Sei sulla pagina 1di 3

Letteratura Teatrale Grecia Antica

C' una femminilit controversa nelle supplici in fuga, ma anche capace di cose terribili, capace di perdere tutto pur di realizzarsi. Il non accettare il proprio destino quello di non diventare spose, da qui il parallelismo verginit libert. le supplici Nel testo delle supplici ci sono delle didascalia, ma che non sono originarie, sono messe da studiosi moderni. Nei testi antichi non c alcuna discalculia. Questo importante perch noi abbiamo grandissime difficolt a capire le entrate e le uscite, anche le ambientazioni. Ogni critico mette delle didascalie secondo la sua interpretazione. Spesso queste didascalie possono essere erronee, specie in un testo con una presenza del coro cos massiccia, in quanto il coro protagonista. tutte le indicazioni sono date dalle battute ( arrivo da Atene tale personaggio entra) Gli antichi per didascalia si intende una serie di epigrafi in pietra in cui sono state scritte lanno di rappresentazione e quali erano i poeti in gara e quali erano i coreghi. sono chiamate didascalie da didascalos (drammaturgo regista.) anomalia della struttura della tragedia delle supplici, ma pu anche non essere una anomalia in quanto a noi sono pervenute pochissime tragedie e semplicemente non ce ne sono pervenute di questo tipo. generalmente le tragedie iniziano con un prologo recitato da attori, solo dopo entra il canto nel parado (duplice significato di porta di ingresso degli attori e canto di inizio) quando il coro ha finito incomincino gli episodi recitati intervallati dagli stasi del coro. il coro una volta entrato non si muove mai dallorchestra, questo significa che non mai pensata una solitudine in un monologo perch sempre c il coro. lunico momento in cui un attore recita in totale solitudine il prologo. il coro si sposta sempre in forma di quadrato. alla fine gli attori escono nellesodo: ultimo episodio. la differenza del coro della tragedia dal coro del ditirambo che il ditirambo si muove in cerchio. Il corifeo (singolo coreuta che si stacca dal coro per interagire con un personaggio) sale sul logheion per parlare con gli attori, ma spesso anche questi scendono nellorchestra, ci possono essere anche momenti in cui tutto il coro sale sul palco. Nella commedia si Aristofane c uno sfruttamento totale degli spazi scenici fino ad arrivare agli spettatori. Nelle rane Dioniso scende nellade, a un cero punto lattore terrorizzato scende di corsa dal logheion e vada ad abbracciare (nei posti di onore nella fila pi bassa) il sacerdote di Dioniso, che dovrebbe essere il suo sacerdote, chiedendogli aiuto. Non sappiamo dove venissero collocate delle macchine necessarie in tante tragedie come la mechan una gru che doveva simulare il volo. probabilmente stava nascosta dietro il ledificio di scena. Nella pace di Aristofane il personaggio di trigeo che deve si rivolge al macchinista dicendogli stare attento. dalla porta nelledificio di scena c lenciclema,probabilmente una piattaforma circolate con ruote usata per portare fuori fatti avvenuti dentro il palazzo. Poi ci sono le scale caronie (da Caronte) che dovevano essere

