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ARTE CRISTIANA
LE DATE
0
30-33
33
34
40-60
60-100
ll SEC.
313
330
380
400-550
528
NACITA DI GESU A BETLEMME
MISSIONE EVANGELIZZATRICE DI GESU IN PALESTINA
MORTE E RESSURREZIONE DI GESU
INIZIANO I VIAGGI DEGLI APOSTOLI NEL MONDO PER DIFFONDERE LA
PAROLA DI GESU
GLI INSEGNAMENTI DEL CRISTIANESIMNO ARRIVANO A ROMA : INIZIANO LE
PERSECUZIONI.
SAN PIETRO E SAN PAOLO MUOIONO A ROMA
MATTEO, MARCO, LUCA E GIOVANNI SCRIVONO IL VANGELO
PRIME ICONOGRAFIE CRISTIANE NELE CATACOMBE
EDITTO DI MILANO DI COSTANTINO : I CRISTIANO SONO LIBERI DI
PROFESSARE IL LORO CULTO
INIZIANO LE COSTRUZIONI DELLE PRIME CHIESE
COSTANTINO FONDA LA NUOVA CAPITALE DELLIMPERO DORIENTE :
COSTANTINOPOLI
EDITTO DI COSTANTINOPOLI DI TEODOSIO : IL CRISTIANESIMO E
DICHIARATO UNICA RELIGIONE DELLIMPERO
NASCITA DEL MONACHESIMO IN ORIENTE ED IN OCCIDENTE (EREMITI E
CENOBITI)
SAN BENEDETTO FONDA IL MONASTERO DI MONTECASSINO E LORDINE DEI
BENEDETTINI AI QUALI E DATA LA REGOLA : Ora et Labora
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LEDITTO
ut daremus et Christianis et omnibus liberam potestatem sequendi religionem quam quisque
voluisset
e che fosse giusto dare ai Cristiani e a tutti gli altri la libert di seguire la religione che a ciascuno
apparisse preferibile
Con leditto dellimperatore Costantino (313) si pone fine alle persecuzioni dei cristiani.
Nasce cos lesigenza da parte dei cristiani di erigere nuovi luoghi di culto che sostituiranno le
catacombe e le case private utilizzate per riunioni religiose.
Prima della liberalizzazione del culto cristiano (313 d.C. Editto di Costantino) il cristianesimo trova
diffusione in forma clandestina e subisce le persecuzioni da parte dellautorit imperiale. Quando San Paolo
arriva a Roma nel 61 d.C. trova gi una comunit cristiana organizzata, alla quale appartengono adepti
delle classi sociali economicamente pi depresse (plebei, militari e schiavi) ma alla quale partecipano
anche i ricchi, gli aristocratici, i proprietari terrieri, che mettono a disposizione le loro abitazioni come luogo
clandestino di culto : le DOMUS ECCLESIAE (casa dellassemblea).
Nelle citt si formano, cos, i TITULI, che sono simili alle moderne parrocchie. A Roma, nel IV secolo, se
ne contano ben 25. Oggi non ci sono pervenute che sporadiche testimonianze di queste chiese
domestichein quanto, in molti casi, durante il IV secolo, larea sulla quale esse sorgevano verr coperta
dalle basiliche.
La fede nella resurrezione del corpo porta i cristiani ad abbandonare la cremazione in favore
dellinumazione dei defunti in luoghi di sepoltura sotterranei.
Sia per i Cristiani che per i pagani di Roma esistevano 2 tipi di sepolcreti : le CATACOMBE e i CIMITERI.
Il termine Catacomba, in uso da IX secolo, deriva dal greco kata kimbas che significa presso le grotte, in
riferimento ad un luogo di sepoltura dove il terreno declina rapidamente verso un pendio sulla via Appia.
Le catacombe sono luoghi di pellegrinaggio dove si venerano i corpi dei santi fino al IX secolo quando , per
le continue traslazioni nelle basiliche, vengono abbandonate.
Nel III secolo la chiesa, ancora clandestina, divide la citt di Roma in sette regioni sovrintese da sette
DIACONI (dal greco diakonos =servo, ministro del tempio), e ad ognuna di queste regioni corrisponde,
fuori le mura, una zona catacombale.
