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A SILVIA

1. 2. 3. 4. 5. 6. Silvia, rimembri ancora quel tempo della tua vita mortale, quando belt splendea negli occhi tuoi ridenti e fuggitivi, e tu, lieta e pensosa, il limitare di giovent salivi?

fuggitivi = schivi il limitare di giovent salivi: una metafora, vuole esprimere che Silvia stava per oltrepassare la soglia che immette nella giovinezza (salivi cela un anagramma di Silvia). Sonavandintorno = enjamblement Perpetuo canto = deriva da Virgilio, Eneide. Opre femminili = lavori tipicamente femminili. Vago = vale per bello; Odoroso = con un solo tratto viene evocato uno sfondo di primavera. Menare = condurre lietamente, trascorrere. Leggiadri, sudate = sottile opposizione tra i due aggettivi.

7. Sonavan le quiete 8. stanze, e le vie d'intorno, 9. al tuo perpetuo canto, 10. allor che all'opre femminili intenta 11. sedevi, assai contenta 12. di quel vago avvenir che in mente avevi. 13. Era il maggio odoroso: e tu solevi 14. cos menare il giorno. 15. Io gli studi leggiadri 16. talor lasciando e le sudate carte, 17. ove il tempo mio primo 18. e di me si spendea la miglior parte, 19. din su i veroni del paterno ostello 20. porgea gli orecchi al suon della tua voce, 21. ed alla man veloce 22. che percorrea la faticosa tela. 23. Mirava il ciel sereno, 24. le vie dorate e gli orti, 25. e quinci il mar da lungi, e quindi il monte 26. Lingua mortal non dice 27. quel chio sentiva in seno. 28. Che pensieri soavi, 29. che speranze, che cori, o Silvia mia! 30. Quale allor ci apparia 31. la vita umana e il fato! 32. Quando sovviemmi di cotanta speme, 33. un affetto mi preme 34. acerbo e sconsolato, 35. e tornami a doler di mia sventura. 36. O natura, o natura, 37. perch non rendi poi 38. quel che prometti allor? perch di tanto 39. inganni i figli tuoi? 40. Tu pria che lerbe inaridisse il verno, 41. da chiuso morbo combattuta e vinta, 42. perivi, o tenerella. E non vedevi 43. il fior degli anni tuoi; 44. non ti molceva il core 45. la dolce lode or delle negre chiome, 46. or degli sguardi innamorati e schivi; 47. n teco le compagne ai d festivi

Oveparte = sulle quali io spendevo la mia giovinezza e la parte migliore di me; Dinostello = dai balconi della casa paterna.

Orti = vale latinamente giardini.

Linguaseno = impossibile esprimere i sentimenti nel mio cuore (similmente Tetrarca nel Canzoniere). Cori = cuori e per traslato sentimenti.

Affetto = passione nel senso di affanno, angoscia.

Rendi = latinamente dai mantenendo le promesse. Allor = in giovent; di tanto = del tutto; figli tuoi = quale madre snaturata. Tu = Silvia; priaverno = prima che linverno (cio la maturit) facesse seccare lerba (cio le illusioni della giovinezza). Chiuso = oscuro, irrimediabile, implacabile. Molceva = lusingava, blandiva.

et mia nova = giovinezza. Speme = Silvia diventata ormai il simbolo della speranza, la speranza stessa.

48. ragionavan damore. 49. Anche pera fra poco 50. la speranza mia dolce: agli anni miei 51. anche negaro i fati 52. la giovinezza. Ahi come, 53. come passata sei, 54. cara compagna dellet mia nova, 55. mia lacrimata speme! 56. Questo il mondo? questi 57. i diletti, lamor, lopre, gli eventi, 58. onde cotanto ragionammo insieme? 59. questa la sorte delle umane genti? 60. Allapparir del vero 61. tu, misera, cadesti: e con la mano 62. la fredda morte ed una tomba ignuda 63. mostravi di lontano. vero = qui, il disvelamento dell'illusione. Nellultima strofa il velo delle illusioni caduto. con lontano: il destino del Poeta anche pi crudele di quello di Silvia: essendo rimasto in vita dopo che la speranza caduta, lunica prospettiva di liberazione resta quella della morte.

Tema: A Silvia ( Selva/natura) linizio di una nuova stagione poetica, tra il 28 e il 30. Questo canto, composto a Pisa nel 1828, dedicato a una fanciulla che il poeta realmente conobbe, forse Teresa Fattorini, figlia del cocchiere di casa Leopardi, morta di tisi nel 1818. Ma non funebre commemorazione, non neppure canzone per Silvia, in onore di lei: una confessione del poeta. Nasce questo lungo e commosso colloquio con Silvia, la cui morte prematura diventa il simbolo delle speranze stesse del poeta, diminuite allapparire della terribile verit della condizione umana. Tutto il canto costruito sulle esperienze parallele della giovinezza di Silvia, precocemente troncata dalla morte, e delle illusioni del poeta. Limmagine della donna si smorza nel mito della speranza. Silvia rappresentata nel fiorire della sua giovinezza in primavera, invece la sua morte in inverno. Il rapporto con la vita della fanciulla con il valore metaforico della stagione della giovinezza e di quella della morte che nella prima rispecchia il tempo di speranze e di gioie, invece nella seconda le delusioni e la morte. In questa canzone la Natura manifesta un duplice aspetto, ora ispirando serenit e dolcezza, ora vista come causa principale dellinfelicit umana; matrigna crudele e indifferente che mette al mondo i suoi figli senza che questi lo vogliano, inseriti in un meccanismo di vita e di morte. Forma metrica: Canzone libera (costituisce il primo campione della cosiddetta canzone libera leopardiana). Risulta di sei strofe a lunghezza varia. Settenari e endecasillabi si succedono secondo le esigenze dellispirazione e la rima non ha schema prestabilito. Lunico elemento di regolarit dato dal ripetersi del settenario alla fine di ogni strofa. E' la prima canzone di questo tipo, che segna l'abbandono degli schemi tradizionali con stanze omometriche.

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