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Francesco Lamendola

Pu accadere che l'altra dimensione faccia irruzione nella nostra, fino a minacciarci?
Lo scrittore americano Frank Belknap Long, discepolo e amico del celebre H. P. Lovecraft, in uno dei suoi pi noti e agghiaccianti racconti del terrore, I segugi di Tindalos, del 1946, aveva immaginato che l'altra dimensione possa non solo comunicare direttamente con la nostra, in presenza di determinate circostanze; ma, addirittura, che le creature in essa esistenti possano irromperne fuori e arrivare a minacciarci fisicamente. L'idea non originale; lo stesso Lovecraft l'aveva gi magistralmente sviluppata in uno dei suoi racconti dell'incubo pi riusciti, ossia I sogni nella casa stregata (The Dreams on the WitchHouse), del 1932; in cui le creature mostruose che si trovano negli spazi interdimensionali riescono a superare la fragile barriera che li separa dalla nostra dimensione, anche per opera di magia nera svolta dalla strega Keziah, nella malefica citt di Arkham. Nel racconto di Belknap Long, invece, il protagonista, lo scrittore e giornalista Halpin Chalmers, con l'ausilio di una misteriosa droga fabbricata da alcuni alchimisti cinesi, trova il modo di viaggiare liberamente, con la mente, a ritroso nella quarta dimensione, attratto dal mistero delle origini dell'umanit. Giunge cos a risalire indietro fino a un'era misteriosa, in cui non solo l'uomo, ma nessun'altra creatura conosciuta esisteva ancora sulla Terra; ma, con suo sgomento, scopre l'esistenza di creature diaboliche, in forma di cani selvaggi, che fiutano la sua presenza e cominciano a minacciarlo nella sua stessa casa. Ecco come l'Autore descrive la doppia, terrificante scoperta di Chalmers (da: F. Belknap Long, I segugi di Tindalos; titolo originale: The Hounds of Tindalos, 1946; traduzione italiana di Maria Regina Perissinotto, Milano, SIAD Edizioni, 1979, pp. 80-81): Si nascose il viso fra le mani, e gemette. "Esistono veramente, Frank, li ho visti per un tremendo istante. Per un attimo sono stato dall'"altra parte". Sulle pallide rive grigie al di l del tempo e dello spazio. In una luce tremenda che non era luce, in un silenzio che strideva, io li ho visti!. Tutto il male dell'universo era concentrato nei loro corpi magri e famelici. Ma avevano corpo? Li ho visti solo per un attimo; non posso esserne sicuro. Ma ho sentito il loro alito. In modo indescrivibile, ho sentito per un attimo il loro fiato sulla mia faccia. Si sono lanciati verso di me e io sono fuggito urlando. In un secondo son fuggito urlando attraverso il tempo. Sono fuggito per milioni e milioni di anni. Ma ora mi hanno fiutato. Gli uomini risvegliano in loro una insaziabilit cosmica. Noi siamo scampati, finora, all'oscenit che li circonda. Anelano perci a tutto quel che c' di puro in noi, tutto ci che emerse senza macchia dall'atto iniziale. C' una parte di noi che non colpevole, ed quella che essi hanno in odio. Ma non penso che siano veramente, materialmente, malvagi. Sono al di l del bene e del male, quali noi li conosciamo. Sono quello che all'inizio si stacc dalla purezza. In seguito a ci essi divennero l'incarnazione della morte, ricettacolo di ogni bassezza. Ma non sono il male come lo intendiamo no, perch nelle sfere in cui si muovono non esiste il pensiero, non la morale, non il bene e il male come li concepiamo noi. Ci sono semplicemente la purezza e l'impudicizia. L'impudicizia si manifesta attraverso gli angoli; la purezza attraverso le curve. L'uomo, o almeno la sua parte pura, derivato da una curva. Non rida. Dico sul serio."
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Mi alzai e cercai il mio cappello. "Mi dispiace immensamente per lei, Chalmers - dissi, andando verso la porta -, ma non intendo stare ad ascoltare queste assurdit. Le mander il mio medico a vistarla. un buon uomo all'antica e non si offenda se la mander al diavolo. Ma spero che vorr ascoltare i suoi consigli. Una settimana di riposo in una casa di riposo le farebbe un gran bene." Lo sentii ridere mentre scendevo le scale, ma era una risata cos mesta che mi vennero le lacrime agli occhi.

