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1 LA RELAZIONE SPONSALE TRA UOMO E DONNA NELLA FAMIGLIA NEGLI SCRITTI DI GIOVANNI PAOLO II Luomo creato a immagine di Dio

Nellesortazione apostolica Familiaris Consortio, Giovanni Paolo II sottolinea come luomo sia stato creato ad immagine e somiglianza di Dio, e chiamandolo allesistenza per amore lha chiamato allo stesso tempo allamore. Una comunione damore che non semplice necessit di sopravvivenza, n un aspetto che interessa luomo in qualche punto del suo essere. La vocazione alla comunione lo coinvolge in tutte le sue dimensioni di corpo e di anima. In quanto spirito incarnato, cio anima che si esprime nel corpo e corpo informato da uno spirito immortale, luomo chiamato allamore in questa sua totalit unificata. Lamore abbraccia anche il corpo umano e il corpo reso partecipe dellamore spirituale. 1 In che modo luomo manifesta concretamente questa sua intima realt sponsale, questo suo essere fatto per amore e per amare, che gli deriva da Dio stesso e che lo rende unico allinterno del creato? Giovanni Paolo II per esprimere questa verit cos singolare analizza levento della creazione descritta dai primi due capitoli del libro della Genesi dove narrata la realt originaria delluomo e della donna. .Questo principio, che la prima eredit di ogni essere umano nel mondo, uomo e donna, prima attestazione dellidentit umana secondo la parola rivelata, prima sorgente della certezza della sua vocazione come persona creata a immagine di Dio stesso. 2 Dio crea luomo e la donna perch vivano nella dimensione del dono, lessere luno per laltro, rappresentato dalla dualit soggettiva di maschio e femmina. Una comunione che si esprime nella procreazione, quale partecipazione allazione creatrice di Dio. Limmagine che luomo porta impressa nel suo corpo, il suo essere fatto per la comunione, legato, senza una sua diretta partecipazione, al momento della sua creazione e perpetrato poi nella generazione. Il suo essere somiglianza comporta un pieno coinvolgimento della persona, la sua partecipazione attiva alla vita divina, il suo essere costantemente rivolto a Lui nella verit e nella libert. 3 Il loro essere luno per laltro costituisce la prima forma di comunione di persone. Ne deriva che luomo divenuto immagine e somiglianza di Dio non soltanto attraverso la propria umanit, ma anche attraverso la comunione delle persone, che luomo e la donna formano dallinizio. 4 LAmore coniugale Giovanni Paolo II afferma che luomo e la donna sono stati chiamati sin dallorigine ad una communio personarum. 5 Questo legame sponsale non si realizza in una qualsiasi forma di relazione tra luomo e la donna. E necessario che essi liberamente si uniscano in un legame

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FC 11. GIOVANNI PAOLO II: Uomo e donna lo cre. Catechesi sullamore umano, Citt del Vaticano, 2003 p. 105. 3 Limmagine si riferisce allessere, la somiglianza allagire. 4 GIOVANNI PAOLO II, op. cit. p.59. 5 GIOVANNI PAOLO II, idem, p. 70.

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sponsale, che li riporti a quel disegno originale per il quale, nellamore, nello stupore e nella gioia di avere qualcuno che gli sia pari (Gn 2,23), essi si donino e si accolgano reciprocamente per sempre. Questa caratteristica originaria delluomo e della donna, di essere dono luno per laltro, rappresenta la pi alta manifestazione dellamore divino. Una tale forma di relazione si realizza nel sacramento del matrimonio, costituito dal patto di amore coniugale o scelta cosciente e libera con la quale luomo e la donna accolgono lintima comunit di vita e damore, voluta da Dio stesso. 6 Ci che specifica la comunione matrimoniale, quindi lamore coniugale, cio quel tipo di amore fedele ed esclusivo, che unisce i coniugi, secondo la loro verit di immagine di Dio. 7 Si tratta di capire bene se questo amore che Dio ha iscritto nel cuore delluomo una manifestazione puramente umana, oppure espressione e cifra di qualcosa che va oltre luomo e di cui egli reso partecipe. In ultima analisi si vuole approfondire se luomo padrone del suo amore, oppure se questo un dono da custodire, far crescere e manifestare. Giovanni Paolo II afferma che lamore coniugale espresso nella sua totalit ed esclusivit , nel suo aspetto pi visibile ed immediato, il segno dellautenticit del rapporto tra uomo e donna che si danno pienamente e definitivamente luno allaltro, un amore che vivifica e forma tutta la famiglia. La famiglia fondata e vivificata dallamore, una comunit di persone: delluomo e della donna sposi, dei genitori e dei figli, dei parenti. Suo primo compito di vivere fedelmente la realt della comunione nellimpegno costante di sviluppare unautentica comunit di persone. Il principio interiore, la forza permanente e la meta ultima di tale compito lamore: come, senza lamore, la famiglia non una comunit di persone, cos senza lamore, la famiglia non pu vivere, crescere e perfezionarsi come comunit di persone. 8 La donazione propriamente sessuale-fisica parte integrante dellamore con il quale luomo e la donna si donano reciprocamente e trova il suo giusto ambito solo nel sacramento del matrimonio 9 il quale manifesta pubblicamente la vocazione delluomo allamore e impegna i coniugi al servizio alla vita, cio a trasmettere ed educare la prole. Luomo e la donna, unendosi tra loro (nellatto coniugale) cos strettamente da divenire una sola carne, riscoprono, per cos dire, ogni volta e in modo speciale, il mistero della creazione, ritornano cos a quellunione nellumanit (carne della mia carne e osso dalle mie ossa), che permette loro di riconoscersi reciprocamente e, come la prima volta, di chiamarsi per nome. 10 Lamore coniugale abbraccia la sfera spirituale e quella fisica-corporea. Non si pu parlare di amore coniugale senza parlare di amore del corpo, il quale diventa tramite ed espressione di quellamore spirituale che decide di donare liberamente tutto se stesso senza riserve. La dimensione spirituale e quella corporale insieme dicono la totalit dellesperienza umana dellamore. Cos, lesercizio della sessualit, mediante il quale luomo e la donna si donano con atti propri ed esclusivi, non un fatto puramente biologico, ma personale, perch animato da quella donazione totale e fedele. 11 Il corpo nellunione coniugale trova la sua piena dignit e unicit. E un luogo sacrum a dire di Giovanni Paolo II; questo luogo determina particolarmente profondi rapporti reciproci delle persone, e soprattutto quelli delluomo con la donna 12

FC 11. R.G. DE HARO, Matrimonio e famiglia nei documenti del magistero, Milano, 2000, p. 300. 8 FC 18. 9 Cf. GIOVANNI PAOLO II, op. cit.,pp. 406-407. 10 GIOVANNI PAOLO II, idem, p. 63. 11 M. DOLDI; Introduzione, in Familiaris Consortio. Sui compiti della famiglia cristiana. Casale Monferrato, 2001, p. 17. 12 GIOVANNI PAOLO II, op. cit., p. 361.
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Questa comunione, ricorda la Familiaris Consortio, non pu crescere se non nel rispetto e nel disegno di Dio, disegno che egli ha iscritto nel cuore delluomo e della donna al momento stesso della loro creazione e che stato reso manifesto in tutta la sua pienezza con la venuta di Cristo, il quale, realizzando la nuova ed eterna alleanza sponsale tra Dio e luomo, ha manifestato in se stesso e nella propria vita la misura, senza misura, del dono di s e per ci stesso dellamore e della comunione coniugale, fondata nel sacramento del matrimonio. Comunione che secondo Giovanni Paolo II occorre far crescere continuamente attraverso la fedelt quotidiana alla promessa matrimoniale del reciproco dono totale. 13

