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Elettra

Amlie Nothomb ISBN: 9788862432771

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su Ultima Books il 8 aprile 2013 18:29 Codice Transazione

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AMLIE NOTHOMB ELETTRA

Amlie Nothomb

Elettra
traduzione di Monica Capuani

Voland

Titolo originale: Electre Amlie Nothomb delledizione italiana Voland s.r.l. Roma 2012 Tutti i diritti riservati Prima edizione: febbraio 2012 ISBN 978-88-6243-2771 In collaborazione con

Grafica Progetto: Alberto Lecaldano Desktop publishing: Cristina Cosi

Dello stesso autore presso le edizioni Voland: Igiene dellassassino Sabotaggio damore Le Catilinarie Attentato Ritorno a Pompei Mercurio Stupore e tremori

Metafisica dei tubi Cosmetica del nemico Dizionario dei nomi propri Antichrista Biografia della fame Acido solforico Diario di Rondine N di Eva n di Adamo Lentrata di Cristo a Bruxelles Causa di forza maggiore Il viaggio dinverno Una forma di vita Uccidere il padre

La lista dei comportamenti amorosi infinita. Quello di Elettra non aveva nulla di particolarmente straordinario, era addirittura banale. La passione laveva trasformata in un voyeur. Era un caso di possessione. Tutto era cominciato tre anni prima, a Ginevra. Elettra allora aveva diciannove anni e stava imparando a guidare. Listruttore della scuola guida si era invaghito di quella ragazza bella e silenziosa. Laveva invitata al concerto rock di una cantante

canadese di passaggio in Svizzera, una certa Saskatchewan, il cui successo internazionale andava aumentando. La sera del concerto, il ragazzo pens di avercela fatta. Elettra era ancora riservata come sempre ma, forse per lagitazione generale e per la musica, si era lasciata accarezzare senza battere ciglio. Poi, quando lui le propose di riaccompagnarla a casa, accett senza esitazioni. Lui ebbe la leggerezza di non accorgersi del

vuoto della sua voce e, felice comera, le disse di mettersi al volante. Non ti ho ancora insegnato a guidare di notte. Dieci minuti dopo, Elettra entrava in collisione con un camion. Questultimo non sub alcun danno, la ragazza se la cav con un graffio, ma listruttore della scuola guida mor sul colpo. Da allora, la piccola ginevrina si era chiusa sempre pi in s stessa. La gente attribuiva la cosa allincidente: Poverina! Ha ucciso il suo innamorato! C

qualcosa di peggio? In realt, la morte del ragazzo suscitava in lei una totale indifferenza. Se la sua vita era precipitata la sera del concerto, era per una ragione che nessuno poteva immaginare: era stata colta da una passione indicibile per la cantante. La presenza di Saskatchewan liberava lenergia di un reattore nucleare; quella notte, fu come se tutte le radiazioni della canadese fossero ricadute sulla giovane svizzera. Questultima aveva perso il senso

della realt: non aveva sentito le carezze del suo amico e, mentre guidava lauto, non aveva visto i fari del camion. Era gi tanto che si fosse resa conto dellincidente. Dentro di lei, cera posto soltanto per la bella cantante rock. Dopo un po abbandon gli studi di storia dellarte. Entr nellamore come si entra in religione: lasci tutto la sua citt, la sua famiglia, i suoi amici, i suoi progetti. Un anno dopo, nessuno sapeva pi dovera. Questa fuga venne attribuita al

trauma dellincidente. In realt, Elettra seguiva la cantante, che era lultima a sospettare una cosa del genere. Quando Saskatchewan torn in Canada, ci and anche lei. Quando ripart in tourne per lEuropa, non manc a nessuno dei suoi concerti. Per non perdere mai le tracce del suo idolo, la ragazza aveva dovuto mescolarsi alla schiera dei fan della canadese. Quella gente le dava il voltastomaco: sentiva di non avere niente in comune con quegli zombi idioti

