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STRUTTURE ALGEBRICHE Si dice struttura algebrica una coppia < A, > formata da un insieme A, chiamato sostegno della struttura,

, e da un insieme non vuoto e finito di leggi di composizione interne che possono godere di particolari propriet. Gli elementi di A si dicono elementi della struttura. La struttura si dice finita se il suo sostegno finito. Di seguito elenchiamo alcune importanti strutture algebriche. Si dice semigruppo < A, > un insieme A fornito di una legge di composizione interna binaria associativa. Esempi 1. Linsieme delle matrici quadrate di ordine n ad elementi positivi rispetto allusuale prodotto di matrici un semigruppo. 2. Dato un insieme finito , detto alfabeto, si dice parola su una sequenza finita di simboli di . Si indichi con + linsieme delle parole su e si consideri su + la legge di composizione interna binaria data dalla concatenazione di parole, ovvero date le parole u = ai1 ai2 ...ain , v = a j1 a j2 ...a jm , si indichi con uv la parola
ai1 ai 2 ...ain a j1 a j 2 ...a j m . Linsieme + rispetto alla concatenazione di parole un

semigruppo, detto semigruppo libero sullalfabeto . Si dice monoide un semigruppo < A, > dotato di elemento neutro rispetto alloperazione binaria . Esempi 1. Linsieme delle matrici quadrate di ordine n ad elementi interi, o razionali, o reali, rispetto allusuale prodotto di matrici, un monoide. 2. Dato un insieme finito , si indichi con * linsieme +{} dove un simbolo non appartenente a , detto parola vuota, e si consideri su * la legge di composizione interna binaria data dalla concatenazione di parole con la convenzione che u = u = u per ogni u* (e quindi = ). * rispetto a tale operazione un monoide, detto monoide libero su . Poich come sappiamo lunit di un monoide unica, il monoide pu essere visto come una struttura algebrica con due operazioni, unoperazione binaria associativa ed una operazione 0-aria f che corrisponde alla scelta dellelemento neutro ed associa ad ogni elemento b uno stesso elemento e, legata a dalla relazione a e = e a = a per ogni a nellinsieme sostegno. Un monoide viene di conseguenza spesso indicato con la notazione < A, , e > per mettere in risalto la presenza di tale operazione di arit 0. Si dice gruppo un monoide < A, , e> in cui ogni elemento ammette inverso rispetto alloperazione .

In altre parole un gruppo un insieme A con una legge di composizione binaria associativa, che soddisfa le seguenti condizioni: 1) esiste un eA tale che, per ogni aA, si ha a e = e a = a; 2) per ogni aA, esiste un bA tale che a b = b a = e; tale b viene solitamente indicato col simbolo a-1. Esempi 1. Linsieme delle matrici quadrate non singolari di ordine n ad elementi razionali, o reali, rispetto allusuale prodotto di matrici, un gruppo. 2. Linsieme delle funzioni biettive di un insieme A in s, rispetto alla usuale composizione di funzioni, un gruppo. Poich, come abbiamo visto in un gruppo lelemento neutro unico ed ogni elemento ammette un unico inverso (ricordarsi quanto detto per una legge di composizione interna associativa), un gruppo pu essere visto come una struttura algebrica con tre operazioni, unoperazione binaria associativa, una operazione 0-aria f, che corrisponde alla scelta dellelemento neutro e ed unoperazione 1-aria g che corrisponde al passaggio allinverso tale che, per ogni elemento a, si abbia a g(a) = g(a) a = e. Per mettere in risalto lesistenza di queste due operazioni, per un gruppo si usa spesso la notazione < A, , -1, e >. Ci sono definizioni equivalenti di gruppo; sussiste infatti la seguente: Proposizione Sia A un insieme con una legge di composizione interna binaria associativa. Sono equivalenti: (i) A un gruppo; (ii) esiste un eA tale che, per ogni aA, si ha a e = a (e a = a) e, per ogni aA, esiste un bA tale che a b = e (b a = e), cio in A ci sono elemento neutro a destra ed inverso destro di ogni elemento (oppure in A ci sono elemento neutro a sinistra ed inverso sinistro di ogni elemento); (iii) per ogni a, bA, le equazioni a x = b, x a = b ammettono ciascuna una e una sola soluzione in A.
Dim (i) implica (iii). Ci gi noto. (iii) implica (ii). Si consideri lequazione x b = b e sia e la sua unica soluzione. Si ha allora e b = b; sia poi d la soluzione dellequazione a x = a. Da a d = a segue a (d b) = a b. Dallunicit della soluzione dellequazione a x = a b si deduce d b = b = e b e dunque d = e; esiste quindi un e tale che per ogni aA si ha a e = a. La soluzione dellequazione a x = e risulta poi essere un elemento b di A tale che a b = e. (ii) implica (i). Poich in A esiste per ipotesi unit destra e ed ogni elemento ammette inverso destro, dobbiamo dimostrare che ogni elemento ammette inverso sinistro e che e risulta unit sinistra. Sia a b =e e b c = e. Allora b a = (b a) e = (b a) (b c) = ((b a) b) c = (b (a b)) c = (b e) c = b c = e, cio b anche inverso sinistro di a. Si ha poi a = a e = a (b a) = (a b) a = e a, allora e anche unit sinistra.

