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Il Calcestruzzo C l t Armato A t
Tecnologia costruttiva
Il Il fatto di poter creare pietre fuse, fuse di qualunque forma, superiori alle naturali perch capaci di resistere a tensione, ha in s qualcosa di magico"
Pierluigi Nervi
25/03/2009
IL CEMENTO
Il cemento un legante idraulico che si presenta sotto forma di una polvere finissima. LEGANTE IDRAULICO ha la capacit di legare degli elementi solidi inerti indurisce e si lega alle materie inerti reagendo e combinandosi con lacqua (la reazione avviene sia allaria che in acqua)
Il componente principale un prodotto risultante dalla cottura di materiali naturali, il CLINKER, che combinato con componenti vari d origine ai vari tipi di cemento. CLINKER costituito da calce (proveniente da rocce calcaree - 65%), silice (proveniente da sabbie, argille e scisti 25%), allumina (4-10 %), ossidi di ferro e di magnesio (1-3 %)e componenti minori variabili
IL CEMENTO - produzione
La fabbricazione del clinker avviene attraverso due fasi: 1). 2). estrazione delle materie prime e preparazione della miscela cruda cottura della miscela cruda ad alta temperatura
ESTRAZIONE Si impiegano generalmente due tipi di rocce, uno costituito da carbonato di calcio laltro costituito da argille o calcari marnosi che oltre al carbonato di calcio contengono silicati di alluminio e silicati di ferro. I materiali vengono estratti dalle cave con sistemi diversi e per essere utilizzati devono essere frantumati accuratamente per ottenere un prodotto omogeneo realizzando una miscela dei vari componenti. Si usano due metodi: - per via umida: per i minerali che si spappolano facilmente nellacqua per ottenere una melma fine ed omogenea - per via secca: per i materiali duri che si possono essiccare e ridurre in polvere per ottenere una polvere fine ed omogenea
25/03/2009
IL CEMENTO - produzione
COTTURA La materia prima passa alla cottura ad una temperatura di circa 1400-1500 C in forni appositi attraversando varie fasi: - disidratazione: evaporazione temperature intorno a 700 C dellacqua libera e combinata fino a
- decarbonatazione e calcinazione: liberazione dellanidride carbonica e volatilizzazione degli alcali fra 900 e 1000 C - cottura (clinkerizzazione): formazione di compositi chimici aventi propriet idrauliche grazie a reazioni che avvengono a temperature da 1000 a 1500 C
La miscela del clinker e degli altri componenti viene eseguita in proporzioni prestabilite ed resa omogenea con il processo di MACINAZIONE che riduce il materiale allo stato di polvere finissima (fino a 0.06 mm di diametro). Pi spinta la macinazione, ovvero pi fine la polvere ottenuta, tanto maggiore la capacit di reagire con lacqua rapidamente
IL CEMENTO - produzione
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IL CEMENTO - tipi
cemento portland: viene definito come il prodotto ottenuto per macinazione di clinker con aggiunta di gesso o anidrite, dosato nella quantit necessaria per regolarizzare il processo di idratazione iniziale cemento pozzolanico: ottenuto dalla macinazione, macinazione senza aggiunta di materie inerti, di una mescolanza di clinker puro e di pozzolana (materiale siliceo di origine vulcanica) e gesso cemento dalto forno: una miscela omogenea ottenuta con la macinazione di clinker e loppa basica granulata dalto forno (pi il gesso) cemento per sbarramenti di ritenuta: pu essere un cemento portland, pozzolanico o dalto forno, caratterizzato da un basso calore di idratazione e con particolari caratteristiche fisico fisico-meccaniche meccaniche cemento alluminoso: ottenuto dalla macinazione di clinker costituito soprattutto da alluminati idraulici di calcio (in questo caso le materie di partenza sono calcare e bauxite)
IL CEMENTO - tipi
cemento bianco: utilizzando calcare puro o caolino o altre materie prime prive di ossidi di ferro (che danno la colorazione bruna) si ottiene un cemento di colore bianco cemento ferrico: preparato da un clinker in cui alluminio e ossido di ferro sono presenti in proporzione equimolecolare. Il cemento ottenuto ha unelevata resistenza chimica nei confronti delle acque aggressive, da basso calore di idratazione e da un basso ritiro cemento ferrico pozzolanico: ottenuto macinando il clinker ferrico con pozzolana. Il risultato un cemento che unisce, esaltandole, le caratteristiche dei cementi ferrici e di quelli pozzolanici cemento per pozzi petroliferi: adatti alla cementazione e regolati in modo che la presa permetta la cementazione in ambienti caratterizzati da alte pressioni e alte temperature
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IL CEMENTO - idratazione
A contatto con lacqua il cemento reagisce con essa dando luogo a varie trasformazioni chimico fisiche che si manifestano in due fenomeni principali: 1) PRESA: consiste in un progressivo indurimento della pasta di cemento (cemento + acqua) o della malta (cemento + inerti + acqua). acqua) La presa non deve iniziare prima di 45 minuti e non oltre 12 ore dal confezionamento per garantire la lavorabilit 2) INDURIMENTO: il fenomeno che segue la presa. La pasta ottenuta continua ad indurirsi nel tempo, nei primi giorni con rapidit, lentamente dopo (per mesi e anni). Per il controllo delle resistenze meccaniche si considerano i primi 28 giorni
levolversi del processo di idratazione e quindi dellacquisizioni delle propriet di resistenza meccanica accompagnato da una notevole produzione di calore, variabile per i vari tipi di cemento
La trazione dovuta ad un carico che agisce su un corpo nel senso di allungarlo fino a rottura. Il valore che determina si chiama resistenza a trazione. Nel cls le resistenze a trazione sono quasi 1/10 di quelle a compressione.
