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KANT Kant nacque a Konisberg nel 1724 e qui mor nel 1804.

La sua vita si svolse per intero in questa citt della Prussia orientale, oggi, dopo il secondo conflitto mondiale, ha cambiato nome e si trova in territorio russo. La sua prima educazione risentir in modo marcato lorma della morale pietistica fondata sul rigore morale e sul rispetto scrupoloso delle regole del vivere civile. Successivamente nei suoi studi di adolescente si avvicina al pensiero razionalista di Wolff, poi studi assiduamente sia Rousseau, sia Newton che Hume e questi lasceranno una traccia indelebile nella sua formazione di filosofo. Il secolo nel quale vive Kant quello dei lumi e delle grandi rivoluzioni quali lamericana e quella francese ed anche il secolo della rivoluzione industriale e dei sovrani illuminati. Kant divenne un fervido seguace dellilluminismo, pur apportando un contributo originale a questa corrente di pensiero che tanto influenz il XVIII secolo, egli, a differenza dellIlluminismo dei Diderot e dei Voltaire, tocc anche il tema della metafisica mentre questi ritenevano che la ragione potesse avventurarsi solo nel campo del finito. Prima di inoltrarci nel criticismo kantiano opportuno analizzare alcuni termini filosofici che ci aiuteranno a meglio comprendere il pensiero di questo grande filosofo. Tutte le correnti filosofiche si basano su tre indirizzi: dogmatismo, scetticismo, criticismo. Il dogmatismo si fonda su principi che vengono accettati come gi dimostrati; lo scetticismo si fonda invece sul dubbio ; il criticismo una dottrina che mette in risalto i difetti del dogmatismo a cui rimprovera laccettazione

acritica delle cose e nello stesso tempo critica lo scetticismo perennemente racchiuso in un dubbio perenne. Kant il fondatore di questo nuovo indirizzo filosofico e nella Critica della Ragion pura viene esposto in modo esaustivo. Il punto di partenza di Kant la critica del razionalismo e dellempirismo che egli ritiene non essere adeguati per avere una conoscenza piena e feconda. Lempirismo si fonde sul metodo induttivo cio quel metodo che va dal particolare alluniversale, mentre il razionalismo viceversa su quello deduttivo che va dalluniversale al particolare. Lempirismo si serviva del giudizio sintetico a posteriore per es. il Corpo pesante. Questo giudizio innanzitutto sintetico giacch nellidea di corpo non implicita necessariamente la pesantezza pertanto solo verificando con i sensi ci possiamo dire che un corpo pesante. Il termine sintetico (dal greco unione) perch unisce i due termini corpo e pesantezza ed a posteriori giacch solo dopo aver verificato empiricamente la pesantezza del corpo posso dire che questo pesante. Il giudizio sintetico a posteriore degli empiristi si produttivo poich con la verifica empirica vengo a conoscere un qualcosa di nuovo in questo caso la pesantezza del corpo ma questo tipo di giudizio ha lo svantaggio di non essere mai universale e necessario, come la scienza richiede, in quanto fondato sui sensi. Di contro il razionalismo si serviva del giudizio analitico a priori ad esempio il corpo esteso. Questo giudizio analitico (dal greco sciogliere nelle componenti) nel senso che se si scioglie il concetto di corpo nelle sue componenti ritrovo necessariamente lestensione. Insomma al concetto di corpo connaturato a quello di estensione. In poche parole il giudizio il

corpo esteso un giudizio analitico nel senso che analizzando il soggetto ritrovo il predicato ed a priori nel senso che non ho bisogno della verifica empirica per affermarlo. Il giudizio dei razionalisti, quindi, assolutamente necessario ma ha il difetto di non essere produttivo di nuova conoscenza, giacch lidea di estensione implicita nel concetto di corpo. Kant vede la debolezza delle due correnti filosofiche in primis afferma che il giudizio sintetico a posteriore degli empiristi produttivo ma ha un punto debole: questo giudizio non riesce mai a divenire universale e necessario perch fondato sui sensi ed i sensi sono spesso considerati ingannevoli perch soggettivi ragion per cui non possono essere universali. Di contro i razionalisti si servivano dei giudizi analitici a priori i quali hanno certamente il vantaggio di essere universali e nel contempo necessari ma hanno il difetto di non essere produttivi di nuova conoscenza. Kant dinanzi ai difetti di entrambe i giudizi riesce ad unificare gli aspetti positivi sia del giudizio sintetico a posteriore che del giudizio analitico a priori ed elabora i giudizi sintetici a priori(estensivi di conoscenza ed universali). Kant si fa promotore dei giudizi sintetici a priori che sono propri della geometria e della matematica. La geometria si occupa dello spazio: La linea retta la distanza pi breve fra due punti. Questo giudizio sintetico poich il predicato non contenuto nel soggetto ed nel contempo a priori perch non ci viene dallesperienza. La matematica si occupa invece del tempo ed anchessa si serve dei giudizi sintetici a priori es. 7+5=12 un giudizio sintetico giacch non compreso n nel 7+5 ed a priori dato che non ci viene dallesperienza.

