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Nel labirinto della vita

Sperduto sradico
passi a fatica
nel labirinto della vita,
l'eco dei silenzi
si mischia nelle vene,
le violacee palpebre stremate
sono immerse in estasi di solitudine.
Rassegnato nell'abisso
dell'eterno vuoto
sussurro pietà
al suono incalzante
del copione dei giorni.
Provando ad immaginare
acque limpide
dai riflessi smeraldo
assimilo ogni sfumatura
da ogni lacrima di sangue.
Il volto sfregiato
da gocce taglienti
e il vento impetuoso
a spazzare le pagine del tempo.
Rimango fermo, immobile,
rotolando nella sofferenza,
proiettato nel nulla,
ignorato dal destino.
E, rimango fermo, immobile,
la pioggia, a impregnarmi l'anima.
Vuoto presente

Osservo impietrito
macerie in orgasmo
muti sospiri imprecare
inzuppati marcire
in paesaggi d'abbandono.
S'affoga lo sguardo
s'annida il pensiero
la mente deraglia
in fumante apnea
vacilla imbrattata
raffioran spettrali
ronzii di morte.
Esausto marchiato
sollevo macigni
di vuoto presente.
Lacerante vita

Pallida luce
angoscianti silenzi
tremolanti ricordi
attanagliano la mente.
Impetuosi turbinii
pungenti roventi
assonanti rumori
raggomitolo implosioni
imprimo rabbia
insabbiato indigesto
antichi rancori
tracce scolpite
vibranti tuonanti
offuscati pensieri
cicatrici struggenti
dileguato vago
imprigionato scavo
annientato disorientato
lacerante vita.
Ceneri del tempo

Sagome d'ombre intorpidite


nubi grigie ammassate
serpeggiare di lampi
scalpitanti fermenti.
Sordi cigolii
nello scrigno dei ricordi
mosaico d'immagini
lieve fruscio
effimeri sorrisi
torbido mare
sbigottito scandisco
soffocato dalle ceneri
il tempo.
Vita interiore

Incupita notte
tra melma fanghiglia
nel geronto canneto
lancinante cadenzare
di passi districati.
Minuziosi echi
lacerante cornice
d'eloquenti richiami
d'orripilanti fremori.
Incrinato esanime
pavoneggio terrore
mirabile palesare
palpitante grigiore.
D'improvviso m'irradio
lampante bagliore
lucciole infuocate
ignare emanano
vita interiore.
Solitudine compagna

Intrecci d'ombre in fuga


immagini ricordi
risuonano stridenti
sgorgando nelle vene.
Castelli decaduti
sentieri ardui oscuri
echi struggenti
macchie indelebili
tortuose vie mentali
bisbigliano assiepate
in vicoli esanimi.
Soffocato dal grido
impallidisco sprofondo
ferite aperte
sanguinanti ricordi
tentazioni eccessi
dannati bordelli
sogni infranti
il tempo volato
il treno passato.
Plasmato dal vagare dei sensi
annodo ibride memorie
invaghito scruto
tra le piaghe dell'anima.
Arpeggiando risuona
amara armonia
rabbrividisco in silenzio
tra bivi annebbiati
frastuoni sconnessi
solitudine compagna.
Annegato nella mente

Striscio tra cocci


di specchi frantumati
ruderi spinosi
siderali nebbie
spruzzi di memorie
nel vortice snervante
dissipato del passato.
M'impregno squarciato
da mente annegata
a stento sto a galla
esausto nutrito d'abbandono
naufragata speranza
intravedo luci soffuse
miraggi di clessidre
inabissate nel tempo.
Armoniche tenebre

Impronte sbiadite
folate rabbiose
follie contagiose
apparizioni disperse
ritirato isolato
richiamo imploro
collera ira
angoscia scrosciante
affamato assaporo
armoniche tenebre.
Logorante oscurità

Accecato intravedo
linee azzurre
infiniti orizzonti
di lontani mari.
Vorticosi miraggi
sgretolano crepe
imprimono traiettorie
d'impalpabili letture.
D'improvviso un tonfo.
Lo sguardo carezza
devastata natura
lacrime saline
urla silenti
intriso sommerso
da logorante oscurità.
Bianca amante

