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Cronache 19
Le immagini
Foto di gruppo Nella pagina Facebook su Concorezzo
leva su conoscenza condivisa e senso di appartenenza. Questo, sommato ai contenuti leggeri mescolati a qualche stereotipo, spiega il successo del fenomeno. Solo italiano? No, ma probabilmente da noi funziona meglio che altrove: in fondo il fenomeno del campanilismo tipicamente nostro, spiega Donato Carriero, head of strategy dellagenzia di Internet pr Hagakure. Lo conferma anche Vincenzo Cosenza, social media strategist della societ BlogMeter: Il social si evoluto, da piattaforma di racconto della propria esistenza a luogo di incontro tra persone che fanno parte della stessa collettivit. Che si tratti di una citt, un quartiere o addirittura una strada. Un utilizzo che rimanda alle origini stesse del social, lanciato ormai dieci anni
Comera Bambini in divisa scolastica, bande comunali, paesaggi: cos si rivede comera la vita
ne nel cassetto e spesso non ricorda nemmeno di avere. Come successo a Franco Tolloi, 51 anni, che sul gruppo Sei di Villesse se condivide foto di momenti di vita comune del paese friulano, dalle prove della banda parrocchiale alle feste del patrono. Non le tiravo fuori da anni,
In Brianza A Concorezzo gli iscritti hanno organizzato una festa, si sono visti e ora gestiscono la Pro loco
fa: Fb nato proprio come strumento di rafforzamento delle relazioni pi che di scoperta di nuovi profili, continua Cosenza. Il prossimo passo, per i gruppi Sei di se potrebbe essere quello di passare dal ricordo allazione, magari facendo rivivere un centro con momenti di incontro. Cos successo a Sei di Concorezzo se, gruppo di una cittadina brianzola di 15 mila abitanti: stato fondato nel giugno scorso, a luglio i circa 2 mila membri si sono riuniti per una festa (lo scopo? Conoscersi anche fuori dal web), oggi i fondatori hanno preso in mano la Pro loco. Il gruppo su Fb esiste ancora ma, spiega il fondatore Simone Visentin, non si utilizza pi per condividere ricordi ma piuttosto per commentare lattualit e discutere di ci che succede ogni giorno nel nostro paese.
ILLUSTRAZIONE DI GUIDO ROSA
Lalpinista bergamasco
Greta Sclaunich
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Germania Il lavoro inventato da un berlinese di 33 anni: Insieme alle partite o a Natale, gli parlo da uomo. La sociologa: Ma non chiamiamolo padre
Ravenna
me, che trovo rischiosa: il pap in affitto non si assume, giustamente, tutte le responsabilit connesse alla genitorialit. E se poi cambiasse lavoro?. Valentina Dess, docente al Politecnico di Milano, sta crescendo da sola il suo bambino di quattro anni. Anche lei resta interdetta sulla scelta del nome. Mi sembra fuorviante, non creerei confusione. E non mi piace neppure che mio figlio diventi grande pensando che sia sufficiente pagare per avere il surrogato di qualsiasi cosa. Al contrario, non discuto su quanto sia importante che abbia una figura di riferimento maschile e allora va bene un professionista come quello raccontato dalla Bild , chiamandolo diversamente.
Per la psicologa dellet evolutiva Tilde Giani Gallino, tuttavia, quello del nome non laspetto pi importante. Basta che la madre parli molto chiaramente con il figlio e gli spieghi ogni cosa: chi si prende cura di lui qualcuno di molto importante, un amico di famiglia, ma che non rester per sempre. Sullo specifico delliniziativa berlinese, poi, conclude: Non mi sembra una cosa cos straordinaria, semmai esce dalle nostre abitudini, dalle immagini tradizionali con le quali siamo stati educati. Ma un uomo pu svolgere perfettamente il lavoro che un tempo veniva affidato alla balia. Tante volte i bambini si affezionavano pi a lei che ai genitori.
Elvira Serra
@elvira_serra
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