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.... Cessi lo spargimento del sangue, cessino g l i odi fra nazioni e nazioni....

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DE AMICIS.

Lotte

Civili.

D i s p e n s a 5.

LOTTE C I V I L I

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Primo Maggio.
Parlare serenamente! N o n m i c o s t e r alcuno sforzo, lo potete credere. Come si p u aver l ' a n i m o inclinato alla violenza e al rancore i n un giorno d i festa ? Tale, i n fatti, o r m a i i l 1 Maggio. Singolare festa p e r , che desta t a n t i pensieri, t a n t i sentimenti d i v e r s i ed opposti ! Pochi anni sono, p r i m a che i l Congresso internazionale dei l a v o r a t o r i , tenutosi a P a r i g i nel1'89, accettando la deliberazione g i presa dalla F e d e r a z i o n e americana dal lavoro nel Congresso d i S. L u i g i fissasse alla data del 1 Maggio la grande manifestazione per la giornata d'otto ore, ognuno svegliandosi i n questo giorno, r i v o l g e v a la mente, come sempre, ai p r o p r i i affari q u o t i d i a n i ; era questo un giorno come g l i a l t r i per t u t t i . Ora non v ' p i cittadino d i paese civile, a qualunque classe o condizione sociale appartenga, i l quale, aprendo g l i occhi la m a t t i n a del 1 Maggio, non volga i suoi pensieri sul nuovo significato che questa data ha assunto nel mondo. Sono, i n m i l i o n i d ' u o m i n i , pensieri d'allegrezza e d i speranza ; sono, i n a l t r i m i l i o n i , pensieri i n q u i e t i e t r i s t i ; , in molti ancora, un sentimento irragionevole d i t e r r o r e ; anche negli s p i r i t i p i l e g g i e r i e p i scettici questo pensiero ; che v ' ha i n t u t t i i paesi una questione p i i m p o r t a n t e d'ogni avvenimento politico, che abbraccia t u t t i g l i interessi dello Stato e d e g l ' i n d i v i d u i , e che p u a quando a quando e per v a r i e cause esser dimenticata, mascherata, sopita ; ma che incessantemente, fatalmente, anno per anno, giorno per giorno, si dilata, s'inalza, soverchia ogni a l t r a questione, a t t i r a a s t u t t i g l i sguardi e t u t t e le m e n t i come un grande fenomeno della natura. E d g i questo un effetto benefico, che nessun lavor a t o r e pu disconoscere, della festa del 1 Maggio. E noi p i che g l i a l t r i siamo i n d o t t i a meditare, noi che abbiamo una visione p i larga e p i netta d i quello che accade i n questo giorno sulla faccia della t e r r a . Non pensiamo che i n quest' ora stessa, in centinaia d i c i t t , i n v i l l a g g i innumerevoli, altre m i gliaia d' o r a t o r i stanno dicendo, i n dieci lingue diverse, ad altre migliaia d'adunanze come questa, le cose ch'io sto per dire a

