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Sommario

Introduzione e guida alla lettura i

CAPITOL O 1 CAPITOL O16


Infanzia e gioventù 3 Werdammt, wir leben noch 46

CAPITOL O 2 CAPITOL O17


Il suo destino è siglato 9 Falco nelle classifiche 48

CAPITOL O3
Hans Holzell si trasforma in “Falco” 11

CAPITOL O4
La scalata alla celebrità 13

CAPITOL O5
Nel firmamento internazionale 18

CAPITOL O6
Lo scandalo della canzone “Jeanny” 21

CAPITOL O7
Le canzoni dedicate a “Jeanny” sono una
trilogia? 23

CAPITOL O8
Il successo negli Stati Uniti 25

CAPITOL O9
La svolta 27

CAPITOL O10
Battute d’arresto 30

CAPITOL O11
La calma apparente degli anni novanta 32

CAPITOL O12
La sua versione della storia 37

CAPITOL O13
Nella luce bianca 40

CAPITOL O14
Il successo postumo 41

CAPITOL O15
Le opere pubblicate dopo la morte 44

i
Introduzione e Guida alla Lettura

Questo che state per leggere è un “e-book”. Questa definizione si adatta in


maniera perfetta a questa opera per due sostanziali motivi. Il primo è che questo
piccolo libro è disponibile, finora, per la lettura soltanto su pagine web, non risulta
pertanto essere pubblicato sul tradizionale supporto cartaceo, il secondo è che
tutte le fonti narrative utilizzate sono state reperite sul web, e non da ricerche
bibliografiche come d’uso per opere di interesse e rilevanza ben maggiore rispetto
a questa.

Questo libro non ha pretesa alcuna di completezza dell’argomento trattato, cosa


che sarebbe stata per me impossibile sia per il tempo dedicato alla ricerca delle
fonti che alla stesura ed organizzazione grafica dell’opera, sia per il fatto che la
stragrande maggioranza delle fonti e delle notizie utili sulla vita e le opere di
Falco sono ovviamente in lingua tedesca, della quale purtroppo non ho
conoscenza.

Tutto quanto è stato pertanto scritto in questo e-book è stato tratto dalle fonti in
italiano disponibili sul web1, purtroppo non molte, e dalle fonti disponibili in
lingua inglese, per le quali ho provveduto personalmente alla traduzione, ed in
molti casi ad una “difficile” interpretazione, come per alcune interviste rilasciate
da Falco per le quali è stato spesso particolarmente arduo intuire il “Falco
pensiero” .

La base narrativa del testo, e la guida cronologica sulla quale sono stati inserite le
altre fonti è tratta dalla Biografia di Falco disponibile in lingua inglese sul sito
internet ufficiale del cantante2 e della quale purtroppo non è citato l’autore. Di
grande e prezioso aiuto per un notevole arricchimento dei primi capitoli del libro
sono stati i brani tratti dalla Biografia di Falco “Hoch wie nie” di Peter Lanz,
tradotti da Monica Castellazzi e disponibili sulla Falco Italian Homepage,
particolarmente utili per completare la narrazione di un periodo storico della vita
del cantante del quale molto poco, o nulla si trova nelle fonti disponibili in lingua
inglese.

Per quanto possibile sono state citate tutte le fonti utilizzate ed indicati i
corrispondenti link delle webpages per chi volesse ampliare la lettura. Ho cercato
di non riportare notizie evidentemente discordanti rintracciate su fonti diverse per
evitare di presentare dubbi al lettore. Purtroppo non è stato possibile effettuare
ulteriori verifiche di attendibilità alle fonti riportate, tranne quella del riscontro
con le altre disponibili.

