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L'espressione pace di Cateau-Cambrsis (2/3 aprile 1559), defin gli accordi che posero fine alle guerre d'Italia

e al conflitto tra gli Asburgo e la Francia. Furono firmati due trattati: uno tra Elisabetta I d'Inghilterra e Enrico II di Francia il primo giorno e uno tra Enrico e Filippo II di Spagna quello successivo, nella cittadina (oggi francese) di Le Cateau-Cambrsis, circa venti chilometri a Sud-Est di Cambrai.[1] La Francia e gli Asburgo (che si erano da poco divisi in due linee dinastiche: Spagnola e Austriaca) si erano combattuti quasi continuamente negli ultimi 65 anni, con qualche intervento inglese a favore dell'Impero asburgico e con l'intervento dell'Impero Ottomano a fianco della Francia. L'accordo prevedeva, da parte della Francia, la restituzione della Corsica alla Repubblica di Genova, del Piemonte e della Savoia al Duca di Savoia. Alla Francia rimanevano Calais, prima in mano inglese, e il Marchesato di Saluzzo, oltre ai vescovati di Metz, Toul e Verdun, strappati all'Impero. Ai Gonzaga veniva confermata la signora sul Monferrato. La Spagna mantenne il possesso della Franca Contea e ottenne in pratica il dominio su larga parte dell'Italia, sia direttamente (Milano, Napoli, Sicilia, Sardegna, Stato dei Presidi), sia indirettamente: infatti dalla sfera d'influenza spagnola restarono esclusi solo la Repubblica di Venezia, il Granducato di Toscana (grazie all'abile politica di Cosimo I de' Medici) ed i Savoia, in quanto i Ducati di Parma, Modena e Mantova diventarono dei vassalli spagnoli e la Repubblica di Genova, anche se nominalmente indipendente, era alleata alla Spagna gi dalla svolta filospagnola di Andrea Doria ora ne divenne di fatto dipendente dal un punto di vista militare, mentre il Papato era un alleato naturale della Spagna per gli stessi obiettivi in campo controriformistico; l'influenza spagnola sull'Italia, ottenuta con questo trattato, dur fino agli inizi del XVIII secolo. Per la Repubblica di Venezia invece la pace fu un trionfo, visto che era riuscita a mantenere intatti i suoi domini di terraferma, pur essendo stata attaccata da tutte le potenze europee. Emanuele Filiberto, Duca di Savoia, spos Margherita, sorella di Enrico II, e Filippo II ne spos la figlia, Elisabetta. La pace di Cateau-Cambrsis defin gli equilibri europei per tutto il secolo successivo, spostando il baricentro sull'Atlantico e ufficializzando la debolezza politica italiana, mentre riconosceva protagoniste della scena europea la Spagna e la Francia. Enrico II mor tre mesi dopo in un torneo tenuto proprio per festeggiare la pace: egli fu colpito a un occhio da una scheggia della lancia spezzata di Gabriele di Lorges, duca di Montgomery, capitano della Guardia Scozzese del Re, che raggiunse il cervello e provoc la sua morte.

Il Trattato di Oliva (o Pace di Oliva; in tedesco: Vertrag von Oliva, in polacco: Pokj Oliwski, in svedese: Freden i Oliva) fu un trattato firmato ad Oliwa (in latino: Oliva), presso Danzica, nella Prussia Reale il 3 maggio 1660. I firmatari furono l'Imperatore Leopoldo I, il Principe Elettore Federico Guglielmo di Brandeburgo-Prussia, Re Carlo X di Svezia e Re Giovanni II Casimiro di Polonia. La targa commemorativa recava la scritta PACIS OLIVIENSIS AD GEDANUM IN PRVSSIA. Con il trattato, Giovanni II Casimiro rinunci alle sue pretese alla corona svedese, che suo padre Sigismondo II Vasa aveva perso nel 1599. La Polonia cedette anche formalmente alla Svezia la Livonia, e la citt di Riga, che era sotto controllo svedese dal 1620.

La dinastia Hohenzollern del Brandeburgo fu anche confermata come indipendente e sovrana sul Ducato di Prussia; in precedenza, avevano gestito il territorio come vassallo della Polonia. Nel caso dell'estinzione della dinastia Hohenzollern in Prussia, il territorio avrebbe dovuto tornare alla Polonia. Il Trattato di Oliva e il Trattato di Copenaghen dello stesso anno segnarono il punto di maggior splendore dell'Impero svedese.

La pace di Westfalia del 1648 pose fine alla cosiddetta guerra dei trent'anni, iniziata nel 1618, e alla guerra degli ottant'anni, tra la Spagna e le Province Unite. Essa si divide nei due trattati firmati a Mnster e Osnabrck (ricordati, appunto, come Trattato di Mnster[1] e Trattato di Osnabrck). La pace venne poi completata con il Trattato dei Pirenei, del 1659, che mise fine alle ostilit tra Spagna e Francia.

Contestualizzazione
All'origine della guerra dei trent'anni pu collocarsi il desiderio dei principi tedeschi di porre definitivamente un freno alle aspirazioni restauratrici del nuovo imperatore asburgico, aspirazioni sostenute dalla Spagna. Tra le pretese dell'imperatore vi era, infatti, quella di privare i principi tedeschi del diritto a determinare la religione dei propri regni, sancito dalla pace di Augusta nel 1555, secondo il principio del "cuius regio, eius religio". Con il trattato di Westfalia si inaugur un nuovo ordine internazionale, un sistema in cui gli Stati si riconoscono tra loro proprio e solo in quanto Stati, al di l della fede dei vari sovrani. Assume dunque importanza il concetto di sovranit dello stato e nasce quindi una comunit internazionale pi vicina a come la si intende oggi. La pace di Westfalia fu firmata in due localit separate a causa dei dissidi tra i cattolici e i protestanti, che rifiutarono di sedere alla stessa conferenza; vennero quindi scelte due localit, Mnster per i cattolici e Osnabrck per i protestanti. I due testi, praticamente identici, riguardarono soprattutto il Sacro Romano Impero, e sancirono la sconfitta delle ambizioni asburgiche, decretando la libert degli stati tedeschi in materia religiosa e di politica estera; la Spagna continu invece la guerra contro la Francia.

Condizioni di pace
I principi sanciti dalla pace furono i seguenti:

Riguardo alla questione religiosa fu confermata la Pace di Augusta (1555), fu estesa la tolleranza anche ai calvinisti, e fu stabilito che i sovrani dovessero rispettare le minoranze religiose e che i beni ecclesiastici in possesso dei protestanti fino al 1624, non fossero restituiti alla Chiesa cattolica. I provvedimenti attinenti agli aspetti ecclesiastici includevano il divieto di persecuzione religiosa in Germania e la riaffermazione della pace di Augusta. Se per un principe si fosse convertito ad altra religione, non avrebbe pi avuto alcun diritto sulle proprie terre (misura atta a controllare la diffusione della Riforma). La pace di Westfalia determin la fine di un lungo periodo di guerre di religione: i successivi conflitti armati in Europa furono intrapresi per motivi di ordine esclusivamente politico.

Riguardo all'ordinamento interno del Sacro Romano Impero, fu riconosciuta ai principi la piena sovranit territoriale ed il diritto di stringere alleanze, purch non contro l'impero.

Riguardo ai mutamenti territoriali:

L'Europa dopo la Pace di Westfalia

Il Sacro Romano Impero nel 1648


La Francia ebbe la Lorena, Metz, Toul e Verdun e i territori asburgici dell'Alsazia, ma non i territori della citt di Strasburgo. La Svezia ricevette un risarcimento in denaro, la Pomerania Anteriore e i vescovati di Brema e Verden, che le assicuravano il controllo delle foci dei fiumi Oder, Elba e Weser, ottenendo in tal modo l'egemonia sul Mar Baltico; le fu inoltre concesso di inviare tre rappresentanti al Consiglio dei Principi dell'Impero che rappresentava uno dei collegi del Reichstag. Il Palatinato fu diviso tra il figlio di Federico V, cui fu restituita la dignit elettorale, ed il duca Massimiliano di Baviera, che ottenne l'Alto Palatinato. Il Duca di Baviera conserv il titolo di elettore garantitogli nel 1628 (il numero degli elettori venne quindi portato a otto). Il Brandeburgo (futura Prussia) ricevette la Pomerania Orientale ed i vescovadi di Magdeburgo, Halberstadt, Kammin e Minden, nonch i territori di Cleves, Mark e

Ravensberg in seguito alla risoluzione della disputa per i territori del defunto Duca di JlichCleves-Berg. I Paesi Bassi e la Svizzera furono riconosciuti sovrani ed indipendenti dall'Impero.