La precedente proposizione mette in luce che nella definizione di gruppo le condizioni (1) e (2) possono essere sostituite con la condizione (iii) oppure possono essere indebolite come indicato dalla condizione (ii), notare bene che non basta provare che un insieme A con una legge di composizione interna binaria associativa ammetta elemento

neutro a destra ed inverso sinistro di ogni elemento oppure elemento neutro a sinistra ed inverso destro di ogni elemento per concludere che un gruppo. Notazione A volte si usa per la legge di composizione la notazione additiva a + b, in tal caso lelemento neutro chiamato 0, linverso di a chiamato opposto di a ed indicato col simbolo -a e la potenza n-esima di a indicata con na. Un gruppo in cui la legge di composizione binaria gode della propriet commutativa si dice gruppo abeliano. Le strutture appena elencate sono le principali strutture con una sola legge di composizione binaria interna. Passiamo ora alle strutture con due leggi di composizioni binarie. Si dice anello una struttura algebrica < A, > con due operazioni binarie denotate da + e , tali che: 1) < A, + > un gruppo abeliano detto gruppo additivo dellanello; 2) < A, > un semigruppo detto semigruppo moltiplicativo dellanello, 3) valgono le propriet distributive di rispetto a +, cio per ogni a, b, cA si ha a (b + c) = a b + a c, (a + b) c = a c + b c. Esempi Linsieme delle matrici quadrate di ordine n ad elementi interi un anello rispetto alle usuali operazioni di somma e prodotto di matrici. Linsieme degli interi relativi rispetto alle usuali operazioni di somma e prodotto un anello. I polinomi a coefficienti reali nellindeterminata x, rispetto alle usuali operazioni di somma e prodotto sono un anello. Un anello il cui semigruppo moltiplicativo sia un monoide si dice anello con unit (o anello unitario); un anello in cui il semigruppo moltiplicativo sia commutativo si dice anello commutativo. Il primo esempio dunque un anello con unit, gli altri sono anelli commutativi con unit. In un anello lo zero (elemento neutro rispetto a +) unico ed ogni elemento ammette un unico opposto. Pertanto un anello pu essere visto come una struttura algebrica con due operazioni binarie + e , unoperazione 0-aria (scelta dello zero), una operazione 1aria (passaggio allopposto), legate opportunamente tra loro. Un anello viene quindi spesso denotato da < A, +, , 0, - >. Proposizione In un anello < A, +, , 0, - > si ha 1. a 0 = 0 a = 0 per ogni aA, 2. a (-b) = (-a) b = -a b per ogni a, bA.
Dim 1. Usando la propriet distributiva si ha a b = a (b + 0) = a b + a 0, ma anche a b = a b + 0, dunque a b + a 0 = a b + 0, da cui, per la cancellativit rispetto a +, si ottiene a 0 = 0. Analogamente si prova 0 a = 0.

2.

Da 0 = a 0 = a (b + (-b)) = a b + a (-b), si ottiene poi che a Analogamente si prova che (-a) b lopposto di a b.

(-b) lopposto di a b.