una botola sul palco che doveva consentire allattore di sbucare fuori in mezzo al palco per fare lo spettro. palco e orchestra non un mondo separato nel 5 secolo c una profonda interazione tra orchestra e palco, infatti il palco era poco rialzato rispetto allorchestra, al massimo tre gradini. lanomalia delle supplici che non esiste prologo entra subito il coro, fungono da prologo solo due versi. Non abbiamo nessun dato antico che ci dice cosa rappresenta la sken, nelle supplici non sappiamo neanche cosa rappresentato perch siamo in un luogo isolato, ma non si parla di boschi e foreste. quando Danao parla di altari degli dei a cui inginocchiarsi parla di piccole colline, ma non sono indicazioni geografiche, il tipo degli altari formati da piccole montagne di terra. questo consente di ricontestualizzare a proprio piacere. Eschilo incomincia subito in medias res, presenta subito il protagonista : lintero gruppo. Il coro simboleggia il destino comune di queste 50 sorelle in cui non esistono individualit, il momento in cui le sorelle assumeranno una individualit quando andranno alle nozze, quando effettivamente diventano donne, quando diventano individui, il momento n cui il gruppo perde due elementi. In questo momento le Daianidi sono un gruppo unico un unica identit. Il matrimonio il punto di non ritorno il momento di sciogliersi del gruppo, diventano tante donne diverse. Ma adesso il destino unico sono un unico gruppo di fanciulle. Siamo nel pater mitico d fanciulle in fuga dal loro destino (non ci riusciranno le Daianidi dovranno poi sposarli cugini)Le stesse metafore di Eschilo identificano le fanciulle come un unico gruppo. subito le supplici segnalo il motivo per cui sono l, sono in fuga (esilio) ma non sono in fuga per loro colpa, sono in una fuga volontario perch stanno sfuggendo dai loro cugini i maschi, aborrono questa unione. Poi segnalano che non sono fuggite contro la volont del padre ma per suo valore, dimostra che la loro fuga non contro la loro famiglia, ma lo fanno con laiuto del padre che qui con noi. Inoltre subito inseriscono il discorso della stirpe infatti la loro stirpe viene da argo, anche se loro vengono dall'Egitto. (fanno riferimento al mito di io che tramuta in Vacca da Zeus, che ritrova la sua forma umana solo una volta arrivata in Egitto, li Zeus la toccher, e Io riprender forma umana e concepir il figlio Epafo (colui che nato dal tocco). la fuga delle fanciulle quindi una cosa di famiglia. La terra chiamata ad accogliere segretamente le supplici. Subito il linguaggio calma, dopo aver segnalato di essere delle brave ragazze, figlie docili e arrendevoli, con sani principi di famiglia e religione, ma appena devono parlare dei cugini esse fuori la violenza, vengono chiamati come sciame prevaricatore, e pregano non solo che la nave degli egizi venga respinta, ma che ci sia anche una burrasca che uccida i cugini. passaggio poetica dalla dolcezza, a quella della aggressivit quando parlano dei cugini. Eschilo allude a Themis, lidea di giustizia divina, sposa o figlia di Zeus, infatti ci sono due tipi di giustizia Themis, quella divina, che in contrapposizione con quelli degli uomini. le supplici invocano un tipo di giustizia divina che scacci i cugini. Le Daianidi dicono di conoscere il mito di io per segnalare che loro vengono da Argo, la storia di quella citt. inoltre dicono come ulteriore prova di discendere da io, dato che anche loro, come la loro progenitrice, sono in fuga. Eschilo fa allusione a una metamorfosi, senso visivo di come le ragazze si vedono e quindi di come il didascalos cercasse di farle apparire in scena.

Le ragazze si assimilano all'usignolo famoso della storia di Tereo, Procne e Filomena. Procne sposa di tereo e ha con lui un figlio. tereo si innamora per della cognata filomena. la stupra e per non farle raccontare cosa le successo le taglia la lingua. per filomena tesse un arazzo con la sua storia e lo fa vedere a sua sorella. Procne si deve vendicare e quindi come Medea uccide il figlio. secondo una varante avrebbe ucciso il figlio e poi lavrebbe fato mangiare al marito a cena, e dopo gli avrebbe rivelato la verit. Ci sono sempre delle metamorfosi procne viene trasformata in usignolo che piange di notte il figlio che ha dovuto uccidere, tereo in sparviero, filomena in rondine. Si immagina lo sparviero che caccia dalle verdi acque del fiume, luogo dove si sta bene, e piange la figura del figlio da lei assassinato per il dovere di vendicare la sorella su marito.

Potrebbero piacerti anche