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C om eD onC hi sci ot t e - LA VI TA E' SAC R A

LA VITA E' SACRA Data: Sabato, 06 ottobre @ 13:55:00 CDT Argomento: Ecologia DI CHRIS HEDGES truthdig.com Destate, mi ritiro sulle montagne e sulle coste del Maine e del New Hampshire per liberarmi dallingerenza del mondo industrializzato. In queste foreste e lungo la costa frastagliata dellAtlantico, col fragore assordante delle onde che sinfrangono sugli scogli, mi rendo conto della caducit della vita umana, semplicemente insignificante dinanzi alluniverso. Sopra di me, le stelle si stagliano a migliaia sulla volta celeste, schernendo la mania di grandezza delluomo. Ci sussurrano il monito biblico, ricordandoci che polvere noi siamo e polvere torneremo. Amate adesso, ci dicono con insistenza, proteggete ci che sacro finch ne avete il tempo. Tuttavia, mi reco in questi luoghi anche per piangere. Piango per il nostro futuro, per lagonizzante maestosit della natura, per la follia della specie umana. Il pianeta sta morendo. E noi moriremo con lui. Un giovane pastore conduce la propria capra oltre uno stagno riarso nella periferia di Bhubaneswar, una citt situata nell India orientale. (AP/Biswaranjan Rout) Il coreografico carnevale di Tampa, immerso in uno sfarzo da capogiro, e limminente carnevale di Charlotte distolgono la nostra attenzione dal mondo reale, quello che sta progressivamente collassando sotto i nostri piedi. Il mortale assalto ecologico da parte dello stato impresa mascherato dallostentazione e dalla propaganda, dalle ossessioni ridicole impartiteci dalle nostre allucinazioni elettroniche, nonch dallo spettacolo inscenato per ostentare una falsa partecipazione politica. Pi la situazione peggiora, pi ci rifugiamo nellauto illusione. Convinciamo noi stessi che il riscaldamento globale non esiste. O ne avalliamo lesistenza, insistendo per sulla nostra capacit di adattamento. Entrambe le risposte confermano la nostra mania di eterno ottimismo e la nostra ricerca sconsiderata di benessere. Qui in America evitiamo la realt, quando questa sgradevole. Ma la realt si abbatter su di noi come le Erinni, mandando in frantumi la nostra noncuranza prima e le nostre vite poi. Noi uomini, in quanto specie, siamo condannati. E, per un padre di famiglia, questa una realt amara, amarissima da buttar gi. Io e la mia famiglia facciamo una camminata su una costa desolata, in unisola del Maine, accessibile soltanto via mare. Nei pomeriggi sostiamo in isolate insenature, osservando loceano Atlantico o la costa e il profilo appena visibile delle colline di Camden. Mio figlio ultimogenito getta dei sassolini nella schiuma delle onde. Mia figlia, con passo incerto, si avventura sulle pietre levigate della spiaggia, tenendosi alla mano della madre. Strillano forte i gabbiani grigi e bianchi sopra le nostre teste. Il vento trasporta lodore del sale. La vita, la vita della mia famiglia, la vita attorno a me, inerme e allo stesso tempo fragile e sacra. E vale la pena di lottare per salvarla. Ai tempi in cui ero ragazzo e mi recavo sulla costa con mio zio in occasione di spedizioni di caccia allanatra, vi era unattivit ittica vivace. Il pescato delle flotte era variegato: eglefini, merluzzi, aringhe, naselli,
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halibut, pesci spada, merluzzi neri e platesse. La zona non offre pi un tale assortimento alieutico, vittima della pesca commerciale in cui enormi pescherecci spazzano via il fondale marino uccidendo coralli, briozoi, siboglinidae e altre specie che fornivano nutrimento a nuovi banchi di pesci. I pescherecci si lasciano alle spalle melma e detriti: un fondale sterile e desolato. La situazione la stessa in tutto il pianeta. Foreste rase al suolo. Acqua contaminata. Aria satura di emissioni di carbonio. Suolo esaurito. Oceani con livelli di acidit alle stelle. Aumento delle temperature atmosferiche. E qualcuno, da qualche parte, guadagna delle scandalose somme di denaro da tutto ci. Le corporation, indifferenti a ci che sacro, considerano la morte del pianeta come unaltra occasione dinvestimento. Si precipitano per sfruttare i territori incustoditi sottostanti le acque polari per accaparrarsi le ultime tracce di petrolio, gas metano, minerali e pesce. E dato che le corporation determinano il nostro rapporto nei confronti dellecosistema dal quale dipendiamo per vivere, le probabilit che sopravviviamo sono sempre pi pessimistiche. Lultima fase di cinquemila anni di attivit umana stabile termina con unassurdit collettiva. Tutti i miei mezzi sono sani, dice il capitano Achab riferendosi alla caccia suicida di Moby Dick, il mio movente e il mio fine sono pazzi. Il fondale oceanico al largo della costa del Maine, nelle cui acque questestate si registrato un incredibile aumento delle temperature di cinque gradi, adesso ricoperto di crostacei, come granchi e astici, che non hanno pi predatori. Per ragioni di profitto, le riserve di pesce sono state esaurite. La monocoltura di crostacei fragile, come tutte le monocolture. Una fragilit sperimentata anche dai coltivatori di mais del Midwest. Gli astici rappresentano lottanta per cento del fatturato del mercato ittico del Maine. Ma per quanto tempo ancora dureranno? Quando un ecosistema vario e bilanciato in maniera altamente complessa viene spazzato via, che futuro ci si pu aspettare? Dopo che si demolisce la natura e se ne gettano i pezzi, cosa accade quando disperatamente necessario ricomporla? E anche se possibile ricostituire