Sei sulla pagina 1di 9

1) ELEMENTI DI BASE

1.1) Cenni di insiemistica e di logica (formale, o matematica, o simbolica).

(bozza)

A) Richiami sulla logica formale (si prescinde dai contenuti delle ipotesi di partenza). Il linguaggio comune spesso ambiguo, la logica matematica (formale) sempre precisa. Si parte da alcuni principi, la cui validit assunta senza dimostrazione, per poi dedurre nuove affermazioni. I principi si dicono assiomi, le nuove deduzioni si dicono teoremi. Si presuppone chiaramente che esistano delle regole di riferimento che stabiliscano come debbano essere formulati gli assiomi ed i teoremi e quali siano le tecniche di deduzione ammissibili. In logica si definisce proposizione o enunciato qualunque frase per la quale si possa stabilire con certezza se vera o falsa, cio alla quale abbia senso associare uno ed uno solo dei due valori di verit: vero o falso. Valgono quindi due principi fondamentali: - il principio di non contraddizione, secondo il quale una proposizione non pu essere sia vera che falsa; - il principio del terzo escluso, secondo il quale una proposizione pu essere o vera o falsa e non esiste una terza possibilit. Da una data proposizione, applicando degli operatori logici, si possono ottenere altre proposizioni. I principali operatori logici sono i seguenti: a/1) Negazione (se la proposizione p vera, allora la proposizione contraria p falsa): Si definisce negazione di un enunciato p , e si indica con p , lenunciato che vero se p falso ed falso se p vero. La sua tavola di verit la seguente: p V F
p

F V

a/2) Doppia negazione (se la proposizione p vera, allora la proposizione contraria riferita alla proposizione contraria p falsa negare una negazione, significa affermare). a/3) Uguaglianza (o equivalenza). Date le proposizioni p e q , se tra loro equivalenti, si ottiene la nuova proposizione (p q) la quale risulter essere vera se e solo se p e q sono entrambe vere, oppure entrambe false. a/4) Unione logica (disgiunzione) Date le proposizioni p e q si ottiene la nuova proposizione (pq) [indicata anche con (p q)] la quale risulter essere vera se e solo almeno una delle due proposizioni (p o q) vera.
1

a/5) Intersezione logica (congiunzione) Date le proposizioni p e q si ottiene la nuova proposizione (pq) [indicata anche con (p q)] la quale risulter essere vera se e solo se tutte e due le proposizioni (p e q) sono vere. a/6) Implicazione. Date le proposizioni p e q si ottiene la nuova proposizione (p q) la quale risulter essere sempre vera tranne quando p vera e q falsa. [propriet transitiva: se p q e q z allora p z] [propriet riflessiva; p p , che una tautologia] [propriet simmetrica; p q , allora q p] Con riferimento allimplicazione si pu avere: - la verit di p condizione sufficiente affinch anche q sia vero pq se vero p allora sar vero anche q - la verit di p condizione solo necessaria (non sufficiente) affinch anche q lo sia qp se vero q allora deve essere vero anche p - la verit di p condizione sufficiente e necessaria affinch anche q lo sia pq q sar vero se e solo se vero anche p (e viceversa) In ambito matematico si parla spesso di ipotesi (una certa proposizione di partenza si accetta per vera) e di tesi (unaltra proposizione che, per conseguenza, si vuole dimostrare essere anche essa vera). La dimostrazione della tesi pu essere data per: - inferenza diretta (dalla verit della prima proposizione discende direttamente la verit della seconda); - inferenza indiretta (dalla verit della prima proposizione discende la verit di altre proposizioni le quali conducono alla verifica della verit della tesi); - oppure si pu a volte procedere mediante una dimostrazione per assurdo ipotizzando ad esempio che una certa conclusione sia vera, per dimostrare che in realt vero il contrario.

B) Richiami sugli insiemi. - definizione: un insieme formato da tutti quegli elementi che sono caratterizzati dal possedere una particolare caratteristica (o pi caratteristiche). Si tratta, in realt, di un concetto primitivo. In tema di proposizioni e di elementi di un insieme si utilizzano sovente i simboli (quantificatori): per indicare che la proposizione vera per qualsiasi elemento dellinsieme
2