La Spagna, che non aveva aderito alla Pace di Westfalia, riusc ad occupare il porto di Dunkerque, nelle Fiandre, ma il Cardinale Mazarino si alle con l'Inghilterra, promettendole, in caso di vittoria, Dunkerque e la Giamaica e l'esercito francese, al comando del maresciallo di Francia Henri de La Tour d'Auvergne, visconte di Turenne, riusc a sconfiggere nella battaglia delle Dune, presso Dunkerque (14 giugno 1658) gli spagnoli guidati dal Gran Cond. Filippo IV fu costretto cos a firmare la Pace dei Pirenei (1659) che segn il declino degli Asburgo di Spagna.

Documenti d'epoca
Denuncia del trattato da parte di Innocenzo X , Roma, 20 novembre 1648.

Mossi dallo zelo per la famiglia di Dio che continuamente riempie il nostro cuore, ci siamo
dedicati con cura particolare al mantenimento dell'integrit della fede ortodossa e della dignit ed autorit della Chiesa cattolica, affinch i diritti della medesima, di cui siamo stati eletti difensori da Nostro Signore, non soffrano alcun danno da parte di coloro che ricercano il proprio vantaggio piuttosto che la gloria di Dio, ed affinch non si sia accusati di negligenza nel compito di governo, che ci stato affidato, quando dovremo rispondere della nostra condotta al Giudice Supremo. Cos non stato senza vivo dolore che abbiamo appreso come da vari articoli, tanto della pace concordata separatamente a Osnabrck il 6 di agosto dellanno 1648 tra il nostro carissimo figlio in Cristo, Ferdinando Re dei Romani, imperatore eletto, ed i suoi alleati e seguaci da una parte e gli svedesi ed i loro alleati e seguaci dall'altra, quanto della pace conclusa a Mnster in Westfalia il 24 ottobre dello stesso anno 1648 tra il detto Ferdinando, Re dei Romani, Imperatore eletto, ed i suoi alleati e seguaci da una parte ed il nostro carissimo figlio in Ges Cristo, Luigi cristianissimo re di Francia, pure con i suoi alleati e seguaci dall'altra, sia stato recato gravissimo pregiudizio alla religione cattolica, alla devozione divina, alla Sede Apostolica e romana ed alle chiese minori ed agli ordini ecclesiastici, come pure alla loro giurisdizione, potere, immunit, franchigia, libert, esenzioni, privilegi, affari, possedimenti e diritti. Poich per vari articoli, sia di ambedue, sia di uno solo di questi trattati di pace, sono stati abbandonati in perpetuo agli eretici ed ai loro successori tra le altre cose i possedimenti ecclesiastici, da essi in altro tempo occupati e agli eretici, seguaci della cosiddetta confessione di Augusta, viene concessa la libera pratica della loro eresia in vari luoghi, a loro vengono assegnati luoghi, su cui costruire templi a tal proposito; sono stati ammessi con i cattolici agli uffizi, cariche pubbliche e ad arcivescovati, vescovati ed altri benefizi e dignit ecclesiastici ed alla partecipazione nelle "preghiere principali", ossia il particolare privilegio imperiale di assegnare un limitato numero di canoni ai capitoli in Germania che la Santa Sede aveva concesso allo stesso Ferdinando, Re dei Romani, imperatore eletto; sono state soppresse nei possedimenti ecclesiastici della suddetta confessione di Augusta le annate, gli iura palatii, le confermazioni, i primi redditi papali e tutti i simili privilegi e riserve; la conferma delle elezioni o candidature dei cosiddetti arcivescovi, vescovi o prelati della medesima confessione stata trasferita al potere secolare; innumeri arcivescovati, vescovati, monasteri, parrocchie, balivati, commende, canoniche ed altri benefzi ecclesiastici e possedimenti della Chiesa sono stati concessi a principi eretici e ai loro successori in feudo perpetuo, col titolo di una dignit secolare e la soppressione della loro designazione ecclesiastica; stato decretato che contro questa pace o alcuno dei suoi articoli non debba essere citata, applicata o riconosciuta alcuna delle leggi canoniche o civili, generali o particolari, dei decreti conciliari, regole di ordini religiosi,

giuramenti, o concordati con i pontefici romani, od alcuno degli altri ecclesiastici o politici statuti, decreti, dispense, assoluzioni od altre obiezioni; il numero di sette elettori dell'Impero, precedentemente ratificato dall'apostolica autorit, stato accresciuto senza il nostro consenso e quello della suddetta Sede, e l'ottavo elettorato stato creato a favore di Carlo Luigi, conte palatino del regno, eretico; e sono state decretate molte altre cose spiacevoli da riferire, assai pregiudizievoli e dannose alla religione ortodossa ed alla suddetta Sede di Roma, alle chiese minori e ad altri menzionati sopra. Tutto ci stato compiuto nonostante il nostro venerabile fratello Fabio, vescovo di Nardo, nunzio straordinario nostro e della Santa Sede nella terra del Reno e nella bassa Germania, abbia protestato pubblicamente a nome nostro e della suddetta Sede a seguito di nostre istituzioni, e questi articoli sono stati temerariamente redatti da persone, che non ne avevano la potest; sono perci senza valore, nulli, ingiusti e come tali devono essere da tutti considerati; legalmente manifesto che qualsiasi accordo o disposizione riguardante materie ecclesiastiche, stabilito senza il consenso della Sede suddetta, nullo e senza alcun effetto o validit. Nondimeno, desiderando un rimedio maggiormente efficace per la rettifica di tutto quanto sopra stabilito, desiderando realizzare ci secondo l'obbligo dell'ufficio pastorale affidatoci dall'alto, e considerando che il preciso significato e i termini delle condizioni di ambedue i trattati di pace e di tutto quanto in essi compreso, sono ampiamente e sufficientemente espressi e contenuti nel nostro presente documento, come pure il significato e i termini di altre cose vi sono logicamente espressi e compresi, come se lo fossero parola per parola, noi, di nostra propria volont, per nostra certa conoscenza e matura riflessione e per la pienezza dell'apostolico potere, stabiliamo e dichiariamo col presente documento che i suddetti articoli di questi trattati, singolarmente e complessivamente, ed ogni altra cosa contenuta in detti trattati, che sia offensiva o rechi il pi piccolo pregiudizio, o che potrebbe dirsi, capirsi, immaginarsi o considerarsi in qualche modo dannosa o molesta, alla religione cattolica, alla devozione divina, alla salvezza delle anime, alla detta Sede Apostolica romana, a chiese minori, ordini e domini ecclesiastici ed alle loro persone, membri ed affari, possedimenti, giurisdizione, autorit, immunit, libert, privilegi, prerogative e diritti di ogni genere, con tutto quanto derivato o potr derivare da essi, sono e saranno legalmente ed in perpetuo nulli, di nessun valore, non validi, perversi, ingiusti, condannati, riprovati, vani e senza alcuna forza od effetto e che nessuno tenuto ad osservarli, singolarmente o complessivamente, anche nel caso fossero rafforzati da giuramenti, e che nessuno ha potuto o potr acquistare o reclamare per se stesso in nessun momento sulla loro base alcun diritto o carica o titolo valido o diritto prescrittivo, anche se il possesso durasse per lungo ed immemorabile tempo senza alcuna interruzione, n le sue richieste hanno alcun fondamento nella legge, cos che esse dovranno essere per sempre considerate, come se non esistessero o non fossero mai state formulate ed approvate. Inoltre, per maggiore precauzione, finch sar necessario, noi, per la suddetta volont, conoscenza, deliberazione e pienezza di potere, condanniamo, riproviamo, estinguiamo, annulliamo e priviamo di ogni forza ed effetto i detti articoli e tutto quanto di pregiudizievole stato sopra stabilito, e protestiamo contro essi e dichiariamo la loro nullit agli occhi di Dio. E per quanto necessario, ripristiniamo, ristabiliamo e reintegriamo completamente tutto quanto concerne tali materie, la Sede Apostolica romana, le chiese minori, e tutti i luoghi sacri ed il clero nel loro primitivo ed integro stato, nella stessa posizione in cui si trovavano prima di detto decreto e di qualsiasi altro accordo, trattato o convenzione, precedentemente concordato o richiesto in alcun modo o luogo, riguardante le materie summenzionate. Noi decretiamo pure che, nel caso in cui le persone summenzionate ed altre, egualmente degne di particolare menzione e designazione, aventi interessi o pretese nelle cose suddette od in alcuna di esse, non avranno consentito al presente decreto, n saranno state chiamate, citate od ascoltate, come pure se fosse obiettato che le questioni cos come riferite non erano state sufficientemente esaminate e verificate od altrimenti giustificate, questo documento con tutto quanto esso contiene, non potr mai ed in nessun caso essere contestato, invalidato, annullato o revocato con mezzi legali o polemici,

