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Si fidanzarono.

E tutto and bene ira i due cugini, stretti dal nuovo vincolo, fin che egli non le pales la sua nuova fede. (Pag- U)D i s p e n s a 2.

E . D E AMICIS.

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mano sulla fronte, dice con accento di tristezza). Eppure.... non so.... non capisco.... F; (tra s, con un sospiro). Ecco la gran disgrazia... Non capiscono. (Poi con profonda tenerezza e con vigore). O madre mia, io non posso amarti di pi ; ma se invece di dubitare, d i farmi dei rimproveri e di frenarmi, tu mi dicessi un giorno : Ebbene, figliuolo, si hai ragione, sono con te, va, combatti per i l tuo santo ideale, la benedizione di tua madre t i segue.... io cadrei in ginocchio davanti a te e alla tua croce, e sarei buono come un angelo e forte come un'eroe! M. (mettendosi il fazzoletto agli occhi). Non dir pi altro, figliuolo.... va.... lasciami pensare.

Fidanzata borghese e fidanzato socialista


(DA U N RACCONTO INEDITO).

Si fidanzarono. E tutto and bene fra i due cugini, stretti dal nuovo vincolo, fin che egli non le pales la sua nuova fede. Ma dopo che le ebbe fatta una aperta confessione, accolta da lei per dire il vero, senza maraviglia e senza rammarico, cominci tra i l giovine e la sua nuova fidanzata una lotta tranquilla, ma continua ; una di quelle infinite piccole lotte famigliari di cui si compone la grande guerra delle idee fra u n ' e t che muore e u n ' e t che sorge; guerra nella quale i l cozzo meno visibile, ma pi forte e pi doloroso, quello dell'uomo audace, che corre all'avvenire, con la donna misoneicache s'avvinghia al passato. Egli avrebbe dovuto scansare quei discorsi ; ma legandosi la grande questione quasi a ogni idea e a ogni fatto della vita d' ogni giorno, non gli sarebbe riuscito di scansarla se non rinunziando affatto a parlare. D ' a l t r a parte, egli sperava di conquistar l'animo di lei lentamente, senza mostrare di volerlo, insinuandole un' idea dopo 1' altra, e ciascuna idea a poco a poco, per via della ragione e dell'affetto ad un tempo, e quasi rifacendo la sua educazione intellettuale e morale, come avrebbe fatto con un ragazzo. Ma riconobbe subito una grande difficolt : essa non ragionava. Tutte le nuove idee eh' egli esprimeva andavano a

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urtare contro cinque 0 sei idee confitte e immobili nell'animo di lei, che opponevano alle sue la resistenza molle, ma tenace, d'un'imbottitura in cui nessun argomento penetrava. Egli comprese per la prima volta che per accogliere certi sentimenti generosi non basta esser buoni e delicati d'animo, come le pareva la sua fidanzata , ma si richiede una sensivit particolare che vien soltanto da un certo ordine di cognizioni e di riflessioni, a cui raramente la donna si eleva. Non gli era possibile di farle deviare la visuale ordinaria del pensiero quanto e come occorreva perch ella vedesse quelle anomalie sociali che a lui parevano mostruose. Anzi, quanto pi queste erano grandi tanto meno essa le vedeva, e tanto pi si meravigliava eh' ei le vedesse, e faceva i l viso di una persona ragionevole a cui un allucinato indicasse con la voce e col gesto uno spettro. Quando, cadendo i l discorso sulle condizioni della donna, egli diceva che ingiusto che le sian chiuse tante vie di guadagnarsi i l pane, poich milioni di donne non trovan marito e rimangono senza mezzi di sussistenza ; che immorale che es^e sian poste nella necessit di dar una caccia- sfrontata al marito come l'uomo d una caccia 'impudente alla dote ; che iniquo che, a lavoro eguale, esse siano meno ricompensate degli uomini, perch, se han meno bisogni, ci rimetton pi di forza e di salute ; che illogico che non possan votar le leggi, di cui come figliuole, come madri, come contribuenti lavoratrici subiscon gli effetti ; che non ragionevole che sian private dei diritti civili e politici, come gli interdetti per imbecillit o per delinquenza, mentre incorrono nelle stesse pene che l'altro sesso quando falliscono, e sono sottoposte alle stesse prove intellettuali per essere ammesse agli stessi uffici : che assurdo i l parlar d'uguaglianza fra gli uomini se esclusa da questa una met del genere umano ; a tutte queste ragioni essa ne opponeva una sola. Ma, caro Enrico rispondeva placidamente la missione della donna la famiglia! Quando, discorrendo della educazione pubblica dei fanciulli, su cui pure non aveva ancora un' idea ferma, egli opponeva alle sue esclamazioni d'orrore che l'errore di lei e degli altri era di posare i l quesito sopra la supposizione d'una famiglia ideale, e le domandava quante famiglie rimanessero, a suo giudizio, capaci di educare, se si toglievano quelle in