per indicare che la proposizione vera per almeno un elemento dellinsieme (le rispettive negazioni significano quindi, rispettivamente: la proposizione falsa per almeno un elemento dellinsieme, e la proposizione falsa per ognuno degli elementi dellinsieme). - insieme: vuoto, finito, infinito (numerabile, o non numerabile) - insiemi: coincidenti, disgiunti - sottoinsieme: definizione, sottoinsieme proprio, insieme delle parti (tutti i sottoinsiemi) [Insieme delle parti di {2,5,8} ={ {2} {5} {8} {2,5} {2,8} {5,8} {2,5,8} }] - operazioni tra insiemi: unione, intersezione, differenza, prodotto cartesiano [A={2,4}, B={4,7}. (AB)={2,4,7}; (AB)={4}; (A\B)={2}; (B\A)={7}] [Il prodotto cartesiano tra due insiemi A e B si definisce come l'insieme di tutte le possibili coppie che hanno per primo elemento un elemento di A e per secondo elemento un elemento di B. Il prodotto si indica con A x B . Ad esempio: se A = {1, 3, 5, 7} e B = {2, 4}, allora A x B = {(1, 2), (3, 2), (5, 2), (7, 2), (1, 4), (3, 4), (5, 4), (7, 4)}] - propriet dellinclusione degli insiemi: vuoto, riflessiva, antisimmetrica, transitiva - propriet delle operazioni; commutativa, associativa, distributiva Commutativa: quando una certa operazione conduce allo stesso risultato anche commutando tra loro gli elementi presi in considerazione. Ad esempio: 5+3=3+5=8 , oppure 24=42=8. Non invece commutativa, ad esempio, loperazione di sottrazione (5-33-5), di divisione (6/44/6), di elevamento a potenza (5335) Associativa: quando lordine con cui si esegue in successione lo stesso tipo di operazione tra pi elementi non modifica il risultato finale. Ad esempio: 5+3+2 =(5+3)+2=8+2=10 uguale a: 5+3+2=5+(3+2)=5+5=10 ; oppure: 532=(53)2= =(15)2=30 uguale a: 532=5(32)=56=30 Distributiva: quando la diversa modalit con cui si eseguono tra pi elementi operazioni di tipo diverso non modifica il risultato finale. Ad esempio: 5(3+4)= =57=35 uguale a: 5(3+4)= (53)+(54)=15+20=35. - partizione (completa) di un insieme (in un numero di sottoinsiemi disgiunti) [A={2,4,7} pu essere ripartito, ad esempio, in A1={2} e A2={4,7}] - intervalli aperti e chiusi (con frontiera ammessa, o esclusa) - intorno di un punto (aperto o chiuso, solo destro o solo sinistro).

1.2) Insiemi numerici (N,Z,Q,R). Insieme S, delle cifre (arabe): S = {0. 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9}

[ un insieme finito]

Insieme N, dei numeri naturali (interi): N = {0, 1, 2, , n, . , .} [ un insieme infinito, numerabile] Sommando due numeri naturali, si ottiene un numero naturale. Moltiplicando due numeri naturali, si ottiene un numero naturale.
3

Insieme Z, dei numeri relativi (interi): Z = {. , ., -n, . , -2, -1, 0, 1, 2, , n, . , .} Sommando due numeri relativi (interi), si ottiene un numero relativo (intero). Sottraendo due numeri relativi (interi), si ottiene un numero relativo (intero). Moltiplicando due numeri relativi (interi), si ottiene un numero relativo (intero). Nota: un numero Z, scritto in valore assoluto: |Z| (ma lo stesso concetto vale in generale) va sempre inteso con il suo valore positivo (o nullo), quindi |Z| varr +Z, quando Z positivo (o nullo), e varr Z, quando Z negativo (o nullo).

Insieme Q, dei numeri razionali (o frazionari): Q = p/q con p e q interi relativi e q 0 Due coppie di numeri razionali (h/k e m/n) sono tra loro equivalenti quando h/k = m/n. Dato il numero p/q, il suo opposto sar (-p/q), e il suo reciproco sar q/p (se p0). Un numero razionale ridotto ai minimi termini quando numeratore e denominatore sono tra loro numeri primi (non si pu quindi pi semplificare). I numeri razionali possono essere espressi in forma decimale (finita, o periodica). Sommando due numeri razionali, si ottiene un numero razionale. Sottraendo due numeri razionali, si ottiene un numero razionale. Moltiplicando due numeri razionali, si ottiene un numero razionale. Dividendo due numeri razionali, si ottiene un numero razionale

