sono validi: nel cercare di dare una spiegazione di chi e cosa fu Ges tali risorse furono inevitabilmente attinte, consciamente o inconsciamente, dagli autori dei vangeli.

59

5.3 Il Ges celeste precristiano e prepaolino di Filone


La possibilit che il Ges di Paolo un Cristo celeste , che appariva in visioni, e che potrebbe essere esistito in un'altra dimensione invece che sulla Terra, un argomento popolare tra i miticisti e anche accettato da numerosi storicisti (naturalmente i meno apologeti

60 ). di particolare interesse che il losofo ebreo

ellenistico Filone di Alessandria (vissuto alll'incirca tra il 20 AEC e il 50 EC), presunto contemporaneo di Ges, le cui opere vengono prima degli scritti di Paolo e dei vangeli, non fa alcuna menzione di Ges di Nazaret o dei suoi seguaci, ma si riferisce ad una gura celeste, una gura puramente soprannaturale, chiamata (si veda Giovanni 1:1).

Logos

Il fatto sorprendente che questa

gura puramente soprannaturale ricorda molto da vicino Ges Cristo. Richard Carrier ha richiamato l'attenzione al
fatto che questa gura del Logos descritta varie volte da Filone come il primogenito glio di Dio (si veda Romani 8:29 leste immagine di Dio (si veda 2 Corinzi 4:44
bibleinterp.com/opeds/dav368029.shtml
60 59 The
Bible and Interpretation,

62 ), l'agente divino
traduzione,

61 ), la cehttp://www.

Did

Jesus

Exist? ,

mia

libera

Paolo fu un visionario estatico che esper, per quello che sembra essere un periodo di circa trent'anni dopo la morte di Ges, visioni di un essere celeste da lui chiamato Cristo e il Signore, e il fatto che n Paolo n ogni altro cristiano del primo secolo sent un bisogno di distinguere tra l'essere celeste e il Ges storico. (Randel Helms, Gospel Fictions, Bualo, NY: Prometheus Books, 1988, mia libera traduzione, pag.13-14)

61
Poich quelli che egli da sempre ha conosciuto, li ha anche predestinati a essere conformi all'immagine del Figlio suo, perch egli sia il primogenito tra molti fratelli. (Romani 8:29)

62
in loro, increduli, il dio di questo mondo ha accecato la mente, perch non vedano lo splendore del glorioso vangelo di Cristo, che immagine di Dio.

200CAPITOLO 5.

`GES', UN CLONE LETTERARIO DI PERSONAGGI PRECEDENTI?

della creazione (si veda 1 Corinzi 8:6

63 ) e il sommo sacerdote di 64 65 ). Dio (si veda Colossesi 1:18 , Ebrei 4:14 66 l'esortazione di Filone ai fedeli Il prof. Carrier sottolinea anche
di dover emulare questa gura del Logos (si veda Galati 3:27 1 Corinzi 11:1

68 ). Filone descrive anche il Logos come una gura

67 ,

espiatrice dei peccati e intercessore per l'umanit (si veda Colossesi 1:13-14

69 ). Se le gure messaniche del Logos e del Cristo di

Paolo (e di altri autori di epistole) sono scollegate tra loro, si tratta di un'enorme coincidenza. Alla luce della loro contemporaneit, sembra ovvio che Paolo avesse adattato la gura del Logos di Filone nel suo concetto personale di Ges Cristo. Una coinci-

denza altrettanto impressionante sarebbe che, nel discutere di questa gura apparentemente anonima, Filone allude ad un passo dell'Antico Testamento, che fornisce l'unica cosa che secondo
(2 Corinzi 4:44)

63
per noi c' un solo Dio, il Padre, dal quale tutto proviene e noi siamo per lui; e un solo Signore, Ges Cristo, in virt del quale esistono tutte le cose e noi esistiamo grazie a lui. (1 Corinzi 8:6)

64
Egli anche il capo del corpo, della Chiesa. Egli principio, primogenito di quelli che risorgono dai morti, perch sia lui ad avere il primato su tutte le cose. (Colossesi 1:18)

