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LA DECISIONE DELLA COMMISSIONE BILANCIO

Con i soldi dell'Anpi l'Italia paga le missioni


TAGLIO MEDIO - CARLO LANIA

ROMA

Tolti 300 mila euro all'associazione dei partigiani. Sel e M5S contro il decreto missioni
I soldi destinati all'Anpi serviranno a finanziare le missioni militari dell'Italia all'estero. E chiss se i partigiani saranno d'accordo. A deciderlo stata ieri la commissione Bilancio della Camera durante l'esame del decreto sulle missioni in cui sono impegnati i soldati italiani fuori dai confini. A conti fatti i membri della commissione si sono accorti che mancavano circa 300 mila euro per garantire la copertura del decreto ma soprattutto l'operativit dei militari fino al 31 dicembre, data di scadenza del provvedimento. Nessun problema. Nello testo, infatti, sono inseriti anche i finanziamenti destinati a 17 associazioni combattentistiche, tra le quali l'Anpi per la quale era stato previsto 1 milione di euro. Anzich tagliare i costi riducendo l'impegno militare, la maggioranza delle larghe intese ha pensato bene di attingere a piene mani proprio l, tra i fondi destinati all'associazione dei partigiani per trovare i soldi necessari a coprire il buco. Detto fatto. Giusto il tempo di di rifare i conti e il contributo destinato all'Anpi stato ridotto a 634 mila euro, mentre 366 mila euro sono passati dalle casse (virtuali) dell'associazione partigiani a quelle delle missioni, con il consenso di tutti i partiti - Pd in testa - e con l'unico voto contrario del M5S. Il provvedimento prevede un finanziamento complessivo di 730 milioni fino alla fine dell'anno, dei quali 260 solo per la missione in Afghanistan. Nonostante le promesse fatte dal ministro degli Esteri Emma Bonino, che aveva garantito un maggior impegno finanziario italiano per i profughi della Siria, alla cooperazione internazionale restano solo le briciole: appena il 2% del totale, pari a soli 23 milioni di euro. Una volta messi in ordine i conti, il decreto dunque arrivato in aula, dove per adesso rischia di rimanere impantanato a lungo. Sel e M5S hanno infatti annunciato di volersi opporre al testo con l'ostruzionismo, cominciato gi ieri sera durante la discussione. Il movimento di Grillo ha presentato 12 emendamenti che chiede al governo di fare propri. Tra le richieste pi importanti c' il ritiro di almeno il 10% del personale militare attualmente impegnato in Afghanistan (250 soldati su un totale di 2.900). Non si tratta di una richiesta assurda, spiega il deputato 5 Stelle Manlio Di Stefano. Nell'emendamento si chiede di concordare con la Nato una riduzione degli incarichi operativi degli italiani in Afghanistan in modo da permettere il parziale ritiro. Messa in questi termini la

proposta stata giudicata fattibile anche dal relatore, il generale Rossi. Senza contare che , oltre a dare un forte segnale politico, si risparmierebbero anche molti soldi in un momento di crisi. Il M5S chiede anche l'approvazione di un ordine del giorno che metta fine all'impiego di soldati italiani in missioni antipirateria a bordo delle navi mercantili. Pi radicale la scelta di Sel, che al governo chiede invece di spacchettare il decreto in modo da poter votare contro la sola missione in Afghanistan, decretandone cos la fine nel caso il voto passasse, e a parte tutto il resto.Non accettiamo mediazioni come quella proposta dal M5S di ritirare solo il 10% dei soldati - spiega Giulio Marcon -. Quella missione sbagliata e va ritirata completamente.

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