Un anello < A, +, , 0, - > si dice privo di divisori dello 0 se non esistono a, bA e diversi da 0 tali che a b = 0. In un anello < A, +, , 0, - > valgono le leggi di cancellazione se ognuna delle relazioni a b = a c e b a = c a con a, b, cA ed a 0 implica b = c. Proposizione Un anello < A, +, , 0, - > privo di divisori dello zero se e solo se in esso valgono le leggi di cancellazione.
Dim Sia < A, +, , 0, - > un anello privo di divisori dello zero e sia a b = a c con a, b, cA ed a 0. Allora si ha a b + (-a c) = 0 cio a (b + (-c)) = 0, pertanto b + (-c) = 0 altrimenti a e b + (-c) sarebbero divisori dello 0. Analogamente si prova che b a = c a con a 0 implica b = c. Viceversa, sia < A, +, , 0, - > un anello in cui valgono le leggi di cancellazione e supponiamo a b = 0 con a 0, allora, essendo a b = a 0, per cancellazione si ottiene b = 0, per cui a, b non sono divisori dello 0.

Si rifletta sulla possibilit di cancellare nellanello Z degli interi relativi rispetto alle usuali somma e prodotto e su quanto avviene nellanello delle matrici quadrate di un dato ordine n rispetto a somma e prodotto di matrici. Si dice corpo un anello i cui elementi diversi dallo 0 formano gruppo rispetto a . Un corpo in cui gode della propriet commutativa si dice campo. Esempi I numeri razionali, reali e complessi rispetto alle usuali operazioni di somma e prodotto sono campi. Linsieme {0,1,2} rispetto alla somma e al prodotto definiti da
+ 0 1 2 0 0 1 2 1 1 2 0 2 2 0 1
0 1 2 0 0 0 0 1 0 1 2 2 0 2 1

un campo finito. Non esistono corpi finiti che non siano campi. Sussiste infatti il seguente importante teorema: Teorema Ogni corpo finito un campo. Un esempio di corpo che non sia campo il seguente: si consideri come sostegno del corpo linsieme C di tutti gli elementi della forma a i + b j + c k + d dove a, b, c, d sono numeri reali qualsiasi e si definisca la somma di due elementi di questo tipo come la somma di polinomi nelle variabili i, j, k. Inoltre si definisca il prodotto di due

elementi di questo tipo in questo modo: dopo aver effettuato il prodotto come se fosse il prodotto di polinomi, si ponga nel prodotto cos ottenuto: i2 = j2 = k2 = -1, i j = k, j k = i, k i = j, j i = -k, k j = -i, i k = -j. C rispetto alla somma e al prodotto cos definiti un corpo detto corpo dei quaternioni. Si dice reticolo un insieme A con due operazioni binarie e , dette rispettivamente intersezione ed unione che godano entrambe delle propriet commutativa ed associativa e per le quali valgano le leggi di assorbimento: a (a b) = a, a (a b) = a a, bA Esempi 1. Linsieme degli interi naturali con le operazioni di intersezione ed unione definite da a b = M.C.D.(a,b) e a b = m.c.m.(a,b) un reticolo. Linsieme delle parti di un insieme A rispetto alle usuali operazione di intersezione ed unione insiemistica un reticolo. Si rifletta sul fatto che abbiamo gi dato una definizione di reticolo come insieme parzialmente ordinato in cui ogni coppia di elementi ammette inf e sup. Sottostrutture di una struttura algebrica Data una struttura algebrica < A, >, un sottoinsieme non vuoto di H di A si dice sottostruttura di < A, > se risulta essere una struttura dello stesso tipo di A rispetto alle operazioni di . Ad esempio, se < A, > un semigruppo, un sottoinsieme H di A tale che per ogni a, bH si abbia a bH si dice sottosemigruppo di < A, >. Se < A, , e> un monoide (con elemento neutro e), un sottoinsieme H di A tale che eH e, per ogni a, bH, si abbia a bH si dice sottomonoide di < A, , e >. Se < A, , -1, e) un gruppo, un sottoinsieme H di A tale che eH e, per ogni a, bH, si abbia a bH ed a-1H si dice sottogruppo di < A, , -1, e >. Se <A, +, , 0, - > un anello, un sottoinsieme H di A tale che 0H e, per ogni a, bH, si abbia a bH, a + bH e -aH si dice sottoanello di < A, +, , 0, - >. Se < A, , > un reticolo, un sottoinsieme H di A tale che per ogni a, bH, si abbia abH e abH si dice sottoreticolo di < A, , >. Criteri per i sottogruppi. Sia < A, , -1, e > un gruppo, un sottoinsieme H di A un sottogruppo di < A, , -1, e> se e solo se per ogni a, bH si ha a bH ed a-1H o equivalentemente se e solo se per ogni a, bH si ha a b-1H. Nel caso A sia finito un sottoinsieme H di A un sottogruppo di < A, , -1, e> se e solo se per ogni a, bH si ha a bH. (dimostrare per esercizio) Criterio per i sottoanellli. Sia < A, +, , 0, - > un anello, un sottoinsieme H di A un sottoanello di < A, +, , 0, - > se e solo se per ogni a, bH si ha a bH, a bH.

