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A cura di Luisanna Fiorini Didamatica 2001 Bari, a seguito del percorso di formazione del ForCom

di L.Fiorini

La scelta iniziale La felice esperienza di Icaro 2000, Tutor in rete, corso di formazione On-line attivato dal
FORCOM, ha visto impegnato un gruppo in costruzione e scoperta collaborativa durante il
L'approccio relazionale
primo semestre del 2000.
La formazione dei gruppi di lavoro
La qualità della formazione è testimoniata dai prodotti nati dalle interazioni sinergiche.
I link emozionali
I tutor Di particolare interesse sono state le rilevazioni fatte in merito alle dinamiche del gruppo.
Le rinunce

Grazie a Gabriella Aprilini, Giuseppe Baldassarre, Giampiero Carbone, Adina Di Cesare, Giorgio Figini,Linda Giannini,
Luisa Grana,Franco Guerra,Carlo Nati,Giovanni Pasciuti,Giovanna Piffari,Laura Vivoli,
Silvio Trotter, Alessandro Rivella, Agostino Roncallo, Giancarlo Marcheggiano, Pino Mazza
A cura di Luisanna Fiorini Didamatica 2001 Bari, a seguito del percorso di formazione del ForCom

La scelta iniziale

Il mondo della rete è come un "nuovo mondo": alcuni coraggiosi pionieri inizialmente lo visitano, rimangono affascinati, lo abitano. Pian piano il mondo si
anima, e dopo una iniziale colonizzazione basata su bisogni di sopravvivenza (l'espansione, il commercio, la sicurezza, i rapporti di forza) ecco che si
pone l'attenzione sulla dimensione culturale e artistica. Nascono così scuole, luoghi di incontro e a volte di culto, musei. La rete è giunta in questa fase.

Negli ultimi tempi c'è stata una crescita esponenziale di iniziative il cui fulcro è lo scambio qualificato di dati culturali e la formazione continua. In altri
paesi (quali Canada, USA, Francia) questa strada si sta percorrendo da tempo, ma in Italia c'è una foga pionieristica che da un lato lascia ben sperare,
dall'altro crea dubbi sulla qualità e sulla significatività di alcune proposte.

Nel panorama generale si stagliano alcune felici iniziative, tra le quali vorrei annoverare, senza enfasi autoreferenziale, Icaro 2000, una esperienza di
studio e ricerca di particolare spessore.

Icaro 2000, ovvero Tutor in rete, ha creato un gruppo di lavoro che per mesi ha interagito in ambiente FC: aula, biblioteca, sala riunioni, bacheca
personale, laboratori, tutto virtuale ma assolutamente reale, si sono popolati di 15 corsisti (inizialmente) 2 tutor, un tecnico, un direttore di corso e un
supervisore.

Come è stato selezionato il gruppo? A lungo si è dibattuto sulla modalità ottimale per la formazione di un gruppo per formazione On-line. Sono state
argomentate scelte in base ad omogeneità o eterogeneità di competenze e capacità relazionali. Il gruppo Icaro è stato formato in base ad un target alto
di competenze tecniche, esperienza in rete, testimoniata attività nell'uso scolastico delle nuove tecnologie. Ogni partecipante è stato contattato
privatamente.

L'alto target era d'obbligo per la tipologia del corso e le tematiche affrontate, ma non per l'uso degli strumenti di rete. Parallelamente, infatti, con gli
stessi strumenti, è stato avviato un altro corso, Multimedia e didattica, con un gruppo che di essi non aveva dimestichezza. Interessante è stato vedere
in questo caso la crescita sia delle competenze tecniche sia di quelle relazionali e di comunicazione in rete.

Le dinamiche successive, di collaborazione ed interazione, discendono in gran parte della scelta dalla tipologia dei partecipanti, la cui alacrità ha sorpreso
gli stessi organizzatori. Poco risalto era stato dato alla personalità e alla capacità collaborativa dei singoli, fattori che si sono dimostrati invece
determinanti per le auto-scelte e per la produzione di lavori.
A cura di Luisanna Fiorini Didamatica 2001 Bari, a seguito del percorso di formazione del ForCom

L'approccio relazionale
Ci siamo guardati intorno come gli scolari il primo giorno in una nuova classe. Questa è la sensazione che a posteriori mi è rimasta. Abbiamo girovagato
negli ambienti, annusato l'aria, curiosato con gli strumenti. Abbiamo ascoltato con attenzione i tutor. Tra gli strumenti FC messi a disposizione era
presente una mailbox personale, dalla quale abbiamo cominciato a lanciare.... biglietti di carta ai compagni di classe, informandoci su chi erano, dove
lavoravano e di cosa si occupavano. Quando si incontrava qualcuno nei "corridoi" (la chat della FC è stata molto usata) ci si fermava a scambiare quattro
chiacchiere curiose ed informali.