che acquistavano a peso doro reliquie tanto improbabili come il primo dente di Saskatchewan, un laccio della scarpa di Saskatchewan, una sua foto allet di cinque anni, una lettera damore scritta di suo pugno, ecc. Durante i suoi concerti, i fan gridavano, piangevano, si spogliavano; Elettra, invece, non proferiva alcun suono: paralizzata dallamore, si impregnava della presenza di colei alla quale aveva votato la sua esistenza. Non poteva vivere lontano da

lei. Era posseduta nel senso letterale del termine: satellite, non godeva pi di alcuna libert era prigioniera quanto la Luna lo della Terra. Che la sua passione potesse essere definita omosessuale non le era mai venuto in mente: Elettra era sempre stata la purezza in persona e lidea che nella sua ossessione potesse esistere una componente carnale non la sfiorava neanche. Certo, la cantante era bellissima e la piccola svizzera venerava la sua

immagine; ma questa adorazione era molto simile a quella che ispirano le icone e a quellattrattiva a che esercita un corpo magnetico su un proiettile vagante. Le cose forse non sarebbero arrivate a quel punto di non ritorno se, tre anni dopo lincidente di Ginevra, un malinteso non avesse suggellato quella possessione. Accadde a un concerto della rocker a Parigi. Il

successo di Saskatchewan era divenuto considerevole e la serata era stata ancora pi trionfale del solito. Elettra era riuscita a infilarsi tra le quinte in modo da incontrare la canadese alluscita di scena. Questo genere di comportamento era frequente e la star non si stup, dopo gli scrosci di applausi, di imbattersi in una ragazza con un mazzo di gigli bianchi. Ma fu in quel momento che si produsse un fenomeno particolarmente strano. La svizzera mormor una frase

che, nel senso letterale del termine, lasci di stucco lidolo. Questultima non trov niente da dire, rimase a bocca aperta, prese i fiori, li lasci cadere, afferr la ragazza, la strinse tra le braccia con tutte le sue forze, poi allimprovviso la respinse in avanti e and via di corsa. Per Elettra, la Terra aveva smesso di girare per qualche secondo. Alcuni fan avevano assistito a quella scena incomprensibile. Si lanciarono sulla ginevrina e le chiesero cosa

avesse mai detto per mettere la loro dea in un simile stato. Fu in quel momento che si present la questione pi bizzarra della situazione: la ragazza era incapace di ricordarsi cosa aveva detto. Quel momento, che era stato indubbiamente il pi importante della sua intera esistenza, era marcato da un vuoto: ricordava tutto, tranne la frase che aveva pronunciato un minuto prima. Non se ne sarebbe mai pi ricordata. E per quanto la gente la

scuotesse e la accusasse di mentire, le parole miracolose rimanevano imprigionate nella sua memoria. Lindomani mattina, Elettra prese la sua decisione: visto quello che era successo il giorno prima, doveva andare a parlare con Saskatchewan. Bisognava che ritrovasse quella frase e che comprendesse la reazione della cantante. Si rec nella sontuosa villa che la celebrit si era fatta costruire nellle-de-France e suon alla porta. Nessuno and

ad aprirle. Non se ne stup. I guardiani non lasciavano certo entrare chiunque. Allora decise di aspettare: quando la canadese fosse uscita, lavrebbe riconosciuta e lavrebbe ricevuta in casa sua. Ma quando scese la notte, nessuno era uscito dalla villa. La svizzera si accorse che, nella casa di fronte, cera una stanza in affitto. La prese e vi si install. Da quel momento, non abbandon pi la finestra.

Diario di Elettra 30 novembre: sono tre giorni che abito qui e non ho ancora visto S. Eppure non ho fatto altro che spiare. Sono seduta costantemente sul davanzale della finestra senza staccare gli occhi dalla villa di fronte: faccio tutto mangiare, bere, scrivere senza distogliere lo sguardo dal bersaglio. Quello che non capisco che non ho visto nessuno n lei n altri entrare o uscire da casa sua. E

per indubbio che la casa sia occupata: le persiane vengono di volta in volta aperte e chiuse, e la televisione regolarmente accesa. Mi sembra normale che a S. non piaccia abbandonare la sua casa: lunico posto in cui tranquilla. Ma mi stupisce non veder entrare in casa sua un amico o un fattorino che consegni la spesa: la mia conclusione che abbia provviste a sufficienza e rifugga qualsiasi compagnia, anche amicale.

