Sei sulla pagina 1di 8

P E R I O D I C O D I C U LT U R A N E O - I L LU M I N I S TA

N u m e ro 1 8 , n o v e m b r e 2 0 1 1 ( A n n o V I , n . 2 )

Per lHomo Sapiens le sorprese non finiscono mai

RIDATECI LE PAROLE LA SCUOLA DI ATENE

Discussione sulla Filosofia

w w w.civ i lta la ica.it

LAICIT ED EQUIVOCI
Bella addormentata

RIDATECI LE PAROLE
Cecilia Calamani - Cronache Laiche Silvio Berlusconi lascia la vita politica per amore. Lo stesso amore che 18 anni fa, a suo dire, lo aveva fatto scendere in campo. E il suo, secondo i colleghi di partito, un gran gesto di generosit. Per amore sono state ammazzate solo nel 2012 cento donne, una ogni due giorni. I pro life sostengono la vita, al contrario di chi difende i diritti delle donne ossia, seguendo questa logica, la morte. Laborto lomicidio di un bambino, la fecondazione si chiama procreazione a sottolineare la volont divina, gli embrioni in sovrannumero, quelli cio crioconservati prima dellentrata in vigore della legge 40 sulla fecondazione assistita, sono definiti abbandonati al punto che qualche parlamentare ha chiesto per loro la possibilit di adozione. I giovani doggi, plurilaureati e specializzati, sono schizzinosi o meglio choosy (vuoi mettere dirlo in inglese?) se ambiscono a un posto di lavoro adeguato alla loro formazione. I genitori cattolici reclamano libert di scelta per poter mandare i loro figli nelle scuole private cos come il papa rivendica la libert religiosa per la Chiesa. Sembrerebbe che in Italia siano negate entrambe. Se ci non basta per descrivere i quotidiani abusi linguistici del Bel Paese, possiamo ripescare nel nostro passato prossimo o labbiamo gi dimenticato? per trovarci di fronte altre appropriazioni indebite quali papi, detto da una diciottenne a un settantenne che non suo padre, benefattore sulla bocca di ragazze ben remunerate per partecipare ai festini presidenziali a luci rosse, magistratura comunista per indicare i giudici che fanno il loro lavoro, perseguitato per intendere un uomo condannato dopo regolare processo, missione di pace a significare unoccupazione militare. Il linguaggio non si limita a descrivere la realt, ma la forgia. Le parole creano i fatti, caratterizzano le relazioni e le classificano allinterno di un senso comune mai scritto ma ritenuto regola implicita e condivisa. Forse il caso di fare un po di pulizia. Perch le parole violentate da politici, giornalisti, affaristi e a ruota gente comune tornino ad avere il loro significato; per non vergognarci pi di pronunciarle; perch ancora crediamo che lamore non sia calcolo politico o patologia del possesso, che la libert non coincida con una richiesta di finanziamento n con limposizione agli altri del proprio pensiero, che un embrione non sia un bambino, che laggettivo schizzinosodescriva qualcuno dai gusti particolarmente difficili e non un ragazzo che aspira a fare il lavoro per il quale ha studiato, che la generositnon sottenda un imbroglio, che la pace non si faccia con le armi. E perch non ci sia pi qualcuno che approfitti della mistificazione per spennellare di decenza lindecente, soffocando ab origine ogni forma di sana indignazione.

PROPRIETARIO ED EDITORE: Associazione Culturale Civilt Laica, Via Carrara, 2 - 05100 Terni e-mail redazione@civiltalaica.it tel: 348 4088638 DIRETTORE RESPONSABILE Sergio Moscatelli COMITATO DI REDAZIONE: Maurizio Magnani, Alessandro Petrucci, Massimiliano Brasile, Alessandro Chiometti, Marcello Ricci, Nicoletta Bernardi, Cecilia M. Calamani Stampato perlAss. Cult. Civilt Laica dalla Tipolitografia Visconti Terni Autorizzazione del tribunale di Terni n. 03/07 dell 8 Marzo 2007 Grafica:

http://katapulta.eu

Agnieszka Gocowska

Katapulta Design di

Illustrazione in prima pagina Katapulta Design.

