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.... Crediamo che i l 1 Maggio rester e ingrandir....

E . D E AMICIS.

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Lotte Civili.

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saresti lieta ed altera del tesoro ch'egli v i chiude. I l sentimento che lo muove quello stesso che spinge te a metter l'obolo della carit nella mano del vecchio e del fanciullo abbandonato: lo stesso sentimento ingrandito, esteso a milioni di creature umane, illuminato dalla speranza di bandire dalla societ tutte quelle miserie e quei mali da cui sei commossa tu pure; ma soltanto quando l i vedi personificati in un infelice che mendica. Vedi: i l suo ingegno e i suoi studi, prima che utili a lui; sono gi utili agli altri. Nella lotta che combatte con noi egli matura precocemente i l suo senno, innalza i l suo carattere, fortifica la sua facolt. Lascia che vada fra i lavoratori dove acquista un concetto austero della vita e si spoglia del suo egoimo di classe, e impara il rispetto della povert e del lavoro. Lascia che mescoli i l suo soprabito signorile con quelle rozze giacchette sotto a cui battono dei cuori che lo amano. Non gli contrastare i l passo quando va a cercarle; bacialo in fronte e digli: Va. la voce del buon Dio che lo chiama.
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Diciamo al modesto borghese, sia egli un piccolo proprietario di terre oppresse dall'imposta e destinate ad ingrandire prima o poi i l latifondo, o un piccolo industriale, ogni giorno pi impotente a sostener la concorrenza della grande industria o un piccolo commerciante, condannato a cader vittima presto o tardi dell'accentramento dei commerci, diciamo a ciascuno di costoro che, per un'ambizione scusabile nella societ presente, avviano con grandi sacrifici i loro figliuoli alle professioni liberali: O tu, che t i dichiari nostro nemico, considera un lato solo della grande quistione : vedi se, perdurando questo furore d'innalzarsi nella gerarchia sociale, effetto delle troppo dure condizioni materiali e morali della vita del lavoratore, vedi se i figli dei tuoi figli non si troveranno ridotti a lottare con una concorrenza cos formidabile, da render la lotta disperata. Vedi se per prevenire questo danno ci sia altro modo che quello di stabilire l'equilibrio fra i due fattori, intellettuale e meccanico, della produzione sociale, mettendo il lavoro propriamente detto in tali condizioni da non essere pi sfuggito da quanti possono come un castigo di Dio; ci che i l primo intento del socialismo. Vedi se, non giungendo

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a questo, la societ non sia condannata a morire d'una pletora di laureati famelici e di spostati rabbiosi. Fai tacere per poco la tua ambizione, fissalo sguardo nell'avvenire e t i persuaderai che, pure avendo l'aspetto di tuoi nemici, siamo veri amici dei tuoi figli e dei tgli loro. *

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Diciamo allo scienziato e all'artista: Come puoi tu, uomo di scienza, sospettar nemica tua una dottrina che sopra una fede illimitata nel progresso della scienza in larga parte si fonda, che dal perfezionamento della macchina, dalla prevalenza dell'agricoltura razionale, dallo sfruttamento scientifico di tutte le forze della natura attende ad un tempo e una diminuzione dello sforzo umano e una raddoppiata produzione? Come puoi tu, scrittore ed artista, temere i l trionfo d'una dottrina che vuole estendere a tutti, nella maggior misura possibile, i godimenti dello spirito, e centuplicare con questo il numero degli uomini atti a comprendere l'opera tua? E se la societ futura chiedesse a te, scienziato, i l sacrifizio di volgere la tua -scienza a fini pi direttamente umani, e a te, artista, quello di scendere pi spesso dall'altezza del tuo lavoro libero all' ufficio di educatore delle moltitudini, come non v i parrebbe dolce un tal sacrifizio, ricompensato da una tanto pi diffusa ammirazione e pi vasta gratitudine? E come non sentite che un pi alto dovere di generosit e di sacrifizio imposto ai privilegiati dell' intelletto, a coloro che portano sulla fronte dalla nascita questo segno luminoso della predilezione del destino? ** Diciamo all' umanitario, al filantropo ; O tu che combatti l'opera nostra, perch credi la carit sufficiente a risolver la gran quistione che affanna il mondo, disingannati in faccia all' evidenza dei fatti, e vieni con noi. No, non si scioglie la quistione con la beneficenza. Non si feconda una vasta terra portandovi l'acqua ad orcili; ma spandendovi per una rete di larghi canali l'onda inesauribile della montagna. La tua carit non pu nulla per i milioni d'uomini a cui intercet-