Relazioni di congruenza e strutture quozienti Si considerino un insieme A, una legge di composizione interna di arit n su A ed una relazione di equivalenza su A. La relazione si dice compatibile con se per ogni a1, a2,..., an, b1, b2,..., bnA, con (a1,b1), (a2,b2),..., (an,bn) implicano ((a1,a2,...,an), (b1,b2,...,bn)). Data una struttura algebrica < A, > una relazione di equivalenza su A si dice relazione di congruenza su A se compatibile con ogni . Esempi 1. Si consideri la struttura < Z, +, >, la relazione di congruenza modulo 3 una relazione di congruenza nel senso della definizione precedente. Infatti sappiamo gi che una relazione di equivalenza, inoltre se n m (mod 3) ed r s (mod 3) allora esistono h, kZ tali che n m = 3h ed r s = 3k e quindi sommando membro a membro le due uguaglianze si ha n + r - (m + s) = 3(h + k), cio (n+r, m+s). noltre moltiplicando entrambi i membri della prima uguaglianza per r ed entrambi i membri della seconda per m e sommando poi membro a membro si ottiene nr ms =3(hr + km), cio (nr, ms). 2. Si consideri la struttura < Z, +, > e la relazione di equivalenza indotta dalla partizione {POS, {0}, NEG} di Z, dove POS linsieme degli interi positivi e NEG linsieme degli interi negativi. non una relazione di congruenza, infatti risulta compatibile con il prodotto, ma non con la somma (ad esempio (3,7), (-4,-2) e (3+(-4),7+(-2))). Osservazione Data una struttura algebrica < A, >, facile provare che lintersezione di un numero qualsiasi di congruenze di A una congruenza di A, inoltre la relazione universale una congruenza, dunque, data una qualsiasi relazione binaria su A, esiste sempre la minima congruenza di A contenente , detta congruenza generata da su A. Tale congruenza risulta essere l'intersezione di tutte le congruenze su A contenenti . Consideriamo ora la struttura < Z, +, >, la relazione di congruenza modulo 3 e linsieme quoziente Z3 di Z rispetto alla congruenza modulo 3, notiamo che possiamo introdurre in modo semplice una somma ed un prodotto su Z3 definendo come somma di due classi di resti modulo 3 la classe che ha come rappresentante la somma dei rappresentanti e come prodotto di due classi di resti modulo 3 la classe che ha come rappresentante il prodotto dei rappresentanti. Se consideriamo invece nella stessa struttura la relazione di equivalenza indotta dalla partizione {POS, {0}, NEG}, non possiamo in modo naturale definire una operazione di somma tra questi tre classi. Infatti se definissimo la somma di due classi come la classe che ha come rappresentante la somma dei rappresentanti, non definiremmo correttamente unoperazione perch prendendo 1 come rappresentante di NEG e 1 come rappresentante di POS la somma NEG + POS darebbe 0, ma scegliendo 3 come rappresentante di POS la somma darebbe POS. Questo dipende dal fatto che la relazione non compatibile con la somma. Dati un insieme A, una legge di composizione interna di arit n su A ed una relazione di equivalenza su A compatibile con , la funzione definita nel seguente modo:

: A / A / ... A / (n volte) A/ a1 , a 2 ,..., a n A / A / ... A /

( a1 , a 2 ,..., a n ) = (a1 ,a2 ,...,an )

una legge di composizione interna ' di arit n su A / , detta operazione indotta da . Dobbiamo ovviamente verificare che la definizione di ben posta, ovvero che ( a1 , a 2 ,..., a n ) non dipende dai rappresentanti scelti per le -classi a1 , a 2 ,..., a n . Supponiamo infatti a1 = b1 , a 2 = b2 ,..., a n = bn e calcoliamo ( b1 , b2 ,, bn ). Essendo

compatibile con si ha ((a1,a2,...,an), (b1,b2,...,bn)) e quindi: ( b1 , b2 ,, bn ) = (b1,b2 ,...,bn ) = (a1,a 2 ,...,an ) = ( a1 , a 2 ,..., a n ).
Data una struttura algebrica < A, > ed una relazione di congruenza su A si dice struttura quoziente di A rispetto a , la struttura < A/, > avente come sostegno linsieme quoziente di A rispetto a e come insieme di operazioni linsieme delle operazioni indotte dalle operazioni di . Esempio Se su Zn, insieme delle classi di resti modulo n, si definisce la somma di due classi ponendo [r] + [s] = [r + s] ed il prodotto di due classi ponendo [r] [s] = [r s] si ottiene una struttura quoziente di < Z, +, >, che indicheremo con < Zn, +, >. Sottolineiamo il fatto che le operazioni fra classi, pur essendo indicate con gli stessi simboli utilizzati per le operazioni su Z, sono le operazioni indotte dalle operazioni su Z. Verificare che < Zn, +, > un anello commutativo e con unit. Verificare inoltre che se n non un numero primo in tale anello ci sono dei divisori dello 0. Verificare che < Zn, +, > un campo se e solo se n un numero primo (ricordarsi che dati due interi naturali r, s, esistono due interi relativi h, k tali che M.C.D(r, s) = hr + ks). Le regole di calcolo in < Zn, +, > fanno parte della cosiddetta aritmetica modulare. Facciamo ora alcune osservazioni sulla soluzione di equazioni a coefficienti in < Zn, +, >. Una equazione del tipo [a] x + [b] = [c], con a primo con n, ammette sempre una ed una sola soluzione. Infatti ogni classe [a] con 1= M.C.D(a, n), ha inverso (infatti se 1 = M.C.D(a, n) = ha + kn per qualche intero h, k, allora [1] = [h] [a] + [k] [n] = [h] [a] e perci risulta x = [a]-1 [c - b]). Una equazione del tipo [a] x + [b] = [c] con a non primo con n o non ammette soluzioni o ne ammette pi di una. Infatti ogni classe [a] con M.C.D(a, n) > 1, un divisore dello 0, cio esiste una classe [d] diversa da [0] tale che [a] [d] = [0], dunque se [r] una soluzione dellequazione anche [r] + [d] lo (perch?). Esercizio Supponiamo di essere nellanello delle matrici quadrate di ordine 2 ad elementi interi positivi. Cosa possiamo dire a proposito dellesistenza e del numero di eventuali soluzioni di unequazione matriciale della forma A X = B? Strutture simili ed omomorfismi Due strutture algebriche < A1, 1>, < A2, 2 > si dicono simili se esiste una funzione biunivoca tra 1 ed 2 tale che 1 e (1) abbiano la stessa arit per ogni 1 1.

Date due strutture algebriche < A1, 1 >, < A2, 2 > simili, si dice omorfismo di < A1, 1 > in < A2, 2 > una funzione f di A1 in A2 tale che per ogni 11 di arit n, posto 2 = (1), sia, per ogni a1, a2,..., an A1, f (1(a1, a2,..., an)) = 2(f (a1), f (a2),...,f (an)). In breve si dice che un omorfismo una funzione f di A1 in A2 che conserva le operazioni. Un omorfismo f si dice monomorfismo se f una funzione iniettiva, si dice epimorfismo se f suriettiva, si dice isomorfismo se f biunivoca. Esempi Si considerino le due strutture simili < R, + > ed < R, > e lapplicazione f che ad ogni numero reale r associa e r. Lapplicazione f un monomorfismo di < R, + > in < R, >. Si consideri linsieme Mn delle matrici di ordine n ad elementi reali, rispetto al prodotto di matrici e linsieme dei numeri reali R rispetto al prodotto, la corrispondenza che associa ad ogni matrice il suo determinante un epimorfismo di < Mn, > su < R, >. Cosa succede di tale funzione per le strutture < Mn, +, > su < R, +, >? (esercizio) Osservazione Se si considerano tre strutture simili < A1, 1 >, < A2, 2 >, < A3, 3 > e due omorfismi f e g di < A1, 1 > in < A2, 2 > e di < A2, 2 > in < A3, 3 > rispettivamente, allora la composizione f g, come funzione, dei due omorfismi un omorfismo di < A1, 1 > in < A3, 3 >. Se f un isomorfismo di < A1, 1 > in < A2, 2 >, le funzione inversa di f un isomorfismo di < A2, 2 > in < A1,1 >. Osservazione Sia f unapplicazione del gruppo < A1, , -1, e1 > nel gruppo < A2, , -1, e2 > che conservi loperazione binaria (che sia cio un omorfismo fra i due semigruppi < A1, > e < A2, >) allora f (e1) = e2 e f (a-1) = f (a)-1.
Infatti preso b in A1 si ha f (b) = f (b e1) = f (b) f (e1) = f (b) e2, da cui, per le leggi di cancellazione. si deduce f (e1) = e2. Inoltre, per ogni aA1, si ha f (a) f (a)-1 = e2 = f (e1) = f (a a-1) = f (a) f (a-1) e, ancora per la legge di cancellazione, f (a-1) = f (a)-1.