1 dicembre: ancora non ho visto n S. n nessuno. C ancora una spiegazione possibile: lei e i suoi amici sono uccelli notturni. Trascorro il mio tempo vicino alla finestra, tranne quando dormo, cio dalle due alle otto del mattino. Sei ore di sonno al giorno forse troppo: dovrei cercare di dormire meno, oppure di cambiare il mio orario, per poter vegliare tutta la notte. deciso: stasera, a mezzanotte, mi preparer un caff forte.

2 dicembre: ho resistito fino alle otto del mattino ma non ho visto nessuno. normale, sicuramente non esce tutte le notti. Stasera ricomincio. Sar facile: ho dormito dalle otto del mattino alle due del pomeriggio. Non avr sonno prima dellalba. 3 dicembre: ancora niente. 4 dicembre: dopo tre notti di veglia senza vedere nessuno entrare o uscire, decido di

riprendere un orario normale. Il tipo di vita di S. mi lascia perplessa. Che non metta il naso fuori di casa e non riceva nessuno posso capirlo: un successo tanto colossale deve farti venire lagorafobia. In compenso, scoprire che cos maniacale mi lascia sbalordita: ho notato, per esempio, che ogni mattina le persiane vengono aperte alle 7.43. Non alle 7.42 n alle 7.44. Alle 7.43 in punto e la sera vengono chiuse alle 19 in punto non alle 19.01 n alle 18.59. Mi

chiedo se sia lei a impartire istruzioni cos rigorose alle persone di servizio o se sono loro a essere cos puntuali. Ahim, credo proprio che la maniacale sia lei. Non ci sono soltanto le persiane: ogni giorno, la televisione viene accesa alle 13 precise e spenta alle 13.30. Il telegiornale di France2 la sua religione, si direbbe. La sera, per le persiane chiuse, non so se accenda lapparecchio. Ma vedo che la luce dellingresso e della tromba delle scale si accende alle

18 in punto e si spegne la mattina alle 7. Sembra di essere nellesercito. Se solo la finestra del suo soggiorno fosse pi grande! Mi fa una rabbia vedere cos bene il suo televisore al punto di sapere quale programma guardi e non vedere lei. Mi domando se quella disposizione non sia accuratamente concertata: infatti, non vedo mai S. passare davanti a nessun vetro. Sicuramente vive nel terrore di essere fotografata da un giornalista. Spinta a un livello

simile, questa paura non rientra nel campo della paranoia? In fondo, no. S. non ha torto nel sentirsi osservata... 5 dicembre: ho ripreso il mio vecchio orario. Dormo dalle due alle otto del mattino. Ancora non ho visto niente. Verso le tre del pomeriggio, sono andata a comprare da mangiare. Non uscivo dalla stanza dal 28 novembre. Mi sembrava strano camminare per strada. Nel

negozio di alimentari ho preso lo stesso genere di provviste dellultima volta: biscotti secchi, patatine fritte, cioccolato, CocaCola. Il tipo di cibi che non si devono cucinare e si possono mangiare senza abbandonare la propria postazione. Non sono andata in lavanderia: ho ancora della biancheria pulita di riserva e volevo perdere meno tempo possibile. Sfortunatamente, al ritorno ho incontrato la mia padrona di casa. Si sentita in obbligo di attaccare

bottone: Ah, signorina, ero cos preoccupata! Non lho mai vista uscire, credevo che le fosse capitata una disgrazia. Ci mancato poco che non salissi a vedere. Non vorrei essere indiscreta, ma cosa fa tutto il giorno? Infastidita, ho risposto che ero una studentessa e stavo preparando dei concorsi. La vecchia ha continuato: Lei studia troppo, si ammaler! gi pallida e magra. Alla sua et, bisogna uscire. carina, non ce lha un fidanzato? Non ho detto

niente. Ha ricominciato: Lho vista spesso alla finestra. Ho tagliato corto: Allora, non doveva preoccuparsi per la mia salute! Lo sa cosa credo? Che lei sia unammiratrice della cantante che abita di fronte. Una fan, come si dice oggi. Sono sicura che lei la osserva. A quel punto, ci mancato poco che non la uccidessi. Ho detto che non sapevo chi fosse questa cantante e sono salita senza aggiungere una parola. Di cosa si immischia, questa vecchia pazza?