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cui i coniugi si odiano, leticano e si tradiscono a vicenda, quelle a cui i l padre tutto i l giorno al lavoro, la madre in visita o in chiesa e la prole in bala dei servitori, e quell'altre in cui i figliuoli hanno 1' esempio continuo della vanit, della dissipazione e dell'ipocrisia, e le altre moltissime in cui i genitori tristi o leggieri lascian crescere i figli senza alcun freno, o l i intristiscono con una durezza tirannica o l i corrompono con scandali manifesti, o l i inimican fra loro con preferenze inique, o istillano in essi i propri odi, i l proprio scetticismo, i propri vizi, e tutte le false idee che hanno ereditate essi stessi ; a tutte queste domande essa rispondeva invariabilmente : Ma, Enrico ! Strappare i fanciulli al santuario della famiglia ! Ma come lo puoi dir seriamente ? Quando, cadendo sul tappeto la questione del lusso, egli d i ceva che il lusso pernicioso alla societ e agli individui, perch divora i capitali che, accumulati produrrebbero un rialzo dei salari, perch storna dalle industrie veramente utili un gran numero di lavoratori, perch assoggetta i l lavoro alla mutabilit continua dei suoi capricci, perch provoca ambizioni e gare rovinose, eccita la sensualit, corrompe i gusti e le tendenze di tutti a danno della intellettualit e della cultura, e trascina alla colpa chi ha mezzi modesti e irrita i l sentimento della miseria in chi manca del necessario, a queste osservazioni essa mostrava grande meraviglia, e rispondeva sorridendo : Ma, Enrico, se non ci fosse i l lusso, come vivrebbe tutta la povera gente che i l lusso fa lavorare ? E non lo diceva, ma lasciava capir chiaramente che, a suo giudizio, se si fossero soppressi i ricchi, i l popolo sarebbe morto di fame. Se, venendo a parlare della giustizia, egli le diceva che, nella societ presente, i l principio che la le'gge uguale per tutti un' aperta menzogna, perch i l povero non pu litigare col ricco, perch le pene pecuniarie, che schiacciano l'uno, sono derisorie per l'altro, perch, irresistibilmente, quanti esercitano la giustizia la violentano a difesa degli interessi della propria classe o cedono al potere da cui dipendono, o alle simpatie e agli influssi del ceto sociale in cui" son nati e in cui vivono; e le adduceva in prova l'abbominevole sproporzione delle pene fra i l grande latrocinio finanziario e il piccolo furto volgare, le scandalose assoluzioni dei ladri delle ladre in guanti gialli, i processi impediti, le fughe protette, le prigioni

