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Società Italiana per lo Studio della Storia Contemporanea

SISSCo (www.sissco.it)

2 luglio 2009

La Società Italiana per lo Studio della Storia Contemporanea, che si è pronunciata in passato
contro ogni intrusione da parte dello stato nella libertà di ricerca e di dibattito scientifico, convinta
che tale intervento rappresenti sempre una grave minaccia al progresso delle conoscenze, aveva
appreso con preoccupazione del decreto del Presidente della Federazione russa del 15 maggio 2009
“Sulla commissione per il contrasto dei tentativi di falsificazione della storia a danno degli
interessi della Russia”.

La circolare firmata il 23 giugno in applicazione di tale decreto dall’Accademico V.A.


Tiškov, “Vicesegretario accademico, Sezione di Scienze storico-filologiche dell’Accademia Russa
delle Scienze e Direttore della Sezione di Storia della ARS”, di cui riportiamo in appendice sia
l’originale russo che una traduzione italiana, ha confermato i nostri timori.

Nel documento si chiede ai “dirigenti delle istituzioni della Sezione di Scienze storico-
filologiche dell’Accademia russa delle Scienze” l’ “elenco annotato delle falsificazioni storico-
culturali nei campi di studio che corrispondono all’indirizzo di ricerca principale del Vostro istituto
(con indicazione delle principali fonti, degli individui o delle organizzazioni che producono e
diffondono la singola falsificazione; del pericolo potenziale di tale falsificazione per gli interessi
della Russia; delle proposte preliminari per la confutazione scientifica della falsificazione)”.

Tali parole si commentano da sole, e suscita sorpresa che un collega che pure godeva di
qualche reputazione abbia deciso di metterla a rischio, senza pensare alle conseguenze che il
documento da lui firmato può avere nell’inaridire e scoraggiare la libertà intellettuale nel suo paese
e nel determinare il giudizio che la comunità scientifica internazionale darà del suo operato, e di
quello della sezione da lui diretta. E’ evidente infatti che questo modo di intendere la ricerca storica
rappresenta il modo più sicuro di nuocere agli interessi e ledere il prestigio della Russia come
comunità di cittadini liberi ed espressione di una grande e vivace cultura.

Sicura che solo il libero dibattito possa alla fine sconfiggere anche le ipotesi e le tendenze
più assurde e riprovevoli, e che ogni intervento repressivo statale nel campo della ricerca sia sempre
da condannare, la SISSCo fa appello alla comunità internazionale degli studiosi, e in primo luogo
alle altre Società scientifiche, affinché i colleghi russi sentano il nostro sostegno e coloro i quali
hanno promosso e applicato tale decreto siano invece coscienti della nostra riprovazione.

Ci sembra che ciò sia tanto più importante perché anche in altri paesi, e persino nell’Unione
europea, sono stati presi, o si parla di prendere, provvedimenti a volte sinceramente motivati da
buone intenzioni, ma di fatto simili, e comunque tali da determinare solo il degrado di quella libertà
che deve restare sempre e comunque l’unica bussola della comunità degli studi.

Il Presidente e il Direttivo
Società Italiana per lo Studio della Storia Contemporanea
SISSCo (www.sissco.it)

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