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Impreparato, disinteressato Barack non sa pi vendersi Fonte: ANGELO AQUARO - la Repubblica | 05 Ottobre 2012 Wolff:Sfida riaperta con Romney.

Il vero dibattito su Twitter Lintervista NEW YORK Oh mio Dio: ma quant stato penoso? Sta parlando del dibattito o di Barack Obama? Non c dubbio che il titolo : cos successo a Obama. Per sarebbe anche il caso di cominciare a dirlo: il format-dibattito non funziona pi. Michael Wolff, lei columnist del quotidiano pi letto dAmerica, Usa Today, e del magazine pi chiacchierato, Vanity Fair, lunico scrittore che riuscito a inchiodare in un lungo libro-intervista Rupert Murdoch. Insomma di media e comunicazione se ne intende: com possibile che Mitt il Freddo abbia sconfitto Barack il Comunicatore? Obama sembrava impreparato, disinteressato, disimpegnato, incapace di cogliere il momento. Non ricordo una performance cos bassa dai tempi di George Bush padre. Dico: lo sapeva che cera un dibattito, no? Mica lhanno avvisato allultimo minuto. Colpa dei suoi consiglieri? Vedo due fattori. Il primo: la parola dordine era riduzione del danno. Cio: non cambiamo le dinamiche perch le dinamiche sono a nostro vantaggio, non attacchiamo, non apriamo nuovi terreni di scontro. Ma il fattore principale stato lui: cos a disagio. C gi chi tira in ballo lombra di John Kerry. stato lui a fargli da sparring partner negli allenamenti: era lui che impersonava Romney. Kerry: luomo sconfitto da George W. Bush. Non ci credo. Ai dibattiti quello che fa la differenza sei tu: non tanto la tua previsione dellavversario. La gente ama i duelli per questo: vuole la performance, vuole vederti tirare fuori il fegato. Novanta minuti alle corde: possibile che da bordo-ring i suoi non gli lanciassero la spugna? Non so se tecnicamente fosse possibile: parlo di regole del dibattito. La questione unaltra: questo era il piano che avevano preparato. Tu hai un piano che quello appunto di non urtare, non strafare, non cambiare gli equilibri e resti fedele a quello. Ok, la strategia meno rischiosa. Ma non sempre la meno rischiosa la pi saggia. Romney era pi in palla. Un pochino pi vivo: ma proprio poco. In questo il ragionamento dei consiglieri di Barack stato giusto: non muoviamo troppo le acque. Alla fine sono risultati noiosi entrambi. Il pubblico non poteva n applaudire n fare boooo. Mancava quel clima da arena a Obama pi congeniale. Assurdo: ma allora perch fai il dibattito se poi lo anestetizzi cos. Ecco perch dico che lintera formula dibattito a essere superata. Vecchia. Lei lha bacchettata in diretta sullultimo media: Twitter. Il vero dibattito, dice, ormai l. Comunque davanti alla tv cerano 70 milioni di persone: il record dal 1980. Incider sul voto? I media gi corrono a indicare un vincitore. E non c dubbio che sia Romney. Ma da qui a dire che questo possa cambiare il voto.... Il risultato finisce paradossalmente per avere pi effetto sui media: che adesso infatti riscoprono Romney. Ma in una gara cos stretta, e con cos pochi indecisi, davvero i media tradizionali possono ormai incidere pi di tanto?. Per finora si era sempre detto Romney freddo, Romney non buca. Da oggi si cambia. apparso molto pi seducente, pi umano e vero. Insomma il tipo di persona che potresti avere a cena... Ok, a cena forse no, troppo lunga da sopportare: diciamo un paio di caff. I media hanno sottovalutato Romney? Ma no: per quello che si era visto finora no. Diciamo che andata cos: quei due entrano in campo, riflettori puntati, e sul punto di calciare il favorito si imbambola. Il prossimo dibattito sar col pubblico: interverr la gente. Vantaggio Obama?

