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SULLA FORMAZIONE INTELLETTUALE DI VITTORIO SERENI

Author(s): Francesca D'Alessandro


Source: Aevum, Anno 73, Fasc. 3 (Settembre-Dicembre 1999), pp. 891-912
Published by: Vita e Pensiero Pubblicazioni dellUniversit Cattolica del Sacro Cuore
Stable URL: http://www.jstor.org/stable/20861011
Accessed: 02-10-2015 18:39 UTC

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Francesca

D'Alessandro

SULLA FORMAZIONE INTELLETTUALE DI VITTORIO SERENI

Risale al 1947 la pubblicazione in rivistadelle brevipagine destinatepoi ad

nella prima e nella seconda


della poesia,
entrare, con il titolo di Esperienza
tratta
molto significative,
di
considerazioni
si
edizione degli Immediati dintorni:
e
avaro
su
tra le prime che Sereni, sempre schivo
questo terreno, ci offre, quando
era gia compiuta anche la sua seconda raccolta di versi, sulle proprie concezioni
di poetica1. Sin dalle prime frasi, queste pagine si pongono come il temporaneo
e dilemmi,
approdo di un lungo cammino di ricerca, vissuto tra dubbi, incertezze
a partire dai giovanili anni universitari, attraverso l'oscuro crogiolo della guerra
e della prigionia inAfrica del Nord, fino al ritorno a Milano. Esse portano evidenti

*
menti

L'autrice

di questo

lavoro

ringrazia

Francesco

Mattesini

e Claudio

Scarpati

per

i suggeri

ricevuti.

1V.
Sereni,Dei poeti del tempoe della poesia, ?La frustalibera?, 1 (1947), 3 (privodi firma,

1 (1950),
in quanto Sereni stesso e redattore letterario del periodico),
Letteratura,
poi ?Paragone?
immediati dintorni, Milano
in Gli
della poesia,
57-58
(senza
titolo), in seguito come Esperienza
1983, 25-28, ora, unitamente
1962, 41-46 e ancora in Gli immediati dintorni primi e secondi, Milano
con una bibliografia
a La traversata di Milano,
in Id., La tentazione della prosa, a c. di G. Raboni,

stesso 1947,
di tutte le prose a c. di B. Colli, Milano, Mondadori,
1998, 27-30, da cui si cita. Nello
escono presso Mondadori
anche
in
oltre a Diario
Vallecchi),
(Firenze,
maggio
d'Algeria,
pubblicato
e la danza. Dialogo
e P. Val?ry,
L'anima
Leviatan
J. Green,
due traduzioni di Sereni:
Eupalinos.
delValbero.
Errante, anch'egli
(Si noti che lo stesso testo poetico di Valery e stato tradotto da Vincenzo
et la
L'Ame
cfr. P. Valery,
nei primi anni Trenta:
tra i docenti deH'Universita
Statale di Milano
e introduzione
di V. Errante, Vicenza
traduzione
1933). Sempre del '47 sono alcune prose
Danse,
?La Fiera
riunite in volume: V. Sereni, Una stagione ambigua,
sparse, di cui solo due attualmente
2, 7, poi in Gli immediati dintorni, 36-41 e in Gli immediati
letteraria?, 23 (1947), Numero
Speciale
51 (1947), 56
dintorni primi e secondi, 21-25;
Id., / morti coerenti di Spoon River, ?La Scuola?,
a R. Martinoni,
di Spoon River?, Bellinzona,
Vittorio Sereni e V?Antologia
57, poi come Appendice
sulla
Sentieri di gloria. Note e ragionamenti
1990, 115-17, infine in V. Sereni,
Stampa Novaprint,
a periodici
e
le collaborazioni
1996, 19-23. Per quanto
Mondadori,
letteratura, Milano,
riguarda

I'll gennaio
la comparsa,
1947,
riviste, ricordiamo:
letterario ?Libera
Premio
1946, per il quale
Stampa?
di Dimitrios, Nel bicchiere difrodo
Diario
d'Algeria),
e
d'Algeria;
pochi mesi piu tardi nello stesso Diario

su ?Libera

al
dedicate
Stampa?
(Supplemento
si e classificato
secondo con l'inedito
come ritorna, tutte collocate
(inedita), eAhime
sul ?Corriere
il 24 gennaio,
la pubblicazione,

il poeta

del Ticino?, 8 (1947), [3], di Tre poesie di VittorioSereni: Vecchio Cielo (poi inDiario d'Algeria

(inserita successiva
titolo, con Vincipit di Se la febbre di te piu non mi porta), Via Scarlatti
e Versi a
in Diario
[Torino 1965]),
d'Algeria,
prima, e in seguito negli Strumenti umani
di Frontiera
edizione
soltanto nella seconda
sezione presente
Proserpina
(poi parte dell'omonima
senza titolo con Vincipit di La sera invade il calice
leggero). Tra gli
1966], dove compare
[Milano
senza

mente

?Le Carte Parlanti?,


Esiste
il mal d'Africa,
raccolti in volume ricordiamo:
giugno
1947 (rec. al libro di G. Altichieri
dicembre
29 novembre-6
1947, 18; //passato
raggira, ?Tempo?,
e i numerosi articoli usciti sull'?Illustrazione
edito l'anno stesso a Milano,
ticinese?,
presso Muggiani)
a cadenza
al dicembre dello stesso anno.
settimanale, dal maggio
scritti non ancora

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892

F. D'ALESSANDRO

i segni della formazione intellettuale acquisita dal poeta tra il 1932 e il 1939,
negli ambienti della milanese Universita Statale, seguendo i corsi di Benvenuto
e soprattutto di Antonio Banfi2, attorno al quale si
Terracini, Luigi Castiglioni
formarono figure di intellettuali destinate ad occupare spazi di rilievo nel dibattito
culturale successivo. Tra questi Luciano Anceschi, precocemente giunto alia pubbli
cazione integrate della tesi di laurea, Enzo Paci, che iniziava allora a far conoscere
in Italia Tesistenzialismo
tedesco3, Giulio Preti e Remo Cantoni, Raffaele De
Maria
Giovanni
Grada,
Bertin, Giosue Bonfanti, nonche Antonia Pozzi e Gian
accomunati
dal tragico destino di suicidi. A questo gia fervido
Luigi Manzi,
?
cenacolo
che usava riunirsi nel caffe di piazza Sant'Alessandro,
chiamato
'Baccanino' con voce bresciana suggerita dallo stesso Sereni ?
si aggiungano le
frequentazioni, in vari caffe del centro, di figure come Giancarlo Vigorelli, Giansiro
Leonardo Sinisgalli, Carlo Bo, per
Ferrata, Sergio Solmi, Salvatore Quasimodo,
e
il
interessi
culturali e artistici, vissuti e
comprendere l'ampiezza
vigore degli
vivi in quegli anni, che poi hanno trovato un'efticace risonanza sulle pagine di
?Corrente?4.

2
Antonio

terzo nel concorso,


tenutosi il 28 ottobre 1930, per la
Banfi, dopo essere risultato
di Storia della Filosofia moderna,
all'Universita
Cattolica
di Milano,
vinse un anno dopo
e passo
di Genova
all'Universita
quello di Storia della Filosofia
poi, per trasferimento, all'Universita
con cui aveva conseguito
Statale di Milano,
dove era stato allievo di Martinetti,
la seconda
laurea in
cattedra

Filosofia, il 29 gennaio 1910 (la prima, in Lettere, risaliva al 19 dicembre 1908, con una tesi su

Francesco

da Barberino,

composta

sotto la guida

dell'illustre

medievalista

Francesco

Novati

e da

lui

giudicata degna di un dottoratoin Sorbona). Qui venne promosso ordinario 1'8 febbraiodel 1935;

C. Cordie,
La formazione
letteraria di Antonio Banfi, in A. Banfi, Scritti letterari, Roma
1970, ix
e xxxvm; C. Dionisotti,
Letteratura
italiana e filosofia
straniera. Per Antonio Banfi, in Id., Ricordi
della scuola
Storia e Letteratura,
Sulla attivita intellettuale di Banfi
italiana, Roma,
1998, 433-45).
si rimanda a: L. Anceschi,
A proposito
di questa seconda
in Id., Autonomia
ed eteronomia
edizione,
Atti del Convegno
di studi
delVarte, Firenze
1959, xm; Antonio Banfi e il pensiero
contemporaneo,
13-14 maggio
1969 e la recente ricognizione
storico-critica
1967), Firenze
banfiani
(Reggio Emilia
di E.I. Rambaldi,
// contributo
'milanesef al dibattito filosofico
italiano nel Novecento,
in Adunanza
solenne per Vinaugurazione
dell'anno
1995 (2 febbraio), Milano,
accademico
Istituto Lombardo
di
e Lettere,
Scienze
1995, 19-31: 23-24.
3
L. Anceschi,
Autonomia
ed eteronomia delVarte, Firenze
1936; K. Jaspers, La filosofia dell'e
trad, di O. Abate, Milano
sistenza
ed
(con nota introduttiva di Antonio
Banfi),
1940; Id., Ragione
trad, di E. Paci, Milano
1 (1938),
30
esistenza,
1942; E. Paci, La
logica del tuono, ?Corrente?,
3 (1940), 31
(sulla filosofia di Kierkegaard);
Id., Esistenzialismo
?Corrente?,
giugno
gnoseologico,
tra 1'esistenzialismo
italiano e quello
(confronto
tedesco, di Jaspers in particolare);
Id.,
gennaio

Presentazione

di Karl

31

?Corrente?,
(1940),
(ultimo numero).
maggio
4 Sulle riuniuoniJaspers,
di letteratie filosofinellaMilano di quegli anni: L. Broggini, E riapparso
I'Impero sui collifatali di Roma. Caffe Craja 1930-1940, con testidi G. Altichieri,B. Dal Fabbro,

A. Gatto, V. Sereni, S. Solmi, Milano


/ luoghi e gli incontri, in Id.,
1962; G. Lupo,
e la cultura utopica degli anni Trenta, Milano,
Vita e Pensiero,
nel
1996, 7-18. Fondato
il periodico,
Ernesto Treccani,
che inizialmente
si chiamava
?Vita
gennaio del 1938 dal giovanissimo
muta
il proprio nome in ?Corrente di vita giovanile?,
per l'apporto dei nuovi redattori,
giovanile?,
tra cui Vittorio Sereni, entrato a far parte della redazione
nel marzo dello stesso anno. La pubblica
zione viene interrotta nel 1940: ?? morta per mano dittatoriale
il giorno in cui fu dichiarata
la guerra
fascista?
a c. di
in Corrente di vita giovanile
(cfr. V. Sereni, Senso di un'esperienza,
(1938-1940),
A. Luzi, Roma, ?Indici ragionati dei periodici
letterari europei?,
1975, 10). Si veda anche L. Anceschi,
inModello
della poesia, Milano
//movimento milanese
di ?Corrente di vita
Pretesti,
1966, 247-49;
e Vermetismo,
14 (1968), 79-100; G. Langella,
// secolo delle
Letterario?,
giovanile?,
?L'Approdo
statuto
riviste. Lo
'Baretti' a
letterario dal
G. Benvenuti,
'Primato', Milano
1982, 201-10;
di ?Corrente
in Studi di lingua e letteratura
di Vita giovanile?,
lombarda
Uesperienza
offerti a
e la letteratura,
G. Bonfanti,
?Corrente?
Maurizio
8
Vitale, II, Pisa
1983, 999-1019;
?Autografo?,
G.

Ferrata,

Sinisgalli

(1991), 53-69.

