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Poesie

Volume

due

Scritte da Lorenzo Ciuccoli

1
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LA tempesta perfetta

Sono spiazzato
e disarmato,sorrido.
La ragione a Pinocchio
da legno a bambino.
Il torto della morale.
Portare a tuo figlio
la mano che tende
e fuoriesce per guardare.
La magia che gli hai usato,
bianca o nera,
da potenza naturale
a fusto artificiale trasformata.
Il corso che ti ha istruito,
oh padre modello,lo devi
agli eccelsi studiosi
di una università sola.
Non è la strada
la sua sede.
Il fondatore ha vitto e letto
in via della paura,
che per timore del terrore
disinfetta ogni odore.
Come te anch’io contagiato.
La poesia presa d’assalto
da un titolo premeditato.
Come te anch’io una magia.
La tempesta perfetta
che non scinde la fantasia.

21/5/2002

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mi ha parlato

Più semplice
della fantasia.
Lui stesso
mi ha detto
che più di tanto
non può
e non vuole fare.
Aiuta la mamma
ad apparecchiare,
ma poi è il figlio
a dover mangiare.
Al giocatore
dà le carte,
ma poi lui
gioca o si fa da parte?
Migliaia le tartarughe
che rompono le uova.
Hai contato quelle
che baciano vita nuova?
Di questo ho parlato
coll’amico destino.
Magie non vi racconto,
testimone vino.
Ho letto pagine
del suo diario.
Fiori sbocciati
e appassiti ogni orario.
Ecco le sue parole:
“L’acqua che ho in tasca
sì,ti fa battere il cuore!
Ma è pozza per una burrasca.” 24/5/2002

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l’oro innato

Non tuo è il merito.


Non tuo è lo sforzo.
Non dopo un testa a testa
a te giunge l’oro.
Se sei la prima.
Se in mano hai la torcia.
Se apri e chiudi le mie gare
a te giunge l’oro.
Ma di allenamenti non sei il frutto
ma di furbizie non sei madre
ma con l’odio non competi.
Perché a te giunge l’oro?
Gli altri ti respirano addosso
gli altri ti fermano per interrogare
gli altri studieranno per mai raggiungerti.
Ecco! In te è l’oro.

26/5/2002

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non vivo per

Vuoi vivere
per il fine.
Non finire
di vivere
per il fine.
Il fine
non vive
per te.
Quanti sudditi
ha il fine.
Dal fine
gira al principio.
Inizia
ad incontrare
il principio.
Non farne,però
l’ennesimo dei tuoi fini.
Già. Periodi.
Non farti baciare
dalla coerenza
dei periodi.
Pronti sempre
a violentare
le tue idee.

30/5/2002

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la ricerca

Nessuno voglio incontrare.


Perché nessuno posso amare.
Fugga da me
chi annusa risposte,
le mie formiche
non sono certezze.
Scappi da me
chi è in fila per dare,
della tua ruggine
non sono il banchiere.
Lontano da me
tu creditore.
L’attesa sarà morire
non ti posso risarcire.
Trattieni il respiro
se mai mi hai cercato.
Ti sarò sposo
che mai ti ha trovato.

22/5/2002

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amico stato

Vuoi ridere?
Monopolio di stato.
Il volgo crea,
ti dà il lasciapassare
e tu apri le gabbie.
Fuori i leoni!
Anni di attesa
digiuno e miagolii di pace.
Con in mano le chiavi
disperdi le belve domate
a taciti accordi.
Strade,infinite,
trovano sbocco
alla tua soglia.
Ma tu non sei lì,
padrone di casa
senza corpo.
Le mani
di una cravatta
sono in piedi
ad accogliere
ed ingurgitare
il pedaggio
e del pedaggio il pedaggio.
E’ poco
mangiare alla nostra tavola.
Ne sei anche
a capo.

