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Pedro Salinas
Da “ARMI DA DIFESA”
Ho spezzato la
punta di una ma
tita
nella foga di
dare un segno di
vita
Ho finito l’ in
chiostro e adesso in
tingo
nella mia poesia
e che sia bugia
fingo
Ho spezzato ver
si soltanto per
vizio
come in una reci
ta davanti a un preci
pizio
Diciamoci addio
E basta rimpianti
Paghiamolo il fio
Per andare avanti
Pacificazione di un interno
Ombra e ambra sui muri
Essere eterno e moderno
Si dice ogni tanto il pittore
Passava la giovinezza
- senza fretta e con poca gloria -
di angoscia in baldoria
Anni avanti ci saremmo ritrovati
le stesse persone alle stesse feste
gli Sposati e gli Spaesati.
Dove va chissà
tutta l'energia da ragazzini
Dove porterà
questo trascinarci per giardini
Ne parlavi piano
con quell’ espressione indifferente
E sulla mia mano
c' era sempre il segno di un tuo dente
Il nostro futuro
era un' ombra grande come i tigli
C' era di sicuro
che non li volevi proprio i figli
In me ci credevi
certo che avrei scritto prima o poi
Ma ti sorprendevi
se provavo a scrivere su noi
Erano racconti
ecco dove andava l' energia
Ma a far bene i conti
non andava
se ne andava via
Il bacio insospettato
del nonno
Non è Natale né Capodanno
neppure è festa
e dalla sorpresa
la nonna quasi ci resta
Delegavi le minacce
Al tuo falco da primato
Se perdeva le mie tracce
C’ era un’ aquila in agguato
Ma venivi di persona
Quando c’ era da volare
Sento ancora l’ aria buona
Sopra un mare di zanzare
“Visse a lungo
senza aggiunger
vita agli anni”
E a mio nonno
gli starebbe
pure bene
Mi sento un extra-terrestre
Quando ogni volta mi cacciano
Perché non torni più
I
Architetto condivido il tuo progetto
un bambino e un matrimonio
Più una macchina più larga e un’ altra casa
In un quartiere di gente perbene
Ti ascolto perché a volte hai gli occhi dolci
Quando sogni
Dalla tua voce trapela una luce
E diventi misteriosa come un’ ombra
Eppure se ci penso tutto è chiaro
Tu hai appaltato il futuro
II
VERITA’
Un cuore “incartato”
È un libro che non puoi aprire
Una caramella che non puoi succhiare
È una lettera illeggibile
Scritta non so come
E sigillata colla ceralacca
Come un’ingiunzione
Può essere al massimo
Se ti sforzi proprio tanto
Giusto una bella confezione
Al netto di tutto
Quello che lei mi contesta
È che non l’ ho mai resa felice
Non è proprio una cosa da poco
Come lagnanza
Né una faccenda di scarsa importanza
C’ era il sentimento e pure il sesso
Andavano d’ accordo i nostri segni
- perfino gli ascendenti -
Insomma erano perfetti gli ingredienti
Eppure per lei la ricetta
Risultava troppo sciapa
Mentre per me la pietanza
Era sempre un po’ troppo salata
Guardo i ragazzi
Che hanno visto il film
E che nonostante le immagini
Di cenere e sangue
non hanno proprio altre domande
- A come Ancona - gli dico
U come Udine
S come Savona
C come Como
H come hotel
W come Washington
I come Imola
T come Torino
Z come Zorro
- E allora quelli
Sempre col santino e tutto quanto
Che si sono schiantati con la macchina
Andando dal santo?
È comodo ma è come
Se qualcosa gli mancasse
A stare da soli
In un letto a due piazze
Per quanto ti allunghi
O stiracchi
Non troverai mai le sue mani
Capaci anche al buio
Di capire tutto
Inevitabilmente
Questa sarà probabilmente
L’ ultima delle mie lettere
Ne riceverai a pacchi da altri
Ogni giorno sicuramente
Anche in lingue morte volendo
Tipo sanscrito o greco
Il problema però è proprio
che io le vivevo troppo
Perché per me non si trattava
Solo di riempire un foglio
Come si riempirebbe
Di carburante un serbatoio
LA REALTA’ VA E VIENE
Resterò affascinato
dall' applauso smodato
notturno
del barista di turno
Resterò come chi
si è trovato così
La zingarella è tornata
con le dita pitturate
Chiedeva sempre cento lire
ma sapeste con che stile
Portavi al dito un
Anello di fidan
Zamento grosso quan
To un tumore dun
To e venne finalmen
Te il tuo ragazzo un
Quattrocchi senza nien
Te da invidiare tran
Ne l’ aria da defun
To e il coso di fidan
Le donne
quelle le ho sempre spiate
Credevo che fossero vita anche loro
Spiavo nasi dritti
sguardi persi
zigomi sporgenti
discorsi tra sorelle
Nei momenti feticisti
mi fissavo sulle ascelle
Di questa donna
conosco solo
la professione
E so che come
cammina mi
ricorda che
io sono qui
per affondare
Tu hai coronato
Di spine il mio sogno
Tu hai trasformato
In un calvario il matrimonio
Che cosa ti costava regalarmi
un abito bianco
come un giglio immacolato
Uno strascico senza inciamparci
E un tenore che ci desse il via
con l’ Ave Maria?