PER LHOMO SAPIENS


L E S O R P R E S E N O N F I N I S C O N O M A I
Alessandro Chiometti
Che lo studio dellevoluzione biologica sia fonte inesauribile di sorprese era cosa nota, ma le recenti scoperte sono vere e proprie rivoluzioni il cui impatto filosofico molto pi grande di quanto si potesse prevedere fino a poco tempo fa. Non necessario essere atei per convincersi dellevidenza dellevoluzione biologica, ma di certo difficile continuare a credere in un dio onnipotente che ha creato la Terra (e il cosmo) per noi e digerire i recenti studi genetici di Svante Pbo. Del resto la compatibilit fra credere in dio ed evoluzione biologica si traduce in un linea evolutiva lineare con una strada tracciata apposta per noi che ci ha portato a essere la punta di diamante dellevoluzione. Cosa lontana dalla realt poco meno della biblica creazione del mondo. Il fatto che levoluzione biologica manchi di qualunque finalit evidente, che non proceda in modo lineare, che piuttosto che di rami evolutivi si dovrebbe parlare di cespugli ingarbugliati e che se non fosse stato per contingenze legate a fenomeni geofisici come quelli accaduti nella Riff Valley a questora il pianeta sarebbe dominato da specie completamente diverse da noi un dato di fatto provato e riprovato. Tuttavia il concetto stenta a passare nella cultura comune nonostante gli sforzi dei divulgatori scientifici. La prima notizia da accettare che lHomo Sapiens non mai stato n solo n unico nella sua storia se non nelle poche ultime migliaia di anni. Prima di allora infatti condivideva questo pianeta con almeno altre quattro specie del genere Homo, e precisamente Neanderthalis, di Denisova, Erectus soloensis e Florensiensis. Lidea di un mondo destinato a noi dovrebbe vacillare e non poco visto che per lo meno era stato creato per altre quattro specie. Che poi abbiamo vinto noi (pi bravi nella caccia? pi bravi ad uccidere il prossimo? pi resistenti ai virus o ai mutamenti climatici? In una parola, pi contingenti) un fatto che non modifica la realt per cui non siamo stati n soli n unici. Ma le sorprese non finiscono qui. Svante Pbo grazie agli studi genetici ha smentito se stesso, e se fino a pochi anni fa era convinto che Sapiens e Neanderthal erano specie che non si accoppiavano o che se lo facevano erano come gli asini e i cavalli che generano muli non fertili, oggi grazie allo studio comparato del nostro Dna con quello di Neanderthal si scopre che abbiamo almeno il 4% di geni neanderthaliani nel nostro patrimonio. Per lo meno nel Dna europeo-occidentale, perch se c un Dna che sembra non aver avuto contatti con quello di Neanderthal quello africano che rimasto puro Sapiens per cos dire. E chi glie lo dice ora a quelli di Forza Nuova e ai loro omologhi europei? La cosa pi rivoluzionaria di quel che sembra, perch ad essere messa in discussione lappartenenza stessa a specie diverse dei Sapiens e dei Neanderthal; infatti secondo le definizioni di Ernst Meyr si considerano specie diverse i gruppi riproduttivamente isolati che non possono generare prole fertile (asini e cavalli per lappunto). Ora che sappiamo che Sapiens e Neanderthal un po si sono ibridati cosa facciamo? Le consideriamo quasi specie a se stanti? Ricapitolando, il buon d i o p e r renderci quello che siamo ha mandato eventi contingenti che eliminassero il 99,9 per cento delle forme di vita presenti sul pianeta dallalba della creazione e un paio di volte ha rischiato di estinguere completamente la vita stessa, ha fatto s che ci conquistassimo il diritto di occupare la terra vincendo la coabitazione con almeno altre quattro specie di Homo e poi che ci ibridassimo con queste per farci raggiungere quella perfezione tanto agognata. Se vi viene da ridere avete un cervello pensante. Ma lasciando stare le facezie occorrerebbe davvero un po di coraggio da parte degli scienziati tassonomici nel ridisegnare non solo le linee evolutive passate ma anche quelle contemporanee. cosa nota infatti che Carlo Linneo non catalog nello stesso genere uomini e scimpanz solo per la paura delle reazioni degli ecclesiastici. Riunire nel genere Homo le specie a noi pi vicine, scimpanz e bonobo che hanno oltre il 98 per cento di Dna in comune con noi Sapiens, sarebbe un atto di umilt e di onest verso una storia evolutiva che non mai stata semplice n tanto meno lineare. E forse ci toglierebbe quel vizio di considerarci sempre al centro del mondo (e del cosmo) superiori a tutto e a tutti. Non sappiamo se questo baster per non ripetere gli errori derivanti dallantropocentrismo ma di certo potr renderci almeno un po pi onesti con noi stessi.