5/6/2002

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gabriele

Cielo mare
tutto è uguale.
Senza congiunzione
è passione ciò che scruto.
Orizzonte se n’è andato,
nessuno l’ha chiamato.
Due giorni sono trapassati
e di nuovo quel sentire
udire e percepire.
Il corpo morto
sono io.
Sono io
il senza respiro.
Quella piovra
tutti tenta
tranne te,Gabriele.
Sei tu il Mangiafuoco,
senza fili
ci comandi.
Siamo noi
natura morta
e ci si specchia
su di te.

21/6/2002

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fresche rimembranze

Il vino. Ci aspetta!
Non ha fretta
ma a volte
aspettare
lo fa ribollire.
Nell’aspettare
vorrebbe soffocare
nel mare.
Non per morire,
per galleggiare.
Per rimbalzare
su e giù,
onda dopo onda,
ed imparare a guidare
nella via naturale.
Questo vino
si fa da sé.
Non cerca l’uomo
per farsi bere,
ma la mano assetata
lo accarezzerà.
Senza aspettare
nel vederlo fluttuare.

25/6/2002

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due uscite una porta

L’amaro in bocca
che credi da fuori
parte ne sputi
parte ne assapori.
Questa poesia
per te la scrivo
troppo vecchio
per banchettare da solo.
Temi te stesso,
dello specchio più fragile,
ti accompagni all’altro,
dello specchio più immagine.
L’amore nel cuore
che credi da dentro
lo vuoi esaltare
ma parte ne inghiotti.
Non poesia
ti voglio cantare
ma la tua anima
voglio appoggiare.
Lascia che sia lei
a fare l’amore
con chi l’uomo
ne ignora il sapore.

29/6/2002

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pulsioni

Il mio carattere
il vento per la piuma.
Il mio carattere
il timone per la zattera.
Il mio carattere
il piatto per la civiltà.
Il mio carattere
il cratere per la lava.
Il mio carattere
il rosso per il calice.
Il mio carattere
la morte per il santo.
Io
il tralcio per il palo.
Io
il corridore per il sentiero.
Io
il polline per l’ape.
Io
il fuoco per la legna.
Io
il corpo per l’anima.
Io e il mio carattere,
catene per la libertà.

1/7/2002

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padrone che non paga

Non per me
fate la guerra.
Non vi chiedo
di fare lavoro.
Non apprezzo
questo parlare.
Non respiro
in mezzo alla folla.
Dove nasce
dove è fertile
il vostro interesse
alla mia persona?
Forse che
i vostri padri
hanno speso
le carte del tempo
per ammaestrarvi?
Forse che
le vostre madri
si sono affilate
per la vostra pace?
Forse non questo!
Forse io la causa.
Forse io quel punto
in mezzo al mare.

14/7/2002

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ci provo

Ho poco tempo
per scrivere.
Se non m’impegno
mi destreggio.
Perché non mi conosco
e non mi lascio parlare.
E’ nell’armadio
il vestito del poeta
è nel cassetto
la penna della verità.
La paura
mi parla delle scarpe.
Col nudo ai piedi
non posso camminare
e guardare in faccia
i sassi compagni.
Perdono.
La seduta è finita.

30/8/2002

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UN Dì DA QUALCHE PARTE

Leggete pure
ciò che non potete
raccontare.
Ai padri
ai figli
a voi stessi.
Sarò io
l’interprete
dei timori.
Pesterò io
le braci
che vi raggelano
l’animo.
Troppo spesso
ho visto vergogne
nate dal ventre
sommerse da ospiti
non previsti
ma accolti
come leggi.

1/9/2002

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una finestra

Troppo lontano domani.


Ho bisogno dell’oggi.
Speravo potessi aspettarti
speravo mi venissi incontro.
Invece no,sento scossoni.
La terra si muove
fin dentro la testa.
Troppo vicino la rupe
mi serve un bastone
insufficienti le mie gambe
per elevarmi ai tuoi occhi.
Non è la tua altezza
il rifugio che cerco
ma mostrare la stanza
nella quale son nato.
Il buio le luci i giochi
coi suoni e colori.
Troppo profondi i miei nomi di allora
voglio un bulldozer
e spalancarli al mattino.
Quando la finestra
sarà aperta
sbirci pure il mondo
ma a te chiederò
di entrare.