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addolcite, le mille complicit e indulgenze infami con cui la classe dominante nasconde od attenua i delitti che si commettono nel suo seno, mentre punito senza piet persino i l grido solitario ed i l canto che s'innalza contro i suoi privilegi: a tutto questo rispondeva ingenuamente: Ma, Enrico, a me par naturale che la giustizia sia pi severa con la classe che commette pi reati e che, essendo la pi pericolosa ha bisogno di maggior treno, per la sicurezza di t u t t i ! una necessit, caro Enrico ! Quando infine, negando che i l socialismo voglia sradicare dal cuore dell' uomo l'amor di patria, egli le diceva che questa parola si fraintende e si abusa ipocritamente, perch essa non ha senso alcuno se non significa amore delle creature umane, e questo amore non sente, e quindi non ama la patria, chi non soffre e non s'indigna di vederla formata da due popoli, e quasi da due razze diverse, di cui l'una si coltiva, s'ingentilisce e signoreggia, mentre l'altra, che lavora per essa, vive nella povert e nell' ignoranza, amareggiata dallo spettacolo della ricchezza e dell'ingiustizia e offesa nell'anima dal disprezzo che si sente pesare sul capo ; quando egli le diceva questo, e soggiungeva che come la Spatria stava al di sopra della famigliarla umanit sta al di sopra della patria, e che il patriottismo chiuso e orgoglioso none che l'egoismo larvato d'una classe, essa rispondeva, quasi scandalizzata: Ma, Enrico ! Anche la patria ! Ma non i l pi sacro dei nostri affetti, dopo Dio ? E se, accalorandosi un poco, egli insisteva, essa metteva fuori quel benedetto : Non t'alterare! che gli urtava i nervi : o faceva di peggio : gli dava tutt' a un tratto ragione, accarezzandolo affettuosamente e sorridendo, come si fa per rabbonire un fanciullo caparbio. Ma quello che pi lo feriva, quando egli esprimeva le sue idee intorno alla donna, alla famiglia o alla patria, era i l sentirsi dire a bassa voce: Bada che ci ascoltano ! come s'ei tenesse dei discorsi immorali, e il veder gli atti premurosi e i pretesti con cui essa cercava di allontanare i suoi parenti, perch non sentissero. Un giorno, finalmente, essa fece un' uscita che decise del loro destino. Ma gi gli disse con un sorriso impossibile che tu rimanga un pezzo in queste idee... Cambierai,

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ne son certa. E se non cambiassi? domand il giovane mutandosi in viso. Se non cambiaste rispose essa con v i vacit insolita io ne sarei infelice per tutta la vita. Egli la guard lungamente, pensieroso, senza dir parola, e poi si asciug con la mano una lagrima che essa non vide.

Tre mesi dopo, nello stesso giorno in cui Enrico, con la ferita ancora aperta nel cuore, parlava per la prima volta in un Comizio socialista, la bella cugina sposava placidamente un banchiere.

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Il partito socialista.
A un piccolo borghese liberale. T u detesti i l Partito socialista : ma t u vuoi l'istruzione, vuoi F incivilimento della moltitudine perch comprendi che la civilt ora composta d'un piccolo numero d'uomini civili e d' un armento infinito di pecore. Ebbene, rifletti un p. Questo Partito che si rivolge alla moltitudine incolta e inerte, intorpidita da secoli di schiavit, ignorante a un tempo dei suoi d i r i t t i e dei suoi doveri, e le dissuggella gli occhi, la scrolla, le soffia nella mente e nel cuore, le grida continuamente : Svegliati, pensa, impara, dirozzati, migliorati, organizzati, fa il tuo bene da te stessa, affrancati da una tutela che t i t e r r perpetuamente nell'oscurit e nell'impotenza, questo Partito, pure condannandolo per altri rispetti, tu lo dovresti ringraziare, se non altro, in nome della civilt e della dignit umana. T u hai in orrore la dottrina socialista; ma tu vuoi la moralit in alto come in basso, la giustizia per tutti, una classe dirigente, illuminata, generosa, fautrice del progresso e della prosperit pubblica. Ebbene, questo Partito, che con l'occhio vigile sulla politica, sulF amministrazione, su tutte le forme del lavoro, su tutte le funzioni dell'organismo sociale, continuamente e infaticabilmente, senza riguardi e senza paure, rivela miserie, denuncia ingiustizie, mette a nudo corruzioni, smachera imposture, combatte false idee ereditarie e pregiudizi barbari e privilegi iniqui, e incalzando e tormentando con mille stimoli l'egoismo e l'inerzia della classe privilegiata la costringe a discutere, a difendersi, a concedere, a promettere, a fissare lo sguardo, se non altro, sulle miserie e sui dolori umani, onde i migliori n' abbiano almeno piet e i peggiori almeno paura ; questo Partito, credilo, esercita un'azione benefica, della quale se cessasse domani avvertiresti la mancanza tu stesso con un senso di rammarico e di sgomento. T u hai i l socialismo in orrore ; ma tu vorresti che la giovent, che i l popolo avesse nell'animo un alto ideale, che i collegi elettorali non fossero mercati in cui spadroneggia chi ha pi danaro e meno conoscenza, che i rappresentanti della na-

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