Alla fine del testo è riportato sia un elenco dei brani pubblicati da Falco, intesi
come “Singoli”, che un sintetico dettaglio delle posizioni raggiunte in classifica
dagli album e dai singoli in alcuni dei paesi del mondo di riferimento per i

1
Colgo l’occasione per ringraziare tutti coloro che contribuiscono alla tenuta ed aggiornamento
della “Falco italian homepage” ed ai testi in essa contenuti, il cui lavoro ed amore per Falco mi
sono stati di notevole e fondamentale aiuto per la stesura di questo libro. Un grazie di vero cuore.
2
“Biography” su Official Falco Homepage www.falco.at

2
principali mercati discografici, data l’impossibilità di fornire una simile
informazione per tutte le classifiche mondiali.

Ringrazio anticipatamente chiunque si accinga a proseguire nella lettura di questo


piccolo libro per il tempo e la pazienza che dedicherà alla lettura, così come tutti
coloro che nel loro piccolo riusciranno a diffonderne la lettura.

L’unica personale aspettativa per questo libro è quella di presentare, per quanto è
stato possibile nelle mie capacità e limitate possibilità, un piccolo raggio di luce
sulla vita di un artista che mi ha particolarmente impressionato nel corso della sua
carriera, sia sul piano umano, che caratteriale ed artistico, e del quale ho un
piccolo personale rimorso di avere conosciuto forse troppo poco, sotto i primi due
aspetti prima citati, quando era ancora in vita.

In conclusione un ringraziamento speciale è doveroso a coloro che consentiranno


la divulgazione di questa opera sul web. Senza il loro aiuto ed il loro affetto per
Falco, che ancora oggi come me dimostrano, questo libro ora non sarebbe dinanzi
ai vostri occhi, bensì in qualche file dell’hard disk del mio computer.

Grazie.

Michele Nusco

…dedicato ad Ely e Faby;

…Il cuore ed il sorriso che illuminano la mia vita.

3
Capitolo Primo

Infanzia e gioventù

La vita movimentata, ma ricca di successo, di Johann Hölzel ebbe inizio alle


13.15 p.m. del 19 febbraio 1957. Il parto si era tuttavia presento molto
problematico, dato che anche la gravidanza era stata fin dall’inizio molto difficile.
Maria Hölzel – all’epoca responsabile di una filiale della lavanderia di Habsburg
nel quattordicesimo distretto di Vienna – nel mese di Settembre del 1956, quando
era al terzo mese di gravidanza, fu portata di corsa all'ospedale di maternità in
Gersthof vittima di una emorragia, i medici constatarono in quell’occasione che si
trattava di gemelli, per i quali tuttavia non vi fu possibilita’ di sopravvivere alle
complicazioni3, non esistevano infatti all’epoca i raggi “ultrashall”4. Maria non
desiderava nulla altro che un bambino ed era distrutta quando perse i gemelli che
stava portando in grembo. Fu trattenuta in ospedale sotto osservazione e quando,
il giorno seguente dopo un esame, fu visitata da un altro medico che le
diagnosticò una gravidanza fece fatica a credere alle proprie orecchie. "ci deve
essere un errore, ho perso soltanto ieri i miei gemelli" fu la risposta di Maria
Hölzel, completamente frustrata. Solo dopo alcuni momenti si rese conto che
stava aspettando tre gemelli, ed uno dei tre bimbi continuava a vivere nel suo
grembo. Ma la sua gioia durò poco poiché il medico immediatamente le disse
"saremo costretti a fare un raschiamento. Se avete perso due bambini, perderete
anche il terzo." Con coraggio e determinazione, Maria contraddisse la diagnosi
del medico: "no, non faremo nulla." Niente le avrebbe impedito di avere questo
terzo bambino - e così sarebbe stato5. “In quel momento” – ricorda Maria Hölzel –
“fu in qualche modo chiaro per me che avrei fatto tutto il possibile per dare alla
luce quel bambino e che non ne avrei voluti altri, al di fuori di quello”6

