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IL M R IcOR IN ROMNIA LA FESTA DELLA PRIMAVERA

Tradizionalmente i rumeni festeggiamo l'arrivo della primavera il 1 marzo... Festeggiano gioiosamente il primo giorno della primavera, che ha scacciato l'inverno. Che cos' il Martisor? Un Martisor (diminutivo di martie - marzo) una finissima spiga formata da due fili intrecciati, uno bianco e l'altro rosso, ai quali viene attaccata una piccola figurina di legno o metallo (un cuore, una lettera, un fiore, uno spazzacamino, un ferro di cavallo o un quadrifoglio), che diventa un portafortuna. Per h il rosso e il bian o ? Perch il rosso simbolizza l'inverno (forse a causa del rossore permanente del camino) e il bianco il simbolo del rinnovo, della primavera. Il Martisor si porta all'interno delle giacche o attaccato al polso. Normalmente i Martisor vengono offerti alle donne (ad eccezione di alcune regioni) con dei fiori primaverili (mughetti o violette) con l'augurio di una primavera bella e soleggiata!

La tradizione Il filo rosso bianco con un amuleto (uno scudo in oro o argento, un conchiglia) un tempo veniva legato dai genitori al polso dei piccoli, offerto dai giovanotti alle ragazze (e viceversa in Moldavia), oppure scambiato tra ragazze con l'augurio di buona fortuna, di salute "come l'argento lucido, la pietra del fiume, una conchiglia nell'acqua". I fili erano quasi sempre rossi e bianchi ma potevano anche essere neri e bianchi o d'oro e argento. Con il passare del tempo il piccolo scudo stato sostituito da vari oggetti, in oro o argento, con degli amuleti dai significati pi svariati, seri, sentimentali o divertenti. Il Martisor (che si pronuncia martzisor) o "il piccolo Marzo", veniva regalato all'alba del 1 marzo e indossato da 9 a 12 giorni, a volte fino a quando fioriva il primo albero o sbocciava la prima rosa. A quel punto veniva appeso a un ramo fiorito con la speranza di vedere i fiori sbocciare tutto l'anno. A volte invece si continuava a portarlo nei capelli. A Dobrogea, [sud est della Romania, tra il Danubio e il Mar Nero] veniva portato fino all'arrivo delle cicogne e quindi lanciato verso il cielo perch la fortuna fosse pi "grande e alata". In altri tempi le ragazze e le donne lo portavano fino al primo maggio, festa dell'estate. Lo scudo serviva a comprare del vino rosso che si beveva all'ombra, all'esterno, con chi lo aveva offerto. Aveva a quel punto la virt di proteggere le ragazze dai raggi brucianti del sole d'estate, cos come proteggeva i bambini dal freddo primaverile. Sempre un tempo si comprava del formaggio, il "cas" rumeno, per far diventare il viso dei bambini bianco come il latte. Nei villaggi della Transilvania, il Martisor rosso e bianco, di lana, era appeso alle porte, alle finestre, alle corna degli animali, ai recinti delle pecore, ai secchi dei manici, per allontanare gli spiriti malefici e per invocare la vita, la sua forza rigeneratrice, attraverso il rosso, il colore della vita stessa. Nei villaggi di montagna il primo giorno di marzo era quello in cui le ragazze si lavavano con l'acqua della neve sciolta, per essere belle e bianche come la neve.

Oggi Ai giorni nostri, tutti gli oggettini appesi con un filo rosso e bianco possono essere un Martisor. Ai nostri amati piuttosto che un semplice amuleto offriamo un gioiello . Intorno ai Martisor si sviluppata tutta un'industria e le strade pedonali, come i marciapiedi delle citt, a fine febbraio si riempiono di bancarelle e tavoli dove i venditori competono in creativit. Questa anche l'occasione per gli studenti di Belle Arti di racimolare due soldi. A volte in questi posti si trovano dei veri tesori. Ovviamente c' anche la vendita per Internet,come pure i logo proposti dagli operatori di telefonia mobile, ma i pi apprezzati restano quelli fatti a mano da chi li offre, e i bambini se li regalano con molta allegria. Ogni tipo di materiale e di tecnica usato per construire i piccoli oggetti destinati a diventare dei Martisor, la sola condizione che siano accompagnati dal filo rosso e bianco. Si usano fiori secchi, il ricamo, come piume, ceramica, vetro, ma non manca il ricorso al "kitsch".

Un po' di storia Si tratta di una tradizione specifica dei Rumeni, con ogni evidenza legata alle pratiche e credenze agricole. Il primo marzo rappresentava il ritorno della primavera, che corrispondeva al nuovo anno presso i Rumeni. Marzo era il protettore dei campi e del bestiame, un dio che impersonificava la rinascita della natura. Secondo i Traci, di cui facevano parte le Daci, gli attributi di marzo erano propri del dio Marsyas Silen, considerato l'inventore del flauto traverso, e il cui culto era legato alla madre terra e alla vegetazione. Le feste di primavera, dei fiori e della fecondit della natura erano consacrate a questo dio.

Ar heologia Su molti siti archeologici in Romania, sono stati trovati dei Martisori pi vecchi di 8000 anni, sotto forma di pietruzze di fiume dipinte in rosse e bianco, infilati e portati come collana. Il rosso, legato al fuoco, al sangue e al sole, era attribuito alla donna, alla vita. Il bianco, legato alla chiarezza delle acque e al biancore delle nuvole, era specifico della saggezza, quella maschile. Il filo intrecciato del Martisor simboleggiava dunque la coesione inseparabile di questi due principi, come movimento permanente della vita, o come un scambio di forze vitali che generano gli eterni cicli della natura. Queste corrispondenze dei due colori ai sessi sono sopravvissute fino ai giorni nostri e si ritrovano nelle tradizioni legate ai matrimoni (il pino del matrimonio in alcune regioni) e ai funerali. C' una leggenda legata a un'eclissi all'inizio del millennio, ai tempi degli antenati dei Rumeni, i Daci. Racconta che un giovane coraggioso si era recato a liberare il sole catturato da un drago. Dopo tre stagioni arriv dove si trovava il drago, e combatterono. Il suo sangue col sulla neve fresca, ed da allora che il rosso e il bianco si intrecciano per combattere i mali dell'inverno e annunciare il ritorno alla vita della natura.

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