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VITA
3 DICEMBRE 2010
ECONOMIA
Getty Images
di Luigino Bruni
IAMO ORMAI ENTRATI nellera dei beni comuni (anche se ancora il mondo accademico non se ne accorto, e nelle facolt di economia di tutto il mondo ai beni comuni sono dedicati, quando resta tempo, solo pochi accenni), e la fraternit deve diventare anche una virt del mercato, poich le classiche virt del mercato, che sono le virt individuali della prudenza, dellinnovazione, della responsabilit, dellindipendenza, etc, non sono pi sufficienti. Ma in quale senso la fraternit pu e deve diventare allora anche una virt del mercato? Sono tante le possibili traduzioni del principio di fraternit in economia, e infatti da qualche tempo la parola fraternit inizia ad essere presente anche in riviste scientifiche. Ma quale fraternit? Non certamente la fratellanza di sangue, n quella esclusiva dei legami famigliari e di clan, n la fraternit evocata spesso da comunit chiuse e discriminanti. Luso del termine fraternit che pu e deve diventare anche un principio economico quello che fa riferimento al trittico dellIlluminismo europeo, a quella fraternit che venne posta, insieme alla libert e luguaglianza come pilastri del nuovo patto sociale, al quale mancavano tutti e tre quei principi.
oltre la crisi
Identikit
Luigino Bruni Economista, docente allUniversit Bicocca di Milano, autore di numerosi libri che mettono a tema il rapporto tra mercato e societ. Per Vita sta realizzando una serie di approfondimenti dedicati alle virt (poco riconosciute) del mercato.