Ma davvero sarebbe cos brillante in pubblico? Io ho sempre pensato il contrario. Questo dibattito alla fine la fotografia che riassume nitidamente gli ultimi quattro anni. C un intero aspetto del suo mestiere che Obama non sopporta: dover vendere. Vendere? S, vendere e venderti fa parte del tuo mestiere. Il presidente un salesman: uno capace di spiegarti le cose e farti appassionare al prodotto. Quattro anni fa riuscito a vendere il sogno del cambiamento. Verissimo. Ma tutta questa eccitazione per questo ragazzo di cartone... Detto questo: ci che successo a Denver non pu passare cos. Per il prossimo dibattito i suoi cambieranno strategia. Tutti i commentatori dicevano che la corsa sera chiusa con la gaffe del 47 per cento di Romney: il video segreto con gli insulti a met America che non ha neppure i soldi per pagare le tasse. Perch Obama non lha tirata fuori? Non stata distrazione. Ripeto: la strategia era volare basso, niente polemiche, rendiamo questo spettacolo il meno interessante che si pu. Usciamone nella maniera meno rischiosa. Per anche meno efficace. Presto per dirlo. Forse la strategia era giusta. Magari i sondaggi dimostrano che tutto come prima: leffetto dibattito non c. Ripeto: se vuoi vendere davvero il tuo messaggio, se vuoi motivare la gente, devi stimolarla, rischiare: per capisco che c anche il rischio di perdere quello che hai gi. Invece proprio restando al palo che Obama sembra aver perso la partita che aveva gi in mano. Sfida riaperta? Difficile pensare il contrario. Ma se cos sar solo colpa sua. E neppure in questo caso ci saranno dubbi: i suoi se la saranno meritata tutta. Obama, la delusione in diretta tv Romney fa il moderato e lo mette ko Fonte: FEDERICO RAMPINI - la Repubblica | 05 Ottobre 2012 Il repubblicano spiazza il presidente e risale nei sondaggi DENVER (Colorado). LA CAMPAGNA presidenziale si riaperta. E a 31 giorni dal voto Barack Obama finisce sotto processo. Il primo duello tv stato una vittoria di Mitt Romney. PI sicuro, pi aggressivo, lo sfidante repubblicano ha sorpreso il presidente con una sterzata moderata, per attirare gli elettori indecisi di centro. Sessanta milioni di americani che hanno seguito il dibattito televisivo hanno scoperto un nuovo Romney, per la prima volta credibile come alternativa al presidente in carica. Un chief executive si mostrato capace di far sognare la rinascita economica. Raramente il verdetto stato cos unanime dopo un duello presidenziale. Per James Carville, lex consigliere che contribu alla vittoria di Bill Clinton, sembrava che Obama non volesse esserci. Linfluente opinionista di sinistra della blogosfera Andrew Sullivan parla di una calamit, lautore di satira politica pi popolare tra i giovani, Bill Maher, osserva che purtroppo Obama ha bisogno del tele-prompter (il gobbo). Solo ieri il presidente passato al contrattacco denunciando le promesse demagogiche e le bugie dellavversario: Per fare il presidente bisogna dire la verit. Ma lo ha fatto a un comizio davanti a 600 persone, anzich la sera prima davanti a 60 milioni. E un sondaggio Reuters/Ispos ha certificato la risalita di Romney, che ora viene visto positivamente dal 51% degli elettori, mentre il presidente fermo al 56%. La serata dentro luniversit di Denver ha messo in evidenza due visioni alternative dellAmerica, quasi due modelli di civilt. Romney ha detto il presidente pensa che tagliando le tasse ai ricchi, smantellando le regole, staremo meglio. Io credo nel ruolo degli investimenti pubblici: nella scuola, nelle energie rinnovabili. Lex governatore del