contestato per legge, od incolpato di ingiustificabili aggiunte, omissioni, nullit od invalidit, o di difetto della nostra intenzione, o di ogni altro difetto di sostanza ora imprevedibile, per quanto grave possa essere, o di ogni altra obiezione, che nasca dal campo legale o pratico, dalla costituzione o dalla tradizione, sotto qualsiasi pretesto, scusa, ragione o motivo che si possa immaginare; ma che esso e sar in perpetuo valido, saldo ed effettivo, e che estender ed otterr pieno e completo effetto e sar per il futuro inviolabilmente osservato da tutti coloro cui si riferisca o si riferir in alcun modo per qualsiasi cosa. E cos e non altrimenti dovranno sempre giudicare e decidere in tal senso in questa materia e nelle altre summenzionate, i giudici ordinali e gli uditori delegati del palazzo apostolico, come pure i cardinali della Santa Chiesa romana, i legati a latere ed i nunzi della stessa Sede e tutti gli altri, qualsiasi autorit esercitino al presente; noi neghiamo a ciascuno ed a ognuno di essi il diritto ed il potere di giudicare, dichiarare od interpretare altrimenti, dichiarando nulla e senza valore qualsiasi cosa proclamata contro il presente decreto, per proposito od ignoranza, da qualsiasi persona od autorit. Nonostante le summenzionate e tutte le altre costituzioni e decreti apostolici, generali e speciali, inclusi quelli proclamati nei concili generali, e nonostante pure, per quanto necessario, la regola nostra e della Cancelleria apostolica de non tollendo iure quaesito, e la costituzione di papa Pio IV di felice memoria, nostro predecessore, riguardante le prerogative concernenti qualsiasi interesse della Camera apostolica, che potrebbero essere presentate e registrate nella stessa Camera entro il tempo stabilito da quella costituzione, cos che non sarebbe necessario presentare e registrare nella stessa Camera il presente annuncio; nonostante anche tutte le leggi imperiali e municipali e tutti gli statuti, usanze e costumi, che pur datassero da tempi immemorabili, privilegi, indulti, concessioni e lettere apostoliche, rafforzate con giuramento o con apostolica conferma, o con altra garanzia, e concesse ad ogni e qualsiasi luogo o persona, che goda della dignit Imperiale o regia, o di qualsiasi altra dignit ecclesiastica o secolare, e designate in altre particolari guise, che richiedano una particolare interpretazione, come pure tutti i decreti simili concessi motuproprio. per conoscenza, deliberazione e pienezza di potere, anche in concistoro sotto qualsiasi tenore e forma, con qualsiasi eccezione, e altre clausole pi efficaci ed insolite, e decreti di annullamento, e insomma concessi, editi, fatti, e spesso e ripetutamente confermati, approvati e rinnovati in opposizione alle deliberazioni suddette; da tutti questi e da ciascuno di essi, e da tutti gli altri contrari, qualunque siano, noi deroghiamo e vogliamo che si deroghi; specialmente ed espressamente, perch s effettuino le deliberazioni suddette; anche se, per una sufficiente deroga, si debba fare una particolare, speciale e singola menzione, parola per parola, di essi e dei loro punti, e non con clausole generali dello stesso effetto, o una qualunque altra esposizione, o si debba per questo seguire un'altra insolita forma. Tuttavia li consideriamo come se fossero pienamente e sufficientemente espressi e contenuti in questo scritto, quasi inseritivi parola per parola e ne conservino la forma. Vogliamo che alle copie di questo documento, trascritte o stampate, con la firma di un notaio pubblico e il sigillo di una autorit ecclesiastica, dovunque e presso ogni popolo si presti la stessa fede, sia in giudizio che extragiudizialmente, che si presterebbe, se il presente documento venisse esposto o mostrato nell'originale. Dato a Roma in Santa Maria Maggiore con il sigillo del Pescatore il 20 novembre dell'anno 1648 quinto del nostro Pontificato.

La guerra dei trent'anni fu una serie di conflitti armati che dilaniarono l'Europa dal 1618 al 1648. I combattimenti si svolsero inizialmente e soprattutto nei territori dell'Europa centrale appartenenti al Sacro Romano Impero Germanico, ma coinvolsero successivamente la maggior parte delle

potenze europee, con le eccezioni di Regno Unito e Russia. Nella seconda parte del periodo di guerra, i combattimenti si estesero anche alla Francia, ai Paesi Bassi, all'Italia settentrionale e alla Catalogna. Durante questi trent'anni, la guerra cambi gradualmente natura e oggetto: iniziata come conflitto religioso fra cattolici e protestanti, si concluse in lotta politica per l'egemonia tra la Francia e gli Asburgo. Data: Luogo: Esito: Casus belli: 1618 - 1648 Europa Pace di Westfalia Defenestrazione di Praga
Schieramenti Boemia (fino al 1621) Danimarca (1624 - 1629) Svezia (dal 1630) Sacro Romano Brandeburgo Impero (1630-1635) Sassonia (1630Lega Cattolica 1635) Baviera Assia-Kassel (dal Austria 1629) Spagna Francia (dal Portogallo 1635) Province Unite Scozia (supporto) Inghilterra (supporto) Comandanti Federico V Elettore Palatino Gustavo II (m. 1632) Johan Banr Lennart Torstenson Carl Gustaf Wrangel Cardinale Richelieu Luigi II di Borbone-Cond Henri de La Tour d'Auvergne-Bouillon, Visconte di Turenne Cristiano IV Bernardo di Sassonia-Weimar

Johann Tserclaes, conte di Tilly (m. 1632) Albrecht von Wallenstein Ferdinando II Ferdinando III Arciduca Leopoldo Guglielmo Conte-Duca di Olivares Cardinale-Infante Ferdinando d'Asburgo Massimiliano I

Giovanni Giorgio I di Sassonia Effettivi ~ 400.000 (220.000 spagnoli, italiani, valloni, fiamminghi e altri sudditi degli Asburgo di Spagna[1], ~ 150-200.000 tedeschi e altri sudditi del Sacro Romano Impero come boemi, moravi, ecc.)

