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Alfonso Fiorillo Novembre 2012
Finch ho un desiderio, ho una ragione per vivere. G.B.Shaw

La storia di Camillo

Camillo aveva 5 anni quando suo padre , tenendolo per mano lo port al campo ...un meraviglioso , curatissimo prato verde dove tanti bimbi correvano dietro ad un pallone. Fu il primo incontro con il Mister,che lo prese per mano e lo porto' a conoscere i suoi nuovi amici...insieme iniziarono a giocare, grazie a quella sfera a scacchi ...bianca e nera.

Passarono i giorni, i mesi , gli anni e Camillo era felice, aveva trovato dei nuovi amici ..ma, soprattutto gli piaceva, sempre di pi , quella palla, la accarezzava,la colpiva con forza,la guidava attraverso ostacoli e compagni... era una amica e ne conosceva giorno dopo giorno l'animo ,sapeva come trattarla, ne capiva il saltellare,il correre e ne era innamorato profondamente , sempre di pi. Il suo primo pensiero era per lei e ogni minuto del suo tempo era dedicato a lei. Tutti quanti si erano accorti di questo meraviglioso legame,i compagni , i tanti pap che nei giorni di allenamento sedevano sulle vecchie gradinate ,incuranti del sole e della pioggia, il Mister..solo non sembrava essere troppo contento ... Un giorno Camillo prese il coraggio a due mani e decise di chiedere al suo maestro il perch di questo strano comportamento...tutti erano contenti, solo lui sembrava non esserlo e non ne riusciva a capire il motivo ! L'allenamento era finito da poco ,i compagni alla spicciolata lasciavano gli spogliatoi e Camillo si avvicin al Mister,che come al solito ,prima di andare ,aspettava che tutti

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avessero finito. Era il momento giusto e tutto di un fiato le parole uscirono dalla sua bocca : Mister ,ma non siete contento di me,eppure vi seguo,vi ascolto ,sono sempre presente agli allenamenti e do tutto me stesso per cercare di migliorarmi . Un sorriso comparve sul volto del Mister che disse : ti devo raccontare una storia ...la mia storia . Anche io alla tua et ,ero come te,anche io amavo correre e giocare e lo facevo ovunque,per strada,nel cortile,al campo ,in casa ,il pallone era il mio compagno inseparabile e lo preferivo ai libri,agli amici,era tutto il mio mondo. La sera ,quando andavo nella mia stanzetta,mi addormentavo vedendo i poster dei miei miti,da Paolo Rossi a Scirea, sognando di poter fare come loro. Un giorno ,insieme con i miei compagni ,grazie ad uno sciopero ,non andammo a scuola e organizzammo una lunga e interminabile partita nel campetto improvvisato nella piazzetta del quartiere,dove le porte erano gli zaini della scuola. I goal ,gli assist furono tanti e tutti molto belli,al termine ,stanco ma felice, raccolsi i miei libri e iniziai a percorrere la strada di casa,quando mi si avvicin un signore . Si present dicendomi che era un talent - scout, che lavorava per alcune societ importanti e che voleva portarmi a fare un provino ,mi chiese il numero di telefono di casa e disse che avrebbe chiamato i miei genitori. Tornai a casa e il cuore mi batteva forte ,come se avessi fatto uno sprint interminabile ,seduto a tavola ,mio padre mi guard ,si era accorto della mia agitazione e gli raccontai tutto,lo vidi sorridere e mi disse di non pensarci troppo. Passarono diversi giorni,il telefono era diventato il mio amico -nemico ,correvo sempre io a rispondere ,ma il mio volto si rattristava .sentendo la voce di mia nonna,del mio amico Paolo,etc etc .fino a quando un Venerd ...era lui ..riconobbi il tono e subito chiamai mio

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padre,li sentii chiacchierare e poi ,chiuso il telefono , mio padre mi disse che il Signor Cardinale,cosi' si chiamava ,Sabato alle 17.00 sarebbe venuto a casa.

La notte non mi sembr mai tanto lunga ,ma finalmente ora dopo ora,minuto dopo minuto ,arrivarono le 17.00 e tutto quelle attese si concretizzarono . Mio padre e il Signor Cardinale erano seduti al tavolo della stanza buona e parlottavano sommessamente ,davanti alla tazzina del caff caldo,fumante, portato da mia madre.

Dopo un po si salutarono e il Signor Cardinale,uscendo mi fece un sorriso. Corsi subito da mio padre e ricordo ancora , a distanza di anni , le sue parole : Nico ,la nostra una famiglia dove il rispetto la legge sovrana che ne regola il quotidiano. Io rispetto i tuoi sogni e le tue aspirazioni ,ma sono anche responsabile del tuo futuro, della tua vita e quindi ti far andare ad inseguire il tuo sogno ,ma la condizione che ti pongo che tu continui gli studi e gli dedichi, se non la stessa passione del calcio,quantomeno lo stesso tempo.,altrimenti sar costretto a . Non gli diedi il tempo di finire che un siiiiiiiiii,va benissimo ,usci fuori dalle mie labbra! Fu cos che iniziai la mia avventura di giovane promessa ,andai lontano da casa e mantenni fede alla parola data a mio padre,gli allenamenti si susseguivano,cosi come gli anni scolastici ,fino al Diploma e l esordio in Prima Squadra . Mi sentivo il pi felice del mondo..ero riuscito a far si che un sogno diventasse realt ..ma non sapevo che la strada era pi ripida e irta di quello che pensavo . Lesordio in prima squadra fu una breve parentesi ,negli anni successivi la mia carriera di calciatore si svilupp in assolati campi delle serie minori , ma avevo la fortuna di fare ci

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che mi rendeva felice e ,nel frattempo, avevo continuato a studiare .ero iscritto a medicina e ormai era quasi fatta ..la laurea era vicina ,con immensa soddisfazione dei miei genitori.Negli anni avevo anche iniziato ad avere altri amori,oltre alla magica sfera che mi accompagnava dallet pi tenera,avevo capito quanto fosse bello condividere la propria vita con una compagna,sognare un futuro,apprezzare la lealt di un vero amico, gioire di piccole cose e non essere ossessionato dalla continua ricerca del di pi e dellapparire. Avevo una vita piena e ricca di passioni e interessi ,di sogni che continuavano a esistere e di progetti ..non cera pi solo il calcio ..e ne ero contento,d'altronde nella mia carriera avevo visto di persona quanta tristezza ci fosse negli occhi di chi ,giunto a 35 anni ,al termine della sua carriera calcistica ,non sapeva cosa sarebbe stato della sua vita. Io avevo vinto la partita pi difficile far si che una grande passione non distruggesse la mia vita, ma anzi ne fosse il banco di prova !

Era passata una buona mezzora da quando Camillo aveva parlato .un abbraccio suggell quel rapporto tra un uomo , un ragazzo e il suo pallone. Camillo ora aveva avuto una risposta alla sua domanda,il Mister voleva che il sogno non diventasse un incubo,voleva che il correre dietro ad un pallone gli insegnasse ad amare la vita ,quella fatta di tanti pezzi di un mosaico complesso ,ma bellissimo, una volta completo nei suoi mille colori!

Pellezzano , Novembre 2012

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