Lamore tra luomo e la donna, immagine dellamore tra Cristo e la Chiesa La comunione delluomo e della donna iscritta nei loro cuori fin dalla loro creazione per ci stessa sacra, cio non appartenente semplicemente ad un ordine naturale, ma quale immagine e somiglianza di Dio-comunione; immagine e somiglianza manifesta nellamore coniugale ed espressa attraverso il corpo e il suo linguaggio, il quale dopo il peccato originale delluomo, ha perso la sua trasparenza e chiarezza. Un aspetto molto importante messo in luce dalla Familiaris Consortio la sacramentalit dellamore coniugale nellordine della redenzione. 14 Il matrimonio non legato al momento del principio. Ges non ha solo ripresentato in tutta la sua grandezza e splendore la realt originaria del matrimonio cos come era uscita dalle mani di Dio, ma gli ha dato un nuovo significato. La sua stessa vita vissuta come dono e la sua morte redentiva, a favore delluomo peccatore, presentata da s. Paolo nella lettera agli Efesini (5,22-33) nel segno della sponsalit coniugale. Questo mistero grande; lo dico in riferimento a Cristo e alla Chiesa (v.32), sembra indicare non soltanto lidentit del Mistero nascosto in Dio dalleternit, ma anche quella continuit della sua attuazione che esiste tra il sacramento primordiale connesso alla gratificazione soprannaturale delluomo nella creazione stessa e la nuova gratificazione-avvenuta quando Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei, per renderla santa (v. 25-26)-gratificazione che pu essere definita nel suo insieme quale Sacramento della Redenzione. 15 Il matrimonio che ha in s la forza del dono, porta con s la fecondit dellamore creativo e la grazia dellamore redentivo col quale Cristo ha sancito la sua definitiva ed eterna alleanza con luomo. 16 Il matrimonio dei battezzati diviene segno e partecipazione della Nuova Alleanza sancita nel sangue di Cristo. 17 Il valore del legame che avviene tra un uomo e una donna, mediante il sacramento del matrimonio, non si ferma al si fedele e definitivo che essi si promettono reciprocamente, pur sostenuto dalla grazia, n ad un rimando generico allamore di Cristo per la Chiesa, ma costituisce una manifestazione reale del sacrificio della croce mediante il quale Cristo si dato tutto alla sua Chiesa. In virt della sacramentalit del loro matrimonio, gli sposi sono vincolati luno allaltra nella maniera pi profondamente indissolubile. La loro reciproca appartenenza la rappresentazione reale, per il tramite del segno sacramentale, del rapporto stesso di Cristo con la Chiesa.

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FC 19. GIOVANNI PAOLO II, op. cit.,p. 364. 15 GIOVANNI PAOLO II, idem, p. 375. 16 Cf. FC 13. 17 Cf. FC 13.

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Gli sposi sono pertanto il richiamo permanente per la Chiesa di ci che accaduto sulla Croce; sono luno per laltra e per i figli, testimoni della salvezza, di cui il sacramento li rende partecipi. 18 Lo Spirito Santo effuso nella celebrazione sacramentale offre agli sposi cristiani il dono di una comunione nuova damore che immagine viva e reale di quella singolarissima unit, che fa della Chiesa lindivisibile Corpo mistico del Signore Ges. 19 I coniugi cristiani sono chiamati da Giovanni Paolo II ad avere sempre come riferimento del loro vivere questa alta missione, che a loro spetta, di testimoniare, davanti ai figli, alla Chiesa e allintera societ, lamore di Cristo per la sua Chiesa e per lintera umanit. Sono chiamati in prima persona a diventaretestimoni di salvezza di cui il sacramento li rende partecipi. 20 Non ci si sposa quindi, per s o per i figli che verranno, ci si sposa principalmente per Dio, per mettere a disposizione la propria vita a due perch Dio vi comunichi il proprio amore e attraverso questo amore si allarghi la salvezza. Il matrimonio , cos, prolungamento e specificazione della vocazione battesimale: vivere per rendere la propria vita di coppia un luogo rivelativo di Dio. 21 Indissolubilit matrimoniale: cuore dell Alleanza Nuziale Giovanni Paolo II nella Familiaris Consortio, ribadisce il valore della indissolubilit dellamore coniugale come fondamento del matrimonio. E assai opportuno ricordare questo valore, soprattutto oggi, in cui legoismo e la mancanza di generosit rendono assai difficile laccettazione di questo principio. Oggi con molta facilit si arriva al divorzio perch non si capisce bene il significato ed il valore dellunit matrimoniale e che cosa significhi sposarsi nel Signore. Molte coppie affidano il loro legame pi alle proprie emozioni personali che non ad un progetto damore dentro il quale sentirsi inseriti per crescere e camminare insieme, e quando arrivano le prime difficolt molto spesso si passa velocemente alla separazione, come la soluzione migliore, giustificata dal fatto di non sentire pi nulla luno per laltra e viceversa. Giovanni Paolo II , richiama le coppie ad affrontare insieme e in modo costruttivo, soprattutto rileggendole alla luce del loro progetto damore nel quale, con il sacramento del matrimonio, esse sono state inserite. E una buona terapia per rafforzare lamore e per migliorare nelle relazioni per poter comprendere luno i bisogni dellaltro. Giovanni Paolo II ribadisce nei suoi insegnamenti la difesa di tale valore, ricordando agli sposi di non perdere le speranze e di non dimenticare la promessa che essi si sono dati nel giorno del loro matrimonio. Voi troverete nellamore per Dio, per voi stessi e per i vostri figli, la forza di essere fedeli ai vostri voti matrimoniali. Fate in modo che questo amore sia come uno scoglio che resiste ad ogni tempesta e tentazione. 22 La Familiaris Consortio invita i coniugi a partecipare e condividere questo amore pieno di Cristo nella convinzione che il sacramento del matrimonio, vissuto in tutta la sua pienezza e realt, offre loro un cuore nuovo per poter superare la durezza del cuore umano. 23 Gli sposi uniti nel sacramento sono chiamati a crescere continuamente nella loro comunione, attraverso la fedelt quotidiana alla promessa matrimoniale costituita dal dono reciproco e totale di
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FC 13. FC 19. 20 FC 13. 21 B. BORSATO, Sposarsi nel Signore. Cammino di riscoperta del sacramento del matrimonio, Bologna , 1988, p. 40. 22 GIOVANNI PAOLO II, Omelia alla Santa Messa per le famiglie a New York (31 marzo 1982). 23 GIOVANNI PAOLO II, op. cit., p. 32.

se stessi. Soltanto nella fede e in una comunione per sempre, che ha il sapore delleterno, essi possono scoprire ed ammirare in gioiosa gratitudine a quale dignit Dio abbia voluto elevare il matrimonio e la famiglia, costituendoli segno e luogo dellAlleanza damore tra Dio e gli uomini, tra Ges Cristo e la Chiesa sua sposa, un amore che non conosce ritorno. La celebrazione del sacramento del matrimonio diventa cos autentica professione di fede: Soltanto nella fede essi (gli sposi) possono scoprire e ammirare in gioiosa gratitudine a quale dignit Dio abbia voluto elevare il matrimonio e la famiglia, costituendoli segno e luogo dellalleanza damore tra Dio e gli uomini, tra Ges Cristo e la Chiesa sua sposa. 24 La Familiaris Consortio, assomma in s la dimensione della vocazione, del dono, ma anche del Comandamento e dellimpegno a render vera la loro unione, perch rimangano tra loro fedeli per sempre, al di l di ogni prova e difficolt, in generosa obbedienza alla santa volont del Signore: Quello che Dio ha congiunto, luomo non lo separi(Mt 19,6). 25 Giovanni Paolo II si rende perfettamente conto che la comunione tra due persone, ieri come oggi, pu incontrare momenti di grave difficolt e di crisi che potrebbe spingere entrambi o uno dei partner a venir meno alla vita di comunione. A questi coniugi egli addita la loro vocazione, grandiosa, ma nello stesso tempo esigente, di vivere ed essere testimoni dellamore che lega Cristo alla sua Chiesa. Lodo e incoraggio tutte quelle numerose coppie-egli dice- che, pur incontrando non lievi difficolt, conservano e sviluppano il bene dellindissolubilit: assolvono cos, in modo umile e coraggioso, il compito loro affidato di essere nel mondo un segno-un piccolo e prezioso segno, talvolta sottoposto anche a tentazione, ma sempre rinnovato-dellindispensabile fedelt con cui Dio e Ges Cristo amano tutti gli uomini ed ogni uomo. 26 Le armi della coppia per la costante fedelt al loro impegno diventano allora la continua riscoperta del loro legame, sigillato dal sacramento del matrimonio, vivificato anche dagli altri sacramenti, specie dallEucaristia e dalla Riconciliazione. Il sostegno poi dei pastori e di tutti i fedeli e laiuto e la guida della Chiesa, madre e maestra, che non cessa mai di invitare e di incoraggiare, perch le eventuali difficolt coniugali siano risolte senza mai falsificare e compromettere la verit. 27 Giovanni Paolo II loda e incoraggia alla fedelt matrimoniale anche quando tale impegno vissuto e portato avanti da uno solo dei coniugi. E doveroso anche riconoscere il valore della testimonianza di quei coniugi che, pur essendo stati abbandonati dal partner, con la forza della fede e della speranza cristiana non sono passati ad una nuova unione: anche questi coniugi danno unautentica testimonianza di fedelt, di cui il mondo oggi ha grande bisogno. 28 Parlare di matrimonio come dono, come vocazione e impegno, racchiusi nellorizzonte della fedelt, dellindissolubilit e del per sempre, significa anche parlare di verginit, se con tale
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FC 51. FC 20. 26 FC 20. 27 FC 33. 28 FC 20.