Kant in accordo con lempirismo sostiene che ogni conoscenza ci viene dallesperienza; ma anche se ogni nostra conoscenza ci viene dallesperienza non deriva interamente dallesperienza. In ci Kant si distingue dagli empiristi che facevano derivare tutto dallesperienza. Per questo filosofo la conoscenza inizia con lesperienza ma non ci viene tutta da essa. Per dare vita al nuovo giudizio, Kant deve mettere in discussione la conoscenza come era stata vista fino ad allora e per far questo egli parla di Rivoluzione Copernicana. Egli, a differenza della vecchia metafisica che partiva dalloggetto, parte dal soggetto. Invece di partire dal mondo parte dallio che contempla il mondo. CRITICA DELLA RAGION PURA La prima Critica viene detta della Ragion pura ed in essa vengono trattati il tempo e lo spazio, le percezioni , le categorie ed i concetti puri liberi da ogni elemento empirico. La Critica della Ragion pura si divide il tre parti. La prima parte detta Estetica trascendentale ed la scienza delle sensazioni pure; la seconda chiamata Analitica trascendentale e studia i concetti puri; la terza ed ultima parte la Dialettica trascendentale e si occupa del puro ragionamento. Iniziamo a chiarire che per Kant trascendentale sta a significare non una verit esistente al di fuori del nostro spirito; ma sono trascendenti le sensazioni (tempo e spazio ) i concetti (categorie) che esistono fuori e prima dellesperienza; ma non sono realt oggettive bens immanenti nel nostro spirito. Noi conosciamo il mondo attraverso mediazioni . Queste mediazioni sono forme della sensibilit ed esse sono lo spazio ed il tempo, le categorie

(modi di organizzare lesperienza) e le pi importanti sono quelle relative alla sostanza e alla causa. Lo spazio un senso umano esteriore in cui vengono inquadrati tutti i fenomeni esterni. Occorre a questo punto precisare che per Kant noi non percepiamo le cose, ma solo i fenomeni, giacch lessenza delle cose ci sfugge. La forma, lo spessore, il colore ,la solidit, lodore, il sapore ossia le qualit non costituiscono lessere ma sono fenomeni. I fenomeni sono apparenze degli esseri che da noi non possono essere conosciuti ma possiamo solo pensarli e perci vengono chiamati noumeni ossia cose che possono solo essere pensate. Pertanto Kant ammette lesistenza di due mondi: il mondo dei fenomeni e quello dei noumeni. Il primo percettibile (mondo fenomenico) e quindi conoscibile; il secondo (mondo noumenico) ci rimane nascosto. Non possiamo affermare che lessere in se non esista solo perch i nostri sensi non lo percepiscono ne possiamo affermare che questo esiste necessariamente. Lo spazio una forma pura della sensibilit non un concetto ma dentro di noi e non necessariamente fuori di noi. Anche il tempo non ci viene dallesperienza ma come lo spazio entro di noi . Spazio e tempo non sono dedotti, come volevano gli empiristi, dallesperienza ma essi non fanno altro che inquadrarla e unificarla ed in ci la precedono e per questo motivo che vengono detti a priori. Il tempo il nostro senso interiore con il quale distinguiamo il primo e il dopo , il passato, il presente ed in futuro. Allo stesso tempo lo spazio se noi sopprimiamo mentalmente tutte le misure del tempo ci rimane sempre lidea di durata.