I medici calcolarono per il 5 marzo 1957 la data del parto. Già a Novembre
tuttavia Maria dovette ritornare in ospedale con le doglie. Non
volle assumere alcun medicinale e dovette stare immobile per
giorni e giorni. Voleva che tutto avesse il suo naturale corso.
Andò tutto bene fino al 19 febbraio7. Era un martedì, la
temperatura era di 5° sotto zero e c'era il vento. Alle 7:00 del
mattino iniziò il travaglio. La sala operatoria era pronta. Il
medico annunciò che avrebbe aspettato fino alle 13:00 e nel
caso non fosse nato, sarebbero stati costretti a procedere con un
cesareo. Quella mattina Maria disse al marito che se fosse nata
una bimba l'avrebbero chiamata Brigitte, mentre Johann

3
Official Falco Website; “Biography” in www.falco.at - trad. M. Nusco
4
P. Lanz “Hoch wie nie” 1998 Ed.Verlag - trad. M.Castellazzi, Falco Italian Homepage
5
Official Falco Website; “Biography” in www.falco.at - trad. M. Nusco
6
P. Lanz “Hoch wie nie” 1998 Ed.Verlag - trad. M.Castellazzi, Falco Italian Homepage
7
Official Falco Website; “Biography” in www.falco.at - trad. M. Nusco

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sarebbe stato il nome per un maschietto. Alle13:15 Johann venne alla luce8. Era
un bambino grande e forte che pesava 4.95 chilogrammi, misurava 54 centimetri e
fino dal primo momento attirò l'attenzione con la sua voce forte. La madre ricorda
le parole profetiche dell'ostetrica appena dopo avere messo il bambino nelle sue
braccia: "ecco il vostro piccolo corista. Quando tutti i bambini sono tranquilli ed
uno inizia a gridare, potete essere certa che è lui."9

Molti anni dopo, Maria raccontò tutto a suo figlio e lui le disse: "E' incredibile,
Mamma, ma a volte ho come la sensazione che siano ancora con me, che mi
aiutino e mi dicano questo e quello devi farlo così e così".10

Hans era nato in una famiglia piccolo borghese. Suo padre, Alois Hölzel, era
originario dell’Austria meridionale, aveva
perso entrambi i genitori quando era ancora
ragazzo, e con loro le possibilità di avere
una istruzione superiore. Abbandonato a se
stesso, iniziò l’apprendistato come operaio
siderurgico e svolse questo lavoro fino a
raggiungere il livello di riparatore in una
impresa di ingegneria. La giovane famiglia
Hölzel viveva in affitto in un’appartamento
di circa 70 m² al no. 26 di Ziegelofengasse nel quinto distretto di Vienna, uno dei
piu’ popolati all’epoca, con circa 70.000 residenti11. Il condominio in cui Hans è
cresciuto non esiste più ed è stato sostituito da una nuova costruzione. Pochi anni
dopo la nascita di Hans, la madre di Maria Hölzel per stare vicina al nipote si
trasferì in un piccolo appartamento nel caseggiato dall’altro lato della strada -
giusto sopra il Pub di Altes Fassl di cui Hans sarebbe diventato un assiduo
frequentatore. Fin dalla prima infanzia fu chiaro che Hans aveva la musica nel
sangue. Uno dei suoi passatempi preferiti era di ascoltare la musica alla radio.
Appena in grado di levarsi in piedi, barcollava tenendo il tempo della musica con
una mano e le sbarre del suo lettino con l'altra. Quando fu di poco più grande
fischiettava e canticchiava i successi dalla radio come “Anneliese, wann wirst du
endlich gescheiter?”

Hans crebbe sotto lo sguardo di tre donne, di sua madre, della nonna materna e di
una vicina che affettuosamente chiamò "Schlintzi." Hans
aveva un rapporto particolarmente bello con la nonna
materna originaria di Bad Tatzmannsdorf nella provincia
dello Burgenland, che lo accudiva quando la madre era
impegnata e presso la quale trascorse per anni le vacanze
estive nella sua casa di Tatzmannsdorf. "Gran bei
ricordi" - disse Hans "con il giradischi che ero riuscito a
farmi comprare e che, dalla finestra dove era
posizionato, suonava a tutto volume per la gioia/invidia...
degli altri bambini: Elvis, Cliff Richard, i primi pezzi dei