Insieme R, dei numeri reali: [ un insieme infinito, non numerabile] Non tutti i valori che pu assumere una certa grandezza possono essere quantificati utilizzando un numero razionale, ad esempio il valore di 2 non pu essere scritto utilizzando un numero razionale (anche se il valore di 2, ovviamente, esiste, essendo per un numero con infinite cifre decimali non periodiche). I numeri utilizzabili per rappresentare quantit non descrivibili mediante dei numeri razionali, vengono chiamati numeri irrazionali. Linsieme dei numeri reali dato dalla unione dei numeri razionali con i numeri irrazionali. R = { numeri razionali numeri irrazionali}. Sommando due numeri reali, si ottiene un numero reale. Sottraendo due numeri reali, si ottiene un numero reale. Moltiplicando due numeri reali, si ottiene un numero reale. Dividendo due numeri reali (con il divisore diverso da zero), si ottiene un numero reale. Nota: i numeri reali assumono valori che variano nel continuo. Dati due insiemi separati si pu individuare un elemento separatore. Ad esempio (senza entrare troppo nel dettaglio), dati gli insiemi A={a : a > 0 , a2 2} e B={b : b > 0 , b2 2} allora esister un elemento separatore S dato da S=2. Insieme C, dei numeri complessi: Non tutte le operazioni su numeri reali sono possibili, ad esempio -4 non conduce a nessun risultato reale.
4

C = {numeri formati da una componente reale, pi una componente immaginaria (che fa riferimento alla grandezza i, con i2= -1)}. Nota sul teorema fondamentale dellalgebra. Dato un polinomio P(x) di grado n a coefficienti interi; P(x) = c0xn + c1xn-1 + c2xn-2 +.+ cn-1x1 + cn , lequazione P(x)=0 (con c00) ha n soluzioni (reali o immaginarie, singole o multiple). Vengono detti numeri algebrici i numeri complessi (reali) che sono soluzione di una equazione del tipo P(x)=0 , vengono detti numeri trascendenti i numeri complessi (reali) che non sono soluzione di nessuna equazione del tipo P(x)=0. Vale la relazione: S N Z Q R C .

1.3) La definizione di funzione. Funzioni iniettive, suriettive e biiettive. Si dir che esiste una relazione (binaria) tra gli elementi degli insiemi A e B quando una certa proposizione r fa corrispondere un elemento di A con un elemento di B (la proposizione inversa far invece corrispondere un elemento di B con un elemento di A). Viene detta funzione una applicazione f che associa ad ogni elemento di A uno e un solo elemento di B, e si pu scrivere: f : AB. Linsieme A viene detto dominio (insieme di definizione), linsieme dei corrispondenti elementi di B, cio: f(A)B, viene detto codominio (insieme delle immagini). Lelemento di B, ottenuto da un dato elemento di A, viene detto immagine di aA. Lelemento aA, in relazione con un dato elemento di B, viene spesso chiamato contro immagine di bB. Molto spesso si usa la simbologia: y=f(x) che mette in evidenza la variabili indipendente x, dalla variabile dipendente y. Linsieme delle coppie (x,y) forma linsieme dei punti che formano il grafico della funzione.

- Funzione iniettiva: ad ogni diverso elemento di A corrisponde un distinto (e unico) elemento di B (ogni elemento bf(A) proviene da un solo elemento di A, si ha quindi una sola contro immagine). Si possono per avere elementi di B che non sono immagine di alcun elemento di A. Si ottiene quindi: f(A)B. Funzione con corrispondenza uno a uno - Funzione suriettiva: ogni elemento di B immagine di qualche elemento di A, quindi f(A)=B e non f(A)B (pu quindi capitare che pi elementi di A conducano allo stesso elemento di B (una funzione suriettiva pu non essere iniettiva) - Funzione biiettiva (biunivoca): una funzione sia iniettiva, sia suriettiva. Ogni elemento di B immagine di uno e un solo elemento di A (relazione biunivoca). Si ha: f(A)=B.
5

y = e x

y = x3

La retta T (parallela allasse delle ascisse) interseca il grafico della funzione in due punti (due diversi valori di x possono condurre allo stesso valore di y) la funzione non quindi iniettiva La retta S (parallela allasse delle ascisse) non interseca mai il grafico la funzione non quindi suriettiva

Qualsiasi retta T (parallela allasse delle ascisse) interseca il grafico la funzione quindi suriettiva Qualsiasi retta T (parallela allasse delle ascisse) interseca il grafico in solo punto funzione iniettiva (per ogni diverso valore di x si ottiene un diverso valore di y) la funzione quindi biiettiva

iniettiva, ma non suriettiva. La sua immagine l'intervallo (-3, 3); f : (-3 , +3) biiettiva
.

suriettiva, non iniettiva (il valore y=1, ad esempio, viene ottenuto per tre distinti valori di x)

[Nota: esempi tratti dal sito dellUniversit dellInsubria (precorso.dicom.uninsubria.it) ove reperibile, per consultazione, molto altro materiale di particolare interesse]
6

biiettiva (iniettiva e suriettiva)

Per qualsiasi valore reale di x si ottiene uno e un solo valore reale di y. Si ha quindi una relazione di tipo biunivoco tra ogni elemento x e il corrispondente elemento y (e viceversa, nel senso che ogni elemento y contro immagine di uno e un solo elemento x)