2/9/2002

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estate 2002

L’istante segnato dal tuo arrivo


è esploso.
L’aria si è espansa
fino a stordirmi.
Giorni e giorni
per riavermi dal coma
che come scudo crepato
è ormai polvere
a causa di te,
macchina da guerra
le cui armi
solo una cosa
son capaci di ferire...
...l’orgoglio di un uomo.
In questione non c’è
la tua bellezza,
anche un cieco
la vedrebbe.
La tua natura
ha colpa per la guerra
che dimora in me.
Né carri né spade
le tue armi.
Il tuo sorriso sottile
non ha bussato,
ma ugualmente
s’è fatto strada
nel mio giardino.
La guerra scoppiata
non provoca morte.
Dà vita ad un ruscello,
ora fiume in piena

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che tutto travolge.

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la qualifica

Diventerà poeta
quel bambino.
Mi chiedo come
se è uscito dal basso ventre
con la penna in mano.
Mi chiedo come
far diventare
venditore di parole
chi mangia politica.
Come tirar fuori
un mostro
da chi di dittatura
trae respiro.
E’ possibile
creare l’artista
da chi fa
della sua vita
un’arte?
Ciò che chiamiamo
la qualifica nemmeno
di un semplice nome
ha la dignità.
Ciò che chiamiamo
la qualifica
ha per dimora
il carcere.
La qualifica
ospita persone
e le saluta
con un numero. 4/9/2002

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tua

Dov’è il tuo colore


nell’arcobaleno.
Perché io so
che tu sei lì
e come lui
vieni e vai
tra sole e pioggia.
Breve il tempo
che ti ho accanto
ma basta
per scandalizzare
il mio sangue.
Tu appari
e più non scorre
ti fissa immobile
come fa Aprile.
Tra le piogge di Marzo
e il sole di Maggio
l’uomo si ferma
e lo spettacolo
prende fiore.
E tu sei quel fiore
che tutti guardano
e nessuno coglie.
Quest’eterno Aprile!

13/9/2002

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Quadri

Non pretendere schiaffi


dalla mano dei ricordi.
Chiedi carezze
alla malinconia.
Non sguinzagliare la vita,
fanne la cuccia
per l’anima che scegli.
Non incastrare la mente
col lucchetto della memoria,
che evada pure
con le chiavi della fantasia.
Non fare delle paure
la dimora delle giornate.
Quella di oggi
che senti come ostacolo
racchiude la forza
per poter cambiare.
Tanti quadri
buttati su un foglio.
Quadri diversi.
Quadri liberi
da sguardi e distanze.

13/9/2002

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tre

Siamo amici
perché parliamo di te.
Sei tu
il nostro legame.
Tutto finisce
e tu non sei
né sua né mia.
Devi aspettare
il nostro incontro
per tornare a vivere
ed essere ancora
la nostra musa.
Chiudi pure
i tuoi occhi ora.
Verremo noi
a svegliarti
e a farti
girare la testa.
Non una,non due,
questa vita
ha tre persone.
Solo una volta
si vive.
Noi nemmeno quella
se i nostri pensieri
non si chiamano.

20/9/2002

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dove mi avete buttato

Il pianeta delle raccomandazioni.


Per Dio!
Dove mi avete buttato.
Con in mente il Bene
il treno dei raccomandati
mi ha investito.
Ti sollevano la testa
e ignoravo l’esistenza
dell’uomo mandato.
Mi rifiuto,
non sarò mai
in corsia d’emergenza.
Ma non mi uccido.
Voglio fare da me
la mia strada.
Asfalto breccia fango
non è vitale.
Il pezzo forte
del concerto
sono le trame.
Scritte da voi
ma suonate
col mio strumento.
Qui mi avete buttato,
d’accordo!
Ma non cullatevi
nelle vostre certezze,
è da piccolo
che ho spezzato i fili.
Il burattino burattinaio
pochi i biglietti venduti
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ma uno spettacolo
che non si ripete.