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termine intendiamo limpegno e la determinazione a voler rispondere in modo fedele e coerente, al disegno damore del Creatore che, coincide con la verit profonda iscritta nel cuore delluomo sin dal principio e manifestata in pienezza con la venuta di Ges Cristo, ed quello di cui parleremo in seguito. Angela Anna TOZZI, scic

2 MATRIMONIO E VERGINITA A CONFRONTO Matrimonio e verginit appaiono come due modi di vivere lunico mistero damore, Cristo, mediante il quale Dio ha suggellato la sua definitiva ed eterna alleanza damore con luomo. Due modi che hanno in s espressioni e significati propri per incarnare e manifestare tale amore. Parlare di reciprocit tra matrimonio e verginit significa anzitutto mettere al centro Cristo e il suo amore per luomo, sorgente e fine di ogni vocazione umana. 29 Matrimonio e verginit sono entrambe vocazioni allamore e alla comunione, seppur con modalit diverse e complementari. Lelenco paolino dei carismi non contiene diretto riferimento al carisma della verginit e a quello del matrimonio. Lapostolo considera tuttavia ambedue le vocazioni come un carisma, un dono dello Spirito alla Chiesa. Ciascuno ha il proprio dono da Dio, chi in un modo, chi in un altro (1 Cor 7,7). Matrimonio e verginit sono da considerare nella loro forma specifica come manifestazioni particolari dello Spirito per lutilit comune (1 Cor 12,7). Il matrimonio-sacramento costituisce un segno-realt del rapporto soprannaturale che esiste tra Ges Cristo capo e la Chiesa-suo Corpo. La verginit una realt-segno di ci di cui il matrimonio simbolo. Anchessa dono che scaturisce dallalleanza escatologica di Cristo con la Chiesa, ed manifestazione della Chiesa, sposa Verbi, sotto laspetto della Chiesa-vergine promessa a un unico sposo (cf 2 Cor 11,2). Questo amore non adeguatamente espresso n dal solo matrimonio, n dalla sola verginit. Sono indispensabili le due vocazioni. Il matrimonio, allinterno dello sposalizio Cristo-Chiesa, testimonia la dimensione particolare dellamore di Dio. La verginit consacrata, allinterno dello stesso sposalizio Cristo-Chiesa, proclama luniversalit dellamore di Dio, il suo dinamismo, il suo volgersi a tutti, nessuno escluso. La persona vergine testimonia che il suo amore non individuale o esclusivo, legato ad un partner: un amore universale, rivolto a tutti, senza alcun legame particolare. Matrimonio e verginit sono in grado di manifestare la totalit e la bellezza dellamore di Dio verso il mondo e la Chiesa. I coniugi, nel loro amore interpersonale, hanno bisogno della testimonianza dei consacrati per poter restare costantemente consapevoli del fatto che il loro amore non pu chiudersi solo fra loro, o solo dentro le loro mura domestiche; deve avere un respiro pi grande, universale. I consacrati, nel loro amore , hanno bisogno della testimonianza dei coniugi per evitare il pericolosempre possibile- di un amore generico, astratto, che dimentica la concretezza delle persone: dire di amare tutti pu voler dire non amare nessuno! Il matrimonio svela la verginit, in quanto costituisce un simbolo delle nozze escatologiche, a cui la chiesa vergine e i vergini consacrati anelano con tutto il loro essere. La verginit svela il valore del matrimonio in quanto, pur costituendosi come evento nel Signore (1Cor 7,39) rimane, un avvenimento contingente rispetto al regno di Dio e al suo compimento escatologico: Il tempo ormai si fatto breve; dora innanzi coloro che hanno moglie vivano come se non lavessero (1 Cor 7,29). Matrimonio e verginit formano una manifestazione sinfonica dellunico volto della chiesa. Nella fede cristiana le nozze sono verginali e la verginit risulta sponsale e feconda, perch di esse il fondamento Cristo risorto, lo Sposo, che dalla sua umanit gloriosa continua a donare alla Sposa il suo Spirito vivificante. 30 Sia le nozze che la verginit sono due realt che caratterizzano la Chiesa, e cominciano per ogni creatura umana con i sacramenti delliniziazione e trovano in questi il loro fondamento per la

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Cf GS 10. Cf L. CROCIANI, La simbolica sponsale-Verginale, in AA.vv.., La reciprocit, Ed Cantagalli, 1999, p. 125.

