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Crisi della big science

Paul Kurtz, fondatore del CICOSP, pone allorigine della critica radicale
alla scienza dieci motivi:

Ansia per la guerra nucleare Paure indotte dai movimenti ambientalisti Fobia per gli additivi chimici Sospetti verso lingegneria genetica Movimenti di antipsichiatria Attacchi alla medicina tradizionale Crescita delle medicine alternative Impatto delle filosofie mistiche orientali Crescita del fondamentalismo religioso Critiche femministe contro la scienza maschile

Science wars
Holton radica la posizione critica in una serie di fattori delegittimanti:
Il risorgere di atteggiamenti dionisiaci; La New Age insofferente ai dati obiettivi; Il pensiero neoromantico che si riallaccia alla controcultura degli anni Sessanta; Le femministe radicali che tuonano contro landrocentrismo e la fede nella razionalit scientifica.

Crisi della big science


Perfino Popper stato accusato dai pi dogmatici di aver favorito col suo falsificazionismo lavanzare del concetto di provvisoriet della verit scientifica.

Crisi della big science


La logica degli antropologi non obiettivisti funziona cos: La maggior parte dei soggetti studiati dagli antropologi sono vittime delloppressione che vivono in condizioni miserevoli. Il lavoro sul campo implica che chi lo svolge presente sulla scena di un delitto e dovrebbe diventare un testimone il cui primo compito quello di denunciare i delitti. Per identificare i crimini bisogna affidarsi allinterpretazione, non ai dati empirici.

Crisi della big science

Loppressione in cui si trovano i soggetti degli studi antropologici causata dagli Stati e dal loro potere. Il potere dipende dallautorit e la scienza unistituzione che gode di unautorit di cui si serviranno gli oppressori per i loro fini. Perci la scienza degli antropologi una scienza oppressiva, condannabile dal punto di vista etico. (Chagnon 1995)

Crisi della big science


Alcuni ritengono che siccome si prendono a cuore il problema dellAids, dellambiente o delle politiche energetiche, le loro preoccupazioni sono un sostituto della conoscenza basta su prove.

Crisi della big science

Gli entusiasti e i loro portavoce si inoltrano in dispute sui campi elettromagnetici, sulle modifiche genetiche delle sementi, sulla tossicit delle protesi di silicone nel seno, con scarsissime idee di metodo, sulle inferenze plausibili, sulla differenza tra unipotesi e una conclusione.

Crisi della big science

Queste persone non intendono essere antiscientifiche: il loro errore e quello di scambiare il loro comprensibile desidero che la scienza dovrebbe essere democratica con lidea che la democrazia sia la semplice conseguenza dellessere coinvolti.

Ma la scienza, sostengono i due autori, non e non sar mai democratica. La sua affidabilit e utilit dipendono dai propri contenuti e non dalla politica.

La beffa di Sokal

Nella primavera del 1996 Alan Sokal, fisico della New York University, invia alla rivista Social Text, santuario della "transdisciplinarit" postmoderna, un articolo teso a soddisfarne sin dal titolo (Trasgredire le frontiere: verso un'ermeneutica trasformativa della gravit quantistica) tutte le aspettative tematiche e stilistiche.

La beffa di Sokal

Per risultare pi credibile infarcisce il delirio epistemologico con citazioni "autografe" di famosi intellettuali - per lo pi francesi - in cui concetti e lessico della matematica e della fisica vengono evocati in modo immotivato e insensato. Social Text abbocca, ospitando il pezzo con entusiasmo nel numero di maggio.

La beffa di Sokal

Uno degli obiettivi apparenti dellarticolo la messa in questione dei fondamenti della scienza ortodossa. Un mondo esterno di cui possibile scoprire progressivamente le leggi un dogma imposto dal razionalismo occidentale. Ora, afferma Sokal, diversi studi revisionisti, femministi e poststrutturalisti revocano quella fiducia, mostrando che la realt fisica una costruzione sociale e linguistica.

La beffa di Sokal

La scienza moderna, dunque, ha solo una facciata doggettivit e i privilegi epistemologici accordati al preteso metodo scientifico non sono meritati. Stando allarticolo, si dovrebbe smettere di venerare il concetto di verit e, anzi, sbarazzarsene. Si potrebbe cos dar vita a una nuova scienza, finalmente postmoderna e liberatrice.

La beffa di Sokal

Non solo si farebbero saltare le barriere che separano ancora gli scienziati dal grande pubblico, ma si depurerebbe linsegnamento delle scienze e della matematica dalle loro caratteristiche autoritarie ed elitarie. Vi si introdurrebbero, in compenso, idee mutuate dai sostenitori del femminismo, dellomosessualit, del multiculturalismo e dellecologismo.

La beffa di Sokal

Sokal ammette che sarebbe difficile immaginare laspetto del nuovo albero della scienza, ma nella sua conclusione azzarda comunque la previsione seguente: la teoria del caos, in quanto capace di gettare luce sul misterioso fenomeno della non linearit, occuperebbe una posizione centrale in tutta la matematica futura.

La beffa di Sokal

Sokal corrobora le sue affermazioni con la gravit quantistica, questa nuova branca della fisica in cui si trovano contemporaneamente sintetizzate e superate la meccanica quantistica di Heisenberg e la relativit generale di Einstein; dallaltra, cita una moltitudine di intellettuali che praticano la filosofia, la sociologia della scienza o i cultural studies.

La beffa di Sokal

Sokal adotta il loro linguaggio e procede a unampia decostruzione del pensiero scientifico, rimettendo radicalmente in dubbio le conoscenze pi consolidate. Non senza voli letterari, scrive: Cos il gruppo dinvarianza infinito-dimensionale erode la distinzione tra osservatore e osservato; il di Euclide e il g di Newton, un tempo considerati costanti e universali, sono ora visti nella loro ineluttabile storicit.