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Quando Chalmers mi telefon la mattina dopo, il mio primo impulso fu quello di riagganciare immediatamente . la sua richiesta era cos insolita e la sua voce cos violentemente isterica che ebbi il timore che ogni ulteriore incontro con lui sarebbe andato a discapito della mia sanit mentale. Ma non potevo mettere in dubbio la genuinit del suo dolore, e quando Chalmers si lasci andare completamente e lo sentii singhiozzare dall'altra parte del filo, decisi di acconsentire alla sua richiesta. "Bene - dissi -, arrivo subito e porto lo stucco." Andando da Chalmers mi fermai a un ferramenta e acquistai dieci chili di stucco. Quando entrai nella stanza del mio amico, lo trovai accovacciato vicino alla finestra, che fissava la parete di fronte con gli occhi febbricitanti e impauriti. Quando mi vide, si alz e mi strapp di mano il pacchetto contenente lo stucco con un'avidit che mi lasci allibito e sconvolto. Aveva portato fuori tutti i mobili e la stanza aveva un aspetto desolante. " certo che li possiamo combattere! - esclam. - ma dobbiamo agire con rapidit. Frank, c' una scala a pioli all'entrata. La porti qui subito. E poi vada a prendere un secchio d'acqua. "Per far cosa?", mormorai. Si volt di scatto, rosso in volto. "Per impastare lo stucco, idiota!", grid. "Per impastare lo stucco che salver i nostri corpi e le nostre anime da una contaminazione disastrosa. Per impastare lo stucco che salver il mondo da Frank, dobbiamo tenerli lontani." "Ma chi?", mormorai.. "I segugi di Tindalos", borbott. Ci possono raggiungere solo attraverso gli angoli. Dobbiamo eliminare tutti gli angoli di questa stanza. Stuccher tutti gli angoli, tutte le fessure. Dobbiamo rendere questa stanza simile all'interno di una sfera." Sapevo che sarebbe stato inutile tentare di ragionare con lui. Andai a prendere la scala a pioli , Chambers impast lo stucco, e lavorammo per tre ore Inutile dire che, nonostante tutte le precauzioni, i segugi di Tindalos trovano il modo di penetrare ugualmente nella stanza di Chambers, con conseguenze fatali per quest'ultimo. Ebbene, questa una storia di fantasia, come ne sono state scritte diverse su di un tale argomento; noi stessi, a suo tempo, ne abbiamo pubblicata una (cfr. il racconto L'abitatore del buio, nel volume: Francesco Lamendola, La bambina dei sogni e altri racconti, Poggibonsi, Siena, Lalli Editore, 1985). Ma che cosa diremmo, se fatti del genere uscissero dal regno della fantasia letteraria ed entrassero, ospiti non invitati, nella sfera della vita reale? Uno studiosi molto serio di parapsicologia, Leo Talamonti, autore di libri assai apprezzati, come Universo sconosciuto e I protagonisti invisibili, riporta un fatto sbalorditivo, che ricorda da vicino il racconto di Frank Belknap Long, sebbene egli lo interpreti in chiave diversa, e cio come una forma di autosuggestione del soggetto immerso nel sonno. Il fatto, comunicato all'Autore da una signora inglese o americana residente a Firenze, era stato riportato, in un primo tempo, sulla rivista da lui fondata e diretta Scienza e ignoto, nel 1972; e, in seguito, nel volume dello stesso Talamonti Parapsicologia della vita quotidiana (Milano, Rizzoli, 1975, pp. 41-42). Eccolo:
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Sig. Direttore, un fatto vero; non capitato a me ma a una mia amica, che me l'ha raccontato giorni fa. Mi telefon alle dieci del mattino, ancora piena di spavento, per dirmi che aveva sognato di essere stata azzannata alla mano da un cane. Appena desta, si trov l'impronta nettissima delle zanne sulla mano destra. Particolarmente profonda, oltre che rossa e dolente, era l'impronta sul palmo, dov'erano visibili le tracce di cinque denti, due delle quali pi pronunciate delle altre. A poco a poco, tracce, rossore e fastidio scomparvero. Ethel Gates, Firenze. Ed ecco il commento di Leo Talamonti, studioso serio e scrupoloso, ma col quale - in questo caso ci sembra di non poter concordare interamente (Ibidem): Sorvolando sul probabile significato latente del sogno, che pu essere, ma non detto che sia, di natura sessuale, soffermiamoci un momento sul significato manifesto: il cane che azzanna la mano e vi lascia l'impronta dei suoi denti. Lei sa che certi soggetti hanno un'attitudine al dermografismo passivo: basta far scorrere leggermente una punta metallica su qualche parte del loro corpo -il braccio, mettiamo - ed ecco che vi resta impresso, per qualche tempo, un solco rosso. In