Una fan, io? Mai. Se fossi una fan, mi pettinerei come S., mi vestirei come lei, acquisterei gli oggetti con la sua effigie stampata. Non faccio nulla di tutto questo. Io amo S. di un amore perfetto che nessuno pu comprendere. Se solo mi ricordassi della frase che le ho detto e che lha tanto scossa! Quando si decider finalmente a uscire, le correr incontro, lei mi riconoscer, mi ripeter la frase, mi riprender tra le sue braccia e non la lascer mai pi!

6 dicembre: ancora niente. Sto diventando pazza? Sono convinta che sia uscita dalla villa proprio quando io sono andata a fare le commissioni, ieri. Peggio: arrivo a credere che abbia messo il naso fuori esattamente quando la vecchia mi stava parlando, sulle scale. V orrei gridare per la disperazione! Comunque, S. tornata a casa: le persiane continuano ad aprirsi e a chiudersi secondo lo stesso ritmo inesorabile, come la luce dellingresso e la televisione che

si accendono a orari fissi. pazzesco come vengano idealizzati gli artisti! Pensiamo che conducano una vita bohmienne, e che casa loro sia una festa perenne. Qui, mai il minimo suono o la minima deroga a questo orario militare. Credo che S. soffra di lesioni mentali. Sono sicura che, se vivessi con lei, potrei guarirla. Quanto alla vecchia, vorrei ucciderla! Oggi pomeriggio, mi sono accorta che mi stava osservando dalla strada. Quando

ha visto che la guardavo, ha fatto un sorriso ironico, con laria di pensare: I miei sospetti erano fondati. Mi prende per un voyeur? Non si guardata! E poi io, per amore che spio S. Se la padrona di casa mi osserva, per una curiosit malsana. La odio! 7 dicembre: la scena del concerto accaduta il 25 del mese scorso. Mi sono installata in questa stanza il 27. Il giorno prima, cio il 26, avevo passato la giornata per la

strada, davanti alla villa di S. Forse uscita di casa il 26 sera, quando sono andata a prendere le mie cose a Parigi, oppure laltro ieri, quando ero a fare compere. Mi sembrerebbe comunque una cosa straordinaria che abbia atteso le mie defezioni per uscire. La mia conclusione che, dal 25, non ha messo il naso fuori e non ha ricevuto la minima visita. Neanche il suo personale di servizio si avventurato allesterno. Vivono come se fossero assediati, e questo da

dodici giorni. Tra poco saranno le 13. Sto osservando il soggiorno. Non ci sono incertezze: il televisore si accender per il telegiornale di France2, confermandomi che S. in buona salute, visto che continua a interessarsi al mondo che la circonda. Eppure, mi piacerebbe che lapparecchio non si accendesse: mi piacerebbe scoprire che c posto, se non per la fantasia, almeno per limprevisto, nellesistenza della mia adorata.

Le 13 in punto, la televisione si accende. Ripenso alle canzoni di S., alla loro follia, alla loro sregolatezza. Ora, lei che compone parole e musica. Possibile che quegli inni al delirio siano stati scritti da una malata che vive come una contabile? Forse larte ha questo tipo di esigenze. Forse gli artisti devono sottomettersi a orari molto rigorosi, a regole monacali, per stimolare la propria ispirazione. Non affatto quello che diceva S.