I concetti di funzione iniettiva, suriettiva e biiettiva possono essere rappresentati anche utilizzando dei diagrammi sagittali (di Eulero-Venn), nel modo seguente:
Insieme A Insieme B

Funzione iniettiva [la cardinalit di A minore di quella di B]

f(A)B

Insieme A

Insieme B

Funzione suriettiva [la cardinalit di A maggiore di quella di B]


f(A)=B

Insieme A

Insieme B

Funzione biiettiva [la cardinalit di A uguale a quella di B]

f(A)=B

La funzione allora invertibile

1.4) Funzione composta e funzione inversa Si ha una funzione composta quando si hanno pi funzioni tra loro concatenate. Pi rigorosamente: date le funzioni f : AB e g : BC si ottiene la funzione (composta): fog: AC. Ad esempio: dato f(x)=4x+5 e g(y)=y2 si ottiene: g(x)= (4x+5)2. Occorre quindi prima utilizzare la funzione f(x) e poi la funzione g(y). Quando si ha biunivocit tra ogni elemento di A e di B (funzione biiettiva) oltre alla funzione f : AB, si ha anche la funzione inversa f -1 che considera la applicazione inversa da B ad A: f -1 : BA. E quindi equivalente parlare di funzioni biiettive, o di funzioni invertibili. Se poi, in particolare, si considera quale insieme B linsieme f(A), allora la funzione f inevitabilmente suriettiva su f(A) e quindi affinch si abbia la funzione inversa deve solo essere verificato che f sia iniettiva. Data, ad esempio, la funzione y(x)=4x+5, per ottenere la funzione inversa basta riscrivere la funzione invertendo la variabile indipendente con quella dipendente: y(x)=4x+5 x(y)=(y-5)/4. Lultima espressione evidenzia come assegnato un certo valore di y, si ottiene il corrispondete valore di x. Ad esempio, posto y=7 si ottiene x(7)=(75)/4=0,5. La funzione inversa di una funzione inversa sar la funzione di partenza. 1.5) Funzioni reali di variabile reale. Si ha una funzione reale di variabile reale quando sia linsieme A, sia linsieme B, sono formati da numeri reali, quindi: f : AB con AR , BR. Ad ogni elemento di A corrisponde uno e un solo elemento di B. Una funzione reale di variabile reale pu essere rappresentata mediante delle espressioni di tipo matematico (ad esempio: y(x)=4x+5), oppure mediante il corrispondente grafico. Il dominio della funzione f(x) (cio il suo campo di esistenza, o insieme di definizione) pu essere dato dallinsieme di tutti i numeri reali, o solamente da una sua parte (ad esempio, solo i numeri reali non negativi). Consideriamo, su un piano cartesiano (x , y), il grafico di una funzione y=f(x): - ad ogni valore della ascissa x deve corrispondere un solo punto del grafico - se per ogni valore y ammissibile (compreso tra il minimo e il massimo del grafico) si ha un solo un solo punto del grafico, allora la funzione iniettiva - se per almeno un valore y si hanno pi punti del grafico, allora la funzione non iniettiva - se per ogni valore di y si ha almeno un punto del grafico, allora la funzione suriettiva 1.6) Monotonia. Consideriamo una funzione f : AB, con AR e BR (funzione reale di variabile reale). Consideriamo quindi due generici elementi appartenenti allinsieme TA, che chiameremo x1 e x2 , Qualora risulti, per qualsiasi coppia (x1 e x2), con x1 < x2 :
8

a) f(x1) < f(x2) b) f(x1) f(x2) c) f(x1) = f(x2) d) f(x1) f(x2) e) f(x1) > f(x2)

diremo che la funzione strettamente crescente in T diremo che la funzione crescente (non decrescente) in T diremo che la funzione costante in T diremo che la funzione decrescente (non crescente) in T diremo che la funzione strettamente decrescente in T

Una funzione si dice monotona quando non varia il tipo del suo andamento (monotona strettamente crescente, monotona crescente, eccetera). Una funzione si dice, ad esempio, strettamente crescente nel punto x* quando con riferimento ad un intorno di x*TA, e presi in considerazione i punti x*+h e x*-h (entrambi appartenenti allintorno di x*) si ottiene, per qualsiasi valore di h>0: f(x*-h) < f(x*) < f(x*+h) Nota: una funzione (ad esempio) strettamente crescente in un intervallo, sar crescente anche in ogni suo punto. Ma non necessariamente vero il contrario: un funzione strettamente crescente in ogni punto di un certo intervallo non detto che sia sempre strettamente crescente in tutto quellintervallo (ci potrebbero infatti essere dei punti di discontinuit). Nota: la monotonia di una funzione pu essere verificata attraverso lo studio del segno della sua derivata prima.

Potrebbero piacerti anche