Alcuni hanno cominciato a scrivere, e già nella presentazione le varie personalità sono emerse. Inizialmente il tutto appariva molto ufficiale, quasi ci si
sentisse investiti di non so quale missione. Personalmente ho bombardato le aree di lavoro di messaggi, uno dietro l'altro, sia per una mia "abitudine alla
parola", sia per testimoniare la mia presenza e la mia buona volontà, e ho costretto i tutor ad intervenire pregandomi di...smettere! Mi sono così resa
conto che la mia disponibilità rischiava di soffocare e spaventare gli altri che non avevano gli stessi tempi, facendo nascere in alcuni ansia da
prestazione.

In una classe virtuale i fattori di autorevolezza e credibilità sono diversi da una situazione in presenza, poiché alcuni dati visivi, sociali, di pregresso, non
sono rilevabili. Ma nonostante ciò a breve ogni corsista ha avuto una sua connotazione precisa e di poco discosta da quello che, alla distanza, si è
rivelata la vera personalità.

La componente femminile sia all'inizio che durante tutto il corso si è distinta per una partecipazione più disinvolta e creativa, cosa che non ha leso la
qualità dei prodotti, ma ne ha a margine rafforzato l'efficacia comunicativa.

I tempi stretti e la qualità della richiesta hanno a volte fatto nascere equivoci e qualche rapporto personale si è incrinato. Grazie alla professionalità di
tutti il lavoro però non ne ha mai risentito.

In alcuni momenti di forte tensione un sorriso virtuale, una mail pacata, un messaggio nella mailbox privata hanno riportato le cose nella giusta
dimensione.

Come in molte esperienze virtuali a cui ho partecipato, ad un certo punto del percorso è nata spontanea l'esigenza di... vedersi, come per dare corpo a
rapporti tanto stretti. Alcuni hanno ovviato inviando una propria foto, ma poi non è sembrato abbastanza e sono stati organizzati incontri in presenza,
difficoltosi per la dislocazione geografica dei partecipanti.

A tutto ha posto rimedio la rete stessa, che in altri luoghi e altre situazioni ci ha fatto incontrare mostrando come presenza e virtualità trovino dei punti
di contatto e di scambio.
A cura di Luisanna Fiorini Didamatica 2001 Bari, a seguito del percorso di formazione del ForCom

La formazione dei gruppi di lavoro


La classe virtuale, in modalità asincrona, è l'ambiente ideale per la costruzione e la sperimentazione collaborativa. Dopo l'esperienza di Icaro 2000
questa convinzione si è rafforzata. Le varie aree FC hanno raccolto la produzione di materiale e sperimentazione di strumenti di rete come difficilmente
sarebbe stato possibile in presenza. La partecipazione ad una classe virtuale, essendo ritagliata su tempi autonomi e personalizzabili, è di alta qualità:
chi entra nella classe è attento, motivato, predisposto a veloci interazioni. Nella classe virtuale la presenza è reale, non sonnacchiosa e solo di facciata.

Come organizzare un gruppo in sottogruppi di lavoro? Quali modalità di scelta e formazione? Queste sono le domande a cui un insegnante (o tutor), sia
in presenza sia a distanza, deve continuamente rispondere, poiché il successo o meno di un gruppo di lavoro dipendono gran parte dalla sua costituzione
e conformazione.

Si possono portare varie argomentazioni, tutte valide e singolarmente condivisibili. Si può lasciare il tutto alla scelta autonoma dei partecipanti, si
possono creare dei gruppi con differenti e sussidiarie competenze, o creare dei gruppi con competenze settorialmente omogenee destinati a produzioni
diverse.

Una attenzione comunque va posta alla relazionalità: in un gruppo collaborativo mal vengono tollerate personalità troppo incombenti, con uno scarso
senso della interazione paritetica, che tendono ad imporre ritmi alti e non praticabili, ritagliandoli sulle proprie esigenze.

Icaro 2000 ha visto nelle sue fasi la creazione di gruppi e sottogruppi formati in varie modalità, grazie all'alto target omogeneo. I tutor hanno creato le
condizioni affinché le scelte fossero mirate e sono intervenuti laddove alcuni avevano palesato una "non scelta".

Spesso, infatti, non si vuole scegliere, ovvero si vorrebbe che altri scegliessero per noi. Non è una mancanza di interesse, ma si è verificato per la stima
professionale di tutti i corsisti e per la conseguente difficoltà a decidere.