nelle sue interviste: parlava del suo gusto per la vita notturna, delle gite nella foresta con i suoi cani, dei viaggi intempestivi. Certo, mentire ai giornalisti un atteggiamento che capisco; capisco meno che menta nelle sue canzoni. Mi sforzo di non giudicarla. Ad ogni modo, qualunque cosa faccia, deve avere le sue ragioni. 8 dicembre: ancora niente, a parte che ho riletto il mio diario e mi

ha colpito una cosa evidente; parlo dei cani di S. Ma quelle bestie non le ho mai viste, e neanche sentite! Ora, se un essere umano pu vivere recluso, un cane ha bisogno di uscire ogni giorno. E sono due settimane che quelli di S. non mettono il naso fuori. Non capisco! Non posso credere che li abbia affidati a chicchessia! Nelle sue interviste, parla di loro con una tenerezza incredibile : dice che non pu vivere senza i suoi cani. E non posso neanche credere che se li

sia inventati: chiama ogni cane per nome, e descrive nei particolari le loro rispettive personalit. C ancora una possibilit: S. pazza matta da legare, mitomane allultimo stadio, e in pi paranoica al punto di non apparire mai neanche dietro una finestra. La sua mente malata ha inventato per s una vita da avventuriera mentre conduce unesistenza da suora ossessionata dagli orari. Una doppia personalit, insomma:

sembra che la schizofrenia sia molto diffusa nello showbusiness. Confesso che ho molta difficolt ad accettare questa ipotesi. Se risultasse vera, non amerei meno S., ma proverei meno piacere ad amarla. 9 dicembre: stanotte ho fatto un sogno. Mi trovavo in un magnifico giardino forse quello che nasconde la villa. S. era seduta sullerba con alcuni amici,

parlava con loro, rideva. Io mi avvicinavo al loro gruppo e lei mi scopriva. Mi chiamava per nome, aveva il volto raggiante mentre la sua mano mi sfiorava. Mi presentava ai suoi amici dicendo: Ecco la mia sorellina, la mia anima, la mia adorata. Mi stringeva tra le braccia. Era splendente. La sua capigliatura rasta biondo platino emanava unaureola, come se fosse una santa. Allimprovviso, la mia bocca si apriva e le parlavo in una lingua che non capivo, una

lingua che somigliava a una musica sacra. Le mie parole la trasformavano: diventava livida, i suoi occhi si raggelavano, cominciava a camminare allindietro, come risucchiata da una forza misteriosa. Mentre scompariva tra i cespugli neri, gridava: Non lasciarmi sola! Vienimi a cercare! Poi, i rami scuri si impadronivano di lei e la inghiottivano. Mi sono svegliata di soprassalto, fradicia di sudore ghiacciato. Non so cosa pensare

di questo sogno. Ha qualche significato reale? Non la mia pretesa a suggerirmi che S. ricambi il mio amore e abbia bisogno di me? Oppure bisogna vederci un segnale, uninvocazione daiuto? Sono terribilmente preoccupata. Aspetto le 13 con impazienza. Se la televisione si accende, vuol dire che sta bene. Se non si accende Avr il coraggio di suonare alla porta? E supponendo che mi aprano, cosa dir? Ho sognato che Saskatchewan mi

chiedeva aiuto: mi prenderebbero per una fan imbecille, mi riderebbero in faccia! Le 13. Il telegiornale di France2 compare sullo schermo. Meno male! Era solo un incubo. Finir per rallegrarmi che S. viva come una contabile : finch non derogher al suo sacrosanto orario, io non avr dubbi sulla sua buona salute. 10 dicembre: e se quel sogno

avesse un altro significato, di ordine simbolico? Per esempio, mi ha colpito lonnipresenza del volto di S. Era continuamente in primo piano, sia che la vedessi da molto lontano in fondo al giardino o da molto vicino quando mi stringeva tra le braccia. Come se quel volto avesse qualcosa da trasmettermi. Daltra parte, la scena in cui lavevo sorpresa corrispondeva allidea che mi ero fatta di lei: sdraiata sullerba, a ridere con i suoi amici, quella Saskatchewan