LA SCUOLA DI ATENE
Discussione sulla Filosofia

DOMANDE Alessandro Chiometti e Marcello Ricci RISPOSTE

Premessa: La discussione nasce dalla mia curiosit di approfondire alcune tematiche filosofiche dopo un avvicinamento superficiale alla Filosofia. Per far questo mi sono rivolto allinsegnante (e non professore come ci tiene a sottolineare) Marcello Ricci. Le mie saranno domande non da addetto ai lavori, ma da semplice curioso, dove per curiosit si intende quella intellettuale. Lintenzione quindi quella di fare divulgazione attraverso la pubblicazione di una discussione nella quale uno dei due (io) interroga laltro sulle tematiche di cui competente. In pratica la pubblicazione di una serie di lezioni private che per non sono guidate dallinsegnante ma dallallievo. Filosofia dunque significa amore per la sapienza, eppure il motto di uno dei padri di essa, Socrate, era so di non sapere. Non una contraddizione? Amore del sapere e della conoscenza vuol dire desiderio di ricercare per capire tanto che Socrate afferma nellApologia che una vita senza ricerca non degna di essere vissuta. Socrate ha ricercato per tutta la vita e ha capito che la caratteristica della condizione umana quella di non conoscere razionalmente quei concetti universali che ricercava come ad es. la giustizia, la bellezza, la santit, lamicizia ecc. allora dunque lunica conclusione il so di non sapere, che non solo un fatto negativo, una non conoscenza, ma esso stesso una forma di conoscenza, lunica forma di conoscenza possibile data dalla acquisita coscienza della propria e della altrui ignoranza. Dunque non c contraddizione. Per chiediamoci: si pu ricavare qualcosa di positivo da questa forma di conoscenza allapparenza cos negativa? Dobbiamo rispondere di s, infatti se non conosciamo quei valori assoluti che abbiamo ricercato vuol dire che la societ che dovremo costruire deve bandire ogni forma di assolutismo morale, religioso e politico, deve essere cio pluralista e democratica e deve rifiutare ogni forma di fondamentalismo e di integralismo religioso e politico. Ecco

