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Una signora gli intima per scherzo: «Mi raccomando, voti bene!». Gli applausi, per Giuliano Pisapia, iniziano quando spunta in via della Commenda, direzione liceo Berchet. Pisapia ci torna dopo due settimane da quel voto che – dicono i suoi sostenitori – “ha dimostrato che il vento è già cambiato”. È mezzogiorno passato da un quarto d´ora, una piccola folla punteggiata di arancione lo aspetta in strada, scrutatori e elettori delle sezioni installate nelle aule dello storico liceo si affacciano sulle porte per salutarlo e vederlo passare. Tutti lo salutano e lo chiamano per nome, senza imbarazzi né distanze: ed è proprio nella scia della "forza gentile", diventata il suo slogan (o tormentone?) che Pisapia - in silenzio elettorale, ancor più stretto dopo gli inaspettati attacchi finali del sindaco uscente Moratti, sabato sera - si limita, a voto depositato nell´urna, a salutare cronisti e fotografi con un “grazie di cuore a tutti voi per il lavoro di questi mesi”.
Titolo originale
IL CANDIDATO CHE TUTTI CHIAMANO PER NOME (LA REPUBBLICA MILANO)
Una signora gli intima per scherzo: «Mi raccomando, voti bene!». Gli applausi, per Giuliano Pisapia, iniziano quando spunta in via della Commenda, direzione liceo Berchet. Pisapia ci torna dopo due settimane da quel voto che – dicono i suoi sostenitori – “ha dimostrato che il vento è già cambiato”. È mezzogiorno passato da un quarto d´ora, una piccola folla punteggiata di arancione lo aspetta in strada, scrutatori e elettori delle sezioni installate nelle aule dello storico liceo si affacciano sulle porte per salutarlo e vederlo passare. Tutti lo salutano e lo chiamano per nome, senza imbarazzi né distanze: ed è proprio nella scia della "forza gentile", diventata il suo slogan (o tormentone?) che Pisapia - in silenzio elettorale, ancor più stretto dopo gli inaspettati attacchi finali del sindaco uscente Moratti, sabato sera - si limita, a voto depositato nell´urna, a salutare cronisti e fotografi con un “grazie di cuore a tutti voi per il lavoro di questi mesi”.
Una signora gli intima per scherzo: «Mi raccomando, voti bene!». Gli applausi, per Giuliano Pisapia, iniziano quando spunta in via della Commenda, direzione liceo Berchet. Pisapia ci torna dopo due settimane da quel voto che – dicono i suoi sostenitori – “ha dimostrato che il vento è già cambiato”. È mezzogiorno passato da un quarto d´ora, una piccola folla punteggiata di arancione lo aspetta in strada, scrutatori e elettori delle sezioni installate nelle aule dello storico liceo si affacciano sulle porte per salutarlo e vederlo passare. Tutti lo salutano e lo chiamano per nome, senza imbarazzi né distanze: ed è proprio nella scia della "forza gentile", diventata il suo slogan (o tormentone?) che Pisapia - in silenzio elettorale, ancor più stretto dopo gli inaspettati attacchi finali del sindaco uscente Moratti, sabato sera - si limita, a voto depositato nell´urna, a salutare cronisti e fotografi con un “grazie di cuore a tutti voi per il lavoro di questi mesi”.
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