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EDMONDO DE AMICIS

voi : noi vediamo nei g r a n d i sobborghi d i Berlino, d i P a r i g i , d i Bruxelles, neh' Hyde-Park a L o n d r a , nel P r a t e r a V i e n n a , nel Buon R e t i r o a M a d r i d , nel parco C i s m i g i u a Bucarest, nello square dell'Unione a N u o v a - Y o r k , nelle vaste piazze delle .nuove c i t t d e l l ' A u s t r a l i a , dove i l 1 Maggio g i una testa ufficiale in p i Stati, vediamo per t u t t o legioni d i l a v o r a t o r i che in forma d'assemblee, d i processioni, d i cortei simbolici, d i feste campestri e d i canti solenni esprimono t u t t i una sola idea e una sola speranza ; e a questa visione c i si commuove l ' a n i m a come d a v a n t i ad uno degli spettacoli p i m a r a v i g l i o s i d i c u i c i dia esempio la storia. E quale anima potrebbe rimaner chiusa e fredda a l l ' u d i r le parole che s' alzano da quei m i l i o n i d i c u o r i ? Sia affrancato e onorato i l l a v o r o e d i v e n t i una legge per t u t t i . Siano confederati g l i u o m i n i nella lotta contro la n a t u r a e abbia tregua la lotta feroce per l'esistenza fra uomo e uomo. Cadano le barriere che dividono ogni nazione i n due popoli, e si diffondano egualmente nelle m o l t i t u d i n i , come la luce nell'aria, i benefizi della c i v i l t , che sono f r u t t o dell' opera comune. Cessi lo spargimento del sangue, cessino g l i odi fra le nazioni, p e r c h l ' u l t i m a m t a d i t u t t e una sola, e occorrono a raggiungerla g l i sforzi concordi della razza umana. Belle e sante utopie ! ci rispondono e la prova che sono utopie che sono antiche quanto la v i t a sociale e non sono ancora diventate r e a l t . A h ! v'ingannate. Erano aspirazioni sparse e divise, che assumevano nelle m e n t i incolte forme indeterminate o mostruose, e prendevano forza i n una gente quando cadevano oppresse i n u n ' a l t r a ; ma ora sono i l proposito fermo d i m o l t i t u d i n i d'ogni paese, ordinate e alleate, che operano concordemente e, ad un tempo, la scienza le formula e le sostiene, le forze che le comprimevano si sfasciano, la coscienza universale le accetta ; erano c h i a r o r i d i lampo che solcavano la notte, e ora sono l ' a l b a che r i s c h i a r a l ' o r i z z o n t e ; erano soffi d i v i t a che scotevano a quando a quando un'atmosfera m o r t a e ora sono la p r i m a v e r a che r i s v e g l i a i l mondo.

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A queste aspirazioni consente, i n fondo, chiunque abbia senso d i u m a n i t e di giustizia. Nasce i l dissenso quando si

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entra a discutere fino a che punto e i n qual forma esse possono t r a d u r s i in r e a l t . Studiando i fenomeni sociali ed economici, noi osserviamo l'accentrarsi progressivo delle industrie e delle ricchezze, e i l conseguente estendersi del proletariato, i l trasformarsi continuo dei mezzi p r i v a t i d i lavoro i n mezzi che non possono p i essere i m p i e g a t i che socialmente, l'incremento del principio d i cooperazione e dello s p i r i t o d i solidar i e t e d'eguaglianza, e da questi e da a l t r i cento fatti che a questi si collegano deduciamo certe leggi, per forza delle quali crediamo che si v e r r necessariamente ad un ordinamento nuovo, i n c u i , d i v e n t a t i p r o p r i e t collettiva della nazione t u t t i i g r a n d i mezzi d i produzione, i m e m b r i t u t t i della s o c i e t prod u r r a n n o direttamente per la s o c i e t medesima; la quale accentrando i prodotti, l i r i p a r t i r equamente fra i l a v o r a t o r i , i n ragione della q u a l i t e della q u a n t i t del loro lavoro. I dissenzienti c i dicono d i no, affermano che un tale ordinamento non s ' a t t u e r mai, che impossibile ad a t t u a r s i p e r c h v i si oppongono a l t r e leggi, che essi ritengono, sopra t u t t e le trasformazioni sociali, i m m u t a b i l i . Ebbene, noi non s t i m i a m o questa una ragione sufficiente p e r c h debba avversare i l grande moto della nostra Idea c h i concorda con noi nella c r i t i c a della s o c i e t attuale e nel sentimento della n e c e s s i t d' una radicale riforma. C i pare un errore combattere i l socialismo nel suo disegno compiuto d i ricostruzione sociale, invece d i considerarlo come riconosce che si dovrebbe anche u n nostro illustre a v v e r s a r i o nella sua i n t i m a ispirazione e nell'obiettivo generale a c u i tende, nel che esso risponde innegabilmente all ' evoluzione umana nel che, aggiungiamo noi, consiste la sua v e r a forza. Noi, sull'ordinamento della s o c i e t futura, potremmo ragionevolmente rifiutare ogni discussione. E anche i n questo ci danno ragione m o l t i dei n o s t r i p i a u t o r e v o l i a v v e r s a r i . P o t r e m m o rispondere con le parole loro che : i n t o r n o ai fenomeni sociali non sono possibili se non p r e v i s i o n i e predizioni generali, r i g u a r d a n t i c i o l'avviamento e l'andamento generale dei fenomeni stessi, non speciali, p a r t i c o l a r i , individue . Pot r e m m o domandare come d o m a n d i l Bebel al Reichstag se, nel dar la mossa alla grande rivoluzione, la borghesia francese poteva prevedere quale sarebbe stata i n t u t t i i p a r t i c o l a r i l ' i n t i m a s t r u t t u r a della s o c i e t che ne doveva sorgere. Potremmo d i r e che i l pretender questo da noi pretender cosa superiore