65
Avendo dunque un grande sommo sacerdote che passato attraverso i cieli, Ges, il Figlio di Dio, stiamo fermi nella fede che professiamo. (Ebrei 4:14)

66 Richard 67

Carrier, Not the Impossible Faith: Why Christianity Didn't Need a Miracle to Succeed,

Raleigh, NC: Lulu, 2009, pag. 251.

poich quanti siete stati battezzati in Cristo vi siete rivestiti di Cristo. (Galati 3:27)

68
Diventate miei imitatori, come io lo sono di Cristo. (1 Corinzi 11:1)

69
lui che ci ha liberati dal potere delle tenebre e ci ha trasferiti nel regno del Figlio del suo amore, per mezzo del quale abbiamo la redenzione, il perdono dei peccati. (Colossesi 1:13-14)

5.3.

IL GES CELESTE PRECRISTIANO E PREPAOLINO DI FILONE

201

Droge necessaria per iniziare una religione: un

nome. Il lettore

pu probabilmente immaginare dove va a ricercare Filone... Nella Septuaginta (un'antica versione dell'Antico Testamento che ne la traduzione in lingua greca), a questa gura viene dato un nome, Ges . E neppure era l'idea di un glio di Dio spirituale preesistente un'idea nuova tra gli ebrei, a ogni modo. Il

contemporaneo di Paolo, Filone, interpreta la profezia messianica di Zaccaria 6:11-12 proprio in questo modo. Nella Septuaginta costui dice di posare la corona della sovranit su Ges, infatti Dice il Signore degli eserciti: ecco l'uomo che si chiama `Germoglio', spunter da s e ricostruir il Tempio del Signore. Questo pressoch lo stesso vangelo cristiano.

70

Al di l se questo passo di Zaccaria dove esorta a dare una corona a Ges sia servito a presagire il futuro Ges Cristo o no (come gli apologeti cristiani potrebbero desiderare), cosa importa l'interpretazione di questo passo da parte di Filone, come potrebbe aver inuenzato Paolo, e in denitiva, gli autori dei vangeli. Questo passo di Zaccaria fu commentato da Filone, che

instaura un collegamento alla sua gura soprannaturale e divina del Logos, nell'opera Sulla Confusione delle Lingue 62-63: Ecco, l'uomo che si chiama `Germoglio' ! proprio un insolito appellativo, invero, se lo consideri pronunciato a proposito di un uomo che composto di corpo e anima. Ma se guardi ad esso come se fosse stato applicato a quell'entit incorporea che in alcun modo dierisce dalla divina immagine, allora riconoscerai che il nome di `Germoglio' gli stato dato assai felicemente. Infatti il Padre dell'Universo lo ha innalzato in quanto il glio maggiore,
70 Richard
Carrier, Not the Impossible Faith: Why Christianity Didn't Need a Miracle to Succeed,

Raleigh, NC: Lulu, 2009, pag. 250, mia libera traduzione.

202CAPITOLO 5.

`GES', UN CLONE LETTERARIO DI PERSONAGGI PRECEDENTI?

che in un altro passo egli chiama il primogenito. che dunque generato, imita le vie di suo padre...

E lui

Carrier nota inoltre che il Ges di Zaccaria governer (Zaccaria 6:13). La possibilit che Filone abbia parlato di un Ges celeste che pre-cristiano (ed ebraico) e pre-paolino, e che non era un letterale essere umano storico, e che condivide parecchie carattestiche con il Cristo cosmico di Paolo e il Ges terreno dei vangeli, di grande importanza per la tesi miticista e dovrebbe sicuramente essere un'area di ulteriore ricerca. Esistono impor-

tanti implicazioni sulle origini della storia di Ges, ma anche del cristianesimo antico e dello gnosticismo cristiano, ad esempio la possibilit di spiegare in che modo la concezione platonica possa aver inuenzato il cristianesimo assai pi profondamente di quanto si sia immaginato.