A volte le Catacombe prendono il nome dei proprietari del terreno sotto cui si diramano le gallerie (per es. le
Catacombe di Priscilla), a volte quello dei martiri ivi sepolti.
Le gallerie, scavate in piani sovrapposti hanno una larghezza media di 80-90 cm. e una altezza di 2,50
metri.
Oggi queste gallerie sono chiamate ambulacri ma anticamente erano dette CRIPTAE, nome dato loro dai
FOSSORI , che erano gli operai addetti allo scavo.
A volte ai lati delle gallerie si aprono delle camere sepolcrali pi vaste, dette CUBICOLI (dal latino
cubiculum=camera, stanza da letto), che avevano forma poligonale, dove venivano inumati i cristiani pi
facoltosi o che avevano maggiore considerazione presso la comunit. Queste tombe, gli ARCOSOLI, sono
urne chiuse sormontate da un arco spesso decorato ad affresco.
I sepolcri sovrapposti sono detti LOCI od LOCULI, mentre PILA la sezione verticale della parete che li
contiene.
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CARATTERI :
- persistenza nelliconografia di soggetti
mitologici o di ispirazione bucolica
- dal IV secolo intento storico narrativo,
analogo ai fregi istoriati delle colone
celebrative e degli archi trionfali
- decorativismo, di cultura romana
ellenistica
LINGUAGGIO FIGURATIVO CRISTIANO
2 punti di ispirazione
CULTURA ORIENTALE - GIUDAICA CULTURA PAGANA
(tradizione greco-romana)
CARATTERI :
- illustrazione di fatti biblici senza mai rappresentare
la divinit.
- predilezione per le immagini simboliche, nel
rispetto dell anicoismo che seguiva i dettami del
divieto biblico : non avrai altro Dio fuori di me. Non
ti fare nessuna scultura n immagine delle cose che
splendono su nel cielo o sono sulla terra o nelle
acque o sotto la terra.
La consegna della legge fine IV secolo, mosaico
Abside Chiesa di Santa Costanza, Roma
Il Buon Pastore fine III-inizio IV secolo
Catacombe santi Marcellino e Pietro, Roma
Il termine Arte Paleocristiana si riferisce alle espressioni artistiche dei primi secoli del Cristianesimo. Il
prefisso PALEO, infatti, deriva dal greco e significa antico. Non si pu parlare, per, di arte
Paleocristiana prima del II secolo d.C. o linizio del III secolo, in quanto solo da questo periodo si
iniziano a trovare testimonianze artistiche di tipo pittorico e scultoreo propriamente cristiane.
Sulla durata del periodo, invece, gli storici tendono a dividere larte cristiana in due periodi : quello
TARDO ROMANO o COSTANTINIANO (III IV secolo d.C.) e quello BIZANTINO (met del IV VI
secolo d.C.).
Il mancato ritrovamento di opere darte precedentemente al II secolo stato spiegato da alcuni studiosi
con due ipotesi : la prima con il rifiuto dellarte per rispettare a pieno il secondo comandamento che
diceNon avrai altro Dio allinfuori di mee quindi evitare qualsiasi forma di idolatria. La seconda ipotesi
invece ritiene che non venivano realizzate opere darte perch associate alla cultura pagana.
ARTE FIGURATIVA CRISTIANA
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CARATTERI :
- prevale nei secoli che precedono lufficializzazione
del culto
- larte ha intento escatologico (dal greco
eskatos=ultimo; escatologia=dottrina delle cose
ultime
- tensione dellarte cristiana verso linfinito, che si
cerca di esprimere attraverso il simbolo, atto a
cogliere la realt metafisica (dal greco : t met t
physica =oltre le cose fisiche, appartenenti al
mondo della natura.
- il ricorso al simbolo lelemento che lega larte
cristiana primitiva con al tradizione giudaica e il
divieto di rappresentare le divinit.
- allude al destino delluomo dopo la morte
LINGUAGGIO FIGURATIVO CRISTIANO
2 forme espressive
NARRAZIONE
dopo il 313 d.C.
SIMBOLISMO
prima del 313 d.C.
- Riprende i caratteri dei bassorilievi degli archi di
trionfo e delle colonne celebrative.