le riserve di pesce decimate dalle flotte commerciali, come stanno tentando di fare delle coraggiose associazioni come il Penobscot East Resource Center, cosa succede se le temperature delle acque e i livelli di acidit continuano ad aumentare a causa del riscaldamento globale, condannando la maggior parte della flora e della fauna sottomarine? Questanno, gli astici hanno fatto la muta sei settimane prima del solito a causa dellaumento della temperatura delle acque. Ci che accaduto nelle acque pi a sud sta accadendo adesso al largo delle coste del New England. Ventanni fa, le acque di Long Island Sound garantivano astici in abbondanza. Questi sono poi scomparsi in seguito ad un aumento delle temperature, diventando preda di infestazioni parassitarie e malattie della corazza. Gli astici sopravvissuti sono migrati verso acque pi fredde. Tutte le risorse naturali sono state sfruttate fino allesaurimento: queste diminuiranno per poi scomparire molto presto. La siccit sta colpendo le foreste sia nel nord est che nel nord ovest. La moria invernale dello scarabeo del pino di montagna e di altri parassiti, vitale per la salute delle foreste, non si sta pi verificando dato il costante riscaldamento globale. I tradizionali alberi di legno duro delle foreste del nord e le conifere stanno morendo. Li stanno rimpiazzando con foreste di querce e noci, condannando la biodiversit e radendo al suolo lhabitat di una gran variet di uccelli canterini e di altra fauna selvatica, nonch decretando la chiusura dei battenti dellindustria dello sciroppo dacero. Una decina danni fa, lo sciroppo dacero veniva prodotto negli stati del Connecticut e del Massachusetts. Da bambino mi addentravo nelle foreste con le racchette da neve ai piedi per arrivare ai capanni degli agricoltori, dove vi erano tinozze di sciroppo bollente. Versavamo lo sciroppo sul manto di neve proprio fuori dai capanni per fare dei dolciumi invernali friabili. Tuttavia, la produzione negli stati del New England meridionale cessata, spostandosi verso il Maine settentrionale e il Canada. Questi sono piccoli indicatori naturali che segnalano che c
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qualcosa che sta andando storto. Su base giornaliera, i dati dello scioglimento del ghiaccio marino artico monitorato nel corso di questa estate sono stati i pi gravi mai registrati. Dalla fine degli anni Settanta, quando cominciarono ad essere effettuati i rilevamenti satellitari, la quantit di ghiaccio marino diminuita del 40%. Tra una decina o una ventina danni, i ghiacci marini estivi del mare Artico potrebbero sparire del tutto. Con la scomparsa dei ghiacci estivi, il quadro meteorologico del nostro pianeta sar dominato da tempeste inspiegabilmente violente e improvvise e da altre violente anomalie naturali. La siccit devaster alcune zone della Terra mentre altre saranno colpite da precipitazioni incessanti. Sar un mondo fatto di estremi. Uragani. Trombe daria. Alluvioni. Regioni desertiche. Incendi e inondazioni. I nostri leader politici, sia democratici che repubblicani, sono corresponsabili della fine dellumanit. Il nostro sistema politico, simile a quello esistente durante il declino dellantica Roma, un regime di corruzione legalizzata. Gli uomini politici, Mitt Romney e Barack Obama compresi, servono agli scopi dementi delle corporation che tenteranno di approfittare della spirale mortale che ci inghiottisce fino allultimo barlume di vita. Lunica e sensata forma di resistenza la disobbedienza civile, compresa la recente decisione presa da parte di alcuni attivisti di Greenpeace di incatenarsi ad unimbarcazione dappoggio della Gazprom per impedire linizio delle operazioni di trivellazione. Votare inutile. Tuttavia, anche se sostengo tali eroici atti di resistenza, temo sempre pi che questi abbiano un minimo effetto. Questo non significa che non dovremmo opporci. Resistere un imperativo morale. Non possiamo utilizzare la parola speranza senza reagire. Tuttavia, le corporation faranno di tutto finch non avranno tratto profitto persino dallultima goccia di vita. Non possiamo far altro che aspettarci unostilit crescente da parte dello stato impresa. I suoi sistemi di sicurezza nazionali e internazionali, dato che le conseguenze fatali dello sfruttamento frenetico diventano pi evidenti, cercheranno di tacere e stroncare qualsiasi forma di dissidenza. Le corporation si disinteressano della democrazia, dello stato di diritto, dei diritti umani o dellinviolabilit della vita. Sono determinate ad essere gli ultimi predatori sulla faccia della terra. E poi anche questi verranno fatti fuori. Larroganza smisurata non porta ad altro che allauto immolazione. Chris Hedges La rubrica di Chris Hedges viene pubblicata ogni luned su Truthdig. Per ventanni circa, ha lavorato come corrispondente estero in America Centrale, nel Medio Oriente, in Africa e nei Balcani. Ha fatto servizi da pi di 50 paesi e ha lavorato per The Christian Science Monitor (N.d.T.: quotidiano statunitense), per la National Public Radio (N.d.T.: spesso chiamata anche NPR, unorganizzazione indipendente non-profit comprendente oltre 900 stazioni radio statunitensi), per il Dallas Morning News e il New York Times, per il quale ha lavorato in quanto corrispondente estero per quindici anni. Fonte: www.truthdig.com Link: http://www.truthdig.com/report/item/life_is_sacred_20120903/ 3.09.2012 Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di ELISA BERTELLI

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