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RELAZIONE(Parte introduttiva) Energy Harvesting

Lenergy harvesting il processo per cui lenergia proveniente da sorgenti alternative, ossia da tutte quelle sorgenti comunemente disponibile nellambiente, viene convertita in energia elettrica attraverso lutilizzo di appositi dispositivi. Le principali fonti di energia utilizzabile sono: Energia meccanica: da fonti quali vibrazioni, sforzi e deformazioni meccaniche; Energia termica: da forni, stufe e fonti dattrito; Energia elettromagnetica: da induttori bobine e trasformatori; Energia naturale: dallambiente come il vento, il flusso dacqua, le correnti oceaniche e il solare; Corpo umano: ovvero combinazione di energia meccanica e termica naturalmente generata da bio-organismi attraverso azioni semplici come camminare; Altro: da fonti chimiche e biologiche.

Si parla tuttavia di milliwatt(mW), quindi fonti di energia elettrica del tutto limitate. Tuttavia la tecnologia moderna, in particolare nei processi produttivi, orientata sempre alluso di dispositivi a bassa potenza e per questo sono nati componenti elettronici in grado di autoalimentarsi. Queste minime quantit di energia vengono sfruttate e gestite al meglio, ad esempio accumulate tramite dei condensatori e convertendole in varie tensioni tramite convertitore step-up; questo sufficiente ad alimentare dispositivi portatili come sensori wireless. I recenti sviluppi tecnici e le sempre pi avanzate conoscenze sulla teoria dei microprocessori hanno inoltre permesso di migliorare lefficienza di tali dispositivi nel catturare queste forme di energia e nel trasformarle in energia elettrica. Un sistema di raccolta di energia necessit schematicamente di tre componenti: Un dispositivo di conversione dellenergia (ad esempio nel caso in esame un elemento piezoelettrico che pu trasformare energia meccanica in elettrica); Un modulo energy harvesting che cattura, immagazzina e gestisce la potenza del dispositivo; Una rete di sensori o dispositivi di controllo e monitoraggio.

Attualmente si stanno cercando di sviluppare sistemi energy harvesting con tecnologia MEMS. Lapplicazione pi interessante quella delle reti di sensori, ovvero un sistema di dispositivi elettronici autonomi in grado di registrare dati dallambiente circostante e di interconnettersi tra loro. Le applicazioni delle reti di sensori sono molteplici e in diversi ambiti: Militare:sorveglianza del campo di battaglia, riconoscimento di nemici, monitoraggio di forza alleate ecc.; Ambientale: monitoraggio delle foreste e del movimento degli animali, incendi ecc.; Agricolo: controllo del livello di pesticidi presenti dellacqua, ecc.; Quotidiano: automazione della casa. Commerciale: rilevamento del furto, controllo dellambiente in ufficio, ecc.; Medico-sanitario: monitoraggio di dati fisiologici, amministrazione ospedaliera.

Piezoelettricit
La piezoelettricit la capacit di particolari materiali di polarizzarsi elettricamente se sottoposti a deformazioni meccaniche. La parola piezoelettricit, etimologicamente sta per elettricit dovuta ad una pressione. Leffetto piezoelettrico venne scoperto dai fratelli Jacques e Pierre Curie nel 1880, i quali osservarono che alcuni cristalli deformati meccanicamente si polarizzano elettricamente e che il grado di polarizzazione proporzionale alla deformazione applicata. Al contrario, questi materiali si deformano se sottoposti a un campo elettrico. I materiali piezoelettrici possono trovarsi in diverse forme fra cui singoli cristalli (es. quarzo), piezoceramiche (es. zinconato titanato di piombo o PZT), materiali polimerici o lamine sottili. Questi materiali hanno solitamente propriet anisotrope, infatti la loro risposta dipende dalla direzione di applicazione della forza, dalla direzione di polarizzazione del materiale stesso e dallorientamento degli elettrodi. Utilizzando la notazione tipica per i materiali piezoelettrici (Ardito et al. 2012, Webber et al. 2006), la descrizione matematica del problema elettro-meccanico necessit delle relazioni costitutive che tengono conto dellaccoppiamento dovuto alleffetto piezoelettrico:
Tij cijkl Skl emij Em
s Di eijkl Skl ij Ej

Dove Skl e Tij sono rispettivamente i tensori delle deformazioni e degli sforzi, cijkl la matrice di rigidezza elastica, emij la matrice di accoppiamento piezoelettrica, Em le componenti del campo elettrico, ijs il tensore dielettrico e Di il vettore di spostamento elettrico. La prima espressione descrive la legge costitutiva lineare elastica in cui compare il termine di accoppiamento piezoelettrico, mentre la seconda descrive la legge costitutiva elettrica in cui compare il termine di accoppiamento elastico. I generatori piezoelettrici sfruttano rispettivamente il coefficiente e33 nel caso di deformazione applicata ortogonalmente agli elettrodi, il coefficiente e31 con deformazione parallela agli elettrodi, il coefficiente e51 nel caso di scorrimento angolare, come riportato in figura.