l non poteva essere quella che si rintanava dentro un monastero con il ritmo di una caserma. Se mi serviva una conferma, lavrei trovata proprio nel suo viso, che conteneva, ne sono sempre pi convinta, questo messaggio essenziale: quel volto da animale selvaggio, quegli occhi brillanti, quello sguardo intenso nel quale incombe sempre langoscia quel volto magnifico e appassionato non poteva essere quello di una contabile inacidita. E la generosit spontanea con la

quale mi aveva accolto e presentato ai suoi amici non poteva provenire da una povera paranoica che non si mostrava mai alla finestra. Di due cose luna: o questo sogno una consolazione inventata dal mio inconscio per correggere la sinistra immagine di S. che per lincontestabile realt; oppure mi rivela la verit di S. nel qual caso ci devo vedere un segnale di allarme. LSOS potrebbe avvertirmi di questo: Sono prigioniera di un

manager tirannico che mi costringe a vivere come una prigioniera: la mia bella villa un penitenziario. Aiuto! V orrei crederci. Ma cos inverosimile. Non pi inverosimile dellaltra ipotesi, per: pi di quindici giorni di reclusione volontaria e totale! Perch non ho ancora visto unanima che viva in quella casa. Anche se S. lultima dei maniaci, non capisco niente di questo fenomeno.

11 dicembre: ancora niente. Credo di essere diventata pazza; ho fatto una cosa ridicola e che temo mi smascheri: sono andata a bussare alla porta della mia cara padrona di casa. La vecchia sembrava tanto sorpresa quanto contenta della mia visita: Entri, cara signorina, venga a sedersi! Ho ubbidito, rigida e impacciata. Mentre mi serviva una tazza di t e dei biscotti secchi, le ho parlato di cose insignificanti, per non dare nellocchio. Ero talmente goffa che non credo di averla

tratta in inganno: Sono la sua prima affittuaria? Da quando la cantante si trasferita di fronte, molta gente della sua et venuta ad alloggiare qui per qualche tempo. Prima, questa stanza non interessava a nessuno. Che strano! S, vero? Passare il tempo alla finestra per vedere una diva! Ehm no, volevo dire, una camera cos piacevole avrebbe dovuto attrarre subito degli

inquilini. Ah, be. E lei, perch venuta a vivere qui, lontano dalle distrazioni che piacciono ai giovani ? Amo il silenzio. molto tranquillo, qui. Proprio questo mi affascina. Lei dice che qui di fronte abita una cantante. Be, non la si sente mai cantare. Meglio cos! Lho sentita alla televisione: fa musica atroce per i selvaggi. Come si chiama questa cantante?

Oh, un nome impronunciabile, non francese comunque. A cosa somiglia? orribile. Sembra una pazza, pettinata come una negra, ma ha i capelli decolorati biondo platino. Non ha idea! Mentre diceva queste parole, ho visto che la vecchia spiava il mio volto, sperando in una reazione indignata. Ho avuto difficolt a contenermi. strano, io non lho vista. S, la si vede meno,

ultimamente. una depravata, deve avere delle cose da nascondere. Prima, la si vedeva di pi? Non si mai vista molto, ma la si vedeva a volte con i suoi cagnacci sporchi e con i suoi loschi amici, ragazzi con i capelli lunghi, ragazze con il taglio a spazzola il contrario di quello che dovrebbe essere. Lei almeno, signorina, una ragazza come si deve. Era tutto quello che volevo sapere e pi di quello che

potevo sopportare. Ho trovato un pretesto per poter salire di nuovo in camera mia. La padrona di casa non scema, ma me ne frego. Quindi, prima, S. usciva da casa sua! Conduceva il genere di vita che ci si poteva aspettare da lei! Deve esserle successo qualcosa. deciso: stanotte, appena far buio, andr a bussare alla sua porta. E se non mi aprono, trover un modo per entrare.