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P. Lanz “Hoch wie nie” 1998 Ed.Verlag - trad. M.Castellazzi, Falco Italian Homepage
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Official Falco Website; “Biography” in www.falco.at - trad. M. Nusco
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P. Lanz “Hoch wie nie” 1998 Ed.Verlag - trad. M.Castellazzi, Falco Italian Homepage
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P. Lanz “Hoch wie nie” 1998 Ed.Verlag - trad. M.Castellazzi, Falco Italian Homepage

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Beatles,come Love Me Do e Please Please Me, e più tardi ancora gli Stones, i Bee
Gees, i BeachBoys....".12

Sua nonna lo amava più di ogni altra cosa, anticipando ogni suo desiderio e
lasciandolo fare tutto ciò che gli piaceva, una situazione della quale Hans iniziò
presto ad approfittare con sempre maggiore frequenza. D'altra parte sua madre
cercava di tenerlo sotto stretta disciplina e questa portava ad occasionali conflitti
fra i due, sebbene lei dovesse rimanere la persona più importante nella sua vita.
Nel 1959, per migliorare la posizione finanziaria della famiglia Maria Hölzel
rilevò una piccola drogheria in Ziegelofengasse.

Sua madre ricorda, "Hans non hanno mai voluto andare all'asilo e così dovette
restare a casa. Era un bambino molto buono. Non ricordo che abbia mai creato
alcun genere di problema - il suo comportamento era quasi eccezionale."

Per il suo quarto compleanno Hans chiese come regalo una fisarmonica. Ma un
insegnante di musica suggerì ai suoi genitori di fargli prendere le lezioni del piano
affinché potesse di seguito passare alla fisarmonica. Così acquistarono un piccolo
pianoforte a coda e lo iscrissero a lezioni di piano dalla Dott.ssa. Maria Bodem,
un insegnante di musica in Fillgradergasse, non lontano da Ziegelofengasse. Hans
frequentava due lezioni alla settimana e la sua insegnante era molto felice per i
suoi progressi. Una volta disse a Maria fiera Hölzel che suo figlio aveva orecchio
musicale e un grande talento, in particolare per Beethoven. Già all'età di cinque
anni era in grado di suonare circa trenta brani famosi con entrambe le mani
benché non conoscesse una singola nota. Quando sentiva alla radio un brano di
suo gradimento si sedeva alla tastiera e lo suonava ad orecchio.

All’età di quattro anni e mezzo, i suoi genitori iscrissero Hans ad una audizione
all'accademia di musica. Era un turno preliminare per una gara che faceva parte
dello show televisivo “Musik kennt keine
Grenzen” (La musica non conosce confini)
al quale concorrevano l’uno contro l’altro
bambini provenienti da vari paesi del
mondo. Hans era di gran lunga il
partecipante all’audizione più piccolo di età.
L’austero professore lo riportò alla madre
tenendolo in braccio con le parole: "Sig.ra
Hölzel, è un piccolo Mozart. Non ho mai
incontrato nella mia intera carriera nessuno con una simile perfetta
inclinazione." Si raccomandò vivamente affinché Hans continuasse le sue lezioni.

Nel mese di Settembre del 1963 Hans iniziò ad andare a scuola alla scuola
elementare di Piarist, una rinomata scuola privata cattolica Ziegelofengasse.
Maria Hölzel era impegnata nella sua drogheria tutto il giorno e non potendo
dedicare abbastanza tempo al suo figlio, lo iscrisse come studente a tempo pieno.

A parte la totale avversione allo studio delle note ed accordi musicali, durante la
sua adolescenza Hans non amava nemmeno trascorrere il suo tempo con i suoi
coetanei. Vedeva loro ,così come i loro giochi, “troppo infantili” e poco

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P. Lanz “Hoch wie nie” 1998 Ed.Verlag - trad. M.Castellazzi, Falco Italian Homepage

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interessanti per lui. “Sono sempre stato un solitario e probabilmente un outsider”,
disse Hans, ricordando come si isolò per anni dai suoi compagni di scuola.
Desiderava ardentemente invece avere un cane o un gatto, ma questo fu un
desiderio che per lui non si realizzò mai13.