20/9/2002

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prego

Usatemi.
Perché io
non so usarmi.
Se vuoi un giorno
ti spiego come sono.
A me basta poco
del tuo tanto.
Scriviamo,dettiamo
il romanzo
della nostra vita
e moriamo le parole
con le azioni
che ci vengono dettate.
Usiamo il fiato
per scomunicare soffocare
stringere comandare
l’essere che va oltre
l’istinto.
Sfrutto la penna
e ti mando chi ho dentro.
Facile delineare
le mie pareti.
Chi ti dice!
Dove è scritto
che non siamo cartone?
Usatemi.
Quel poco del tuo tanto
che ti chiedo,
non un uomo nell’oceano
ma un pesce fuor d’acqua.
Usatemi.
21/9/2002

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sono timido

Chiamatela pure
timidezza.
So solo che
un passo faccio
in stagni sconosciuti
e do la parola
ai miei occhi.
Perché parlare
se il bisogno
è quello di ascoltare?
Perché commentare
se le frasi
cercano sangue
su cui salpare?
Chiamatela pure
timidezza.
Quando sarò in vita
per la seconda volta
avrò uno scalino
da cui sgrondare
le mie paure.
Le mie parole
sono ora troppo giovani.
I gesti gli occhi
le espressioni
i più vecchi del gruppo.
Lascio siano loro
a parlare.

23/9/2002

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a pelle

Consigliate voi stessi


non la mia ignoranza!
Non illudetevi,
non cancellate così
la mia inesperienza.
Date carezze
alla vostra coscienza,
la coccolate
perché stanotte
vi porti sonno.
Io per voi
un cane bastonato,
orecchie basse
e sguardo perso
in cerca di cuori aperti.
Non aprite quella porta.
Se è commestibile
la vostra vita per me
spiate le mie mosse
ma non fate rumore.
I miei amici,
testimoni di libertà,
sono sensibili.
Non ascoltano col cuore.
Qui si percepisce a pelle.

24/9/2002

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lei verrà

Raccontami la differenza
tra il morire oggi
o tra cent anni.
Se partissi ora
chi ne avrebbe a male?
Pianti spontanei
di qualche giorno
e poi tutto come sempre.
I pensieri depositati
in testa vostra
mi raggiungerebbero
con la macchina
del tempo.
Lo stesso tempo
che parrà eterno
e scorrer senza senso
uscirà dall’apnea
e tornerà a galleggiare.
Sì sentiamo i giorni
respirare di nuovo.
E ciò che io facevo
come l’avessi fatto.

Se tra cent anni


dovessi lasciare questo mondo
a chi gioverebbe?
Poniamo il caso
d’una vita
dedicata agli altri.
Chi vive
grazie al prossimo?
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I lebbrosi e i senzatetto
che a forza
debbono trattenere
il pensiero all’oggi
per far vivere domani?
Il medico e il prete
saranno pure gli angeli
mandati da Dio.
Vivano pure cent anni
per salvare un’anima
scansandone altre cento.
Lascerò a te,Dio
il potere sulla mia morte.
Mi accontento di regnare
sulla mia vita.

25/9/2002

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ed ho incontrato te

Mi son svegliato solo.


Non sono maturo
per una vita insieme.
Devo costruire una coscienza.
Sono in cerca di mattoni
non per erigere
ma per distruggere.
Li tirerò ai fantasmi
della mia vecchiaia.
Non sono ancora morto,
debbo ancora nascere.
Ho scambiato quegli ululati
in scalini da salire
verso rifugi eretti
dagli schiavi della libertà.
Sono ora in questo ventre,
senza aspettare dottori
per tirar fuori la testa.

27/9/2002

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mondo di creati

Nel creato
non sta il creatore.
Vivrebbe magnificamente
senza creare.
Il ronzio
che suona attorno
gli offre un biglietto
per dare spettacolo.
Non nelle opere
è racchiusa l’anima.
Se guardo un quadro
sono immerso
nel mezzo di un dialogo.
Frasi tra inquilini
che mai si erano incrociati.
Siamo noi
quei creati del mondo.
Siamo noi
quei distruttori del mondo
che hanno creato
un’anima a Dio.