Il Ges Logos di Filone si inserisce perfettamente nell'evoluzione della storia di Ges proposta in precedenza, perch ricompare il tema dell'inuenza dell'Antico Testamento su quella storia (compreso il tema dell'incoronazione di Ges) come pure sul Cristo immaginario delle epistole paoline. In questo scenario, Filone

promuove un Logos trascendente e spirituale, capace di evolversi nel Cristo trascendente ma carnale di Paolo, per culminare nella descrizione evangelica di un terreno e carnale Ges Storico . Ora, per quale motivo assistiamo al

FATTO signicativo che il

contemporaneo di Ges, Filone, manca totalmente di menzionare Ges Cristo (o un Ges Storico ), ma al contrario si dilunga su una gura celeste simile a Ges, dandogli implicitamente il nome di Ges (mediante la sua esegesi allegorizzante di un passo biblico dove quella gura, da lui intravista, si chiama Ges per incredibile coincidenza, talmente incredibile che dunque, per denizione, non pu essere una coincidenza) quando quell'identit era nota solo a pochi? Se non si ritiene probabile questo implicito, deliberato utilizzo del nome di Ges da parte di Filone, allora quantomeno

5.4.

UN CANTICO PER GES

203

questo serve a indicare che le origini interamente mitiche di Ges dovrebbero essere

almeno apertamente discusse.

Che le chiese vogliano impedire una tale ricerca comprensibile, anche se ovviamente non l'ideale. Ma che le istituzioni

accademiche facciano lo stesso, rivela davvero chiaramente che esistono problemi reali all'interno dell'accademia, in particolare nel campo degli studi delle origini cristiane.

71

5.4 Un cantico per Ges


Nonostante la prevedibile disapprovazione degli apologeti cristiani in particolare, esistono chiari, e antichi paralleli pagani con numerosi atti e insegnamenti poi attribuiti a Ges nei vangeli. In particolare, il Logos di Filone ore un prototipo di quel Cristo celeste di Paolo, l'ennesimo indizio di un'evoluzione delle storie su Ges da una concezione mistica ad una storica e letterale. Anche se i paralleli con pi antiche fonti pagane non escludono la possibilit dell'esistenza di un Ges storico dietro gli abbellimenti mitici, insinuano comunque dubbi legittimi sulla accuratezza dei vangeli e sull'eettiva ducia da prestare loro, e danno motivo di sospettare che la loro funzione originaria non fosse aatto quella di veicolare un'informazione storica e letterale, recando un danno considerevole al Dogma cristiano. Il losofo Stephen Law ha ottimamente dimostrato l'utilit del principio di analogia non solo nell'espellere le pretese di miracoli soprannaturali da un racconto, ma anche nell'estendere il dovuto scetticismo sulle aermazioni pi umili e nel mettere in discussione storie che suonano troppo simili a racconti mitici inventati in precedenza. Pi si riscontrano antichi paralleli pagani e/o ebraici con personaggi mitici e altre inuenze del genere sulla storia di Ges, meno ragione esiste per gli storici di ipotizzare ancora per molto la presenza di accurata informazione storica nei vangeli, e questo fatto riduce ulteriormente la necessit di un Ges storico. Quando si riconosce che un Ges soprannaturale decisamente impossibile, ma ancora si ritiene probabile che un Ges puramente umano possa essere esistito, possiamo riconsiderare con
71 L'accademico
Hector Avalos si riconosce chiaramente in questa posizione, in The End of Biblical

Studies (Amherst, NY: Prometheus Books, 2007).

204CAPITOLO 5.

`GES', UN CLONE LETTERARIO DI PERSONAGGI PRECEDENTI?

la dovuta serenit e imparzialit d'animo quest'ultima ipotesi riconsiderando obiettivamente come tutti i pi antichi riferimenti a Ges lo descrivono inequivocabilmente in modi che possono essere pi facilmente spiegati dal sincretismo di tipo ellenistico, dalla condivisione di elementi mitici con gli di che muoiono e risorgono delle religioni misteriche pagane, e dalle sole visioni e rivelazioni celesti dei primi apostoli cristiani come Paolo.

