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Gran Bretagna e più recentemente negli Stati Uniti. Nel 2006 ha lasciato Washing-
ton, a causa delle continue intromissioni del cognato e cugino, il principe Bandar
bin Sul¿ån, ex ambasciatore saudita negli Stati Uniti per più di vent’anni.
Il principe Sa‘ûd al-Fayâal è il ministro degli Esteri saudita dal 1975, oltre a es-
sere membro del board della Fondazione Fayâal. Sa‘ûd è considerato uno degli al-
leati dell’attuale sovrano ‘Abd Allåh per lo sviluppo di caute riforme nel paese.
Tra i fratelli, il più noto nel regno è forse Œålid al-Fayâal, governatore di Mecca
e proprietario del quotidiano al-Wa¿an, che esprime posizioni moderne e critica
spesso le ideologie fondamentaliste. Œålid è conosciuto come il «principe liberale».
Nel 2005 ha dichiarato in varie interviste che i sauditi devono combattere contro le
devianti idee occulte che si sono infiltrate nelle scuole, nelle università e nelle ca-
se, e contro ogni tipo di estremismo 2. Il principe è anche conosciuto nel regno per
le sue doti artistiche. Όlid scrive poesie 3 e dipinge 4 quadri, apprezzati nella re-
gione. Nel 2001, inoltre, ha creato la Arab Thought Foundation, per promuovere la
cultura araba e per creare un luogo d’incontro tra intellettuali e decision-makers.
Œålid è manager director della Fondazione Fayâal.
Il principe Bandar
Il principe Bandar è una tra le personalità più influenti nel regno. È figlio del
principe reggente Sul¿ån ed è attualmente a capo della Sicurezza nazionale, dopo
essere stato per più di venti anni ambasciatore a Washington, dove è diventato
amico della famiglia Bush. In molti, però, credono che non abbia alcuna chance di
salire al trono a causa del background materno.
Bandar, infatti, è nato dall’unione del principe reggente Sul¿ån con una schia-
va di colore. Per molto tempo Sul¿ån non volle riconoscerlo come suo figlio. Ma re
Fayâal convinse il fratello ad accettare Bandar e a dargli accesso alla stessa educa-
zione degli altri principi. Bandar è diventato pilota e ha studiato negli Stati Uniti.
Re Fayâal, per dare a Bandar quella legittimazione che alcuni nel regno ancora
non gli concedevano, gli ha fatto sposare sua figlia Haifa.
2. Cfr. A. DANKOWITZ, Saudi Prince Khaled Al-Faisal Against the Islamist Ideology, Middle East Media
Research Institute, 16/3/2005.
3. Le poesie del principe Œålid al-Fayâal in arabo: www.khaled-alfaisal.com/
4. I dipinti del principe Œålid al-Fayâal: www.paintingandpatronage.org.uk/en/main.htm 5
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1962 il movimento dei «principi liberi» per riformare l’Arabia Saudita e trasformarla
in una monarchia costituzionale. Il movimento nacque dopo la caduta della mo-
narchia in Iraq nel 1958.
Nel giugno del 1960, i «principi liberi» sottoposero a re Sa‘ûd (deposto quattro
anni dopo) una riforma politico-istituzionale che avrebbe portato il regno verso la
monarchia costituzionale. La proposta includeva anche l’elezione di parte del Con-
siglio nazionale e misure per la tutela dei diritti umani. Sa‘ûd rifiutò e così anche
Fayâal, all’epoca principe reggente, che assieme ad altri principi tramava un colpo
di Stato contro il sovrano.
Nel dicembre del 1960, comunque, il sovrano Sa‘ûd decise di nominare il
principe ¡alål ministro delle Finanze e di offrire ad ‘Abd Allåh al-Turaykø la posi-
zione di ministro del Petrolio. Al-Turaykø era un nazionalista arabo, e la sua nomi-
na assieme a quella di ¡alål serviva al Regno per placare i sentimenti nazionalisti
nella regione. Quello fu uno dei governi più progressisti che il regno abbia forse
mai avuto. Fayâal e gli altri principi però iniziarono a criticare re Sa‘ûd per lo spa-
zio che egli stava dando alle idee riformatrici nel paese. Nel frattempo, il Regno
era sotto pressione per i problemi economici e per l’influenza delle tendenze nas-
seriste. Sicché Sa‘ûd fu costretto a chiedere aiuto a Fayâal. Il principe reggente gli
disse che avrebbe accettato di dargli assistenza solo se avesse cacciato ¡alål e gli
altri dal governo.
Il 15 agosto del 1962, ¡alål in una conferenza stampa accusò la monarchia
saudita di avergli sottratto le sue proprietà senza alcun motivo. Tre giorni dopo,
l’allora principe ‘Abd Allåh (attuale sovrano) rispose che ¡alål sapeva bene che la
costituzione del Regno era ispirata da Dio, e non dall’uomo, come lui proponeva.
Dopo la conferenza stampa, ¡alål decise di lasciare il paese per rifugirasi nell’E-
gitto di Nasser assieme ai fratelli Muõsin, Badr, Nawåf e Fawåz, dove rimasero
dal 1962 al 1964. Dal Cairo, ¡alål attaccava il governo saudita. Ben presto, per le
sue posizioni di sinistra fu chiamato «il principe rosso». Ma nel 1964 decise di tor-
nare in Arabia Saudita, promettendo di abbassare i toni contro il Regno. Nono-
stante ciò, sembra che il principe fosse implicato in un tentativo di colpo di Stato
militare nel 1969 5.