Rintanato nel frastuono del silenzio


m'irraggio nel ricordo
tra luci e ombre del passato.
Richiamo d'echi
sangue avvelenato
risucchiato catturato
d'abile ammaliatrice
onnipresente fissazione
iniezione di forza
retrogusto amaro
nella gola secca
caduto nella morsa
trappola infedele
cristallina bianca amante.
Meccanismo distruttivo

Soffice neve
libera sensazione
effetto anestetizzante
insensibilità al dolore
mania di persecuzione.
Annullamento di volontà
in cerca di fuga dalla realtà.
Occhi sbarrati
dipendenza fisica e mentale.
Scompare l'effetto
sensazione di vuoto
inquietudine insoddisfazione
dal paradiso all'inferno
una nuova pista
meccanismo distruttivo.
Equilibrio instabile

Scivolando nell'oscurità
planando sul dolore
calibrati gesti
sospiri affannosi ansiosi
nervi isterici
tenebre glaciali
ornate da filo spinato.
Cadono petali
di sogni trapassati
ambizione sotterrata
sofferenza indicibile
equilibrio instabile.
Inevitabile depressione

Ti posavo con cura


formando righe perfette
su pianali lucidi
che ora non mi rispecchiano più.
Aumento cardiaco
reattività fisica e mentale
alterazioni d'umore
istantaneo benessere
ansia paranoia insonnia.
Polvere sottile
isolamento sociale
disfunzione sessuale
formicolii ridotto appetito
provocatoria dipendenza
petrolio bianco
inevitabile depressione.
Inconscio demolitore

Vagando in labirinti infiniti


sconcertato e tramortito
acerbi ricordi spolpati
nel vortice del profondo vuoto.
Sangue pulsante
inquieto remoto
anima stanca
nell'ombra offuscata
dall'impalpabile destino.
Argini straripati
gelo penetrante
singhiozzante apprensione
inconscio demolitore.
Alla deriva del mare

Irrequieto riposo
sciami di spettri
avvinghiano silenzi
strappano armonie
cancellano quieti
riemergono cadaveri
trascinati e cullati
alla deriva del mare.
Mare inquinato

Esiliato nell'abisso della disperazione


tra nebbie fitte
intravedo luci di navi distorte
stramazzando nella gabbia del remoto
appannato e sfibrato
m'aggrappo in pasto al destino
inghiottito da un mare inquinato.
Quadri d'autore

Smorte figure s'illuminano


d'improvviso attirate,
occhi affogati
filtrano sguardi,
s'aggirano come nubi ammassate
nella silente vallata
sperperando lacrime d'infanzia.
Gelido alitar di cielo
a traboccare consumata nostalgia,
a dipingere emozioni
di quadri d'autore.
Lungo il viale

Spiragli di luce
rintocchi di vita
bagliori lunari
come d'aroma assuefatto
liete note assaporo
lungo il viale
inseguo briciole
di sogni sparpagliate.
Un attimo d'immortalità

Segue l'onda il pensiero


in balia del vento,
effusioni d'incanto
proiettate all'assalto.
Pavoni s'aprono a ventaglio
docili fiori sbocciano
aromatizzando lo sguardo.
Tra un battito di ciglia
e un attimo d'immortalità,
si schiude nell'ombra
spumeggiante bagliore
offuscato in un lampo.
Gocce di luce

Petali imperlati di rugiada


molteplici forme
tra adombrate gocce di luce
coagulano il mio sguardo.
Flebili suoni in sottofondo
tutto il resto in miniatura.
Un giorno mai nato

Stridulii di note sconnesse,


il richiamo del vento,
sibilo d'oltretomba.
Incupito il dolore
sfregiava la mente,
lacrimando in apnea
arranco, sprofondo, affondo.
Un raggio di sole
dall'alto m'irradia,
sussurra parole
fan d'eco al tremore
d'un giorno mai nato.
Perle lucenti
ornate d'incanto
da mondi fatati
e castelli di sabbia
dal volto ingialliti,
mi pargon lontani,
dischiusi nell'ombra.
Ritorno al presente
tra melma e fanghiglia,
insabbiato e indigesto
cavalco stordito
le piaghe del tempo.
Grigiore interiore