In altri momenti la creazione dei sottogruppi è nata da decisioni autonome, e ciò poi ha dato vita a relazioni interpersonali durature, tanto che nelle
successive fasi gli interessati hanno cercato di continuare la collaborazione, in alcuni casi divenuta amicizia.
A cura di Luisanna Fiorini Didamatica 2001 Bari, a seguito del percorso di formazione del ForCom

I link emozionali
Una comunità di apprendimento, sia essa in presenza che a distanza, è soggetta a dinamiche relazionali che profondamente incidono sul risultato finale e
sul successo dell'apprendimento stesso.E' qualcosa che supera la semplice "simpatia-antipatia". Decidiamo di lavorare o collaborare con uno o l'altro
fidandoci di flussi di appercezione che non rispondono a nessun criterio razionale.
Una parola, uno sguardo, un gesto, la stessa apparenza fisica, e si decide che possiamo interagire positivamente con quella persona.
Ciò in presenza. Ma in una comunità virtuale quali motivazioni entrano in gioco? Cosa sostituisce la conoscenza diretta? Quali i fattori di scelta? Quali i
rifiuti?
Nelle esperienze di collaborazione in rete si notano a volte meccanismi di crescente insofferenza verso alcuni, o improvviso spostamento del baricentro
dell'interesse. E' come se ci spogliassimo di alcune sovrastrutture culturali che ci impedirebbero in presenza di comportarci così, mascherando disagio
dietro la facciata della buona educazione.
La rete mette a nudo le emozioni. L'apparente anonimato dello schermo e l'abitudine al palinsesto che ci consente di cancellare ciò che non ci è gradito ci
illude che ciò sia sempre possibile, e che alcuni nostri comportamenti assunti in rete esistano solo lì, all'interno della macchina, e che possiamo ignorarli
o annullarli semplicemente non accendendola.
Dobbiamo considerare invece che la rete amplifica ogni piccolo respiro. Ho già affermato che in rete le parole sono pietre, assumono una connotazione di
verità assoluta, lontana a volte dalla volontà di chi scrive. Chi legge metabolizza e percepisce secondo codici che sono propri delle relazioni in presenza,
esaspera il significato, si creano effetti di eco.
La FAD deve tenere nella giusta considerazione la possibilità, oltre a creare strumenti tecnici e supporti didattici, di predisporre strumenti relazionali
idonei. Lo stesso ambiente di apprendimento deve essere predisposto a evitare difficoltà di utilizzo, per impedire situazioni di stress in alcuni, che si
ripercuotono inevitabilmente sulla attività di cooperazione.
Altro fattore di disagio relazionale è la poca dimestichezza degli strumenti di comunicazione. Appaiono così nel WF o in ML sempre i nomi delle stesse
persone, creando pericolo di sovraesposizione, mentre chi tace lo fa per timore di non essere all'altezza di confrontarsi. Deve essere ben chiaro fin
dall'inizio che non c'è in atto nessuna gara, e che ogni contributo è prezioso, e che inoltre l'unico modo per imparare ad usare gli strumenti di
comunicazione in rete è usarli.
Molto utile per creare una situazione di fiducia relazionale è mostrare i propri errori e le proprie difficoltà a tutti, e una buona dose di auto ironia non
guasta. Si possono inoltre far vedere ai nuovi adepti le produzioni di precedenti corsi o esperienze in rete. Testimoniando così i progressi e le difficoltà
degli altri, si rassicurano tutti che la strada non è impercorribile.
Tempi e compiti troppo rigidi pongono in una situazione di tensione, dovuta a due motivi: il vedere che gli altri stanno rispettando la consegna (e che la
loro produzione è ben fatta), la non comprensione di alcuni strumenti di utilizzo e il riserbo a confessarlo. Dobbiamo purtroppo scrollarci di dosso la
formazione che abbiamo avuto nella scuola italiana, ove nel passato si premiava, si puniva, e chi non comprendeva subito era il vero colpevole.
E poi... e poi, nonostante tutti gli accorgimenti, le tecniche, le accortezze, all'interno dei gruppi si presentano situazioni di scelta o rifiuto: è inevitabile.
Siamo pronti alla scelta emozionale più di quello che pensiamo, e solo una forte dose di professionalità ci impedisce che ciò governi del tutto il nostro
fare.
A cura di Luisanna Fiorini Didamatica 2001 Bari, a seguito del percorso di formazione del ForCom

I tutor
Il tutor in rete è una figura di recente istituzione e di primaria importanza. Non è un insegnante, lo è, è di più. Deve avere una preparazione specifica
epistemologica, competenze tecniche e relazionali. A lui viene richiesto un tempo forse minore rispetto all'impegno in presenza, ma di alta qualità e
professionalità.