~ 475.000 (150.000 svedesi, 75,000 olandesi, ~ 100.000 tedeschi e 150.000 francesi)

Guerra dei trent'anni


Fasi della guerra Fase boema (1618-1625) Fase danese (16251630) Fase svedese (1630-1635) Fase francese (1635-1648)

Origine
Le cause della guerra furono varie, anche se la principale fu l'opposizione religiosa e politica tra cattolici e protestanti. La pace di Augusta del 1555, firmata dall'imperatore Carlo V, aveva messo fine agli scontri fra cattolici e luterani, introducendo il principio del cuius regio, eius religio e stabilendo che i luterani potevano rimanere in possesso dei territori ecclesiastici secolarizzati fino al 1552 (pace di Passau). Vari problemi, tuttavia, rimasero aperti: oltre al fatto che la pace era considerata, specialmente dai luterani, solo una tregua temporanea, i termini del trattato prevedevano l'adesione, da parte dei prncipi, al credo cattolico o a quello luterano, con esclusione di ogni altro credo, incluso il calvinismo, che andava diffondendosi rapidamente in varie aree della Germania. A queste considerazioni di ordine religioso si aggiunsero tendenze egemoniche o d'indipendenza di vari stati europei, rivalit commerciali, ambizioni personali e gelosie familiari. La Spagna era interessata a esercitare una decisiva influenza sul Sacro Romano Impero per garantirsi la possibilit di affrontare la guerra con gli olandesi che durava ormai da molti anni, e che sarebbe ripresa apertamente nel 1621, allo scadere cio della tregua dei dodici anni. In Germania era in corso, nel frattempo, una lotta politica fra i prncipi tedeschi e l'imperatore di casa Asburgo, il quale desiderava che il titolo di Imperatore del Sacro Romano Impero non fosse pi solamente una figura rappresentativa e un retaggio medievale, ma rappresentasse un potere effettivo sui territori che "nominalmente" appartenevano al Sacro Romano Impero, affermando cos

l'egemonia degli Asburgo su tutta la Germania e portando a compimento l'impresa fallita dal grande Carlo V. Enrico IV di Francia, in risposta, continu la politica anti-asburgica dei predecessori, convinto del fatto che, se gli spagnoli fossero usciti vittoriosi dalla guerra in Olanda e la Germania fosse caduta sotto l'egemonia imperiale, la Francia sarebbe stata schiacciata tra possedimenti asburgici su ogni lato. Questi vari fattori cominciarono a manifestare la loro importanza gi a partire dagli ultimi anni del XVI secolo. I primi scontri, di carattere religioso, si verificarono nel Sacro Romano Impero a causa del reservatum ecclesiasticum, una norma contenuta nella Pace di Augusta che stabiliva che le autorit ecclesiastiche convertite al protestantesimo dovessero lasciare i propri territori. La questione si present quando il principe-arcivescovo di Colonia si convert al calvinismo: poich l'arcivescovo di Colonia era anche uno dei principi elettori (Kurfrsten), si sarebbe venuta a creare una maggioranza protestante nel collegio elettorale. A tale prospettiva i cattolici risposero scacciando con la forza l'arcivescovo e ponendo al suo posto Ernesto di Baviera. In seguito a questo successo cattolico, il principio del cuius regio eius religio fu applicata pi duramente in vari territori, costringendo i protestanti a emigrare o ad abiurare. Un nuovo scontro religioso si ebbe nel 1606 nella citt di Donauwrth, in cui i protestanti tentarono di impedire ai residenti cattolici di organizzare una processione, dando vita ad aspri tumulti; questo provoc l'intervento di Massimiliano I, Elettore di Baviera che, appoggiando i cattolici, si impegn a ristabilire l'ordine. Questa serie di eventi fecero s che, specialmente tra i calvinisti, si prospettasse l'idea di un "complotto" cattolico per estirpare il protestantesimo. A tale presunta minaccia essi risposero creando, nel 1608, l'Unione Evangelica, sotto la guida di Federico IV del Palatinato, che possedeva uno dei territori che erano fondamentali per garantire alla Spagna l'accesso all'Olanda. I cattolici tedeschi risposero creando a loro volta, nel 1609, la Lega cattolica, sotto la guida di Massimiliano I di Baviera. A questo punto la situazione politica in Germania era matura per uno scontro confessionale. La scintilla che scaten il conflitto si ebbe nel 1618, quando l'imperatore del Sacro Romano Impero Mattia nomin re di Boemia, prevalentemente protestante, il cattolico e gesuita Ferdinando II. Questi viet la costruzione di alcune chiese protestanti, provocando una violenta ribellione, che culmin nel celebre episodio della "defenestrazione di Praga": due luogotenenti dell'imperatore furono scaraventati gi dalle finestre del palazzo reale; i due, tuttavia, ne uscirono illesi, in quanto atterrarono sui detriti del fossato del castello. Da tale episodio ebbe origine la guerra dei trent'anni, che si pu dividere in quattro periodi:

boemo-palatino (16181625) danese (16251629) svedese (16301635) francese (16351648)

Fase boemopalatina (16181625)


Alla defenestrazione di Praga segu la rivolta degli abitanti della Boemia e dei possedimenti asburgici circostanti; i ribelli elessero loro re Federico V del Palatinato, invocando l'aiuto dell'Unione Evangelica, mentre l'Imperatore invocava supporto da parte della Spagna. Morto

l'imperatore Mattia, anche l'Ungheria esplose in rivolta: dopo alcuni successi limitati dei boemi, le forze imperiali e della Lega cattolica procedettero all'invasione e pacificazione dei territori ribelli, culminata nella disfatta subita dai boemi nella battaglia della Montagna Bianca, cui segu la forzata cattolicizzazione e germanizzazione della Boemia. La repressione fu durissima: a Federico V fu confiscato il patrimonio, molte furono le condanne a morte, i beni dei nobili protestanti furono trasferiti a nobili cattolici fedeli all'imperatore e nel 1622 il Palatinato venne riconquistato dall'Impero. Dopo il ritiro dal conflitto dell'unico alleato dei protestanti, il principe di Transilvania Gabriele Bethlen, le residue forze protestanti furono via via disperse e Federico V fu costretto all'esilio; il suo titolo di principe elettore pass al capo della Lega cattolica, Massimiliano I di Baviera. Intanto nel 1621, alla scadenza della tregua dei dodici anni con l'Olanda, si riapriva il fronte di guerra tra la Spagna e le Province Unite: sotto il controllo politico-militare del conte-duca de Olivares, le milizie iberiche inizialmente misero a segno una serie di vittorie che permisero agli spagnoli di aprire nel 1625 un terzo fronte di guerra, questa volta contro i seguaci della riforma protestante situati in Valtellina.

Fase danese (16251630)


Per contrastare l'acquisto di potere da parte dei cattolici seguto alla vittoria nella prima fase della guerra, intervenne la Danimarca guidata da Cristiano IV, in aiuto dei protestanti. Il sovrano danese era politicamente sostenuto dalla Francia, che, sotto la guida del cardinale Richelieu, cominci a contrastare la politica espansionista asburgica. L'Imperatore rispose arruolando nuove truppe e assegnandole al comandante Albrecht von Wallenstein. Sotto la minaccia di due eserciti nemici, Cristiano IV sub una dura sconfitta nella battaglia di Lutter (1626) da parte del conte di Tilly, alla guida delle forze della Lega cattolica. Successivamente le truppe cattoliche invasero la Danimarca stessa, e Cristiano fu costretto a firmare la pace di Lubecca (1629), con cui si impegnava a non intromettersi nelle vicende tedesche. Inoltre Ferdinando II eman l'editto di Restituzione, in forza del quale dovevano essere riconsegnati alla Chiesa cattolica tutti i beni confiscati dopo il 1552.

Fase svedese (1630 - 1635)


La cosiddetta fase svedese della guerra vide l'entrata in campo, nel 1630, della Svezia, guidata da Gustavo II Adolfo, come difensore della causa protestante e dell'ordine nel Sacro Romano Impero. Dopo lo sbarco delle forze svedesi in Pomerania e una fase di consolidamento, Gustavo Adolfo procedette all'invasione della Germania, alleato alla Sassonia e al Brandeburgo. Gli svedesi riportarono uno sfolgorante successo nella battaglia di Breitenfeld e continuarono la loro avanzata finch Gustavo Adolfo non fu ucciso durante la battaglia di Ltzen, che segn il limite del successo svedese in questa fase. Con la morte del sovrano svedese, il partito protestante cadde preda di una serie di divisioni di cui i cattolici approfittarono per sferrare una controffensiva con l'aiuto di truppe inviate dalla Spagna. Le

armate svedesi furono duramente sconfitte nella battaglia di Nrdlingen, e dovettero abbandonare la Germania meridionale. Nel frattempo la Sassonia e il Brandeburgo abbandonarono l'alleanza con gli svedesi con la Pace di Praga. Questo successo degli Asburgo spinse la Francia a entrare in guerra.