Il gelido vento
urla il suo dolore,
comprime di rabbia
i vecchi rancori.
Rimbomba il suo eco
di voce struggente,
divampa impetuosa
e dipinge il grigiore.
Nello scrigno del male

Slanciato il platano
a dipingere effusioni,
il profumo del vento
e la mesta natura
che al richiamo assopita
ci riveste il cammino
tra la vita e la morte
uragano di echi
sulla strada maestra
ci ricordan passati
che da tempo culliamo
nello scrigno del male
e che sanno pur sempre
risvegliare ronzii.
Il mio grande amore

Tramonto fiabesco
nel mondo fatato
canali di note
canticchiano in coro
splendente e dorata
la voce del cuore
ti guardo e m'immergo
un vortice caro
emanano gli occhi
riflessi d'incanto
ti scruto dall'alto
nel cielo spruzzando
il mio grande amore
per molti incompreso
ma io sento nel cuore
condurti per mano
poterti baciare
donarti il sorriso
per farti sentire
la donna che amo.
Alex - il gelo della tua morte

Strana la vita,
umiliante sentirsi inutile,
nullafacente e non esser capiti.
Sfumature verdastre di onde infrante
su appuntiti e affilati scogli,
frasi pungenti e occhiate fiammanti
ad annientare la quiete.
Orizzonti rossastri difficili da toccare,
sfiorare solo per quell'attimo
in cui vorresti sfogare
tutto il desiderio di pace,
di armonia, di pacatezza ed effusione.
M'immergo sfiatando
candele di cera a sciogliersi in coro,
a divampare cocente assordante calore.
Ritrovo il passato, ricerco il presente
intravedo la morte,
il gelo della tua morte
tra piovose notti insonni
a conoscere il rimorso.
Se mi tornassi accanto questa sera
lungo la via del sole
azzurra già che sembra primavera
per dirti quant’è buio il mondo senza te
e come ai nostri sogni di libertà
s'accenda speranza,
ritroverei un pianto di bambino
e gli occhi aperti in un sorriso,
occhi neri
neri come le rondini del mare.
La vita

Pensieri che muovono parole


sfociano in immagini
tra le inquietudini delle nottate,
il lamentoso suono si propaga
implacabile malattia
s'impregna di pioggia
e si bagna di infiniti rimpianti.
Le luci dei lampioni
il chiarore delle insegne
velate di buio
assumono contorni vaghi,
affondano nelle tenebre
in queste vie desertiche.
Non un alito di vento
né un ronzio nel silenzio,
la quiete intrisa di solitudine
e i colori immobili nei contrasti
non sentono il passaggio del sole.
Timido vivere
consumarsi in uno sciogliersi
d'interminabili pianti
rotti da silenzi infiniti,
sentire il brulichio
fitto di quei pensieri
che nella mente
cercavano di restare nascosti.
Un cielo azzurro
ma troppo profondo
per vederne i confini
e sentirsi in terra.
Il vecchio clochard

Nell'ampia distesa di sabbia,


nel desolato e vuoto paesaggio d'inverno,
sulla battigia camminava
ricurvo e spaesato
un vecchio clochard,
dai lunghi capelli
increspati e arruffati.
L'odore salino
traboccava dalla pesante giacca di pezza,
lunghi sospiri e il catarro intriso
da grumi di sangue di vita passata.
Scalzo camminava
tra rami a riva inzuppati
e cocci di bottiglie taglienti,
lunghe cicatrici intravedevo sul corpo
le mani vissute e gli occhi ormai spenti.
La sua compagna a braccetto
la bicicletta ingiallita e arrugginita.
Una sagoma che vagava
rigonfia di dolore
la sua opulenza galleggiava
su liquami di povertà
e, una sol certezza,
la disperazione.
Amore mio

Solo tu puoi capire


cosa si legge nel silenzio della sera,
e gli occhi sono chiusi
e le labbra son serrate,
e la pioggia batte nel cuore
dolore che distrugge la mente,
e ti senti indifferente
agli sguardi del niente
e in un attimo ricadi
in una morsa di dolore
con il cuore a ciondoloni.
Affinchè tu non possa
mai dimenticarti
che sei la mia vita
non dimenticare che sei
la mano che muove ogni giorno
la mia penna
con te ho deciso di affrontare
questa salita.
Senza te