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SULLA FORMAZIONE

INTELLETTUALE DI VITTORIO SERENI

893

nell'ottobre del
Sereni, dopo essersi iscritto alia facolta di Giurisprudenza,
e
marzo
a
22
Filosofia
il
dell'anno
di
Lettere
di
1932, domando
passare
gia
quella
le
lezioni
Antonio
di
che
allora
modo
Ebbe
cosi
di
Banfi,
frequentare
seguente.
si svolgevano nella sede di corso di Porta Romana, poi andata distrutta a seguito
dei bombardamenti del 19435. In quegli anni Banfi teneva, oltre che l'insegna
?
svolto fino al 1931
mento di Storia della Filosofia, anche quello di Estetica
?
orientando i propri corsi al consolidamento
da Giuseppe Antonio Borgese
resa autonoma,
in quanto disciplina
della filosofia dell'arte,
epistemologico
dalla critica letteraria, cui fino ad allora era stata corrivamente
metacritica,
associata6. Tale rigore disciplinare non gli impediva tuttavia di riportare i temi
teorici ad una continua adesione al tessuto vivo della realta artistica, con la precisa
volonta di educare il gusto dei giovani alia lettura dei piu grandi autori contem
poranei7. Sotto la sua guida, Sereni compi il proprio ciclo di studi nel novembre
del 1936, discutendo la tesi di laurea sulla poetica di Gozzano
(gli fu correlatore
Alfredo Galletti, nel frattempo subentrato a Zingarelli), a circa un anno di distanza
e della Pozzi. Nell'ottobre
succes
dell'anno
di Anceschi
da quelle memorabili
come
mantenne
stesso
assistente
incarico
che
lo
chiamo
Banfi
lo
volontario,
sivo,
?
dove gia aveva trascorso gli
fino al luglio del 1939, quando riparti per Brescia
?
come sottotenente di comple
e della prima giovinezza
anni dell'adolescenza
ment
in servizio militare.
della poesia
Le osservazioni piane e apparentemente semplici di Esperienza
rivelano alcuni aspetti della fedelta di Sereni agli insegnamenti di Banfi, acquisiti
e inseriti nell'attualita della pratica compositiva, gia nel periodo ancora instabile,
e acceso di entusiasmi della vita studentesca, e successivamente
assimilati, fatti
e
e
nei
anni
Ci
cosi
individuare un
dolorosi
rimeditati
seguenti8.
possibile
propri
?
in cui Sereni non riusciva appieno
anello di congiunzione tra i versi di Frontiera
e dall'intero gruppo di ?Corrente?,
a riconoscersi, voluti in volume da Anceschi
?
e le due raccolte conclusive della
come documento di un'epoca
ormai finita
sei mesi dopo la chiusura della rivista milanese,
produzione sereniana. Quando,
si voile inaugurare una serie di edizioni che ne recassero il nome, Anceschi penso
di rivolgersi a Sereni e gli scrisse una lettera in cui e riassunta l'atmosfera del
caro
periodo e chiarita la funzione in quello svolta dal poeta luinese: ?Dunque,
Vittorio, il gruppo esiste sempre, e funziona; proprio qualche giorno prima che
tu mi scrivessi s'era progettato con Ernesto [Treccani] una collana di poesia. E
s'era detto: o Sereni ne sard Viniziatore o non se ne fara niente. Raccogli,
infine,
un numero ?
anche esiguo ?
di composizioni ?
lasciamo a
coraggiosamente,
e mandale a Ernesto o a me. [...] Non devi questa volta mancare.
te la scelta ?
5

e filosofia, La scuola di Milano.


e
Guerini
Banfi, Cantoni, Preti, Paci, Milano,
curata da G. Bonfanti,
in V. Sereni, Poesie,
100 e la Cronologia
ed. critica a c. di
Milano,
Mondadori,
1995, ci-cxx.
come scienza filosofica,
in Antonio Banfi e
Formaggio,
Banfi e gli sviluppi delVestetica

F. Papi,

Associati,
D. Isella,
6
D.

Vita

1990,

il pensiero
422-29.
contemporaneo,
7
105.
Papi, Vita e filosofia,
8
Gia Pier Vincenzo
l'amico poeta l'anno stesso della sua morte,
commemorando
Mengaldo,
annotava:
il rapporto fra la formazione
?Forse non e stato sufficientemente
sottolineato
culturale
che egli ha avuto e la sua nozione
della poesia?
(P.V. Mengaldo,
fenomenologica
fenomenologica

Ricordo
di Vittorio Sereni, ?Quaderni
9 (1983),
piacentini?,
Pesce d'Oro?.
Rebora-Pound-Sbarbaro-Guillen-Piccolo-Sereni,
La

tradizione

del Novecento.

Nuova

serie, Firenze

1987,

in Sei poeti ?alVinsegna


del
inline in Id.,
1987, 95-132,
a 359).
la citazione

3-18, poi
Milano

357-76,

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F. D'ALESSANDRO

lascia di quel tempo che fu tuo, che noi


Vai, ora, per altre strade? [...] Ebbene,
ti invidiammo, e che a noi, a tanti e caro la giusta traccia per chi non lo ha vissuto
e per chi vuol ricordarlo?9. Sereni prese quindi a radunare una parte dei testi
gia
in lui, quasi una sorta di
composti e a scriverne altri, che da tempo maturavano
che diede vita a una raccolta i
affannosa, ?ma cosi necessaria?,
?liquidazione?
cui risultati stilistici restavano, agli occhi dell'autore, ancora inadeguati rispetto
alle sue intenzioni10.
della poesia, notiamo il modo con cui
Quanto alle riflessioni di Esperienza
da subito Sereni fosse portato ad affrontare la questione,
sin dalV incipit, che
potrebbe suonare quasi come una ripresa, ormai meno emotivamente implicata
nella circostanza storica, di quanto anche Montale
affermo a Radio-Firenze
il 15
marzo
un
in
dallo
stesso
citato
di
Luino l'anno successivo11:
1945,
passo
poeta
Nessuno piu di un poeta e adatto a dire cose concrete sulla poesia. Per contro, nessuno
e meno adatto di lui a enunciare verita che escano da un ordine qffattopersonate ed entro
certi limiti utili a lui solo e a lui solo necessarie12.
Con

un'intonazione
lontana dall'argomentare
serrato
distesa, volutamente
del
discorso
filosofico, veniva qui ripreso un concetto piu volte espresso
proprio
da Banfi, soprattutto negli scritti dei primissimi anni Trenta, quando, approdato
alia docenza universitaria, andava raccogliendo
i frutti dei decenni di letture e
ricerche trascorsi tra Lanciano,
In un ampio saggio
Jesi, Urbino e Alessandria.
del 1932, rimasto inedito fino al 1961, del quale e comunque molto probabile si
sia servito come fondamento teorico per le lezioni, a proposito della ?riflessione
normativa? dell'arte, egli faceva notare quanto essa aspirasse ad un'universalita
superiore a quella della precettistica e quanto, proprio per tale sua peculiarita,
rischiasse di produrre norme ?astratte e inconcludenti?. Viceversa,
continuava
Banfi, esse ?sono concrete e tanto piu relative e parziali a una determinata forma
e a una determinata corrente?13. Un'affermazione
di portata analoga ?
che ripren
deva per viam negationis
le precedenti ?
alia
apriva anche la Testimonianza
numero
del
filosofo
uscita
sullo
storico
lombardo
di
?Corrente?
del
15
poesia
giugno 1939, definito dallo stesso Sereni ?una vera e propria scorreria dell'er
metismo fiorentino nel granducato lombardo, che vide ai due capi del filo, rispet
e Giancarlo
accomunati
dall'intento
di
tivamente, Oreste Macri
Vigorelli?,
difendere le ragioni della poesia dalle incursioni oppressive del regime14:

9
La lettera del 4 novembre
1940 si conserva ora nell'Archivio
della Fondazione
di ?Corrente?,
a Milano,
cui e stata donata dal destinatario
?// tuo sorriso limpido e funesto?,
in Giornale
(D. Isella,
di Frontiera, Milano,
Rosellina
Archinto,
1991, 10).
10
44.
di Frontiera,
Sereni, Giornale
11
e personale,
non comunicabile
?Ha detto Montale
[...]:
per sentito dire, per la
'L'esperienza
mediazione
della cultura'?: V. Sereni, La poesia
italiana contemporanea,
1
?La Rassegna
d'Italia?,

109.
(1946),
12

della poesia,
27. Sulle ascendenze
della concezione
Sereni, Esperienza
fenomenologiche
La poetica
estetica di Sereni si veda C. Scarpati,
di Vittorio Sereni, in Studi sulla cultura lombarda.
In memoria
di Mario
Milano
1972, 260-78.
Apollonio,
13
e problematica
A. Banfi, Riflessione
a c.
in / problemi di una estetica filosofica,
delVarte,
di L. Anceschi,
Firenze
1961, 234.
14
13-14. Si veda sull'argomento
anche il citato volume di
Cfr. Sereni, Senso di un'esperienza,
alle pagine
101-02.
Papi, Vita e filosofia,

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SULLA FORMAZIONE

895

INTELLETTUALE DI VITTORIO SERENI

Non si trattaqui di definire nel concetto di poesia la strutturagenerica e astratta di


un'ideale realta, ma di cogliere ed illuminare il vivente processo d'esperienza spirituale
che quel concetto designa15.
Alcuni anni piu tardi, delineando il percorso inverso, rispetto alia capacita da
parte del critico e del contemplatore di cogliere 1'individualita di ogni opera d'arte,
intesa come ?limite di un'infinita serie di ricerche?, Banfi cosi si esprimeva:
L'opera

d'arte

e come

una

personality,

non

v'e

schema

che

la raggiunga.

Ciascuno

deve giungere al suo nocciolo individuate, da cui si chiarisce la sua intera struttura,per
una sua propria via, per un tutt'affattooriginale contatto simpatetico16.
Alia luce di questo accostamento,
l'affermazione iniziale del breve articolo
di Sereni acquista spessore e profondita, in quanto va a collocarsi neH'indirizzo
di pensiero che, pur servendosi talvolta di una terminologia ancora crociana, ne
isolato e irripetibile, per collocare
supera il concetto di 'organismo espressivo'
T opera poetica aH'interno di un sistema coeso di una fitta trama di relazioni interne
ed esterne17. Viene conferito cosi all'indagine
filosofica suirarte il compito di
del
condurre, al di fuori di schematismi astratti e dogmatici, alia ?coscienza
dinamismo vivo della realta?, di permettere ?aH'esperienza
di farsi valere in tutta
su una traiettoria analoga a quella che per Contini ?
la sua viva molteplicita?,
sul piano della critica letteraria e non deLTestetica ?
si andava delineando, circa
come
stessi
al
'valore'
del testo poetico18.
anni,
perenne approssimazione
negli
Alia complessita dinamica del mondo estetico, studiato da Banfi, sin dai primi
con rigore razionale ormai lontano dalla letterarieta al
decenni del Novecento,
(che
tempo intrisa ancora di estetismi dannunziani del suo predecessore Borgese
non mancava
di attribuire all'arte la funzione 'religiosa' di rivelazione per via
simbolica dell'assoluto19),
corrispondono una ricchezza e un'apertura straordinarie
?di direzioni, di visuali, di motivi?, sempre aderenti alia variegata, imprendibile
complessita del reale20. La precisa intenzione di non soggiacere ad alcuna assolu
15
A. Banfi, Poesia,
2 (1939),
contiene
scritti di Macri,
?Corrente?,
[1]. II numero,
'doppio',
alcuni.
Parronchi, Quasimodo,
Luzi, Gatto, Contini, Bertolucci,
per nominarne
Bigongiari,
16
A. Banfi, Note d'estetica,
in Vita dell'arte, Milano
Si tratta dell'unico
1947, 228-29.
saggio
il volume,
inedito dei cinque che compongono
esce il 5
tuttavia occorre notare che Vita dell'arte
del 1947, mentre
l'articolo di Sereni viene pubblicato
in rivista il 25 ottobre dello stesso
maggio
anno. Le ricorrenze terminologiche
e concettuali,
e la coerenza
del sistema estetico banfiano,
anche
Bo,

in anni diversi della sua ricerca, soprattutto dalla meta degli anni Trenta, lascerebbero
inoltre presagire
le lezioni non si discostassero
di molto,
anche sul piano espressivo,
dalla formulazione
scritta
che i saggi ci restituiscono
le testimonianze
dello stesso Sereni,
nella Presentazione
al
(si vedano
e tre scritti inediti, Urbino
volumetto postumo di scritti banfiani Ricerche
sull'amor famigliare
1965;
che

a c. di MA.
di estetica
Milano
Banfi, Lezioni
Fraschini,
[anno accademico
1944-'45],
a c. di F. Tedeschi,
di estetica
Milano
Id., Lezioni
[anno accademico
1945-'46],
1946).
17
D'A.S.
L'analisi
letteraria in Italia, Milano-Napoli
Avalle,
1970, 56.

A.