25/03/2009
ABRASIONE E lazione che si esercita sulla superficie di un corpo con uno scorrimento tendente a disgregarlo e ad asportarne una parte. URTO Lurto una sollecitazione che risulta dallapplicazione impulsiva di un carico che pu provocare le sollecitazioni precedenti fino a rottura. La capacit di resistere allurto molto elevata nel cls e dipende dalla elasticit dello stesso: calcestruzzi pi rigidi sono pi fragili.
Ing. Marco Palazzuoli
m.palazzuoli@ing.unipi.it
25/03/2009
In tutti i corpi ad ogni variazione termica si accompagna una variazione di volume. Lattitudine di ogni corpo a subire variazioni di volume in funzione delle variazioni di temperatura indicata dal coefficiente di dilatazione. dilatazione Il coefficiente di dilatazione del calcestruzzo variabile in funzione della natura degli aggregati e della qualit e quantit del cemento; quello medio non si discosta molto da quello dell'acciaio, 0.012 mm/mC e, questo fatto ha permette laccoppiamento dei due materiali nel cemento armato: risulta necessario prevedere nelle strutture in cemento armato di notevole lunghezza dei dispositivi in grado di permettere il libero sviluppo di queste variazioni dimensionali. Uno dei metodi pi semplici la creazione di un giunto di dilatazione verticale che interrompe per tutta laltezza la continuit delle strutture. strutture Un altro sistema quello di appoggiare la struttura su elementi mobili come rulli (travate dei ponti).
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25/03/2009
L'acqua ha una notevole importanza nella vita del calcestruzzo: essa interviene nella sua confezione, esercita una notevole influenza nella fase di maturazione e spesso l'elemento con cui si trova in contatto, saltuariamente o permanentemente una volta indurito. Il comportamento del calcestruzzo nei confronti dell'acqua dipende dalla natura dell'acqua stessa e dal momento in cui essa interviene.
25/03/2009
Un primo tipo di calcestruzzo, avente per legante la pozzolana mista a calce, fu impiegato p g dai romani con il nome di "betunium"; dal nome latino deriva quello di "beton" usato oggi da francesi e tedeschi. Si trattava impiegato di un per conglomerato
fondazioni, per murature di grande spessore e, qualche volta, per riempire i cassettoni delle cupole compresi tra i costoloni di muratura di mattoni disposti secondo i meridiani e i paralleli ovvero per realizzare delle cupole.
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La Francia continu ad essere un polo di sviluppo della nuova tecnologia: all'Esposizione all Esposizione
Universale di Parigi del 1889 furono presentati i sistemi Bordenave e Cottancin, mentre solo tre anni pi tardi e fino al 1895 pubblic i risultati, basati su un buon rigore scientifico, delle proprie esperienze Edoardo Coignet (figlio di Francesco) e del belga Francesco Hennebique, di formazione pi empirica.
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Se fornito in sacchi questi non vanno mai tenuti all'aperto, ma conservati all'aperto conser ati in ambienti asciutti asci tti e chiusi, chi si lasciando sempre delle intercapedini fra piano di appoggio e terreno. Se consegnato sfuso, il cemento deve essere conservato in appositi silos. ll cemento che presenta grumi non facilmente friabili con le dita da ritenersi degradato.