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alla potenza della mente umana. E nondimeno, c i si p u rispondere, v o i mostrate al mondo, come una bandiera, un p r o g r a m m a d i ricostruzione sociale completa. M a questo logico. N o i abbiamo s c r i t t o sulla nostra bandiera u n ideale, p e r c h nessun grande moto sociale possibile i n t o r n o a un p r o g r a m m a d i riforme c i r c o s c r i t t e e parziali ; p e r c h istinto dell' anima umana, in ogni sua p i nobile aspirazione, i l m i r a r p i alto e p i lontano della p o s s i b i l i t immediata d i conseguire i l suo fine; p e r c h soltanto una grande riforma, che oltre ad includere un r i o r d i n a m e n t o del lavoro e della p r o p r i e t , porta con s un profondo rinnovamento morale, sociale e politico, e abbraccia t u t t e le questioni che agitano 1' u m a n i t , soltanto l'idea d'una r i f o r m a simile p u raccogliere intorno a s le m o l t i t u d i n i e suscitar g l i entusiasmi e le forze per combattere la l o t t a enorme a cui siamo c h i a m a t i . Domandiamo dunque ai n o s t r i a v v e r s a r i benevoli : P e r c h non venite con noi, v o i che pure volete g r a n d i m i g l i o r a m e n t i , p o i c h la nostra bandiera la sola i n t o r n o a c u i si possa raccogliere l'esercito per combattere anche le battaglie m i n o r i , per compiere anche le conquiste parziali, da v o i volute? U n a sola cosa p u t r a t t e n e r v i , ed i l t i m o r e che la tentata attuazione d ' u n idea da v o i giudicata inattuabile produca nella s o c i e t uno sconvolgimento funesto. Ma un t i m o r e infondato. I fatti economici e sociali, che, a nostro giudizio, debbono condurre la s o c i e t all'ordinamento da noi presagito, noi possiamo assecondarli, ma non farli nascere. Se le leggi che deduciamo da questi fatti sono erronee, i l nostro ideale non s ' a t t u e r . Se, g i u n t o i l p r o l e t a r i a t o socialista al potere, non fosse ancora p r o n t a nei suoi elementi la organizzazione nuova che deve s o s t i t u i r s i all' antica, esso si troverebbe impotente, non diciamo a compiere, ma nemmeno a tentare una sostituzione precipitata, e dovrebbe r e s t r i n g e r s i a una serie d i riforme p r e p a r a t o r i e e g r a d u a l i . N o i per i p r i m i siamo persuasi che una trasformazione economica cos profonda non si p o t r mai attuare prematuramente e con la violenza. una v e r i t riconosciuta anche dai n o s t r i p i fieri oppositori che parallelo al presente m o v i m e n t o sociale corre un m o v i m e n t o scientifico e razionale che lo t r a t t i e n e nella giusta m i s u r a e impedisce alla s o c i e t moderna d i precipitare nelle catastrofi che hanno ucciso la c i v i l t antica . Vedete dunque r i p e t i a m o ai nostri a v v e r s a r i t r a t t a b i l i che