perch il so di non sapere il fondamento di ogni forma di libert e Socrate il padre della laicit occidentale. Socrate interrogava i presunti sapienti dellAntica Grecia, dimostrando che in realt essi non conoscevano lessenza delle cose, ad esempio quando gli chiedeva cos una sedia?, loro rispondevano che serviva per sedersi e lui gli faceva capire che gli avevano descritto luso ma non avevano risposto alla domanda cos una sedia?. Per davvero cos importante conoscere lessenza vera della sedia quando sappiamo che serve per sedersi? Socrate non ricercava lessenza delle cose, questo Platone che le essenze le aveva poste nel mondo delle idee, essendo appunto le idee le essenze delle cose. Socrate ricercava i concetti morali universali ossia quei concetti come la giustizia, la santit, lamicizia, la bellezza ecc. la cui conoscenza condiziona il nostro comportamento pratico. Facciamo lesempio del dialogo Eutifrone, nel quale Socrate interroga il sacerdote Eutifrone che aveva incontrato in piazza mentre tutto di fretta andava a denunciare il padre che aveva commesso unazione empia cio un omicidio, avendo fatto morire uno schiavo. Allora Socrate prende loccasione per chiedere al sacerdote di dire a tutti che cosa la santit, doveva infatti conoscerla visto che giudicava empia, cio non santa, lazione del padre. Il dialogo si conclude riconoscendo che il sacerdote non sapeva affatto che cosa era la santit, ma che non lo sapeva neppure Socrate, la differenza stava per nel fatto che mentre Eutifrone era convinto di sapere Socrate invece era cosciente di non sapere. Nel corso delle sue confutazioni (si chiama confutazione la dimostrazione che le definizioni dei concetti suddetti sono tutte logicamente sbagliate) Socrate usa esempi tratti dalla vita di tutti i giorni per farsi capire e per far capire quanto la filosofia fosse alla portata di tutti, per non mai stato interessato allessenza delle cose, ma solo ai concetti morali. Socrate in realt non ha lasciato scritto niente di autografo. Come possiamo realmente conoscere quan-

to Platone c in ci che ci arrivato di Socrate e quanto originale? Questa la famosa questione socratica che affatica da pi di due millenni gli studiosi di filosofia. Socrate, come Ges, non ha scritto nulla. Perch? Perch concepiva la filosofia come dialogo vivo con unaltra persona, cio concepiva la filosofia non come ricerca solitaria, ma come ricerca che richiede la presenza dellaltro, che deve fornire le definizioni dei concetti ricercati e deve concedere durante il processo argomentativo altre affermazioni che Socrate usa allinterno del ragionamento logico. Facciamo un esempio: sempre nel suddetto dialogo Socrate chiede al sacerdote Eutifrone che cosa la santit e questi risponde che essa consiste in ci che caro agli dei. Socrate vuol verificare la giustezza o meno di questa definizione e chiede al sacerdote se gli Dei sono sempre daccordo tra di loro, al che Eutifrone risponde che non sempre sono daccordo anzi che spesso sono in contrasto tra di loro. Socrate ha subito buon gioco a concludere che allora la definizione sbagliata perch se gli dei contrastano tra di loro per alcuni sar cara una cosa per altri la cosa opposta e quindi non hanno un concetto unico di santit. Da questo esempio si capisce perch Socrate ha bisogno del dialogo e perch la filosofia consiste nel dialogo stesso. Quanto al problema di conoscere ci che ha veramente detto il Socrate storico possiamo usufruire di molte fonti, ma la pi importante quella del suo allievo Platone che ci ha lasciato testimonianza nella Apologia e nei Dialoghi giovanili. La prima un resoconto del processo che lo Stato ateniese mise in piedi contro Socrate, accusandolo di non credere agli dei e di corrompere la giovent, i secondi sono costituiti, molto probabilmente, dai dialoghi che Socrate faceva continuamente nella piazza nei quali ricercava i concetti etici e che si concludevano tutti con una professione di ignoranza: so di non sapere. Per Platone ha complicato le cose, ha fatto di Socrate il protagonista anche nei dialoghi della sua maturit filosofica, quando aveva gi sviluppato una filosofia molto diversa da quella del maestro, visto che affermava di conoscere ci che Socrate invece dichiarava di non sapere, e gli ha messo in bocca le sue idee: ad es. che lanima immortale, che esiste un mondo nellal di l (mondo delle idee), che lanima si reincarna (metempsicosi). In tal modo alcuni studiosi hanno considerato di Socrate quello che invece , a mio avviso, di Platone. Il ragionamento per poter distinguere semplice: nella Apologia Socrate si professa chiaramente agnostico circa gli dei e circa la immortalit dellanima infatti afferma che non sa cosa c dopo la morte e nei dialoghi giovanili dimostra come il vero sapere il so di non sapere, invece nel dialogo della maturit che il Fedone Platone mette in bocca a Socrate le prove dellimmortalit dellanima e in altri dialoghi anche la teoria