Nella Logica trascendentale vi sono trattati alcuni concetti anchessi a priori detti categorie. Mentre per Aristotele le categorie sono concetti classificatori che hanno un realt di fuori dallo spirito umano, per Kant solo le categorie costituiscono la realt. Le categorie di Kant sono 12 come i tipi di giudizi e sono divise in 4 gruppi: 1) la qualit da cui scaturiscono le categorie di affermazione, negazione, limitazione da cui derivano i seguenti giudizi affermativi, negati e irreali; 2) la quantit da cui derivano le categorie di unit, pluralit ed universalit che danno i giudizi singolari, particolari e universali; 3) la relazione da cui scaturiscono le categorie di sostanza, causalit e reciprocit che danno i giudizi: categorici, ipotetici e disgiuntivi; 4) la modalit che ci da le categorie di possibilit, impossibilit, di esistenza Vi corrispondono i giudizi: problematici, assertori e apodittici. Pertanto durata, estensione, sostanza, causalit, accidente, realt appartengono al soggetto senziente e non alloggetto sentito. Loggetto, dunque, si compone non solo delle qualit che Locke chiama secondarie colore, odore, sapore, suono e che sono eminentemente soggettive a differenza di spazio e tempo che sono costanti in ogni soggetto. Tutto questo porta a concludere che la natura una creazione dello spirito umano o meglio ogni creazione una sintesi fra sensazioni empiriche (odori, colori, sapori, resistenza, levigatezza ) che vengono sussunte nello spazio per esserne circoscritte e nel tempo per esserne fissate in una durata pi o meno lunga. Nella dialettica trascendentale si affronta la scienza del pensare. Le intuizioni rendono possibile le matematiche; si conosce con lintelletto formato dalle categorie per mezzo delle quali sono

possibili le scienze naturali; si pensa, infine, con la ragione. Ragionare vuol dire fare la sintesi dei giudizi e costituire i sillogismi che sono categorici se riguardano la sostanza, ipotetici se nascano dalla causalit e disgiuntivi se derivano dalla reciprocit. Da questi sillogismi ci vengono tre idee: lanima quale sostanza incorporea; il mondo quale sussistente di tutti i fenomeni; di Dio nel quale tutti gli esseri si trovano compresi. Kant sostiene che lanima, il mondo ed il creato non possono essere conosciute perch vanno al di l del nostro modo di comprendere le cose onde non possono essere conosciute e rimangono pure idee. Afferma che lanima (lio penso) non una sostanza, che il mondo attraversato da 4 antinomie (finitezzadivisibilit-causalit-dipendenza) e smonta le prove della teologia razionale (prova fisico-teleologica; prova cosmologica; prova ontologica. Da tutto ci Kant ricava laffermazione che la metafisica non una scienza. LA CRITICA DELLA RAGION PRATICA Nella critica della ragion pratica Kant afferma che la ragione ha anche un fine pratico ed essa appare sotto forma di imperativo quelli che nel linguaggio comune si chiama voce della coscienza. La ragione alluomo gli appare sotto forma di imperativi cio di comandi che richiedono obbedienza. Nella morale la ragione fa sentire la sua voce indicando la forma in cui bisogna volere lazione mentre i contenuti dellazione morale sono estremamente vari. Vi sono due tipi di etiche la prima quella che pone come fine di tutto il godimento e laltra che ci impone di agire rettamente senza alcuno scopo particolare. Kant si

proclama fondatore della moralit pura che fondata sul principio del bene per il bene. Per Kant luomo fornito di volont che pu essere autonoma ed eteronoma. Autonoma quando luomo agisce senza perseguire un fine determinato se non il fine stesso; eteronoma quando si lascia guidare da impulsi improvvisi e si muove per raggiungere uno scopo particolare. La volont comanda ed il suo comando viene chiamato dovere o imperativo. Il dovere deriva dalla sintesi fra la ragione (elemento a priori) che costante e la sensibilit che empirica ed in quanto tale variabile. Se il dovere ci viene dalla volont autonoma esso viene detto imperativo categorico ossia assoluto; se invece il dovere ci viene dalla volont ateroma viene detto imperativo ipotetico ed in questo caso il fine per cui luomo agisce mutevole a seconda dellinteresse del momento. Quando un militare obbedisce ai superiori non per timore di essere punito, se inadempiente, ma solo perch sa che deve fare il suo dovere questo militare compie un dovere categorico. Il negoziante che vede al giusto prezzo la sua merce per procurarsi nuovi clienti compie un dovere ipotetico giacch il suo fine egoistico ed in questo caso la sua azione buona ma non morale. La legge morale si fa sentire in modo irresistibile in noi e a tal proposito Kant dice che due cose gli riempiono il cuore di ammirazione: Il cielo stellato sopra di noi e la legge morale in noi. La legge morale non trascende luomo ma dentro luomo stesso. Poi, Kant afferma che Dalla legge morale scaturisce il dovere; dal dovere il potere. Da questa formula ricava un suo ragionamento: Tu devi: dunque, puoi. Da ci scaturisce il cosiddetto regno dei fini. Ogni essere umano una volont e si