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quel t i m o r e non dovrebbe t r a t t e n e r v i dal venire a noi. A v versando i l nostro moto, invece, non per a l t r o che p e r c h non consentite nel nostro p r o g r a m m a ideale, v o i r i t a r d a t e i l conseguimento delle riforme vostre ; v o i v i opponete alla v i t t o r i a di quel nostro p r o g r a m m a minimo, che i n gran parte approvate, e d i c u i molte idee di quelle, i n ispecie, che si r i f e r i scono alla politica sociale dei c o m u n i sono g i attuate o i n v i a d ' a t t u a r s i i n molte g r a n d i c i t t d ' E u r o p a e d ' A m e r i c a ; v o i ingrossate i l numero d i coloro che respingono come nel parlamento francese, le p i eque, le pi logiche imposte, come quella progressiva sul reddito, per la sola ragione che i l socialismo le propugna, e che condannano a m o r t e qualunque pi benefica r i f o r m a dicendo che v ' i n essa un germe d i socialismo ; v o i , finalmente, p e r c h credete che non si possa giungere fin dove noi vogliamo andare, v o i che pur volete procedere, v i arrestate all' i m b o c c a t u r a della strada e crescete forza alla schiera d i quegli i m m o b i l i che v o i stessi condannate ; i quali alla loro volta, proteggono e incoraggiano, p u r non volendolo, t u t t i quegli a l t r i che voltano le spalle all'avven i r e e tentano d i risuscitare i l passato. Dice i l senatore Pasquale V i l l a r i che non c i saranno t r a poco i n Italia che tre p a r t i t i : i socialisti, i loro a v v e r s a r i i n t r a n s i g e n t i , e g l i iniziat o r i audaci d i riforme pratiche a vantaggio dei l a v o r a t o r i . Ma egli m o s t r a d i dubitare che questi i n i z i a t o r i sorgano in tempo. Ebbene, se non sorgeranno, s a r quanto abbiamo detto finora ampiamente giustificato e provato, e se sorgeranno, s a r u n negare la luce del sole i l negare che sia un t e r r o r salutare del socialismo, e non altro, che l i ha fatti sorgere. T r o p p o t a r d i per.

P e r c i , se anche la nostra ragione ripudiasse la d o t t r i n a socialista, noi, con piena e ferma coscienza d i operare i l bene, ci raccoglieremmo egualmente sotto la nuova bandiera ; lo far e m m o non foss' a l t r o che per ottenere i l p r i m o e necessario r i s u l t a t o della prevalenza delle classi l a v o r a t r i c i nella rappresentanza legale della nazione. E questo u n punto su c u i t u t t i i n o s t r i a v v e r s a r i , che desiderano sinceramente un salutare rinnovamento sociale, non

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possono dissentire da noi p e r c h non possono non esser persuasi che fin che g l i interessi della classe proletaria non saranno direttamente rappresentati da c i t t a d i n i appartenenti o legati al proletariato, questi interessi non avranno m a i una rappresentanza sincera e feconda ; p e r c h illogico i l pretendere o sperare che una maggioranza d i rappresentanti della classe superiore possa consentire a riforme gravemente lesive degli interessi della sua classe ; p e r c h nessuna classe sociale v o t m a i volontariamente, per puro spirito d'altruismo, la prop r i a decadenza ; p e r c h ogni vantaggio, ogni conquista importante nel campo economico non p o t r m a i essere che 1' opera della classe che n ' h a bisogno e che v ' ha d i r i t t o ; p e r c h siamo in un momento della c i v i l t umana ed u n dotto statista conservatore che lo disse, i n c u i nessuna classe difesa d a l l ' a l t r a e bisogna che ciascuna si difenda da s. Ora noi vediamo che i l socialismo soltanto lo vediamo i n Francia, in Germania e nel Belgio, riuscito, dopo t a n t i anni d i regime rappresentativo, a mandare nei P a r l a m e n t i una schiera d i rappresentanti d i r e t t i del proletariato sufficiente per numero e per u n i t d ' i n t e n t i a far sentire l'azione p r o p r i a sull'andamento della cosa pubblica. Supponete pur dunque che i l prog r a m m a socialista non si possa a t t u a r mai, r i p e t i a m o ai nostri a v v e r s a r i ragionevoli, ma i l moto socialista p r o d u r r pur sempre 1' effetto desiderato d i togliere i l monopolio del potere alla minoranza, ostacolo precipuo ad ogni grande progresso sociale o, se non altro, d i mettere i n faccia al potere un sindacato potente, che ne moralizzi la funzione, ne s t i m o l i le. energie e ne allarghi g l i orizzonti. Non fosse che per ottenere questo fine, ripetiamo, se anche noi credessimo un utopia l ' i d e a l e socialista, noi d i r e m m o a c h i l ' a n n u n z i a : Siamo con v o i . I n presenza dei fatti, quello che v ' d' utopistico nel v o s t r o programma, c a d r . Ma r e s t e r questo fatto compiuto, necessario e benefico : lo spostamento dell' asse sociale da una piccola classe, serrata nel cerchio dei p r o p r i i interessi, a quella grande maggioranza, i c u i interessi si confondono con quelli della nazione.
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H o detto : se anche noi credessimo un' utopia l'ideale socialista... Non debbono dar luogo a d u b b i queste parole. Certo,

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