Nel mese di Dicembre del 1963 si tenne un recita di Natale alla scuola di Hans ed
i bambini che erano capaci di suonare uno strumento erano stati scelti per la
sezione musicale. Dopo l’esitazione iniziale, Hans vi prese parte ed eseguì il
valzer “Danubio blu”. Era la sua prima esibizione davanti ed un grande pubblico.
Un fortissimo applauso lo interruppe prima dell’ultima nota tanto da dovere
eseguire un altro brano “Wiener Blut” (“Sangue Viennese”), un brano che avrebbe
eseguito in modo notevolmente differente molti anni dopo. Il giorno seguente il
negozio di Maria Hölzel fu sovraffollato da persone che non avevano assistito alla
recita di Natale e desiderose di sapere dove suo figlio avesse imparato a suonare
così meravigliosamente. In tutta la scuola non si parlava d’altro che di un bambino
prodigio. Uno dei suoi compagni di scuola ricorda: “quando chiedevano ad Hans
cosa volesse diventare da grande la sua risposta era “una, Pop Star”. Non diceva
“il musicista”, ma, “Pop Star “.14

Naturalmente, tutti quelli che si recavano a fare visita alla famiglia di Hölzel
desideravano sentire suonare Hans. Hans tuttavia non gradiva farlo e perfino
prima che gli ospiti arrivassero diceva sempre, “mamma, io oggi non suono!”,
oppure semplicemente spariva dalla circolazione quando gli ospiti arrivavano.
Tutt'al più lo si poteva convincere a suonare un solo brano, ma quello era il
massimo che si riuscisse ad ottenere.

Era richiesto ed acclamato come pianista a tutte le feste. Ma l'essere sempre


richiesto per la sua musica lo infastidiva. Due aneddoti: una volta una zia lo pregò
in tutti i modi di suonare per il gruppo di ospiti che si era riunito a casa loro e per
convincerlo gli chiese se almeno la poteva accompagnare al piano. La risposta di
Hans allora fu: “Semmai io suono e tu potrai riempire invece gli spazi tra un
brano e l'altro...” In un'altra occasione uno zio gli diede 50 scellini per aver
suonato un pezzo e Hans disse allora alla madre:”Se avessi saputo prima di
guadagnare tanto, allora avrei suonato di più...”

A tavola i suoi piatti preferiti erano patate, carote, cotoletta con insalata di patate
(Wienerschnitzel mit Kartoffelsalat...). Dopo aver trascorso una vacanza in Italia
con i suoi, spaghetti e pasta asciutta furono però inseriti a pari merito tra i suoi
piatti preferiti e sovente reclamati. A scuola però Hans non toccava mai il cibo
della mensa, tanto che perse addirittura diversi chili di peso. “Non mangia nulla” -
disse il professore una volta alla madre – “perchè dice che a casa riceve di molto
meglio...”15.

Dopo la scuola elementare Hans frequentò la scuola secondaria in Rainergasse,


che in seguito avrebbe descritto come molto di ceto medio. Frequentò i primi
quattro anni senza alcun problema. Ottenne risultati eccellenti in tedesco poiché
aveva un talento per le lingue straniere ma ebbe delle difficoltà nelle materie
scientifiche, in particolare in matematica.

13
P. Lanz “Hoch wie nie” 1998 Ed.Verlag - trad. M.Castellazzi, Falco Italian Homepage
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Official Falco Website; “Biography” in www.falco.at - trad. M. Nusco
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P. Lanz “Hoch wie nie” 1998 Ed.Verlag - trad. M.Castellazzi, Falco Italian Homepage