Fase francese (1635 - 1648)

La battaglia di Rocroi (1643) fu una delle maggiori vittorie francesi della guerra La quarta ed ultima fase degli scontri, la fase francese, durata dal 1635 al 1648, fu caratterizzata dall'ingresso formale in guerra della Francia, che trasform definitivamente il conflitto da scontro confessionale a lotta per l'egemonia europea. I francesi, dopo una prima fase segnata da diverse sconfitte e difficolt militari, durata all'incirca fino al 1641, insieme alla Svezia riuscirono a far pendere definitivamente la bilancia del conflitto a sfavore delle forze imperiali. Tale risultato fu raggiunto grazie alla collaborazione degli eserciti francese e svedese, e all'abilit dei comandanti sul campo, ovvero Lennart Torstenson per gli svedesi, Luigi II di Borbone-Cond e il Visconte di Turenne per i francesi. La coalizione imperiale venne battuta in una serie di battaglie campali e le forze francesi e svedesi penetrarono nella Germania meridionale fino alla Baviera. Anche la Spagna, impegnata nei Paesi Bassi e sconvolta dalle rivolte separatiste della Catalogna e del Portogallo, si trov in gravi difficolt che culminarono nella sconfitta di Rocroi (1643) a opera delle armate francesi capitanate dal principe di Cond. Nell'impossibilit di proseguire la guerra, gli Asburgo d'Austria, detentori della corona imperiale abbandonarono i propri disegni egemonici e firmarono la Pace di Westfalia. La Spagna invece, non volendo riconoscere l'egemonia francese che si stava profilando in Europa, continu a lottare contro la Francia fino al totale esaurimento delle proprie forze, sancito dal Trattato dei Pirenei (1659).

Trattati di pace
Le trattative di pace, che si rivelarono molto complesse e laboriose, cominciarono nel 1643; ma i risultati definitivi furono ottenuti soltanto nel 1648. I trattati di pace vennero firmati nelle due citt di Mnster e Osnabrck, rispettivamente il 24 ottobre e il 15 maggio del 1648, e sono solitamente identificati con il nome collettivo di Pace di Westfalia. Tali trattati sancirono il tramonto del sogno egemonico degli Asburgo. La pace non riguardava comunque lo scontro tra Francia e Spagna, che venne risolto solo nel 1659 con la Pace dei Pirenei.

Ulteriori negoziazioni furono tenute a Norimberga, per risolvere la spinosa questione della smobilitazione e del pagamento delle truppe operanti in Germania; tali discussioni continuarono fino al 1651, e le ultime guarnigioni furono ritirate solamente nel 1654.

Conseguenze del conflitto

La firma del trattato a Osnabrck nel 1648 (dipinto di Gerard Terboch) La guerra dei trent'anni fu probabilmente il pi grave evento che coinvolse l'Europa centrale prima delle Guerre Mondiali, ed ebbe conseguenze molto rilevanti sia da un punto di vista sociale e demografico, sia da un punto di vista pi strettamente politico e culturale, come apparve chiaramente in quella che fu definita la Crisi del Seicento

Perdite demografiche ed economiche


La quantificazione dei danni riportati dalla popolazione tedesca durante il conflitto stata per anni argomento di accese dispute fra gli storici. Si ritiene ora probabile che, considerando l'intera Germania, il calo demografico si sia attestato tra il 15 e il 20 per cento della popolazione, che nell'Impero pass dai circa 20 milioni del 1618 a un totale di circa 16-17 milioni nel 1650.[2] Da zona a zona si registrano tuttavia notevoli differenze, che rispecchiano la frequenza degli scontri e del passaggio degli eserciti in ogni regione; le pi colpite furono la Pomerania, il Meclemburgo, il Brandeburgo e il Wrttemberg, mentre le regioni nord-occidentali furono in gran parte risparmiate.[2] La causa principale del calo demografico non tanto legata a eventi bellici, che contribuirono in maniera relativamente bassa, ma alla mancanza di vettovaglie e al ripetuto diffondersi di epidemie;[3] il passaggio delle truppe, in gran parte eserciti di mercenari che traevano sostentamento dal saccheggio sistematico dei luoghi che attraversavano, generava una carenza di viveri che indeboliva gli abitanti, rendendoli facile preda di malattie infettive la cui diffusione era favorita dai flussi di profughi e dal concentramento degli sfollati nelle citt. Questo ricorrere di epidemie e calo demografico, che trova riscontro in vari documenti dell'epoca, come registri parrocchiali e delle tasse, sembra comunque fosse gi, almeno in parte, cominciato prima della guerra, che quindi forse non fece altro che accelerare un processo gi innescato.[4] Dal punto di vista economico la guerra assistette a una generale contrazione economica in tutto l'Impero, cui contribuirono i saccheggi, i furti e le distruzioni indiscriminate, ma anche gli altissimi costi per il mantenimento degli eserciti mercenari. Molte citt e stati tedeschi si indebitarono per sostenere lo sforzo bellico, e dopo la guerra il recupero fu ostacolato dal fatto che l'Impero fu

coinvolto in una serie di nuove guerre con la Francia e l'Impero ottomano che, pur non coinvolgendo direttamente la Germania, richiesero nuovi sforzi economici.

Conseguenze politiche
La maggiore conseguenza, dal punto di vista politico, fu la conferma della frammentazione della Germania, che ora veniva a essere formata da stati di fatto indipendenti. Tale situazione dur fino al 1871, quando la Germania fu riunificata dalla Prussia in seguito a una vittoriosa guerra contro la Francia (vedi guerra Franco-Prussiana). La Spagna, che continu ancora a combattere con la Francia dopo la firma della pace, evidenzi chiaramente i segni della inarrestabile decadenza gi iniziata negli ultimi decenni del secolo XVI; sconfitta sul fronte pirenaico e su quello dei Paesi Bassi, tormentata internamente dalle rivolte della Catalogna e del Portogallo, si vide costretta a riconoscere l'indipendenza dell'Olanda prima e del Portogallo, che venne messo sotto protezione dell'Inghilterra. Pi tardi l'Impero diede l'indipendenza alla Svizzera. Il ruolo della Spagna in Europa veniva parzialmente ridimensionato: doveva rinunciare al suo ruolo egemonico, ma rimaneva detentrice di un vasto impero coloniale e di un esercito efficiente. La Svezia assunse invece un ruolo preminente nell'Europa settentrionale. Grazie ai nuovi strategici acquisti territoriali e al succedersi di sovrani energici, il Mar Baltico divenne a tutti gli effetti un "lago" svedese, fino a quando, agli inizi del XVIII secolo, la Russia la sostituir nel suo ruolo di potenza nell'Europa del nord. Anche la Francia usc dalla guerra rafforzata: grazie al declino spagnolo e alla frammentazione del Sacro Romano Impero, divenne una potenza di primo rango, uscendo trionfalmente da un periodo di eclissi che durava ormai da molti decenni. Da un punto di vista pi generale, la guerra segn la fine dei conflitti religiosi nell'Europa occidentale; dopo il 1648, nessuna grande guerra europea fu giustificata da motivazioni confessionali. La Pace di Westfalia viene ancora oggi considerata come uno dei cardini della concezione dello stato sovrano, e il primo trattato stipulato tra pari. Infatti i prncipi tedeschi protestanti ebbero libert di culto.

Aspetti tattici e strategici del conflitto


La guerra dei trent'anni ebbe grande importanza anche nell'introduzione di significative novit in campo militare. Da questo punto di vista pu ritenersi della massima importanza il ruolo dell'intervento svedese, in quanto l'esercito di Gustavo Adolfo rappresentava sicuramente, all'epoca, la pi moderna organizzazione bellica presente in Europa.

Innovazioni tattiche svedesi


La guerra inizi in un periodo in cui, nella maggior parte dell'Europa, erano in uso le tattiche tradizionali di tipo spagnolo, poco diverse da quelle adottate nel XVI secolo; fulcro di tali dottrine era la formazione detta tercio, un consistente gruppo di picchieri disposto in un denso quadrato e circondato da moschettieri di supporto. Nel tercio, il ruolo pi importante era affidato ai picchieri, che dovevano svolgere un ruolo sia difensivo che offensivo, avanzando a picche spianate, mentre i moschettieri avevano essenzialmente un compito subordinato, anche a causa della bassa cadenza di tiro.

Picchiere - Nell'esercito svedese i picchieri persero il loro ruolo predominante In questa situazione si distingueva nettamente, per le tattiche adottate, l'esercito svedese. Le riforme militari attuate da Gustavo Adolfo, ispirate dai provvedimenti attuati dagli olandesi nella loro decennale lotta contro la Spagna, riguardarono sia le tre armi singolarmente (fanteria, cavalleria, artiglieria), sia il coordinamento dei vari componenti l'armata.