La beffa di Sokal

Imperturbabile, propone un criterio epistemologico: Le grandezze o gli oggetti che sono in linea di principio inosservabili - come i punti dello spazio-tempo, le posizioni esatte delle particelle o i quark e i gluoni - non dovrebbero essere introdotti nella teoria. Di passaggio, segnala uno degli inconvenienti di questa innovazione: essa esclude dalla scienza gran parte della fisica moderna...

La beffa di Sokal

Dopo che Sokal ha rivelato su un'altra rivista la parodia e l'obiettivo correlato (denunciare gli usi mistificatori della scienza da parte di larghi settori della cultura non scientifica e smascherare la fragilit del postmodernismo e della sua dorsale, "il relativismo cognitivo") esplode un'interminabile rissa.

La beffa di Sokal

L'anno successivo - insieme a Jean Bricmont, un fisico dell'Universit di Lovanio - Sokal pubblica Imposture intellettuali (Intellectual Impostures, 1997), in cui confluisce il materiale servito a preparare la beffa. il momento clou della guerra della scienza.

Crisi della big science


Gli scienziati razionalisti imputano ai critici la riduzione dei finanziamenti nel campo della ricerca o la loro crescente finalizzazione.

I critici della scienza tradizionale chiedono che essa abbia un ruolo diverso e che le decisioni (dai finanziamenti alle applicazioni) vengano discusse in un ambito pi vasto di quello dei soli tecnici

Crisi della big science


La storia degli atteggiamenti verso la scienza ha un andamento pendolare, che diventa pi intenso e visibile dopo la rivoluzione industriale. In genere, alle fasi di sviluppo scientifico e tecnologico seguono fasi di romanticismo, di spiritualismo, di antiscientismo.

Science wars
Dopo la seconda guerra mondiale la scienza ha visto aumentare rapidamente il suo prestigio, raggiungendo traguardi straordinari, dai vaccini contro la poliomielite allinvenzione del transistor o del microchip, dalla clonazione della pecora Dolly ai vettori per lesplorazione spaziale.

Crisi della big science


A questa fase di grande espansione si accompagnata una fase di rigetto della scienza che ha avuto le sue punte estreme nei movimenti New Age, in concezioni mistiche e intuitive di chiara insofferenza al razionalismo scientifico.

Science wars

La guerra della scienza non ha portato a unintegrazione della razionalit con lottica politico-sociale, ma un fatto nuovo laffermazione del principio che la collettivit deve essere coinvolta nelle discussioni sui rapporti tra la scienza e le sue ricadute sociali.

Science wars
La dimensione politica della questione, cio la compartecipazione alle discussioni dei laici (lay-scientists) in gran parte una conseguenza della diffusione dellAids nei paesi occidentali. In questo caso i gruppi di pressione dei malati, delle famiglie e dei simpatizzanti hanno reclamato un ruolo dei non tecnici nelle decisioni su scelte, sperimentazione e terapia.

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Il ruolo attivo dei destinatari nelle politiche scientifiche ha modificato il rapporto tra la collettivit, le politiche sanitarie e il mondo della scienza.
(Tribunali sui diritti del malato, associazioni dei portatori di handicap, raccolta di fondi per diverse malattie, reti per lassistenza ai malati terminali, associazioni per la donazione di organi o per la protezione dei consumatori in rapporto ai farmaci o agli alimenti).

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Il problema non riguarda soltanto la tutela, ma anche la produzione di conoscenze supplementari o alternative. In alcuni settori si diffondono reti di esperti non scientifici ma detentori di una conoscenza pratica che proviene dallesperienza in un campo specifico.

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Reti di agricoltori e allevatori hanno affermato la loro autonomia dalle tecnologie agro-alimentari imposte dalle grandi imprese produttive, nei settori della produzione di fertilizzanti, di sementi ingegnerizzate o di tecnologie della riproduzione animale

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La pressione dei non esperti presente anche nellecologia o nelle scelte energetiche, innovando rispetto alla tradizionale prassi dellufficialit scientifica. Anche in Europa, gruppi di pressione sono intervenuti sulla politica nucleare, sui possibili danni dellinquinamento elettromagnetico, sulle politiche agro-alimentari ecc.

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Sfide: Complessit dei fenomeni; Disparit tra Nord e Sud del mondo.

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Adattare le innovazioni a sistemi diversi, utilizzare tecnologie compatibili con una determinata cultura.

Punti critici: Fiducia nella possibilit della scienza di trasformare la realt in una continua
evoluzione verso il benessere

Universalit delle spiegazioni scientifiche Scollamento fra la scienza praticabile nei paesi ricchi e i problemi di sostenibilit nei
paesi poveri

Uso di tecnologie convenienti e non aggressive verso lambiente

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Esistono alternative allattuale impostazione della scienza? Sono possibili forme di scienza condivisa, che coinvolgano i non scienziati e rispondano alle aspettative della gente comune? Sono possibili reti scientifico-tecnologiche locali che risolvano il problema della sostenibilit attraverso libridazione di tecnologie di punta e tecnologie povere?

Science wars
Soluzioni possibili: Trasformazione della scienza in senso solidale. Adesione dei gruppi di pressione alle strategie e ai meccanismi della ricerca scientifica.

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Punti di contatto con la comunicazione

Mobilitazione di forze politiche e gruppi di pressione Impatto delle tecnologie comunicative su culture diverse Importanza dei saperi degli addetti ai lavori Visione altalenante dellinfluenza della comunicazione di massa

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