A quel tempo accadde davvero un fatto nuovo e singolare: un delfino, attirato da un canto, all'improvviso si accost ad un uomo che nuotava e facendolo sedere sul suo dorso lo trasport e lo fece scendere salvo sulle coste della Grecia. Da l Arione si diresse immediatamente a Corinto, dove and dal re Periandro, suo amico, e gli raccont il fatto cos come era accaduto. Il re prest poca fede a questo episodio e ordin che Arione fosse imprigionato come se fosse un uomo bugiardo. Ma dopo l'arrivo a Corinto di certi marinai, il re domand loro se sapevano dove si trovasse Arione e che cosa facesse. Risposero che quell'uomo, dato che da l erano venuti, si trovava nel territorio dell'Italia e che l faceva una bella vita, rallegrando con il suo canto le orecchie e l'animo degli uomini e ottenendo un grande guadagno. Avendo raccontato il falso, Arione all'improvviso apparve con la lira e gli ornamenti con i quali si era lanciato in mare. I marinai stupefatti, poich avevano creduto che egli fosse annegato, cos lo videro apparire in vita, e subito confessarono il loro crimine. A questo punto Medo disse: "Sebbene sia risaputo che alcuni uomini siano stati trasportati dai delfini, tuttavia dubito che questa storia sia vera". E il timoniere: "Che sia vera o che sia falsa, mi piace molto la storia sulla fortunata sorte di Arione, infatti come egli stato salvato in modo cos singolare, quando ormai disperava della sua vita, cos talvolta gli uomini contro ogni speranza vengono strappati dai pericoli pi grandi. Questa storia ci insegna ad essere sempre di indole fiduciosa e di non disperare mai della nostra salvezza. Mentre c' la fiducia, c' sempre la speranza". Alla fine queste parole sembrarono essere di qualche conforto al mercante turbato.