Massachusetts ha contrapposto la filosofia liberista: Credo nel diritto dellindividuo di realizzare i suoi sogni, senza che sia lo Stato a sostituirsi invadendo le libert dei cittadini. In Spagna il 42% del reddito nazionale viene assorbito dallo Stato. Adesso lAmerica arrivata allo stesso livello. Io non voglio fare la fine della Spagna. Obama ha ricordato di aver assunto la guida del paese dopo la pi grave crisi dagli anni Trenta, e di avere ereditato due guerre: nonostante questo, sotto il suo mandato sono stati creati 5 milioni di posti di lavoro. Romney lo ha incalzato: 23 milioni di americani sono tuttora senza lavoro, il ceto medio simpoverisce, ora di cambiare strada. Romney ha negato di voler ripetere gli sgravi fiscali stile Bush in favore dei pi ricchi, ha detto anzi che il suo piano consiste nel ridurre le deduzioni sui privilegiati per poter abbassare il prelievo sul ceto medio. Ha presentato il suo volto centrista, ben diverso dalla linea che aveva adottato per corteggiare la destra estrema e vincere le primarie del suo partito. Obama si chiesto quale dei tanti Romney quello giusto. I suoi piani sono tanto validi che se li tiene tutti per s. stata lunica, garbata battuta, ma il presidente ha perso loccasione per mettere nellangolo il suo avversario, chiedergli dettagli sulle sue proposte. Obama ha rimarcato che fra le promesse di tagli alle tasse, le drastiche riduzione di spesa con leccezione del budget militare, il deficit non pu scendere, a meno che il conto lo paghi di nuovo la classe media. Ma sembrava di ascoltare un professore un po pedante, la noiosa voce della ragione. Mentre lavversario prometteva 12 milioni di posti di lavoro, perch so come si fa, sono stato un creatore dimprese dallet di 37 anni. Il chief executive ha vestito i panni del populista: ha dipinto Obama come amico delle grandi banche perch la sua legge di riforma dei mercati rende impossibile il fallimento dei colossi di Wall Street, li aiuta a spese del contribuente e a scapito delle piccole imprese. Un argomento caro al Tea Party che condann il salvataggio delle banche operato nel 2008 sotto George Bush e portato al termine da Obama. Il presidente si difeso ricordando che Romney vuole abrogare i controlli sui mercati, tornando alla deregulation che fu allorigine della crisi. Sulla riforma sanitaria Romney ha fatto una piroetta. Lui che ora promette di abrogare lassistenza estesa da Obama a tutti i cittadini, var una riforma simile quando era governatore del Massachusetts. Ma ha rovesciato quel precedente in suo favore: Io fui capace di raccogliere il consenso di democratici e repubblicani, quellaccordo bipartisan che Obama non riuscito a costruire a Washington . Obama lo ha incalzato sulla proposta di trasformare il Medicare (assistenza sanitaria pubblica per gli anziani) in un sistema di voucher alla merc delle assicurazioni private: un tema che rischia di far perdere consensi a Romney in uno Stato chiave come la Florida. Il presidente ha concluso sulla scelta di modello che gli americani hanno di fronte il 6 novembre: Io credo in unAmerica dove il successo vero quando riusciamo a farcela tutti assieme. Sono mancati gli attacchi personali, e questo stato un elemento di civilt del dibattito. Ma Obama ha seguito fin troppo il galateo presidenziale, fino al punto da guardare raramente lavversario in faccia. Non ha voluto neppure ricordare la frase infelice che Romney pronunci sul 47% di americani che si sentono delle vittime, non pagano le tasse, si aspettano laiuto dallo Stato. Nessun accenno al fatto che il multimilionario Romney tiene i suoi fondi nel paradiso fiscale delle isole Caymane e paga unaliquota del 14% inferiore a molti lavoratori dipendenti. Gli attacchi personali, per quanto educati, li ha sferrati Romney: Presidente, lei ha diritto al suo aereo e alla sua casa, ma non alla sua verit . Unaltra volta lo ha accusato di avere erogato 90 miliardi di finanziamenti ai suoi amici della Green Economy. Al termine del duello televisivo per 20 lunghi minuti i consiglieri del presidente non si sono visti nella sala stampa qui a Denver, dove spadroneggiavano quelli di Romney. Alla fine il principale consigliere di Obama, David Axelrod, ha ammesso implicitamente il bilancio: Sono sempre gli sfidanti a vincere il primo duello tv, e Romney bene allenato.