dellesistenza di un mondo delle idee trascendente. dunque molto probabile che il Socrate storico si ritrovi nelle opere giovanili di Platone, quando questultimo non aveva maturato un suo pensiero autonomo e dunque riportava pi fedelmente che in quelle della maturit il pensiero del maestro. Ho molto semplificato, la questione socratica molto pi complessa e probabilmente irrisolvibile. Platone, allievo di Socrate, sviluppa a tal punto la ricerca dellessenza del suo maestro da arrivare a ipotizzare che noi non possiamo conoscere la realt delle cose ma solo la loro ombra (il famoso esempio delle ombre proiettate sul muro della caverna dove tutti abitiamo). Arriva cos a definire il mondo perfetto delle idee, a cui solo lanima delluomo pu accedere prima di venire al mondo. Tutto ci molto poetico, ma in realt questo non rappresenta una resa, una sconfitta? Luomo deve ammettere di non poter venire a conoscenza della vera natura delle cose, sinceramente mi sembra molto triste? Da quanto gi detto chiara la differenza tra la filosofia di Socrate e quella di Platone. Questa differenza si vede chiaramente analizzando il mito della caverna contenuto nellopera di Platone La Repubblica che in verit non proprio un mito irrazionale ma solo unallegoria cio un travestimento simbolico di concetti filosofici. Platone vuol dimostrare come, partendo dalla conoscenza del mondo reale, si possa giungere alla conoscenza delle idee che sono le essenze delle cose ma che stanno in un mondo trascendente, appunto il mondo delle idee, un mondo spirituale e immateriale. Questa conoscenza si raggiunge attraverso una serie di gradi che vengono narrati per mezzo di un racconto fantastico e mitico: alcuni uomini sono prigionieri allinterno di una caverna con il viso rivolto verso il fondo, c un fuoco allimboccatura della caverna davanti al quale vengono fatte passare delle statue che proiettano la loro ombra sul fondo, gli uomini sempre stati in quella condizione credono che che le ombre siano la vera realt, la caverna simboleggia la condizione umana di ignoranza della verit. Successivamente con grande sforzo alcuni prigionieri riescono a voltarsi e a capire che non le ombre sono la vera realt ma le statue. Tradotti in termini filosofici questi rappresentano i primi due gradi della conoscenza ed esattamente della conoscenza sensibile, la quale per Platone conoscenza imperfetta che pu arrivare solo ad avere opinioni, perch del nostro mondo sensibile che in continuo mutamento non si possono avere conoscenze scientifiche stabili ma solo opinioni mutevoli. Poi il mito prosegue ad illustrare gli altri due gradi della conoscenza quella vera, scientifica che si pu avere solo del mondo delle idee che fisso e stabile: i prigionieri, sempre faticosamente perch il processo conoscitivo dalla ignoranza alla conoscenza non semplice per chi lo intraprende, escono fuori della caverna e si accorgono che la verit non sono le statue ma le cose reali che vedono riflesse nellacqua e infine riescono a capire

