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Il two pack: lultimo atto della dittatura europea

Posted By Redazione On 15 aprile 2013 @ 14:06 In DOMINIO E POTERE | 4 Comments

http://www.vincitorievinti.com/2013/04/il-two-pack-lultimo-attodella_15.html [1]
Fonte: di Paolo Carden, 15/5/2013 - La notizia di qualche settimana fa, dei giorni precedenti le elezioni del 23 e 24 febbraio, ma non avendo goduto del giusto risalto nella stampa nazionale, ritengo sia utile riproporla e approfondire il tema, anche in considerazioni delle implicazioni che determiner sul piano del controllo sui bilanci nazionali da parte degli organismi europei, e quindi sullulteriore cessione di sovranit nazionale. Non deve stupire affatto se, in Italia, la notizia relativa lapprovazione del TWO PACK non abbia trovato il giusto risalto, e ci per un motivo tanto ovvio quanto inquietante. In effetti, da l a poco, si sarebbero celebrate le elezioni politiche nazionali e, stando al serpeggiare di sentimenti contrari alle politiche europee, annunciare nel clou della campagna elettorale lapprovazione del TWO PACK, sarebbe stato elemento di maggiore destabilizzazione del consenso elettorale, proprio in quei partiti a connotazione fortemente europeista. Ma questo il livello dellinformazione italiana con il quale ci dobbiamo confrontare, e non possiamo che prenderne atto e trarre le dovute considerazioni. Ad ogni buon conto, ritornando al tema che ci occupa, avrete ben compreso che qualche settimana fa stato trovato laccordo tra Parlamento Europeo, Consiglio e Commissione Europea sullistituto del TWO PACK -successivamente approvato dal Parlamento Europeo nei giorni scorsi- che mira ad introdurre nuove misure sul controllo e sulla sorveglianza dei bilanci nazionali . In buona sostanza si tratta di un pacchetto normativo composto da due regolamenti volti a rafforzare il coordinamento delle politiche fiscali dei paesi dellEurozona. Invero, il primo recepisce misure speciali per il monitoraggio e la valutazione delle politiche economiche degli Stati alle prese con deficit eccessivi. Mentre il secondo tende a fissare i criteri dintervento verso quegli Stati in difficolt finanziaria.

In particolare, queste nuove misure, obbligheranno i singoli governi nazionali a presentare alla Commissione Europea, entro il 15 ottobre di ciascun anno e prima dellapprovazione da parte dei singoli parlamenti nazionali, le rispettive manovre di finanza pubblica al fine di consentire di verificare il rispetto degli impegni presi con le autorit europee nei primi sei mesi dellanno (il cos detto semestre europeo). In caso di mancato o carente rispetto degli accordi sottoscritti, la commissione europea potr chiederne la modifica, seppur in assenza di diritto di veto. Nel caso in cui il paese dovesse disattendere le raccomandazioni, oltre a subire azioni legali, potr incorrere in procedure per deficit eccessivo e nel caso anche in sanzioni economiche. Inoltre, sempre la Commissione Europea (organo autoreferenziale privo di qualsiasi investitura democratica) potr mettere sotto stretta sorveglianza i Paesi minacciati da difficolt finanziarie, obbligando governi a colmare e redimere le cause strutturali, sottoponendo il proprio operato a controlli trimestrali stringenti da parte di una taskforce dedicata. E qui, la mente tende subito ad evocare quanto accaduto in Grecia in questi 3 anni, ma non solo. Riassumendo, potremmo agevolmente affermare che il Two Pack costituisce unulteriore cessione di pezzi di sovranit nazionale verso strutture non elette ed autoreferenziali, in assenza di qualsiasi criterio solidaristico, di mutualit e senza alcuna contropartita.

Il TWO PACK, insieme al FISCAL COMPACT e al MES approvati appena un anno fa e al trattato di Lisbona, costituiscono (al momento) i principali strumenti di compressione della sovranit dei singoli stati, in nome della realizzazione di procedure di convergenze di politiche fiscali ed economiche dei paesi dellEurozona, secondo gli eurocrati, propedeutiche a colmare le divergenze strutturali delle varie economie europee. Il FISCAL COMPACT, ad esempio, impone agli Stati appartenenti allEurozona il raggiungimento del c.d. pareggio di bilancio, connotando tale pareggio non oltre un disavanzo strutturale del -0,5%, depurato

dagli effetti determinati di eventuali recessioni. Inoltre, il F.C., impone agli stati la riduzione dellindebitamento di almeno 1/20 allanno, per la parte eccedente il 60% del rapporto debito/pil, fino a convergere al livello previsto dal trattato di Maastricht, individuato, appunto, al 60%. Tanto per offrirvi una banale idea dellimpatto che il Fiscal Compact potrebbe avere sulla nostra economia gi alle prese con una profonda recessione, posto che il PIL di circa 1500 miliardi di euro, se ne deduce che il limite massimo di indebitamento consentito dal trattato di Maastricht, allo stato attuale, sia di 900 miliardi (il 60% di 1500), e che lItalia, avrebbe un eccesso di indebitamente di oltre 1100 miliardi da sanare entro i prossimi 20 anni. Quindi, circa 50 miliardi allanno, in assenza di una crescita significativa del Pil tale da avvicinare il rapporto debito Pil al 60% indicato nei trattati. Come, vi chiederete? O aumentando il proprio PIL tale da ridurre il rapporto debito/Pil che tenderebbe a convergere verso quel 60% indicato, oppure ridurre lindebitamento, ossia rimborsando il debito pubblico. Arrivando al MES, meglio noto come fondo salva stati, altro non che uno strumento attraverso il quale gli stati in difficolt possono richiedere aiuti finanziari, cedendo, in cambio, sovranit nazionale ad organismi del tutto estranei a qualsiasi investitura democratica.

In un contesto come quello appena enunciato accade che i governi alle prese con la necessit di finanziare i debiti pubblici e al contempo ridurli entro parametri stabiliti dai trattati, in assenza di crescita economica che appare del tutto irrealizzabile negli obiettivi prefissati, dovranno verosimilmente invocare gli interventi di sostegno del fondo salva stati, cedendo sovranit nazionale ad un gruppo di oligarchi al soldo dei banchieri di mezzo mondo.

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