Ing. Marco Palazzuoli
m.palazzuoli@ing.unipi.it
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L'acqua da impiegare nella confezione del calcestruzzo deve essere sufficientemente pura e non deve contenere apprezzabili quantit di sostanze nocive, quali limi, argille, humus, acidi organici, alcali e sali. Se disponibile, I'acqua d 'impasto pi sicura quella potabile: altrimenti occorre analizzare chimicamente quella che si intende impiegare in modo da accertarne l'idoneit. Il semplice odore e colore non sono criteri sufficienti per giudicare della sua qualit. Sono comunque da scartare le acque di rifiuto, quelle provenienti da fabbriche chimiche in genere, da aziende di prodotti alimentari, da concerie e da altre aziende industriali: particolarmente dannosa la presenza di residui grassi, oleosi e zuccherini, perch anche piccole tracce di queste sostanze possono disturbare la presa e I'indurimento del calcestruzzo. L'acqua di mare pur non essendo consigliabile pu tuttavia essere usata in particolari casi in cui non sia disponibile quella dolce.
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Oltre ai componenti normali (cemento, aggregati, acqua), si usano spesso dei prodotti chimici come additivi alla miscela. Gli additivi hanno lo scopo di migliorare certe prerogative del calcestruzzo, ad esempio i fluidificanti e superfluidificanti migliorano la lavorabilit degli impasti senza aumentare la quantit di acqua richiesta. Ci sono poi additivi che ritardano la presa del cemento oppure I'accelerano; additivi che introducono laria, migliorando cos la resistenza al gelo, e quelli che conferiscono qualit impermeabilizzanti. L'uso degli additivi deve essere fatto con attenzione seguendo le istruzioni del fornitore. Un uso non corretto, specie nella quantit pu dare effetti secondari negativi.
Deve accadere che ogni granulo di aggregato risulti avvolto dalla pasta, e che tra un grano e l'altro non rimangano vuoti, o comunque che siano i pi piccoli possibili. L'aggregato deve essere composto da grani di dimensione assortita, secondo una composizione granulometrica scelta in modo appropriato.
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Ideale sarebbe avere un aggregato diviso in 4 frazioni granulometriche: tra 0 e 1 mm, tra 1 mm e 4 mm, tra 4 e 16 mm e tra 16 e 40 mm. Cos si otterrebbe rapidamente una distribuzione granulometrica soddisfacente prendendo ad esempio: il 15% della frazione 0 - 1 mm; il 15% della frazione 1 - 4 mm; il 35% della frazione 4 -16 mm; il 35% della frazione 16 40 mm
Ing. Marco Palazzuoli
m.palazzuoli@ing.unipi.it
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- Acciai incruditi a freddo, sottoposti a trattamenti speciali a freddo per raggiungere una maggiore resistenza e una minore deformazione a rottura - Acciai speciali, che vengono temperati o rinvenuti Per la confezione delle barre si impiegano acciai unificati la cui designazione fatta col simbolo Fe seguito dalla lettera B e dal valore del carico unitario di snervamento a trazione (FeB 44)
Ing. Marco Palazzuoli
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Le armature nelle strutture in c.a. devono essere poste nelle posizioni in cui richiesta una resistenza agli sforzi di trazioni (resistenza che il cls non in grado di fornire). Visto che gli elementi strutturali sono soggetti a sollecitazioni composte e variabili la disposizione delle barre dovr seguire la variazione delle stesse sollecitazioni. In pi si deve tener conto di alcuni fattori, quali: 1. Attraverso le barre dovr passare il getto del cls e gli strumenti per il suo costipamento 2. Le barre dovranno essere protette verso lesterno da un adeguato spessore di cls 3. Le 3 L barre b d dovranno costituire i i unarmatura continua i con una solida lid aderenza d alla massa del cls
La distanza libera tra le barre deve essere uguale al maggiore tra i valori: a). 2 cm b). 1 volta il diametro del cerchio circoscritto alla maggiore barra adiacente c). 1.2 volte il diametro massimo dellaggregato
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L'accoppiamento dei due materiali reso possibile dalle seguenti circostanze: - tra ferro e calcestruzzo esiste una adesione molto elevata; - al variare della temperatura i due materiali si dilatano, dilatano o si restringono, restringono della stessa quantit (coefficiente di dilatazione termica simile); - Il ferro immerso nel calcestruzzo non arrugginisce. ll criterio fondamentale secondo il quale viene eseguito l'accoppiamento tra ferro e calcestruzzo, quello di considerare le loro singole capacit di resistenza, e di affidare ad ognuno dei due un compito adatto. ll calcestruzzo resiste bene a compressione, male a trazione; il ferro invece resiste bene sia a compressione che a trazione. Ne consegue g che al calcestruzzo viene affidato il compito p di resistere agli sforzi di compressione, mentre al ferro affidato quello di assorbire gli sforzi di trazione. ll ferro pertanto non distribuito uniformemente nella massa ma viene concentrato nelle zone tese delle zone degli elementi costruttivi.