Appendice A

Il Teorema di Bayes pi forte di Ges


I mente utile nel determinare le probabilit, e quindi, utile negli

l Teorema di Bayes una formula matematica incredibil-

studi storici. Ricorda che la storia non cerca di restituire cosa accadde (il passato reale), ma cosa probabilmente accadde (la storia, appunto). La storia, in genere considerata parte delle materie umanistiche e artistiche, in realt essenzialmente matematica! Uno studioso che ha compreso questo Aviezer Tucker, che senza nessuna vergogna promuove l'uso di metodi bayesiani negli studi storici, in Our Knowledge of the Past.

History , il serio e competente studioso Richard Carrier dimostra ecacemente che i metodi bayesiani sono superiori ad ogni altro metodo, e possono essere usati per gettare il dubbio su proprio ogni cosa circa Ges, pure sulla sua stessa esistenza.

1 Nel suo libro, Proving

Carrier sa che niente di storico pu essere noto con certezza, specialmente su una materia cos problematica come Ges, e che gli storici devono accettare serenamente questa ambiguit. Non stupisce allora che molto spesso un esito ricorrente negli studi storici una posizione agnostica, di chi cio ammette one1 Aviezer 2 Richard
Tucker, Our Knowledge of the Past: A Philosophy of Historiography (Cambridge University Press, 2009), recensito positivamente da Richard Carrier

carrier/archives/3923

http://freethoughtblogs.com/

Carrier, Proving History:

Bayes's Theorem and the Quest for the Historical Jesus

(Amherst, NY: Prometheus Books, 2012).

205

206

APPENDICE A.

IL TEOREMA DI BAYES PI FORTE DI GES

stamente di non sapere.

Notando che un errore logico aer-

mare che qualcosa  possibile, perci probabile , Carrier dichiara che gli accademici del consensus non hanno fatto il loro compito adeguatamente, in merito alla questione della storicit di Ges. Egli dimostra che la soluzione il Teorema di Bayes, e che tutte le valide metodologie storiche gi lo rispettano in essentia. Cos si pu esprimere nel linguaggio naturale questo strumento:

P (hje:b)
dove

[P (h b)

P (h b)

P (e h:b)]+P

P (e h:b) h b

j ( j )

P (e

j

h:b)

 P(h|e.b) la probabilit che la nostra ipotesi vera dato tutto


ci che sappiamo nora.

 P(h|b)

indica quanto tipica la nostra ipotesi (ovvero la

misura di quanto spesso quel genere di evento prevede quel genere di spiegazione invece che qualche altro).

 P(e |h.b) indica quanto attesa l'evidenza se la nostra ipotesi


vera.

 P( h|b) indica quanto atipica la nostra spiegazione.  P(e |h.b) indica quanto attesa l'evidenza se la nostra ipotesi non vera (ossia quanto probabile quel genere di evento rispetto ad altri nel caso l'ipotesi non sia vera). Questo calcolo si basa sulle probabilit della verit dell'ipotesi considerando la conoscenza di background (=dato tutto ci di cui si sa nora ), e considerando lo stato dell'evidenza. cruciale che questa equazione tenga in debito conto ipotesi alternative che sono coerenti con lo stato dell'evidenza, per non incorrere negli errori degli studiosi del Nuovo Testamento, rei di considerare solo l'evidenza a loro favorevole e trascurare il resto. Non che perno un buon storico non possa sbagliare, ma chiaro che gli studiosi di Ges sono colpevoli nora di aver trascurato spesso e volentieri quest'ultima condizione, e prova ne l'enorme proliferazione dei

207
vari Ges storici, e la palese incapacit di prendere una decisione denitiva sulla sua esistenza o meno.

Il ragionamento bayesiano incoraggia gli storici a considerare altre ipotesi che sono altrettanto prima facie plausibili, costringendoli ad essere il pi possibile trasparenti con le loro pretese mediante l'assegnazione di valori quantitativi. Per esempio, un certo studioso potrebbe essere il principale sostenitore della teoria x, che ha una probabilit del 72% di spiegare tutto lo stato dell'evidenza. Quando si impiega il Teorema di

Bayes comunque, lo stesso studioso realizza che la teoria y ha una probabilit dell'80% di spiegare lo stesso genere di evento. Allora, a quel punto, non pu pi nascondersi dall'inevitabile conclusione. Quando si usa il Teorema di Bayes, allo storico non

sar pi a lungo possibile far passare un'ipotesi meramente possibile per una che probabile, o addirittura quasi certa:

i numeri

semplicemente non possono mentire.

