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Monte Cinque
traduzione di
Rita Desti
NOTA DELL'AUTORE
PROLOGO
PRIMA PARTE
Due sere dopo, Elia riunì tutti gli abitanti nella piazza,
adesso sgomberata dalla maggior parte delle macerie.
Furono accese alcune torce, e lui cominciò a parlare.
"Non abbiamo scelta," disse. "Possiamo lasciare allo
straniero il compito di eseguire questo lavoro. Ma ciò
significa anche che rinunciamo all'unica possibilità che ci
dà una tragedia: quella di ricostruire la nostra vita.
"Le ceneri dei morti che abbiamo cremato alcuni giorni
fa si trasformeranno nelle piante che nasceranno di
nuovo a primavera. Il figlio che si è perduto la notte
dell'invasione si è trasformato nei tanti bambini che
scorrazzano liberi per le strade distrutte, e si divertono
entrando nei luoghi proibiti e nelle case che non hanno
mai conosciuto. Finora, soltanto i bambini sono stati
capaci di superare quanto è avvenuto, perché non hanno
un passato: per loro tutto ciò che conta è il presente.
Dovremo cercare, allora, di comportarci come loro."
"Si può cancellare dal cuore il dolore di una perdita?"
domandò una donna.
"No. Ma ci si può rallegrare con ciò che si ricava da
essa."
Elia si voltò e indicò la cima del Monte Cinque, sempre
coperta di nuvole. Adesso, con la distruzione delle mura,
era visibile dal centro della piazza.
"Io credo in un Signore unico, ma voi pensate che gli dèi
abitino in quelle nuvole, sulla vetta del Monte Cinque.
Non voglio certo discutere adesso se il mio Dio sia più
forte o più potente; non voglio parlare delle nostre
differenze, ma delle nostre somiglianze. La tragedia ci ha
ricondotto a un comune sentimento: la disperazione.
Perché è accaduto? Perché pensavamo che a tutto ci
fosse già una risposta e che tutto fosse risolto nella
nostra anima: e non potevamo accettare alcun
cambiamento.
"Sia voi sia io apparteniamo a un popolo di
commercianti, ma sappiamo anche come comportarci da
guerrieri," proseguì. "E un guerriero è sempre
consapevole di quello per cui vale la pena di lottare. Non
entra in combattimenti che non lo interessano, e non
perde mai il suo tempo con le provocazioni.
"Un guerriero accetta la sconfitta. Non la tratta con
indifferenza, né tenta di trasformarla in vittoria. Egli è
amareggiato dal dolore della perdita, soffre
all'indifferenza, e si dispera con la solitudine. Dopo aver
passato tutto ciò, si lecca le ferite e ricomincia tutto di
nuovo. Un guerriero sa che la guerra è fatta di molte
battaglie: egli va avanti.
"Le tragedie capitano. Possiamo scoprirne la ragione,
incolpare gli altri, immaginare come sarebbe stata
diversa la nostra vita senza di esse. Ma nulla di tutto ciò
ha importanza: le tragedie sono accadute, questo è
tutto. Da quel momento, dobbiamo dimenticare la paura
che esse ci provocano e dare inizio alla ricostruzione.
"Ciascuno di voi si darà un nuovo nome, a partire da ora.
Questo sarà il nome sacro, che sintetizza in una parola
tutto quello per cui avete sognato di lottare. Per me, ho
scelto il nome di Liberazione."
La piazza rimase in silenzio per un po'. Poi si alzò la
donna che per prima aveva aiutato Elia:
"Il mio nome è Ritrovamento," disse.
"Il mio nome è Saggezza," disse un vecchio.
Il figlio della vedova che Elia aveva tanto amato urlò:
"Il mio nome è Alfabeto."
Tutta la gente in piazza scoppiò a ridere. Il bambino,
vergognandosi, si rimise a sedere.
"Come ci si può chiamare Alfabeto?" urlò un altro
bambino.
Elia avrebbe potuto intervenire, ma era bene che il
ragazzino imparasse a difendersi da solo.
"Perché questo era ciò che faceva mia madre," disse il
ragazzino. "Ogni volta che guarderò le lettere disegnate,
mi ricorderò di lei."
Questa volta nessuno rise. Uno dopo l'altro, gli orfani, le
vedove e i vecchi di Akbar dissero i loro nomi, e le loro
nuove identità. Quando la cerimonia fu conclusa, Elia
pregò tutti di andare a dormire presto: dovevano
riprendere il lavoro la mattina seguente.
Prese il bambino per mano, e si incamminarono insieme
verso il punto della piazza dove avevano teso alcune
tele, a guisa di tenda.
Da quella sera, cominciò a insegnargli la scrittura di
Biblo.
NOTE
1. (1 Re 17,1)
2. (1 Re 17,3-4)
3. (cfr 1 Re 17,9)
4. (1 Re 17,14)
5. (1 Re 17,19-21)
6. (cfr. Deuteronomio 20,3-7)
7. (cfr. 1 Re 18,20-38)
8. (cfr. Deuteronomio 20,7)
9. (cfr. Deuteronomio 3,23-25)
10. (Deuteronomio 3,26-27)
11. (Levitico 26,30-31 e 36)
12. (cfr. Genesi 32,25-29)
13. (1 Re 18,1)
14. (cfr. Deuteronomio 8,2 e 12-14)
15. (1 Re 18,27-29)
Fine.