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Le parti che normalmente formano una struttura in cemento armato sono: - gli li elementi l ti verticali, ti li o pilastri - gli elementi orizzontali, travi - gli elementi orizzontali con grande sviluppo di superficie, solette - gli elementi di collegamento verticale, scale
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Armature dei pilastri: PILASTRI QUADRATI E RETTANGOLARI: armatura longitudinale minima 4 ferri
Diametro minimo dellarmatura dell armatura longitudinale: 12 mm Staffatura: diametro minimo 6 mm, passo minore di 15 volte il diametro dei ferri e comunque mai oltre i 25 cm.
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TRAVI APPOGGIATE
Ing. Marco Palazzuoli
m.palazzuoli@ing.unipi.it
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TRAVI INCASTRATE
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Il termine STRUTTURA indica linsieme complesso delle unit tecnologiche e degli elementi tecnici appartenenti al sistema edilizio che assolvono alle funzioni di sostenere l ledificio edificio e di ripartire i carichi che l ledificio edificio deve sopportare: carichi di esercizio e carichi accidentali. La struttura portante costituisce il sistema complesso entro cui si configurano le unit ambientali ed i collegamenti, delimita orizzontalmente e predispone verticalmente alla ripartizione di superfici e volumi. La struttura portante pu essere realizzata con elementi bidimensionali, tradizionalmente costituiti da setti murari e solai, solai oppure con elementi lineari (telai di pilastri e travi) oppure con elementi tridimensionali dati da pi elementi piani solidali tra loro, magari con luso di superfici curve.
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Il Calcestruzzo C l t Armato A t
Strutture di Fondazione
La STRUTTURA DI FONDAZIONE viene definita come linsieme degli elementi tecnici del sistema edilizio che ha la funzione di trasmettere i carichi permanenti ed i carichi accidentali delledificio al terreno sottostante. La configurazione dipende dalle caratteristiche geologiche-geotecniche del suolo su cui insiste. Il dimensionamento, la geometria e la realizzazione delle strutture di fondazione sono stati spesso oggetto di non adeguata considerazione da parte dei progettisti. Costituiscono una parte non visibile dell delledificio edificio, ma la scelta corretta del sistema fondale, il suo dimensionamento e la progettazione degli elementi tecnici principali e di protezione si riflettono nelle prestazioni non solo di carattere statico, ma anche di comfort e di durabilit nel tempo.
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Un'opera edilizia poggia sul terreno attraverso le fondazioni che ne costituiscono pertanto il basamento. La funzione essenziale delle fondazioni quella di assorbire i carichi della costruzione e di trasmetterli al terreno, ripartendoli su una determinata superficie, in modo tale che il terreno stesso possa sopportarli.
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La definizione del piano di imposta delle fondazioni viene stabilita per raggiungere, se possibile, lo strato di terreno con portanza idonea: il volume ricavato entroterra consente inoltre la realizzazione di vani utili alla funzionalit del fabbricato, come autorimesse o locali impiantistici. Gli scavi del terreno superficiale, che precedono lesecuzione del getto del magrone, del posizionamento delle armature e del getto del calcestruzzo, spesso costituiscono la sagoma di contenimento del getto stesso.