Di solito nel caso di film di materiale piezoelettrico o di elementi piezoelettrici incollati su dei substrati, laccoppiamento lungo la direzione trasversale (modo 31). Altri parametri importanti per descrivere il livello di attivit piezoelettrica di un materiale sono il coefficiente di accoppiamento elettro-meccanico k e il coefficiente di efficienza (Priya 2007). Il primo descrive lefficienza con la quale il dispositivo converte lenergia meccanica in elettrica, il secondo legato al fattore di qualit Q del generatore e al coefficiente di accoppiamento k e pu essere espresso come:

k2 2(1 k 2 ) 1 k2 Q 2(1 k 2 )

Dove Q il fattore di qualit che risulta pari a:


Q 1 2

Con fattore di smorzamento che dipende dalla frequenza propria , dalla massa m e dal coefficiente di smorzamento c del sistema:

c 1 m 2

Le propriet piezoelettrica cambiano in base allet del materiale, allo sforzo applicato e alla temperatura. La variazione delle propriet del materiale in base allet dipende dal metodo di produzione e dal tipo di materiale stesso. Il processo di invecchiamento del materiale accelerato dalla quantit di sforzo applicatagli. Per quanto riguarda linfluenza della temperatura un materiale piezoelettrico perde le sue propriet piezoelettriche sopra il punto di Curie.

Dispositivi Flow Energy Harvesting


Come detto in precedenza le fonti di energia utilizzabili sono ampie e diverse. Nel caso in esame verranno analizzati i dispositivi Energy harvesting che catturano e trasformano lenergia naturale come il flusso del vento o dellacqua, o anche le correnti oceaniche ecc. In letteratura sono presenti varie proposte di dispositivi Energy harvesting basati sulle tecnologia tradizionali a turbina, ovviamente in scala ridotta, (Federspiel et al, Howey et al) tuttavia queste soluzioni presentano degli indubbi svantaggi riguardo lutilizzo di componenti rotanti, in termini di fabbricazione e di manutenzione, per questo motivo si pensato di adottare dei dispositivi con materiali piezoelettrici. Weinstein et al.(2012) hanno presentato una tipologia di dispositivo in grado di convertire energia dai flussi generati dai sistemi di riscaldamento, ventilazione e di condizionamento, con una velocit del flusso che varia dai 2 ai 5 m/s-1. Lobiettivo degli autori era quello di ottenere una soluzione in grado di generare almeno una potenza dellordine dei 100 W (potenza necessaria per alimentare un sensore wireless). Per far ci stato adottato un dispositivo caratterizzato da un ostacolo cilindrico che genera una coppia di vortici, i quali a loro volta eccitano una pinna collegata ad una striscia di materiale piezoelettrico che deformandosi converte lenergia meccanica in elettrica(Figura 1 e 2).

Figura 1: schematizzazione della soluzione proposta da Weinstein et al.

Figura 2: Dispositivo realizzato da Weinstein et al. Le analisi preliminari effettuate dagli autori attraverso degli opportuni modelli numerici hanno mostrato che la potenza di 100 W viene ampiamente garantita da una soluzione del genere, perci in figura 2 presentato un prototipo ottimizzato dello schema riportato in figura 1 . Attraverso delle opportune prove sperimentali si osservato che per quattro diverse configurazioni, in grado di ottimizzare il dispositivo per le velocit di 2.2 m/s-1, 3.2 m/s-1, 3.5 m/s-1, 4.7 m/s-1, si ottengono delle potenze ben superiori ai 100 W, raggiungendo lordine dei mW per velocit superiori ai 4 m/s-1. Gao et al.(2013) hanno proposto un dispositivo Energy harvester basato su una mensola in materiale piezoelettrico con un cilindro in sommit. Il flusso mette in vibrazione il cilindro che a sua volta deforma la mensola in piezoelettrico che come descritto in precedenza converte lenergia meccanica in elettrica. La vibrazione indotta dal fluido causata sia dai moti turbolenti generati dal flusso attorno e lungo il cilindro, sia dal distacco dei vortici sulla superficie del cilindro stesso. In particolare questultima componente fa si che quando un vortice si distacca da un lato del cilindro, si genera una differenza di pressione tra questo lato e lopposto che causa una rete di forze perpendicolari alla direzione del flusso. Il cilindro vibra soggetto alla serie di forze alternate sui suoi due lati. La frequenza di questo fenomeno data dalla formula:
fs SU D

