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REPORTAGE/ LAMPEDUSA

I VIAGGI della disperazione finiscono tutti qui, nel cimitero delle barche di Lampedusa
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NATNAEL e altri tre compagni di viaggio sopravvissuti al naufragio del 3 ottobre. Sotto: Khaled, profugo siriano, sbarcato poche ore prima

haled ha 30 anni, gli occhi chiari, un bel sorriso che spicca sulla pelle olivastra. In Siria era un uomo daffari, aveva una bella casa e una Mercedes. Ora gli resta un borsello nero con il passaporto, una piccola mazzetta di contanti e liPhone. Dal cellulare mostra le immagini che ha girato dalla barca che attraversava il Mediterraneo: Nel 2012 racconta sono fuggito dalla Siria e mi sono trasferito in Libia con la mia secon-

OGNI MIGRANTE porta con s una storia. E spesso non quella che immaginano gli italiani da quello che vedono in televisione

da moglie. La prima era morta nei bombardamenti di Assad, assieme a nostro figlio. Siamo rimasti a Tripoli un anno, poi siamo scappati anche da l. Ora Khaled (nella foto a lato) dorme su un materasso di gommapiuma, riparato da cespugli e alberi, nel cortile del centro di accoglienza di Lampedusa. sbarcato sullisola siciliana con un peschereccio che trasportava altre decine di profughi siriani, nella notte di gioved 3 ottobre: Due ore prima del grande incidente. Allalba del 3 ottobre, a mezzo miglio dalla costa di Lampedusa, colato a picco un barcone che aveva a bordo oltre 500 persone, quasi tutti eritrei.

DOPO LA STRAGE I RACCONTI DEI PROFUGHI E DEI SUPERSTITI DEL TERRIBILE NAUFRAGIO DI LAMPEDUSA, E LE PROPOSTE DEGLI ESPERTI SULLA RIFORMA DEL DIRITTO DI IMMIGRAZIONE

I SOGNI DEI VIVI


Testo e foto di Giulia Bondi

DALLA NOSTRA INVIATA A LAMPEDUSA LE STORIE DEGLI UOMINI E DELLE DONNE SOPRAVVISSUTI ALLA STRAGE

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REPORTAGE/ LAMPEDUSA
ERITREI sopravvissuti alla strage per le strade di Lampedusa

Se ne sono salvate solo 153: tra i superstiti ci sono quattro donne e quaranta ragazzi tra gli 11 e i 18 anni; tra le vittime, bambini di pochi mesi e giovani donne incinte. La strage la pi grave mai verificatasi nel Mediterraneo, ma non isolata. Le notizie di qualche giorno dopo parlano di dodici morti su unimbarcazione salpata dallEgitto e di altre cinquanta vittime, inclusi dieci bambini, ai confini con le acque territoriali libiche, circa sessanta miglia a sud di Lampedusa. E i dati raccolti dallosservatorio indipendente Fortress Europe documentano che almeno diciannovemila persone sono morte negli ultimi venticinque anni, dal 1988 a oggi, nel tentativo di bruciare la frontiera per rag16 LIBERET Novembre 2013

giungere lEuropa. Stavamo navigando da circa un giorno quando avvenuto lincidente, racconta uno dei sopravvissuti, Natnael, originario di una cittadina vicino ad Asmara. Il naufragio stato provocato dal tentativo di bruciare una coperta per farsi vedere e chiedere aiuto, dopo che due pescherecci ci erano passati vicino senza soccorrerci, dice Natnael. Scoppia lincendio, i passeggeri presi dal panico si spostano da un lato, il barcone si sovraccarica dacqua e si rivolta. Chi stipato nella stiva rimane intrappolato nel fondo del mare, senza possibilit di fuga. Natnael e gli altri riescono a buttarsi in acqua. Passano circa tre ore prima che siano avvistati dal Gamar, una piccola imbarcazione sul-

la quale alcuni amici stavano andando a fare unescursione. Saranno loro, quattro uomini e altrettante donne, i primi soccorritori, che riusciranno a trarre in salvo 47 persone. Ho nuotato con la forza della disperazione, racconta Natnael. Seduto su un gradino sotto la statua della Madonna del mare, di fronte al molo di Lampedusa, osserva da lontano le operazioni di recupero dei corpi ancora rimasti in mare dopo lincidente. Racconta commosso di uno dei suoi compagni di viaggio, un ragazzino di dodici anni, che riuscito a salvarsi restando aggrappato a una bottiglia di plastica da un litro e mezzo. Il viaggio. Il naufragio che ha riportato il tema dellimmigrazione e dei profughi sotto i riflettori internazionali,