La fanteria svedese vedeva la predominanza dei moschettieri sui picchieri, in un rapporto di circa 2:1, e l'adozione di una formazione lineare su pi file (in genere sei), che consentiva di massimizzare la potenza di fuoco dei moschettieri; questi ultimi erano addestrati a ricaricare il pi rapidamente possibile, e a sparare per salve controllate per fila, mentre le altre file ricaricavano. La cavalleria, che per il predominio dei picchieri aveva perso importanza sul campo di battaglia nei precedenti decenni, abbandonava la poco efficace tattica del caracollo e passava a una tattica pi incisiva di carica all'arma bianca (in special modo la sciabola). L'artiglieria, finora relativamente secondaria, veniva notevolmente sviluppata, con un sostanziale alleggerimento dei pezzi, la cui maneggevolezza ne permetteva ora lo spostamento sul campo, prima quasi impossibile; inoltre vennero introdotti cannoni reggimentali per appoggiare le formazioni di fanteria e venne data molta importanza alla rapidit nel caricamento.

Tali innovazioni si rivelarono decisive per l'esito del conflitto, e vennero via via adottate dai vari contendenti. Nelle battaglie che videro scontrarsi eserciti che adottavano le due diverse dottrine (come a Breitenfeld o a Rocroi), prevalse sempre la tattica svedese.

Logistica
La logistica degli eserciti impegnati nel conflitto fu sempre molto problematica. Non esistevano, all'epoca, treni di rifornimento come quelli che sarebbero stati impiegati nel XVIII secolo. Se questo rendeva possibile per gli eserciti effettuare spostamenti pi rapidi, in quanto non esisteva la necessit di trainare lenti carriaggi, il materiale per il sostentamento delle truppe era spesso ridotto ai minimi termini. La tipica politica adottata nella guerra fu l'utilizzo sistematico delle risorse del territorio. Questa spoliazione di intere regioni ebbe conseguenze molto gravi sulle popolazioni, ed era inserita in un sistema pi generale, per cui i comandanti degli eserciti traevano lauti profitti dai saccheggi sistematici. Emblematico di questa abitudine fu il comandante imperiale Albrecht von Wallenstein: al comando di un esercito da lui stesso arruolato, egli trasse enormi profitti che gli consentirono di equipaggiare il suo esercito in maniera relativamente uniforme e di aumentare di molto il numero di truppe al suo comando fino al suo assassinio. Il problema dei rifornimenti incise spesso sulle operazioni militari, costringendo gli eserciti a spostarsi a causa dell'esaurimento delle risorse locali; inoltre, si assistette a casi in cui intere armate furono decimate a causa del forzato passaggio o stazionamento in zone gi esaurite. Con il proseguire della guerra il problema logistico si fece sempre pi stringente, a causa dell'aumento del numero di uomini in campo. Molto problematico si rivel il pagamento delle truppe, che ricevevano il salario con ampio ritardo, fatto che provoc numerosi ammutinamenti, soprattutto da parte dell'esercito svedese. Una conseguenza secondaria della necessit di pagare ed equipaggiare un grande numero di truppe fu l'avvento della standardizzazione nelle uniformi e nell'armamento, per aumentare le velocit di produzione e diminuire i costi.

Il Trattato di Tordesillas venne firmato a Tordesillas, in Castiglia, il 7 giugno 1494; divise il mondo al di fuori dell'Europa in un duopolio esclusivo tra l'Impero spagnolo e l'Impero portoghese lungo il meridiano nord-sud, 370 Leghe (1.770 km) ad ovest delle Isole di Capo Verde (al largo della costa del Senegal, nell'Africa Occidentale), corrispondenti approssimativamente a 46 37' O. Le terre ad est di questa linea sarebbero appartenute al Portogallo e quelle ad ovest alla Spagna. Il trattato venne ratificato dalla Spagna il 2 luglio, e dal Portogallo il 5 settembre 1494. Il trattato era inteso a risolvere la disputa che si era creata a seguito del ritorno di Cristoforo Colombo. Nel 1481, la Bolla papale Aeterni regis aveva garantito tutte le terre a sud delle Isole Canarie al Portogallo. Nel maggio 1493, Papa Alessandro VI (spagnolo di nascita) decret nella Bolla Inter Caetera, che tutte le terre ad ovest di un meridiano a sole 100 leghe dalle Isole di Capo Verde, dovevano appartenere alla Spagna, mentre le nuove terre scoperte ad est di quella linea sarebbero appartenute al Portogallo, anche se i territori gi sotto il dominio cristiano sarebbero rimasti intatti. Naturalmente re Giovanni II del Portogallo non ne fu felice, ed apr dei negoziati con il re Ferdinando II d'Aragona e la regina Isabella I di Castiglia per spostare la linea pi ad ovest, sostenendo che il meridiano si sarebbe esteso attorno a tutto il globo, limitando il controllo spagnolo in Asia. Il trattato sarebbe effettivamente andato contro alla Bolla di Alessandro VI ma venne sancito da Papa Giulio II con una nuova Bolla del 1506. Il meridiano venne cos comunemente indicato dai portoghesi come raia (che nella loro lingua significa "confine") e, per similitudine, dagli spagnoli come raya (che ha il significato maggiormente descrittivo di "riga", intesa come scriminatura dei capelli). Poca parte dell'area appena spartita era gi stata visitata, e venne spartita in base al trattato. La Spagna guadagn territori comprendenti tutte le Americhe. La parte pi orientale dell'odierno Brasile, quando venne scoperta nel 1500 da Pedro Alvarez Cabral, venne garantita al Portogallo. Anche se la linea si estendeva in Asia, all'epoca misurazioni accurate della longitudine erano impossibili e cos sorse l'incertezza. La linea non venne fatta rispettare rigorosamente e gli spagnoli non riuscirono a impedire l'espansione del Portogallo verso ovest attraverso il meridiano. Nel 1750 il trattato di Madrid certific il trasferimento di gran parte del bacino dell'Amazzonia sotto il dominio portoghese. Alle restanti nazioni europee che conducevano esplorazioni, come Francia, Inghilterra, e Paesi Bassi venne esplicitamente negato l'accesso alle nuove terre, lasciando loro unicamente opzioni come la pirateria, fino a quando (come fecero in seguito) non rigettarono l'autorit papale sulla divisione delle terre non ancora scoperte. Il punto di vista assunto dai governanti di queste nazioni viene incarnato dalla citazione attribuita a Francesco I di Francia che chiese che gli venisse mostrata la clausola nelle volont di Adamo che escludeva la sua autorit sul Nuovo mondo. Con il viaggio attorno al globo di Magellano, sorse una nuova disputa. Anche se entrambe le nazioni concordarono che la linea doveva correre lungo tutto il globo, dividendo il mondo in due met uguali, non era chiaro dove questa dovesse essere tracciata dall'altra parte del mondo. In particolare, entrambe le nazioni sostenevano che le Molucche (importanti come fonti di spezie) si trovassero nella loro met del mondo. Dopo nuove negoziazioni, il Trattato di Saragozza del 22 aprile 1529 decise che la linea doveva passare a 297,5 leghe ad ovest delle Molucche. La Spagna ricevette in cambio un risarcimento monetario.

Riforma protestante
Riforma protestante il nome dato al movimento religioso, con rivoluzionari risvolti politici, che ha interessato la Chiesa cattolica nel XVI secolo e che ha portato alla nascita del protestantesimo. L'origine del movimento da attribuire al monaco agostiniano Martin Lutero, ma altri protagonisti importanti furono Giovanni Calvino, Ulrico Zwingli, Thomas Mntzer e Filippo Melantone. Martin Lutero con le sue 95 tesi fu accusato di eresia dai domenicani e lo convocarono a Roma per discolparsi.