1945

18
A. Banfi, /problemidi un'esteticafilosofica, ?La Cultura?, 11 (1932), 750 e 12 (1933), 174,

poi in Vita dell'arte,


romana della Societa

17. In occasione

del dibattito, tenutosi il 15 aprile 1955, presso la Sezione


che
italiana, Banfi scrisse un saggio sin dal titolo indicativo del metodo
stiamo riscontrando anche nell'allievo
in La ricerca della
(cfr. A. Banfi, La mia esperienza filosofica,
e G.
realta, I, Firenze
1956, 1-16: 1. II volume e stato poi nuovamente
stampato, a c. di G.D. Neri
13-93:

filosofica

II Mulino,
dell'edizione
delle Opere del filosofo, vol. X).
Scaramuzza,
1996, nell'ambito
Bologna,
19
e Manzoni,
G. Langella,
60 (1986),
397-414:
401-02.
?Aevum?,
Borgese
20
19. Nella
lettera scritta da Alessandria
il 9 giugno
Banfi, Vita dell'arte,
1914, Banfi, riscon

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896

F. D'ALESSANDRO

tizzazione teorica e di non elevare a criteri teoretici i presupposti pratico-valuta


e pragmatico
tivi traspare nel riferimento di Sereni aH'ordine
?personale?
e della 'necessita', compiuto con le debite limitazioni, le stesse che,
dell''utilita'
in sede speculativa, portarono il suo maestro a spiegare:
Non
campo

si trattaqui [...] di liberarsi da un'ideologia

aperto

a un'esperienza

immediata.

L'esperienza

astratta e parziale, per lasciare il


immediata

e non

solo

essa

pure

sempre parziale, condizionata dalla natura e dalla relazione particolare del soggetto e
dell'oggetto, ma determinata a sua volta da un'ideologia implicita, da un sistema di valuta
zione

piu

o meno

coerente21.

Nel testo di Sereni incontriamo ben presto un riferimento a Valery, proprio


nello stesso anno in cui esce la traduzione di Oreste Macri, nominata anche nel
(?Hai visto il Cimetiere di Macri? Credo sia una delle
carteggio con Bertolucci
sue cose migliori?)22.
Non sembrerebbe casuale che il poeta di Luino parli dell'autore del Cimetiere
Marin come di chi s'intendesse di ?cose universali, non foss'altro per la tensione
costante verso quelle?, indicando ?
secondo l'impostazione
teorica di Banfi ?
la possibility che il pensiero risolva la parzialita di ogni posizione attraverso la sua
connessione alle altre, airinterno quindi di una correlazione di dati fenomenici.
Lo stesso Valery, come lasciano intendere anche i versi di Pindaro posti in
l'infinita del proprio simbolismo da una serie
esergo al Cimetiere, derivava
complessa di relazioni colte neH'ambito della finitezza, coerentemente con la sua
.Al nome
concezione dell'attivita artistica intesa come perenne work inprogress
stesso di Valery, per altro, proprio in quegli anni, Contini aveva associato,
suscitando un certo scalpore, la propria idea di fluidita del testo poetico teso ?a
un 'finito' mai realizzato?, nel suo Saggio d'un commento alle correzioni del
Petrarca volgare del 1941, edito nel 194324. Ne sarebbe opportuno dimenticare la
?
di cui
tempestivita con la quale sin dall'inizio degli anni Trenta, Sergio Solmi
a
una
fino
durare
alia morte, proprio nell'im
Sereni inizo
frequentazione destinata
si occupo del poeta francese. In due saggi lucidissimi,
mediato dopoguerra ?
successivamente
raccolti nel volume dal titolo La salute di Montaigne,
egli
pervenne, attraverso l'autore di Charmes, a conclusioni di portata generale sulla
la vitalita di
poesia e sulla critica (del lettore e deirartista stesso), riconoscendo

trando con amarezza

i limiti della cultura coeva, parlava addirittura di ?armeggio


estetico, olimpico
e socialismo
P. Rossi, Hegelismo
nel giovane Banfi, ?Rivista
critica
Borgese?:
a A. Banfi,
Incontro con Hegel,
18 (1963), 46-76, poi come prefazione
filosofia?,
Urbino
1965, 7-64: 32.
21
20-21.
Incontro con Hegel,
Banfi,
22
a c. di O. MacrI,
Firenze
// cimitero marino,
1947. La citazione
si
Si allude a P. Valery,
a c. di G. Palli Baroni,
trova inA. Bertolucci
V. Sereni, Una lunga amicizia. Lettere 1938-1982,
pavoneggiante
di storia della

d'un

1994, 134-35.
Garzanti,
23
I {Poesies),
P. Valery,
Le cimetiere marin,
in Oeuvres,
Paris 1975, 147-51. Nel suo scritto,
e 1939-'40,
i corsi degli anni 1938-'39
Banfi collocava
che riguarda
in forma d'appunto,
Valery
in particolare
della trattazione sul ?problema
la dove affron
nell'ambito
di una metaflsica
deH'arte?,
?come
strutturale del mondo?
limite? e ?come principio
tava il concetto della trascendenza
(Banfi,

Milano,

Estetica [E/22], in /problemi di una esteticafilosofica, 330).


24

in Id., La tradizione del Novecento.


al dopo Contini,
P.V. Mengaldo,
Preliminari
Ancora
sulla critica delle varianti, in Id., L'idillio
Torino, Einaudi,
1991, 161; D. Isella,
a Sereni, Torino, Einaudi,
Da Manzoni
1994, 317.

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Terza serie,
di Meulan.

SULLA FORMAZIONE

INTELLETTUALE DI VITTORIO SERENI

897

entrambe nel dinamismo da cui trae linfa ?quel potenziale accordo [...] in continuo
svolgimento che conserva l'intelligibilita dei capolavori attraverso il tempo?25.
In tal senso la ?tensione? attribuita da Sereni al poeta francese si lascia
al limite del calcolo infinitesimale ?
ricondurre al concetto di approssimazione
su cui per altro avremo modo di tornare?
che il filosofo introdusse piu volte
per fondare la propria impostazione estetica:
II principio determinante la struttura,la connessione, ilmovimento della sfera estetica
in quanto tale e da cui dipendono le sue complesse interferenzecon le altre sfere spirituali
nel mondo della cultura e Yoggetto limite della ricerca filosofica in questo campo26.
L'articolo

di Sereni prosegue

sull'argomento:

Cosa naturalissima, dunque, che un poeta preso nelV intimo del suo lavoro, segua
intimamenteuna propria Stella polare, una propria idea della poesia. Ma questo e un altro
discorso: come raffrontare la critica propriamente detta e concretamente espressa e la
critica, di natura completamente intima e inafferrabile,che si svolge silenziosamente nel
poeta posto di fronte al fatto creativo27.
Anche qui siamo di fronte a parole di elevato peso specifico, in grado di
indivi
rimandare, oltre la superficie piana di un discorso dettato dall'esperienza
teorica fondativa, esposta dal filosofo e maestro quando,
duate, a un'impostazione
in un saggio del 1939, analizzava
i caratteri dell'estetica
contemporanea:
L'artista e oggi piu che mai il critico di se stesso: egli riconosce o vuol riconoscere
il suo problema o il problema della sua generazione, e nel tenervifede?
anche a scapito
sta la sua nobilta ed onesta. La spontaneita in
della propria facilita e fortuna creativa?
arte sembra non poter dar luogo che a banali inconscie imitazioni che, anche se solleti
chino un gusto abitudinario e superficiale,mancano di valore effettivo e di serieta28.
Dalla poesia che riflette su se stessa, Banfi trae la garanzia di un'espressione
controllatissima, Tunica giustificata da una profondita etica capace di fedelta al
proprio tempo, e di adesione alia sostanza problematica della storia e della societa
in cui il poeta si trova ad operare. Tanto piu sentite appaiono queste istanze quanto
piu, di fronte alia presunta ?morte dell''arte bella'?, Banfi sent! la necessita di
manifestare con forza l'entita di tale ?crisi? (corrispondente a una generate crisi
della cultura), da leggersi piuttosto come ?inquietudine?,
?mai risolta intima
si andavano delineando
tensione?, accentuatesi in un periodo in cui all'orizzonte
i presagi sinistri del secondo conflitto mondiale29. Tra gli insegnamenti del maestro
che Sereni avrebbe mostrato di ricordare, piu di cinquant'anni dopo, quando si
accinse a stendere la prefazione ad uno scritto banfiano del 1912, si ritrovano
scaturite dal concetto di 'crisi' intesa come
proprio le conseguenze metodologiche
25
e Valery teorico e critico, in Id., La salute di
S. Solmi, Un commentario
Montaigne
scritti di letteratura francese, Milano-Napoli
1952, 57.
26
/ problemi di un'estetica filosofica,
23.
Banfi,
27
della poesia,
28.
Sereni, Esperienza
28
A. Banfi, Motivi
delVestetica
?Die Tatwelt?,
15 (1939),
157 (con
contemporanea,
di Motive
und Probleme
der zeitgenossischen
in Vita dell'arte,
97.
Aesthetik),
29
96.
Banfi, Motivi,

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e altri

il titolo

898

F. D'ALESSANDRO

frammentazione dei punti di vista, ?scomposizione


degli assoluti?, ?forza positiva
che guida e sostiene? il nostro mondo, motore della storia, tale per cui la vita
spirituale appare come ?processo e sviluppo infinito?30.
In un quadro del genere, assume valore rilevante la fedelta del poeta alle
proprie piu profonde convinzioni, quale prova della sua humanitas, del suo aprirsi
al dolore universale dell'umanita. Lo stesso articolo di Sereni si chiude con una
dichiarazione
affine, per contenuto, lessico e vibrazione emotiva, che pone il
proprio fulcro comunicativo nel gesto morale della fedelta:
Tanto piu apparterro agli altri e tanto piu gli altri si specchieranno inme, quanto piu
mi verra fattodi tenerfede alia mia scelta, a questa giustificazione che ho dato a me stesso
del mio passaggio nel mondo31.
Nel comunicare il dovere di farsi specchio della corale sofferenza, il poeta
si appoggia persino a simmetrie stilistiche, alle quali non e estraneo neppure il
passo del suo maestro appena riportato. Alle anafore del primo, al ricorrere di
sintagmi identici e al relativo scambio dell'ordine
degli elementi nella frase,
il
chiasmo
del
nel
rendere
forte
del travaglio personale
l'idea
secondo,
risponde
che si estende ad abbracciare quello di un'intera generazione, con la stessa gradua
lita (corrispondente al tanto piu ?
quanto piu sereniano) con cui il riconosci
mento dei valori diviene eticamente frutto di un atto dettato dalla volonta: inmodo
richiesta dalla propria
analogo Sereni parla di ?scelta?, di ?giustificazione?
coscienza. Ancora a Banfi, nell'immediate
la sicurezza
dopoguerra, dobbiamo
di
alcune
in
conclusioni
merito
alia
?moralita
dell'artista?:
quasi perentoria
Tocca all'artista oggi, come uomo, sentir la corrente viva d'umanita che sull'immane

rovina

e airarte

nita

si forma

che

il mondo

ricostruisce

creatrici

la sua
piu

degli
concreta

universale,

uomini,
aderenza
libera

a se le forze
restituire
essa,
uomo
nel travaglio
deH'uma
e celebrarla
cercarla
nell'arte32.

e, partecipando
alia vita. Essere

e concreta,

per

ad

II sospetto verso qualunque


visione che tendesse a separare lo scrittore
che cammina ?assorbito nella folia, nel popolo?, avrebbe lasciato una
dall'uomo,
traccia profonda nel pensiero di Sereni, portato, ancora all'inizio
degli anni
in termini analoghi sulle pagine di ?Questo e
Sessanta, a trattare la questione
Altro?. In tale sede il poeta di Luino pone in luce la capacita conoscitiva della
letteratura, che a sua volta si fa contemporaneamente
oggetto di conoscenza, e la
?continuita morale, la solidarieta profonda con l'uomo di ieri e di sempre? da cui
e contraddistinta33.