Carrier risponde a coloro che sono scettici in merito all'applicazione di un approccio matematico alla storia. La storia si basa sulle probabilit, che sono traducibili in numeri, anche quando i numeri non sono usati esplicitamente. Ad esempio, equiproba-

bile signica 50%, improbabile pu signicare 20%, davvero probabile pu signicare 95%, mentre pi che probabile pu signicare pi grande del 50%. Il Teorema di Bayes serve solo a rendere lo stesso processo pi trasparente:

cosa stato detto

nora solo intuitivamente ora pu essere valutato matematicamente.


Carrier spiega inoltre come tutte le valide metodologie storiche (Ad esempio l'argomento della miglior spiegazione , il rasoio di Occam o l'argomento del silenzio ) gi si conformano al Teorema di Bayes oppure gi si possono sostituire col Teorema di Bayes (riducendosi ad esso), mentre le metodologie storiche che

208

APPENDICE A.

IL TEOREMA DI BAYES PI FORTE DI GES

non si possono tradurre in termini bayesiani sono guardacaso proprio quelle che non sono logicamente valide. Sarebbe dopotutto davvero dicile convincere uno storico competente che considerare ipotesi alternative non a priori una buona metodologia storica. Carrier allora, nel capitolo 5 di Proving History, usa i metodi bayesiani per mostrare che i criteri di autenticit usati per autenticare i detti o le azioni di Ges sono o invalidi, o usati scorrettamente, oppure soppiantati dal calcolo bayesiano. I metodi bayesiani dunque sono utili per confrontare obiettivamente ipotesi plausibili dierenti e quindi possono rivelarsi davvero promettenti negli studi su Ges. Carrier ha comunicato che il suo libro accademico in via di pubblicazione nel 2014 (intitolato On the Historicity of Jesus ), dove applicher il metodo bayesiano all'annosa questione della storicit di Ges, concluder che molto probabilmente Ges non esistito . Non posso quindi che terminare questa mia breve introduzione al mito di Ges esortando il lettore alla lettura di quel libro!

richardcarrier.info/BooksbyRichardCarrier.html#OHJ

3 Sar

pubblicato

tra

breve

dalla

prestigiosa

casa

editrice

Sheeld-Phoenix,

http://www.

Il Ges che non fu mai


Non pretendo di aver dimostrato che Ges non mai esistito, ma spero solo di aver dato ampie giustificazioni del perch a mio avviso ragionevole, per nulla insensato  o da iperscettici , pensare cos. Una vera dimostrazione della a-storicit di Ges di Nazaret verr, ne sono certo, col volume di Richard Carrier in via di pubblicazione, On the Historicity of Jesus (se quel libro stato gi pubblicato mentre scrivo, non posso che raccomandarne caldamente la lettura). Per il momento, spero solo di aver illustrato, sia pure in forma embrionale ma non superficiale, dove l'evidenza dei fatti rende pi accettabile sul piano logico l'ipotesi di un Ges originariamente mitico e, solo pi tardi, preso per storico o deliberatamente venduto come tale, rispetto all'ipotesi tradizionale di un Ges storico poi miticizzato. Ovviamente, chi non riesce a immaginare e tantomeno a convivere con la concreta possibilit di un Ges mai esistito, dovrebbe smentire uno per uno gli argomenti qui addotti, possibilmente portando a sua volta contro-argomenti pi forti, e non semplicemente elusivi. Se invece il mio ipotetico lettore apprezza quanto letto, spero che non per questo si risolva in un riconoscimento secco e definitivo (e quindi tanto pi acritico) del mio pensiero, ma che si mantenga, alla fine, su una pi interlocutoria posizione agnostica : non so davvero (sinora), se Ges sia esistito o meno. Cos, in attesa di apprendere migliori argomenti ben pi chiarificatori di quelli finora da me modestamente illustrati, sarebbe meglio coltivare il legittimo e sacro strumento del Dubbio. Per il fine che mi sono prefisso, gi abbastanza aver convinto che l'esistenza della chiesa, per ben 2000 anni, sebbene di certo aiutata dalla sua insistenza su un Ges storico, pu essere spiegata senza quell'ipotesi. Esiste la concreta possibilit (ancor pi dopo aver letto il libro di Carrier) che alla domanda: Ges diverso da Osiride, da Attis, da Buddha, perch fu storico? la risposta sar: Ges unico solamente perch

