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Come fai sbagli

di Mario Ambel
Linsegnante non uno che insegna, ma molti che insieme creano le
condizioni perch gli allievi apprendano. La specificit del loro lavoro
relazionale, collegiale, pluridisciplinare, plurilingue. Fino a quando
listituzione scolastica (in tutte le sue componenti) e la societ che sta
fuori dalla scuola non modificheranno radicalmente la loro visione della
scuola e del ruolo dei docenti, ogni innovazione reale sar impossibile e
di conseguenza ogni tentativo di valutazione del sistema e dei suoi attori
sar ideologico e nocivo.
Per questo le proposte contenute nella legge 107 sono solo pannicelli
demagogici per tacitare richieste dellUnione Europea che meriterebbero
unaltra intelligenza politica e pressioni da parte degli utenti suscettibili
di risposte meno strumentali. Per questo anche lesito che potrebbe
uscire dal referendum abrogativo di cui si discute in questi mesi
certamente meglio del ridicolo triumvirato di valutazione con funzione
consultiva previsto dalla Buona scuola, ma non esce tuttavia dalle
contraddizioni che vuole sconfiggere, riassegnando ai soli docenti una
pseudo valutazione che, nelle attuali condizioni, un inutile (e un po
ipocrita) finzione.
Fino a quando si continuer a considerare linsegnamento una
professione prevalentemente, se non esclusivamente, individuale, ogni
proposta relativa a chi debba decidere i criteri per una sua valutazione
sar sbagliata e pericolosa. Se assegnati ai soli docenti, i criteri saranno
autoreferenziali e corporativi; se al dirigente scolastico, dirigistici; se
allamministrazione, autoritari; se agli utenti-clienti, strumentali; se ad
altri stakeholder, variamente servili Insomma, si rassegni il Ministero:
dentro questa idea e questa pratica di scuola Come fai sbagli, poich si
cambia solo la patologia ideologica di riferimento.
Linsegnamento (o dovrebbe essere) una attivit professionale
soprattutto cooperativa, che realizza un progetto educativo condiviso e
ne assume collegialmente la responsabilit. In questottica, diciamo da
comunit educante di professionisti riflessivi (e non da accozzaglia di
monadi autonome e tra loro competitive), la valutazione dellefficacia

del progetto educativo e dei suoi risultati inevitabilmente unattivit cui


devono concorrere soggetti e momenti diversi con responsabilit,
compiti e metodologie diversificate ma convergenti verso lunico scopo di
migliorare i processi in atto e i loro esiti.
Alcune ipotesi in tal senso sono presenti nelle norme sul Sistema
Nazionale di Valutazione, ma troppo scarne sulla responsabilit
collegiale della comunit educante e soprattutto vanificate e subissate da
altre (insane) pulsioni: meritocratiche, competitive, demagogiche,
individualistiche e conflittuali, che animano oggi parte dellopinione
pubblica, dnno forma a ideologie politiche, seducono componenti della
stessa istituzione (i dirigenti scolastici organizzati in alcune delle loro
associazioni di categoria, per esempio). E di fatto contribuiscono a
rovinare la scuola, come di fatto accaduto per tutte le scelte compiute
attorno alle problematiche della valutazione negli ultimi dieci anni. In
ottusa e pervicace coerenza con una idea di scuola che tutto meno che
"buona"!Giusto abrogare, quindi: certamente il pi pssibile della Legge
107, ma anche lidea perversa e anacronistica di scuola che la anima.
Altrimenti, tolta la 107, ci ritroveremmo con i mali di sempre.

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