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natura tipicamente sponsale di questi riti. Sono due carismi donati a Cristifideles perch il volto della Chiesa Sposa risplenda in tutta la sua bellezza. 31 Giovanni Paolo II, nelle sue catechesi sullamore umano, utilizza i testi scritturistici in modo trasversale. Non solo per valorizzare le singole parti, ma anche per illuminare la loro reciproca compenetrazione, al cui centro si trova luomo in tutta la sua realt corporea e spirituale e il suo compimento finale. Si pu dire che matrimonio e verginit si pongono nella linea della sacramentalit, ossia della manifestazione e attuazione nelluomo, mediante la fede, del mistero di Dio. Ges nel discorso con i sadduccei, riguardo la risurrezione dai morti e soprattutto nella risposta data ai discepoli dopo il suo discorso con i farisei riguardo lindissolubilit del matrimonio, addita ed offre una nuova realt per vivere nellamore la propria esistenza: Il Regno dei Cieli(Mt 19, 10-12), al quale egli stesso consacra la propria vita. Una prima connessione che possiamo fare che la verginit quindi: non ha direttamente valore per il semplice fatto che non ci si sposa, quanto piuttosto per il suo essere orientata pienamente al servizio del Regno dei cieli, collocandosi cos nella dimensione della realizzazione escatologica delluomo. La verginit o piuttosto lo stato verginale del corpo si manifester pienamente come compimento escatologico del significato sponsale del corpo, come il segno specifico e lespressione autentica di tutta la soggettivit personale. Cos, dunque, quella situazione escatologica, in cui non prenderanno moglie n marito, ha il suo solido fondamento nello stato del soggetto personale, quando, in seguito alla visione di Dio a faccia a faccia, nascer in lui un amore di tale profondit e forza di concentrazione su Dio stesso, da assorbire completamente lintera sua soggettivit psicosomatica. La superiorit attribuita da sempre alla verginit dalla tradizione della Chiesa motivata da questa espressa e diretta motivazione: il Regno dei cieli. 32 . Quindi non da ricercarsi in un deprezzamento del matrimonio, n a una visione negativa dei gesti propri che nel matrimonio caratterizzano lunione fisica delluomo e della donna, ma espressamente nella finalit alla quale orientata la scelta di vivere la verginit. Nelle parole di Cristo sulla continenza per il Regno dei Cieli non c alcun cenno circa la inferiorit del matrimonio riguardo al corpo,ossia riguardo allessenza del matrimonio, consistente nel fatto che luomo e la donna in esso si uniscono cos da divenire una sola carne (cf Gn 2,24). Le parole di Cristo riportate in Matteo 19,11-12 (come anche le parole di Paolo nella prima lettera ai Corinzi, cap 7) non forniscono motivo per sostenere n linferiorit del matrimonio, n la superiorit della verginit o del celibato, in quanto questi per la loro natura consistono nellastenersi dalla unione coniugale nel corpo. Su questo punto le parole di Cristo sono decisamente limpide. Egli propone ai suoi discepoli lideale della continenza e la chiamata ad essa non a motivo dellinferiorit o con pregiudizio dellunione coniugale nel corpo, ma solo per il Regno dei cieli. 33 La stessa castit, non una prerogativa del celibato, infatti essa, secondo la visione cristiana non significa affatto n rifiuto, n disistima della sessualit umana: significa piuttosto
La verginit una realt che si fa segno, perch indirizzata a testimoniare in atto la condizione definitiva a cui siamo chiamati quando Dio sar tutto in tutti (1 Cor 18,28). 32 La superiorit evangelica e autenticamente cristiana della verginit, della continenza, conseguentemente dettata dal motivo del Regno dei Cieli. Nelle parole di Cristo, riportate da Mt 19,11-12, troviamo una solida base per ammettere soltanto tale superiorit; invece non vi troviamo alcuna base per qualsiasi deprezzamento del matrimonio, che pur sarebbe potuto essere presente nel riconoscimento di quella superiorit. GIOVANNI PAOLO II, op. cit., p. 307. 33 GIOVANNI PAOLO II, op. cit., p. 308.
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energia spirituale, che sa difendere lamore dai pericoli dellegoismo e dellaggressivit e sa promuoverlo verso la sua piena realizzazione. 34 Per questo essa una virt da praticare tanto per coloro che hanno la vocazione al matrimonio, come pure per coloro che hanno il dono di una chiamata speciale alla vita consacrata. 35 La castit diventa una forza spirituale che educa allamore vero, al dono totale di s, in quello stato in cui luomo si trova a vivere e nel quale egli manifesta lamore di Dio e compie la propria realizzazione. La superiorit della verginit del matrimonio. Il Vaticano II (LG c. V) parte dalla chiamata comune di tutto il popolo di Dio alla santit, cio alla perfezione della carit. Il Concilio ha una speciale considerazione del celibato religioso. Nella LG 42 dice che la verginit uno tra i molti consigli, anche se eccelle in modo particolare. La santit della Chiesa in modo speciale favorita da molteplici consigli, che il Signore nel Vangelo propone allosservanza dei suoi discepoli. Tra essi eccelle il prezioso dono della grazia divina, dato dal Padre ad alcuni, perch pi facilmente con cuore indiviso si consacrino solo a Dio nella verginit o nel celibato. La superiorit non viene presentata sullontologico, ma sul parenetico: non dice che il cuore del religioso facilius si consacra a Dio. E pi entro lambito di cose comuni, poich anche lo sposato deve amare Dio con tutto il cuore, cio, in modo indiviso, ed anche il religioso diviso dalle difficolt di amare totalmente Dio. Perci la Professione dei Consigli Evangelici appare come un segno, il quale pu e deve attirare efficacemente tutti i membri della Chiesa a compiere con slancio i doveri della vocazione cristiana. Poich infatti il Popolo di Dio non ha qui citt permanente, ma va in cerca della futura, lo stato religioso, il quale rende pi liberi i suoi seguaci dalle cure terrene, meglio manifesta a tutti i credenti i beni celesti gi presenti in questo mondo, meglio testimonia la vita nuova ed eterna acquistata dalla Redenzione di Cristo, e meglio preannunzia la futura resurrezione e la gloria del regno celeste (LG 44). Il Concilio ha una speciale considerazione del celibato religioso. Non parla di castit perfetta, quando si parla di verginit, bens di continenza perfetta, poich la perfezione della castit come riconobbe la commissione conciliare- un dovere di tutti i cristiani, derivato dalla LG c. V. Nella LG 42, si dice che la verginit uno tra i molti consigli, anche se eccelle in modo particolare. E al 12 del PC si afferma che il motivo decisivo di questa castit il regno dei cieli, motivo di fede, non una svalutazione della sessualit. Una superiorit ed inferiorit che, come dice lo stesso Giovanni Paolo II, sono contenute nei limiti della stessa complementariet del matrimonio e della continenza per il Regno di Dio. 36 Si tratta di una complementariet nella distinzione, che non ha la finalit di creare classi di cristiani pi o meno perfetti, come ricorda giustamente il Papa, ma di illuminare la realt piena delluomo che, creato a immagine e somiglianza di Dio e permeato costantemente dal suo amore, fa della propria vita un dono di comunione, che inizia gi qui nella vita presente e sar pieno nella vita futura. In definitiva, la natura delluno e dellaltro amore sponsale, cio espressa attraverso il dono totale di s. Luno e laltro amore tende ad esprimere quel significato sponsale del corpo, che dal principio iscritto nella stessa struttura delluomo e della donna. 37 Una reciproca valorizzazione e illuminazione di come sponsalit e consacrazione per il Regno dei Cieli si compenetrano e sono presenti in entrambi questi due modi di vivere lamore di Dio, in quanto: Nella vita di una comunit autenticamente cristiana, gli atteggiamenti ed i valori
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FC 33. PONTIFICIO CONSIGLIO PER LA FAMIGLIA, Sessualit umana: verit e significato. Orientamenti educativi in famiglia, Milano, 1996, p. 5. 36 GIOVANNI PAOLO II, op. cit., p. 308. 37 GIOVANNI PAOLO II, idem, p. 309.

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propri delluno e dellaltro stato-cio di una o dellaltra scelta essenziale e cosciente come vocazione per tutta la vita terrena e nella prospettiva della Chiesa celeste-si completano e in certo senso si compenetrano a vicenda. 38 Maria, sposa e vergine, la creatura che meglio rappresenta ed esprime in se stessa la realt delluomo, dal suo principio alla sua realizzazione finale nel Regno dei Cieli, in cui si manifester e realizzer in pienezza sia il significato sponsale del corpo, la cui maggiore ed attuale espressione rappresentata dallintensit con cui luomo e la donna si amano nel vincolo del matrimonio, sia la sua piena spiritualizzazione e divinizzazione quando Cristo sar tutto in tutti (Col 3,11), la cui pi alta espressione rappresentata ora dalla vita verginale. Angela Anna TOZZI,scic

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GIOVANNI PAOLO II, op. cit., p. 309.