30
a Banfi, Ricerche
sull'amor famigliare,
6-7. Sotto questa
luce Sereni
Sereni, Presentazione
in un breve articolo piu tardo di circa dodici anni: // buon maestro della crisi, ?H
lo commemorera
11 maggio
1977.
Giorno?,
31
della poesia,
30.
Sereni, Esperienza
32
in Vita delVarte,
estetica e la vita delVarte,
237.
Banfi, L'esperienza
33
e Altro?, ?Questo
con
e Altro?,
1 (1962),
V. Sereni, Perche ?Questo
1, 52-57 e Id., Dialogo
e Altro?,
a c. di F. Camon, Milano
un lettore, ?Questo
1 (1962), 2, 5-7 (n. f.); //mestiere di poeta,
e industrial
Letteratura
La poetica
di Vittorio Sereni, 263; A. Barbuto,
1965, 145; e Scarpati,
e Altro?,
e industria. Atti del XV congresso delVAssociazione
in Letteratura
Vittorio Sereni, ?Questo
e della Letteratura
e Storici della Lingua
Italiana
Italianisti
1994), Firenze,
(Torino 15-19 maggio

Olschki,

1997, 963-75.

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SULLA FORMAZIONE

INTELLETTUALE DI VITTORIO SERENI

899

La ribadita concretezza
della poesia, della pittura, dell'architettura,
della
musica coincide con una riacquistata capacita operativa e costruttiva dell'artista
la civilta: contro l'evasione dell'opera
che agisce nel mondo per consolidarne
slacciata dal tempo e dagli eventi, postasi nel decennio precedente come una
possibile forma di sopravvivenza dell'arte, si leva qui un monito accorato perche
essa possa tornare ad essere voce unanime del singolo che fraternamente si fa eco
del grido di tutti.Nello stesso intenso articolo sereniano del '47, incontriamo una
tra lo spunto creativo interiore e la forza
traccia visibile di questa ?consonanza?
investirlo
di
validita
universale:
di
dell'alterita, capace
Pud accadere, a chi sia impegnato in un lavoro, che certe sollecitazioni intimevengano
improvvisamente a coincidere con certe sollecitazioni esterne, sulla natura, sul senso e
suH'indirizzo di quel lavoro; che anche qui ci si senta chiamati in causa perche qualche
dato della propria esperienza sembra intonarsi ai dati di un'esperienza piu generate34.
In questo modo si pud riconoscere al controllo estetico e razionale che ogni
singolo poeta esercita sulla propria opera il debito spessore speculativo e, attraverso
considerazioni etiche, restituire al carattere profondamente interiorizzato e indivi
duate della sua natura una giustificazione filosofica ed esistenziale. L'intelligenza
e la specificita dell'arte contemporanea
risiedono proprio in quella che Sereni
chiama ?critica di natura intima e inafferrabile? e Banfi ?intima riflessione dell'ar
tista?, grazie alia quale anche la critica comunemente intesa deve rinunciare alia
sua obiettivita e imparzialita per divenire ?militante?, per abbandonare
la sua
?funzione [esclusivamente] giudicatrice? e rendersi conto della propria relativita35.
Al senso della relativita sono improntate infatti le annotazioni del poeta di
e umilta alia fmitezza e alia parzialita
Luino che aderiscono con verosimiglianza
del reale, anche la dove suggeriscono di diffidare di chi mostra di avere troppe
certezze sulla poesia, troppe definizioni sicure e aprioristiche. ?Lasciate passare
?
?
forse appena qualche giorno, e vedrete che
continua Sereni
qualche mese
sara
mutata?.
Dietro all'apparente
definizione
gia
quella
semplice saggezza di
questo ammonimento si cela ancora una volta il pensiero del maestro, il quale,
di certi concetti o punti di vista appartenenti al
l'assolutizzazione
deprecando
una
di
determinata
epoca, di certi principi storico-critici ?di individuazione
gusto
e continuity dell'arte?, afferma che essi, ?nella loro limitazione, sono destinati a
mutare continuamente?36.
II poeta autentico si mostra cosi sistematicamente
perplesso, oscillante tra opposte suggestioni, tormentato da dubbi e incertezze: nel
citato articolo, Sereni cela il proprio inconfondibile modo di essere e di scrivere
versi dietro un ritratto generico, inteso a riprodurre una plurality di figure ricondu
cibili all'unica
ipotetica categoria dei poeti (?si direbbe che la loro, guardata
attimo per attimo, metro per metro, e piu una strada di dubbi che di certezze?37).
In questo, Sereni e confortato da una concezione estetica ben piu autorevole, grazie
alia quale gli e consentito di andare al di la delle acquisizioni dovute alia sensibi
litypersonale. Sempre nel saggio inedito del '32, di fronte alia difficile condizione
?
della cultura contemporanea
entrambi ?fecondi? ?
(definibile con i termini
34
della poesia,
29.
Sereni, Esperienza
35
dell'estetica
Banfi, Motivi
contemporanea,
36
e problematica
Banfi, Riflessione
delVarte,
37
28.
della poesia,
Sereni, Esperienza

98.
259.

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900

F. D'ALESSANDRO

di crisi o di rinnovamento), Banfi poneva in evidenza quanto ?cio che domina nel
mondo dell'arte e piu il problema che la soluzione dell'arte: l'arte non e compiu
tezza raggiunta, e ricerca, analisi?38.
Con estrema coerenza le pagine sereniane riconoscono che la crescita lenta
e progressiva della poeticita nell'atto creativo si fonda su una serie di tentativi,
il poeta deve chiedere pazienza
di prove, di esperimenti:
ai suoi lettori ?per
?
?
se
momento
errori
momento
di
considerati
per
comunque di
quell'insieme
illusioni o di idoli che fanno la sua provvisoria e fluida verita?39. Si noti, per
inciso, quanto la stessa fluidita di cui sono predicate le verita poetiche non sia
estranea airimmaginario banfiano, che si appunta sulla metafora del ?flusso d'una
corrente di vita?, generato di volta in volta dalla sintesi estetica40.
Occorre osservare quanto anche qui il riconoscimento della parzialita e della
sia riconducibile a una serie di appunti banfiani risalenti circa al
provvisorieta
sono
radunate in forma schematica alcune riflessioni per un possibile
dove
1930,
corso di estetica. Al terzo punto (?Fenomenologia:
metodo di ricerca?) si parla di
?errore dell'artista?, mentre con maggiore
il saggio
respiro di argomentazioni,
fondativo sulmetodo dell'estetica filosofica che apre il volume Vita dell'arte spiega:
Come ilmondo della moralita non si riduce a una serie di azioni buone, cosi ilmondo
dell'arte non si riduce a una serie di opere belle; esso comprende anche, come elemento
essenziale, cio che dal punto di vista valutativo pud apparire come incompleto: il tentativo,
l'abbozzo, il saggio tecnico, le deviazioni su problem! parziali ed isolati, l'esperienza
positiva e negativa, il valore e il disvalore41.
Quanto a Sereni, tale apertura verso le varie tappe della genesi compositiva
e destinata ad attuarsi soltanto molto piu tardi, quando, nel 1960, in vista della
presso Scheiwiller di Frontiera, decise con piu solida consapevo
pubblicazione
contenente alcuni testi fino ad
lezza di inserire la sezione dei Versi a Proserpina,
allora rifiutati:
Mi sembrano neH'insieme i miei versi piu giovanili ed estenuati insieme. Perche
dunque riprenderli,visto che li avevo scartati dalle brevi raccolte precedenti? Li riprendo
per ragioni opposte a quelle per cui li avevo scartati. Prima si trattavadi nascondere una
debolezza, un cedimento, un lato esteticamente manchevole. Oggi, perche nasconderli?
invece42.

Documentiamoli,

Si legge cosi, in chiave fenomenica, in una sorta di canone a testi paralleli,


di alcune forme poetiche che, sotto questa luce,
il significato dell'incompiutezza
si presentano anch'esse come frammento e come abbozzo, ma di valore ben diverso
da quelli della coeva poesia ermetica. La dove gli ermetici ne fanno l'espressione
38
Banfi,
fecondita della
oltre, nel testo
39
Sereni,
40
Banfi,
41
Banfi,

51.
filosofica,
42
V.

Id., Poesie,

e problematica
il concetto banfiano di
229. Si osservi come
dell'arte,
Riflessione
da Sereni poco
fecondo?
crisi trovi il proprio corrispettivo nel ?dubbio
auspicato
della poesia,
che stiamo analizzando
30).
(Esperienza
26.
della poesia,
Esperienza
55.
di un'estetica filosofica,
/problemi
di un'estetica
di una estetica filosofica,
in / problemi
279; Id., / problemi
Estetica,

Sereni,
380.

?Nota

del

30 ottobre

1960?

in APS

II 2, Apparato

critico,

a c. di D.

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Isella,

in

SULLA FORMAZIONE

901

INTELLETTUALE DI VITTORIO SERENI

che la finitezza delle capacita umane conduce


deLTineffabile e dell'assoluto
all'afasia, al silenzio, al bianco della pagina ove galleggiano pochi versicoli quali
relitti di un naufragio nel mare dell'Essere43; questa lettura,maturata nella 'scuola
e destinata ad avere largo spazio nelle concezioni
milanese'
estetiche del
realiz
dopoguerra, conferisce al frammento il compito di rivelare l'impossibile
e
in
astratta
del
valore
nell'immediatezza
forma
ideale.
zazione,
quanto
dell'opera,
In essa, colta solo come aspirazione approssimata, l'esperienza si trasfigura esteti
e complessa
camente per generare un nuovo fluire della vita, nella molteplicita
intersezione dei suoi aspetti e dei suoi piani, innumerevoli e diversi.
la sereniana raffigurazione della poesia,
in uno
In quest' ottica, dunque,
e ?riflette non
che assume ?di volta in volta tutti i colori possibili?
?specchio?
un'immagine, ma una battaglia di immagini?, pud essere considerata la traduzione

di quel ?gioco di infiniti


riflessi?la cui armonia?ubbidiscea un equilibrio sempre

variante? o ?si dirompe in disarmonie?, nella cui contemplazione


vive l'arte per
Antonio Banfi44. Tra l'altro, il reale significato della nozione di ?infinito? nel
linguaggio banfiano ci viene dato dallo stesso Sereni, nella citata prefazione ad
alcuni saggi postumi del maestro: ?l'aggettivo
[infinito] nel discorso di Banfi
e
falsamente
si poneva nel suo significato
suggestiva
perdeva ogni vaghezza
dinamico di incessante, di mai finito?45.
Sereni indugia a sua volta sul ?carattere dinamico di ogni meditazione
sulla
del suo maestro,
poesia?, facendo leva su un concetto ricorrente nell'insegnamento
sia rispetto al mai concluso processo di attuazione fenomenologica
dell'idea
a
della
creazione
critica
della
dell'arte, sia, dall'esterno,
proposito
spiegazione
?
?
richiede d'essere considerata in relazione
artistica. ?Essa
sostiene il filosofo
[...] alle sue strutture, alle sue forme, ai suoi problemi, ai suoi riflessi, al suo
con un'espressione
che ancora una volta non tralascia di
interiore dinamismo?,
come avviene nel passo di Sereni, all'incessante mutevolezza
associare,
degli
equilibri estetici l'immagine della luce riflessa46. In tale gioco di rimandi concet
tuali e terminologici, non sorprende di incontrare subito di seguito, nella pagina
sereniana, una scelta lessicale in apparenza spontanea, in realta molto pregnante
e precisa, associata al riscontro di questa essenziale mobilita della tensione, mai
appagata, verso un determinato valore (nello specifico quello della bellezza).
?L'estrema
della
viene
mutevolezza
colta nell'atto
del proprio
poesia?
?scomporsi?: dietro alia suddivisione in una miriade di punti di vista si puo leggere
banfiana secondo cui ?la realta spirituale [nell'ambito estetico],
l'osservazione
a cui l'aveva costretta la pressione di un'ideologia
liberata dalla cristallizzazione
valutativa, si scompone, si smembra? e ?consente la possibility di diverse visuali
soggettive?41. Allora Sereni, in quanto poeta, riproduce con la forza icastica dell'e
sempio e con la vivezza dell'occasione,
ricollegabile a situazioni descritte nei suoi
43
Si veda
Studium,
44

1997,

in proposito
20-22.