aggiunta ad altri sintomi, questo sta a indicare l'esistenza di una particolare sensibilit che i medici chiamano "eretismo", ed caratterizzata da una larga componente emotiva, ansiosa, suggestionabile. Se un soggetto del genere viene ipnotizzato, gli si suggerisce mentre in trance, che si presa una scottatura nel tale punto, pu darsi che proprio in quel punto si veda comparire un arrossamento e un versamento sieroso, vale a dire: tutti i segni di una scottatura reale. Charcot e seguaci fecero esperienze memorabili, in questo campo. uno dei tanti fenomeni che stanno a indicare la completa "disponibilit" del corpo nei riguardi della mente: soprattutto della mente inconscia, che sta, alla mente cosciente, nello stesso rapporto della parte immersa di un "iceberg" rispetto alla piccola parte emerso (tanto per usare una metafora ben nota). Per concludere: niente "cani dell'altra sponda", per spiegare un fenomeno interessante, senza dubbio, ma naturale, anche se collocabile in quella zona ambigua e incerta dove si incontrano il normale e il paranormale, e che ha tanta parte nella vita quotidiana di ciascuno. Il caso da Lei segnalato il secondo del genere di cui vengo a conoscenza, , a distanza di quindici ani dal primo. In effetti, la spiegazione di Talamonti ci sembra troppo drastica e sbrigativa; perch, se vero che la dermografia passiva e l'eretismo - e anche, diciamolo pure, l'isterismo vero e proprio - possono spiegare molti fatti del genere, non detto che offrano la sola spiegazione possibile anche per una piccola percentuale di essi, che si distinguono per le loro caratteristiche particolarmente ambigue e realistiche. Abbiamo gi visto, nel precedente articolo Gli esseri psichici, signori della menzogna, si servono di persone umane per realizzare i loro fini (consultabile sul sito di Edicolaweb), che, secondo il grande mistico e filosofo Aurobindo, bench la Presenza divina nella materia sia naturalmente unica, vi sono tuttavia, nei mondi superiori, degli esseri che non si sono mai incarnati sulla terra e che vogliono agire su di essa, svolgere un'azione su di essa. Allora essi aspettano che certi esseri psichici abbiano raggiunto il loro pieno sviluppo e vi si uniscono per operare secondo la loro propria natura. La loro coscienza si aggiunge alla coscienza psichica sulla terra. Sono esseri che non si sono mai incarnati, che si sono materializzati sempre di pi, a mano a mano che si compiva la creazione. Sono forse delle prime emanazioni, degli esseri inviati nell'universo per ragioni speciali - ci che gli uomini chiamano dei semidei. La loro influenza pu rivelarsi estremamente negativa e pu giungere fino alla vera e propria possessione ai danni di una creatura umana, dalla quale scacciano l'essere psichico originario, sostituendovisi completamente. Ci pu accadere fin dalla nascita, allorch certi bambini, nati praticamente morti, tornano a vivere improvvisamente, se uno di quegli esseri psichici si impadronisce di loro.
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Ci pu accadere anche nel corso di una malattia, di cui l'essere vitale approfitta per entrare nel corpo del malato. Infine, secondo il filosofo indiano, pu trattarsi di una penetrazione lenta e graduale, allorch l'essere vitale entra nell'atmosfera della persona, la influenza e, da ultimo, vi si installa definitivamente, sostituendosi alla personalit originaria. Tutto questo richiama altre considerazioni, da noi svolte a proposito di un passo della Divina Commedia in cui Dante descrive l'ingresso di un demonio nel corpo di un frate peccatore, cosa diversa dalla possessione diabolica vera e propria. Infatti, nel racconto di Dante, l'anima del frate gi morta e precipitata all'Inferno; e quel che resta sulla terra, e sembra vivo, soltanto il corpo di costui, nel quale il diavolo si introdotto, allo scopo di conferirgli una apparenza di vita (cfr. F. Lamendola, Quando muore l'anima di un uomo e un demonio s'insedia nel suo corpo: il caso di frate Alberigo, consultabile sul sito di Edicolaweb). Ma torniamo al sogno della ragazza e ai cani feroci che, in esso, l'avevano inseguita e azzannata; e alla stupefacente scoperta, al risveglio di lei, di recare sulla mano la ferita dolorante del morso di una di quelle bestie; ferita che scomparve solo a poco a poco, nel corso dei giorni successivi, proprio come una normale ferita, prodotta da una creatura vivente. Certo, pu essersi trattato di una forma di reazione isterica prodotta sull'epidermide