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SCHEDA DI LETTURA

Autore: David Grossman


Titolo: "Qualcuno con cui correre" ("Misheu Laruz Ito")
Data e luogo di edizione: -originale: Tel Aviv, 2001
-italiana: Milano,
2001,
Casa editrice
Mondadori

Narratore: Il narratore è esterno, ma la sua presenza non è


del tutto "invisibile". Infatti, anche se non parla mai in prima
persona, inteviene con le sue considerazioni. Conosce ogni
pensiero dei personaggi nei minimi particolari ed è in grado di
trasmetterci con le parole i loro stati d'animo.

Trama dell'opera: I protagonisti del romanzo sono sue


sedicenni che non si conoscono, Assaf e Tamar. Assaf è un
ragazzo timido che lavora temporaneamente in un municipio,
mentre i suoi genitori sono in America, dalla sorella Reli. Gli viene
affidato l'incarico di ritrovare il proprietario di un cane trovato
dall'accalappiacani, lasciandolo correre e inseguendolo. Assaf
segue il cane, che in realtà è una femmina, e si ritrova in strane
situazioni. Contemporaneamente conosciamo Tamar, ragazza
forte e determinata, che ha escogitato un ingegnoso ma
pericoloso piano per salvare il fratello Shay, tossicodipendente,
sfruttato da una banda di "agenti di spettacolo", in realtà
criminali. E' lei la padrona del cane, Dinka. Assaf, seguendola,
conosce Teodora, una monaca greca dell'isola di Lyksos, che gli
racconta di Tamar. Assaf si innamora subito dell'immagine che la
monaca dà della ragazza. Teodora sa che si è cacciata in un
brutto guaio, ed è preoccupata per lei, così incarica il ragazzo di
cercarla per assicurarsi che stia bene. Tamar, nel frattempo, si è
già introdotta nell'ostello in cui i malfattori tengono Shay ed altri
ragazzi che, spinti dal desiderio di diventare degli artisti, si
ritrovano a fare concerti per strada e a dare tutto il ricavato a
Pessah, il capo della banda. Tamar, bravissima cantante, riesce a
stupire tutti cantando con Shay, che suona la chitarra elettrica,
davanti a tutti. Scambia solo poche parole con il fratello, che
sembra totalmente diverso, stanco e disperato. Pessah ordina ai
due di fare un concerto insieme ed è proprio in quell'occasione
che Tamar fugge col fratello e si rifugia in una grotta per iniziare
la disintossicazione di Shay. Nella fuga, però, perde Dinka ed è
qui che le due storie si collegano.
Assaf, dopo aver chiesto consiglio a Karnaf, suo "quasi cognato",
cioè l'ex fidanzato della sorella Reli, inizia, insieme a Dinka, la
ricerca; a poco a poco ricostruisce frammenti della vita di Tamar,
ma le varie notizie sono contrastanti. Secondo alcune fonti è
cieca, secondo altre drogata e Assaf comincia ad essere
affascinato da lei, e la voglia di trovarla aumenta. Infine, conosce
Leah, la migliore amica di Tamar, che lo conduce da lei.
Il primo incontro tra i due è brusco, perchè Tamar lo scambia per
uno dei criminali. Ma a poco a poco, i due si conoscono meglio,
attraverso i loro sguardi, e Assaf decide di restare con lei ed
aiutarla. Shay è in preda alle continue crisi di astinenza, ma alla
fine Assaf e Tamar riescono a farlo stare meglio. Proprio quando
la magia sboccia come un fiore tra i due ragazzi, però, Pessah e i
suoi scagnozzi li trovano. Gettano a terra Assaf e Tamar e offrono
a Shay della droga. Inizialmente ne è attratto, ma poi apre gli
occhi e capisce che non ha più bisogno di quella roba e rifiuta. In
quel momento, arriva la polizia chiamata da Karnaf, e la vicenda
si conclude nel migliore dei modi. Shay torna a casa dai genitori,
che ormai avevano smesso di cercarlo, un po' per rassegnazione,
un po' per rabbia. Tamar decide di passare un ultima notte nella
grotta, per separarsi da quel luogo come si deve. Assaf e Dinka
vanno con lei. Per la prima volta la ragazza mostra la sua
debolezza, piangendo sulla spalla di Assaf, nel quale ha trovato
un amico, un compagno di vita col quale condividere la sua folle
corsa.

Fabula-intreccio: Fabula e intreccio non coincidono


assolutamente. Infatti tutto il romanzo si basa sul rapporto tra
passato e presente, che spesso si fondono per poi scindersi
nuovamente. Le analessi occupano intere pagine; le prolessi sono
invece meno, ma comunque presenti in gran numero. Alla fine,
fabula e intreccio si riuniscono definitivamente, perchè le storie
dei due protagonisti diventano una sola.
Tempo della storia: La vicenda si svolge in poco più di un
mese, nell'epoca attuale (2001).