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Nonostante i risultati scolastici positivi comunque ottenuti, Hans a casa non
studiava per niente; non portava infatti a casa nemmeno i libri, lasciandoli nel suo
armadietto a scuola. Nonostante non fosse fisicamente imponente, possedeva una
non meglio definita “aura” che gli garantiva il rispetto di chiunque. Era un
miscuglio tra ribellione, voglia di libertà e “zero regole” ed allo stesso tempo
lasciava trasparire una strabiliante sicurezza e coscienza di sè e del proprio “star
bene”. Come lui stesso disse: "Mi sono sempre comunque sentito molto più
grande di quanto non fossi". 16

Una dei primi punti di svolta nella vita di Hans Hölzel fu quando sua padre lasciò
la casa e la famiglia nel 1968. Alois Hölzel fece molte pressioni
a sua moglie per ottenere il divorzio al quale lei acconsentì
soltanto dopo molti anni. Sebbene Hans non abbia mai ammesso
che la separazione dei suoi genitori lo abbia turbato, egli soffrì
davvero molto la mancanza di suo padre ed ha sempre
desiderato un sostituto. Alois non comprese mai i programmi
ambiziosi di carriera di suo figlio ed ebbe modo di dirgli,
parecchi anni più tardi, "se fossi rimasto a casa, non saresti mai
diventato Falco." Probabilmente la sua coscienza lo stava tormentando.

L'anno 1971 portò un altro colpo del destino ad Hans quando venne a mancare la
sua cara nonna. Sebbene non mostrasse tutto il suo dolore, ci volle molto tempo
prima di superare il dolore per la perdita di qualcuno a cui era stato molto vicino.

Il piccolo negozio di drogheria di Maria Hölzel iniziò a soffrire la crescente


concorrenza dalle grandi catene di supermercati così che Maria fu costretta a
cederlo, intraprendendo un lavoro come rappresentante per la società Colombia.
Questo, naturalmente significò lasciare la casa il lunedì mattina e non rientrare
fino al giovedì o venerdì seguente. Da questo momento in poi Hans fu più o meno
lasciato a se stesso. Maria si trasferì nel piccolo appartamento della nonna con il
bagno all'esterno nel corridoio e "Schlintzi “che si occupava di lui, trasformandosi
alla fine in una specie di nonna sostitutiva.

A parte la cugina Silvia - con la quale aveva un rapporto come con un amico -
Hans aveva solo altri due amici con cui andava d'accordo:
due “outsider” come lui. Con uno di questi, Peter
Watzlawick, si iscrisse - dopo la scuola dell'obbligo - al
Ginnasio. Fu questo il periodo durante il quale Hans
iniziò a "bazzicare" in locali frequentati da capelloni che
predicavano felicità e libertà e che condannavano la
guerra, in particolare quella del Vietnam, ascoltando Joan
Baez e Peter Seeger. Ovunque si ascoltava la “musica dei
sovversivi”, nuove band “selvaggie”, come i Troggs,
Tremeloes, Casey Jones, Marmelades e naturalmente i
“precursori” della Pop Music, i Rolling Stones e gli eroi
di Falco: i Beatles. Si indossavano jeans stretti e camicie
colorate, con capelli rigorosamente ed estremamente
lunghi17.

16
P. Lanz “Hoch wie nie” 1998 Ed.Verlag - trad. M.Castellazzi, Falco Italian Homepage
17
P. Lanz “Hoch wie nie” 1998 Ed.Verlag - trad. M.Castellazzi, Falco Italian Homepage

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Hans iniziò a perdere l'interesse nella scuola ed a marinare le lezioni con sempre
maggiore frequenza. Usciva di casa tutte le mattine, con la cartella a tracolla,per
salvare le apparenze, prima di recarsi tuttavia al parco del Prater od al campo di
calcio, nascondendo lo zaino nel più vicino cassonetto della ghiaia. Passo’ al
setaccio tutti i negozi di musica di Vienna prima di spendere i 1.200 Scellini che
suo padre gli aveva dato per comprare una chitarra al negozio di musica di Wukitz
in Pilgramgasse. Difficilmente avrebbe suonato ancora il suo piccolo pianoforte a
coda.