30/9/2002

30
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non quando ma come

E’ tanto
che io sia pronto a salire
quando il carro passerà.
Migliaia i treni al giorno...
si fermano e ripartono.
Quante lettere e saluti
la vita ha ricevuto?
Trova e contali i sogni
sfregiati dalla realtà.
Il vecchio mi ha detto
devi avere uno scopo:
contro tutto e tutti
devi ringhiare.
Niente è per niente,
anche il sasso
te lo fanno pesare.
E mentre gli altri,
presi dalla lotta col vicino,
a casa hanno lasciato
occhi ed orecchie,
il mio silenzio parlava.
A tatto prendevo ogni voce,
ogni voce mi scuoteva lo stomaco.
Allora che ho fatto
entrando in casa:
ho ringhiato a mia madre
imbevuto di rabbia.
Oggi son qui
con un unico scopo.
Il mare mi ha detto
per la vita mai sarai pronto.
La mia risposta è venuta

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dalla folla impietrita.


Pronto voglio morire.

2/10/2002

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verso dopo verso

Provare le parole
in cerca di maturità.
Sgombrare il banchetto della mente
dalle portate dei pensieri.
C’è più coraggio
a vivere o morire?
L’incantatore di serpenti.
Ognuno di noi ha il suo.

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vagone scomodo

Tutta questa sofferenza


che viaggia nelle parole
non si mette a fuoco
col mio obiettivo.
Una sull’altra
vedo solo tanti
ma proprio tanti,
piccoli piccoli
buchi neri.
Mi sforzo per la cima
e sento lo scorrere
del tempo rubato.
Peggio del perduto,
tempo silenzioso,
il rubato c’insulta
protetto da manganelli
di nostra produzione.
La reazione del riscatto
avviene per tutti
la ricaduta nell’ordine
accade a molti.
Di pochi ho saputo
in carrozza con la sofferenza.

7/10/2002

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mamma

Un amore così vive senza parole.


Più dell’amore è la vita stessa.
Senza forze privata di tua figlia
respiravi la speranza di rivederla correre.
No,la vita non va avanti senza la tua
piccola,
non si permetta la natura di comandarti.
Continui pure a scorrere il tempo del mondo,
per una mamma non esiste notte
non esiste giorno se non li può scandire
col sorriso di sua figlia.
Figli del denaro
o figli della luna,dobbiamo pur mangiare,
tu mamma universale ti sei nutrita
delle nostre lacrime,mai hai cercato altro
cibo,
hai riempito lo stomaco coi nostri malanni.
Quando la vita di tua figlia
passeggiava in piena tempesta neanche la
morte
poteva far desistere il tuo cuore dalla
volontà
di vederla rincasare.
In quei giorni hai vinto la notte.
Hai salvato tua figlia e di lei ti sei
vestita.

8/10/2002

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eterni sognatori

Non è passato attimo


che io non sia stato
nei vostri lavori,
scrittori.
Eterni sognatori
avete rubato il mio stomaco
tramutato in versi
per pompare il vostro sangue.
Infanzia vecchiaia,
morale e passione
ho sfogliato in voi.
E mi son detto ad un orecchio:
“Chi vi ha spalancato?
Chi vi ha fatto entrare?”
Si può sognare
solo il mondo che non esiste.

10/10/2002

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compagni

Leggo e viaggio
ascolto e viaggio
rido e viaggio.
Senza aerei o treni
naviganti al sole
questo corpo evade
e non si trattiene.
Entrambi prendono un volo
non prenotato dalla mente.
Entrambi in cammino
mai distaccati da reciproca soggezione
mai abbracciati da altrui vizio.
Muscoli ingannatori
hanno tentato e hanno vinto.
Hanno forzato e inghiottito
il legame dei compagni.
Traditori insoddisfatti
invidiosi affamati.
A colpi di accetta
hanno finalmente calpestato
l’albero secolare dell’unità individuale.
Si sente il vostro canto
accompagnato da musiche artificiali.
Si sente una sua gemma germogliare
accompagnata da voci della natura.