dalla vivida intensit del sogno; in breve, una forma di autosuggestione inconscia. Ma siamo proprio sicuri che non esistano altre possibilit - in un caso come questo, ed in altri analoghi, che pure sono stati talvolta segnalati - e che si debba categoricamente escludere, come fa Talamonti, l'esistenza di cani dell'altra sponda? Ed cosa logica e coerente negare a priori una tale eventualit, dopo avere ammesso l'esistenza di un universo multidimensionale; e, inoltre, la possibilit di stabilire un contatto, sia pure in circostanze eccezionali e in un limitato numero di casi, con le dimensioni parallele alla nostra? Qui, a nostro avviso, viene a galla la limitatezza di un approccio esclusivamente parapsicologico ai fenomeni del supernormale o, come si dice in linguaggio teologico, del preternaturale: ossia di quei fenomeni che, pur non originandosi direttamente da una fonte soprannaturale, eccedono per, di molto o di poco, l'ambito del mondo naturale. In altre parole: se si vuole spiegare tutti questi fenomeni con la sola parapsicologia - ripetiamo, se li si vuole spiegare tutti -, bisogna per forza negare la soprannaturalit del miracolo, tirando un tratto di penna sul Vecchio e sul Nuovo Testamento; e ricorrere alla solita, vecchia formula dell'isterismo per spiegare fenomeni come le voci di Giovanna d'Arco, le visioni Bernadette Soubirous, le stimmate di Francesco d'Assisi e di padre Pio da Pietrelcina. Significa voler ridurre tutto soprannatuale e preternaturale - alle dimensioni di un naturale, che non stato ancora sufficientemente studiato e compreso. Prendiamo in considerazione, appunto, il caso delle stimmate. A meno di sposare in pieno la tesi positivista di Agostino Gemelli, che, quanto a padre Pio, le attribuiva a pura e semplice isteria (se non, addirittura, a simulazione; salvo sostenere una spiegazione totalmente diversa nel caso di San Francesco), bisogna ammettere la possibilit - non la necessit - che i fenomeni del parallelismo psicofisico possano avere anche una origine diversa da quella di una pura e semplice attivit inconscia. Per parallelismo psicofisico si intende il fatto che, in un determinato soggetto, dotato di spiccate facolt medianiche, l'attivit fisica e quella psichica sembrano svolgersi in parallelo e in reciproca dipendenza. Ad esempio, lesioni o malattie del sistema nervoso causano turbe corrispondenti nelle manifestazioni psichiche; mentre, viceversa, stati psichici anormali dovuti a preoccupazioni, passioni, spaventi, estasi religiose, possono provocare effetti fisici quali verruche, ulcere, paralisi, stimmate (cfr. Ugo Dttore, Dizionario enciclopedico di parapsicologia e spiritismo, Milano, Fabbri Editori, 1984, pp. 415-17). I parapsicologi sono propensi, in genere, ad inquadrare questa fenomenologia nell'ambito di una visione naturalistica, rinviando la spiegazione a dei poteri della mente ancora ignoti, simili a

quelli che provocano il fenomeno dell'ideoplastia (guarigione repentina di ferite o di stimmate; comparsa di esseri o di parti anatomiche, evocati dalla forza del pensiero del medium). Ora, anche se tali spiegazioni sono certamente in grado di soddisfare un'ampia gamma di fenomeni, non sono tuttavia in grado di rendere adeguatamente ragione di tutti; e, soprattutto, non devono essere considerate come la sola maniera di addivenire a una ragionevole interpretazione di quei fenomeni, nei quali sembra di constatare uno spettacolare influsso reciproco della mente e della sfera materiale. Tornando al caso dei cani che avrebbero azzannato il soggetto dormiente, imprimendogli il segno delle zanne sulla mano in maniera oggettivamente verificabile, possiamo ammettere anche, come ipotesi di lavoro, altre possibilit, pi inquietanti, ma non assurde sul piano logico, una volta che si sia ammessa l'esistenza di una realt pluridimensionale, rispetto alla quale noi siamo nella condizione di un ipotetico abitante di una singola stanza all'interno un immenso, labirintico palazzo, il quale poco o nulla conosce di quanto avviene nelle altre stanze, dalle quali - tuttavia - solo delle sottili pareti lo separano. Una prima possibilit che esista realmente un luogo, situato in un'altra dimensione, nel quale noi ci rechiamo quando la nostra mente sogna; e che esso, in presenza di circostanze rarissime, ma non impossibili, possa giungere ad interagire con il nostro piano di realt. Come dire che, se si produce una crepa nella parete divisoria fra la nostra dimensione ed una di quelle che