G. Langella,

Le frontiere

della parola,

in Poesia

come ontologia,

Roma,

della poesia,
in Vita dell'arte,
223.
Sereni, Esperienza
29; Banfi, Note di estetica,
45
a Banfi, Ricerche
Cfr. Sereni, Presentazione
sull'amor famigliare,
1.
46
/ problemi
di un'estetica filosofica,
terzo saggio del medesimo
50-54. Nel
Banfi,
volume,
nel paragrafo
relativo all'esperienza
?La sintesi estetica
estetica leggiamo:
[...] e e rimane sempre
un limite verso cui tende la contemplazione,
non un dato di fatto, ma un'intenzionalita,
che si regge
su un equilibrio dinamico?
estetica e la vita dell'arte,
(Id., L'esperienza
147).
47
e problematica
della poesia,
231.
Sereni, Esperienza
29; Banfi, Riflessione
dell'arte,

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902

F. D'ALESSANDRO

che altrove il suo maestro, quindici anni prima, aveva


versi, una convinzione
fissato nei termini distillati, ma non meno vigorosi, dell'astrattezza filosofica:
La vista di un nuovo paesaggio, la lettura di una pagina che il caso ha aperto un
giorno sul tavolo, il suono d'una voce dalla strada bastano a volte per darle una direzione
diversa; per costringerla a rivedere tuttoquanto da capo48.
in termini che ?
pur se saranno
qui chiamata in causa l'esperienza
?
piu espliciti nella riflessione sereniana degli anni successivi
gia sin d'ora ne
o meno un'intui
pongono in luce la casualita e imprevedibilita nell'accendere
causa
e
nel
farsi
del
svanire
rinnovarsi. Risale
infatti al 1962 la
zione,
proprio
prosa dal titolo // silenzio creativo, inserita negli Immediati dintorni, in cui l'inter
di un piano
rogativo sulla essenza della poesia viene spostato all'?individuazione
di sviluppo della emozione che porti a raffigurare sotto un angolo specifico il
rapporto tra esperienza e invenzione?49. Di poco successiva, la nota posta a conclu
sione della prima edizione degli Strumenti umani fornisce un'interpretazione
delle percezioni,
via via fissatesi nei versi lungo l'arco di tempo
diacronica
e quella della composizione:
intercorrente tra la data dell'ideazione
Viene

[Esso implicherebbe] una serie di modifiche e aggiunte, di deviazioni e articolazioni


successive, dilatazioni e rarefazioni offerteo suggerite, quando non imposte, dall'esistenza,
dal caso, dalla disposizione dell'ora50.
Banfi, posto che, almeno per principio, l'esigenza di trasfigurazione estetica
sia estensibile a tutti i contenuti dell'esperienza,
[di essi]
precisa che ?ciascuno
ha il suo luogo e il suo tempo. Se l'uno piuttosto che l'altro affiora e si fissa, cio
dipende dalle condizioni di cultura, dalla generate tonalita spirituale, dalla struttura
dalle soluzioni e dai problemi raggiunti nell'arte?51.
dell'esperienza,
della
Riagganciandosi
poi alia citata conclusione etica, discesa dall'adesione
e
sostanza
e
alia
multiforme
del
reale
della
alia
storia,
poesia
grazie
quale
possibile
fare dell'opera d'arte un serio contributo al consolidamento della civilta umana,
Sereni ci consegna una riflessione decisiva per collocare la concezione
estetica
della scuola di Milano,
rispetto al quadro letterario coevo e per comprendere la
sua personale posizione, prima e dopo il secondo conflitto mondiale:
La guerra, che e stata di tutti,e forse anche piu il dopoguerra, hanno non operato,
ma favorito qualcosa [...] all'interno della poesia e dei poeti. E se gia prima pareva sfatato
il concetto di ?poesia pura? non in quanto categoria storica,ma in quanto categoria estetica,
e se nessuno parla piu seriamente di arte per l'arte [con un intentodi denunzia nei confronti
di questo o di quel poeta]; oggi l'interesse generale sembra raccolto intorno al significato
che la poesia assume nel cuore della vita individuale e collettiva52.
48

della poesia,
29.
Esperienza
// silenzio creativo,
in Gli immediati dintorni,
112-16, poi in Gli immediati dintorni
primi e secondi, 14-18 e infine in Id., La tentazione della prosa, 67-70: 69.
50
a Gli strumenti umani, Torino
V. Sereni, Nota
1965, 95.
51
estetica e la vita dell'arte,
154.
Banfi, L'esperienza
52
?arte per l'arte? e ?poesia pura?, sono
della poesia,
29. Le due espressioni,
Sereni, Esperienza
accostate e distinte da Luciano Anceschi,
che ne da la rispettiva definizione:
la prima afferma il valore
esclusivamente
formale dell'arte e si configura come ?il momento
'tecnico' della riflessione
estetica?,
49

Sereni,
Sereni,

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SULLA FORMAZIONE

903

INTELLETTUALE DI VITTORIO SERENI

della cultura di cui la


viene qui delineata una frattura nell'evoluzione
un
ma
di
processo
sviluppo senza soluzione di
guerra sarebbe responsabile,
dell'evento
storico e le sue conseguenze
la
continuity rispetto al quale
tragicita
una lettera a Saba, scritta da
una
in
come
Gia
sorta
di
catalizzatore.
hanno agito
con chiarezza
la sua
Felino alia fine di agosto del 1946, Sereni anticipava
concezione di 'poesia pura', riscontrandone l'origine nel tentativo di mettere in
versi il ?vuoto? di ?uno che soffra per non soffrire, soffra di non lavorare, di non
?
?
componga ?una poesia per
scrivere?, e
quasi in una sorta di ?giro vizioso?
invocare la poesia di tornare al [suo] fianco?53.
di Banfi degli anni Trenta,
La situazione iniziale, radicata nell'insegnamento
e contraddistinta da una critica decisa e razionalmente fondata alia dominante
nel
estetica crociana e alia relativa visione ad essa legata che riconosceva
effusa allo stato puro54. La defini
sentimento lamatrice essenziale dell'ispirazione
zione di purezza del pensiero, del volere e, in ambito estetico, del sentimento,
viene impiegata dal filosofo lombardo per indicare ?una legislazione autonoma,
sia oggettiva che soggettiva?55.
indipendente e superiore ad ogni determinazione,
di
Vita
delVarte attribuisce un'ine
l'autore
All'interno del medesimo
saggio,
liminabile parzialita interpretativa al procedimento crociano, nel quale il carattere
artistica corre il pericolo di ridurre il fenomeno poetico
di liricita deH'intuizione
e di fame un atto tipicamente individuale, non riscat
al mero campo psicologico
che
che tale intuizione sia cosmica, con un'incongruenza
tato neppure dall'idea
?
?
in un residuo di dogmatismo idealistico.
secondo lo stesso Banfi
ha origine
La posizione di Croce, volta ad esprimere il sentimento estetico nella sua purezza,
genera una teoria che il filosofo lombardo ritiene sia propria ?di un' elite intellet
tualistica in una societa per cui l'arte e tradizione, lusso, culturalita?56. Benche
dalla cattedra di estetica di Corso di Porta Romana egli trasmetta agli studenti la
formali e il valore artistico della tecnica (ponendo le
ricchezza delle acquisizioni
un
filosofico ed estetico, non politico), Banfi continua
anticrocianesimo
di
basi
altresi a sostenere che non si possa dare una poesia pura, ma solo un'automomia
dell'ambito estetico, che tuttavia non deve perdere la propria vocazione eteronoma
di aderenza alia vita multiforme e concreta. ?La poesia si fa letteratura, se perde
il contatto con la vita vissuta?, sostiene Banfi dalle colonne di ?Corrente?, si
disperde in dati retorici astratti e in sterili formalismi tradizionali57. Di fronte al
concetto di 'crisi', gia balenante nelle riflessioni dei primissimi anni Trenta, l'arte
Non

del momento
tende invece alia ?depurazione
poetico del reale?, alia
come bellezza
immortale in cui la parola,
inteso come ?assoluta
esteticita?,
e strumento evocativo,
nella
diviene gioiello prezioso
comune?,
?presentimento?,
la seconda

soluto

Autonomia
astratto (Anceschi,
dell'ideale
atmosferica?
53
a Umberto
Saba
Lettere di Vittorio Sereni
4 (1987),
?Autografo?,
54
Cfr. Papi, Vita

75-91: 76.
e filosofia,

100-05;

G.

Langella,

ed eteronomia

(1946-1953).
Lirica

all'as
ispirazione,
privata del ?senso

?vaga apprensione
delVarte,
238, 268, 384-85).
una nota di G. Lavezzi,
Con

pura

e vertigine

ermetica,

in Per

OresteMacrl (Attidella giornata di studio,Firenze, 9 dicembre 1994), Roma, Bulzoni, 1996, 77


103

poi

e i neoalessandrini.
tra ?Lirici greci? e ?Lirici nuovi?),
Macrl
(con il titolo di //presocratico
come ontologia,
51.
45-75:
in Poesia
55
65.
/ problemi di un'estetica filosofica,
Banfi,
56
di un'estetica filosofica,
73-78: 78.
/ problemi
Banfi,
57
2 (1939), 28 febbraio, [10]; Id., Poesia,
A. Banfi, Per la vita delVarte, ?Corrente?,
?Corrente?,

2 (1939), 15 giugno, [1].

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904

F. D'ALESSANDRO

si trova sempre piu coinvolta nell'altro da se, con conseguente accentuazione della
dimensione morale.
Cosi avviene anche per le considerazioni contenute nel passo di Sereni citato
che, se per un verso danno per acquisito il processo grazie al quale si pud dire
sfatato il concetto di ?poesia pura?, di ?arte per l'arte?, ?in quanto categoria
estetica?, riconoscono, per l'altro, all'attraversamento della guerra e del dolore il
merito di aver fornito con forza e forse definitivamente le conferme ad una serie
di aspirazioni avvertite anche prima, ma inmodo ancora intuitivo e sfumato. Anche
?
lontano dalle esigenze
Banfi sosteneva che il tentativo di trasfigurazione poetica
di un codice forte e collettivo e da quel senso di responsabilita pratica cui ormai
non era piu possibile sottrarsi?
fosse da intendersi (rispetto al frantumarsi proble
matico della 'crisi') come una falsa coscienza, una menzogna, un tradimento58.
Sereni, da parte sua, tanto attraverso le osservazioni teoriche, quanto mediante
le prove poetiche, via via con maggiore decisione improntate alia chiarezza referen
ziale, al coinvolgimento etico e storico, mostra di condividere la sottolineatura
del volto eteronomo dell'arte, sia pur salvandone l'autonomia airinterno di quell'e
quilibrio dinamico di spinte contrapposte, piu volte illustrato59. II poeta trae cosi,
le
limitato delle poche pagine che stiamo analizzando,
anche nello spazio
di questo suo pensiero, quasi a darci l'idea di quanto
immediate conseguenze
ormai consolidate in lui (gia nel 1947) fossero certe convinzioni maturate gradual
mente, con acquisizioni
progressive, sullo stesso passo del maestro: ?Si parla
insomma di una funzione della poesia?60. Ancora una volta alia consonanza concet
l'indicatore lessicale, in grado di rimandare a luoghi precisi
tuale si accompagna
e
di
Banfi
capace, a un tempo, di rivelare quanto un determinato bagaglio
dell'opera
stato
da Sereni appreso, rielaborato e di nuovo liberamente scelto
sia
terminologico
come l'unico possibile, al confronto diretto con l'esperienza e con i tempi61.
Nel lungo saggio inedito, risalente ai primissimi anni Trenta, il filosofo poneva
l'arte di fronte alia realta nel campo dell'e
il problema in questi termini: ?Cos'e
suo
il
la sua funzionel?\ e lo riprendeva in sede
culturale?
senso,
Quale
sperienza
su cio che l'arte deve essere rispetto
collocarlo
nell'indagine
argomentativa per
alia societa umana. Simili interrogativi, nati sul piano della soggettivita, consen
?
tono ?
di aprirsi ad una analisi che pertenga ?alla vita
specificava Banfi
dell'arte nello spirito oggettivo?, alia ?persona? e alia ?comunita?62. Tali risultati
filosofici contengono in nuce alcuni sviluppi successivi delle meditazioni sereniane,
in cui viene esplicitata la sua scelta di uomo e di poeta, di fronte a questi nodi
essenziali. E del 1956 la nota per il volume di versi di Sergio Solmi, pubblicata
poi, tanto in Letture preliminari, quanto in entrambe le edizioni degli Immediati
che
dintorni, dove Sereni coglie l'occasione per interrogarsi sul condizionamento
la liberta creativa sembra subire inevitabilmente nell'epoca contemporanea, quando
58
Banfi,

in Vita delVarte,
dell'estetica
120; si veda
Poesia,
contemporanea,
[1] e Id., Motivi
126.
Papi, Vita e filosofia,
suirargomento
59
di Vittorio Sereni, in La parola
incantata e altri
Si veda in proposito F. Papi, La non-poetica
e Associati,
119-22.
Guerini
1992, 83-182:
saggi di filosofia dell'arte, Milano,
60
29.
della poesia,
Sereni, Esperienza
61
del maestro
che ?A
Lo scritto introduttivo al saggio postumo
termina proprio osservando
voler riprendere il tema sulla base di quanto ne sappiamo oggi, e arduo immaginare un'impostazione
a Banfi, Ricerche
sulVamor famigliare,
9).
diversa, piu umana e piu attuale?
(Sereni, Presentazione
62
e problematica
dell'arte,
235, 242.
Banfi, Riflessione
anche