Dove fs la frequenza, S il numero di Strouhal, U la velocit del flusso e D il diametro del cilindro. Quando la frequenza fs si avvicina alla frequenza propria del cilindro si ha il fenomeno del lock-in, essenzialmente il cilindro viene posto in risonanza. Al di fuori della regione di lock-in, ovvero quando le due frequenze sono differenti il contributo dominante viene dato dai moti turbolenti. Gli autori hanno testato 3 dispositivi identici con lunica differenza rappresentata dalla dimensione del diametro del cilindro posto in sommit alla mensola in piezoelettrico, la lunghezza del PZT di 31 mm e la larghezza di 10 mm, mentre la lunghezza del cilindro sempre di 36 mm con un spessore di 0.2 mm. Nella figura viene riportato il modello e il dispositivo testato.

Conoscendo la frequenza propria del cilindro possibile valutare quale sia la velocit media del flusso che generi il fenomeno del lock-in (riportati nella tabella). I dispositivi sono stati testati con un flusso laminare e turbolento ottenendo delle potenze di picco che variano dai 10 ai 30 W. Hobbs et al.(2012) hanno pensato ad un dispositivo Energy harvester in grado di produrre energia elettrica con un potenza dellordine dei W. Il dispositivo caratterizzato da quattro cilindri in serie, allineati lungo la direzione del flusso. Alla base dei cilindri sono collegati dei dischi in piezoelettrico.

I dati sperimentali condotti dagli autori mostrano che per flussi a bassa velocit con un rapporto tra la frequenza del distacco dei vortici e la frequenza propria del cilindro che varia da fs/fn=0.8-1, tutti i cilindri producono una potenza simile intorno ai 4W, per flussi a media velocit ((fs/fn=1.2-1.4) il terzo cilindro presenta un picco di potenza con un ordine di grandezza maggiore rispetto agli altri, mentre per flussi a velocit pi elevata (fs/fn>1.4) il quarto cilindro diventa predominante. Il picco di potenza globale si presenta per un rapporto fs/fn=1.6. Il lavoro di Hobbs et al. ha mostrato come lutilizzo di un solo cilindro non sia una soluzione ideale, infatti come gi detto in precedenza sono il terzo e il quarto cilindro ad assumere unimportanza rilevante in termini di potenza generata(30 W). Abdelkefi et al.(2012) hanno sfruttato le vibrazioni indotte dal distacco dei vortici sulla superficie di un cilindro, il quale come nei casi precedenti collegato a dei trasduttori piezoelettrici che convertono lenergia meccanica in elettrica.

In figura viene schematizzato il modello studiato dagli autori. Sono state effettuate delle analisi dinamiche lineari e non lineari su due modelli differenti in termini di massa e smorzamento, valutandone gli effetti in termini di potenza generata.

I risultati dimostrano come il primo sistema, con massa minore e perci frequenza propria pi elevata, presenta una velocit ottimale del flusso maggiore rispetto al secondo e allo stesso tempo unefficienza considerevole in termini di potenza generata, per tutti i valori di resistenza considerati.

E importante notare che allaumentare della resistenza aumenta la velocit ottimale del flusso e allo stesso tempo il valore della potenza generata. Dalle analisi gli autori hanno ottenuto che il primo modello per una resistenza di R=102, presenta una velocit ottimale di circa 2 m/s con una potenza generata dellordine dei 100W, mentre per una resistenza di R=106, si ha una velocit ottimale di circa 3 m/s con una potenza generata dellordine dei 1000W (un ordine di grandezza in pi rispetto alla precedente), per quanto riguarda il secondo modello invece si ha una potenza dellordine dei 10 W con una resistenza di R=5102 e dei 200W con una resistenza di R=106 .

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