esistono parallelamente alla nostra, pu accadere che le entit di quest'ultima entrino in contatto con noi, con conseguenze imprevedibili, cos nel bene, come nel male. Questa ipotesi vicina alla concezione sciamanica, secondo la quale lo sciamano, appunto, capace di volare, in estasi o in sogno, nel mondo degli spiriti, sia per recuperarvi l'anima di un soggetto gravemente malato, o vittima di un incantesimo, sia per ricacciarvi l'entit malvagia che sia penetrata nel corpo di lui. Una seconda possibilit che, quando la nostra mente sogna, essa produce una realt che non affatto illusoria ed effimera, ma concreta e capace perfino di vita autonoma: un po' come il personaggio creato da uno scrittore che poi, una volta definito, non abbia pi bisogno del supporto della mete del suo autore per dispiegare la propria esistenza nell'ambito della realt circostante. Come noto, Luigi Pirandello sosteneva una teoria di questo genere. Cos, le creature del sogno presenterebbero affinit con le creature materializzate dalla mente conscia, secondo una tecnica ben nota agli occultisti tibetani, che chiamano tulpa tali creazioni; mentre, nell'esoterismo occidentale, esse sono piuttosto note con il nome di forme-pensiero. Ne abbiamo gi parlato, peraltro, nel precedente articolo Da dove vengono le materializzazioni del pensiero? (consultabile sul sito di Edicolaweb). Ma, ovviamente, la differenza che le une sono create dalla mente del dormiente, le altre no; e, secondo la teoria junghiana dell'Inconscio collettivo, bisogna ammettere che sono le prime ad avere una maggior probabilit di attingere al deposito simbolico degli archetipi universali, dunque di esprimere dei contenuti che travalicano la sfera dell'io individuale e, in tale senso, pi oggettivi degli altri. Una terza possibilit che delle entit spirituali, tanto benevole quanto malefiche, si servano, per cos dire, dei contenuti dei nostri sogni, per esercitare un influsso concreto, materiale, sulla nostra vita, agendo nella sfera della dimensione cosciente. Infatti, durante il sonno, il nostro io si libera dai condizionamenti e, fino a un certo punto, dai limiti della vita allo stato di veglia e si trova in uno stato non troppo diverso da quello della trance, sia essa indotta dall'ipnosi (o dal'autoipnosi), sia dalle forze collettive sprigionate da una seduta medianica, sia - infine - dall'estasi mistica o da un elevato stato spirituale, raggiunto con la meditazione. Ora, noto che tali sono, appunto, le circostanze di cui si possono servire delle entit spirituali per entrare direttamente nella coscienza del soggetto, talvolta fino a invaderla del tutto (come nel caso della possessione demoniaca o, per contro, dalla trasfigurazione divina); ed altrettanto noto che, talvolta, tali interventi agiscono anche sul piano fisico, provocando, ad esempio - nel caso delle entit malefiche - graffi, percosse o ferite, di cui sono piene le storie di tanti mistici e santi.
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Il caso dal quale eravamo partiti, riferito da Leo Talamonti, si colloca - peraltro - in una prospettiva particolare, perch del tutto avulso da un contesto spirituale e somiglia, piuttosto, alla pura e semplice incursione delle creature del sogno nella vita del soggetto, testimoniata da una ferita comparsa sul suo corpo, come qualunque altra autentica ferita fisica. Che dire, dunque, di un caso del genere? Noi non abbiamo la pretesa di offrire una risposta certa ed univoca; ci basta aver mostrato come non esistano ragioni di ordine logico o di ordine pratico che autorizzino ad escludere nessuna possibilit, fra quante abbiamo ipotizzato a livello generale. Il fatto che esse possano apparire incredibili o inaccettabili alla nostra mentalit razionalista, non dovrebbe indurci a respingerle; anche perch un concetto bene inteso di scienza deve sempre partire dai fatti per formulare delle teorie capaci di spiegarli, e non gi negare o ignorare i fatti, per il timore di mettere in crisi le teorie. Con buona pace di scientisti e positivisti di ogni tendenza e sfumatura, noi viviamo letteralmente circondati dal mistero; e le cose che ignoriamo sono assai pi numerose di quelle che conosciamo o che crediamo di conoscere. Lo studioso inglese Colin Wilson usava dire: Solo una cosa sembra certa: che questo normale, concreto mondo intorno a noi solo una facciata, e pensare che esso sia la realt, la sola realt, ingannevole e sbagliato.

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