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Parlamenti pi forti, democrazie meno efficienti.

di Carlo Rossi

http://chiarodiluna-karl.blogspot.it/2013/09/parlamenti-piu-forti-democrazie-meno.html

http://www.corriere.it/editoriali/13_settembre_02/rivincita-parlamento_d4435eb8-138d-11e3-b6d8d9e68bde9db1.shtml

Sul Corriere della Sera del 2 settembre 2013 Antonio Polito ha esaminato il ruolo dei parlamenti occidentali, dando conto della tendenza al loro rafforzamento messa in luce dai pi recenti sviluppi della crisi siriana: "I due pi antichi Parlamenti del mondo si sono presi una storica rivincita. In Gran Bretagna e negli Stati Uniti il governo ha dovuto riconsegnare nelle loro mani il pi sovrano dei poteri, quello sulla pace e sulla guerra". "La democrazia parlamentare, una delle pi grandi invenzioni della civilizzazione anglosassone, sembrava ormai sopraffatta dall'emergere di un mondo nuovo, fatto di decisioni globalizzate e sovranazionali, o dettate dai sondaggi e incarnate da leader che ne rispondono solo al popolo. E invece, tra il popolo e il leader, ecco rispuntare il Parlamento". "La decisione politica sta certamente rimpatriando all'interno della sfera nazionale, l'unica dove possa esercitarsi il controllo democratico dei Parlamenti. Ma resta da vedere quanto questo processo sia compatibile con gli obblighi di una comunit globale sempre pi interdipendente". "Festeggiando il ritorno dei Parlamenti, sar dunque bene non dimenticare che nella forza della democrazia risiedono anche le sue debolezze, e che su quelle hanno sempre contato tiranni come Assad e autocrati come Putin. Anche perch una democrazia indecisa e imbelle smette presto di essere una democrazia". La netta prevalenza del governo sul parlamento ha caratterizzato da molti decenni la forma di governo delle pi forti e influenti democrazie occidentali. A lungo il parlamento di potenze come gli USA e la Gran Bretagna ha svolto il ruolo di cassa di risonanza delle controversie politiche e ha sostanzialmente ratificato le decisioni prese altrove dai grandi leader. Si tratta di un assetto ben noto ai costituzionalisti, che presuppone il bipolarismo e la selezione di statisti dotati di adeguate capacit. Luigi Einaudi, economista e giurista liberale eminente, secondo presidente della Repubblica italiana, gi sullo scorcio della Seconda guerra mondiale scrisse: http://www.nuovorealismo.it/testi/C2006einaudi_proporzionale.asp "I parlamenti non sono societ di cultura od accademie scientifiche. Sono organi, il cui scopo unico quello di formare governi stabili e di controllarne l'azione. Come disse il primo ministro del primo governo laburista, Ramsay Mac Donald, le elezioni non si fanno per contare le opinioni, per fare il censimento (census, in inglese) delle sette, dei ceti, dei partiti, dei movimenti, dei gruppi

sociali, religiosi, politici, ideologici in cui si fraziona una societ, la quale sia composta di uomini vivi e pensanti; ma si fanno per mettersi d'accordo in primissimo luogo sul nome della persona che in qualit di primo ministro sar chiamato a governare il paese, e in secondo luogo sul nome di coloro che collaboreranno con lui o che ne criticheranno l'operato. Le elezioni hanno cio per scopo di creare il consenso (consensus e non census) intorno ad un uomo ed al suo gruppo di governo ed intorno a chi oggi sar il suo critico e domani ne prender il posto se gli elettori gli daranno ragione. Se non si vuole l'anarchia, questo e non una sterile accademica rassegna di opinioni lo scopo unico preciso di un buon sistema elettorale". Solo pochi possono governare, mentre tutti devono poter giudicare chi governa. Dai lontani tempi della democrazia ateniese di Pericle questo il principio fondamentale della democrazia rappresentativa, di una democrazia efficiente, capace di risolvere problemi. I parlamenti, grandi assemblee esposte alla pressione della volubile opinione pubblica, non riescono a prendere rapidamente le decisioni spesso impopolari in cui si deve risolvere l' attivit di governo di un grande paese. La crisi politica, economica e morale in cui sono cadute le grandi democrazie occidentali si esprime anche nella selezione di leader politici deboli, saliti spesso al potere cavalcando e fomentando il populismo e la demagogia. Non traggano in inganno i pi recenti avvenimenti. L' abbandono dello schema contraddistinto dalla prevalenza del governo, solo occasionalmente, come sulla prospettiva di un' azione militare in Siria, produce effetti positivi. Normalmente invece determina un indebolimento dei sistemi democratici, resi meno capaci di adottare e realizzare misure efficaci.

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