che la verit non sono le cose rilesse ma le cose reali fuori dallacqua. Questi due ultimi gradi tradotti in termini filosofici rappresentano rispettivamente la conoscenza matematica e quella filosofica, conoscenza dunque scientifica che ci pu essere solo del mondo stabile e immutevole delle idee e che pu acquisire solo il filosofo. Solo questultimo capace di conoscere quei concetti etici che Socrate non aveva trovato e in particolar modo il concetto di giustizia, si comprende allora perch per Platone lo Stato deve essere governato dai filosofi. Per rispondere dunque alla domanda non si pu dire che si conoscono solo le ombre, per Platone si conoscono le idee che sono le essenze delle cose, anche se la conoscenza riservata a pochi. Aristotele (allievo di Platone) in un certo senso chiude il cerchio dei suoi predecessori. Rivaluta lapparenza delle cose perch questo apparire comunque funzione del loro essere (della loro essenza). C chi dice che ancora oggi i filosofi si dividono in due grandi famiglie: quelli che ritengono che lapparenza delle cose non conti nulla e quelli che ritengono che lapparenza importante in quanto funzione dellessenza delle cose. Io, lo ammetto, non ho le idee ben chiare su quale posizione sposare, e tu? Aristotele, allievo di Platone produce una filosofia completamente diversa da quella del maestro, quanto Platone aveva svalutato il mondo sensibile, quello cio che ci reso accessibile con i nostri sensi, tanto Aristotele lo rivaluta eliminando il mondo delle idee. E se le idee erano le essenze delle cose, che fine fanno le essenze? Aristotele molto semplicemente ci dice che le essenze delle cose non possono stare fuori, nel mondo delle idee, ma devono stare allinterno delle cose stesse e possono essere conosciute attraverso processi logici che partono tutti dallesperienza sensibile cio da ci che ci appare, per arrivare a formare i concetti che corrispondono alle essenze delle cose . Aristotele

non ammette lesistenza di idee innate cio di idee che abbiamo gi dalla nascita ma per lui quando nasciamo la nostra mente vuota e tutto il sapere deriver dallesperienza. Facciamo un esempio:i nostri sensi in questo caso gli occhi, vedono cento gatti attraverso un processo logico che si chiama induzione astraggo gli elementi comuni a tutti i gatti che ho visto e mi formo il concetto di gatto che esprime lessenza del gatto, che sta dentro ciascun gatto e non nel mondo delle idee. Nel corso della storia della filosofia questa convinzione di Aristotele e di molti altri filosofi stata criticata da coloro che vedono invece i concetti non come espressione di essenze che non esistono ma come semplici convenzioni utili alla vita pratica. Rispetto a Platone in Aristotele risulta rivalutata pienamente la nostra realt anche se Aristotele non un materialista in quanto ammette lesistenza di un Dio puro spirito che d il movimento alluniverso. Credo che tu per apparenza intenda ci che i nostri sensi percepiscono della realt. Durante tutta la storia della filosofia si sono susseguite svalutazioni e rivalutazioni della nostra realt, spiritualisti e materialisti, semplifico molto, si sono affrontati per secoli, ma anche filosofi non materialisti hanno spesso considerato non pienamente vera la nostra realt rispetto ad unaltra realt invisibile, che per alcuni conoscibile per via mistica per altri resta inconoscibile. La mia scelta? Io sono un razionalista critico, cio uno che crede con Kant che la ragione alla fine debba essere la misura della verit e che la ragione limitata e fallibile per cui ha ragione Socrate quando dichiara che possiamo solo di sapere di non sapere, cos possiamo evitare assolutismi, intolleranze, razzismi. Sono un agnostico non solo nel senso che con la ragione non possiamo arrivare a nessuna conclusione circa lesistenza di un Dio, ma anche nel senso che il problema assolutamente irrilevante perch anche se esistesse non avremmo spiegato niente, sorgerebbe infatti per chi non vuol rinunciare alla filosofia laltra domanda: Perch questo Dio? Sono comunque convinto che la nostra ragione capace di fondare valori universali come i diritti umani, che sono il dono pi bello che la filosofia ha fatto agli esseri umani.