DAL IV SECOLO FORMA SIMBOLICA E FORMA
NARRATIVA PROCEDONO PARALLELAMENTE E
SARANNO ALLA BASE DI TUTTA LARTE
CRISTIANA, CHE SUCCESSIVAMENTE SAR
ORIENTATA VERSO LA RAPPRESENTAZIONE
DELL INVISIBILE ATTRAVERSO I VISIBILE.
Le forme SIMBOLICHE e NARRATIVE sono le due forme espressive proprie dellarte cristiana primitiva. Nei
secoli che precedono lufficializzazione del culto prevale la forma simbolica, successivamente al 313 d.C. la
forma simbolica e narrativa procederanno parallelamente ed assieme saranno la base di tutta larte cristiana
successiva, orientata verso la rappresentazione dellinvisibile attraverso il visibile.
Nellet tardo antica la spiritualit pagana di matrice ellenica, legata al culto delle divinit olimpiche, andava
perdendo di importanza come testimonia la convivenza in Roma di culti misterici orientali con a religione
ufficiale.
In questo contesto la spiritualit cristiana apporta una nuova tensione verso linfinito che larte cerca di
esprimere attraverso il simbolo, atto a cogliere una realt metafisica. Il ricorso al simbolo inoltre determinato
dal legame che larte cristiana primitiva mantiene con la tradizione giudaica e con il relativo divieto di
rappresentare la divinit.
Successivamente ai simboli ed alle allegorie del Cristo come il Buon Pastore si affiancano le raffigurazioni
dirette della sua persona : il Cristo imberbe, il Cristo tra gli Apostoli, il Cristo barbato o il Cristo del banchetto
eucaristico.
Liconografia cristiana, quindi, pi che usare immagini nuove, recupera le stesse immagini della tradizione
pagana preesistente ma attribuendole nuovi significati.
Si tratta di una operazione semantica (di attribuzione di significato).
Il motivo di questa acquisita libert di rappresentazione dellimmagine di Dio insita nella natura stessa del
Cristo, che insieme divina ed umana. Cristo si incarnato , entrato nella storia, partecipe della
corporeit e del puro spirito. L umanoe il divinosi compenetrano e possono convivere in una forma
rappresentabile : E iol verbo che si fatto carne, e abit fra noi, e noi fummo spettatori della sua gloria
(Giovanni 1, 9-14).
Limmagine viene perci riabilitata, in funzione della trasmissione del messaggio evangelico, come strumento
della narrazione dei fatti salienti della vita del Cristo.
Va aggiunto anche che dopo lEditto di Costantino del 313 d.C. cresce limportanza della forma narrativa della
vita del Cristo e con ladesione degli imperatori alla fede cristiana la politica celebrer lImpero attraverso la
glorificazione del Cristo. Cos il sodalizio tra Impero e Chiesa diventer sempre pi stretto ed in particolare
quando, dal V secolo in poi, la cristianit sar eletta a baluardo del mondo civilizzatocontro barbari invasori.
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LICONOGRAFIA DEL PRIMO CRISTIANESIMO
Il Buon Pastore Catacombe Santi
Marcellino e Pietro fine III inizi IV
secolo.
Il Buon Pastore
Caratteristica del repertorio iconografico dei primi secoli del cristianesimo lo sfruttamento di alcuni elementi
del mondo pagano (precristiano) presi a prestito e adattati per esprimere insegnamenti cristiani.
Il BUON PASTORE con la pecora sulle spalle rappresenta Cristo salvatore che reca sulle spalle lanimache
ha salvato. Questo un simbolo frequentemente usato negli affreschi, nei rilievi dei sarcofagi, nei mosaici ed
anche sulle tombe come incisione.
LA FIGURA DEL CRISTO
liconografia cristiana dei primi secoli usa due tipi di immagini : le IMMAGINI
SIMBOLO e le IMMAGINI NARRATIVE. Le prime sono caratterizzate dalla
brevit del messaggio trasmesso e sono quelle pi frequentemente usate
negli affreschi delle catacombe e sui sarcofagi. Queste immagini hanno lo
scopo di risultare immediatamente intelligibili a chi le osserva. Esse non
descrivono gli avvenimenti ma li suggeriscono attraverso un processo di
semplificazione che le rende comprensibili al cristiano dellepoca.
Orfeo
Per ritrarre le sembianze del Cristo si ricorre alle iconografie codificate della mitologia greco-romana.
In questo caso il riferimento Orfeo che incanta le bestie con la sua musica.