Durante il suo quinto anno della scuola secondaria Hans perse più di 400 ore di
lezione senza permesso e per lui fu inevitabile essere bocciato in matematica. La
scuola si trasformò sempre di più in una noia: ora gli sembrava superflua e non
riusciva a capire perché avesse dovuto imparare a memoria questo o quel poema o
formula matematica. Soltanto pochi anni dopo Falco espresse il suo rapporto
ambiguo con la scuola nella sua canzone “Nie mehr Schule“ (“Niente più
scuola”).

Maria Hölzel mise il figlio davanti alla scelta: "o ripeti l’anno come gli altri,
oppure dovrai iniziare a lavorare." Senza esitazioni, Hans rispose, "io di certo
non ripeterò l’anno, piuttosto mi cerco un lavoro." Sua madre aveva molte
conoscenze grazie al suo lavoro e gli trovò un impiego presso L’ufficio delle
Assicurazioni delle Pensione in Blechturmgasse, con la possibilità di diventare un
membro permanente del personale nel servizio pubblico al raggiungimento
dell’eta dei 27 anni - cosa che avrebbe reso felice la sua madre. Lavorò
nell'archivio sotto la guida di un uomo anziano che lo trattava come una persona
di famiglia. Trascorrevano entrambi le mattine con una abbondante colazione
prima di completare il loro lavoro, cosa che non richiedeva mai più di due o tre
ore. Il resto del tempo lo trascorrevano chiacchierando del più e del meno. Hans
era molto contento e non aveva motivo per lasciare questo reparto.

Gli anni settanta videro il rapido crescere dell’importanza della chitarra elettrica
ed in particolare del “basso”nella musica pop. Gruppi come i Deep Purple e Frank
Zappa stavano rivoluzionando la scena musicale. Hans decise di vendere la sua
chitarra ed usare il ricavati insieme ad un contributo da parte dalla madre per
acquistare il suo primo “basso”, che da allora divenne il “suo” strumento.

9
Capitolo Secondo

Il suo destino è siglato.

La prima band alla quale si unì Hans come bassista – all’età di diciassette anni – si
chiamava “Umspannwerk” (“Trasformatore”). Le prove si tenevano nello
scantinato di una casa in Kaltenleutgeben di proprietà dei genitori di alcuni amici
di Hans. Kaltenleutgeben distava quindici chilometri da Vienna ed Hans persuase
sua madre ad acquistargli una motocicletta. Hans poté allora correre a
Kaltenleutgeben per le prove ogni volta che voleva. Egli verniciò la scritta
“Umspannwerk” a lettere cubitali sulla sua prima automobile. Di questo gruppo
l’unico brano al quale abbia partecipato Falco di cui si abbia notizia, è “Jung sein,
a haertn ham”, .Tale brano purtroppo, ad oggi, non è dato sapere se sia stato mai
inciso18.

All'età di diciassette anni rassegnò le dimissioni dal suo lavoro all’Ufficio delle
Assicurazioni, senza realmente sapere che cosa si prospettava professionalmente
dinanzi a lui. Si arruolò volontario per il servizio militare ed utilizzò il tempo per
perfezionarsi nel suonare il basso. Falco di seguitò affermò che questo fu il
periodo durante il quale per la prima volta imparò a suonare il basso
adeguatamente.

Alla fine del suo servizio nazionale, frequentò tre semestri al Vienna’s Jazz
Conservatorium Johannesgasse in centro. Tuttavia, il suo cuore non era lì: lo fece
soltanto per accontentare sua madre. I suoi studi tuttavia gli diedero le conoscenze
della teoria musicale che in seguito gli sarebbero state necessarie per diventare un
star come musicista e confermarono il suo desiderio di diventare un musicista di
professione.