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Dal punto di vista morfologico: - fondazioni continue: costituite da elementi di forma lineare come travi rovesce o da ununica superficie resistente come platea - fondazioni discontinue: costituite da parallelepipedi massicci (plinti) su cui spiccano le strutture di elevazione puntuali
Le fondazioni superficiali, o dirette, sono le strutture pi economiche e vengono adottate ogni volta che il terreno, alla quota di imposta desiderata, presenta valori di portanza soddisfacenti. soddisfacenti A seconda della tipologia di struttura di elevazione e delle caratteristiche meccaniche del terreno, si possono realizzare strutture di fondazione discontinue o continue: 1. discontinue: terreno con valori di portanza omogenei e strutture di elevazione puntiformi 2. Continue: ledificio potr insistere su una superficie continua in grado di ripartire omogeneamente il carico sul terreno
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Le fondazioni superficiali continue vengono realizzate con elementi tecnici puntuali detti PLINTI. Esse vengono utilizzate quanto le strutture in elevazione sono del tipo a telaio. telaio I plinti vengono collocati con il baricentro sulla risultante verticale delle forze trasmesse dai pilastri per consentire la uniforme ripartizione dei carichi delledificio trasmessi al piano di posa. La funzione del plinto quella di distribuire il carico su unimpronta maggiore onde evitare lo sprofondamento nel terreno dei pilastri di elevazione. Normalmente il plinto un elemento rigido a forma di dado, un tempo veniva fatto in muratura o a pozzo con collegamento ad arcata rovescia. Attualmente si realizza in calcestruzzo armato o non armato a seconda che sia fatto lavorare a flessione o meno.
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Le fondazioni in genere non devono poggiare direttamente sul terreno perch le armature si potrebbero ossidare. ossidare Viene realizzato uno strato di calcestruzzo a basso contenuto di cemento detto MAGRONE, di spessore variabile da 5 a 10 cm, il cui compito quello di fornire la base livellata di appoggio alle strutture di fondazione ed evitare il contatto diretto delle armature con il terreno, nonch la permeazione di umidit di risalita.
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I criteri di progettazione antisismica impongono che i plinti vengano collegati in testa da cordoli, vere e proprie travi di collegamento che consentono un maggior irrigidimento della fondazione evitando sforzi puntuali dovuti a cedimenti differenziali. Le travi di collegamento possono servire per lappoggio delle pareti perimetrali (travi porta muro) e del solaio a terra.
Ing. Marco Palazzuoli
m.palazzuoli@ing.unipi.it
Plinto di fondazione con integrato tubolare di piombatura per il successivo posizionamento del pilastro prefabbricato
Ing. Marco Palazzuoli
m.palazzuoli@ing.unipi.it
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Plinto di fondazione con integrato tubolare di piombatura per il successivo posizionamento del pilastro prefabbricato
Ing. Marco Palazzuoli
m.palazzuoli@ing.unipi.it
Alloggiamento del pilastro prefabbricato su trespolo di fondazione annegato nella platea; centraggio del pilastro attraverso il tubolare di piombatura e posizionamento dei ferri di collegamento
Ing. Marco Palazzuoli
m.palazzuoli@ing.unipi.it
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Nel caso di strutture in elevazione realizzare in acciaio, il profilo nella parte inferiore di appoggio al plinto, viene saldato ad una piastra orizzontale forata che funge da piastra p ast a d di ripartizione pa t o e de del ca carico co c che e pu esse essere e irrigidita g d ta da a alette ette laterali. ate a Si fissa con una serie di barre di ancoraggio o tirafondi che vengono annegate nel getto. I tirafondi sono costituiti da barre piegate ad uncino nella parte inferiore e filettare nella parte superiore emergente dalla fondazione e sono posizionati con estrema precisione prima del getto mediante una dima di posizionamento. Alla fine il posizionamento del pilastro avviene tramite bulloni e rondelle che ne consentono la messa a piombo lasciando il pilastro sollevato di 2-3 cm dal plinto. La continuit strutturale viene assicurata attraverso la realizzazione di un getto integrativo con malta espansiva.
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Le fondazioni continue sono caratterizzate da una doppia funzionalit: aumentano la superficie resistente sul terreno e collegano le strutture di elevazione sovrastanti. Sono utilizzate sia con strutture portanti puntiformi che con strutture di elevazione a pareti portanti. Le fondazioni a cordoli o a travi rovesce sono caratterizzate dallessere un vero e proprio allargamento della sezione trasversale terminale della struttura, dimensionata in base ai carichi da ripartire sul terreno, alle sue caratteristiche meccaniche.
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I cordoli di fondazione si usano prevalentemente per murature portanti: hanno la funzione di ripartire i carichi in maniera omogenea sul terreno, essendo trascurabili le sollecitazioni a flessione ed essendo invece determinanti quelle di compressione reciproche tra fondazione e terreno. Le fondazioni a trave rovescia ripartiscono sulla superficie di appoggio i carichi trasmessi dalle strutture sovrastanti ribaltando la distribuzione delle tensioni al suo interno rispetto a quanto succede nelle travi in elevazione. In funzione delle sollecitazioni e delle eventuali eccentricit dei pilastri o dei setti superiori si possono avere sezioni semplici a parallelepipedo, a T rovesciata o a L.