In altri casi la figura di Apollo.
Il pesce
Cristo viene identificato anche con il simbolo del pesce, il cui nome in greco IXOYE (pesce) un acrostico
dellespressione greca Ges Cristo, figlio di Dio Salvatore . Si tratta di un acrostico in cui le lettere che
formano la parola pesce sono le iniziali delle parole greche che compongono questa espressione.
Il pesce con il paniere indica lEucaristia e ricorda il miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci
LULTIMA CENA
Il soggetto dipinto nella catacomba di San Callisto esemplifica la continuit esistente tra liconografia pagana e
quella cristiana. La scena, che allude al banchetto eucaristico, offre evidenti affinit con la rappresentazione
del banchetto allestito dai congiunti per celebrare il defunto, secondo una consuetudine pagana tollerata dalla
chiesa fino al V secolo.
Le scene di banchetti richiamano lepisodio evangelico dellultima cena e anche l AGAPE, la cena rituale a cui
partecipavano i primi cristiani per commemorare quellevento.
LA CROCE
E dato dallunione delle due lettere iniziali del nome di Cristo in lingua ed alfabeto greci, la X e la P, inserite
in una corona dalloro o di un clipeo in segno di vittoria.
La croce lo strumento e il simbolo della passione di Cristo. Nella prima iconografia cristiana la si pu
trovare sotto varie forme : quella dellancora,in quella dellalbero di una imbarcazione incrociato dalla barra
che regge le vele, in quella del delfino trafitto dal tridente, nella forma di uccello volante. LAlfa e lOmega, la
prima e lultima lettera dellalfabeto greco, significano che Cristo linizio e la fine di tutte le cose.
Lancora si trasforma in un simbolo di salvezza, immagine dellanima che ha raggiunto il porto sicuro
delleternit, ma rimanda anche alla croce.
Poteva rappresentare un taglio trasversale, simboleggia la croce e la salda certezza della fede.
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LA PIETAS
La nozione di pietas manifestata dallimmagine simbolo dellorante, cos come avveniva nella tradizione
pagana.
Oltre alla pietas le figure degli oranti rappresentavano il simbolo della croce attraverso il proprio corpo quando
pregavano rivolti ad est con le braccia distese in figura di oranti, che un altro tema ricorrente nelle pittura
catacombali
Il sarcofago rappresenta ai lati episodi della vita del profeta Giona ed una scena battesimale preceduta dal
Buon Pastore, sulla lastra frontale, un orante ed un filosofo. Queste due figure, di origina pagana, sono
interpretate dalla critica quali personificazioni delle principali virt stoiche, a Filantropia e la Piet.
LOrante , in un primo tempo, simbolo della preghiera e della salvezza; successivamente tale figura
acquister m,maggiore rilievo in quanto non sar solo la personificazione di un concetto (es. la salvezza)
ma il simbolo dellanima del defunto del quale, talora riproduce le sembianze.
Nel dettaglio si pu notare che il volto dellorante appena abbozzato in attesa di essere rifinito con le
sembianze del defunto.
Sarcofago con filosofo, orante,
Giona e Buon Pastore
260-280 - Santa Maria Antiqua, Roima
LA FENICE
La Fenice, mitico uccello dArabia che secondo la credenza degli antichi, dopo un
dato numero di secoli risorge dalle sue ceneri, diventa il simbolo della
resurrezione.
GIONA
Il tema di Giona testimonia particolarmente bene quellintersezione tra le culture pagana e cristiana,
elaborate in questi secoli. Il tema molto frequente nellarte funeraria cristiana primitiva. La storia narra che
Giona aveva riceve lordine di predicare nella citt di Ninive, ma lui preferisce imbarcarsi suscitando lira del
Signore che, in conseguenza della disubbidienza, scatener una tempesta.
Lequipaggio della nave, avendo ritenuto che era lui la causa del naufragio lo getta in mare dove, il profeta,
viene ingoiato da un serpente marino, nel ventre del quale rimarr per tre giorni. Lintervento divino lo salva
ed egli decide di tornare a Ninive. Dopo aver redento la citt Giona si riposa in campagna, sdraiato
allombra di un grande ricino che Dio ha fatto germogliare per lui.