16/10/2002

37
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scadenze

Ho un contratto che scade


e lo devo inseguire.
Un bambino piange.
Non ci posso giocare.
Corre il tempo come una corsa,
come un padrone
lo sbatto in galera.
Beatitudine bramata!
Ho fermato il tempo.
Non ho ucciso
il giorno che scade.
Grazie al compare
il crimine evade.
Reo di non esistere
quando il mondo per lui
è un treno inginocchiato.
Questo giorno è scaduto.
Fuggito col tempo.
Il contratto della vita
scadrà con la mia morte.
Tempo,non parlare!

20/10/2002

38
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Italia

Intendo ciò che ho detto.


Vestire abiti che ho indosso.
La pazzia mi cuoce
a fuoco lento.
Italia,spettacolo andato a male
giunto all’inizio del margine.
Dopo la riva c’è il mare.
Dopo la riva la sabbia ci affoga.
Passeggiamo sulla riva,
la lunga riva
che ci dà ancora da mangiare.

22/10/2002

39
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giardini del mondo

E’ nella bocca
la radice.
In
co
mu
ni
ca
bi
li
tà.
Radice lunga,lontana.
La pianta dà frutti.
Frutti meravigliosi
buccia di scienza e ragione
appesi a rami di fede,gambo eretto.
Tronco che sputa resina di pace.
Albero di felicità,
polpa di denaro.

25/10/2002

40
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addio

Bisogna toccare il fondo


del nostro mondo
per venire a sapere
a chi abbiamo dato la vita
e a chi l’affiancheremo.
Persistere e insistere
per soffocare la casa
di tutti i mobili.
Svegliarsi prima degli altri
trovarsi soli all’arrivo
e non avere a chi raccontarlo.
Limare le bozze del corpo
togliere ossigeno alla classe
e bocciare le sfumature.
Schiacciare formiche
palpitare farfalle
nutrirsi di briciole.
Ho parlato col sonno.
Da lui queste parole:
è tempo di addii.

3/11/2002

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libri

Le frasi di questo libro


mi proteggono dal mondo.
E’ un amico.
Forse apparente
ma fuori è troppo buio
per uscire da solo.
Il mio agio
è qui dentro,
nella logica di pagine
immobili al cambiar del vento.
Le bombe uccidono la vita dei poveri.
Quella dei ricchi
si offre in pasto ad un calendario.
Ho ascoltato libri
nati prima del petrolio,
parlato con fogli
ancora bambini
e toccato prime pagine
più vecchie di Gesù.
A notte tutti a casa.
Una sola e grande famiglia.

8/11/2002

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salviamo il salvabile

Voglio animare.
Come si fa ad animare?
Vorrei vomitare la mia anima
senza intaccare
le vesti dei presenti.
Riesci ad immaginare
un’esplosione di petali?
In ogni angolo
colori diversi
si immergono nel grigio
e finalmente questo grigio
può dire la sua,
distinguersi come diverso.
Salviamo il salvabile
e con lui anche noi.
Dopo la fuga
una sorridente gentilezza
ospiterà la nostra stanchezza.
Di nuovo aggrappati
ad appuntiti nulla,
saldi come i nostri soldi.
Che grande invenzione
il denaro.
Più ne rubo
e più lui si rifà
violando i miei pensieri.

10/11/2002

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destino

Salutai la mia gamba.


Si vedeva il sole,
per me fu notte artificiale.
Un attimo prima
esplodevo al pensiero
di toccare quel gioco.
Anni dopo
e ancora esplodo
visitato dall’assurdità.
Capita che rifletta
e mi domandi il perché.
Semplice. Destino.
(E a chi altri la colpa?)
Come inveire
su chi non posso vedere.
Dove sparare
se intorno a me solo innocenti.
Povero destino,perdonami.
Ti scaglio la mia rabbia
anziché ringraziare Dio
per le prove che mi concede....

Intanto agli antipodi


persone maledicono il destino
per un posto macchina e lodano Dio,
per il Natale di pace e armonia
concesso ai propri fratelli.