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3 LA FAMIGLIA: PATERNITA , MATERNITA E FIGLIOLANZA La famiglia il luogo esistenziale nel quale ognuno plasma la propria esistenza. Ogni nuovo essere umano venuto al mondo deriva da un rapporto di amore tra un uomo e una donna. La famiglia solitamente il luogo dove un uomo impara dai suoi genitori le prime parole e dove riceve la prima educazione. Ma essa innanzitutto il luogo damore dove si riceve e si accoglie la vita. Paternit e maternit responsabili Giovanni Paolo II per spiegare il significato della paternit e maternit responsabili con la quale i coniugi si preparano ad accogliere la vita dice: La paternit e maternit responsabili significano la spirituale valutazione-conforme alla verit- dellatto coniugale nella coscienza e nella volont di entrambi i coniugi, che in questa manifestazione di affetto, dopo aver considerato le circostanze interiori ed esterne, in particolare quelle biologiche, esprimono la loro matura disponibilit alla maternit e paternit. 39 Vivere nellamore e per amore non un opzional per luomo, quasi che tale scelta fosse uno dei modi attraverso il quale egli pu realizzarsi pienamente sia come singolo, sia come essere in comunione. Lamore costituisce la dimensione pi intima e pi vera del suo essere, anzi possiamo dire che essa lelemento chiave che giustifica lo stesso esserci delluomo, il suo essere creato ad immagine e somiglianza di Dio. 40 Se luomo fatto per amare, il suo dinamismo, la sua vitalit, si esprime attraverso il dono sincero di s. Il Concilio Vaticano II, descrivendo la realt rivelata delluomo, se da una parte afferma la sua unicit e singolarit, fra tutte le creature, ad essere stato creato per se stesso, per una sua propria autorealizzazione, dallaltra aggiunge, quasi per rivelare il senso profondo di tale peculiarit, la sua vocazione alla comunione, come esso cio non pu ritrovarsi pienamente se non attraverso un dono sincero di s. 41 Questa realt propria delluomo, che esprime in modo estremamente eloquente il suo carattere sponsale, cio il suo essere fatto per-dono, diventa manifesto nella relazione tra luomo e la donna chiamati sin dal principio a diventare una carne sola, cio un dono reciproco fondato sullamore. Un amore che ha la sua radice nellessere immagine dellamore trinitario, e il suo pieno compimento nel manifestare lamore salvifico di Cristo, lo Sposo per eccellenza. 42 Luomo chiamato a vivere e manifestare questo suo essere per lamore nellimpegno a diffondere la civilt dellamore, che in definitiva impegno per lumanizzazione del mondo, impegno che vede nella famiglia, cellula della societ, il promotore principale: La famiglia, infatti, dipende per molteplici motivi dalla civilt dellamore, nella quale trova le ragioni del suo essere famiglia. E in pari tempo la famiglia il centro e il cuore della civilt dellamore. 43

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GIOVANNI PAOLO II, op. cit., p. 476. FC 11. 41 GS 23. 42 Cf FC 13. 43 GIOVANNI PAOLO II, Lettera alle famiglie, 13.

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Un amore che si concretizza secondo linno alla carit descritto da san Paolo: Lamore vero quando crea il bene delle persone e delle comunit, lo crea e lo dona agli altri. Soltanto chi, nel nome dellamore, sa essere esigente con se stesso, pu anche esigere lamore dagli altri. Perch lamore esigente. Lo in ogni situazione umana; lo ancor pi per chi si apre al VangeloBisogna che gli uomini di oggi scoprano questo amore esigente, perch in esso sta il fondamento veramente saldo della famiglia, un fondamento che capace di tutto sopportare. 44 Lamore uno degli argomenti pi discussi da Giovanni Paolo II. Egli richiama continuamente tutti gli uomini di buona volont, specialmente le famiglie, ad una educazione allamore. La famiglia, grande laboratorio di amore, la prima scuola, anzi, una scuola permanente, in cui leducazione allamore avviene non con aride nozioni, ma con la forza incisiva dellesperienza. Possa ogni famiglia riscoprire veramente la propria vocazione allamore! Amore che rispetto assoluto del disegno di Dio, amore che scelta e dono reciproco di s allinterno del nucleo familiare. 45 Lamore di cui parla il Papa un amore che attinge la sua forza ai piedi della croce, un amore che sa farsi dono agli altri, soprattutto a chi nel bisogno. Un amore che trova nella paternit e maternit il servizio alla vita. Paternit e maternit vocazioni allamore Lamore apertura e dinamismo, esigenza di eternit, che per i coniugi cristiani significa fedelt al loro essere immagine di Dio, partecipi del suo amore creativo. Lamore racchiude in s la dimensione del dono e lapertura alla vita. Lapertura alla vita diventa per i coniugi la concretizzazione del loro reciproco donarsi, la manifestazione pubblica e visiva di questo essere luno per laltro e nello stesso tempo partecipazione creatrice di Dio che, in principio, ha creato luomo a sua immagine e somiglianza. Nella genitorialit sono presenti due dimensioni che si fondono in uno: quella umana e quella divina. Luomo attraverso la fecondit, diventa espressione umana del dono divino: Cos luomo e la donna uniti in matrimonio sono associati ad unopera divina: mediante latto della generazione, il dono di Dio viene accolto e una nuova vita si apre al futuro. Giovanni Paolo II afferma che il compito fondamentale della famiglia il servizio alla vita, il realizzare lungo la storia la benedizione originaria del Creatore, trasmettendo nella generazione limmagine divina da uomo a uomo. La fecondit il segno dellamore coniugale, la testimonianza viva della piena donazione reciproca degli sposi. La fecondit coniugale non si deve restringere alla sola procreazione dei figli, ma essa si allarga e si arricchisce di tutti quei frutti di vita morale, spirituale e soprannaturale che il padre e la madre sono chiamati a donare ai figli, e mediante i figli alla Chiesa e al mondo. 46 La Familiaris Consortio, contestualizzando da una parte il valore della vita nella cultura e societ attuale e riaffermando dallaltra lurgente impegno della Chiesa a difenderlo e promuoverlo, descrive alcuni tratti della mentalit di oggi e la difficolt ad accogliere la dottrina della Chiesa riguardo il bene delluomo e della donna a considerare la vita come un dono di Dio. Alla radice di tale situazione secondo Giovanni Paolo II sta lassenza nel cuore degli uomini, di Dio, in cui lamore soltanto pi forte di tutte le possibili paure nel mondo e le pu vincere 47 .

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GIOVANNI PAOLO II, Lettera alle famiglie, 14. GIOVANNI PAOLO II, Angelus Domini 13 febbraio 1994. 46 Cf. GIOVANNI PAOLO II; Familiaris consortio, 31. 47 GIOVANNI PAOLO II, ibidem.

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Lamore coniugale richiede lunione di persone nella loro totalit, senza la quale al posto della vera unionenon resta che un accoppiamento privo del pieno valore personalistico. 48 Ci significa che, escludere dal rapporto sessuale tra i coniugi la possibilit di diventare genitori, ridurli soltanto al proprio godimento, trasformando la persona da soggetto da amare ad oggetto di piacere. Di fronte a questa situazione, la Chiesa promuove il SI alla vita, anche se debole e sofferente, la vita infatti, sempre uno splendido dono del Dio della bont. Latto sessuale dei coniugi deve essere prima di tutto atto di responsabilit, un atto di grande rispetto per il partner, un atto di libera volont; in una parola un atto di vero amore. Giovanni Paolo II, stabilita la necessit di crescere e approfondire sempre pi lorigine, il senso e il fine del dono di essere genitori, richiama accoratamente gli sposi a vivere in modo corretto e onesto il loro amore senza tradirne la sua pi intrinseca natura. Un amore che deve esprimere anche e soprattutto nei suoi gesti pi intimi il suo SI alla vita, sempre aperto alla fecondit anche quando questa non fosse possibile. 49 Angela Anna TOZZI, scic

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K. WOJTYLA, Amore e responsabilit, p. 168. K. WOJTYLA, Amore e responsabilit, p. 167.