Obama ha un mese, e due altri duelli in tv di cui il prossimo tra 11 giorni, per riprendere liniziativa. E fugare quei dubbi che riaffiorano, soprattutto a sinistra, sulla sua personalit troppo fair-play. Il 16 ottobre il prossimo match sar in una universit di New York con molti giovani afroamericani, un pubblico pi caldo, per una sfida che pu rivelarsi decisiva. Reazione unanime dei media: Barack deve cambiare passo Fonte: Giulia D'Agnolo Vallan, il manifesto | 05 Ottobre 2012 Presidenziali. Nel primo dibattito sull'economia, il candidato democratico non ha demolito nessuna delle bugie del repubblicano, che ha rinnegato i toni della campagna alla ricerca della middle class. La Casa Bianca sbaglia soprattutto la forma: sguardo basso, toni svogliati, risposte lunghe e piene di dettagli NEW YORK. Sono bastate dodici ore perch il Republican National Committee trasformasse il dibattito presidenziale di mercoled sera in un efficace spot tv in cui, su una musica un po' trascinante, tipo western, Mitt Romney assale verbalmente Obama che, dalla sua met dello split screen, alterna esasperate occhiate verso il basso a sorrisi di sufficienza. Non importa veramente se le accuse di Romney sono campate per aria e le sue promesse fasulle, sullo smirk, la smorfia accondiscendente del presidente, che I repubblicani battono il tasto: anche togliendo il sonoro, alla sinstra dello schermo c' un candidato energico, appassionato, propositivo, alla destra l'incrocio tra un accademico frustrato e un punching ball. Non hanno aiutato la performance di Obama, a Denver, un moderatore che si fatto immediatamente neutralizzare (Jim Lehrer, storico giornalista della Pbs) e l'uso frequente dello schermo diviso, per cui mentre parlava uno dei due candidati, si vedeva anche la reazione dell'altro. Il risultato stato che, per met serata, abbiamo assistito allo spettacolo di Obama che inspiegabilmente guardava per terra, con l'aria di chi avrebbe molto di meglio da fare ed seccato perch non pu andarsene. Mentre il presidente parlava, Romney affettava invece un'espressione educatamente interessata, spesso guardava in macchina. lui, tra i due, quello che pi volte ha cercato il contatto con l'occhio dei telespettatori. Era forse destino che, nel primo confronto televisivo tra i due candidati alla Casa bianca sarebbe stato lo stile e non la sostanza a fare la parte del leone. Quello che sorprende che Obama e il suo team non ci avessero pensato, immaginando invece che Romney si sarebbe incartato da solo in un paio di quelle sue classiche dichiarazioni cult. E che Obama dovesse solo sembrare presidenziale per superare la prova senza danni. Per far capire quanto sia stato sbagliato quel calcolo, basti dire che, nelle reazioni che hanno seguito il dibattito, qualcuno ha persino evocato lo storico duello Tv tra Nixon e Kennedy, ovvero lo spettacolo di Nixon che perdeva la presidenza live, sudando copiosamente... Da parte sua, Romney si presentato preparatissimo, con un sales pitch solare e convinto, proabilmente simile a quello che, ai tempi della Bain Capital, usava per spiegare i benefici di un leverage buyout ai poveri lavoratori che stava per liquidare. E altrettanto implausibile. Implausibile stata anche la sua momentanea trasformazione in repubblicano moderato, che non avrebbe ridotto le tasse ai ricchi ed a favore di una riforma sanitaria. L'insofferenza di Obama per quella fuffa era palpabile, ma non ha mai chiamato i bluff dell'avversario. Anzi, oltre a poco combattivo, sembrato anche poco preparato - le risposte un po' flaccide, troppo lunghe per stare nei due minuti imposti dal regolamento. Uno pu anche capire che disprezzi il formato e il rituale che lo accompagna. Ma non stata una buona idea dimostrarlo cos apertamente. Allenato dalla serie infinita dei dibattiti per la nomination repubblicana (uno pi demenziale dell'altro, ma tutti record di indici d'ascolto), Romney dava quasi l'impressione