La sera stessa, Elettra indoss dei pantaloni neri e una giacca nera. Alla porta di Saskatchewan, nessuno le apr. Esit, poi scavalc lalta siepe. Gir intorno alla villa e arriv in un grande giardino: lanci un grido di stupore scoprendo che era perfettamente identico a quello del suo sogno con, tra gli altri, i famosi cespugli neri, in fondo. Il suo primo riflesso fu di frugare l dentro: non vi trov niente, il che non la rassicur pi di tanto. Come non credere, ormai, che il

suo incubo fosse premonitore? Riusc a entrare in casa nel modo pi semplice e inatteso: dalla porta della cucina che non era chiusa a chiave. Con suo grande stupore, non suon alcun allarme: aveva immaginato che una casa i cui abitanti erano cos maniacali sarebbe stata dotata di un impressionante dispositivo di sicurezza. Fu allora che si ricord dellesistenza dei cani: Con quattro bull-terrier in casa, non bisogna aver paura dei ladri, pens. S, ma doverano questi

cani? Avrebbero gi dovuto annusare la presenza dellintrusa e mettersi ad abbaiare come pazzi. Invece in questa villa regnava un silenzio palpabile. Elettra lasci la cucina per andare in soggiorno; appena entr, la luce si accese. La ragazza trasal, perch pens che qualcuno la stesse spiando. Ma era solo un sistema di commutatore automatico. Non riusciva a credere di essere l: aveva la sensazione di aver violato un tempio, di

camminare nel cuore del sancta sanctorum. E dire che mi ero rintanata in casa da pi di due settimane, quando bastava spingere la porta! Ammir i mobili del salone: erano costituiti da un agglomerato di chewinggum masticato a lungo e fibra di vetro (per la solidit). La giovane svizzera cap perch, nella maggior parte delle sue interviste, la canadese dichiarasse di collezionare le vecchie cicche dei suoi fan. Questi ultimi sembravano aver ricevuto il

messaggio alla perfezione, a giudicare dal gigantismo di certi mobili color mastice. Dovrei dire color masticazione?, si chiese. I vasi traboccavano di fiori appassiti di una bellezza estrema: Questo gusto per le rose morte non mi meraviglia; Saskatchewan una lettrice di Oscar Wilde. Appena il nome dello scrittore le pass per la mente scorse sul muro un magnifico quadro con leffigie della sua adorata. Elettra rimase sconvolta dalla sua

bellezza. Possa il suo splendore non appassire mai, come quello di Dorian Gray!. Si pent subito del suo desiderio ricordandosi quello che era successo al personaggio che aveva appena evocato. I suoi bull-terrier sono diventati agnelli? Non hanno ancora abbaiato! Insomma, non ho intenzione di lamentarmi, si disse continuando la sua esplorazione. Sbuc nellatrio dingresso, quello che veniva illuminato dalle 18 alle 7 del

mattino. Sorrise perch conosceva bene questo lato della villa: era quello che aveva osservato senza sosta per giorni. Sapeva che salendo al primo piano, sarebbe arrivata nella sala della televisione, dove le persiane erano aperte dalle 7.43 alle 19. Il suo cuore cominci a battere fortissimo allidea che forse si sarebbe imbattuta sulla sua adorata intenta a guardare una trasmissione qualsiasi. Ma la televisione era spenta e non cera nessuno.

strano: saranno appena le 20 eppure si direbbe che dormano tutti in questa casa. Che silenzio!. Pi avanti, un corridoio dava accesso a varie stanze chiuse. Elettra venne incuriosita da uno strano odore. Le ci volle un po di tempo per ammettere che ammorbava: Come fa una donna raffinata come Saskatchewan a vivere in questa puzza? Apr una prima porta e sbuc nel bagno. La luce si accese automaticamente. La ragazza

lanci un grido dorrore davanti allo spettacolo che la aspettava: nella vasca piena dacqua giacevano, a pancia allaria, i corpi di quattro cani, gonfi come otri. Il loro annegamento non doveva essere recente a giudicare dal tanfo pestilenziale e dallo stato di decomposizione degli animali: se lintrusa non avesse saputo che erano dei bullterrier, li avrebbe presi per dei bulldog obesi, per le loro facce gonfie e le loro grosse pance inzuppate come spugne. Sembravano fatti di