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PATERNITA E MATERNITA RESPONSABILI Leducazione dei figli affonda le sue radici nella primordiale vocazione dei coniugi. I genitori sono i primi responsabili della missione di trasmettere, nellamore e per amore, la vita ad un nuovo essere umano. Essi prendono parte allopera creatrice di Dio e insieme sono chiamati mediante leducazione, a diventare partecipi della sua paterna e materna pedagogia. 50 In effetti, i genitori, non hanno solo il compito di trasmettere la vita ai figli, ma anche di educarli secondo la legge di Cristo e della Chiesa: la legge dellamore, secondo la pedagogia e lessere stesso di Dio. In effetti essi generando i figli con amore assumono anche il compito di aiutarli efficacemente a vivere una vita pienamente umana. 51 Lesortazione Familiaris Consortio sottolinea questo diritto-dovere dei genitori alleducazione, come un diritto essenziale e primario, quindi insostituibile e inalienabile. Essa mette come elemento fondamentale di tale diritto-dovere, lamore paterno e materno il quale trova nellopera educativa il suo compimento nel rendere pieno e perfetto il servizio alla vita. 52 Questo amore deve diventare anima e norma dellopera educativa, arricchendola di quei valori di dolcezza, costanza, bont, servizio, disinteresse, spirito di sacrificio, che sono il pi prezioso frutto dellamore. 53 In questa delicata missione educativa dei genitori nei confronti dei figli, molto importante la presenza di entrambi i genitori. Questa importanza viene sottolineata anche dal Concilio Vaticano II. La presenza attiva del padre giova moltissimo alla loro (dei figli) formazione; ma bisogna anche permettere alla madre, di cui abbisognano specialmente i figli pi piccoli, di prendersi cura del proprio focolare pur senza trascurare la legittima promozione sociale della donna. I figli poi, mediante leducazione devono venire formati in modo che, giunti alla maturit, possano seguire con pieno senso di responsabilit la loro vocazione, compresa quella sacra; e se sceglieranno lo stato di vita coniugale, possano formare una propria famiglia in condizioni morali, sociali ed economiche favorevoli. 54 Giovanni Paolo II ricorda che entrambi i genitori devono essere consapevoli di questo compito, di questa missione, data loro da Dio, perch essi sono chiamati a comunicare insieme la loro umanit al neonato. Tocca infatti ai genitori creare in seno alla famiglia quellatmosfera vivificata dallamore e dalla piet verso Dio e verso gli uomini, che favorisce leducazione completa dei figli in senso personale e sociale. 55 La Familiaris Consortio ricorda alcuni contenuti fondamentali: educazione verso i valori essenziali della vita umana; una delicata educazione sessuale, nutrita della virt della castit e della verginit; una consapevole educazione alla fede cristiana.

Cf GIOVANNI PAOLO II, Lettera alle famiglie 16. FC 36. 52 FC 36. 53 FC 36. 54 GS 52. 55 FC 36 .
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Educazione ai valori I Valori fondamentali della vita, oggi sembrano non avere pi importanza. Il modello imperante fai da te; quello che conta come la penso io secondo le sensazioni ed emozioni del momento. Vedere ed osservare il mondo da questo punto di vista molto triste e assai pericoloso, perch conduce i giovani a facili entusiasmi, a paure, insicurezze, tristezza, egoismo, solitudine, individualismo, violenza e quantaltro. Luomo non deve dimenticare che stato creato da Dio a sua immagine e somiglianza per amore e deve vivere nellamore. La Familiaris Consortio esorta i genitori a non scoraggiarsi in questo difficile compito delleducazione, ad aiutare i giovani a cercare i valori essenziali della vita. E molto importante condurli ad avere una giusta libert dinanzi ai beni materiali, adottando uno stile di vita semplice ed austero, convinti che luomo vale pi per quello che che per quello che ha. 56 Viene anche sottolineato laiuto che deve essere dato ai figli perch imparino ad arricchirsi delle diverse virt, particolarmente, del senso vero della giustizia, della legalit e ancor pi del vero amore come sollecitudine sincera e servizio disinteressato verso gli altri, in particolare verso i pi poveri e bisognosi. 57 Giovanni Paolo II ricorda che la famiglia la prima e fondamentale scuola della socialit: in quanto comunit damore, essa trova nel dono di s la legge che la guida e la fa crescere. 58 Leducazione dei figli deve scaturire prima di tutto dalla testimonianza dei genitori, dalla loro reciproca e amorevole accoglienza, dal dono sincero di se stessi. E molto importante vedere i genitori che si amano con gesti e segni concreti; i figli iniziano a imparare a vivere lautentica libert, coltivando il rispetto luno per laltro, il senso di giustizia, di accoglienza cordiale, di dialogo, di servizio generoso.

Delicata e attenta educazione sessuale Giovanni Paolo II nella sua esortazione, parla con molta chiarezza riguardo ad una adeguata educazione sessuale da dare ai propri figli: diritto e dovere fondamentale dei genitori, che deve attuarsi sempre sotto la guida, sia in casa, sia nei centri educativi da essi scelti e controllati. 59 I giovani hanno estremo bisogno di essere formati alla riscoperta della sessualit nel senso vero, che coinvolge tutta la persona nel suo essere ed agire in tutte le dimensioni: psichica, fisica e spirituale. Sono i genitori i primi ad avere il compito di spiegare ai figli che la sessualit una ricchezza di tutta la persona: corpo, sentimento, anima e manifesta il suo intimo significato nel portare la persona al dono di s nellamore. 60 E nella famiglia, perch comunione damore, che deve svolgersi questo delicato compito educativo per i figli, perch leducazione sessuale svolta in altri luoghi, non di rado si riduce a semplice informazione biologica e comportamentale. 61

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Cf. FC 37. Cf. Ibidem. 58 F C. 167. 59 FC. 37. Riguardo alleducazione sessuale si veda : PONTIFICIO CONSIGLIO PER LA FAMIGLIA, Sessualit umana: Verit e significato. Orientamenti in famiglia, Citt del Vaticano, 1995. 60 FC. 37. 61 FC. 34.

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Una corretta educazione sessuale, permette ai figli una particolare stima ed attenzione alla chiamata di Dio nei diversi stati di vita. Leducazione alla virt della castit e della verginit promuove il significato sponsale del corpo per preparare i figli a saper fare un giorno una scelta libera e responsabile. 62 Educazione alla fede La Familiaris Consortio invita i genitori a mostrare ai propri figli a quale profondit di significati della fede sanno essi condurre. 63 Resta comunque il fatto che leducazione uno dei compiti fondamentali dei genitori nei confronti dei figli in quanto orienta e introduce a due verit fondamentali delluomo: la prima che luomo chiamato a vivere nella verit e nellamore; la seconda che ogni uomo si realizza attraverso il dono sincero di s. 64 Divenendo genitori, gli sposi ricevono da Dio il dono di una nuova responsabilit. Il loro amore parentale chiamato a divenire per i figli il segno visibile dello stesso amore di Dio, dal quale ogni paternit nei cieli e sulla terra prende nome (Ef 3,15). 65 Occorre, perci, che al volere di Dio si armonizzi quello dei genitori: in tal senso, essi devono volere la nuova creatura umana come la vuole il Creatore: per se stessa. Il volere umano sempre e inevitabilmente sottoposto alla legge del tempo e della caducit. Quello divino invece eterno. 66 Ogni nascita di un bambino manifestazione della vita. Ogni bambino accolto con gioia ed amore diventa un membro vivo della famiglia, chiamato a camminare sulla strada della vita e destinato a raggiungere la santit. Il bambino ha bisogno pertanto di ricevere una sana e responsabile educazione da parte dei genitori, i quali devono rendersi conto che ogni bambino una persona dotata di intelligenza e di volont libera; quindi soggetto di diritti, che scaturiscono immediatamente e simultaneamente dalla sua stessa natura: diritti che sono perci universali, inviolabili e inalienabili. 67 I bambini sono chiamati da Giovanni Paolo II primavera della famiglia e della societ. Egli sottolinea come essi siano la speranza che continua a fiorire, e con la loro nascita portano un messaggio di vita. I genitori sono chiamati ad accogliere con gioia ed affetto i figli. Il sacramento del matrimonio assicura la grazia necessaria per perseverare nellamore scambievole di cui i figli hanno bisogno. Uno sguardo particolare rivolto dal Papa a tutti quei bambini che non godono di una esistenza a loro confacente, in cui la loro vita oltraggiata o addirittura sfruttata. Se vero che un bambino rappresenta la gioia non solo dei genitori, ma della Chiesa e dellintera societ, vero pure che ai nostri tempi molti bambini, purtroppo in molte parti del mondo soffrono e sono minacciati: patiscono la fame e la miseria, muoiono a causa delle malattie e della denutrizione, cadono vittime delle guerre, vengono abbandonati dai genitori e condannati a rimanere senza casa, privi del calore di una propria famiglia, subiscono molte forme di violenza e di prepotenza da parte degli adulti. 68

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Cf. GS 49. FC. 39. 64 GIOVANNI PAOLO II, Lettera alle famiglie, 16. 65 R.G., DE HARO, Matrimonio e famiglia nei documenti del magistero, 302. 66 GIOVANNI PAOLO II, Lettera alle famiglie, 9. 67 G. BRAUMANN, Figlio in Dizionario dei concetti biblici del Nuovo testamento, a cura di L. Coenen-E. BeyreutherH.Bientenhard, Bologna, 1991, p. 604. 68 GIOVANNI PAOLO II, Lettera ai bambini 13 dicembre 1994.