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tata legalmente, per forza delle cose, una troppa gran parte dei frutti del loro lavoro; impotente davanti al grande fatto della disoccupazione, prodotta dalle crisi disastrose, che derivano dall'anarchia della produzione; e pu far meno ancora per quella grande moltitudine lavoratrice, alla quale i l pane non manca, ma che domanda una diminuzione di fatica, una educazione civile, un posto pi onorato nel mondo, a cui non ha meno diritto che al pane. No, i rimedi che t i consiglia i l cuore non bastano; occorre che tu dia l'opera della tua ragione. Vieni con noi, poich il tuo cuore buono; e senza lasciar l'opera della carit, domanda con noi la giustizia; solleva i miseri, ma lavora tu pure a sradicar la miseria; conforta i vinti, ma aiutaci a preparare una societ, in cui, per quanto lo concedono la natura e la fortuna, non ci siano pi n vinti n vincitori.
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Diciamo al ricco: Se t i dice la ragione che giusta la nostra causa, e t i trattiene dall'abbracciarla i l timore di affrettare per te e pei tuoi figli la perdita della ricchezza, tu v i v i in inganno. Proseguendo cos le cose, non s ar i l socialismo che t i toglier i l tuo bene, saranno le catastrofi politiche e finanziarie a cui conducono inevitabilmente i l militarismo, la guerra, i l debito, i l disordine, inseparabili dall' ordinamento sociale che difendi. La caduta lontana della tua fortuna non sar effetto della dottrina socialista, ma delle grandi necessit sociali ed economiche da cui la dottrina nata, e per cui si diffonde. T u temi rivoluzioni, sconvolgimenti, rapine ! Ma se tutto questo appunto che i l socialismo mira a impedire, contenendo le passioni violente che arrestano i l germoglio delle idee feconde, prevenendo le rivoluzioni col sollecitar l'evoluzione, scomponendo e rifacendo l'edificio a mano a mano, perch la societ non abbia a rimanere mai sconvolta e atterrita in mezzo a un campo di macerie. Come, non comprendi che questo movimento immenso tende al bene di tutti? Abbraccia la nostra causa, e combattendo per essa, tu che hai la ricchezza, dai un esempio, tu che hai l'indipendenza, sarai una forza, e t i sentirai libero dai due peggiori tormenti della tua vita, che sono la smania di acquistare e i l terrore di perdere

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perch la coscienza d'esser giusto e magnanimo v arr per te il pi prezioso dei tesori, sar la sola, vera felicit, che nessun evento, nessuna forza potr strappar dal tuo cuore.
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E al fanciullo del ricco, finalmente, noi rivolgiamo questo discorso: T u sei nato all'agiatezza. Se vorrai conquistarti un posto onorato nel mondo, t i coster assai men fatica che gli altri, perch sarai come un uomo armato in una lotta in cui quasi tutti gli altri sono inermi. Sei sicuro fin d' ora che non avrai da patir privazioni, mai da umiliarti per non perdere il pane; che potrai essere facilmente buono, onesto, rispettato, contento. Ora, vedi quanta miseria v' intorno a te, quante dure fatiche che danno appena da vivere, quanti milioni di fanciulli lasciati nella ignoranza e nell'abbandono, quante famiglie ridotte all'indulgenza senza colpa, quante disuguaglianze ingiuste, quanti dolori senza speranza, e quante ire e quanti odi. Ebbene, se t i dicessero che v ' modo di far s che tutte queste miserie siano scemate, che i l lavoro non manchi a nessuno e sia reso men duro a tutti, che t u t t i i fanciulli possano istruirsi e educarsi, che le disuguaglianze ingiuste scompaiano, che gli odi di classe si spengano, che la societ diventi come una grande famiglia, in cui se non la felicit, regni almeno la pace; ma che per ottenere tutto questo, bisogna che tutti i ragazzi come te rinunzino alla loro sorte privilegiata, rientrino nelle condizioni comuni, e si rassegnino a lavorare e a lottare per vivere modestamente come t u t t i gli altri, consentiresti tu al sacrifizio? E i l fanciullo ci risponde immediatamente, irresistibilmente: Oh, si, v i consentirei! E come si potrebbe non consentirvi? E noi non gli diciamo pi altro gli abbiamo messo i l buon germe nel cuore.
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Quanti sono i nostri pensieri e i nostri sentimenti, se non sono ogni giorno dell'anno cos benevoli n espressi sempre con parole cos miti, non perch tacciano nel nostro cuore perch siamo uomini, ossia per natura deboli, soggetti all'orgoglio, facili a irritarci della calunnia, e anche perch