Liconografia cristiana di solito rappresenta gli episodi di Giona gettato in mare, vomitato dalle fauci del
serpente marino e, poi, disteso sotto la pianta di ricino.
I tre temi che liconografia cristiana di solito narra sono : Giona gettato in mare; Giona vomitato dalle
fauce del serpente marino e Giona disteso sotto la pianta di ricino.
Il significato di queste immagini, di cui Giona linconsapevole interprete come altri personaggi
dellAntico Testamento, vuole richiamare la morte e la resurrezione di Cristo e lintervento di Cristo in
favore dei fedeli.
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LARTE CRISTIANA TRA IL III E IL IV SECOLO
Le arti figurative cristiane, nei primi secoli del loro sviluppo, mostrano di non voler limitarsi alla
rappresentazione della realt fisica, ma di cercare di suggerire una realt che trascende il mondo naturale,
pi spirituale.
Da questo indirizzo nasceranno delle immagini che si allontaneranno dalla puntuale descrizione delle cose
reali. In questo periodo lo sviluppo artistico osciller tra liniziale realismo di matrice romana, il successivo
allontanamento dal naturalismo verso forme simboliche e, intorno al V secolo, il recupero della tradizione
classica.
I primi documenti dellarte cristiana risalgono al III secolo in quanto nei primi due secoli i cristiani si attennero
al divieto giudaico di rappresentare al divinit. Gli esempi pi consistenti della pittura parietale sono
conservati nei luoghi di sepoltura. Solo a partire dal IV secolo la decorazione parietale a mosaico si
diffonder nelle basiliche.
Inizialmente nelle loro opere i Cristiani si rifanno stilisticamente al naturalismo ed al decorativismo di origine
greco romana. Se confrontiamo laffresco degli Uccelli delle Catacombe di Pretestato con la Starna e
fruttiera notiamo come la scelta del tema, i soggetti rappresentati e i dettagli naturalistici confermano la
matrice romana delle opere cristiane. Allinterno di questa similitudine, per, si possono cogliere delle
differenze stilistiche. Laffresco cristiano mostra un tratto pittorico pi rapido e schemi compositivi pi rigidi.
Starna e fruttiera
I sec.
Basilica di S. Sebastiano
Uccelli
prima met del III sec.
Catacomba di Pretestato
Questa rapidit disegnativa molto evidente nella Samaritana in San Callisto. Se confrontata con gli
Uccelli della Catacomba di Pretestato si pu notare come il tratto pittorico sia schizzato, quasi
impressionistico. Con questo termine (che si riferisce alla corrente pittorica francese della fine 800,
denominata Impressionismo) si intende una stesura pittorica veloce ed abbreviata, ottenuta con
pennellate rapide e senza i passaggi di tonalit intermedie di colore. Con questa tecnica la forma viene
suggeritapi che descritta dettagliatamente e ci avviene, dal punto di vista esecutivo, con la
sostituzione del disegno accurato con le macchie di colore e il tratto veloce.
Larte cristiana, nei primi secoli si ispira frequentemente ai motivi della romanit e ci lo si pu notare,
ad esempio, nel Banchetto Eucaristico, presso le Catacombe dei SS. Pietro e Marcellino. L agape
della tradizione pagana (agap, in greco, significa carite, per estensione, convito fraterno)
nelliconografia cristiana diventa commemorazione dellultima cena di Cristo, secondo una usanza
diffusa nel costume cristiano tra il II e il III secolo.
Anche in questo affresco la resa sintetica e la fluidit di movimento delle figure intervengono in modo
originale sulla tradizione classica preesistente.
Cristo e la Samaritana
prima met III sec.
Catacomba di San Callisto
Roma
Banchetto eucaristico fine III secolo
Catacombe dei SS.
Pietro e Marcellino, Roma
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Lo stesso avviene nel sarcofago di Baebia Hertofila nel quale rappresentata la moltiplicazione del panie
dei pesci, che richiama alla memoria liconografia dellUltima Cena.
In questo bassorilievo il segno rapido, pi attento alla resa espressivache alle proporzioni anatomiche
dei personaggi. La linearit prevale sugli intenti narrativi e sulla definizione illusionistica dello spazio. Ci
troviamo di fronte ad una sorta di abbreviazione formale che interessa la pittura come la scultura.
