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Dante Alighieri nasce a Firenze nel 1265.

Il primo fatto importante nella sua biografia il primo incontro con Beatrice, identificata con Bice Portinari, figlia di Folco Portinari, morta all et di ventiquattro anni, avvenuto all et di nove anni. Quando il poeta aveva dodici anni fu stipulato l accordo matrimoniale con Gemma Donati dalla quale poi avr tre figli, due maschi, Pietro e Jacopo, tra i primi commentatori della Commedia, e una femmina, Antonia, fattasi poi suora col nome di Beatrice. Dante studia filosofia e teologia presso diverse scuole religiose fiorentine, ma gli studi non gli impediscono di partecipare alla battaglia di Campaldino del 1289, in cui i guelfi fiorentini hanno la meglio sui ghibellini. La morte di Beatrice, avvenuta nel 1290, segna molto Dante e lo spinge a scrivere la Vita Nova, un grande esempio di poesia della loda, in cui Dante aggiunge un elemento innovativo: la scoperta di poter parlare dell oggetto anche in assenza di esso, infatti la morte di Beatrice porta il sentimento amoroso verso di essa dalla dimensione umana a quella spirituale. La Vita Nova, scritta tra il 1292 e il 1294, strutturata in prosimetro: un componimento in cui si alternano parti in prosa e parti in poesia. Nell opera possiamo trovare alcuni sonetti scritti precedentemente da Dante introdotti da parti in prosa. La trama segue gli avvenimenti centrali del rapporto con Beatrice iniziando dal primo incontro con e passando per il saluto salutifero della donna in occasione del secondo incontro avvenuto all et di diciotto anni, segue poi il sogno del cuore mangiato in cui Amore d in pasto a Beatrice il cuore del poeta. Poi Dante inventa una donna schermo contro le parole dei malparlieri in quanto Beatrice era sposata. Ci provoca la negazione del saluto da parte della donna e la disperazione di Dante. Iniziano quindi i presagi della morte di Beatrice che si concludono con l avvilimento del poeta dopo la sua morte e con la mirabile visione che fa capire a Dante che non parler pi di Beatrice fino a quando non sar in grado di farlo. Dalla selezione di componimenti da aggiungere nella Vita Nova rimangono fuori alcune liriche, le pi importanti sono le Petrose e la Tenzone con Forese Donati. Le Petrose sono due canzoni e due sestine composte per una donna allusiva chiamata Pietra. In questi componimenti prevale la passione violenta del tutto diversa dal registro stilnovistico. La Tenzone invece composta di sei sonetti, tre di Dante e tre di Forese, nei quali i due amici si scambiano offese in rima per esercitazione letteraria, sfociando nella poesia comico-realistica. Nel 1295 alcune delle pi potenti famiglie fiorentine riescono a modificare gli Ordinamenti di Giustizia voluti da Giano della Bella, i quali avevano escluso i nobili dalla vita politica. L accesso alle cariche diventa cos pubblico a condizione di essere iscritti ad una corporazione. Dante, essendo iscritto alla corporazione dei Medici e Speziali, pu inizialmente entrare a far parte del Consiglio dei Trenta e poi del pi importante Consiglio dei Cento. In questo periodo c era un forte antagonismo tra la fazione dei guelfi bianchi e quella dei guelfi neri. Il papa Bonifacio VIII invia il cardinale Matteo d Acquasparta per tentare una pacificazione ma essa non riesce. Dante viene poi eletto tra i sei priori ed cos costretto a mandare in esilio alcuni amici tra i quali Corso Donati e Cavalcanti. Nel 1301 Carlo di Valois viene inviato a Firenze da Bonifacio VIII apparentemente in veste di paciere ma in realt per appoggiare i Neri. Nello stesso anno i Bianchi inviano a Roma tre ambasciatori, tra i quali vi Dante. Carlo di Valois entra con facilit a Firenze e inizia la persecuzione degli avversari, tra cui Dante, che viene colpito da una condanna a morte in contumacia e quindi costretto in esilio in diverse citt italiane tra cui Lucca, Verona, Treviso e per ultima Ravenna dove morir nel 1321. Negli anni dell esilio Dante si occupa inizialmente di due trattati, il Convivio e il De Vulgari Eloquentia. Il Convivio, risalente agli anni 1302-1307 avrebbe dovuto essere composto di 15 trattati, 14 pi uno introduttivo sotto forma di prosimetro, ma Dante ha interrotto la sua scrittura alla fine del quarto trattato probabilmente per iniziare la stesura della Commedia. Nel primo libro Dante giustifica la scelta del volgare, scelta originale per un trattato, ma egli voleva raggiungere con il suo scritto tutti gli uomini e non limitarsi solo agli intellettuali. Nei successivi tre libri Dante illustra quattro livelli, letterale, allegorico, morale e anagogico, e spiega tre sonetti. Nel secondo identifica la donna gentile con la Filosofia, nel terzo abbiamo un elogio alla Sapienza e nel quarto sono definiti i concetti di gentilezza e nobilt, intesi nel senso stilnovistico. Il De Vulgari Eloquentia, scritto tra gli anni 1303 e 1305 doveva prevedere almeno quattro libri, ma Dante lo lascia incompleto al capitolo 14 del secondo libro, probabilmente sempre per dedicarsi alla Commedia. In questo trattato Dante sceglie di usare il latino, in quanto vuole indirizzarlo verso tutti i poeti che vogliano usare il volgare illustre. Dante fa cos una distinzione tra il volgare e la grammatica, ovvero la lingua

regolata da norme precise, cio il latino. Egli afferma alla fine la necessit di definire un volgare illustre che superi i confini comunali e si affermi come volgare comune. Il De Vulgari per non si occupa solo di grammatica, ma pu essere considerato anche un trattato politico, infatti Dante afferma che una lingua del genere pu perdurare solo in particolari condizioni politiche: dimostra cos, facendo l esempio della corte di intellettuali formatasi intorno a Federico II, che si possa affermare solo con un palazzo simbolo di un potere politico centralizzato attorno al quale si possa formare una curia. Successivamente si dedica alla Commedia e all ultimo trattato, la Monarchia, la cui datazione sconosciuta. La Monarchia un trattato argomentativo scritto in latino, in quanto Dante si rivolge ai dotti e alle classi dirigenti. composto da tre libri in cui Dante cerca di convincere sull utilit della monarchia, sul fatto che il comando spetti al popolo romano e sul fatto che l autorit del monarca dipenda da Dio o dal papa. Nel primo libro si occupa della figura del monarca, arrivando alla conclusione che esso sia la persona pi giusta per comandare su un popolo in quanto possiede gi tutto e pu quindi perseguire l interesse comune. Nel secondo libro, basandosi sulla storia dell Impero Romano, afferma che questo popolo sia il pi adatto per comandare. Nel terzo libro afferma la dipendenza del potere imperiale da Dio e spiega che devono esistere due autorit distinte, la Chiesa e l Impero, entrambi dipendenti da Dio.

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