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troppo sovente offesa in noi quella libert di pensiero e di parola, che una sacra eredit lasciataci dai nosti padri e dovrebbe essere una condizione inviolabile del nostro patto nazionale. Ma ogni anno, in questo giorno, noi rinnoviamo sinceramente i l proposito di mantener sempre 1' animo e la parola alti come la nostra idea. Non questo l'ultimo degli effetti benefici della festa del 1 Maggio. E noi confidiamo che questa festa s ar celebrata ogni anno con pi serena dignit! Oh certo, essa sar ben pi splendida e pi solenne nell'avvenire! E non sar celebrata soltanto nelle strade e nelle assemblee, ma anche nelle famiglie, nelle quali l'idea socialista finir con lo stringere quei vincoli, che ora in molte famiglie rallenta, e spezza in alcune. Sar i l giorno in cui le coscienze e i cuori restii, vinti dal lento lavoro della ragione e dalla forza degli avvenimenti, faranno atto di dedizione e di riconciliazione con le persone amate; i l giorno in cui i l padre dir al figliuolo: S, figliuol mio, sei tu che hai ragione, sei pi buono e pi giusto di me, non son pi soltanto tuo padre, sono un tuo compagno ; i l giorno in cui la moglie dir al marito: T'ho contrariato, perdonami; non t i comprendevo, ora t i comprendo e tutta l'anima mia con te e per la tua causa; i l giorno in cui la madre dir a suo figlio: Mi arrendo; vedo ora dov' la verit e la giustizia; la tua festa del 1 Maggio sar d'ora innanzi anche la festa di tua madre. S, sar forse lontano, ma questo giorno verr. Noi lo crediamo come crediamo che la terra germina sotto i l raggio del sole. Crediamo che il 1 Maggio rester e ingrandir negli anni e nei popoli, e che dopo aver redento i l lavoro uccider la guerra, e che dopo aver redento le classi affrateller le nazioni, e che sar benedetto dalle generazioni venture come una delle date pi fauste e pi gloriose della storia del mondo.

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Fratello e sorella.
(FRAMMENTO)

Dopo quella sera che sua sorella gli s'era buttata al collo, durante la sua disputa col suocero, Alberto aveva notato in lei uno stato d'animo insolito, i l quale ad ogni nuova discussione, cui ella fosse presente, intorno a questo argomento, si tradiva in lampi degli occhi, in rossori improvvisi, in movimenti nervosi della persona, che pareva ella si sforzasse di reprimere, quasi con un senso di vergogna; ma non ci aveva badato gran fatto, credendo quello effetto di una sensitivit malata di ragazza romantica, tocca dai suoi discorsi pi nella fantasia che nel cuore. S'era invece operato in lei un mutamento profondo, che non conoscendola intimamente, egli non poteva aspettare. Perch non era e non pareva bella, essa non era mai stata amata da sua madre la quale disperava che potesse fare un bel matrimonio degno della casa, e si vergognava un poco di lei, come un'artista d'un'opera d'arte mal riuscita. Sin da bambina ella si era accorta di questa malevolenza della madre dagli sguardi scontenti, e qualche volta astiosi, con cui si vedeva spesso osservata da lei, da capo ai piedi, come una persona sconosciuta e importuna. La signora Bianchini l'aveva sempre fatta sgobbare ai lavori di casa per risparmiar fatica alle cameriere, le aveva sempre dato sulla voce in conversazione, come se non dicesse che sciocchezze o fanciullaggini, l'aveva sempre tenuta nell'ombra, quanto poteva, come se, mostrandosi e parlando, avesse fatto sfigurare la famiglia. E sotto questa oppressione, ella era venuta su penosamente, diffidente e quasi vergognosa di s, con un sentimento esagerato della sua imperfezione fisica, che la rendeva timida e impacciata, e le toglieva quasi ogni grazia. E menava una vita triste, poich anche la consolazione di essere amata dal padre le era diminuita dai continui contrasti che, per cagion sua, nascevano tra sua madre e quel buon uomo; i l quale non poteva tollerare ch'ella fosse aspreggiata ed umiliata.

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