Cena eucaristico seconda met III secolo
Sarcofago di Baebia Hertofila -Roma
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Sarcofago IV secolo - Roma
Nei sarcofagi del III e IV secolo notiamo il progressivo passaggio dai modi della narrazione, assunti dallo
stile continuodei rilievi romani, e dalla condensazionedi pi episodi in un unico contesto, alla
presentazionedei singoli episodi.
Un chiaro esempio della sintesi dei diversi episodi del Vecchio Testamento in una unica superficie il
sarcofago del Museo Laterano. Gli episodi, in sequenza, sono : il peccato originale, il miracolo del vino, ecc-
Importante per lapplicazione di un processo di semplificazione compositiva in quanto limmagine del
Cristo ripetuta tre volte in positure quasi identiche. Le figure sono inoltre costrette in uno spazio compresso
e gli elementi naturalistici sono quasi del tutto scomparsi, mentre le figure si sovrappongono le une alle altre.
Sarcofago di Giunio Basso
seconda met del IV secolo - Roma
Limpaginazione di questo sarcofago molto diversa i quella della fronte del sarcofago di Giunio Basso, che
una iscrizione del 399 dedica ad un ex console romano convertitosi al cristianesimo. Alla narrazione continua
del primo sarcofago si oppone lo schema rigoroso del secondo che separa, per mezzo di colonnine, le scene
del Vecchio e del Nuovo Testamento.
Il bassorilievo ha un a fattura molto raffinata e presenta nessi con la classicit sia nella partizione ritmata dello
spazio, scandita dagli elementi architettonici, sia nella resa volumetrica delle figure.
Intorno al IV secolo il processo di sfaldamento formale della tecnica impressionistagiunge a piena
maturazione. Nel Mos che percuote la roccia si nota come sia ancora mantenuta la scioltezza della positura,
ma sul volto del profeta il colore viene steso a macchie chiare contrapposte a tocchi pi scuri. Il tratto
abbreviato tende a spostare lattenzione dalla descrizionedei dati fisionomici allespressionedel
personaggio, come nel caso analogo del sarcofago di Baebia Hertofila. Elementi simili li possiamo ritrovare
nella Guarigione dellemorroissa, in cui i volti perdono levidenza dei contorni e i personaggi appaiono isolati
sullo sfondo, privo di elementi naturalistici (ancora presenti, invece nel Mos che percuote la rioccia.
Mos che percuote laroccia IV secolo
Catacombe diei SS. Pietro e Marcellino,
Roma
Guarigione dellemorroissa fine del III secolo
Catacombe diei SS. Pietro e Marcellino, Roma
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Orante fine III secolo
Cimitero Maggiore, Roma
Orante met IV secolo
Catacombe dei Giordani
Se confrontiamo la figura dellOrante del Cimitero Maggiore (fine III secolo) con quella della
Catacomba dei Giordani di et costantiniana (met IV secolo) notiamo che la seconda ha acquistato
maggiore ieraticit rispetto alla prima, grazie alla posizione frontale ed alla accentuazione dei grandi
occhi. Dalluso di abiti pinobili si coglie come il messaggio cristiano sia penetrato nelle classi pi
abbienti.
Per contro le pitture dellIpogeo di Trebio Giusto, alludendo allattivit di costruttore e di
amministratore del defunto, dimostrano come la fede cristiana si sia propagata anche nei ceti sociali
medi.
Il defunto e i suoi parenti
IV secolo - affresco
Ipogeo di
Trebio Giusto, Roma
Nel III secolo lideale umano della societ muta orientamento e si indirizza dallesaltazione della corporeit
allespressione della spiritualit. Questa espressivitdella dimensione spirituale nasce sulla scia del la
diffusione delle dottrine plotiniane e di quella cristiana, entrambe rivolte alla trascendenza piuttosto che
allimmanenza del mondo classico.
Ci visibile se confrontiamo La resurrezione di Lazzaro dipinta alla fine del III secolo (Catacomba di San
Pietro e Marcellino) con lanalogo soggetto della Nuova Catacomba della via Latina della met de IV
secolo, entrambe e Roma.
Si pu notare come linquadratura architettonico illusionistica faccia da sfondo alla folla animata, attonita
di fronte al miracolo operato da Cristo.
Resurrezione di Lazzaro fine III sec.
