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3/00033 : CAMERA - ITER ATTO

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Atto Camera Interrogazione a risposta orale 3-00033 presentato da BINETTI Paola testo di Luned 6 maggio 2013, seduta n. 12 BINETTI. Al Ministro della salute, al Ministro dell'economia e delle finanze. Per sapere premesso che: il Corso di laurea in infermieristica pediatrica stato istituito sulla base della consapevolezza che il bambino necessiti di conoscenze e competenze specifiche, peculiari rispetto a quelle necessarie per l'assistenza al paziente adulto, per il conseguimento di buoni standard assistenziali; ogni bambino portatore di specifici bisogni legati alla dipendenza dall'adulto, alle dinamiche inter e intrafamiliari e al grado di sviluppo cognitivo ed emotivo; i tre anni di corso danno modo allo studente di infermieristica pediatrica di approfondire in modo globale il bambino e le problematiche legate alla presa in carico dell'intero nucleo familiare. Le ore di tirocinio predisposte permettono allo studente di concretizzare le suddette competenze teoriche e di confrontarsi con la realt ospedaliera e territoriale (sono previste infatti due esperienze di tirocinio c/o i distretti dell'aerea materno-infantile e c/o gli ambulatori dei PLS); il decreto ministeriale 70/1997 ha chiarito che la professione di infermiere pediatrico deve essere distinta dalla professione di infermiere generale, altrettanto capace nell'assistenza all'adulto ma sprovvisto dell'esperienza e della teoria coltivate nell'arco dei tre anni di studi universitari in ambito pediatrico; al termine della formazione di base, l'infermiere pediatrico diventa uno specialista poliedrico capace non solo di esprimersi con professionalit e seriet in ambito ospedaliero ma con altrettanta sicurezza nel territorio. Mancano per regole e profili precisi che definiscano il ruolo dell'infermiere pediatrico permettendo di costruire la rete di sostegno territoriale necessaria per garantire continuit assistenziale; la continuit assistenziale diventa ancora pi doverosa in un contesto di malattia cronica dove le cure continue potrebbero essere erogate, con un'opportuna organizzazione, in regime domiciliare e non in regime di ricovero riducendo il numero di posti letto, gravando di meno sulla spesa sanitaria nazionale e garantendo il rispetto della dignit del paziente e della famiglia; nonostante la necessit di infermieri in area pediatrica che il territorio esprime, come dimostrato anche dall'ultimo concorso bandito solo per infermieri generalisti dall'azienda Ospedaliera di Padova, la quale con tale concorso provvedeva alla occupazione di nove posti vacanti proprio nella clinica pediatrica, la figura professionale dell'infermiere pediatrico non viene valorizzata dalle istituzioni sanitarie, che non propongono sbocchi professionali adeguati a una formazione coltivata in tre anni di studi e tirocinio sia in ambito ospedaliero che territoriale;

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da pi parti si richiede che vengano istituiti dei concorsi di assunzione per infermieri pediatrici o che venga data l'opportunit di partecipare a concorsi che destinino i vincitori alle aree pediatriche a dimostrazione di una politica manageriale sanitaria orientata alla qualit dell'assistenza in tutti i contesti di cura, ricordando che la legge 1098/1940, tuttora vigente, stabilisce che gli infermieri pediatrici hanno titolo di preferenza per l'assegnazione a posti, di servizio di assistenza all'infanzia presso asili nido, brefotrofi, ospedali, o reparti ospedalieri infantili e presso ogni altra istituzione di assistenza all'infanzia; necessario evidenziare, inoltre, la possibilit di un impiego ulteriore dell'infermiere pediatrico nei territori disagiati, dove il pediatra manca o sia oberato di piccoli utenti, come punto di riferimento per l'educazione alla salute e una prima assistenza di base per il bambino e la famiglia : cosa intendano fare in merito alle prospettive lavorative di laureati e laureandi, che sono in attesa di occupazione, e con i futuri iscritti al corso di laurea in infermieristica pediatrica che comunque rimangono aperti; se non ritengano necessario attuare ogni opportuna iniziativa, anche di carattere normativo volta a garantire l'assistenza domiciliare integrata anche per il paziente pediatrico, soprattutto se disabile, in modo tale da alleggerire il carico delle famiglie e da assicurare un'assistenza continua anche al di fuori dell'ambito ospedaliero con un sicuro risparmio nei costi del servizio sanitario. (3-00033)

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