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SULLA FORMAZIONE

INTELLETTUALE DI VITTORIO SERENI

905

il discorso sulla cultura e il dibattito suH'interpretazione del fare poetico vengono


assunti in molti casi a ?contenuto concreto della poesia?. Nel manifestare
la
perplessita di chi, dagli anni della formazione universitaria, aveva appreso a
difendere l'autonomia della poesia dalle ingerenze del regime, l'autore di Frontiera
si preoccupa di chiarire che il poter parlare di una funzione dell'arte non la deve
ridurre ad un mero valore strumentale, non ne deve fare un mezzo di dimostra
?
?
il terreno d'esercizio di una sorta
zione o divulgazione
ideologica ?o
peggio
di acrobatismo
intellettuale?. Ne omette una conclusione molto significativa, a
della poesia? e della corrispon
difesa ?della naturale capacita di comunicazione
dente attitudine del singolo e della societa ?ad accoglierne la voce?63.
Bisogna rifarsi agli articoli di Banfi sui numeri di ?Corrente? del 28 febbrario
e del 15 giugno 1939, per trovare una dialettica analoga in proposito: se per un
verso si osserva che il valore della cultura artistica non sta ?nell'elucubrazione
letteraria sul senso ideale delle sue opere? e che ?l'arte non e fatta per piacere
[...], per ornare l'esistenza, ma e [...] concreta fede e gioia della realta, solo in
quanto vive e si compartecipa come vita, come creazione a cui il pubblico stesso
con la sua umanita prende parte?, per l'altro rileva che nella poesia la parola e
?libera da ogni determinazione o funzione estrinseca?, e esente da ogni rapporto
e, in quanto parte di un'armonia formale, ?in se idealmente conclusa?64. II massimo
intersubbiettiva? viene infatti attribuito al linguaggio della
di ?comunicativita
a quello della poesia ?
tuttavia
conversazione;
pur inteso come forma vivente in
cui l'antitesi tra io e mondo e immediatamente risolta in una tessitura verbale che
non fluisce come il comune discorso, perche segue una musicalita
di elementi
?
e riconosciuto il compito di riflettersi nelle
svincolati dai riferimenti dell'uso
anime e di elevarle a se (?Tanto piii sard stato palese e comunicativo, quanto piu
sard stato poeta?, afferma dal canto suo Sereni nell'articolo del 1947).
della poesia si stanno
ormai le sue argomentazioni
Quando
sull'esperienza
il
all'interno
del
dibattito
avviare
al
termine,
per
poeta ripropone,
contemporaneo,
talvolta vivo, talvolta polemico, la posizione onesta del dubbio, sulla quale innesta
una raffigurazione allegorica, dapprima sorprendente, in realta pronta a rivelarsi
in tutta la sua coerenza, se letta nella luce che le compete:
Ci piace pensare al poeta come a un credente che aspetti i segni della grazia, convinto
esclusivamente della predestinazione e senza fiducia nel merito che l'operare potra
acquistargli e che tuttavia non pud fare a meno di operare sapendo che non le opere gli
daranno la grazia ma che attraverso le opere soltanto egli potra spiare Yavvento dei segni
che

aspetta65.

II tono, in questo passo, si accende, attraverso l'uso di un lessico di ascendenza


luterano-calvinista (?credente?, ?segni della grazia?, ?predestinazione?,
?avvento?)

63
V. Sereni, Sulla poesia
di Solmi, ?Stagione?,
3 (1956), 2-3, poi, ampliato, come postfazione
e altre poesie, Milano
a S. Solmi, Levania
con il titolo di // nome
1956, 25-43, poi, parzialmente,
a c. di G. Spagnoletti,
di poeta,
in Poesia
italiana contemporanea
Modena
1909-1959,
1959, 697

99; lo stesso titolomantiene in Gli immediatidintorni,86-89, in Gli immediatidintorniprimi e


e pubblicato
56-58 e in La tentazione della prosa,
52-54; mentre con il titolo di Levania,
Padova
1973, 49-63.
integralmente nel volume dello stesso Sereni, Letture preliminari,
64
Banfi, Per la vita delVarte,
[10] e Id., Poesia,
[1].
65
della poesia,
30.
Sereni, Esperienza

secondi,

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906

F. D'ALESSANDRO

e di uno stile elevato, costruito su simmetrie e reiterazioni evocative ed eleganti.


II sapore in certo modo platonico di tali espressioni richiede un'interpretazione
cauta e rigorosa, in grado di ricondurle, sulla scorta della fonte banfiana, all'area

cui appartengono. Anche il filosofo lombardo parla di ?tono di


fenomenologica
e
di
della sintesi estetica e dell'affiorare ?come per una grazia
rivelazione?
grazia
la concezione
della
bellezza
naturale e non disdegna
improvvisa?
platonica
dell'?artista come l'invasato? e ?dell'arte come la religione?; tuttavia non manca

di insistere sull'irraggiungibilita dei valori ideali nella loro assolutezza66. Mentre


?
il pensiero antico pone l'essere come categoria fondamentale ?
spiega Banfi
con la conseguente opposizione
tra l'essere reale, immediatamente percepito, e
assoluta tutte le aspirazioni dell'a
quello ideale, in cui trovano la realizzazione
nima, il pensiero moderno non fissa questi due estremi come opposti e inconci
come antinomici e dialettici ?nell'unita dinamica della
liabili, ma li concepisce
vita?67. Cosi l'intuizione pura non e altro che un limite a cui aspira la contem
plazione, nel corso di un processo incessante e mai pacificato, e ?il tono di grazia?
la conseguenza di una ?dolorosa vicenda di conquista?, priva di approdo sicuro68.
?Le costellazioni che nessuna nube turba ed offende? del cielo platonico, ?il
bello che e sempre e non si genera mai [...] e rimane uguale a se stesso? cantato
da Diotima divengono allora ?1'astro invisibile? verso cui si protende il poeta con
la stessa intenzionalita e forza contemplativa indicate da Sereni neH'immagine del
credente in attesa dell'avvento69. II poeta di Luino auspica che tale atteggiamento
sia rivolto, oltre che al risultato espressivo, anche ai meccanismi
da cui sono
a poesia di una certa particolare materia?, quanto
determinate tanto ?l'assunzione
?il modo di essere di se e del mondo? nella poesia stessa70. Viene cosi fatto cenno
a quella mediazione
in
complessa su cui poggia per Banfi ogni dato coscienziale
e
?momento
tra
di
coincidenza
io
nell'intuizione
mondo?,
quanto
parziale sempre
pronta al passo successivo71. In un contesto identico a quello sereniano, il filosofo
riconosce a tale intuizione estetica (mai concretizzata secondo i poli oggettivo o
soggettivo, ma determinata nella loro specifica relazione) il duplice carattere di
'singolarita e totalita', di distinzione individuale e sintesi ideale. Proprio ?nell'ar
monicita sensibile, in cui gia risuona l'unita dell'io e il suo fondamentale accordo
osserva Banfi ?
con ilmondo? ?
risiedono le leggi a cui obbedisce il ?materiale?
le
linee, le forme), una volta entrato nell'ambito
suoni,
colori,
(i
dell'esperienza
della sfera estetica72. In modo analogo Sereni fa un esplicito riferimento alia
?materia? e non soltanto all'espressione;
significativamente ripetuto in conclu
sione (?Queste cose contano [...] a patto di essere materia viva, sensibile sotto le
mani?)73.

66
problemi
67

e la vita dell'arte,
estetica
Banfi, L'esperienza
di una estetica filosofica,
274.
Banfi,

191.
filosofica,
68
Banfi,
69
Banfi,
70
Sereni,
71
Banfi,
72
Banfi,
73
Sereni,

// principio

L'esperienza
//principio
Esperienza
L'esperienza
//principio
Esperienza

trascendentale

nelVautonomia

147 e

156;

dell'arte,

e la vita dell'arte,
147.
nelV autonomia
dell'arte,
della poesia,
30.
144.
estetica e la vita dell'arte,

Id., Ancora
in / problemi

Varte
di

estetica

trascendentale

trascendentale
della

poesia,

nelV autonomia

dell'arte,

189-94.

195.

30.

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[E/2],
una

in /

estetica

SULLA FORMAZIONE

INTELLETTUALE DI VITTORIO

907

SERENI

Come gia riscontrato piu volte nel corso di queste riflessioni, emerge di nuovo
una consonanza
terminologica, quasi si trattasse della cifra distintiva di una sorta
di conversazione a distanza tra allievo e maestro. A proposito della presunta poverta
dell'arte contemporanea, in quanto specchio rivelatore di un'eta di crisi, sul citato
numero di ?Corrente? del 28 febbraio 1939, Banfi scrive: ?Ma le cose non stanno
cosi: la nostra vita non e povera [...] e non e povera la nostra arte, anche se cosi
'torbida' le si offra la materia? e ancora: ?l'arte nasce e si nutre dalla vita?, ma
?non conosce altra norma, altra tradizione che la sua vita?74. Innanzitutto colpisce
Vincipit affabilmente colloquiale e molto simile a quello sereniano appena ricordato
voce e
(proprio Sereni rammenta con ammirata gratitudine tale inflessione della
del pensiero del maestro75); poi si delinea in tutto il suo spessore concettuale
l'idea di ?vita? e ?vivezza?
spesso ricorrenti nel lessico del filosofo; infine si fa
presente la duplice polarita di autonomia ed eteronomia in cui entrambe le entita
mantengono eguale forza, capace di generare una tensione mai risolta, non assente
neppure negli ammonimenti finali dell'articolo di Sereni: ?non c'e dialettica, non
c'e pressione esterna che possa imporre [aH'arte i contenuti]?, non si pud ?pensare
che esista una forma vuota da riempire in un modo qualsiasi?76.
Allo stesso ordine di pensieri, pur se espresso con un tono piu deciso e a
tratti persino graffiante, attinge un altro scritto sereniano piu tardo, apparso
su ?Nuovi Argomenti? e poi,
dapprima, nel 1962, come Poscritto forse superfluo,
con qualche variante, nell'edizione
postuma degli Immediati dintorni11. Si tratta
di pagine come al solito concise che consentono di misurare la coerenza di intenti
a distanza di quindici anni daU'articolo della ?Frusta libera?, e la direzione dell'e
la tendenza della poesia
loro sviluppo. Vista
ventuale
contemporanea,
gia
denunciata da Sereni, ad affidare i suoi programmi di rinnovamento a ?esigenze
extraletterarie?, preoccupate piu delle proprie dimostrazioni che dei testi su cui
si esercitano, queste riflessioni richiamano con forza imetodi di un'esegesi fondata
universitaria.
su principi fenomenologici mai rinnegati dal tempo dell'esperienza
Sereni si concede qui alcuni riferimenti espliciti a quella 'scuola' e fa il nome di
Luciano Anceschi
ed Enzo Paci, compagni di studi mai persi di vista, proprio
negli anni in cui sono parte del comitato scientifico che si occupa della pubbli
cazione degli scritti di Antonio Banfi, per l'editore Parenti.
Se del primo nomina di sfuggita il titolo del volume piu famoso (Autonomia
neH'ambito di una considerazione
ed eteronomia dell'arte),
ironica, al secondo
dedica una citazione di spessore decisamente piu profondo, volta a spiegare il
in
direbbe Paci ?
?fantasmi precategoriali ?
proprio concetto di ?evidenza?:
lotta con pale di mulini categoriali?78. Questa allusione, che Sereni non esplicita,
rinvia airarticolo dello stesso Paci, posto ad apertura del numero di ?Aut Aut?
anche il poeta di Luino, con un
del gennaio-marzo
1961, al quale collaboro

74
Banfi, Per la vita dell'arte,
[10].
75
a Banfi, Ricerche
sull'amor famigliare,
8.
Sereni, Presentazione
76
30.
della poesia,
Sereni, Esperienza
77
Poscritto
all'intervista
Sette domande
V. Sereni,
forse
superfluo

sulla

poesia,

?Nuovi

Argomenti?,2 (1962), 93-95, poi con il titolodi Ciechi e sordi, inGli immediatidintorniprimi e
secondi, 78-80
78
Sereni,

e infine in Id., La tentazione


e sordi, 72.
Ciechi

della

prosa,

70-72

(da cui si cita).