La fine degli anni settanta fu un periodo di grande sconvolgimento nella scena


musicale. La musica Punk stava conquistando
l’Europa, ad iniziare dalla Gran Bretagna, e Hans fu
subito affascinato dal nuovo stile. La “cult star”
David Bowie, in particolare nei lavori realizzati con
il produttore Brian Eno19, egli stesso influenzato dai
gruppi tedesci come Kraftwerk ed i Can, pubblicò la
sua pionieristica trilogia berlinese “Low”, “Heroes”
e “Lodger” incarnando la Berlino di quel momento. Hans Hölzel decise di
trasferirsi a Berlino Ovest per qualche tempo e provare a farsi li’ un nome nella
scena musicale locale. Molti anni dopo Falco ricordava: "Bowie era una delle
ragioni per le quali ero a Berlino. Ho desiderato imbattermi in lui da qualche

18
P. Melis - Einzelhaft Remixography - “Other Releases” in www.einzelhaft.webwideworlds.com
19
“Who is Falco?” in “Der Kommissar 2000” www.tmbsoft.com/falco/whois.html trad. M. Nusco

10
parte. Bowie era il mio idolo. Ha sempre fatto molto per musica pop di lingua
tedesca. L'album “Hero” fu una scintilla iniziale per me.". In questo periodo
inoltre vi era un altro stile musicale che stava emergendo nella Berlino dell’epoca,
denominato “neue deutsche welle” (new wave tedesca), che introdusse melodie
rap e funky’n’groove attraverso gruppi come i “Grandmaster Flash”20 e Kurtis
Blow21.

Come musicista jazz-rock Hans suonò con la più ampia varietà di band di Berlino,
guadagnando circa 1.000 Scellini a serata. Falco ricordò tuttavia "che era davvero
molto, ma sempre di meno di quello che spendevo. Non ho mai avuto soldi a
Berlino". Non si stabilì mai realmente a Berlino ma, complessivamente, trascorse
lì quasi un anno. Molte delle sue canzoni successive guarderanno indietro a questo
periodo.

Alla fine degli anni settanta si aggregò ad un gruppo formato intorno al principale
esponente della scena viennese, Wickerl Adam: il “First Vienna Music Theatre”,
che di seguito si trasformò nella “Hallucination Company”. I concerti
improvvisati della “big band” si tenevano in Bernoulli Strasse nel ventiduesimo
distretto di Vienna come parte dell’ Istituto di Cultura Viennese nel distretto di
periferia.

Un giorno, passeggiando lungo il marciapiede del centro commerciale in Mödling,


Wickerl Adam notò un musicista di strada di bell’aspetto che suonava il basso in
un gruppo. "Era là in Mödling che suonava come se fosse al Madison Square
Garden davanti a migliaia di persone - ma là non c’era nessuno" ricorda Wickerl
Adam. Volle questo ragazzo di talento per la sua band e Hans Hölzel non esitò ad
accettare.

Già all’epoca stava diventando evidente che Hans Hölzel non sarebbe stato
disposto ad accettare alcun compromesso quando si
parlava di musica. La meticolosità e la perfezione erano
sempre le sua maggiori priorità. Adam dice: "chiesi otto
ore di prove al giorno e Hans accettò di buon grado. Era
sempre puntuale, il tipo di persona con la quale avresti
potuto lavorare." I colleghi musicisti di Hans di allora lo
descrissero come molto modesto, calmo ed affabile. Nella
“Hallucination Company” Falco, nel 1977, ritrovo’ come
tastierista Thomas Rabitsch che aveva gia’ conosciuto un
anno prima nel 1976 quando frequentava il Vienna’s Jazz
Conservatorium in Johannesgasse e che sarebbe diventato
suo amico ed , insieme a suo fratello Bernard, avrebbe
seguito ed accompagnato Falco in tutta la sua carriera
artistica, come anche altri componenti dei “Drahdiwaberl”, fino a divendare, dal
1990, il leader della sua band. Lo stesso Thomas Rabitsch racconta come già
all’epoca fosse estremamente evidente che Hans era un bassista funk di prima
classe.22

20
“Who is Falco?” in “Der Kommissar 2000” www.tmbsoft.com/falco/whois.html trad. M. Nusco
21
“Biography” in www.cyberfalco.net – trad. M. Nusco
22
T. Rabitsch “Verdammt, wir leben noch” in www.rabitsch.cc; trad. M. Nusco

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