Un soffio di voce
trasforma i miei pensieri in uragano,
mani leggere
come ali di farfalla
seguono i contorni del mio corpo
disegnando arabeschi incandescenti
tu mi parli mentre
le mie mani cercano
i segreti più nascosti
più nascosti del mio corpo.
Vorrei fossero le tue mani
a percorrere sentieri deliziosi
e, ti penso amore mio,
il battito accelera
il suo lento scandire
trasformando gli attimi in eternità.
Ti sento accanto
sento il profumo della tua pelle
ma tu non ci sei
è triste capirlo
quando il piacere esplode
e, io mi sento solo,
senza te.
Soffriamo insieme

Soffriamo insieme
incapaci di voltarci
verso un destino diverso.
Incatenati al silenzio
rubiamo sorrisi per le vie,
li facciamo nostri
come pagine di diario
da guardare negli anni.

Se potessi dire ciò che ho nell’anima


parlerei di un mare in tempesta
messo sotto una campana di vetro:
non puoi ascoltarne il rumore,
le onde, che con violenza si infrangono a riva,
l’urlo del vento che le spazza via
e il fruscio invadente e graffiante della schiuma,
sull’acqua in tumulto.
Ti amo

La tua voce mi rapisce


i tuoi occhi mi sommergon,
un oceano di riflessi
un bagliore cristallino,
le tue mani a carezzare
tanti volti di bambini,
e il tuo cuore a risuonare
suoni d'arpe e di violini,
i tuoi piedi da scolpire
le tue labbra incorniciare
su mosaici ed ammirare.
Camminare in riva al mare

Camminare in riva al mare


tenendoti per mano
e assimilare ogni sfumatura
da ogni forma di vita.
Affusolate e disperse conchiglie
multicolori, variopinte decorazioni
su sfondi di sabbia bagnata.
L'odore salino
impregna narici assuefatte
e cani liberi corron
inseguendo farfalle
e l'ombra dell'aquilone
tenuto in mano
da un misterioso bambino
spensierato e nello stesso tempo desolato
a scrutare l'orizzonte
infinito del mare.
Laggiù, in lontananza,
dove l'occhio non può arrivare
nasce la vita,
un labirinto poterci andare
troppo lontano irraggiungibile.
Chissà quante cose da trovare
chissà forse il mondo ideale
senza la presenza di alcun essere
solo orme sulla sabbia
scolpite da seguire
zigzagare in un vortice da orgasmo,
sentirsi leggeri, puri, senza paure,
forse, troverei la mia isola,
l'isola che non c'è.
E, invece sono ancora qua
sento le lancette scandire il tempo
scruto albe e osservo tramonti
in questo mondo avvelenato
abitato da esseri ignobili.
Chino il capo rassegnato
e m'accorgo che laggiù
quella fantastica lontananza
era solo un'accecante abbaglio.
A riva mi specchio
e le tremolanti onde
disegnano il viso sfregiato
consumato dal dolore.
E, cade una salmastra lacrima
a divampar e sfigurar il freddo sole.
Malinconia

Voglio incedere dritto i miei passi


senza rimorsi e senza odio,
verso la meta a cui la sorte dirigerà.
Decanterò melodiche arie,
mi dico se sarò certo
che lei m'ascolterà senza fastidio,
non chiedo altro paradiso.
Il sole alto splende,
la luna bianca nei boschi riemerge,
da ogni ramo parte una voce
e lo stagno accoglie
profondo specchio l'ombra
e il profilo del salice nero
in cui piange il vento.
Intere pianure con acque,
alberi e cielo
s'inabissano nel vortice crudele
d'uno strano movimento,
se la dolce voce
per me mormora ancora.
Vi scrivete vi dite che v'amate
hai cura d'evocare
ogni giorno la voce,
gli occhi il gesto dell'essere
in cui poni la tua felicità
e invece resti per ore
a conversare da solo
con l'onnipresente assente.
Ma tutto ciò che pensi
e tutto ciò che senti
e tutto ciò che dici all'assente
persiste nel restar cosa scialba e triste,
e rileggo il tutto con malinconia.
L'ultima onda