LAICIT ED EQUIVOCI
Dagoberto Frattaroli
E di qualche tempo fa la notizia concernente la donna duo il diritto di manifestare il proprio credo religioso di Torino che, denunciata per aver circolato in strada a parole e anche mediante lesposizione sul proprio coperta da un velo integrale che ne impediva il ricocorpo di simboli e di abbigliamenti caratteristici della noscimento ai sensi delle leggi di pubblica sicurezza, propria religione. Non si pu per nemmeno sottaceha trovato un giudice che ha archiviato la denuncia re che quando questa esposizione di simboli avviene riconoscendo alla donna un giustificato motivo, connellambito di unattivit professionale con modalit sistente nel fatto che con quellabito si manifestava il che si impongono a milioni di persone, come in televiproprio credo religioso, diritto questo costituzionalsione, oppure avviene ad opera di persone a cui il ruolo mente tutelato. professionale conferisce caratteristiche di particolare Si trattato dellennesimo riconoscimento di una autorevolezza ed importanza non si pi in presenza deroga di carattere religioso a una legge dello Stato, di una semplice testimonianza di appartenenza religiounennesima eccezione che si aggiunge alle molte presa ma si tratta invece di comportamenti che in qualche senti nel nostro ordinamento giuridico, in grado nel modo promuovono e diffondono un credo religioso. Chi loro complesso di attuare il riconoscimento di uno staha unimmagine pubblica ed punto di riferimento per tus privilegiato alla religione non solo cattolica e milioni di persone allinterno distituzioni pubbliche alle sue manifestazioni esteriori, cosa in contrasto con laiche dovrebbe tenere comportamenti i pi neutri posil principio di laicit delle nostre istituzioni repubblisibile rispetto alle proprie opinioni cane. e alla propria fede per evitare di inUn fatto pi recente, apparentefluenzare chi tiene in conto le loro mente diverso, si ricollega al preopinioni. QUANDO LESPOSIZIONE cedente perch anche qui in diLa stessa obiezione pu facilmenscussione il diritto a manifestare DI SIMBOLI E RIVOLTA te applicarsi ai casi in cui i simboli con segni esteriori il proprio crereligiosi non sono indossati da perA MILIONI DI PERSONE, do religioso e la lesione del princisone ma sono chiaramente espopio di laicit. SI TRATTA DI COMPORsti e visibili in luoghi istituzionali. Mi riferisco alla notizia secondo Anche qui si tratta dingiustificate TAMENTI CHE PROMUOla quale alla Tv di Stato egiziana forme di propaganda religiosa che apparsa per la prima volta una VONO E DIFFONDONO si nascondono dietro la libert di giornalista con un velo che le coespressione e dopinione (oppure UN CREDO RELIGIOSO priva il capo. La Tv egiziana, sin dietro la tradizione). dalla sua nascita nel 1960, ha teChi vede nella vicenda egiziana nuto lontano dal video giornaliste semplicemente una vittoria sindavelate, facendo apparire solo doncale e chi sostiene lesposizione di ne vestite alloccidentale, in linea peraltro con lintosimboli religiosi in luoghi istituzionali in nome della nazione laica dello stesso Stato egiziano. libert di religione o, peggio, vede la concreta attuazioPer quanto riguarda le reazioni, ci si sarebbe aspettato ne di una societ multiculturale, copre con una foglia che la novit fosse unanimemente criticata da tutte le di fico la ben pi grave lesione apportata alla laicit di forze politiche dispirazione laica, da tutti i progressiunistituzione pubblica. Se si ritiene che la laicit sia un sti e da chi teme unislamizzazione dei media e della valore di progresso e modernit allora deve essere difesociet in generale. Ma non quel che accaduto. Acsa non attraverso la licenza concessa a tutti di esporre canto a chi ha temuto per la laicit delle pubbliche istii propri simboli negli spazi istituzionali o di fare protuzioni, c stato chi ha visto nellapparizione di una paganda al proprio credo utilizzando pubbliche ribalte giornalista con il velo soltanto la vittoria di una lunga ma rendendo invece questi stessi spazi neutri e imperbattaglia condotta contro la discriminazione verso le meabili. donne velate che a loro dire sarebbero state sinora liSolo cos la Tv e con essa le aule di giustizia, le aule scomitate nelle loro attivit professionali nellambito dellastiche, le corsie di ospedale e le altre innumerevoli la Tv pubblica. sedi dove si svolgono le funzioni di uno Stato laico posLa notizia giunta dallestero ci fornisce lo spunto per sono veramente dirsi di tutti i cittadini e non territorio alcune considerazioni valide anche per il nostro paedi conquista su cui piantare bandiere ideologiche, relise. E indubbiamente giusto riconoscere a ogni indivigiose o di altro tipo.