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908

F. D'ALESSANDRO

intervento sulla poesia di William Carlos Williams19. Qui Paci mostra di avvertire
la tensione verso un rinnovamento culturale, sempre piu prepotente agli inizi degli
anni Sessanta, quando la crisi storica, gia avvertita da Husserl vari decenni addietro,
lungi dall'essersi risolta, si andava ulteriormente accentuando. Proprio al pensatore
tedesco Paci si riferisce per spiegare che tale rinnovamento ?non si esaurisce in
?
non
una semplice dichiarazione?80:
il cosi detto discorso categoriale ?
spiega
sua
e
esso
con
come
una
la
dimensione
istituzionale
stesso,
scientifica,
pud porsi
soluzione reale, se dimentica le proprie origini e il proprio senso (vale a dire il
mondo precategoriale della storia e della comunita, della ?vita empirica, indivi
duate, sensibile, corporea?81). Una matrice comune ricollega i due allievi di Banfi,
cosi che e possibile valutare come, con il mutare dei tempi e con l'avvicendarsi
degli eventi, abbiano dato frutto le pianticelle poste a dimora piu di vent'anni
ci troviamo di fronte ad una evoluzione del pensiero che,
prima. Naturalmente
delle idee, all'ulteriore sviluppo e diffusione della
alia
libera
circolazione
grazie
alia maggiore
filosofia dell'esistenza,
apertura al dibattito europeo (istanze alle
e
non
mostrato
sin dai primi anni Trenta), accentua
mai
Banfi
si
estraneo,
quali
e
una particolare sensibilita verso il
manifesta
morale
rende
civile,
l'impegno
sintesi talvolta forzate con il marxismo,
nel
sociale e il collettivo, operando
tentativo di dar vita a una cultura piu democratica e umana82. Cosi anche nella
sull'arte rifluiscono con maggior vigore le esigenze di comunica
speculazione
zione intersoggettiva, i concetti di evidenza e di autenticita, l'intenzionalita di
del proprio limite. Paci
ogni esperienza verso l'essere, nella piena consapevolezza
fa risalire l'estetica alia vita sensibile e percettiva, e alia sua disposizione
negli
organi di senso, cosi come Sereni termina sarcasticamente il suo Poscritto sottoli
neando la vuotezza di parole private del sostrato concreto, vivo e multiforme del
reale (?Ma si, diventeremo ciechi e sordi, perderemo tatto, gusto e odorato [...].
E al diavolo la poesia?83).
Al medesimo
1962, risale anche la prosa conclusiva della prima edizione
lo stesso Sereni rileva
Immediati
dove, con maggiore pacatezza,
dintorni,
degli
che la condizione migliore, per cogliere il punto in cui esperienza e invenzione
si intersecano, consiste nel ?mettersi in grado di aderire meglio a quanto ha di
?
e il prezzo
commenta epigraficamente ?
vario ilmoto dell'esistenza. E questo
della comunicazione?84. Tanto il Poscritto di Sereni, quanto il saggio di Paci, cui
il Poscritto
sembra far riferimento, almeno come a un precedente autorevole,
recano ancora evidenti le tracce della reazione aU'ermetismo, iniziatasi prima della
guerra e proseguita negli anni Cinquanta. La dove il poeta rimpiange il fervore
79
rivista di filosofia e di cultura, fin dal primo numero,
Enzo Paci fu direttore di ?Aut Aut?,
a Milano
la redazione
si trovava in via Soperga
nel gennaio del 1951, quando
54, per trasfe
rirsi solo piu tardi nella sereniana via Scarlatti, al numero 26. Gli articoli cui si fa riferimento sono:
?Aut Aut?,
11 (1961),
1-21 e
sulla critica e sulla poesia,
E. Paci, Qualche
osservazione
filosofica
a W.C.
11 (1961),
V. Sereni,
Una proposta
di lettura, ?Aut Aut?,
110-18, poi come Prefazione
uscito

in William Carlos Williams.


Torino
Poesie,
1961, 21-32, poi (tradotto da Sonia Raiziss)
Williams,
4 (1964-'65),
An Italian View, ?Prairie Schooner?,
infine, con il titolo La musica del deserto,
307-16,
in Id., Letture preliminari,
65-76.
80
3.
osservazione
Paci, Qualche
filosofica,
81
4.
osservazione
Paci, Qualche
filosofica,
82
'milanese'al
25-30.
dibattito filosofico,
// contributo
Cfr. Rambaldi,
83
e sordi, 72.
osservazione
14; Sereni, Ciechi
Paci, Qualche
filosofica,
84
// silenzio creativo, 70.
Sereni,

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SULLA FORMAZIONE

INTELLETTUALE DI VITTORIO

909

SERENI

intellettuale che l'aveva fecondamente contraddistinta in precedenza, Paci richiama


l'impossibilita, gia proclamata da Banfi, di accettare una poesia pura che voglia
isolarsi nel proprio splendore formale e, a un tempo, l'errore di quelle posizioni,
della poesia, un
altrettanto dogmatiche, che contrappongono all'assolutizzazione
assolutizzato.
di
realta
anch'esso
pezzo
i due testi portano allo scoperto ancoramenti
Accanto a queste considerazioni,
universitaria
dei loro autori: Sereni introduce la citazione
formazione
alia
profondi
di Paci, e indirettamente di Husserl, con un fuggevole e turbato accenno a qualcosa
di intimo che poi, quasi con un'incrinatura della voce, preferisce tralasciare: ?Qui
dovrei evocare taluni fantasmi personalissimi, personalmente programmatici?. Di
quali ?fantasmi? si tratti emerge con una certa nitidezza dallo stesso scritto di
Paci, che nella dinamica di categoriale e precategoriale riprende i termini tedeschi
di Leben, Lebenswelt e Geist, con inevitabile rimando emotivo al problematico
rapporto tra Geist e Leben. Tale antinomia tra individuality e collettivita, tra
e opaca quotidianita,
esistenza
'spirituale' (in senso fenomenologico-idealistico)
tra vita e arte, dal ?fatale 1935? coinvolse, a tratti drammaticamente,
il gruppo
banfiano, generando una tensione interiore che per alcuni, come per Gian Luigi
in contrapposizione
insana
sfocio, attraverso la lettura di Thomas Mann,
Manzi,
bile, senza via di scampo85. Rispetto a questa situazione conflittuale e tormentata,
Banfi mantenne una posizione di equilibrio che, nel non concepire tale contrasto
come insolubile, lo tradusse con Simmel in dialettica tra vita e piu-che-vita:
se
?
il
si trattasse di forme incompatibili dell'esistenza
vecchio
filosofo
spiegava
?
si approderebbe ad un astratto svuotato di ogni concretezza corrispondente alia
di torbido e di malato. Un'eco
di tali
negazione della vita e percio a qualcosa
temi si riscontra anche nel diario di Antonia Pozzi, dove ella annotava: ?I1 contrasto
tra Geist e Leben non va inteso nel senso che l'artista e colui che non arriva alia
vita, ma colui che va oltre la vita?86. Quanto tali istanze siano state condivise da
Sereni emerge da una lettera inviatagli dalla stessa Pozzi il 16 agosto 1935, dove
viene ricordata una confidenza portale in precedenza dal poeta e amico fraterno,
con il gruppo degli studenti banfiani:
in treno, di ritorno da una gita a Monate,
?I1 tuo tormento era proprio questo, il senso di non saper vivere, di aver nelle
vene un sangue fittizio e degli arabeschi davanti agli occhi invece che delle figure
reali?; e prosegue, attribuendogli una ammirevole capacita ?di freschezza, di
?
io credo ?
anche per la poesia, se questa facolta
fiducia, di rinascita?: ?guai
di valicare di quando in quando il distacco, di riaffondare e perdersi nella vita,
a mancare!?87.

venisse

85
E.

Paci,

Parole

di Antonia

Pozzi,

(1939),

trova scampo.

Poesie

?Corrente?,

15 luglio,

[3];

in occasione

della

pubblicazione dell'omonimo librodi poesie edito pressoMondadori; Papi, Vita e filosofia, 110-19;

A. Pozzi

Scheiwiller,
86
A.

-V.
Sereni,
1995,

La

13-14.

giovinezza

che non

e lettere, a c. di A. Cenni, Milano,

a c. di O. Dino
e A. Cenni, Milano
Pozzi, Diari,
1988, 4-5. Si rimanda anche a D.
in La vita irrimediabile. Un itinerario tra esteti
Una vita piu che vita in Antonia Pozzi,
Formaggio,
citd, vita e arte, a c. di G. Scaramuzza,
Firenze, Alinea,
1997, 141-58 (specialmente
154).
87
Pozzi
che non trova scampo, 3. La parola ?arabesco?
si rivela polise
Sereni, La giovinezza
se letta alia luce dei suoi significati specifici, la cui stratificazione
viene posta in evidenza
mantica,
da Anceschi,
che ne fa una sorta di Leitmotiv della sua tesi di laurea, quasi a indicare l'appartenenza
del

termine a una

sorta di koine

linguistica

'di scuola'.

Dall'ideale

disinteressato

di bellezza

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pura,

910

F. D'ALESSANDRO

La forza di rimeditazione degli insegnamenti banfiani, da parte di Sereni, la


sua sana adesione al reale che rappresento un solido riferimento per l'oscura
inquietudine da cui 1'arnica fu infine irrimediabilmente travolta, affiorarono nel
loro vigore 'programmatico' alcuni anni piu tardi, quando l'autore di Frontiera
rispose, morta ormai Antonia, ad alcune riserve che il padre di lei aveva sollevato
rispetto a questa sua prima raccolta di versi:
Io non sono ne voglio essere un alfiere o un chierico della poesia ermetica. [...] E
cosi facile, caro avvocato, dopo tanti secoli di poesia dire le grandi parole Eternita, Infinito
e via dicendo, e troppo facile: il nostro e un lavoro oscuro?
in bel senso e non in quello
tutto teso alia riscoperta d'una sostanza, concreta, oltre quelle
del cosi detto ermetismo?
parole

divenute

astratte88.

