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21-23. Quae ... amabile quicquam: la ricapitolazione dei motivi di fondo della sezione precedente: 1.

. Venere (ovvero il piacere) l'unica forza che governa la natura; 2. senza l'azione di Venere non nasce nulla "n alcuna cosa pu divenire gioiosa e degna d'amore (neque fit laetum neque amabile quicquam) ".Si noti l'anastrofe quae quoniam per quoniam quae ("E poich tu ..."). Il verbo gubernare echeggia il greco kybernan, che indica la guida della natura. L'espressione dias in luminis oras / exoritur ("sorge alle spiagge divine della luce") cara a Lucrezio per indicare la nascita di una nuova vita. 24-25. te sociam ... conor: giunge finalmente il momento della prima richiesta a Venere: l'aiuto nella composizione dell'opera: "desidero che tu (mi) sia compagna per scrivere i versi ch'io mi sforzo di comporre (pangere) sulla natura delle cose". Si noti che de rerum natura (v. 25) certamente il titolo dell' opera: spesso gli autori antichi citano, soprattutto nelle parti iniziali, il "titolo" della loro opera. In Lucrezio, l'espressione de rerum natura come autocitazione ritorna anche nel libro Iv, v. 969 e V, V. 335: essa traduce il greco peri physeos. Socius , nel linguaggio militare, l '''alleato": dunque Venere l'alleata di Lucrezio scribendis versibus (dativo del gerundivo con valore finale: "per scrivere i versi") quos egopangere conor. Il verbo conor indica lo sforzo e la fatica della composizione; poich pango usato spesso per designare la costruzione di opere architettoniche, l'effetto risultante che il De rerum natura una "faticosa costruzione" per il suo autore. 26-27. Memmiadae nostro ... excellere rebus: ecco il momento della dedica: "per il figlio a noi caro di Memmio, che tu, o dea, hai voluto che in ogni tempo eccellesse, ricco (ornatum) di tutte le virt". Poich il nome del dedicatario, Memmio, non pu entrare nell'esametro (Mem-mf-o), Lucrezio ricorre a una sorta di grecizzante patronimico, Mem-

mides "il figlio di Mernmio", coniato sul modello, fortunaro nel latino repubblicano, soprattutto arcaico, del ti Scipidas (cfr. De rerum natura, III, V. 1034). In questo modo, oltre a risolvere il problema metrico, Lucrezio "nobili formalmente il suo dedicatario, chiamandolo con un' espressione usata nella poesia nazionale romana. Com' naturale. Lucrezio afferma che Memmio una persona di grande ~ lore; ma il punto interessante - e che spiega la dedica - consiste nell' affermazione che le qualit di Memmio dipendono dal favore della divinit invocata. Cos si "salda" la dedica complesso del testo. 28. Quo magis ... leporem: "Ancor pi per questo concedi, o dea, fascino eterno ai (miei) detti". Si osservi la trip 'ce allitterazione da dictis diva. Per diva ~ nota ai vv. 10- r::;p. 40; per lepos ~ nota ai vv. 14-16, p. 41. 29-30. Effice ut ... quiescant: viene ora espressa la seconda preghiera, non pi direttamente letteraria, ma rivo a istanze della vita civile e politica: "Fa' s che (effice ut) intanto le opere feroci di guerra (fera moenera militiai), per = mari e tutte le terre,- tacciano in quiete"; moenera una gI2fia arcaica per munera; forma arcaica anche il genitivo militii per militiae. Nel verso seguente omnis la forma dell'accusativo plur. (= omnes). Si osservi che a Venere, la divinit che "risveglia" la natura (~vv. 1-22), si chiede invece -. addormentare le opere della guerra. 31-43. Per questi versi ~ Analisi del testo, pp. 47 s.: qci si danno solo alcune note di dettaglio. - Nam tu ... mortalise "Tu sola infatti puoi con una pace serena giovare ai mortali": mortalis come al solito accusativo plur. (= mortales), mpendente da iuvare. - quoniam ... regit: l'espressione belli.-=-ra moenera riprende ifera moenera militiai del V. 29. Mm'UT5 (= Mars) forma usata nella poesia arcaica; armipi5tens rr;:I composto dello stesso tipo di omnipotens, dunque "posseme nelle armi". - in gremium ... amoris: "(Marte) che spesso .

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