Catacomba SS. Pietro e Marcellino,
Roma
Resurrezione di Lazzaro met IV sec.
Catacomba di via Latina, Roma
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Testa di Apostolo met III sec.
Ipogeo degli Aurelii, Roma
Con la fine dellet costantiniana, fino allo scorcio del V secolo, si ha un prevalente ritorno al classicismo.
Questi ritornia stili del passato trovano giustificazione nella esigenza di trovare stabilit nel passato,
ricercando in esso elementi di concordanza con la situazione presente che sfruttino la semplicit e la
chiarezza comunicativa di immagini note, oppure per recuperare alcuni valori sottesi a quelle immagini.
Un esempio palese pu essere quello dellImperatore Giuliano lApostata che restaurando il culto pagano,
rinnegando il Cristianesimo, propone unarte classicheggiante che tesa a recuperare attraverso le
immagini un passato vagheggiato in ambito politico.
La successiva ripresa dei modi classici in et teodosiana, alla fine del IV secolo, corrisponde, dal punto di
vista ideologico, ad una politica che mira a consolidare lImpero per riportarlo alla passata stabilit. Cio si
attua una riproposizione di forme artistiche funzionali alle scelte politiche.
In questi casi il ritorno alla classicitsi esprime attraverso il consolidamento della forma attraverso luso del
disegno e la funzione plastica del colore.
Il recupero del classicismo
Susanna in forma di Agnello tra i lupi
met IV secolo Catacomba di Pretestato, Roma
Nel caso della tradizione figurativa cristiana il recupero della classicit cerca di consolidare la forma
attraverso un diverso uso del disegno e una definizione plastica del colore. E una pittura plastico
costruttiva che si affermer definitivamente nel IV secolo.
Elementi tipici di questa classicitromana sono la compostezza del panneggio ed il realismo delle
acconciature femminili.
Anche il ritorno ad una corretta descrizione fisionomica risulta evidente nel Cristo della Catacomba di
Comodilla, dove il volto divino ha una espressione immobile della quale viene accentuata la frontalit, di
palese ispirazione orientale. Inoltre il Cristo dipinto tra lAlfa e lOmega, simboli della vita e della morte,.
Esse sono infatti la prima lultima lettera dellalfabeto greco e alludono allinizio e la fine dei tempi.
Busto di Cristo
fino IV sec.- inizio V sec.
Catacomba di
Commodilla, Roma
S. Petronilla e
Veneranda met IV
sec.
Basilica dei SS. Nereo e
Achileo, Roma
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A volte anche le sculture si appropriano dei modi pittorici
che tendono a ridurre la tridimensionalit. Lo si ritrova con
evidenza nella Scena di vendemmiadel Sarcofago di San
Lorenzo fuori le Mura (IV secolo). Limmagine raffigura putti
alati con tralci e grappoli duva. Si nota come il rilievo sia
sostanzialmente schiacciato e il tratto che definisce le figure
sia lineare, determinato da una forte incisione, che appiattisce
le forme rappresentate, quasi fossero disegnate.
Scena di vendemmia
Sarcofago del IV secolo
San Lorenzo, Roma
Sarcofago del Buon Pastore seconda met
del IV secolo - San Lorenzo, Roma
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LA BASILICA CRISTIANA
1 Quadriportico
2 Torri campanarie
3 Navata centrale
4 Navata laterale
5 Navata laterale
6 braccio sinistro del transetto
7 braccio destro del transetto
8 - Abside
Allorigine le basiliche erano usate dai cittadini romani come luoghi
dove veniva amministrata la giustizia.
La loro pianta includeva spesso un atrio o quadriportico, costituito
da un cortile rettangolare posto davanti alledificio (che accoglieva
i fedeli che non avevano ancora ricevuto i sacramenti)
SAN PIETRO
La basilica di San Pietro, venne edificata sul luogo della sepoltura dellApostolo Pietro. La costruzione,
voluta dallimperatore Costantino, attorno al 310-322, e fu completata nel 329. Si trattava di un edificio
preceduto da un quadriportico e diviso interamente in cinque navate,un transetto, infine, precedeva lunica
ampia abside semicilindrica.
Venne poi distrutta nel XVI secolo per fare spazio allattuale, della basilica costantiniana, a si serba il
ricordo soprattutto in documenti grafici e pittorici del Cinquecento

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