Piii volte, nel corso di queste pagine, abbiamo avuto modo di sottolineare
come Tinsegnamento di Banfi affiori ripetutamente in Sereni, quasi in una sorta
di contrappunto a distanza, di polifonico
intreccio di voci tra loro accordate e
e
sul
lessicale.
Puo sorprendere tuttavia che il
armonizzate,
piano speculativo
corso
sua
ne allentata, abbia parlato del
nel
di
fedelta
mai
disattesa
poeta,
questa
filosofo, suo insegnante, soltanto in rarissimi casi e in tempi relativamente tardi
in proposito la prosa intitolata
rispetto al periodo del suo magistero. Ricordiamo
Uanno
collocata
nell'edizione
(stesa pero vent'anni
quarantacinque
dopo),
postuma degli Immediati dintorni, e la citata presentazione, dello stesso anno,
anteposta al volumetto di scritti postumi banfiani, editi e inediti. Nel primo caso
si tratta di un fuggevole quanto commosso riferimento che pone quello di Antonio
Banfi tra i pochi nomi conosciuti e rassicuranti (insieme con quello di Vittorini),
filtrati nel campo di prigionia subito dopo il 25 aprile. In quel momento dramma
tico ?quei nomi [...] tanto piu noti, o cari e familiari [...] accostati ad altri, per
niente noti o a quelle sigle uscite da una realta non condivisa e non vissuta esclude
vano [i prigionieri] da quell'ora, [li] confinavano in un angolo morto della storia?89.
Nella seconda ci troviamo di fronte ad un ricordo del filosofo tracciato da Sereni
con estrema acutezza e discrezione, volto a ritrovare nelle Ricerche sulVamor
famigliare e nei tre inediti degli anni Dieci alcuni motivi noti al suo orecchio, gia
uditi quando ?stupefatto studente? lo avvicinava a lezione, o nello studio di Corso
50 o durante brevi colloqui per strada90. L'atteggiamento
di Sereni in
Magenta
con
sua
e
coerente
circostanza
si
rivela
la
sobrieta
riservatezza
schiva oltre
questa
che con l'ampiezza di vedute e la cautela valutativa apprese nel corso della sua
formazione. Sin dall'inizio, egli si rende conto di quanto vasta e articolata risulte
rebbe un'ipotetica
ricognizione di cio che apprese dal maestro e di quanto tale

in Kant,
si arricchisce
di movimento
nella concezione
di Novalis,
immobile, che esso designa
per
e inMallarme,
ad un valore spirituale e metafisico
in Baudelaire
sciolto da ogni
approdare
quando,
?un ritmo evocativo
e musicale?,
si risolve in analogie,
legame con la vita contingente,
acquisisce
diviene simbolo della poesia pura (Anceschi,
Autonomia
ed eteronomia dell'arte,
35-37, 41, 265-67).
88
Pozzi
87-89. Si osservi come anche qui venga ribadita la distanza
Sereni, La giovinezza,
sia rispetto alia sua presunta oscurita e sia rispetto alia sua matrice
daU'ermetismo,
simbolista, da

allusa con le 'grandi parole'


indicanti Eternita e Infinito.
89
V. Sereni,
L'anno
11 aprile
?L'Unita?,
1965, poi in Id., Gli
quarantacinque,
e infine in Id., La tentazione della prosa,
dintorni primi e secondi, 93-101
83-90: 88.
90
a Banfi, Ricerche
sulVamor famigliare,
6-7.
Sereni, Presentazione
Sereni

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immediati

SULLA FORMAZIONE

911

INTELLETTUALE DI VITTORIO SERENI

debito non possa essere quantificato soltanto in termini culturali: alle ?risposte
corrette e pertinenti? se ne affiancherebbero ?altre su cui molto inciderebbe l'affet
tivita?. E subito si definisce ?un responsore sospetto?, poco attendibile, anche se
non nega che Banfi avrebbe accettato, entro certi limiti, Telemento affettivo e che,
anche da questo, avrebbe saputo trarre ?profitto nel riflettere?. Un'osservazione
analoga ci sottopone di nuovo Sereni quando si accinge, circa un decennio dopo,
a scrivere la prefazione agli indici di ?Corrente? (?Parla qui il meno indicato a
storicizzare [...] un lungo paragrafo della propria biografia?91), a dimostrazione
della propria obiettivita e della vigile lucidita razionale con la quale si pone di
fronte agli eventi. Una tra le motivazioni
per le quali il poeta luinese non cita
direttamente Antonio Banfi potrebbe essere una forma di pudore, derivata da una
partecipazione personale molto forte, tanto da avvertirsi vivissima ancora a meta
si aggiunge una sorta di rispetto che gli
degli anni Sessanta, cui probabilmente
una
di
personality di studioso e di pensatore nei piu contin
coinvolgere
impedisce
dibattiti
critica
militante
di cui Sereni si sente in qualche modo parte.
della
genti
si pud comprendere
Chiarita tale dinamica psicologica,
la reale portata della
e
come
un sostrato latente
mantenuta
dall'allievo
assorbita
banfiana,
gnoseologia
e continuo, quasi un pedale armonico, di tanto in tanto affiorante nelle spie lessicali
e stilistiche, poste in luce in questo saggio, limitatamente ad alcune annotazioni
'teoriche' in prosa, di argomento letterario.
Sarebbe opportuno ricordare anche le grandi qualita di scrittore riconosciute
a Banfi, il periodare elegante, ricco di scorci, di incisi, di simmetrie; il calore
non privo, anche nella pagina scritta, di impennate
fluido e cordiale dell'eloquio,
?
come osserva lo stesso Sereni ?
alle ?accensioni?
liriche, corrispondenti
assumono ?il
in
della
cui,
dall'enfasi,
parlante?,
improvvise proprie
?figura
lungi
valore di una coloritura del pensiero?92. NeU'esporre
teorie filosofiche e ancor piu
sui testi, tenute per gli studenti di estetica, il
negli esempi e nelle esercitazioni
filosofo lasciava intravvedere la frequentazione assidua dei classici greci e latini,
italiani ed europei (da Tucidide a Lucrezio, da Dante a Tasso, da Leonardo
da
Vinci a Carlo Porta, da Tolstoj a Stendhal), viva e costante nelle sue letture. Esse
serie di tappe del
rappresentarono per lui un attraversamento dell'interminabile
progresso umano: ogni opera, in prosa o in versi, viene ad assumere il significato
e di passo ulteriore nel cammino della civilta93.
di documento
di un'epoca
come esperienza del
Attraverso questa concezione
della disciplina umanistica
trasmessa con vigore agli allievi, egli seppe infondere nell'indagine
mondo,
anche le sue doti letterarie, riconducendo
all'essenzialita
speculativa
ogni
ornamento superfluo e rifuggendo da ogni decorativismo estetizzante, sentito come
tradimento, tentazione che allontana dall'azione.
91

9.
Sereni, Senso di un'esperienza,
a Banfi, Ricerche
sull'amor famigliare,
6.
Sereni, Presentazione
93
G.M. Bertin, La formazione
del pensiero
di Banfi e il motivo antimetafisico,
?Aut Aut?,
8
1961, soprattutto 26-40; P. Rossi, Hegelismo
(1958), 26-37; F. Papi, //pensiero di Antonio Banfi, Firenze
e socialismo
nel giovane Banfi, in Banfi, Incontro con Hegel,
7-64 (in particolare per quanto emerge
dal carteggio con l'amico Mario
liceale ad Urbino,
cui
Rossi,
collega negli anni dell'insegnamento
e affettuosamente
il citato volume, Vita delVarte,
18-25 e 33-42); Anceschi,
dedicate
Pretesti, 267
92

74; Banfi,

Umanita.

Pagine

autobiografiche;

M.

Guglielminetti,

Clemente

Rebora,

Milano

1968,

10-11 e 64; AntonioBanfi e ilpensiero contemporaneo,


Atti del Convegno di studibanfiani (Reggio

Emilia
13-14 maggio
1967), Firenze
e Vestetica,
pref. di D. Formaggio,

1969; Banfi, Scritti letterari; G. Scaramuzza,


Banfi,
Padova
1984; Papi, Vita e filosofia,
36-40, 63-70.

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la ragione

912

F. D'ALESSANDRO

stilistico che emerge dalla scrittura banfiana rivela dunque una


critica
espressa in un linguaggio filosofico per sua natura rigoroso,
consapevolezza
astratte con la debita terminologia94. Di questo modo
entita
preciso, designante
di procedere Sereni si appropria lentamente nel corso di una ricerca durata alcuni
decenni che da i suoi frutti dapprima in sede teorica e, pienamente, soltanto piu
tardi, nelle raccolte di versi, le ultime in particolare. II poeta acquisisce un metodo
inizialmente lo tiene
che ?non prescinde dalla cosa dal fenomeno dall'esistente?;
di intenti, priva di certezze, aperta e tollerante
in serbo come una dichiarazione
e si accinge poi ad applicarlo, qualora trovi il ?senso delle proprie inclinazioni?,
il bandolo delle proprie convinzioni95. II modo in cui si e sempre configurata per
Sereni la percezione del mondo, come stratificazione di piani esperienziali succes
sivi, come concrezione attorno a un nucleo memoriale destinato via via a dilatarsi,
ad essere deviato e rafforzato, articolato e rarefatto da sensazioni
inaspettate,
susseguenti in ordine di tempo, che ?ne inanellano altre di altra natura [...] fino
a fondersi in un'unica sostanza?, non e lontano dal pensiero banfiano, che vede
e quella del
dell'arte
del passato
assommarsi
nella coscienza
?l'esperienza
monotona
II
trascorrere
del
la
vicenda
delle
tempo,
presente?96.
stagioni filtrano
matura
variazioni
sereniana
per
piu
impercettibili, per accumula
nell'espressione
zioni continue, e prendono forma nelle ripetizioni e rifrazioni, in cui la moltipli
cazione del se diviene indice dell'ossessivo
riaffiorare del passato. L'apparente
uniformita del linguaggio e le conseguenti ricorrenze della stessa parola o dello
un andamento
stesso lemma veicolano
dove continuamente
si
riepilogativo,
e
trascorso
eventi
del
alia
coscienza
oggetti,
personaggi
proprio
ripresentano
e dove emerge l'esigenza di trattenere la dispersione delle parole
esperienziale
osserva il Caretti ?
come un presente
stesse e del tempo, ribaditi e fissati ?
e
?antico e nuovo?, ?assillante
perpetuo?, per accrescimenti graduali97.
II controllo

94

a Banfi, Ricerche
sull'amor
7-8. Si
Presentazione
Sereni,
famigliare,
di
interesse, alia luce del lessico banfiano, anche il significato che il cambiamento
ha avuto, a pochi mesi dalla nascita, dopo l'ingresso
fondato da Ernesto Treccani
(cfr. nota 4), tanto da divenire uno strumento di diffusione del pensiero del filosofo
?
?
stato un piccolo conflitto interno
per sostituire il bianco e nero
spiega Sereni

rivela

di

estremo

titolo del periodico


di nuovi redattori
lombardo. ?C'era

del titolo originale


'di vita giovanile'
in corpo piu
col giallo di 'Corrente' (con la timida integrazione
'Vita Giovanile',
tuttavia riscontrare che ?corrente
Senso di un'esperienza,
11). Colpisce
(si veda Sereni,
piccolo)?
di vita? o ?corrente della vita? e sintagma banfiano, utilizzato
ripetutamente per rendere l'idea del
cerca di aderire. Tale sintagma, nei primi
fluire incessante del reale, cui il metodo
fenomenologico

tresaggi (gia pubblicati in rivistarispettivamente


nel 1932-'33, nel 1939 e nel 1940) del citatovolume

Vita dell'arte,

ricorre ben otto volte,

in passi

cruciali,

ove assume

32, 52, 53 [solo corrente],55, 121, 165, 177).


(cfr. 15,
95

rilievo e spessore

via via crescente

a Banfi, Ricerche
sull'amor famigliare,
8.
Sereni, Presentazione
96
a Montale,
sono tratte rispettivamente
in Id., Gli immediati
da Sereni, Dovuto
Le citazioni
229.
145 e Banfi, La riflessione e la problematica
dintorni primi e secondi,
dell'arte,
97
a conclusione
di Id., Gli strumenti umani, 1965;
In proposito
si veda anche la Nota di Sereni
//perpetuo presente di Sereni. ?Gli strumenti umani?,
140; L. Caretti,
Sereni, //mestiere di poeta,
a V. Sereni, Poesie
?Strumenti critici?, 1 (1966), 73-85, poi come Introduzione
scelte, Milano,
1973,
in Id., Studi di letteratura italiana, Torino
ix-xxi, poi col titolo originario,
1976, 455-68,
infine, con
e specularita
in Sereni, ?Strumenti
P.V. Mengaldo,
alcuni tagli in Sereni, Poesie,
Iterazione
xlv-li;
a Montale,
Da D'Annunzio
Milano
17 (1972),
tradizione del Novecento.
critici?,
19-48, poi in La
a Sereni, Gli strumenti umani, Torino
1975,
1975, 359-86, poi, con alcuni tagli, come Postfazione
in Giornale
?Il tuo sorriso limpido e funesto?,
liii-lxvi; D. Isella,
87-116; e infine in Sereni, Poesie,
a Sereni, Poesie,
ix-xv.
Rosellina
di 'Frontiera', Milano,
Archinto,
1991, 7-27; Id., Prefazione

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