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E alla luce di questa triste realt, il Papa richiama i genitori e tutti gli uomini di buona volont ad essere sempre fonti della vita, testimoni e difensori dellirrinunciabile valore della famiglia. Angela Anna TOZZI, scic

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VIVERE NELLA FAMIGLIA LA TESTIMONIANZA DELLA FEDE

Il tema della testimonianza un argomento molto ricorrente in tutti i documenti del Concilio Vaticano II al quale Giovanni Paolo II d grande rilievo soprattutto quando questa vissuta dalla famiglia cristiana: La testimonianza della vita degli sposi cristiani di un valore unico. 69 Giovanni Paolo II evidenzia come Cristo e il suo amore per ogni creatura sia la fonte e il mezzo originale di ogni santificazione. Amore al quale i coniugi e la famiglia cristiana, partecipano grazie al sacramento del matrimonio, mediante il quale lamore umano viene inserito nel mistero della morte e resurrezione di Cristo e lo santifica. Il sacramento del matrimonio riprende e specifica la grazia santificante del battesimo abilitando la coppia ad un nuovo cammino di santificazione, nonostante le innumerevoli difficolt. Come dal sacramento derivano ai coniugi il dono e lobbligo di vivere quotidianamente la santificazione ricevuta, cos dallo stesso sacramento discendono la grazia e limpegno morale di trasformare tutta la loro vita in un continuo sacrificio spirituale. 70 NellEucaristia, sorgente di carit, i coniugi cristiani trovano la radice dalla quale scaturisce, interiormente plasmata e continuamente vivificata la loro alleanza coniugale.71 LEucaristia, in quanto sacramento della carit e fonte inesauribile per vivere lamore di Dio, diventa alimento indispensabile per crescere nella santit e vivere nel dono di se stessi. Non esiste altra potenza e altra sapienza attraverso le quali possiamo essere salvati e mediante le quali possiamo contribuire a salvare gli altri.72 E nellEucaristia che la famiglia cristiana trova la forza e la motivazione per vivere la loro vita di dono e di amore. Il segno dellunico pane realizza la vera comunione tra i membri della comunit familiare e indica ad essi il mandato di restare in tale comunione. 73 Se nellEucaristia, sacramento della carit e dellamore di Dio, la famiglia, trova la sua fonte per vivere la sua vocazione e missione, nel sacramento della penitenza essa trova la via per attingere costantemente alla misericordia di Dio e risanare la relazione coniugale da eventuali cadute, incoerenze, mancanze damore per ritrovare nuovo slancio e continuare il cammino di santificazione. Il pentimento e il perdono vicendevole in seno alla famiglia, che tanta parte hanno nella vita quotidiana, trovano il momento sacramentale specifico nella penitenza cristiana. 74 In questo sacramento gli sposi e tutti i membri della famiglia sono condotti allincontro con Dio ricco di misericordia, ricevono il perdono dei loro peccati e sono chiamati alla ricostruzione e alla perfezione dellalleanza coniugale e la comunione familiare. 75 La preghiera in famiglia La famiglia deve pregare insieme per vivere e manifestare il mistero del proprio essere.
Discorso del Santo Padre ai partecipanti alla III assemblea plenaria del pontificio consiglio per la famiglia (13 dicembre 1985). 70 FC 56. 71 FC 57. 72 GIOVANNI PAOLO II, Lettera alle famiglie, 18. 73 M. DOLDI, Introduzione, in FC, 48. 74 FC 58. 75 LG 11.
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Il momento della preghiera un momento sacro, ed un elemento assai importante della spiritualit familiare . La preghiera familiare, descritta dalla Familiaris Consortio, ha caratteristiche sue proprie: E una preghiera fatta in comune, marito e moglie insieme, genitori e figli insieme. 76 La famiglia, come dice Giovanni Paolo II, deve diventare unit di preghiera. Ma perch questo possa trasparire in modo significativo, necessario che il pregare diventi abitudine radicata nella vita quotidiana di ogni famiglia. La preghiera della famiglia ha molto da dire a Dio. Ha anche tanto da dire agli uomini, a cominciare dalla reciproca comunione delle persone unite da legami familiari. 77 La preghiera deve coinvolgere la famiglia in tutte le sue diverse circostanze e condizioni: gioie, dolori, speranze, tristezze, nascite, partenze, decisioni importanti; queste sono occasioni per rendere grazie a Dio, per domandarne laiuto e lodarlo sempre. Dai genitori i figli imparano a dialogare con Dio come Padre, imparano ad ascoltarlo e ad amarlo. La preghiera pu esprimersi in forme diverse. Essa pu essere liturgica, centrata cio sui tempi dellanno e modulata dalla liturgia della Chiesa, pu essere privata e manifestarsi in una grande variet di forme: la lettura e la meditazione della Parola di Dio, la preparazione ai sacramenti, la devozione e consacrazione al Cuore di Ges, le varie forme di culto alla Vergine Santissima, la benedizione della mensa, losservanza della piet popolare. 78 Non si dovr mai dimenticare che la preghiera parte costitutiva essenziale della vita cristiana, colta nella sua integralit e centralit, anzi appartiene alla nostra stessa umanit: la prima espressione della verit interiore delluomo, la prima condizione dellautentica libert dello spirito. 79 Angela Anna TOZZI, scic

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FC 59. GIOVANNI PAOLO II, Lettera alle famiglie, 10. 78 FC, 61. 79 FC 62.

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6 VIVERE NELLA FAMIGLIA LA MISSIONARIETA Giovanni Paolo II invita tutte le famiglie cristiane a far proprio linvito pressante di Ges: Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo ad ogni creatura (Mc 16,15). Le famiglie cristiane che vivono il proprio impegno di fede si sentono spinte ad essere i missionari del Vangelo con la parola, lesempio. La stessa testimonianza della vita cristiana e le opere buone compiute con spirito soprannaturale hanno la forza di attirare gli uomini alla fede e a Dio (). Tuttavia tale apostolato non consiste soltanto nella testimonianza della vita; il vero apostolo cerca le occasioni per annunziare Cristo con la parola sia ai non credenti per condurli alla fede, sia ai fedeli per istruirli, confermarli ed indurli ad una vita pi fervente. 80 Il sacramento del matrimonio ha dentro di s la vocazione missionaria propria di ogni credente a diffondere e difendere la fede con la parola e lopera, mandato ricevuto con il sacramento del Battesimo e confermato con la Cresima. La famiglia, come comunit damore e di vita, chiamata a svolgere la missionariet anche fuori dei propri confini per diventare un segno luminoso per le famiglie che ancora non hanno conosciuto lamore salvifico di Cristo, ma anche per quelle famiglie che si professano cristiane ma che non vivono pi in coerenza la fede ricevuta.81 Lamore di Cristo che consacra il patto coniugale anche il fuoco sempre ardente che sospinge levangelizzazione. Ogni membro della famiglia, in sintonia con il Cuore del Redentore, invitato ad impegnarsi per tutti gli uomini e le donne del mondo, manifestando la sollecitudine per coloro che sono lontani, come per quelli che sono vicini. 82 E ancora il Sacramento del matrimonio che abilita la famiglia nel suo impegno missionario, il quale trova la sua forza nellamore di Cristo e nel profondo desiderio di manifestarlo agli altri. La famiglia e la societ Giovanni Paolo II per indicare il forte legame che la famiglia ha con tutta la societ cos si esprime: La famiglia possiede vincoli vitali e organici con la societ, perch ne costituisce il fondamento e lalimento continuo mediante il suo compito di servizio alla vita: dalla famiglia infatti nascono i cittadini e nella famiglia essi trovano la prima scuola di quelle virt sociali, che sono lanima della vita e dello sviluppo della societ stessa. 83 Un impegno che non riguarda solo qualche aspetto della vita sociale, ma si colloca proprio alla sua radice. La famiglia e la societ sono allora molto legati. La famiglia possiede energie straordinarie per dare la forma e lautenticit alla vita sociale. Mediante la generazione nella famiglia nasce luomo e lamore dei coniugi dona alla societ una nuova persona. Poi naturalmente alla famiglia riservato il compito educativo sociale, la prima scuola delle virt sociali, che sono lanima della societ stessa. Allora il primo e fondamentale contributo della famiglia alla societ la stessa