di divertirsi. Agli occhi degli spettatori, Obama faceva invece la figura del guastafeste, di quello che non voleva, o non sapeva, giocare. Non glielo hanno perdonato, prima di tutto, Iimedia, che parlavano del dibattito da settimane, e hanno scatenato contro il presidente una valanga di recensioni piuttosto devastanti. Il Chicago Tribune ha paragonato Obama a quei tipi che durante un meeting continuano vistosamente a controllare la loro email. Ma Obama dov'era? si chiedevano in coro i costernati commentatori politici di Msnbc (la rete via cavo "di sinistra"), dopo il dibattito. Come e' possibile che non abbia nemmeno menzionato il 47%? si grattava la testa Ed Schulz. Secondo il Daily News, Romney stato pi incisivo, fluido, disponibile, ed sembrato deciso senza per essere acido o poco rispettoso verso il presidente uwscente. Per il Washington Post, Obama ha scambiato la volont di sembrare serio e sobrio con un'apparenza deprimente e svogliata. Invece di mettere in discussione la fiction presentata da Romney, Obama ha scelto di essere educato e professorale, sperando che un semplice elenco di dettagli potesse esorcizzare il nonsense... Il presidente ha dalla sua parte i fatti per dimostrare il vuoto dell'avversario. Ma deve anche decidere di usarli aggressivamente, diceva appena un po' meno duro l'editoriale del New York Times. Tra adesso e il 6 novembre sono previsti altri due confronti televisivi Obama/Romney. La settimana prossima invece la volta di quello tra i loro vice, Joe Biden e Paul Ryan. ROMNEY RIAPRE LA PARTITA Fonte: Marco d'Eramo - il manifesto | 05 Ottobre 2012 Ci voleva il peggior Barack Obama per riuscire a far fare un figurone a uno sfidante scialbo e plasticoso come Mitt Romney. Nel primo dei tre dibattiti televisivi che oppongono i due contendenti alla Casa bianca (ve ne sar uno solo - l'11 ottobre - tra i due candidati alla vicepresidenza, il numero due uscente Joe Biden e il deputato del Wisconsin Paul Ryan), a detta di tutti gli osservatori il candidato repubblicano ha sbaragliato il presidente per knock out tecnico: secondo i primi sondaggi, il 67 % degli intervistati attribuisce la vittoria a Romney contro il 25% a Obama. La discussione avvenuta a Denver (Colorado), mercoled sera (gioved alle tre del mattino ora italiana), durata 90 minuti ed stata moderata dal giornalista Jim Lehrer (che in realt stato stroncato per non aver moderato un bel nulla). Non ci sono stati attacchi personali e non si parlato affatto di politica estera (tranne i rapporti economici con la Cina con cui Romney dice di voler sbattere i pugni sul tavolo, se eletto, per ridurre il deficit commerciale). Nell'evitare la politica estera, i contendenti si sono certo attenuti al programma che voleva questo dibattito dedicato solo alle questioni interne ma forse lo hanno fatto anche perch Romney si sentiva insicuro su questo terreno infido, e Obama temeva di pagare gli scivoloni sull'uccisione dell'ambasciatore statunitense in Libia, Christopher Stevens. In ogni caso, questo primo scontro in tv ha riaperto una partita che sembrava chiusa e ha rilanciato la candidatura di Romney che pareva gi condannata. Le domande a cui rispondere sono tre: 1) quali sono i fattori che hanno determinato la sconfitta di Obama? 2) perch mai Obama ha adottato una strategia che si rilevata suicidaria? 3) quanto effettivamente peser il risultato del dibattito sull'esito del voto? Il primo, forse decisivo elemento di debolezza venuto dalla comunicazione non verbale, dal body language. Mentre Romney guardava il suo interlocutore e il suo corpo era continuamente proteso in un atteggiamento di sfida (d'altronde questa la parte assegnatagli dal copione elettorale), Obama aveva spesso gli occhi bassi ed evitava di guardare negli occhi Romney. Non per nulla El Pais ha detto che Obama ha affrontato il dibattito sulla difensiva e capizbajo (che vuol dire nello stesso tempo 'a testa bassa' e 'abbacchiato', 'mogio'). Un commentatore l'ha definito arrugginito, altri disarmato. Chris Matthews della Msnbc si chiede dove fosse il presidente in quell'ora e mezzo:

Sembrava che stesse aspettando solo che finisse. Il linguaggio del corpo era solo il riflesso fisico dell'atteggiamento mentale. Obama non mai stato un aggressivo, come indole se pu rifiuta lo scontro, cerca il compromesso, non un polemista, piuttosto un professore. Ma stavolta ha esagerato. Il New York Times, pur apertamente schierato con i democratici e con il presidente, nel suo commento, dopo aver elencato le menzogne pronunciate da Romney, ha accusato Obama di avergliele passate tutte, senza reagire e ha concluso che se vuole sperare di essere rieletto deve dar prova di ben altra aggressivit nei prossimi due dibattiti. Che Romney abbia mentito spudoratamente era sotto gli occhi di tutti, eppure non gli stato mai rinfacciato. Il candidato repubblicano ha vuto la faccia tosta di presentarsi