12/11/2002

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cerco casa

E’ così grave
se io,formica
non faccio il mio lavoro?
Il cantiere vive ugualmente
le impalcature sono in piedi
e il trasporto segue mamma segnaletica.
State sbraitando
perché in pena per me
o per il vostro castello,
orfano di mani analfabete?
Ribollo d’entusiasmo per voi,
ma non voglio respiri
sprecati per la mia assenza.
Al mio campanello
non risponde più formica.
Se piangete per lei
gioite per me,
sto costruendo una casa
che ha per tetto il cielo
e parole come pareti.
Se verrete a farmi visita
suonate alla voce libertà.
Non è il mio nome.
E’ la madre
di cui sono figlio ribelle.

14/11/2002

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adesso?

D’accordo con te,


tutto è sbagliato
tutto c’è contro
niente ci può far sorridere.
E allora? Qual è il passo adesso?
Restare a galla
afferrando ogni corpo
vivo o morto che sia.
Dare pugni
sgomitare i diversi simili
e prender fiato
al passaggio di venditori d’aria.
Fare del viso una plastica
capace di taciti consensi
e di religiose obbedienze
per un po’ di miele
in cui immergere
quel tozzo di pane
che solo ci fa vivere
ma solo non ci fa essere.
Ammetto come voi
d’avere paura.
Le ombre tramano attentati
e avanzo con occhi retrovisori.
Grande con i piccoli
docile con i potenti
ho studiato
la legge della tranquillità.
Rimandato agli esami
tornando a casa ho cambiato strada.
Un tragitto più lungo
di salite e discese

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strettoie e immersioni
che vendevano schiaffi.
Prendendoli non li ho resi.
Ora ho una valigia
che mi segue ovunque vada.

15/11/2002

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ingegneri a mani vuote

Il mondo è sabbia.
C’è vento ma non si sposta
c’è sole ma non riflette,
è tutta sabbia bagnata.
Sta in piedi da sé
questione fisica e complicata.
L’acqua viene dal pozzo
di com’eri ieri e come sarai
fuori casa e dentro un’ambizione.
Il titolo dell’opera non c’è,
ci sono attori senza copione
dettati ormai dalle abitudini,
comparse dirette da costumisti
coinvolte nelle scene di noi registi.
Ora la luna vede la luce,
ci offre un sorriso
le prendiamo un braccio.
Prenotata per le confidenze
ancora più intime dei nostri
palesi segreti.
Piange le lacrime di quel pozzo,
è una luna sensibile
che veglia sulla nostra spiaggia di
castelli.
Una notte lunga un’autostrada
un sogno lungo una vita.
Poi sole e vento,

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un’altra estate bagnata


asciugata dalla realtà.
Ho voglia di inverni umidi e caldi
ma mi tengo l’acqua per la bella stagione.

19/11/2002

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acqua in bocca

Cerco una bocca


per prosciugare questo fiume di parole.
Ho voglia di scoprire
cosa protegge queste mura,
chi si sfuma
dietro la corrente.
Sono in attesa
che l’apnea della luce
rifugga dalle proprie ombre.
Si,ti ascolto
sulla bellezza di questo nuotare,
e ti giuro
che nessuno voglio annegare.
Migliaia di cuori galleggiano
senza toccare il fondo.
Sono pesci morti
che vivono calpestando
la V di Verità.

20/11/2002

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la fiamma che non si scompone

Anche oggi
ho saltato persone.
Un buco per respirare
è la meta della mia vita.
A dopo. So già,
ci rincontreremo.
Sono nato come un calzino
ma rivoltato.
Interi pezzi di specchio
si credono il mondo,
e ripudiano colle
troppo viscide per i loro aromi.
Pelli distese
si litigano il sole.
Lo stesso sole
questa notte
brucerà visi lontani.
A noi toccherà la luna.
Le daremo tutto,
non parlerà
ma le diremo chi siamo.
Ho intrapreso un viaggio,
il più lungo.
Vento,pioggia,animali.
La fiamma di lì
non ha battuto ciglio.

26/11/2002

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