Prima della Riforma: rinnovare la fede nel Medioevo


Proprio come molti altri avvenimenti storici, la riforma protestante ha una data di inizio ufficiale, che coincide con la pubblicazione delle 95 tesi da parte di Martin Lutero, affisse, secondo il resoconto di Filippo Melantone, sulla porta della Cattedrale di Wittenberg, Mercoled 31 ottobre 1517. possibile vedere dei motivi ripresi nella Riforma nei numerosi movimenti rinnovatori che attraversavano l'Europa tardo medievale; movimenti che, in genere, nascevano da piccoli gruppi della classe borghese e che reclamavano una forma di cristianesimo pi austero. Prima di Lutero, infatti, riformatori religiosi quali Jan Hus in Boemia, movimenti ereticali a Orlans, Arras, Monforte, la Pataria di Milano e movimenti spirituali quali i Catari, i Valdesi e i Begardi avevano manifestato un modo di professare il cristianesimo diverso da quello praticato dalla chiesa ufficiale. La riforma protestante era anch'essa nata come movimento dissenziente, ma riusc ad affermarsi, diffondersi ed imporsi in alcune aree d'Europa perch, diversamente dai movimenti ereticali medievali, ebbe l'appoggio politico ed economico di molti principi, che ne fecero la religione di stato. Il peculiare momento storico in cui Lutero predic fu fondamentale per la nascita delle chiese protestanti in Europa.

Le cause
La causa pi particolare fu la polemica sorta a seguito delle 95 tesi di Lutero pubblicate contro la vendita delle indulgenze in Germania e in altre parti d'Europa. Lutero appese le tesi sul portone della Cattedrale di Wittemberg come forma di protesta contro la Chiesa. Le cause della Riforma sono molteplici e spesso intrecciate fra loro:
1. Tra le cause maggiori vi fu la posizione di Lutero rispetto all'organizzazione ecclesiastica nella diffusione della parola di Dio: le messe all'epoca erano celebrate in latino ed era difficile poter leggere direttamente la Bibbia dato che questa non era tradotta nella lingua volgare (esistevano tuttavia gi traduzioni in tedesco, in italiano, in francese ecc, ma non usate nella liturgia) e quindi solo poche persone dotte potevano accostarsi alla lettura delle sacre scritture. Lutero - che era invece favorevole ad un diretto avvicinamento di tutti i fedeli alla Bibbia - nella lettura delle Scritture ravvis anche molte contraddizioni tra l'operato del clero cattolico e la stessa dottrina cristiana. Sostenendo che la Bibbia era un libro destinato all'uomo e che ogni individuo aveva il diritto di leggerla direttamente, senza l'intermediazione della cerchia ristretta del clero (dottrina del libero esame), tradusse la Bibbia in tedesco e, grazie alla precedente invenzione della stampa a caratteri mobili, del tedesco Johann Gutenberg nel 1455, ne cur l'edizione in molte copie per la successiva diffusione in Germania. La predicazione di Lutero da un lato riprese motivi anticlericali

diffusi nella societ tedesca ed europea e dall'altro propose in modo convincente e vigoroso un nuovo modo di vedere il rapporto con Dio e la Chiesa che la scrittura stessa insegnava, soprattutto attraverso una lettura rinnovata delle epistole di San Paolo. Seppe anche avvalersi di collaboratori come Filippo Melantone, umanisti e tendenzialmente conservatori, che evitarono estremismi che avrebbero reso il protestantesimo poco gradito ai principi e alle citt che ne furono i promotori. A causa delle 95 tesi esposte da Martin Lutero egli stesso fu perseguitato dalla Chiesa Cattolica che cercava in tutti i modi di eliminarlo, ragione per cui ricevette protezione da alcuni principi tedeschi. 2. Altra causa fu la rilassatezza della gerarchia ecclesiastica cattolica che perseguiva obiettivi economici e di potere (critica al potere temporale della Chiesa). Al tempo le cariche ecclesiastiche potevano essere cumulate per beneficiare di pi rendite e senza che a queste corrispondesse effettivamente lo svolgimento di un ministero ecclesiastico. Al beneficium spesso non corrispondeva l'officium. La predicazione era il pi delle volte affidata agli ordini mendicanti, mentre vescovi e abati dei grandi monasteri erano spesso membri di famiglie di nobili che si disinteressavano dell'aspetto religioso dell'amministrazione delle diocesi. Ci indebol la reazione religiosa, pi che quella politica, alle critiche teologiche di Lutero verso l'organizzazione ecclesiastica. 3. La Chiesa possedeva vasti territori e riscuoteva decime. I nobili passati al protestantesimo potevano secolarizzare queste propriet e prenderne possesso, rendendole ereditarie. Fu in questo modo che ad esempio si costitu il nucleo della Prussia, con la secolarizzazione dei territori dell'Ordine Teutonico dopo che il Gran maestro Albert di Hohenzollern pass al luteranesimo. 4. A tutto questo si intrecci il fattore politico. Il Sacro Romano Impero era un organismo complesso, costituito dall'imperatore, al tempo Carlo V , che doveva regnare con il consenso dei principi e dei feudatari. La religione divenne un importante elemento in questo equilibrio precario, a sua volta in relazione con il papato, con le altre monarchie europee e minacciato dalla Turchia nelle frontiere sud orientali.

Motivi della Riforma


Quando il cardinal Caetano cerc di ottenere da Lutero una pubblica e completa ritrattazione, poich egli non si considerava un eretico rifiut la richiesta del legato invocando la protezione del papa contro i calunniatori e i nemici: fino a quel momento Lutero non aveva mai auspicato una frattura del mondo cristiano, tutti gli scritti di quel periodo dimostrano un chiaro intento di riformare dall'interno la dottrina della Chiesa, che ai suoi occhi aveva smarrito la missione assegnatale da Cristo. Verso la fine del 1518 fu inviato a Wittenberg il giovane sassone Karl von Miltitz, parente del principe Federico, con l'incarico di convincere Lutero a rinunciare alla polemica pubblica; in cambio il papato avrebbe garantito il silenzio degli avversari di Lutero in Germania. Il monaco riformatore accett e promise di pubblicare uno scritto per invitare tutti a rimanere obbedienti e sottomessi alla Chiesa cattolica; questo testo fu intitolato Istruzione su alcune dottrine (1519). La tregua formale non dur che qualche mese giacch le universit cattoliche della Germania continuarono ad attaccare l'opera di Lutero e dei suoi seguaci, i quali replicavano per iscritto o partecipando a dispute teologiche in luoghi prestabiliti. Il pi noto di questi confronti accademici fu quello svoltosi a Lipsia nel febbraio del 1519 tra Lutero e un professore proveniente da Ingolstadt, Johann Eck. L'importanza di questo dibattito risiede nell'ammissione da parte di Lutero di condividere alcuni punti della dottrina hussita. Ci forn al papato il capo di imputazione necessario per la condanna di Lutero giacch cento anni prima il Concilio di Costanza aveva giudicato le proposizioni hussite come eretiche. Tornato a Wittenberg, Lutero si rese conto del pericolo che stava correndo e cerc di spiegare meglio la sua posizione con un opuscolo, le Resolutiones Lutherianae super propositionibus suis Lipsiae disputatis, ma il chiarimento non sort alcun concreto effetto. Nel gennaio del 1520 si riun a Roma il primo concistoro contro Lutero, ed in giugno fu emanata la bolla Exsurge Domine che intimava a Lutero di ritrattare ufficialmente le sue posizioni o di comparire a Roma per fare altrettanto, pena la scomunica: infine, il 3 gennaio 1521 con la bolla Decet Romanum Pontificem, Leone X scomunicava Martin Lutero, l'accusa era di

eresia hussita, mentre Lutero continuava la sua opera teologica pubblicando nuovi scritti che invocavano la pace e la separazione delle faccende temporali da quelle spirituali, in conformit con le teorie agostiniane che Lutero non rinneg mai.