Nell'attesa d'un nuovo giorno,


parlo a te anima mia
e rivivo negl'occhi
di questi lidi
ferito dal suono
di questo lamento,
la spumeggiante e lontana
melodia di vita
che ha riposto maestosa
l'ultima onda baciando la riva.
A Poldo

Ehi unico ed autentico amico vero,


fedele in ogni tuo gesto,
tutti dicono che in fondo
tu sei solamente un cane,
ma nessuno riuscirà
mai a capire
quanto tu per me sei importante,
un orgasmo d'emozione
vederti dormire
con la pace nel cuore,
stare ore ed ore ad accarezzarti
viziarti, coccolarti.
Vederti giocare con Bimba
mi scalda il cuore
non voglio pensare al giorno che me ne andrò
o te ne andrai,
al vuoto che lascerai.
Per un attimo voglio invertire
i nostri ruoli
immedesimarmi in te
provarci almeno
e se un giorno
non mi vedrai più
fatti leggere da mamma
questi miei versi:
mi chiamo Simone
un cane vagabondo
tutto il giorno
per strada vago
continuo a camminare
e su quel ciglio di strada
torno a riposare
dove il mio amico
mi disse di aspettare.
Ed io qui negli anni rimasi,
ad aspettarti
tra la neve e il ghiaccio
il freddo le botte ed il coraggio.
Con il cuore a pezzetti
e le orecchie a penzoloni
ho persino pensato:
forse tu mi hai abbandonato?
Subito il mio cuore
questo pensiero ha scartato
e sul ciglio di nuovo sono tornato.
Amico scusami se non ti ho trovato
ed ora con la morte me ne vado,
io non ti ho mai dimenticato
poichè di te sono innamorato.

Poesia che dedico a Gabriella, la mia compagna, in memoria del


figlio Andrea scomparso.

Dall’alto t’ammiro

Seduta all'ombra d'un giorno qualunque,


stringevo i pugni attorno al niente,
sotto la pelle spasimi in coro
espressioni da fotografare
per saziare quel vuoto smisurato.
Lacrime affondano in abissi nel mare,
lacerano e consumano inesorabilmente
ogni brandello di tranquillità.
In punta di piedi
ti vedo riaffiorare nel cielo,
giocare nella cameretta dei sogni
nel caldo amor fiammeggiante
del tuo calor.
Oh mio tesoro dall'alto ti vedo
contemplandomi nel nulla
tra un misterioso prodigio
e la rivolta delle ombre.
Oh mia cara mamma ti parlo
con voce muta e t'ammiro
come la più bella farfalla
su d'un fiore posata.
Mi raccomando cammina piena d'umiltà
come sempre e fa sì che io
sia il tuo angelo
a darti la forza
io vivo nel cielo
dall'alto t'ammiro
mia cara mamma.
Squarci d’armonia

Come un albero sperduto


in un paesaggio dimenticato,
tendevo le braccia al cielo
con la speranza di abbracciar
quel flebile immaginario raggio di sole
a scaldar e donar vigore
al mio pallido viso.
Con la mente estasiato vagavo,
mi ritrovai in riva al mare
e in lontananza due gabbiani in volo
a disegnar distorte figure
planavan sull'azzurre acque
in cerca del pasto giornaliero.
E io ad osservar così bella natura
coglievo ogni suo palpito
e respiravo ogni suo respiro
inebriandomi scovando squarci d'armonia.
Rincorro il sole come una lucertola

Piccole gocce di brina gelata


scendevano sugli occhi lentamente
e su, oltre quel grigio senza forma,
inevitabilmente il sole stava lì
sornione ad aspettare una schiarita.
Intravedevo sul filo senza inizio, senza fine,
due rondini in attesa di partire.
Appoggio le mie mani sulla vita
appena illuminata da un lampione
un punto fermo, una via di fuga
mi siedo poi riprendo a camminare
sognando i miei tramonti in riva al mare
e sassi colorati sulla riva.
Se fossi vento
e in volo sopra tutto alzarmi
volare piano
sfiorando l'apparenza,
sfidando il tempo
foglie e frammenti d'albe
raccoglierei passando.
Non si contano i sogni rincorsi per strada
con la fretta che scuce anche l'orlo
e la polvere alzata in sentieri sterrati.
Pian piano i rumori
incominciavano ad affievolirsi
ed il silenzio riprendeva
possesso dell’inverno.

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