Tempo della narrazione: L'anno in cui si svolge la


vicenda non è esplicitamente riferito ma si capisce dagli eventi e
dalle marche temporali a cui fa riferimento, prima fra tutte la
guerra tra Israele e gli stati musulmani vicini, che però non è
trattata a lungo. Le altre marche temporali sono il mondo del
calcio, di cui è appassionato il protagonista, la televisione e i
videogiochi. Le digressioni non sono molte, in realtà, poichè la
storia è ben incentrata sui personaggi principali. Anche le ellissi e
i sommari sono pochi, essendo piuttosto corto l'arco temporale
nel quale si svolge l'azione. Leggendo il romanzo, si ha
l'impressione che il tempo non sia importante per capire il
romanzo; è soltanto un elemento che fa da sfondo, come tanti
altri.

Spazio: Il romanzo è ambientato nello stato di Israele,


prevalentemente a Gerusalemme, nei suoi svariati quartieri. Non
è però la città che tutti noi siamo abituati a vedere in tv, non è la
"città santa", teatro di infiniti scontri, da anni protagonista delle
prime pagine dei giornali. Somiglia alle grandi città occidentali,
dove la violenza si manifesta tra le bande di malviventi e gli
sbandati che vagano senza fissa dimora, dove si possono
incontrare tossicodipendenza e prostituzione e il disagio giovanile
non è solo un problema marginale. Al contrario del tempo, lo
spazio è un elemento molto importante nel romanzo di Grossman,
perchè sono proprio le strade, per le quali Assaf corre con Dinka e
Tamar e gli altri ragazzi sfruttati da Pessah cantano, suonano e
recitano, che supportano e spiegano meglio ogni azione, ogni
minima vicenda.
Gli ambienti sono spesso descritti minuziosamente, ma non è a
mio parere una peculiarità del romanzo. Infatti, credo che l'autore
non abbia utilizzato le sequenze descrittive per darci l'idea di un
vivo realismo, ma solo perchè è proprio il contesto che esprime i
sentimenti e le idee dei personaggi.

Personaggi:
-Principali:
Assaf. Il protagonista è un comune ragazzo sedicenne, timido e
impacciato, che vive la vita tipica dei suoi coetanei, tra scuola,
famiglia, lavoretti estivi, amici, ragazze e passatempi. E' alto e
corpulento, ha il viso serio e infantile, i capelli neri che gli
ricadono sulla fronte e dei brufoli sparsi sulle guance. Non c'è una
vera e propria descrizione fisica, ma i tratti del suo aspetto fisico
vengono presentati a poco a poco, come succede con quasi tutti
gli altri personaggi. Ha dei genitori che ama moltissimo e due
sorelle, Reli e Muki, che però, al momento della vicenda, sono
negli Stati Uniti. Il suo migliore amico è Roy, un tipo carino che ha
molto successo con le ragazze, di cui Assaf è inconsciamente
invidioso. E' arrabbiato con lui perchè da quando ha la ragazza
non fa che infastidire Assaf, cercando di combinare una storia con
Dafi Kaplan, amcia della sua Meital. In realtà Assaf non ha
bisogno della sua amicizia, perchè ormai non è che un continuo
susseguirsi di apparenze e falsità.
L'incontro con Dinka fa entrare in contatto Assaf con se stesso,
mettendo in gioco l’identità che gli altri gli avevano dato, di cui lui
non aveva mai dubitato. Il viaggio nella vita di Tamar permette
ad Assaf di crescere, rivalutare precedenti pensieri e maturare
una consapevolezza di se che lo porta a mostrarsi com'è
veramente.
Ha una grande passione per la fotografia, ma non ne parla molto
spesso, a causa della sua timidezza e del suo carattere schivo e
introverso.
Si può dire quindi che il personaggio di Assaf subisce una violenta
evoluzione durante il corso della storia.