La dottrina Luterana e le sue conseguenze


Il luteranesimo prevede un diverso approccio delle Sacre Scritture rispetto alla Chiesa Cattolica, nel senso che le dottrine della Chiesa devono essere verificate dalla Bibbia. Nel periodo medievale, la morte era continuamente in agguato e per l'uomo del tempo la preoccupazione principale era come salvare la propria anima. Anche Lutero ebbe tale preoccupazione e la super elaborando sulla sua esperienza la teoria della giustificazione per fede, ossia in pratica l'uomo pu salvare la sua anima avendo fede in Ges Cristo e negando valore salvifico alle opere buone. Altro punto della Riforma Protestante era la lettura diretta delle Sacre Scritture. Lutero notava che al suo tempo i preti non erano preparati dal punto di vista teologico e molti di essi si limitavano a recitare, non senza imperfezioni, frasi in latino. Al popolo non era permesso leggere la Bibbia, essendo questa letta in latino dal sacerdote e da quest'ultimo spiegata ad essi. Lutero provvide a tradurre la Bibbia dall'ebraico e dal greco al tedesco. Sebbene non fu il primo (esistevano numerose traduzioni cattoliche in tedesco prima di Lutero), la sua versione della Bibbia fu la pi importante in lingua tedesca. In merito all'Eucaristia, che Lutero chiamava "Sacramento dell'Altare" o "Santa Cena", egli negava la transustanziazione, presenza reale di Ges mediante la trasformazione di pane e vino in corpo e sangue di Cristo, affermando invece la consustanziazione, presenza reale di Ges insieme al pane e al vino. In merito alla Santa Cena, la cui liturgia era celebrata nella lingua del popolo ma parzialmente anche in latino, non vi uniformit di vedute da parte degli altri protestanti. La Riforma neg che ci potessero essere altri intermediari tra l'uomo e Dio al di fuori di Ges Cristo. Ne consegue il rifiuto dell'invocazione dei Santi, di Maria, e del ruolo intercessore della chiesa. La riforma nega che il cristianesimo possa avere come capo una persona, avendo come unico capo Ges Cristo. L'organizzazione delle chiese luterane era basata su tre modalit: quella episcopale, quella presbiterio-sinodale, in cui il principe rivestiva il ruolo di episcopo nel suo territorio. Le dottrine della chiesa devono essere verificate dalle Sacre Scritture: non sono pi necessari intermediari per la salvezza, viene quindi ridimensionata la gerarchia ecclesiastica. Restano come sacramenti il battesimo, l'eucarestia, nella quale si riafferma la presenza reale ma si nega (o si riduce ad opinione privata) la transustanziazione, in favore della consustanziazione, viene mantenuta parzialmente anche la confessione. Gli altri sacramenti tradizionali, come il matrimonio o l'ordine sacro non sono aboliti ma considerati riti ecclesiastici.

La Riforma fuori dalla Germania


In Inghilterra: l'indipendenza dell'anglicanesimo
La Riforma di Enrico VIII fu inizialmente uno scisma dalla Chiesa di Roma, pi che una vera e propria riforma di tipo teologico. Vennero soppressi i monasteri per redistribuire le terre e i beni ai nobili e borghesi inglesi (vedi dissoluzione dei monasteri in Inghilterra).

Enrico VIII sanzion questa separazione con importanti prese di posizione a difesa della nazione, reagendo con pugno fermo contro i dissidenti.La spaccatura, inizialmente per nulla condivisa da Enrico divenne poi una vera e propria necessit, in quanto il papa non gli concesse dei privilegi, quindi decise di protestare e prendere parte alla riforma. Fra i cattolici venne condannato a morte il filosofo e Cancelliere Tommaso Moro (1535). Fu con la morte di Enrico VIII, sotto i suoi figli, Edoardo VI ed Elisabetta I che la Chiesa Anglicana ebbe un indirizzo pi marcatamente Riformato accogliendo idee luterane e calviniste. Edoardo VI (1547 1553) successe al padre a soli sei anni quando i suoi ministri consolidarono la dottrina. Gli successe la sorellastra (Enrico VIII ebbe sei mogli) Maria I d'Inghilterra detta anche Maria la Cattolica (1553 1558) che tent di ripristinare la fede cattolica, perseguitando e sterminando i sudditi che avevano aderito alla riforma, guadagnandosi il soprannome di Maria la Sanguinaria. Spos Filippo II, re di Spagna (figlio di Carlo V) ed appoggi il marito nella guerra contro Enrico II perdendo Calais (1558). Mor in quello stesso anno. Le successe la sorellastra Elisabetta I (1558 1603), nemica del papato e della Spagna e favorevole a una Inghilterra libera ed indipendente da autorit esterne di qualsiasi tipo. Ella ripristin l'atto di supremazia e diede alla Chiesa Anglicana un ordinamento definitivo. In questi anni iniziarono le persecuzioni dei cattolici irlandesi, mentre l'atteggiamento della regina verso i numerosissimi cattolici inglesi fu pi sfumato, ed essenzialmente tollerante. Solo dopo il 1610, sia per il clima di reciproco odio religioso, sia per il sedimentarsi nella coscienza collettiva della guerra con la Spagna come di una guerra con i "Papisti" inizi una vera discriminazione aperta verso i gruppi cattolici, che oltretutto erano sempre pi minoritari. Ma la "vera" riforma inglese fu soprattutto relativi ai dibattiti iniziati nel '600, dapprima tra arminiani e puritani, poi, durante anche le guerre civili, tra decine di confessioni differenti, e tutte ugualmente ostili alla chiesa di Roma.

Nell'Europa del Nord

Nel 1527 il re di Svezia Gustavo I Vasa ader alla riforma luterana, confisc i beni ecclesiastici e si fece riconoscere dalla Dieta svedese capo della Chiesa nazionale. In Danimarca e Norvegia, il re Cristiano III di Danimarca adott il Luteranesimo come religione di stato dopo il sanguinoso colpo di stato del 12 agosto 1536 (i cui metodi furono biasimati da Martin Lutero). Il luteranesimo fu poi da lui esteso anche all'Islanda: in parte nel 1541, quando il vescovo cattolico di Sklholt fu catturato da forze danesi, e totalmente nel 1550, in seguito alla decapitazione dell'ultimo vescovo cattolico, Jn Arason.

In Italia
La riforma in Italia fu altrettanto presente come negli altri stati europei, ma qui ebbe particolari caratteristiche. Innanzitutto si afferm nelle classi colte, imbevute dello spirito umanistico e laico del Rinascimento, che vedevano nella riforma, soprattutto legata allo Zwingli e a Calvino, un'affermazione della classe borghese rispetto al tradizionalismo della chiesa romana. Il movimento prese piede anche tra il clero sia con posizione estremiste sia con posizioni moderate. Nel corso del XVI secolo si diffusero in Italia diversi circoli di simpatizzanti protestanti, fra i pi importanti quelli di Venezia, Napoli e Ferrara. In pratica l'idea dell'Italia come "isola immune" dalla riforma religiosa del XVI secolo, stata scardinata dalla critica storica recente ed ha rivelato un movimento religioso peculiare e molto diverso dall'intransigentismo tedesco. Col procedere della reazione della Chiesa romana e con la Controriforma, il movimento usc dalle ristrette cerchie intellettuali e elitarie e si propose alle masse mediante la predicazione di alcuni

frati, soprattutto agostiniani, che, col procedere del Concilio di Trento, si ritrovarono via via ad appartenere a posizioni "eretiche". Con la chiusura del Concilio di Trento e con la definitiva condanna di posizioni altrimenti moderate e, quindi, con la conseguente posizione intransigente dalla Chiesa, un numero abbastanza elevato di intellettuali e di rappresentanti ecclesiastici emigrarono in altri paesi dove tentarono di professare pi o meno liberamente la loro fede. Fra questi da ricordare l'antitrinitario Lelio Sozzini, anche per il fatto di aver dato nome a un movimento. Fu preferita come destinazione la citt di Ginevra, dove, al contrario, non era diffusa la tolleranza religiosa, per cui alcuni Italiani vennero condannati al rogo paradossalmente dagli stessi Calvinisti. Chi restava in Italia, invece, si vide costretto ad aderire a posizioni nicodemite, cio a professare il proprio credo religioso interiormente ma ad apparire, esternamente, come un cattolico per non essere soggetto a persecuzioni. Un esempio era in Renata di Francia presso la corte dei Gonzaga. Di questo movimento storico non esiste pi traccia nell'Italia attuale se non per i Valdesi, movimento riformato medievale diffuso soprattutto nella Val Pellice, che nel XVI secolo aderirono al protestantesimo ispirandosi ai calvinisti ginevrini. Determinante per la diffusione della fede evangelica in Italia stata la traduzione della Bibbia di Giovanni Diodati.

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