mollica di pane bagnato se il brodo di coltura nel quale marinavano non avesse segnalato la natura carnale di quel marciume. La svizzera vide, sul bordo del lavandino, una confezione vuota di sonniferi: cap che avevano addormentato i cani prima di immergerli nel bagno. Ma chi era stato? Chi aveva potuto commettere un simile abominio? Ahim, lei aveva la sensazione di saperlo. Quella che finora era stata una sensazione vaga virava

alla certezza: la cantante era diventata pazza. Un accesso di demenza laveva spinta ad assassinare i suoi adorati bullterrier. E adesso, dopo aver congedato la servit, nascondeva la sua follia al mondo. In che stato lavrebbe trovata? La luce inond la stanza sontuosa in cui entr. Sul letto bianco era distesa una figura giacente che identific subito. Da lontano, la morta era graziosa. Elettra non si avvicin subito: immaginava che, da

vicino, lo spettacolo sarebbe stato meno bello. La testa di Saskatchewan era reclinata verso sinistra, e rivelava il foro rosso sulla sua tempia destra e la calibro 38, ancora impugnata nella bella mano sottile. Indossava un lungo abito di pizzo bianco e, a patto di tapparsi il naso, si poteva avere di quella defunta pallida e bionda una visione del pi alto romanticismo tipo il suicidio di Ofelia. La ragazza trattenne il respiro e si avvicin al letto. Lautore di

questo testo prova il pi profondo rispetto per lamore infinitamente puro della sua eroina: per questa ragione, malgrado il suo manifesto piacere nel descrivere la putrefazione dei corpi, si astiene. Si accontenta di questo dettaglio insolito: dato che la morte risaliva a sedici giorni prima, i capelli della canadese avevano avuto il tempo di crescere di mezzo centimetro. Questa nuova ricrescita non aveva potuto essere n tinta n trattata, quindi non era n rasta n

biondo platino, ma diritta e nera come il carbone. Davanti al cadavere gi sfigurato, Elettra pens al desiderio che aveva espresso, senza riflettere, davanti al quadro del salone: in fondo, la storia del suo idolo terminava come quella di Dorian Gray unimmagine sublime, un corpo in decomposizione e un mistero. Fu allora che vide una lettera manoscritta sul comodino: Stasera, senza saperlo, ho dato il mio ultimo concerto. Alla mia

uscita di scena mi aspettava, nel backstage, una ragazza con dei gigli bianchi: una cosa banalissima. Ma lei mi ha detto una frase pi preziosa della vita e, per questo, non mi sento in grado di respirare unora di pi. Ho preso congedo da tutti, porto i cani con me. Addio. Saskatchewan, 25/11/1992. Elettra lanci un ultimo sguardo a quello che restava della sua adorata. Prese la lettera, telefon

alla polizia senza rivelare la sua identit e scomparve. Il giornali del giorno dopo annunciavano il suicidio della cantante con questo commento: Secondo gli esperti, la morte risalirebbe a una quindicina di giorni prima. I vicini non si erano accorti di niente: in realt, la villa era dotata di una programmazione elettrica che faceva accendere e spegnere le luci, e aprire e chiudere le persiane a orari fissi. La vicina di fronte, una signora anziana, ci ha

confermato che questa casa dava lillusione della vita: ha precisato che perfino la televisione si accendeva regolarmente. La tesi del suicidio fuor di dubbio ed confermata dalla morte insolita dei quattro cani della star. La servit ha confermato che la cantante aveva labitudine di lavare lei stessa i cani nella vasca da bagno: sembra che adorasse farlo. Prima del loro ultimo bagno, la padrona aveva fatto loro ingoiare a forza dei sonniferi, trovando

sicuramente quella morte meno angosciante per loro di quattro colpi di pistola uno dopo laltro? La causa del suicidio resta misteriosa. Luniverso della cantante era certamente oscuro, come confermano i suoi titoli pi celebri, La vita troppo lunga e N fiori n corone . Niente, tuttavia, faceva credere che volesse mettere fine ai suoi giorni. La sua morte volontaria la inchioda ormai a unimmagine mitica.

Elettra non ricord mai la frase.

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