NECESSARIO CHE GES FU STORICO .


209

210

APPENDICE A.

IL TEOREMA DI BAYES PI FORTE DI GES

Si tratta di una differenza fondamentale. Il vero motivo del perch i cristiani sono cos attaccati ad un Ges storico questo: se Ges non fosse storico, egli sarebbe privo di significato, ed impossibile per lui essere privo di significato, perch egli pieno di significato per me . Perci egli storico. Ai cristiani che la pensano in questo modo, consiglierei, in tutta onest, di riflettere sulla profonda osservazione di un teologo mariano sui fatti di Medjugorje, e di applicarle direttamente alla loro concezione di Ges di Nazaret. Non so se, all'inizio, la Madonna ci fosse davvero, a Medjugorje. Ci che constato, vedendo queste folle devote che l'hanno invocata e l'invocano da pi di trent'anni, ci che vedo che ora c', che non pu non esserci. La chiesa rimane dunque senza uno iota di prova tangibile per sostenere la sua pretesa di un Ges storico. Nonostante i disperati tentativi dei teologi travestiti da storici di provare il contrario, aveva ragione un miticista del passato 4 a sintetizzare la situazione cos efficacemente: La storicit di Ges un articolo di fede. La storia e l'esistenza della Chiesa possono provare che Ges fu storico? No. In realt rivelano che la teologia su Ges non proveniva da un fondatore storico ma fu il risultato di secoli e secoli di sviluppo teologico, basato sulla reazione alle eresie popolari. Il risultato finale, piuttosto che una visione chiara e comprensibile di Ges, la perdurante impossibilit di un eterno mistero: un uomo-dio divino-ma-umano, con due nature che sono distinte ma totalmente unificate, due volont che sono separate ma sempre concordi, due corpi che sono carne e non carne, un essere che esiste dall'eternit ma fu generato da Dio e nato nella carne. difficile non nutrire, come impressione generale, il leggero sospetto insinuato da simili dogmi sulla vera natura dei cristiani: ciechi che

guidano altri ciechi.

4 P.

L. Couchoud.

211
ormai entrato a far parte del sapere comune attribuire all'imperatore Costantino la responsabilit di aver fuso il cristianesimo con un potente apparato statale. Da allora, il cattolicesimo fu inestricabilmente intrecciato con il potere, e consumato in ultima istanza dalla brama di potere, con gli inevitabili problemi che ne sarebbero derivati. Problemi vividamente descritti nelle parole provocatorie di Fedor Dostoewskij, tratte da I fratelli Karamazov, e messe in bocca al Grande Inquisitore: In silenzio essi moriranno, in silenzio si estingueranno nel nome Tuo, e oltre tomba non troveranno che la morte. Ma noi manterremo il segreto, e per la loro stessa felicit li culleremo nell'illusione di una ricompensa celeste ed eterna. Ma se, come pensano i miticisti, Ges fu in origine un'entit interamente celeste e nel primo secolo della nostra era alcuni cristiani decisero di antropomorfizzare quell'entit, non esitando a dare al loro personaggio inventato la solenne biografia che leggiamo nei vangeli; se dunque la religione cristiana, fin dal suo inizio, stata costruita attorno ad una falsit centrale  l'impressionante invenzione della sua figura principale, un'invenzione che precedeva di parecchio Costantino , allora quei problemi, e quei sospetti, risalgono alle vere origini del cristianesimo.

Giuseppe Ferri, Marzo 2014.

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