per Natnael e gli altri giovani eritrei non che lepilogo di un viaggio che dura molti mesi, o anche anni. Fuggono dal regime di Isaias Afewerki e dagli anni obbligatori di servizio militare, con salari da fame. Natnael, primo di sette fratelli (la pi piccola non la conosco, nata quando ero gi partito) entra in Sudan a piedi nel 2011, raggiungendo un campo profughi delle Nazioni Unite. Lavora per due anni a Khartoum per guadagnare il denaro per partire. Poi, la traversata del deserto, un rapimento, due mesi di prigionia al confine tra Sudan e Libia, in attesa che la sua famiglia riesca a inviare ai trafficanti il denaro necessario per essere rilasciato. Infine Tripoli, dove Natnael vive per qualche settimana, segregato in un palazzo assieme ad altri seicento connazionali, in attesa di salpare per lItalia. La strage. Assieme ai ragazzi eritrei, a Lampedusa, sbarca anche la classe media siriana in fuga dalla guerra. Come Khaled Mneear, ingegnere di Damasco, che arrivato portando con s denaro, cellulare, computer portatile. Sua moglie Faisa, studentessa di francese, ha diciannove anni ed al quarto mese di gravidanza. Si sono conosciuti in Egitto, da profughi, e insieme hanno deciso di partire. Il loro sogno la Germania, e per essere certi di poterlo coronare, rifiutano di lasciare le proprie impronte digitali agli operatori di

Lampedusa. Il regolamento di Dublino, che disciplina laccoglienza dei rifugiati sul territorio dellUnione europea, impone che la domanda venga esaminata dal primo paese nel quale i migranti vengono registrati e se Mneear e Faisa lasciassero le impronte rimarrebbero incastrati in Italia. Questo uno dei paradossi della legislazione europea che lItalia, insieme agli altri paesi del Mediterraneo come la Grecia, vorrebbe venisse modificato, per distribuire lonere della prima accoglienza anche agli altri paesi dEuropa. Germania e paesi scandinavi rispondono che il numero assoluto di rifugiati che ospitano molto superiore a quello dellItalia o della Grecia. E mentre gli Stati si rimpallano le responsabilit, i centri di accoglienza scoppiano di persone e i barconi continuano a salpare. Il corridoio umanitario. Aprire un corridoio umanitario significa tre cose spiega Fulvio Vassallo, docente di diritto dellimmigrazione creare in Libia zone di sicurezza dove proteggere i richiedenti asilo dalle milizie armate. Andarli a prendere con navi dellUnione europea e distribuirli tra i diversi Stati, sospendendo il regolamento di Dublino. Inviare navi di salvataggio e non unit militari Frontex davanti alle coste libiche. Occorre anche aggiunge lesperto avviare unindagine internazionale da affidare al Consiglio dEuropa, per ca-

pire quali siano stati tempi e modi degli interventi di salvataggio. Tutto il resto sono solo parole che non rispettano vittime e superstiti di questa guerra. Lasilo. Dopo la rischiosa traversata del Mediterraneo, chi dimostra di essere in fuga da una guerra o da una persecuzione personale ha diritto a essere accolto in Europa in base alle convenzioni internazionali. Ma le proposte di riforma delle leggi sullimmigrazione non riguardano soltanto i profughi. LAsgi, Associazione per gli studi giuridici sullimmigrazione, pubblica un decalogo che propone anche un visto per ricerca lavoro, di almeno un anno, con un effettivo incentivo al rientro nel paese di origine in caso di mancato reperimento di occupazione. quello che il giornalista Gabriele Del Grande, fondatore dellosservatorio Fortress Europe, definisce depenalizzare il viaggio, cio consentire anche a chi vive sulla sponda sud del Mediterraneo la libert di spostarsi senza rischiare la vita. Dal Sudan in poi, il viaggio di Natnael costato in tutto seimila dollari: 1.500 per la prima traversata del deserto, altri tremila di riscatto per i rapitori al confine libico, ancora 1.500 per salire sulla barca diretta a Lampedusa. Chi da Milano Malpensa volesse volare a Khartoum pu farlo in circa otto ore, con poche centinaia di euro.
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