come il paladino della classe media e Obama non ha ritenuto utile ricordargli quel che aveva detto del 47% degli americani di cui non gli frega nulla. Altra bugia: Romney ha negato di voler ridurre le tasse ai ricchi dopo che ha fatto ininterrottamente campagna su questo tema. Ha negato di voler accrescere il deficit, senza spiegare mai in cosa consistono le detrazioni che vuole abolire (mentre chiaro che sono le quelle a favore dei ceti disagiati che vuole colpire). Romney ha detto di difendere i piccoli imprenditori e non le grandi corporations, ma Obama non ha considerato opportuno ricordargli l'attivit di Bain Capital, la compagnia di servizi finanziari specializzata in smantellamenti di ditte e licenziamenti, di cui Romney stato cofondatore e a lungo amministratore delegato. Romney ha detto che lungi da lui l'intenzione di smantellare Medicare, quando invece il piano di voucher che propone proprio a questo mira, ma anche qui le sue intenzioni non sono state smascherate. Obama ha lasciato passare anche l'attacco alla propria riforma sanitaria, senza giocare sul fatto che interi articoli di questa riforma sono stati copiati da quella firmata da Romney quando era governatore del Massachusetts. Insomma, gliele ha lasciate correre tutte. Forse era disorientato dalla piroetta politica che Romney ha compiuto nel dibattito. Il candidato dell'estrema destra e ligio al Tea Party ha improvvisamente assunto le sembianze del moderato difensore dei ceti medi. Si persino tolto lo sfizio di accusare Obama di essere stato troppo generoso con la finanza newyorkese ( la pi grande leccata ai banchieri di Wall street che io abbia mai visto. Per loro stata una manna colossale). Ha accusato Obama di aver foraggiato a piene mani i propri finanziatori attraverso compagnie di economia verde (di cui la met gi fallite, ha rigirato il coltello nella piaga). Ha rincuorato gli inquinatori: io amo il carbone ha esclamato, riecheggiando la Convention repubblicana del 2008 a Minneapolis quando la platea aveva intonato in coro Drill, baby drill! (drill vuol dire scavare i pozzi di petrolio). Perci Obama pu essere stato spiazzato dal cinismo, dalla sfrontatezza dello sfidante, dal suo cambiare le carte in tavola, da questo barare a viso aperto. Romney spesso accusato di essere un voltagabbana, uno che dice quel che pensa l'auditorio voglia sentirsi dire, indipendentemente da quel che ha detto un'ora prima, di essere un contenitore vuoto pronto a plasmarsi in qualunque forma gli si richieda. Ma nel dibattito Romney ha compiuto un'operazione notevole: ha fatto di questa sua debolezza un elemento di forza, ha messo in campo la sua capacit di sgusciare. C' per qualcosa di diverso, in Obama, oltre allo spaesamento, all'essere stato preso in contropiede. L'impressione che in realt Obama abbia affrontato il dibattito pensando di avere gi vinto, sottovalutando l'avversario, credendo di avere gi saldamente occupato il centro, di essere portavoce di quel centrismo che invece si visto scippare dalle mani da un avversario che in una sola sera passato da grande capitalista spietato a difensore dei ceti medi che soffrono sotto Obama. Rimane da valutare, come ha fatto il Guardian, quanto la vittoria in un dibattito tv pesi davvero sul voto del 6 novembre. L'impatto dipende da quanti sono effettivamente gli elettori che andranno davvero a votare e che sono tuttora indecisi. L'impressione che gli Stati uniti siano troppo polarizzati, che siano spaccati in due.

Parlando con i repubblicani, capisci che loro vivono in un mondo diverso, non ricordano che il deficit stato gonfiato da George Bush e dalle due guerre in Iraq e Afghanistan, mentre loro l'attribuiscono tutto a Obama. Diciamo che se Obama avesse vinto questo primo dibattito, non c'era pi storia. Cos invece pu sperare nei prossimi due, il 16 e il 22 ottobre: se ribalter l'andamento del primo, disastroso confronto, nulla sar perduto. Se invece confermer la sua mollezza e remissivit, allora avr a disposizione per rimproverarselo tutto il resto della sua vita. Tutto ci a meno di variabili esterne come un crollo dell'euro, un precipitare della recessione in Cina, o un attacco preventivo israeliano in Iran. Ma indipendentemente da queste eventualit, il grido unanime che viene dai suoi sostenitori, su Twitter o negli editoriali dei giornali "amici", : Presidente datti una mossa.

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