ha accanto al regno naturale il regno della volont e poich ogni volont tende ad un fine Kant definisce questa volont come regno dei fini. In termini pi chiari ogni individuo ha nella societ un propria funzione chi come insegnante, chi come medico rispetta, in tal modo, la finalit della sua professione. Pertanto linsegnante un essere morale se svolge il suo lavoro senza secondi scopi e senza transigere ai suo doveri di insegnante. Ogni volont ha la libert di agire secondo le sue molteplici inclinazioni e di attuare se stessa e ci rientra nel cosiddetto regno dei fini che potrebbe anche definirsi regno della libert. Pertanto ci sono due regni: il primo il regno delle cose (fenomeni) in cui dominano incontrastate leggi ferree e la pura necessit e si identifica con la natura; il secondo regno quello delluomo in cui le volont agiscono spontaneamente e quivi regna incontrastata la libert. LA CRITICA DEL GIUDIZIO Per Kant il giudizio estetico del tutto soggettivo e consiste nel definire se un oggetto sia bello. Generalmente la bellezza ritenuta oggettiva un opera darte, una bellezza naturale hanno in se un qualcosa che costituisce la bellezza. Per Kant la bellezza un sentimento del soggetto che contempla e non gi una qualit delloggetto contemplato in modo tale che senza il soggetto senziente loggetto contemplato non n bello n brutto ma indifferente. Il fatto che gli uomini hanno la possibilit di sentire il bello detta da Kant gusto. Per aver questa possibilit necessario essere forniti dellintelletto e dellintuizione , giacch il bello risulta dallarmonia di intelletto e di intuizione. Per mezzo

della sensibilit intuiamo le forme delloggetto (non la pura forma geometrica ma come loggetto si pone nello spazio e nel tempo da noi stessi determinati durante la contemplazione) e con lintelletto lo conosciamo. In tal modo la bellezza non puro sentimento, ma sentimento conosciuto e valutato. Il, piacere estetico non nasce dalloggetto contemplato , in quanto questo bello, ma dalla relazione delloggetto, indifferente in se stesso, con lintuire e il conoscere; loggetto bello dopo che larmonia tra intelletto e intuizione crea in noi un sentimento di gioia e di pace. Ecco un esempio concreto. Mi trovo dinanzi alla Piet di Michelangelo. La contemplo e quanto pi lammiro, pi gioisco. Ammiro la Piet non perch sia di Michelangelo o perch rappresenta Ges dolente; ma ammiro questo capolavoro per la pura forma che esso assume nella relazione con me che lo sento e lo comprendo. Nel momento in cui ammiro questa scultura meravigliosa mi pare che essa sia stata fatta solo per me. Ora su questa scultura si possono fare tre giudizi: 1) questa una scultura (giudizio determinate) 2) questa scultura la Piet (giudizio teleologico perch il suo fine rappresentare le sofferenze della Madonna) 3) questa scultura bella (giudizio estetico) Dallequilibrio fra sensibilit ed intelletto nasce il bello dal loro disequilibrio nasce il brutto, il deforme. Per Kant il bello universale (secondo la quantit) perch esso deriva dal libero gioco di due attivit comuni a tutti gli uomini; disinteressato, (secondo la qualit), perch esso non dipende dalle nostre

particolari inclinazioni; formale (secondo relazione) perch loggetto piace solo per la forma e non gi la forma geometrica, ma quella che il soggetto gli da intuendoli nello spazio e nel tempo determinati; necessario; (secondo la modalit) perch deve per forza piacere a tutti.

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