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Nella fase iniziale di preparazione del piano di posa si esegue lo sbancamento e il livellamento del terreno mediante luso di mezzi meccanici di movimentazione delle terre, come bulldozer, pale meccaniche o bobcat.
Ing. Marco Palazzuoli
m.palazzuoli@ing.unipi.it
Spianato il terreno ed eseguita la profilatura dei bordi di scavo si realizza il primo getto del magrone per rendere regolare il piano di posa realizzando lo strato di interposizione tra terreno ed armature prima dei getti.
Ing. Marco Palazzuoli
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Solo dopo la maturazione del magrone si provvede al posizionamento delle carpenterie e delle armature utilizzando reti elettrosaldate e gabbie di barre di acciaio.
Ing. Marco Palazzuoli
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Si provvede al posizionamento degli scarichi dei bagni e delle cucine e tutte le canalizzazioni passanti per le utilit impiantistiche.
Ing. Marco Palazzuoli
m.palazzuoli@ing.unipi.it
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Alla fine si procede con il getto della platea e la sua costipazione attraverso la vibratura.
Ing. Marco Palazzuoli
m.palazzuoli@ing.unipi.it
Si tolgono i casseri di sponda, si posiziona il tessuto non tessuto eseguendo le opere di drenaggio con ghiaia di fiume di varia granulometria.
Ing. Marco Palazzuoli
m.palazzuoli@ing.unipi.it
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Grazie alle propriet del calcestruzzo si pu procedere ai getti sia delle fondazioni che delle strutture in elevazione in momenti successive, garantendo attraverso i ferri di ripresa che vengono lasciati in attesa, la continuit strutturale finale.
Sono quelle che non raggiungono il terreno con buone caratteristiche meccaniche direttamente, ma mediante l'interposizione di altri elementi: ci avviene i quando d il terreno t capace di resistere i t ai i carichi i hi della d ll costruzione t i si i trova a profondit tali da non potere essere convenientemente raggiunto con gli scavi. In queste condizioni la fondazione viene appoggiata su strutture di trasferimento dei carichi negli strati pi profondi di terreno; queste strutture sono normalmente costituite da pali.
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Quando i pali vengono realizzati fino a raggiungere in profondit un terreno pi consistente, i carichi vengono trasmessi a quest'ultimo tramite i pali stessi che lavorano quindi di punta; inoltre una certa resistenza viene offerta anche d ll' tt it dei dall'attrito d i pali li con il terreno, t l lungo l superficie la fi i di contatto. t tt Quando Q d difficile o impossibile raggiungere uno strato con caratteristiche meccaniche adatte, la resistenza ai carichi viene affidata esclusivamente all'attrito paliterreno; in questi casi i pali stessi vengono detti sospesi o galleggianti. Per quanto riguarda la tecnica esecutiva, i pali possono essere suddivisi in: - Pali infissi - Pali gettati in opera.
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Pali infissi: Sono pali prefabbricati e quindi infissi nel terreno mediante battitura. Si possono distinguere in: - pali in cemento armato vibrato: possono avere sezione piena oppure cava, di forma circolare, quadrata o poligonale; - pali in cemento armato centrifugato, con sezione circolare cava, e diametro costante oppure variabile lungo l'asse longitudinale; - pali in cemento armato precompresso: hanno sezione e forma come i precedenti; p ; il calcestruzzo p pu essere vibrato o centrifugato; g ; - pali giuntati, costruiti in due o pi elementi da unire in opera
Pali gettati in opera Questi pali possono essere eseguiti con sistemi diversi, che si distinguono fra l loro per il tipo ti di attrezzature tt t usate t e per i procedimenti di ti in i esecuzione. i P li a Pali cassaforma recuperabile: sono caratterizzati dall'impiego di un tubo-forma metallico entro il quale si getta il calcestruzzo. Il tubo, che viene in seguito recuperato, si infigge nel terreno a mezzo di un vibratore applicato alla sommit del tubo, oppure con altri mezzi, come battipalo, morsa giratubi, etc... Dopo l'infissione, si asporta il terreno che riempie il tubo, mediante utensili appropriati, come benne, sonde. Quindi si inserisce l'armatura metallica t lli e poi i si i procede d alla ll immissione i i i d l calcestruzzo del l t a mezzo di un tubo di getto.
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