Walød bin ¡alål nasce negli anni Cinquanta, nel pieno delle turbolenze politi-
che del padre. Walød è figlio dell’unione di ¡alål con Munå al-Âubõ, figlia di Riyåî
al-Âulõ, il primo premier della storia del Libano dopo l’indipendenza. ¡alål divor-
zia dalla moglie quando Walød è ancora un bambino. Walød si trasferisce con la
madre in Libano e torna in Arabia Saudita nel 1968, per studiare all’Accademia
militare.
Walød bin ¡alål è anche imparentato con la monarchia del Marocco, dato che
sua zia da parte materna si è sposata con il principe Moulay [Mawlåy] ‘Abd Allåh,
fratello di re Hassan II. Il principe Moulay Hišåm è, pertanto, sia cugino dell’attuale
re del Marocco Mohammed VI sia di Walød. Moulay Hišåm è noto per le sue criti-
6 5. Cfr. M. FANDY, Saudi Arabia and the Politics of Dissent, New York 1999, Edizioni Plagrave, p. 45.
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che ai regimi arabi, ciò che lo ha portato a scontrarsi con la monarchia del Maroc-
co e a ritirarsi in una sorta di autoesilio.
Re ‘Abd Allåh
Re ‘Abdullåh è salito al trono il primo agosto del 2005, anche se de facto gover-
na il paese dal 1996, quando era principe reggente, a causa dei problemi di salute
di re Fahd. ‘Abd Allåh è figlio di Fahda bint ‘Åâø al-Shuraym, della tribù Šammar,
una delle più grandi, che si dirama fino in Iraq. Fahda, prima di diventare moglie
del primo sovrano ‘Abd al-‘Azøz, era sposato con il decimo emiro dei Rašød, una di-
nastia storica nella Penisola arabica, acerrima nemica dei Sa‘ûd. L’emiro venne ucci-
so nel 1920 dai Sa‘ûd. ‘Abd al-‘Azøz prese la moglie del nemico e la fece sua sposa.
Uno dei membri della dinastia Rašød, Muõammad bin ¡alål, invece, si arrese al
dominio dei Sa‘ûd e sua figlia Wa¿få si sposò con uno dei figli del sovrano ‘Abd al-
‘Azøz, Muså‘id bin al-‘Azøz. Dalla loro unione nacque Fayâal bin Muså‘id, l’assassino
che uccise Fayâal nel 1975.
Oggi ‘Abd Allåh è noto nel paese come il «re delle riforme». Egli ha promosso
alcuni cambiamenti non soltanto in campo economico, ma anche nella sfera socia-
le e in quella religiosa. ‘Abd Allåh si è impegnato nella lotta contro il radicalismo
islamista, promuovendo il dialogo fra musulmani e non musulmani. Tra l’altro,
‘Abd Allåh ha sponsorizzato, lo scorso luglio 2008, la conferenza interreligiosa a
Madrid e, nel novembre 2008, un analogo meeting dell’Onu a New York cui hanno
partecipato anche rappresentanti delle fedi cristiana ed ebraica.
Da quando si trova a essere il primo bersaglio di al-Qå‘ida, il Regno saudita ha
infatti lanciato una campagna contro il terrorismo, che include anche la battaglia
contro l’ideologia islamista e l’odio verso i non musulmani. Nel 2007, imam sauditi
hanno chiesto che i predicatori delle moschee non offendessero dai loro pulpiti i
non-musulmani.
Conclusione
Negli ultimi tre anni, l’Arabia Saudita ha adottato una politiche di caute rifor-
me sotto la guida di re ‘Abd Allåh, che contemporaneamente era impegnato nelle
crisi geopolitiche della regione. ‘Abd Allåh ha lanciato iniziative per risolvere il
conflitto israelo-palestinese e per mettere fine alle divisioni fra Õamås e Fatõ. Inol-
tre, Riyad ha sostenuto il governo di Fu’åd Sanyûra contro Õizbullåh e si è attivato
nella crisi irachena. Fin dalla caduta di Saddam Hussein, l’Arabia Saudita è stata in
prima linea per la stabilizzazione del paese vicino. Lo stesso movimento del Risve-
glio, che ha sconfitto al-Qå‘ida nel triangolo sunnita in Iraq, era composto da tribù
con legami in Arabia Saudita.
Dopo la morte di ‘Abd Allåh, l’Arabia Saudita si troverà a un bivio. L’ottanten-
ne principe reggente Sul¿ån, anche se riuscisse a governare il paese, potrà farlo so- 7
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lo per un breve periodo, a causa dell’età e delle condizioni fisiche. La nuova legge
di successione prevede che sia una commissione di principi a decidere chi dovrà
essere il nuovo monarca. La competizione, come accennato prima, sarà principal-
mente tra la «vecchia generazione», rappresentata dai Sudayrø, e la «nuova», rappre-
sentata dai Fayâal. Se la «vecchia generazione» tornasse al potere, è probabile che il
lavoro di riforme e di apertura, soprattutto nel campo dei media, fatto da ‘Abd Al-
låh, subirebbe uno stop. Soprattutto nel caso in cui il principe Nåyif, noto conser-
vatore, diventasse il prossimo monarca. I Fayâal, invece, potrebbero portare l’Ara-
bia Saudita verso la modernizzazione, data l’inclinazione più liberale del clan. La
partita resta aperta.