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Christifideles Laici, 6. Cf FC 54. 82 GIOVANNI PAOLO II Messaggio, per la Giornata Missionaria Mondiale (22 maggio 1994). 83 FC 42.

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esperienza di comunione e di partecipazione, che deve caratterizzare la vita quotidiana della famiglia. 84 Il secondo grande contributo offerto alla societ limpegno della famiglia nel dedicarsi a molteplici opere di servizio sociale, specialmente a vantaggio dei poveri, e comunque di tutte quelle persone e situazioni che lorganizzazione previdenziale ed assistenziale delle pubbliche autorit non riesce a raggiungere. 85 Questo diventa per la famiglia farsi carico delle sofferenze e miserie degli altri aprendo la propria casa e soprattutto il proprio cuore . Vivere nella famiglia la sobriet Il Papa Giovanni Paolo II sin dallinizio del suo pontificato ha parlato in molte occasioni della virt della sobriet, promuovendo uno stile di vita semplice fondato sulla sobriet: Sobriet come moderazione, rinuncia agli sprechi, rifiuto della logica del consumismo, risparmio in favore delle necessit pi urgenti, sia in casa propria, sia nelle comunit e nelle nazioni pi bisognose. Accoglienza, che non vuol dire solo apertura verso gli altri, ma anche responsabilit nei confronti di chi nel bisogno, mediante unarmonica cooperazione tra pubblico e privato, tra istituzioni e volontariato. Infine servizio, che atteggiamento evangelico per eccellenza, derivante direttamente dal precetto di amare il prossimo come se stessi. 86 Il Papa invita caldamente le famiglie cristiane a percorrere vie che, per coloro che non vivono per Dio, potrebbero apparire incomprensibili se non addirittura strane. Nel mondo di oggi siete (famiglie) testimoni della felicit che scaturisce dalla condivisione dellamore, anche a prezzo di molte rinunce. Non abbiate paura di dare questa testimonianza! Il mondo pu non comprendervi, il mondo pu domandare perch non abbiate seguito una via pi facile, ma il mondo ha bisogno della vostra testimonianza-il mondo ha bisogno del vostro amore, della vostra pace e della vostra felicit 87 Il Papa sottolinea come il possesso dei beni materiali, soprattutto quando caratterizzato da uno smodato desiderio di possedere fine a se stesso, non riesce a rendere gli uomini liberi, anzi li fa schiavi del possesso e del godimento immediato, senza un orizzonte pi alto che renda ragione dellalta dignit delluomo e della meta alla quale chiamato: la comunione con Dio e con tutti gli uomini. 88 La famiglia cristiana chiamata da Giovanni Paolo II a impegnarsi responsabilmente usando i suoi beni materiali per diminuire la povert, la solitudine, i dispiaceri, la tristezza nel mondo. Essa invitata ad essere partecipe allo sviluppo della societ, con la moderazione e la semplicit che devono essere i criteri del suo vivere quotidiano. 89 Vivere nella famiglia lospitalit Lesortazione apostolica Familiaris Consortio mette lospitalit come elemento specifico che deve contraddistinguere la famiglia cristiana. Il Papa richiama le famiglie ad un impegno concreto ricordando le parole di san Paolo: Siate premurosi nellospitalit (Rm 12,13), e le parole stesse di

FC 43. FC 44. 86 GIOVANNI PAOLO II, Discorso alla visita pastorale a Macerata (19 giugno 1993). 87 Lappello del Santo Padre durante la recita della preghiera mariana nel Santuario di LUDZMIERZ (7 GIUGNO 1997). 88 Omelia durante la Santa Messa nel santuario della Madonna de la Cinta (14 giugno 1993). 89 Messaggio di Giovanni Paolo II per la celebrazione della XXVI giornata mondiale della pace (1 gennaio 1993).
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Ges: chi avr dato anche solo un bicchiere di acqua fresca a uno di questi piccoli, perch mio discepolo, in verit io vi dico: non perder la sua ricompensa (Mt 10,42). Il Papa, nelle sue esortazioni alle famiglie, d grande importanza al valore dellospitalit soprattutto come valore da maturare nella nostra societ. Lesortazione apostolica Familiaris Consortio, valorizza lospitalit in tutte le sue forme: accoglienza tra marito e moglie, genitori e figli. Un rapporto di accoglienza che si estende a tutta la parentela. Il rapporto affettuoso con i parenti un primo ambito di quella necessaria apertura, che proietta la famiglia verso lintera societ. Vivere nella famiglia la solidariet La solidariet un atteggiamento che nasce dallamore e si sviluppa nellamore. La solidariet della famiglia appartiene alla famiglia come dato nativo, costitutivo e strutturale proprio perch famiglia e quindi, la realt originariamente fondata e continuamente animata dalla solidariet e dallamore. In forza di questa sua condizione ontologica, la famiglia, oltre a sperimentare la solidariet al suo interno, pu e deve generare solidariet anche intorno a s, nella complessit della vita sociale, contribuendo cos alledificazione della pace. 90 La solidariet insieme allaccoglienza, sono strettamente connesse con la dimensione sociale della famiglia. Il tema della solidariet, alla quale chiamata la famiglia cristiana, Giovanni Paolo II lo sviluppa anche in un altro documento: LEvangelium Vitae, dove mette in gran risalto il valore della vita umana e il grave compito che ognuno ha di custodirla e difenderla. Sin dal suo concepimento La famiglia, chiamata a diventare Santuario della Vita, ogni giorno deve contrastare contro una concezione della libert del tutto individualistica che finisce per essere la libert dei pi forti contro i deboli destinati a soccombere. Il Papa chiama la famiglia ad avere uno sguardo contemplativo, che nasce dalla fede nel Dio della vita, e non vuole luomo indifferente alle sofferenze degli altri. La solidariet di cui parla la Familiaris Consortio disponibilit alladozione o allaffidamento dei bambini abbandonati dai loro genitori o comunque in situazioni di disagio. Il Papa chiama i genitori cristiani a saper superare i legami della carne per vivere la loro paternit e maternit in una dimensione universale, affermando che :Il vero amore paterno e materno sa andare al di l dei legami della carne e del sangue ed accogliere anche bambini di altre famiglie, offrendo ad essi quanto necessario per la loro vita ed il loro pieno sviluppo. 91 Il farsi carico dei pesi degli altri, significa avere lo sguardo aperto alle vicende del mondo, significa operare concretamente l dove le situazioni lo richiedono, nelle forme pi svariate. La famiglia chiamata ad allargarsi affinch tutta lumanit diventi la grande famiglia di Dio, nella quale lamore, il rispetto, lattenzione per la crescita dellaltro trovino il giusto posto. Angela Anna TOZZI, scic

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Omelia durante il Familyfest (6 giugno 1993). EV 93.

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