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Galilei”
Lab. Biologia
microscopici che vidi e forse che furono visti, perché non trovai nessun scrittore o persona che li
avesse menzionati prima) ma con la loro scoperta pensai di aver fatto
balenare dinnanzi alla mia mente la vera e logica ragione di tutti i
fenomeni del sughero,
come ad esempio:
Secondo: sembrava non esservi nulla di più difficile da spiegare del fatto
che il sughero non assorbe acqua, anche se lasciato galleggiare su di essa
per lungo tempo, e che possa chiudere e trattenere aria all’interno di una
bottiglia, benché essa sia molto compressa e tendente ad aprirsi un
passaggio, senza lasciar filtrare neanche una bolla. Anche qui il
microscopio ci mostra che il sughero è impregnato d’aria, la quale è
contenuta nelle cellette. Sembra chiaro che né l’acqua né l’aria possono penetrare in esso,
essendovi già un intus existens. Questa è la ragione per cui pezzi di sughero sono ottimi
galleggianti per reti e tappi per fiale ed altri recipienti chiusi.
Terzo: se ci si chiede perché il sughero, quando viene compresso, si presenta così elastico e capace
di rigonfiarsi, e come può subire una così grande compressione, o contrazione delle dimensioni, e
tornare in seguito come prima ad occupare lo stesso spazio, il microscopio ci dice che l’intera
massa consiste di una infinità di cellette o vescichette d’aria, sostanza di per sé elastica, e che può
subire una notevole compressione (come potei vedere diverse volte, servendomi solo delle mie
mani, senza ricorrere a nessun congegno, e riuscendo a comprimerla a un ventesimo delle sue
dimensioni normali vicino alla terra). Inoltre, sembra che le pareti sottili che circondano i pori
abbiano esse pure una proprietà elastica, come in genere tutte le sostanze vegetali, in modo da
facilitare il loro ritorno alla forma primitiva. Noi potremmo così scoprire facilmente e con certezza
lo schematismo e la struttura anche di questi sottili setti e di numerosi altri corpi. Sembra che nulla
si opponga a ciò e che presto sarà possibile renderci ragione di tutti i loro fenomeni, cioè quale è
la causa della loro elasticità, e della resistenza di alcuni, della flessibilità e della capacità di tutti
di reintegrarsi nella condizione iniziale, della friabilità e fragilità di altri, e così via. Ma
fintantoché il microscopio, o qualche altro mezzo, non ci consentirà di scoprire il vero
schematismo o la vera struttura di tutti i corpi, dobbiamo vagare nel buio, come è successo, e fare
delle congetture sulla base di confronti e similitudini.
Ma ritorniamo alla nostra osservazione. Contai parecchie file di questi pori e vidi che vi erano
circa 40 cellule in un millimetro, 160.000 cellule in un centimetro quadrato e 64 milioni di cellule
in un centimetro cubo, un numero quasi incredibile …..>>
Il documento continua con una serie di domande e ragionamenti mediante i quali R. Hooke cerca di
comprendere le proprietà del sughero alla luce di quanto osservato al microscopio.
Hooke è il primo a descrivere le cellule, senza tuttavia coglierne il significato come unità strutturale
di tutti gli esseri viventi. È comunque una delle tappe importanti nella storia della Biologia.
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ITIS “G.Galilei”
Lab. Biologia
PROCEDIMENTO
1. realizzare una sottile sezione di sughero, depositarla su un vetrino portaoggetti con una
goccia di acqua
2. effettuare l’osservazione a piccolo ingrandimento (10X) e a massimo ingrandimento (40X);
disegnare ed illustrare, in modo approfondito, ciò che si osserva.
3. ripetere le osservazioni con elodea e disegnare a 10X e 40X
4. ripetere le osservazioni con epidermide di cipolla a 10X e 40X utilizzando anche una goccia
di Lugol
Confrontare i tre diversi tipi di cellule vegetali osservati evidenziando le analogie e le differenze.