BELLA ADDORMENTATA
Alessandro Chiometti Costa dirlo, soprattutto dopo essere entrati in sala con tutte le migliori intenzioni, ma il film di Bellocchio non convince.
Bella Addormentata non racconta la storia di Eluana Englaro, o per meglio dire delle vicende giudiziarie di suo padre Beppino che ha preteso fosse rispettata la volont della figlia in base ai dettami costituzionali del nostro paese; racconta invece quattro storie che si svolgono nel breve periodo in cui il corpo di Eluana stato trasferito da Lecco a Udine fino al suo decesso. Di queste storie, due sono abbadegradanti. Mescolare temi come il suicidio assistito e stanza convincenti, una piuttosto abusata e fuori tema, il testamento biologico significa confondere le idee allo una invece assolutamente fuori luogo. spettatore, non un caso infatti che i media filo-clericali del nostro paese (ovvero quasi tutti) li confondono semPartendo dalle note positive, interessante il racconto dal pre. punto di vista di un senatore laico di destra che per motivi di coscienza non vuole votare la legge salva-Eluana pre- Proprio non va invece la quarta storia del film, e non ci tesa da Berlusconi per riconquistare lelettorato cattolico. riferiamo alla storia damore fra una ragazza cattolica e Toni Servillo si conferma uno dei migliori attori italiani e un ragazzo laico inizialmente sulle opposte barricate ma il suo monologo in cui prova il discorso che avrebbe fatto alla figura del fratello di questo. Un ragazzo sofferente nellaula del Senato se ne avesse avuto il tempo probabil- di disturbi psicotici e compulsivi che fa il tifo per la mormente il pezzo migliore del film. te di Eluana in modo fastidioso (alzare le mani come a un goal quando sente in tv lintervento di un politico proAltrettanto convincente la descrizione della perdita di choice qualcosa di meno che ridicolo). contatto con la realt di una madre che vede la figlia immobilizzata a letto, incosciente, con un respiratore au- Non si riesce proprio a capire lesigenza di una figura tomatico che la tiene in vita. La madre, una bravissima cos fuori le righe. Forse di fronte allintegralismo e al Isabelle Huppert, si perde nella convinzione che se si di- fanatismo cattolico che inevitabilmente traspare non mostrer abbastanza credente sua figlia si risveglier e per grazie alla recitazione degli attori ma alle dichiarazioni far questo dimentica di avere un altro figlio e un marito (vere) di Quagliarello & Co. trasmesse dalle tv durante le che a differenza della sua Rosa (forse la vera Bella Addor- vicende, il regista aveva bisogno di qualcosa che equilimentata) avrebbero bisogno delle sue attenzioni e del suo brasse il racconto e lo rendesse digeribile anche ai cattoamore. Ma la sua ossessione per la figlia dormiente la pro- lici? Rimaniamo attoniti da questa scelta narrativa di cui sciuga impedendole di continuare a vivere. nessuno sentiva il bisogno. Decisamente abusata e fuori tema invece la storia interpretata da Maya Sansa e da Pier Giorgio Bellocchio. In un ospedale zeppo di cinismo al limite del grottesco (con dottori che scommettono sulla morte di Eluana davanti ai pazienti) il medico Pallido vuole a tutti i costi salvare la vita a una ragazza tossicodipendente che tenta pi volte il suicidio davanti ai suoi occhi. Al di l della stucchevolezza della storia, stupisce che un regista laico come Bellocchio voglia mescolare temi cos differenti come la disperazione da tossicodipendenza e il rifiuto delle cure ritenute umilianti e Chi ha vissuto quei giorni sa benissimo dove stava il fanatismo: mentre una parte chiedeva il rispetto dei diritti costituzionali, laltra pretendeva che questi venissero aboliti perch inferiori ai dogmi della sua fede. Questo nel film evidente, ma viene edulcorato attraverso la figura inventata di un laicista fanatico. La scelta quanto meno discutibile e fa perdere molti punti al film, che raggiunge a malapena la sufficienza.

Potrebbero piacerti anche