Tamar. E' un personaggio che riesce subito ad affascinare. Di


sedici anni, è una ragazza estroversa e ribelle, piccola e fragile
ma determinata e con una voce bellissima. Ha una folta criniera
di capelli neri e ricci, sempre scarmigliati, che poi si trova
costretta a rasare a zero.
Ha elaborato un piano per far fuggire il fratello Shay dal luogo in
cui una banda di malfattori che sfruttano i ragazzi talentuosi lo
tiene segregato, e ha preparato una grotta in una valle solitaria,
portandoci tutto il necessario, per far fronte alle sue ipotetiche
crisi di astinenza.
La sua è una vicenda strana, di cui ricostruiamo i pezzi man mano
che prosegue la storia. Biasima i suoi genitori, che sono a casa
ignari di quello che sta facendo la figlia, perchè non hanno saputo
reagire a ciò che stava accadendo a Shay, e si sono arresi di
fronte alle difficoltà.
Nonostante la sua giovane età, appare tanto matura da
cimentarsi in quest'ardua impresa, con conseguente successo. La
sua personalità è tanto complessa quanto interessante. Ha due
migliori amici, Idan e Adi, con i quali però non riesce più a capirsi.
Ha invece altri grandi "compagni di vita", come Teodora e Leah,
senza i quali non riuscirebbe a vivere. Tiene un diario fin da
quando è piccola e vi annota tutte le sue sensazioni e i suoi
pensieri. Tenendo conto delle informazioni contenute in esso e di
quelle che danno i vari personaggi che Assaf incontra durante la
corsa con Dinka, appare come un personaggi dai mille volti. C'è
chi la crede cieca, chi la crede una deliquente e una
tossicodipendente, o chi semplicemente ha imparato a conoscerla
e a capirla, e la ama per quello che è realmente. Tutta la sua
forza, che la porta a realizzare il suo piano e a riportare il fratello
a casa, viene meno quando, sfinita e sollevata, si lascia andare ad
un pianto liberatorio sulle spalle di Assaf.

Shay. Il fratello di Tamar è un ragazzo di diciotto anni,


affascinante e bravissimo alla chitarra, tanto da essere definito "il
nuovo Hendrix". Ha la convinzione che per suonare proprio come
quest'ultimo debba per forza assumere droga e così finisce per
perdere se stesso e ritrovarsi in una situazione disperata, dalla
quale non sa uscire. Alla fine, però, salvato da Tamar e riportato
ad uno stato più lucido, capisce che si può essere artisti anche
senza la droga e decide di essere finalmente protagonista della
sua vita. E' una figura contraddittoria, fragile, insicura e piena di
debolezze. Ha uno spiccato senso dell'umorismo, ma è
insofferente ad ogni genere di disciplina o imposizione. Tenero nei
confronti di Tamar, ma talvolta aggressivo e prepotente con gli
altri. Era diventato insopportabilmente arrogante negli ultimi
tempi, quasi come se volesse rivestirsi di una corazza a
protezione della propria vulnerabilità.

Teodora. E' una vecchia monaca che vive in una torre a


Gerusalemme, dalla quale non è mai uscita per cinquant'anni. E'
una donna piccola e mingherlina che indossa una tunica nera e
un copricapo lanuginoso. Parla un ebraico bizzarro, dal suono
antico, perchè in realtà è greca. Viene dall'isola di Lyksos. Era
stata mandata lì per accogliere gli eventuali pellegrini di Lyksos
che venivano a Gerusalemme. Nel 1951 però, un terribile
terremoto aveva fatto sprofondare l'isola e quasi tutti gli abitanti
erano morti. Perciò, nessun pellegrino è mai arrivato a
Gerusalemme, ma lei continua ad aspettare, per non venir meno
alla promessa fatta. Conosce il mondo attraverso gli altri e ciò che
gli viene raccontato. Alla fine, esce dalla sua torre per aiutare
Assaf a distrarre i malfattori contro i quali Tamar lotta e quindi,
viene in contatto con la vita vera.

Dinka. Ho deciso di inserirla tra i personaggi (e tra quelli


principali) perchè, anche se è un cane, può essere considerata la
"protagonista" del romanzo. Infatti ,è correndo dietro a lei che
Assaf trova Tamar. E' come se Dinka guidasse i due ragazzi, e il
lettore, alla scoperta di qualcosa di nuovo e incredibile.

-Secondari:
Leah. Amica di Tamar, è una donna alta dall'aria severa, con
lunghe cicatrici mal rimarginate sul viso. Senza di lei, il piano di
Tamar non avrebbe mai potuto essere portato a termine.
Pessah. E' il capo della banda di delinquenti. E' un uomo
massiccio dall'aria losca.
Shelly. Ragazza che Tamar conosce nell' "ostello" che gestisce
Pessah. Alla fine muore di overdose.
Matzliah. E' un ragazzo che da piccolo ha subito un incidente al
viso e ora è schernito da tutti i suoi coetanei. Per sfuggire alla
disperazione il ragazzo si è chiuso nel suo mondo ed è estraneo a
quasi tutti gli avvenimenti esterni ad esso.
Karnaf. Grande amico di Assaf, è l'ex fidanzato di sua sorella Reli.
Grazie al suo intervento, Pessah viene arrestato.
Genitori di Tamar. Non appaiono quasi mai nel romanzo.
Roy. Amico di Assaf, ora ragazzo superficiale e egoista.
Dafi. Ragazza con la quale Assaf esce. Tra i due, però, non c'è
nessun tipo di feeling.
Idan e Adi. Amici di Tamar, vengono solo nominati.
Genitori di Assaf, Reli e Muki. Famiglia di Assaf, che si trova negli
Stati Uniti.
Genitori di Pessah. Vecchietti apparentemente innocui che in
realtà gestiscono insieme al figlio un giro di sfruttamento.
Miko. Uno dei "collaboratori" di Pessah.