Che cosa ti costava
un ristorante degno della mia famiglia
E lasciare organizzare a mia sorella?
Startene un poco in disparte
A far scegliere a noi il menù
E se non avevi fame
non mangiare tutt’ al più?
Che cosa ti costava regalarmi un solitario
Come mia cugina
E fare contenta mia nonna
Che ero io la preferita?
Subito dopo avrei lasciato
Che mi mettessi incinta
E avresti scelto tu perfino il nome
se era una bimba
Che cosa ti costava
Farmi mettere un velo
Per mantenere un soffio di mistero?
Hai boicottato pure i fuochi d’artificio
E tanto hai fatto che, ti dico, ho preferito
Trasformare in una fine il nostro inizio
Ah leccarsi le ferite
Sotto un sole così mite
E tra tante margherite
Fuori nella
Sicurezza
Della gente
Non c' è niente
Da rubare
Ma qui dentro
Qui nel centro
Della stanza
Tutto danza
Troppo adagio
Sa di stallo
Questo ballo
Sa di troppo
Né un intoppo
Può fermarlo
Non rimane
Che la fame
Di stanchezza
E con essa
L' amarezza
Il viale non lo so
Ma io me ne compiaccio
Freddo non fa né caldo
E poi ci sono alberi
Pallidi trasparenti
Gialli come in dicembre
Deve essere
Un paesaggio tracciato dal gesso
Dove sta per entrare e passare
Una figura più bruna
Sono io
Io che interrogo l’ inverno
Con parole solitarie
Da spalare
Io che provo con un gatto
E mi va male
La realtà va e viene
come tutto va e viene
e come te
È un uccello
Che copre una nuvola
Che vela il sole
Che nasconde l’orizzonte
Il nostro amore
Ma almeno lui vola o ci prova
Battiti d’ ali e di anime
Voltano le pagine
Dei nostri calendari
Ci scompigliano i capelli
Confondendoci i giorni e i pensieri
da “ARMI DA DIFESA”
Somiglia ad un fumetto tutto questo p.3
Armi da difesa p.4
Tra gli interessi di alcuni vecchi p.5
Domande giuste p.6
Precipizio p.7
L’ amare me stesso p.8
Tra lettere e cose non dette p.9
Avrei voluto essere un tuo fans p.10
Con l’ aria che tira p.11
La bocca a forma di chiglia vichinga p.12
Per non avere risposta p.13
Case toccate da una luce p.14
Gelidi scheletri e vermi p.15
Estranei p.16
Gli sposati e gli spaesati p.17
Se ne andava via p.18
Ogni età ha il suo primo bacio p.19
Mi mandavi baci in bocca p.20
Il buon Byron sputerebbe p.21
Lei non mi conosce ma io so il suo nome p.22
Come dopo una canzone p.23
Architetto condivido il tuo progetto p.24
Belli come la luna pallida p.25
Per via di quella specie di cancrena p.26
Cara ex amore ex amica ex tutto p.27
L’ albero delle speranze mature p.28
D’ in sulla vetta d’ una torretta p.29
da “PERCHE’ HO SMESSO DI SCRIVERTI VERSI”
Verità p.30
La tua consolazione p.31
Per caso p.32
Le lacrime son fatti involontari p.33
Un cuore incartato p.34
In qualche modo tu sei entrata in me p.35
Furto dopo furto p.36
Scusa se ti credo… p.37
Alcuni scienziati sostengono p.38
Perché ho smesso di scriverti versi p.39
Come macchine da usare p.40
Tutto è sottile p.41
Io non avrei avuto dubbi p.42
Arrampicandomi sugli specchi p.43
Andavano d’ accordo i nostri segni p.44
Come si scrive Auschwitz p.45
Con l’ euforia degli ubriachi p.46
Terra di guerra p.47
Qualcosa come un filo di rame p.48
Mele con pere p.49
Non mi domando più p.50
E’ comodo ma è come p.51
Ogni volta che mi uccidi p.52
Non si trattava di riempire un foglio p.53
da “LA REALTA’ VA E VIENE”
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