Il successo di una FAD si basa sì sul materiale e gli strumenti, ma soprattutto sulla capacità del tutor di fare rete: creare rapporti, moderare o sollecitare
interventi, fornire chiarimenti, osservare e non intervenire se non necessario. Una sua presenza troppo attiva monopolizzerebbe il lavoro. La sua
professionalità si rileva tanto più egli sa integrarsi pariteticamente.

In questa direzione hanno operato i tutor di Icaro 2000. Sono stati quasi i "garanti" della riuscita del percorso. E sì che ne hanno avuto di lavoro! Per
loro stessa ammissione non si aspettavano una partecipazione tanto attiva e ciò li ha costretti a ritmi serrati.

Sono intervenuti sia in area pubblica sia con msg personali, allorquando un intervento troppo "forte", una posizione personale di conflitto rischiavano di
nuocere al lavoro di tutti.

A volte ci siamo rivolti a loro come... alla nostra maestra, chiedendo magari di intervenire in questo o quel micro conflitto. Sì, non sempre riusciamo a
gettarci alle spalle alcune nostre dinamiche ancestrali di scolaretti.

Se da un lato l'alto target dei partecipanti e il livello di partecipazione li ha costretti a lavoro continuo, parallelamente lo ha agevolato. Sarebbe stato
difficile portare a compimento alcune attività con tempi così stretti se il gruppo non fosse stato diversamente composto.

Di una cosa credo non si siano resi conto: mentre loro osservavano, venivano osservati e studiati. Personalmente è stata una delle attività che in questo
percorso mi ha più fornito spunti di riflessione. Ritengo che si impari a "fare" "facendo" o, come nelle botteghe di apprendistato artigianale, "rubando
con gli occhi" il mestiere.

Ho osservato le loro dinamiche di intervento, i loro tempi, il codice linguistico, la capacità di rimanere nelle discussioni lucidi e sopra le parti. Anche in
qualche intervento "forte" sono sempre stati propositivi e pacati.

Avrei voluto che maggiore fosse stata la loro partecipazione al momento della costruzione attiva: credo che lavorando in un gruppo si possa avere un'
osservatorio privilegiato per valutare e comprendere.
A cura di Luisanna Fiorini Didamatica 2001 Bari, a seguito del percorso di formazione del ForCom

Le rinunce
Ho usato la metafora dei "pionieri" e del "nuovo mondo" per descrivere cosa sta accadendo alla formazione On-Line in Italia, e qui abuserò evocandola
ancora. Spesso nei percorsi di apprendimento c'è un abbandono dei partecipanti, come se si perdessero durante il cammino. Nel nostro caso, all'atto
della produzione degli elaborati finali, alcuni sono mancati all'appello.

Ciò non è avvenuto repentinamente, ma strada facendo: dapprima si sono diradati i loro interventi, man mano sono scomparsi.

Perché? pur essendo fisiologico, pone molti interrogativi. Se la FAD vuole essere un valore aggiunto nel campo della formazione, deve riuscire a superare
lo scoglio dell'abbandono.

I motivi possono essere molti. A volte si tratta di una sovrapposizione di impegni, per cui si opera una scelta. Ma a giocare negativamente possono
essere le dinamiche stesse del corso.

I tempi: sono un bel problema. Pur con una certa elasticità essi vanno rispettati, soprattutto in una esperienza collaborativa, in cui si è un tassello di un
mosaico. A volte, per i motivi più disparati, per qualche giorno si è impossibilitati ad accedere in rete. Al momento del rientro si stenta a riprendere il
ritmo, con frustrazione non si comprendono i discorsi, e man mano si perde interesse. Si dovrebbero attivare delle aree per il recupero, zone intermedie
in cui o il tutor o un gruppo di appoggio possa far recuperare lo svantaggio. In questo caso è utilissimo il lavoro in tandem, ovvero l'affiancare due
corsisti, magari con competenze sussidiarie, perchè in caso di necessità si supportino vicendevolmente.

Esiste un malinteso di fondo che a volte porta, per orgoglio, a non confessare alcune deficienze conoscitive o di strumenti o di ambienti, per cui l'accesso
ai dati risulta difficoltoso. Qui sta all'abilità del tutor cogliere i segnali di disagio ed intervenire tempestivamente.

Altro caso potrebbe essere una sorta di mobbing di gruppo, che non in modo evidente ma con costanti disconferme potrebbe mettere in difficoltà. Anche
in questo caso la vigile presenza di un tutor è importante.

Nel nostro caso penso si sia trattato di sovrapposizione di impegni, con conseguente rinuncia.

Rimane sempre, pur nella soddisfazione dell'esperienza, una piccola ombra sull'opportunità di conoscenza non colta e sulla mancata collaborazione.

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