Ritmo della narrazione: Il ritmo è lento all'inizio e poi si


velocizza sempre di più, fino a diventare sostenuto e incalzante.
La distribuzione tra sequenze descrittive, narrative e riflessive è
piuttosto omogenea.

Uso della lingua: Il registro linguistico utilizzato è di livello


medio. Infatti il linguaggio non è eccessivamente ricercato, ma
giovanile e vivace. E' però estremamente poetico, e infatti non
mancano le figure retoriche, come similitudini e metafore. Ci sono
molti termini ebraici e greci, quando parla Teodora, che non sono
stati tradotti. Sono presenti quindi anche alcune note, per
spiegare queste parole.

Valutazione personale: Il libro, oltre ad essere


estremamente piacevole da leggere, fa riflettere su alcune
tematiche importanti quali l’adolescenza e tutti i problemi ad
essa correlati (incomprensione tra genitori e figli, ribellione, voglia
d’indipendenza, droga, trasgressione). E' un elogio alla
solidarietà, all'amicizia, all'amore in ogni sua forma e alla
generosità. Offre a mio parere un affascinante affresco della città
di Gerusalemme, così piena di contraddizioni, sospesa fra antico e
moderno. I personaggi sono fragili, coraggiosi e autentici,
portatori del comune bisogno di amare e di essere amati. La
storia è originale e intensa, commuove e fa sognare. In alcuni
punti sembra di essere dentro a quel mondo così ben creato e di
vivere l'avventura con i due ragazzi.
E' una lettura che sembra difficile e che all'inizio procede lenta,
ma nello stesso tempo seduce e invita a continuare. Coloro che
hanno la costanza di arrivare fino alla fine sono ricompensati da
emozioni forti e da un meraviglioso messaggio d'amore. Il
significato di tutto il romanzo infatti si coglie solo alla fine,
quando, voltando l'ultima pagina, si ripensa a ciò che si è letto e
un timido sorriso appare involontariamente sul volto.
Grossman è stato davvero molto abile nel saper descrivere, con
dettagli accuratissimi, le vite parallele dei due protagonisti, che si
avvicinano sempre di più fino ad incontrarsi bruscamente. Penso
inoltre che l’autore abbia avuto una capacità notevole anche nel
riuscire ad entrare nella testa di due adolescenti e abbia mostrato
un profondo rispetto per le scelte oneste ed a tratti folli di un'età
così complessa.
E' secondo me uno di quei libri che ti spingono ad andare avanti,
che ti fanno tornare volentieri a casa per metterti in poltrona a
leggerli, che porti con te dappertutto e che "divori" impaziente di
conoscere il finale.

Citazione: « Nessuno dei ragazzi, però, parlava mai di Miko,


dei suoi amici, o di quello che facevano. Vivevano fianco a fianco
con quei delinquenti, passavano con loro parecchie ore al giorno,
mangiavano, viaggiavano, si esibivano accanto a loro ed era
come se non vedessero e non sentissero niente. Nessuno parlava
di ciò che avveniva veramente. [...] Una notte, di ritorno da uno
spettacolo a Nes-Zona, mentre se ne stava rannicchiata sul sedile
posteriore in preda alla fame, si disse che cominciava a capire gli
esseri umani che si abituano a vivere in regimi totalitari e
oppressivi, isolandosi da quello che gli accade intorno. Se infatti si
fermassero a pensare, a meditare sulla situazione ammettendo
con se stessi, in assoluta onestà, di essere dei collaborazionisti,
morirebbero di vergogna ».

Commento: Ho scelto questa frase perchè mi ha colpito la


riflessione su come gli uomini, per continuare a vivere, facciano
finta di non vedere e non sentire niente, per non ammettere di
non essere nessuno, di essere solo fragili e sottomessi al potente.
Condivido in pieno quindi il pensiero di Tamar.
Per ognuno è più semplice chiudere gli occhi e rifugiarsi nel
mondo che si è creato piuttosto che tenerli aperti ed affrontare la
vita. Spesso però la via più facile non è quella più giusta. Se
assistiamo a qualsiasi azione che crediamo sbagliata e facciamo
finta di niente, siamo più colpevoli di chi commette l'errore. Non
possiamo assistere impotenti alle ingiustizie del mondo, abbiamo
il dovere di ribellarci. Per noi stessi, per le persone che amiamo,
per regalare loro un mondo migliore. Non dobbiamo stancarci di
correre, di avanzare verso quel dolce sogno che rende gli uomini
coraggiosi.

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