Sia f una applicazione del monoide < A1, , e1 > nel monoide < A2, , e2 > che conservi loperazione binaria. Allora non detto che sia f (e1) = e2. Basta considerare il monoide <R+, +, 0> dei numeri reali non negativi rispetto alla somma ed il monoide <R+{e}, +, e> avente come sostegno linsieme dei reali non negativi con laggiunta dellelemento e e come legge di composizione lusuale somma se si compongono due numeri reali a cui si aggiungono le seguenti uguaglianze: e + r = r + e = r, e + e = e. Lapplicazione identica un omorfismo di semigruppi di < R+, + > in < R+{e}, + >, ma non manda lunit del primo monoide nellunit del secondo, non cio un omorfismo di monoidi. E facile provare che ogni epimorfismo di semigruppo di un monoide su un altro monoide risulta invece un epimorfismo di monoidi (esercizio).

Si considerino due strutture simili < A1, 1 >, < A2, 2 > e sia f un omomorfismo di <A1,1> in < A2, 2 >. La relazione ker f = {(x,y)A1A1| f (x) = f (y)} una congruenza di < A1, 1 >.
Sappiamo gi che ker f una relazione di equivalenza, dimostriamo che compatibile con le operazioni. Sia 1 una qualsiasi operazione di arit n in 1, siano (a1,b1), (a2,b2),..., (an,bn) ker f e si considerino f(1(a1,a2,...,an)) e f(1(b1,b2,...,bn)). Per definizione di omorfismo, detta 2 loperazione in 2 associata a 1, si ha f (1(a1,a2,...,an)) = 2(f (a1), f (a2),..., f(an)) e f (1(b1,b2,...,bn)) = 2(f(b1), f (b2),..., f (bn)) e dunque (a1,b1), (a2,b2),..., (an,bn) ker f implicano 2(f (a1), f (a2),..., f (an)) = 2(f (b1), f (b2),..., f(bn)) da cui si ha

immediatamente f (1(a1,a2,...,an)) = f (1(b1,b2,...,bn)) ovvero (1(a1,a2,...,an), 1(b1,b2,...,bn)) ker f, per definizione di ker f.

Una struttura < A, > e una sua struttura quoziente < A / , > sono sempre simili e la proiezione canonica : A A / un epimorfismo di < A, > su < A / , > e si ha ker = . Siamo ora in grado di enunciare il primo teorema di fattorizzazione degli omorfismi: Teorema Si considerino due strutture simili < A1, 1 >, < A2, 2 >. Siano f un omorfismo di < A1,1 > in < A2, 2 >, < A1 / , 1 > la struttura quoziente di < A1, 1 > rispetto alla congruenza = ker f, lepimorfismo canonico di < A1, 1 > in < A1 / , 1 >. Allora esiste unico un omomorfismo g di < A1 / , 1 > in < A2, 2 >, tale che f = g. Inoltre: 1. g un monomorfismo; 2. f un epimorfismo se e solo se g un isomorfismo. (provare a fare la dimostrazione per esercizio, ricordandosi come viene definita la funzione g nel teorema di fattorizzazione delle applicazioni).

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